A Creta con la famiglia
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Volo: Easyjet, diretto Milano/ Iraklion. Ottima compagnia, 180 euro a testa , prenotato con 3 mesi di anticipo.
Auto: Europeocar. Trovata su racconti di altri viaggiatori. Prezzo nettamente inferiore alla media : SW con 2 booster seats , GPS , assicurazione full , 12 giorni a 377 euro pagati in contanti all’ arrivo. L’auto viene consegnata senza formalità , insieme ad una bottiglia di vino, e viene riconsegnata lasciando le chiavi al gabbiotto parcheggio in aeroporto ,senza nessun controllo sulla vettura.
Guida: le strade sono in buone condizioni. Le distanze sono importanti e spesso i tempi di percorrenza si allungano per la presenza di molte curve. Segnaletica buona, scarsa o assente la segnaletica orizzontale anche sulle strade principali ( difficile quindi la guida notturna). E’ consuetudine spostarsi sulla corsia di emergenza , quando possibile , per farsi superare. Attenzione ai lati delle strade per la presenza di molte pietre sulla banchina. Frequente presenza di animali morti sulla carreggiata. Attenzione alle capre ed ai greggi di pecore nelle zone montane. Tutti i locali hanno Pick-up ingombranti. Inservibile il GPS( almeno la baracca della Navigon che ci hanno dato), perché i nomi delle città sono scritti almeno in 3 modi diversi. A noi è bastata la splendida cartina EuroCart Creta 1:150000.
Budget: le sistemazioni alberghiere sono moltissime, noi mediamente abbiamo speso 110 euro a notte (per tutti e 5), in strutture di medio livello prenotate su Booking.
Pasti: noi abbiamo SEMPRE mangiato in taverne, spendendo meno di 10 euro a testa . Le porzioni sono abbondanti , i menù quasi tutti con le stesse specialità. Frequente l’uso delle spezie sulle pietanze (cumino…). A fine pasto viene quasi sempre offerto il Raki e la frutta. Scarsa cultura per i dolci. Carissimo il caffè espresso o lungo americano(2 euro), imbevibile il caffè greco (provatelo, alla fine vi sembrerà di bere della sabbia!).Economica l’acqua in bottiglia.
Bibbie: Lonely Planet e Routard. Ogni tanto la Lonely le spara grosse, ma spesso la Routard sembra Zelig.
Pericoli: nessuno, l’isola è vivibilissima. In 12 giorni l’unico “disturbo” sulla spiaggia è stato un venditore di mega ciambelle.
IL VIAGGIO. 8/6
Il volo con Easyjet parte e arriva puntuale ad Iraklion. Nella zona arriva ad attenderci con un cartello l’addetto di Europeocar che ci consegna una Kia ceed SW…. che miracolosamente riesce a caricare tutto il nostro bagaglio. La giornata è mite con il sole che sta tramontando. Proprio perché il volo arrivava tardi, abbiamo deciso per un pernottamento nelle immediate vicinanze dell’aeroporto. Il nostro albergo di Karteros, il Prince of Lillies, è modesto e la cena che decidiamo di consumare nella taverna dell’hotel è di scarsa qualità. Ma non importa, siamo finalmente in Grecia e ci rilassiamo godendoci la brezza serale.
9/6
Oggi si parte per la parte Est, la giornata è fantastica, il panorama migliora mano a mano che ci allontaniamo dalla zona centrale più costruita. Decidiamo di passare dall’altopiano del Lasìthi. Qui ci fermiamo sul platheau per fare le prime foto ai frutteti ed ai campi coltivati sottostanti. Dei mulini a vento che sorgevano a centinaia in passato rimane solo una piccola traccia. Per pranzo siamo ad Agios Nikolaos, carina città costiera, dove un imponente nave da crociera Maltese ha scaricato i suoi turisti. Noi mangiamo bene al Sarri’s, un ristorantino fuori dal caos, all’ ombra degli alberi. Passeggiata e poi in macchina, dove raggiungiamo la nostra prossima meta, Sfaka. Immaginate un paese rurale degli anni ‘30, con case bianche dalle mura spesse, arroccato su di una collina con vista spettacolare fino al mare… questa è Sfaka. Il posto dove abbiamo deciso di dormire è il Cressa Ghitonia (vicinato greco è il significato), un albergo diffuso che occupa la parte più alta del paese. Abbiamo ancora tempo per concederci un giro serale a Mohlos, paese di pescatori a pochi Km da Sfaka, per poi tornare a mangiare nel ristorante panoramicissimo del nostro albergo. Personalmente penso che sia il ristorante con la vista più bella dove ho mangiato, con un tramonto senza pari e con un prezzo ridicolo (la spesa è stata mediamente di 11/12 euro a testa !).
10/6
La mattina sveglia presto, si parte per Vai (estremo Est). Cerchiamo un locale per fare colazione, ma la ricerca è ardua, ed alla fine ci accontentiamo di caffè e toast per i bambini. Il panorama cambia, diventando quasi lunare, con distese brulle e coste a picco sul mare. Il palmeto naturale che contraddistingue la spiaggia rende il posto molto nordafricano. Affittiamo lettini e ombrellone (5 euro e sarà così economico per tutte le spiagge). La fortuna di essere a giugno ed essere arrivati presto, ci consente di apprezzare il luogo ancora di più. Facciamo belle foto salendo oltre il lato sud, dove è presente un belvedere. La sabbia è grezza e si scalda in fretta e l’accesso in mare non facile per i bambini perché con fondale roccioso e scivoloso. Ci fermiamo fino al pomeriggio e sulla strada del ritorno passiamo a visitare il Monì Toplou (3 euro l’ingresso), francamente evitabile. Tornati a Sfaka ci fermiamo a fotografare una cucciolata di micetti e Federico con suo figlio Gabriele , riescono nell’intento di far cascare e rompere la macchina fotografica….aaarrrgh. Per fortuna ne ho una piccina di scorta… Cena al mitico ristorante del Cressa e poi a nanna.
11/6
Artiamo di buon mattino. La giornata di oggi prevede il ferry per Hrysì, una piatta isola di sabbia e cedri secolari. Colazione a Ierapetra in un locale nelle vicinanze del porto; notiamo per la prima volta le dimensioni ENORMI dei croissant cretesi. Facciamo i biglietti per il traghetto di Hrysì presso l’agenzia Zanadù. (20 euro gli adulti a/r ,gratis i bimbi). In attesa di imbarcarci giriamo nei vicoli fino alla fortezza veneziana. Compriamo, nello stesso locale della colazione, dei panini che ci serviranno per pranzo e poi saliamo sul traghetto. La barca è grande, ben organizzata, con bar ed aria condizionata . La traversata dura circa 40 minuti. Alle 12 siamo a Hrysì e ci dirigiamo subito dall’ altro lato dell’isola per raggiungere la Golden beach. Il tragitto, di circa 10 minuti, è spettacolare tra dune di sabbia e cedri. Arrivati dall’altra parte ci spostiamo di qualche centinaia di metri sulla destra per poter usufruire dell’ombra di un cedro e di un accesso al mare più comodo. La laguna di fronte è limpidissima, ed un’altra giornata dal meteo straordinario ci consente di fare belle foto. Alle 16.30 il ferry riparte per tornare a Ierapetra. La sera mangiamo in una taverna sul mare a Mohlos con una luce splendida, in una cornice tipicamente greca, con i polpi appesi al filo come se fossero stesi.
12/6
Partiamo per Zakros passando da Sitia. Siamo alla ricerca dei posti imperdibili e, testualmente,“semplicemente spettacolari” che entrambe le guide in nostro possesso segnalano: Kato Zakros e Xerocambos. Arrivati a Kato Zakros facciamo un giro sul piccolo lungomare, andiamo fino ai resti dell’antica città (con archeologi al lavoro) ma giriamo presto i tacchi perché non c’è altro da fare. Le “splendide spiagge“ di Xerocambos, invece, non sono altro che piccoli arenili di sabbia grigia. Mangiamo qualcosa in una taverna sul mare e ci mettiamo in spiaggia. La giornata diventa nuvolosa. Facciamo la strada di ritorno passando per Ziros guidando su una tortuosa strada montana tra le caprette selvatiche. Con il senno di poi, posso dire che a meno di avere molto tempo, questa parte di isola all’estremo est si possa evitare.
13/6
Al risveglio Federico è letteralmente ”mangiato” da punture di insetto. In queste notti abbiamo sentito qualche fastidio, ma io e Simona abbiamo solo qualche morso, ed i bambini sono stati risparmiati. A quanto pare mio fratello è il più “gustoso”, visto che due anni fa era successa la stessa cosa. Oggi salutiamo questa parte dell’isola per spostarci verso sud/ovest. Per strada il tempo peggiora ed inizia a piovere. Facciamo tappa a Balì per mangiare. Il luogo è decisamente squallido, perché il paese di pescatori originale è stato sostituito da seconde case e Hotel. Percorriamo la strada per Spili e passiamo in una splendida gola rocciosa, prima di arrivare a Lefkogia. Qui soggiorneremo, per le prossime tre notti , al To Livadi, una grossa villa con appartamenti di nuova costruzione. La proprietaria , Elena , è una tumultuosa signora che ci parla greco come se lo capissimo, mentre ci offre Raki, olive, caramelle…Il sole esce a sprazzi ed abbiamo ancora il tempo per stenderci a Shinaria, una bella spiaggia di ciottoli incoronata tra rocce, con le caprette che ci spiano dall’alto (c’è anche qualche naturista). La sera siamo alla vicinissima Plakias, dove i “buttadentro” delle taverne ci offrono fress fiss ( fresh fish), perché in grecia sh e ch inglese sono pronunciati in maniera strana. Per capirci, non siamo certo più bravi noi di loro , ma la cosa ci fa sorridere , anche perché ci accompagnerà per tutta la vacanza. Alla fine, di pesce ,ne mangiamo di egregio alla taverna Atlantis.
14/6
Oggi andiamo al monastero ed alla spiaggia di Preveli, che sono a 10 minuti da Lefkogia. Ieri anche la mia macchinetta fotografica ,che avevo prestato a Federico, è deceduta….sembra una maledizione. Per fortuna che la mia “vecchia” power shot continua a fare il suo dovere. Visitiamo prima il monì ( ingresso 2.5 euro): molto bello, panoramico, con Simona costretta a mettere scialle e gonna che il Pope le consegna per non essere troppo “svergognata”. Poi scendiamo alla palm beach, lasciando l’auto nel parcheggio subito sotto il monastero. Da qui parte un sentiero di oltre 400 scalini che affrontiamo con un po’ di preoccupazione ,ma che alla fine si rivelerà più semplice del previsto. Alle 10 siamo in spiaggia, dopo aver guadato il piccolo fiume di acqua fresca che caratterizza il luogo. Il palmeto è interessante, la spiaggia è di sabbia grezza, in mare i soliti sassi. Arrivano barche di turisti provenienti dalla vicina Plakias , ma senza affollamento. Passa poco però che la giornata peggiora e siamo costretti a risalire prima di pranzo. Qui la mia preoccupazione per il sentiero svanisce , quando vedo una bambina nordeuropea che ,sotto una sottile pioggia , sta scendendo in infradito e con una bottiglietta di coca cola avvolta nella maglietta..!? Dopo aver mangiato qualcosa, andiamo a Spili. Il villaggio è caratterizzato da fontane veneziane, con acqua sorgiva che sgorga in abbondanza.( a noi però è sembrata imbevibile!). La sera siamo a Réthymno, la terza città di Creta, dove finalmente torna il sole. Giriamo per il centro, visitiamo la fortezza veneziana (10 euro biglietto famiglia) e osserviamo la movida del porto e del lungomare.
15/6
Sveglia e partenza per Frangokastello, una tranquilla località senza un vero e proprio centro, conosciuta per la bella spiaggia sormontata da un forte veneziano. Il litorale sabbioso che digrada dolcemente è perfetto per i bambini. Passiamo l’intera giornata spaparanzati. La sera andiamo a Myrthios, un piccolo borgo sopra Plakias pieno di taverne panoramiche. Noi mangiamo alla Plateia, ottime specialità greche e bella vista sul mare. 16/6 Lasciamo il To Livadi col brivido finale. Mentre portiamo le valigie in macchina sentiamo sbbaaam! E’ la porta della nostra stanza che, per la corrente, si è chiusa con le chiavi nella parte interna della toppa. Inutile il tentativo di aprirla con le chiavi di riserva. Ma la tuttofare Elena non si scompone, tira fuori una bella scala con la quale riesco ad issarmi al primo piano ed a riaprire la stanza passando dalla portafinestra. Tiriamo un sospiro di sollievo perché tutti i documenti erano rimasti dentro. Decidiamo di spiaggiarci a Damnoni, vicino a Plakias. Pranziamo in una suggestiva taverna a bordo mare all’ombra dei tamerici. Apprendiamo che questa notte, Creta, è stata colpita da un terremoto, ma noi non abbiamo sentito nulla. Spostandoci verso la costa Ovest, passiamo il pomeriggio ad Argyroupoli. Visitiamo prima le sorgenti in basso ,poi il paese di case bianche immerso in un gran caldo. La sera arriviamo alla nostra meta: Kaliviani. L’abitato sorge vicino a Kissamos, sulla strada che porta a Balos. Sistemiamo le valigie al Kaliviani Traditional Hotel, un alberghetto a conduzione famigliare con una terrazza panoramica e stanze davvero gradevoli. La sera mangiamo alla trattoria Gramvousa, che però si rivela una trappola per turisti.
17/6
Oggi è il giorno di Balos. Dopo una splendida colazione in Hotel ci mettiamo in macchina. La strada diventa sterrata alla fine del paese di Kaliviani. Qui si paga 1 euro di ingresso per ogni adulto e si incomincia l’avventura. In totale ci sono 7,5 Km di strada dissestata, che peggiora verso la fine , costringendoci spesso a utilizzare la prima marcia. Il panorama però ripaga, con ampie vedute sulla penisola di Rodopou. Tutto intorno un paesaggio brullo, con arnie coloratissime e caprette pronte a bloccarti il cammino. Dopo aver parcheggiato, incominciamo il sentiero che ci condurrà al paradiso. Eh già, perché trovare le parole per definire lo spettacolo che ci si presenta di fronte è impossibile. Avevo visto decine di foto dell’isola e della laguna , ma sono rimasto senza fiato comunque. Dovete provarlo per capirlo!!. Il sentiero scende rapidamente per circa 1 Km, con ripidi scalini. (Niente di faticosissimo,noi ci siamo andati con i bambini e calzando le crocs). Arrivati in spiaggia , corriamo e ridiamo e nuotiamo, felici come non mai. Immense piscine di acqua limpida, sabbia bianca con sfumature rosa: è davvero l’eden. A pranzo scegliamo la taverna spostandoci sulla parte sinistra della laguna, dove un ragazzino di 11 anni è il tuttofare. Il pomeriggio si alza un vento fastidioso che però ci rinfresca la risalita. I barconi arrivati verso le 13 rovinano un po’ il panorama per cui è meglio arrivare presto. Balos è al primo posto nella mia classifica personale (e vi assicuro che avendo avuto la fortuna di andare alle Maldive, Seychelles, Mauritius, San Blas, Cuba, Phi Phi Island, etc. penso di non essere l’ultimo sprovveduto in materia).L’unico accorgimento è di non iniziare il vostro tour di Creta da qui… finireste per usarla come metro di paragone e ogni altra spiaggia ne risulterebbe sconfitta. Facciamo la stessa faticosa strada dell’andata, ma con la consapevolezza di aver aggiunto un esperienza importante. La sera ceniamo a Kissamos sul lungomare.
18/6
Andiamo ad Elafonisi, un altro gioiello cretese. Percorriamo una strada stretta e tutta curve (veniamo poi a sapere che la via principale è stata chiusa per una frana). Facciamo colazione in giro con il sempre ottimo yogurt, miele, noci e delle grandi donats. La laguna è enorme con acqua che arriva fino al ginocchio. Di fronte un isolotto facilmente raggiungibile con sabbia rosa. Difficile pensare che un isola con cotante spiagge da favola abbia in realtà conservato uno spirito prevalentemente agricolo. Lo si vede dai menù con carni e verdure che la fanno da padrone (con il famoso fress fiss solo nei luoghi più turistici). Lo si nota nel modo di vestire dei locali che non hanno abbandonato la veste nera, per le signore, e la barba lunga, la camicia e gli stivali per gli uomini. E’ davvero un bell’ angolo di mondo Creta. Al ritorno facciamo la panoramica strada costiera, passando per Sfinari, impiegandoci più o meno lo stesso tempo dell’andata (1 ora e 15 min).
19/6
Facciamo colazione al Kaliviani, poi andiamo a Falassarna ,che dista 15 minuti .Ci sistemiamo sulla big beach, ma dobbiamo spostarci in una caletta più riparata ,a nord ,a causa del forte vento. La spiaggia è meritevole, ma l’acqua sembra arrivare direttamente dal polo tanto è fredda. Ci fermiamo fino alle 16 perché questa sera andiamo a Chania. Chania è la seconda città dell’isola (la prima è Iraklion, il capoluogo), ha un bel porto con faro veneziano, e un dedalo di viuzze decisamente carino. Sicuramente il centro più bello è interessante che abbiamo visto a Creta. La serata pullula di ragazzi e non, che hanno voglia di divertirsi nei tantissimi locali. Innumerevoli i ristoranti (fress fiss?), tra i quali scegliamo il Doloma, dove ci godiamo l’ultima serata cretese.
20/6
Salutiamo Kaliviani e incominciamo la strada di ritorno verso Iraklion. Facciamo una deviazione sopra Rèthymno per visitare il Moni Arkadoù (2.5 euro per adulto). In questo monastero, davvero affascinante, centinaia di cretesi decisero di farsi saltare in aria piuttosto che arrendersi agli assedianti turchi. Facciamo pranzo in uno sperduto paesino, Amnatos, mangiando benissimo e spendendo niente, in una taverna famigliare. Decidiamo di passare a Zoniana per visitare le grotte di Sfendoni. In uno stretto passaggio stradale un locale maleducato e prepotente ci costringe ad una manovra azzardata. Scendo per chiedere spiegazioni, ma non ha l’aria proprio amichevole, e mi rivolge un “problem?” che non lascia spazio a dubbi. Mi ritiro in fretta. Leggo poi sulla guida che in questi villaggi dallo spirito indomito (questa zona si chiama Triangolo del diavolo) ,ogni tanto si arriva allo scontro a fuoco con la polizia per proteggere coltivazioni di cannabis !?. Va beh, meglio così, però quando arriviamo alle grotte, la visita guidata è appena partita. Visto che ci rimane poco tempo prima del volo decidiamo per un gelato alla periferia di Iraklion. Finiamo a Gazi, un posto decisamente squallido che ci fa lasciare Creta con un po’ meno di nostalgia. O voi, che finite a Creta, scaraventati da qualche offerta all inclusive, che vi fermate in villaggio a Iraklion senza uscire mai… fateci almeno la cortesia di non dire che l’isola non è bella. Grazie.