A casa del Narcisone
Come spesso succede, il viaggio comincia coi rimproveri di amici e parenti del tipo siete matti ? andare in Libia che c’è la guerra ! (non è vero, ma vaglielo a spiegare) Primo giorno Arrivo a Jerba, solito albergo-villaggio cena e tutti a nanna che domani si parte presto.
Secondo giorno Partenza per la frontiera, annunciata dai cambia-soldi al volo : gente ai margini della strada che sventola mazzette di dinari libici da cambiare coi dinari tunisini, comunque poi abbiamo scoperto che gli sporchi dollari imperialistici vanno benissimo anche in Libia.
La frontiera è una agonia islamico-burocratica, ma se Dio vuole (anzi, inshallah) siamo passati.
Poco più in là ci aspetta il primo gioiellino : Sabratha.
Si tratta di una città punico romana ben conservata e ben restaurata da archeologi in prevalenza italiani con uno stupendo teatro rimesso su praticamente come 2000 anni fa. Terzo giorno Intera giornata a Leptis Magna. Questa NON è una città romana ben conservata : è praticamente intatta ! Le terme sembrano quasi poter funzionare ancora ! Ti aspetti di girare l’angolo e incontrare qualche senatore romano (quelli di allora, non quelli di adesso). In più (fatto costante in tutta la Libia) siamo quasi gli unici turisti sul sito ! Nessuna orda di giapponesi o tedeschi armati di flash ! Puoi perderti nell’atmosfera romantica delle rovine dei templi e del foro digradanti sul mare o ammirare tutta la città dalle gradinate del teatro che domina la spiaggia o immaginare i gladiatori nel circo completo di sottopassi per il pubblico e per bestie e schiavi – nessuno ti disturba o sgomita per passare – nessuno ti chiede la mancia ! Quarto giorno Trasferimento verso Bengasi : 800 km in pulmino in un panorama piatto e noioso, ma con alcune curiosità : sosta per benzina a 150 £. Al litro (un decimo rispetto all’Italia ?!) – seconda sosta in un autogrill – stazione di posta dove ci accolgono come marziani (turisti? italiani? mai visti da queste parti), ci mostrano con orgoglio il loro zoo (una scimmietta e una volpe del deserto) e ci servono il pasto più particolare della nostra vita : ciotola di carne di cammello in salsa piccante da mangiare con le mani (forchetta? quella cosa che usano gli europei? no, non ne abbiamo !) comunque buonissima e sana ; terza sosta per cartello “attenzione attraversamento cammelli”, ridicolo non fosse che poi i cammelli semibradi c’erano davvero! Quinto giorno Visita a Cirene, città greco romana di collina molto romantica e bucolica (vedi atri muschiosi e fori cadenti) sempre felicemente deserta (abbiamo dovuto chiamare il custode che era a casa a dormire !) e ad Apollonia con resti di chiese bizantine e un piccolo, ma bellissimo teatro greco direttamente sulla spiaggia con lo sfondo del mare e una palma capricciosa cresciuta sulla scena.
Serata a Bengasi città moderna, ma gradevole dove si mangiano certi frutti di mare da delirio pagando quanto in Italia basta appena per la mancia del cameriere.
Sesto giorno Viaggione di rientro a Tripoli (ma quant’è larga sta Libia!) dove ci attende un bel museo, una bella medina con suq non turistico (souvenir? cos’è un souvenir?)e una gradevole atmosfera da Genova araba dovuta ai palazzi e ai viali lasciati dal fascismo intorno alla città vecchia.
Settimo giorno Ultimi scampoli di Libia, nuova attesa alla frontiera e rieccoci a Jerba, per una settimana di mare e relax su cui non mi dilungherò se non per segnalare un vero fastidio (dovuto al confronto) per i buffet all-inclusive, le sgomitate, la ressa, la paccottiglia dei banchetti di “vero artigianato”, insomma un turismo intristito e involgarito dalle masse di turisti.
Riflessione filosofica : bisogna forse fare un esame di accesso prima di rovinare posti incontaminati ? Ma chi ha il diritto di decidere ? Comunque correte in Libia finchè è così, tra dieci anni sarà troppo tardi per INCONTRARE PERSONE VERE, conoscere luoghi e genti genuine, cioè viaggiare per davvero.
Da quale altro viaggio in un paese arabo tornereste con un secondo nome arabo che attesta una fratellanza più che una amicizia con colui che vi ha accompagnato ? Vostro Daniele Mounji Dusio