A Cuba tra mare, monti e salsa
Finalmente arriviamo alla nostra prima casa particular, da Sergio e Miriam, calle Luz 109, apt.o 5, 25 Cuc a notte e 4 Cuc a testa di prima colazione per restarci solo una notte e ripartire alla volta di Vinales. Sergio è molto gentile e ci dà gli indirizzi per le successive case. Il giorno dopo ci chiama un taxi che per 7 Cuc ci porta alla stazione Viazul dove dovremmo prendere il bus alle 9.00, ma troviamo un taxista che ci porta allo stesso prezzo (25 Cuc a persona).
Vi consigliamo la nostra casa a Vinales: Villa a la Vista, Sig. Osiris Vecca, sig.ra Dunia y Dafne, calle Adela Azcuy Norte 18, 20 Cuc a notte, 4 Cuc a colazione e cena 8-10 Cuc a testa. La casa è piccola ma accogliente, con un patio azzurro e due sedie a dondolo di fronte ai mogotes, da dove la sera si può ammirare il tramonto sorseggiando il miglior mojito di Vinales. Lì gli animali da fattoria girano liberi senza essere tenuti in gabbia, la gente si parla da una casa all’altra e all’alba i galli fanno a gara per chi canta per primo, un’esperienza da non perdere. Così come sono da non perdere le cene della casa: consigliamo di provare l’aragosta e il pollo, contornati da riso e fagioli o minestra, banane in tutte le forme, platani, insalate, una verdura simile alla verza, frutta, yucca, un dolce di guava molto zuccheroso, per un tavolo così imbandito da nutrire almeno 5 persone. Al mattino, oltre alla frutta esotica e alle uova, vi verranno serviti meravigliosi succhi e marmellate di guava e mango. In più Osiris e Dafne conoscono tutto il vicinato e saranno pronti ad organizzarvi le gite.
Il primo giorno arriviamo verso le 12 e facciamo un breve giro per Vinales: la piazza principale con la chiesa e la casa della cultura, fino ad arrivare al Jardin de la Caridad, torniamo indietro per mangiare il piatto tipico della casa Don Toma, ristorante segnalato dalla Lonely Planet; consigliamo anche il cocktail della casa. Al pomeriggio arriviamo a piedi all’Hotel El Ermita a bere un succo d’ananas e goderci il panorama dall’alto.
Il mattino dopo partiamo con il sig. Luis per un’escursione a cavallo per parco di Vinales (30 Cuc a persona). E’ stata un’avventura alla Camel Trophy, di cui porteremo i segni (male ovunque!) per giorni, ma ne è valsa veramente la pena, sia per i paesaggi meravigliosi, sia per l’esperienza sui cavalli, il mio si chiamava Cuba Libre e quello di Luca Mojito, e facevano a gara per guidare la fila. Pur non essendo esperti di cavalli ci siamo sentiti sicuri anche al trotto perché i cavalli erano addestrati molto bene. Come prima tappa siamo stati ad una piantagione di tabacco, dove ci hanno rifocillato con del cocco e qualche boccata di sigaro, mostrato la fattura dei sigari e promosso l’acquisto degli stessi (25 per 40 Cuc). La seconda tappa è stata la Cueva Palmeritos (ingresso 1 Cuc) con piscine naturali all’interno della grotta (niente di eccezionale). Infine abbiamo chiuso col Murales de la Preistoria e i Mogotes Dos Hermanos.
Per il giorno dopo i nostri ospiti ci hanno chiamato un taxista che per 45 Cuc in due ci porta a Cayo Jutias con una Cheverolet del ’58. Per arrivare ci vuole 1 ora e 45 minuti. C’è un bellissimo mare e la spiaggia è attraversata da mangrovie. E’ possibile avvistare avvoltoi, paguri, granchi che camminano indisturbati sulla sabbia. Purtroppo quando siamo andati noi c’erano molte alghe sulla spiaggia, in compenso c’erano pochissimi turisti e questo ci ha permesso di goderci la pace dell’isola. C’è un unico ristorante, dove si può mangiare un risotto ai frutti di mare a prezzi modici. L’ingresso all’isola è di 2 Cuc a persona.
Il terzo giorno Luis ci organizza una gita a Los Acquaticos, una comunità montana i cui seguaci sfruttavano il potere curativo dell’acqua, ma l’ultimo patriarca è morto senza trasmettere le sue conoscenze; ora restano solo due case di campesinos su tutta la montagna. Noi siamo partiti su un carretto trainato da un cavallo con una guida alle 6 del mattino, al buio completo; l’ultimo pezzo di strada, sempre al buio con la guida, si fa a piedi (in mezzo al fango, portatevi delle scarpe adeguate) per arrivare in tempo in modo da poter ammirare l’alba in un paesaggio meraviglioso. Potrete anche saggiare la vita contadina cubana, dove questi campesinos vivono indipendenti e isolati dal mondo circondati di animali da fattoria.
Per quanto riguarda le serate, A Vinales ci sono solo 2 locali, ma sono sufficienti per entrare nella cultura cubana. Il Centro Cultural Polo Montanes (ingresso 2 Cuc) è più turistico, offre spettacoli dal vivo ed è possibile ballare in pista. Il patio del Decismista è più intimo e accogliente, è più possibile conoscere gente del posto e altri viaggiatori, inoltre se ci tornate per due sere di fila, sicuramente si ricorderanno di voi. Ogni sera propongono comunque musica dal vivo tradizionale cubana con 2 ballerine, ma la pista è aperta a tutti.
Per quanto riguarda il cibo, oltre a quanto già detto, è possibile risparmiare un poco comprando pizza queso ai baracchini, con 10 pesos nazionali, o paninetti con semplice formaggio o salame anche a meno.
Siccome gli autobus Viazul per Trininidad partono solo alle 7 del mattino e noi ci tenevamo molto alla gita a Los Acquaticos e andare subito a Trinidad, abbiamo cercato un taxi, ma quelli ufficiali partono più tardi, inoltre chiedono 4 persone, 40 Cuc a testa ovvero la tratta costa 160 CUC. Non abbiamo trovato altri viaggiatori ma il nostro amico della Cheverolet ci ha trovato un altro amico che ci ha portato per 100 Cuc totali, ovviamente la cosa è un po’ abusiva, tant’è che si è preso anche una bella multa dopo un controllo della polizia, ma secondo noi ci ha comunque guadagnato! La sera alle 20 arriviamo finalmente a Trinidad, alla casa di Elda y Roberto (indirizzo: Jesus Mendea 166), a cui Sergio dell’Havana aveva già prontamente chiamato. E’ situata a 10 metri dalla Casa della Trova ed è una casa coloniale molto grande con un bel giardino interno e atmosfera ospitale. 25 Cuc a notte, 4 a colazione.
Trinidad subito ci affascina: si sente musica in ogni calle e tutti i locali sono all’aperto almeno per metà con musica dal vivo e gente che balla. La strada è fatta di sassi, quindi consigliamo calzature comode. Ci fermiamo subito alla Casa della Musica a prendere uno spuntino e un ottimo daiquiri, per poi concludere la nostra breve serata, a causa della stanchezza causata dal viaggio, a Las Ruinas de Sagarte. Il posto è vuoto, ma il gruppo che suona lì tutte le sere, Santa Palabras, si attiva per farci ascoltare qualche canzone del loro repertorio. Sono bravissimi e meritano l’acquisto del cd oltre che la mancia.
Trinidad è visitabile in una mezza giornata, infatti, tutto è concentrato intorno a Playa Major: la chiesa, il museo romantico, il museo municipal (bella la vista della città dalla torre), il tempio yemahia, l’ex convento di San Francesco in cui ora è stato ubicato un altro museo. Ma vi consigliamo di prendervi una giornata intera e di godervela percorrendo le sue viuzze, perdendovi nei mercati e assaggiando la canchanchera. L’unica cosa fastidiosa sono i jineteros che vi fermeranno in continuazione chiedendovi se avete bisogno di un taxi o di un ristorante, a volte intrattenendovi con chiacchiere più o meno piacevoli. Le serate, invece, sono a suon di musica; noi in tre giorni abbiamo girato quasi tutti i locali. Oltre a quelli già segnalati c’è il Palenque de los Congos Reales, in cui i 2 CUC d’ingresso valgono lo spettacolo di rumba a cui abbiamo assistito, e il Patio del Mosillo, situato esattamente dietro al precedente percorrendo il circondario. Non è segnalato dalle guide, ma altrettanto carino con spettacoli senza costo d’ingresso. Invece, non ci è piaciuta la Casa della Trova, con poco spazio per ballare e pieno di turisti/e a caccia di cubani/e, ci ha messo un po’ di tristezza. Ricordate che al termine di ogni esibizione passeranno alcuni membri del gruppo a chiedervi la mancia o di comprare i loro cd a 10 CUC.
Consigliamo anche la nostra casa, dove Mercedes, la proprietaria, risponderà a tutte le vostre domande. Abbiamo cenato lì solo una sera, aragosta e contorni più macedonia di frutta esotica per 12 Cuc, abbondante ma non quanto a Vinales. Suo marito fa il taxista e sarà lieto di accompagnarvi in gita. Noi abbiamo scelto l’escursione a “El Cubano”, a 6 chilometri da Trinidad, dov’è situato un sentiero di 45 mìnuti che conduce ad una cascata con grotta dove si può anche nuotare, se tollerate il freddo del torrente (ingresso 6 Cuc comprensivo di limonata). Al ritorno ci si può fermare al ristorante a mangiare qualcosa a prezzi abbordabili (6-12 Cuc). Sulla lonely planet c’è scritto che hanno il pesce gatto, ma forse è stato erroneamente tradotto da “pescado” (pesce semplicemente). Fanno un filetto molto buono ma di pesce gatto nessuna traccia.
Un’altra cosa che ci è rimasta nel cuore di Trinidad è la nostra insegnante di salsa (dove per privata intendo abusiva e a casa sua), procacciata da una simpatica vecchina che si aggirava nei dintorni della stazione degli autobus. Ci ha portato a casa sua dove, per 5 Cuc a testa, ci ha insegnato con passione a perfezionare la nostra tecnica. La salsa es amor! Insomma, qualsiasi cosa di cui abbiate bisogno, chiedete e vi sarà data! Non c’è un cubano che non sappia ballare e, sia che siate ottimi ballerini e vogliate dare un po’ di sapore ai vostri passi, sia che siate ancora agli esordi, un’ora di lezione anche con chi non è un vero maestro ufficiale sarà comunque utile.
La nostra tappa successiva è stata la spiaggia, di preciso ai Cayo Jardin des Reys, ovvero Cayo Coco e Cayo Guillermo. Secondo il sito ufficiale Viazul, da Trinidad parte un autobus giornaliero alle 8.00 per Ciego de Avìla che arriva alle 10.40, da cui poi servono 1.30-2.00 di taxi per raggiungere Cayo Coco. In realtà abbiamo scoperto che esiste un altro autobus che parte alle 7 e arriva a Moron alle 12.15 circa, impiega più tempo ma costa 21 Cuc anziché 29.75, passando per Cienfuegos, Santa Clara e Remedios. Da Moron raggiungiamo Cayo Coco in taxi per 30 Cuc, compreso l’ingresso alle isole, impossibile trovare a meno. Avremmo voluto alloggiare a Sitio La Guira (poi ci hanno riferito che è pieno di zanzare), ma era al completo, così avevamo chiesto a Mercedes di chiamare Villa Azul, una valida ed economica alternativa ai resort e all’avanti-indietro da Moron per chi si accontenta e vuole viaggiare in economia. Lì ci riservano una camera a 22 CUC a notte compresa prima colazione! Si tratta di una struttura costituita da molti edifici, simile ad un condomino, con una decina di appartamenti all’interno. Villa Azul non si trova sulla lonely planet e solo chiamando altre strutture siamo riusciti a recuperare un numero di telefono. Era nata come alloggio per i lavoratori, ma ora è aperta anche ai turisti. Ve la sconsigliamo se volete la vacanza da resort, altrimenti va bene per un paio di giorni. Le camere sono belle e pulite, anche se purtroppo a noi è capitato un bagno senza tavoletta del water e con il rubinetto della doccia mezzo rotto! A novembre, inoltre, non c’è ancora acqua calda. Anche il ristorante all’interno non è un granché, ma se per una sera non avete voglia o possibilità di muovervi, potrete stare in un vero ristorante cubano con i cubani. Si spende pochissimo (es. 8 Cuc per 2 porzioni di riso, un pollo, una zuppa e 3 bibite), ma la qualità è scarsa. A Villa Azul c’è anche una discoteca, purtroppo i giorni di chiusura sono il lunedì e la domenica, quindi non siamo potuti andare! Altrimenti a Cayo Coco la sera, sempre che non siate in un resort, non c’è proprio nulla da fare! Una sera siamo riusciti ad andare a mangiare a Sitio La Guira, non male ma niente di eccezionale e con porzioni scarse. Si mangia molto meglio nelle capanne sulla spiaggia: per 4 Cuc fanno un ottimo pollo nella spiaggia di Cayo Coco, compresa la bibita, mentre a Cayo Guillermo l’unico bar si permette di alzare i prezzi. Purtroppo questi posti chiudono alle 16, perciò se volete godervi un cocktail sulla spiaggia affrettatevi!
Il primo giorno a Cayo Coco c’era il mare mosso, probabilmente a causa dell’uragano Sandy, passato qualche giorno prima, e anche qui c’erano alghe per tutta la spiaggia, ma l’acqua era molto bella. Il secondo giorno a Playa Pilar era una bellissima giornata, anche qui qualche alga sulla riva, ma sicuramente resta una della più belle spiagge che avessimo mai visto, con mille sfumature di azzurro! Il terzo giorno a Cayo Coco l’acqua era calma, ma, purtroppo, era molto nuvoloso e questo ha causato un’invasione di mosquitos che non ci hanno dato tregua per tutto il giorno, nemmeno coperti dagli spray repellenti.
Infine, i trasporti. Senza avere un a macchina e non facendo base a Moron si può risparmiare un bel po’: oltre ai 30 Cuc da Moron a Cayo Coco, abbiamo speso 45 Cuc al ritorno fino alla stazione Viazul di Ciego De Avìla (10 Cuc in meno del prezzo indicato dalla lonely planet). Per andare alla spiaggia di Cayo Coco la corsa in taxi è di 5 Cuc, quindi, se vi fermate lì, ve la cavate con 10 Cuc al giorno. Un giorno ci ha accompagnato un lavoratore che alloggiava a Villa Azul per 3 Cuc. Se volete andare fino a Cayo Guillermo vi conviene farvi portare all’hotel più vicino in taxi e da lì prendere il Transtur, l’autobus giornaliero che con 5 Cuc a/r vi porta fino a Playa Pilar. Al ritorno abbiamo fatto amicizia con la ragazza che controllava i biglietti e sono stati così gentili da farci scendere direttamente a Villa Azul! Così abbiamo risparmiato tempo e i soldi del taxi. Spostarsi di sera è un problema perché dopo una certa ora non ci sono più taxi, ma la portineria di Villa Azul si è prodigata per trovarci qualcuno che per 10 Cuc ci ha portato a/r a Sitio La Guira.
L’esperienza sui Cayos non la definirei imperdibile se non per Playa Pilar, per il resto, se non vi piacciono i resort, fate meno notti possibili perché non c’è nulla da fare! Abbiamo comunque deciso di pagare un giorno in più per poterci fare una doccia prima di partire per l’Havana, viaggio notturno. Il nostro taxista non è riuscito a trovarci un amico che, per lo stesso prezzo, ci portasse in macchina e ci ha affidato alla contrattazione; stavolta abbiamo scelto l’autobus, 27 Cuc a testa, partenza alle 00.40 e arrivo alle 6.30, un’ora prima del previsto!
Ci avvicina un ragazzo chiedendoci se avevamo bisogno di un taxi, ci avrebbe portato da Sergio per 10 Cuc, ma abbiamo insistito per i 7 Cuc dell’andata. Sergio era pieno, come ci aveva già detto la prima notte, ma ci ha affidato alla sua vicina del piano di sopra “Casa Cristina”. Ci siamo trovati abbastanza bene, ma la colazione costa quanto dalle altre parti e non c’è nemmeno l’uovo mattutino, non c’era il bagno in camera e non faceva i cocktail. Cristina conosce comunque molto bene la città ed è disponibile a fornire informazioni di ogni tipo.
Dopo un primo riposino andiamo alla scoperta dell’Havana Vieja: Plaza Vieja, Plaza de San Francisco de Asis, Calle Mercaderes, PLazas de Armas e Plaza de la Catedral. Il tragitto durerebbe circa mezzora ma ci mettiamo tutto il giorno! Qui è impossibile non prendersela con calma, fermarsi per una colazione al Cafè Escorial in Plaza Vieja, una partita a scacchi con qualche cubano e l’acquisto di alcuni libri usati in Plaza de Armas e fermarsi con chiunque per qualsiasi motivo. Per lo più si tratta di jineteros che, dopo aver provato a vendervi qualcosa vi chiederanno soldi, cercheranno di darvi sigari oppure si offriranno per farvi da guida al puro sfruttamento dei turisti. Il più delle volte basta dire “No, grazie!”. A volte i cubani non fanno mistero di aver bisogno di qualcosa, in quel caso potete decidere di portar loro qualche vestito, shampoo, ecc. Ci sono, però, anche persone disinteressate che fanno il loro lavoro con una carica in più. A noi ha colpito molto il cameriere di un ristorante di lusso, “La Girardilla”, che, dopo averci elencato con passione i manicaretti del ristorante, ha insistito per farcelo visitare e, raggiunta la vista stupenda dell’ultimo piano, ci ha raccontato molte cose interessanti sull’Havana, e ci ha convinti talmente tanto che, non solo gli abbiamo dato una piccola mancia, ma siamo tornati la sera a mangiare lì. Per l’Havana è un posto molto costoso, ma i piatti sono grandi e ci si può tranquillamente mangiare in due. Noi abbiamo preso “El barco”, piatto formato da due code di aragoste incastonate a costruire, appunto, una barca, con un tripudio di aragosta e gamberi con salsa di rum e vino bianco, spettacolare! 30 Cuc in due. Nel piatto è compreso il contorno, riso e un bicchiere di vino. Eravamo così contenti che ci siamo tornati anche prima di partire, prendendo, invece, allo stesso prezzo, un misto di aragosta, gamberi e polpo con salsa di rum e whisky, un po’ piccante. Ristorante di classe con vista sulla rocca della Plaza de Armas e Fortaleza. Il menù è esposto dallo chef in persona. Ecco l’indirizzo: La Girardilla, calle Tacon 16. Potete anche trovare altre offerte, valutate la migliore per piatti a base di pesce o cucina criolla. Molto buona è la cucina alla Mulata del Sabor, segnalato anche dalla lonely planet, ma tiene solo 12 coperti e una volta seduti potrete aspettare persino un’ora prima che la cena sia servita.
Per il resto potete pranzare a base di panini e pizza queso in pesos cubani per risparmiare! In calle Obibso e SAn Rafael ci sono molti baracchini che li fanno e che accettano la moneta nazionale.
I gelati sono buoni ovunque, ma dovrete per forza fare una tappa alla Coppelia a Vedado, dove è stato girato il famoso film “Fragola e cioccolato”. Per quanto riguarda i cocktail, noi abbiamo evitato la Boteguita del Medio e El Floridita: i mojito, i daiquiri e la pina colada sono ottimi ovunque e non vale la pena di pagarli 5 Cuc dove nel bar di fianco costano massimo 3 CUC e sono accompagnati da buona musica.
Le serate in calle Obipso passano veloci a ritmo di salsa e mojito, abbiamo conosciuto molta gente tra cubani e altri viaggiatori. Una sera abbiamo provato a spingerci a Vedado, dove i locali sono aperti fino alle 5, ma alcuni posti segnalati dalle guide, dove vanno a ballare i cubani erano proprio chiusi. Abbiamo provato “El Cocktail” su Calle 23, con 3 Cuc d’ingresso, il ragazzo all’ingresso ci aveva detto che i cocktail costavano 3 Cuc invece ne abbiamo pagati 5! Inoltre, siamo stati là per più di un’ora e nessuno ballava! Quindi, abbiamo iniziato a camminare per strada e non abbiamo capito cosa fanno i cubani: avanti e indietro per la strada c’erano grandi ritrovi su due bar a ridosso del Malecon. In ogni caso, sia di giorno che di notte all’Havana c’è sempre da divertirsi.
Occhio ai jineteros, un giorno ne abbiamo trovato uno bravissimo! Eravamo seduti in Plaza del Cristo e un signore vestito in camicia si è seduto vicino a noi, chiedendoci il permesso e dicendoci che era un professore di matematica, in quel momento c’era l’intervello (effettivamente c’erano molti ragazzi in piazza che giocavano), addirittura invitandoci a visitare la scuola il giorno dopo! Ha insistito perché andassimo a bere un caffè con lui durante l’intervallo, che gli avrebbe fatto molto piacere, e, una volta seduti, ha ordinato tre mojito, a 4 CUC ciascuno, che, ovviamente, abbiamo pagato noi…
Cose da non perdere all’Havana
1. Parque Central: davanti al Capitolio vedrete cubani discutere in questo parco e penserete che si stiano preparando ad una rissa, invece, si tratta solo della Esquina Caliente, il ritiro per tutti i tifosi di baseball dove poter discutere animatamente.
2. Passeggiata Prado-Malecon fino a Vedado, dove dovrete entrare nell’Hotel National, edificio di cui tutti i cubani vanno molto fieri, in quanto è stato visitato da molti personaggi di spicco, oltre che dalla mafia importata!
3. Mercatini: Feria de los Artesanos, si è trasferita da Calle Tacon (Plaza de Armas) alla via dietro la Iglesia de San Francisco de Paula; Boulevard San Rafael in Centro Habana. Tutti e due sono molto economici e preparatevi a grandi contrattazioni!
4. Cerimonia del Canonazo. Contrattate 8 CUC a/r con il taxi dall’Havana Vieja.
5. Museo della Revolution.
Insomma, speriamo che le nostre indicazioni siano state utili! Andate a Cuba e divertitevi!
Francesca e Luca