A Lisbona nel 2010
Viaggio: 5 ottobre 2010, partenza da Malpensa con EasyJet 133 euro in due a/r, da aeroporto a Lisbona pullman di linea n. 44 a euro 1,40 a testa.
Albergo: pensao Residencial Roma, in posizione centralissima a pochi metri da Praça Restauradores e all’elevador de Gloria, due linee della metro e molti bus urbani. Grande camera al primo piano, bagno cieco ma grande, no bidet, cambio giornaliero asciugamani utilizzati, tv senza canali italiani, no wifi in camera, postazione a pagamento (4 euro all’ora) la colazione è normale, no ascensore abbiamo pagato 50 euro, un affare, ci ritornerei volentieri.
Ristoranti: Casa do Alentejo: all’interno di un palazzo del XVI secolo, sembra di entrare in un patio arabo, poi grandi sale con pareti decorate con grandi azulejos con scene di caccia e di vita della città, a lato un elegante bar, piatti abbondanti e cucina accettabile, spesa 28 euro in due con vino e caffè, l’ambiente è giovanile e simpatico.
Sinhal Vermelho, nel Chiado ristorante di una certa eleganza, facciamo un po’ di coda, ceniamo con 48 euro in due, con piatti a base di merluzzo grigliato con verza e patate al forno intere, gamberoni al forno con contorno, dolce, caffè e vino e birra. Spesa circa 46 euro in due.
Locanda Italiana: menù italiano, medio livello, cucina italiana, un po’ caro
Cervejaria Lusitana all’interno del centro commerciale Vasco de Gama: economico, non ci ritornerei.
Ristorante O’bachaleiro, normale amministrazione, non ci ritornerei, anche se è vicino alla Casa dos Bicos
Ristorante Pasta Caffè, all’interno del Vasco de Gama, menu italiano conveniente ci siamo trovati bene.
Antigua Confeitaria de Belem, famosa per i pasteis, grandi decorate con azulejos, da non perdere.
Ristorante interno del Museo DOS Azulejos ovviamente alle pareti azulejos raffiguranti prodotti di cucina, selvaggina ecc., prezzi veramente convenienti, servono anche piatti caldi, consigliabile vivamente.
caffetteria interna al Mosteiro Sao Vicente de Fora, servono anche piatti caldi a prezzi molto convenienti, ci ritornerei.
Trasporti: abbonamento valido 24 ore (euro 3,75) valido su tutti i mezzi pubblici (metro, bus, tram, elevador, aeroporto), molto efficienti anche di notte, mezzi puliti e comodi, economici anche i servizi delle ferrovie extraurbane (Sintra, Cascais ecc.), quasi una metropolitana.
Clima: variabile, nelle giornate di sole abbiamo raggiunto i 27°, siamo arrivati con la pioggia, ci stupivamo di vedere più gente che a Londra girare con l’ombrello, poi abbiamo capito.
Mercoledì 6: le meraviglie di Belem
Iniziamo la visita della città, attraversiamo la piazza Dos Restauradores, piazza pavimentata a mosaico con motivi geometrici che danno un senso di rilievo, al centro un obelisco e fontane, a lato la facciata in stile manuelino (XIX secolo) della estaçao do Rossio, poi andiamo alla Praça Dom Pedro, una bella piazza, pavimentazione a mosaico con disegni a spirale, come la precedente, su un lato il teatro Dona Maria, con colonne in stile classico e facciata elegantemente decorata, piacevoli anche le grandi fontane, entrambe le piazze sono molto animate per la presenza di negozi, bar e pasticcerie.
Imbocchiamo l’elegante Rua Augusta, totalmente pedonalizzata, la strada termina con l’Arco di Augusto (del XIX secolo) arriviamo alla Praça do Commercio, molto grande, affacciata sul Tejo, circondata da portici, sotto i portici c’è poco, praticamente solo uffici pubblici, il fiume Tejo, a vederlo sembra il mare, sia per l’ampiezza dell’estuario sia per il leggero moto ondoso.
Dalla piazza con il tram 15 a Belem, porto di partenza delle navi dei grandi navigatori portoghesi, scelto per celebrare con stupendi monumenti i fasti e le ricchezze dei secoli XIV-XVI, dovute alle scoperte..
Iniziamo con il Mosteiro dos Jeronimos, uno splendido palazzo in pietra bianca, lungo circa 350 metri, l’edificio ha un aspetto imponente, è in stile manuelino, uno stile decorativo di facciate e finestre, molto elaborato con sculture allegoriche, figure di animali e vegetali da vedere con il loro simbolismo, anche di re portoghesi, che richiamano non solo il gotico delle cattedrali francesi ma anche lo stile plateresco. L’arte araba e indiana, da non perdere i magnifici portali della chiesa di Santa Maria.
Entriamo nella chiesa, passiamo davanti ai sarcofagi, in marmo finemente scolpito, di Vasco de Gama e del poeta Luis de Camoes, la chiesa, in stile barocco, tre navate con volte alte sui 25 metri, sostenute da colonne scolpite che sembrano alberi, mi ricordano vagamente quelle del Park Guell a Barcellona.
Ci avviamo verso il chiostro, capolavoro del manuelino, forma quadrata con un lato di circa 50 m. con splendidi archi di pietra, scolpiti e decorati, strutturato su due livelli, dal chiostro si accede al grande Refettorio con azulejos con scene dei testamenti, tutto da non perdere.
Quindi visita alla Torre di Belem, simbolo di Lisbona, circondata dal Tago, vi si accede tramite una passerella, dall’esterno appare come una torre merlata, non molto alta, saliamo per cinque piani per una scala a chiocciola in pietra, ripida e strettissima, ad ogni piano si aprono terrazze e logge con finestre molto decorate, qui le sculture tipiche del manuelino si possono ammirare da vicino, si gode anche di un magnifico panorama del Tejo e della città (da non perdere, salita compresa.)
Terminata la visita andiamo all’originale Padrao dos Descobrimientos, monumento commemorativo, a forma di prua di caravella rivolta verso il fiume, con grandi sculture dei navigatori e scrittori delle scoperte, alla testa Enrico il Navigatore, è situato su una piazza con pavimentazione a mosaico decorata con una rosa dei venti e mappamondo, anche con simpatici disegni.
Giovedì 7: Alfama, Chiado, Museo do Azulejos, Barrio Alto
Andiamo alla Igreja do Carmo con l’elevador de Santa Justa (struttura in ferro, interno in legno un po’ retro) la chiesa è situata in una piccola piazza alberata, della chiesa rimangono solo le mura laterali, in stile tardo-gotico, lo ricorda il portale, all’interno si vede ancora quello che rimane degli altissimi archi decorati, pochi sono originali, in quanto la chiesa nel tempo è stata oggetto di lavori di restauro, lungo i muri perimetrali sono esposte sculture, all’interno un museo archeologico. Poi con il tram 28 andiamo all’Alfama, il quartiere di origine araba, anche se di arabo rimane molto poco, scendiamo in prossimità della Sé. Passeggiamo tra le strette strade, spesso in salita, a volte a scalinata, gli edifici non sono molto alti, pochi i balconi, spesso la pavimentazione è in pietra, arriviamo al Miradouro Santa Luzia, un belvedere con un giardino molto curato, pergolato e panchine. Una piccola chiesa (chiusa) ai lati grandi azulejos con scene della città prima del terremoto del 1755. Andiamo quindi alla Cattedrale della Se Patriarcal, facciata austera con due torri, mi pare di stile romanico, origine XII secolo, ha subito danni dai molti terremoti che hanno colpito la città, nel tempo vi sono stati numerosi interventi ricostruttivi, all’interno un chiostro molto bello dove si stanno eseguendo scavi archeologici. Poi riprendiamo il tram e ci fermiamo il largo do Chiado, bella piazza molto animata, la vedremo così anche di sera, su un lato due chiese in parallelo tipo Piazza del Popolo a Roma e Piazza San Carlo a Torino. Andiamo quindi a visitare, in altra zona, il Museo do Azulejos situato all’interno del convento Madre de Deus (XVI secolo), contiene praticamente la storia di questa decorazione a partire dal XV secolo, si può anche vedere un azulejos lungo più di 20 metri con il panorama di Lisbona prima del terremoto, da non perdere anche il chiostro, la sala capitolare e la magnifica chiesa barocca, da non perdere.
Terminiano la giornata con un giro al Barrio Alto.
Venerdì 8: Sintra – Cabo da Roca – Oriente
Dalla stazione Rossio prendiamo il treno per Sintra, (circa 30 minuti), la pioggia intensa ci impedisce di visitare la città, prendiamo il pullman urbano per andare al Palacio Nacional, tra pioggia e nebbia riusciamo a vedere i caratteristici alti camini a cono, visitiamo le varie sale, tutte, decorate e riccamente arredate, alle pareti antichi azulejos, anche provenienti dalla Spagna, che permettono di vederne l’evoluzione nel tempo, infatti, ve ne sono alcuni del XIV secolo, altri sono dei secoli successivi, alcune sale si visitano anche con il naso all’insù per vedere i soffitti a cassettoni riccamente decorati, in particolare le sala dei cigni e delle gazze. Con un bus proseguiamo con il giro degli altri siti notiamo il Palacio da Pena che vediamo solo dall’esterno. Ritorniamo alla stazione e prendiamo il bus per Cabo da Roca, il punto più occidentale del continente europeo. Arriviamo che non piove, non c’è quasi nessuno, il panorama è magnifico, da film, onde alte e violente si infrangono sul costone del Cabo, 150 metri di roccia a picco sul mare, avvolto da una leggera nebbia fa un certo effetto, ci sono anche un faro, un piccolo ufficio turistico con all’interno un comodo salotto per gli ospiti, passiamo sul bordo dello strapiombo protetti da un muretto, poi ci avviciniamo al faro, inizia a piovere a dirotto, il vento aumenta sempre di più, ci si regge in piedi a stento, ad un certo punto pensavo che grandinasse, ma sono le gocce d’acqua che vengono spinte con violenza sul volto, torniamo verso il muretto del cabo, che vediamo avvolto dalla nebbia e dalle onde, di raggiungiamo l’ufficio turistico, è diventato quasi buio, mi volano via gli occhiali, che verranno raccolti vicino al muretto da un turista a qualche decina di metri. Nell’ufficio del turismo, un poliziotto ci spiega che il vento di oggi è “medio” e che è in giugno che raggiunge il massimo. Esperienza interessante, sono stato in altri capi, e posso dire che quando in luoghi come questi c’è sole e mare calmo si rimane delusi. Saliamo sul pullman per Cascais, poi treno per Lisbona. Vado quindi a visitare la estaçao Oriente, la stazione è ritenuta un capolavoro del celebre architetto Calatrava, in stile ultramoderno e struttura in vetro e cemento, l’ingresso sembra una vela, davanti, quasi nello stesso stile, il centro commerciale Vasco de Gama, poi breve visita al Parco de Naçoes con le moderne sculture in metallo.
Sabato 9: Castelo de Sao Jorge, Graça
Visita al Castelo de Sao Jorge, situato sulla cima più alta di Lisbona, è una cittadella circondata da più cerchia di mura, ha origini molto antiche proprio per la sua posizione dominante sulla città e sul Tejo, è stato nel tempo fortezza e palazzo reale. L’accesso è a pagamento, appena attraversato l’ingresso, ci si trova in una bella piazza alberata con sculture all’aperto, da qui si gode un magnifico panorama della città e del Tejo, Il castello, nel tempo, è stato oggetto di molteplici interventi ricostruttivi, anche recenti, di originale rimane ben poco, facciamo una passeggiata sui camminamenti delle mura, si vedono interessanti panorami, nel complesso la visita è interessante, condivido l’affermazione di quanti ritengono che ormai deve ritenersi un grande miradouro. Molto caratteristiche le strette e pittoresche strade esterne al castello, camminando arriviamo nel quartiere di Graça e all’imponente chiesa Sao Vicente de Fora (chiusa), prima però diamo un’occhiata alla Feira de Ladra, un normale mercato delle pulci, la chiesa, di marmo bianco è visibile da quasi tutti i miradouro della città, per fortuna è aperto il Mosteiro de Sao Vicente, noto per gli azulejos che si possono vedere nella sacrestia e nel chiostro, che illustrano episodi della riconquista e storie tratte dalle fiabe di La Fontaine, non ci siamo entusiasmati più di tanto. Continuiamo il vagabondaggio per Graça, visitiamo alcune chiese costruite dopo il terremoto del 1755, hanno tutte interno barocco. Nel pomeriggio da Cais do Sodré con il traghetto di linea andiamo dall’altra sponda del Tejo, facciamo la traversata sotto il sole (circa 15 minuti), vediamo il panorama con i famosi ponti che lo attraversano, arrivati a destinazione torniamo indietro quasi subito in quanto troviamo solo una stazione dei pullman e edifici residenziali.
Domenica 10: Costa de Estoril
E’ una bella giornata di sole (arriveremo a 26°), approfittiamo per andare al mare a vedere la Costa de Estoril, partiamo da Cais de Sodrè al modico prezzo di euro 1,8 per due. Arriviamo a Cascais con treno comodo e pulito. Cascais è una città di villeggiatura, passeggiamo, non molta gente, negozi quasi tutti chiusi pur essendo domenica, percorriamo via centrale pedonalizzata, arriviamo quindi alla spiaggia. Verso mezzogiorno andiamo a Estoril, c’è una bella passeggiata a mare, un molo, lungo la passeggiata, bar, ristoranti, molto più vivace rispetto a Cascais. Fa molto caldo sul molo le onde ci costringono ad allontanarci, mentre sull’ampia spiaggia molti stanno in costume, Rita entra in acqua, dopo andiamo a pranzare in un ristorante sul lungomare, poi spiaggia.
Poi ritorno a Lisbona, alla sera
Lunedì 11: Fatima (vedi racconto sul sito)
Martedì 12: Queluz – Costa de Capariça
Io e Rita ci dividiamo io vado a Quelux mentre Rita va a verso la Costa de Caparica. Costa de Caparica, da praça de Espana si prende il 161, arrivo a Caparica, grazioso luogo di villeggiatura, con spiagge immense e lunghissime, si vedono gruppi di pescatori che tirano reti piene di pesci, nel mare qualche surfista, a monte una vegetazione bassa con fiori gialli e azzurri, bella passeggiata con panchine e chioschi di ristoro in legno, bellissimo e immenso l’oceano. Quelux, parto dalla stazione Rossio, poi da Quelux prendo un bus urbano per il famoso castello in stile rococo, giro inutile perché il castello è chiuso, posso però vedere la bella facciata esterna di colore rosa. Ritorno a Lisbona e vista la giornata di sole (26°) ritorno a Estoril dove mi riposo sulla spiaggia. Verso sera con Rita giriamo per il Barrio Alto e il Chiado per cercare degli azulejos da regalare, visitiamo alcuni negozi, ci fermiamo per vedere magnifico il panorama al tramonto di Lisbona e del Tejo, che si gode dal miradouro de Santa Catarina, forse il più bello che ho visto.
Mercoledì 13, il viaggio è finito, leggero pranzo nel famoso Cafè Nicola, poi giro per acquisto di qualche souvenir. Ricordo anche di non perdere gli azulejos a tema delle stazioni della metropolitana.
ferny forner – Rita Risoli.