A caccia di maree in Bretagna e Normandia
Non lo descriverò giorno per giorno, per non correre il rischio di annoiarvi, ma mi soffermerò su quei luoghi, quegli aspetti e quelle sensazioni che più mi sono rimasti dentro, e che non dimenticherò, senza trascurare, naturalmente qualche utile consiglio.
Partenza alle 7, in due, io e mio marito, da Roma Ciampino, con un aereo della Ryanair, alla volta di Parigi Beauvais.
Lì abbiamo preso in fitto una macchina della Hertz, una nuovissima Peugeot 207 , con cui abbiamo percorso ben 3000 Km di sole escursioni.
Subito ci siamo diretti verso Ovest, curiosi di passare sul famoso Ponte di Normandia che solca la bassa Senna: un capolavoro di ingegneria e leggerezza, dotato dei più moderni sistemi di sicurezza. Un’opera d’arte del nostro tempo, che non fa rimpiangere i 5 Euro di pedaggio! Quindi ci siamo fermati ad Honfleur, pittoresca località raccolta intorno al vecchio porto del ‘6oo, il Vieux Bassin, nelle cui acque si riflettono le facciate multicolori delle case circostanti; tutt’intorno, i vicoletti con le gallerie d’arte e la famosa chiesa fatta costruire dagli armatori , con la caratteristica delle due navate gemelle con la volta di legno a forma di carena di nave.
Un panino e via, ancora tre ore di viaggio e, finalmente, nel tardo pomeriggio, l’arrivo a St.Brieuc, una cittadina a 3 Km dal mare, sulla splendida Cote d’Armour, dove già da tempo avevamo prenotato un appartamento in fitto attraverso uno dei tanti siti Internet specializzati.
Qui, però, c’è stato l’unico aspetto negativo di tutto il viaggio:l’appartamento era buio, poco pulito, e, soprattutto, molto vissuto, nel senso che era pieno all’inverosimile di roba appartenuta alla vecchia proprietaria, per cui abbiamo dovuto far ricorso a tutta la nostra buona volontà per non scappare via e svuotare le valigie. (Sì, ma dove?…) Superato lo choc, e dopo una drastica pulizia “fai da te”, il giorno dopo siamo partiti alla scoperta della regione.
Il primo spettacolo che abbiamo visto e che da solo, a parer mio, vale tutto il viaggio, è stato quello della marea che, come si sa, in queste zone è particolarmente accentuata.
Si parla tante volte di spettacolo della natura, ma questo merita davvero l’appellativo, anche perché è un insolito spettacolo ogni volta diverso.
Kilometri e kilometri di bagnasciuga, barche in secca, un faro solitario che sembra dover far strada ai carovanieri nel deserto e non ai marinai… gabbiani che volteggiano in cerca di cibo e lanciano i loro gridi striduli, bagnanti che si aggirano con secchi in cerca di cozze che sono lì, pronte a farsi raccogliere, attaccate alle rocce affioranti, gusci di conchiglie dappertutto, il mare come un miraggio, lontanissimo…E poi, nel giro di poche ore, sotto i nostri occhi, quella spiaggia è diventata mare, che gradualmente, con un gioco di onde, ha riguadagnato il suo posto e, come d’incanto, sotto i raggi del sole che tramontava, le conchiglie sono scomparse e le barche hanno ripreso a dondolarsi pigramente nel blu profondo. Insomma, questo è stato il nostro primo incontro con le maree, ed ogni volta lo spettacolo è stato diverso ma sempre emozionante. Un’altra perla della Bretagna che bisogna visitare è Saint Malo, la città dei corsari, circondata da possenti bastioni sopra i quali ci siamo attardati a passeggiare:fuori il mare azzurro e profondo –questa volta c’era l’alta marea- dentro la città, con le sue vie piene di negozietti, le voci, i rumori, la splendida cattedrale! Il giorno dopo, in paese, un’altra esperienza emozionante: la commemorazione del D Day, con i reduci di eroiche battaglie, ormai avanti negli anni, ma sempre fieri nelle loro divise, e qualche camionetta americana, tirata a lucido e guidata da giovanottoni che, come noi, soltanto sui libri di scuola hanno conosciuto questa pagina di storia.
Il pomeriggio abbiamo visto Cap Frehel, un promontorio che si protende sulla Manica, tormentato da un vento impetuosissimo. Scogliere mozzafiato, degradanti verso l’azzurro profondo del mare, e popolate da miriadi di gabbiani e cormorani (è riserva naturale protetta), ma addolcite da una vegetazione color fucsia che le ricopre come un dolcissimo mantello di velluto. Sempre sulla Manica si affaccia un’altra località balneare molto elegante: Perros Guirec. Situata sulla Costa di Granito rosa, oltre allo splendido lungomare, offre al visitatore che ha voglia di camminare la possibilità di percorrere il famoso “sentiero dei doganieri” (poi abbiamo scoperto che ogni città costiera ha il suo…): è un percorso che si snoda lungo la costa e conduce fino a delle enormi rocce di granito, appunto, rosa, che si accentua ancor di più al tramonto.
Queste rocce poi sono così alte sul mare e così articolate e foggiate dal vento, che hanno assunto forme diverse e particolari, tanto da rassomigliare ora a un elefante, ora a un drago, e la fantasia di ognuno si può scatenare come vuole! Su questo sentiero, inoltre, si affacciano delle splendide ville private con vista mozzafiato e incantevoli giardini, ornati, per lo più, dalle ortensie, che sono i fiori più diffusi in questi luoghi.
Un’intera giornata è stata dedicata per la maggior parte alla visita di Mont St.Michel e della famosa abbazia, capolavoro dell’arte gotica ; questa volta c’era la bassa marea, e soltanto alle 12.30 si è visto brillare in lontananza il mare che avanzava, ma fino a un certo punto. Se volete vedere le maree eccezionali che hanno reso famoso in tutto il mondo questo posto, e che lo fanno sembrare un’isola, dovete essere fortunati e trovarvi lì in uno dei giorni degli equinozi.
Un consiglio: il posto è letteralmente preso d’assalto dai turisti, per le stradine è difficile persino muoversi, per non parlare delle file per i biglietti (8 euro per visitare l’abbazia); per cui bisogna andarvi prestissimo, specialmente d’estate, anche a costo di alzarvi alle 6 come abbiamo fatto noi (vale il sacrificio!).
A parte l’aspetto turistico e folkloristico (tipo San Marino…), una volta raggiunta l’abbazia , tutta di pietra grigia, disadorna ma imponente nella sua maestosità, vi sembrerà di ritrovarvi nel Medioevo, ascoltando i cori dei monaci in preghiera o immaginandoli nello “scriptorium” a svolgere pazientemente il loro lavoro.
Nel pomeriggio, altri chilometri alla ricerca delle spiagge dello sbarco, verso la Normandia: il percorso è stato molto lungo e faticoso, anche perché non ben segnalato, ma alla fine ci siamo ritrovati su di una spiaggia immensa, dove svettano dei monumenti, simili a vele, a ricordare il sacrificio di tanti eroi. Pioveva e faceva molto freddo, e questo ha contribuito a rendere tristissima questa visita.
Un’altra bellissima escursione è stata quella alle isole Brehat, cui abbiamo assegnato il primo posto nell’ordine di gradimento. Si tratta di due isolette sulla Cote d’Emeraude, ad appena 10 min. Di traghetto da Pointe de l’Arcouest (il biglietto costa 8 Euro) : non lasciatevi intimorire dalla lunga fila per l’imbarco che si intravede in lontananza, perché è scorrevolissima. Le isole si percorrono a piedi o in bicicletta, al massimo in un’ora, e sono collegate tra loro da un ponticello: una volta giunti, e superata la confusione del piccolo porto, sembra di trovarsi in un mondo incantato, un Paradiso sulla terra! Mare e verde dappertutto, insieme a fiori dai mille colori ovunque, non solo nelle ville private, ma anche lungo le stradine: le ortensie sono le regine incontrastate di questo piccolo Eden, vi circondano da tutte le parti, e in Agosto sono in piena fioritura, tanto che il 15 si tiene il loro Festival. Quello che colpisce il visitatore è la sensazione di trovarsi in un angolo di natura incontaminata: si potrebbe camminare per ore senza stancarsi mai, senza sapere dove fermare lo sguardo! Non possiamo dire la stessa cosa per un’altra isola, celebrata come la più grande e la più bella della costa atlantica: Belle Ile. Innanzi tutto, è stato faticosissimo raggiungere il punto d’imbarco, situato all’estremità del Quiberon, un istmo strettissimo con una sola strada , quindi file chilometriche (conoscendo gli orari, si potrebbe ovviare con un comodo trenino ), poi il parcheggio solo a pagamento, il traghetto abbastanza costoso (26 euro a persona), e infine, dopo circa un’ora di viaggio, siamo sbarcati in una brutto porto, Le Palais, famoso per una cittadella fortificata e per aver offerto solitario rifugio a una diva degli anni ‘20 . La bellezza di questa grande isola è tutta nella sua costa, chiamata la Cote sauvage, ma noi abbiamo fatto l’errore di non portare la macchina, e quindi siamo rimasti bloccati fino a quando è arrivata l’ora di riprendere il traghetto del ritorno. Insomma, è come andare ad Ischia o all’Elba senza macchina!…
Un altro giorno, sempre muovendoci dalla nostra St. Brieuc, ci siamo diretti verso Ovest, alla volta di Brest, porta dell’Oceano. Purtroppo ci siamo capitati in un giorno di vento e pioggia, e l’unica cosa interessante che abbiamo potuto vedere è stato il famoso ponte levatoio. Così, nel primo pomeriggio, abbiamo riparato ad Oceanopolis, il tanto pubblicizzato parco ” della scoperta degli Oceani (15.80 il biglietto d’ingresso). Evidentemente, hanno avuto tutti la stessa idea, per cui questo grandissimo parco marino è stato preso d’assalto da migliaia di turisti, a tal punto che hanno dovuto persino chiuderlo per sovraffollamento. (Era anche il 14 di Agosto!) Si tratta comunque di un grandissimo acquario, tipo quello di Genova, che oltre a mostrare gli animali dei vari mari del mondo, ne illustra tutti gli habitat attraverso percorsi didattici anche interattivi. Per i bambini è un’esperienza indimenticabile (ma anche per i grandi…): è possibile, ad es., prendere nelle mani da alcune vasche, stelle marine e altri molluschi, vedere la ricostruzione del fenomeno delle maree in rapporto alle varie ore del giorno e della notte, scendere con un ascensore nel fondo del mare e vedere da vicino squali o enormi tartarughe marine.
Ancora due località che consigliamo di visitare, sempre sulla costa atlantica: Quimper e , un po’ più a Sud, Vannes. La prima, ricca di musei e gallerie d’arte, è il centro culturale di tutta la Bretagna, dove già nel ‘600 venivano prodotti i preziosi manufatti di ceramica dalla casa Henriot. E’ possibile visitare il ricchissimo show room nella piazzetta dietro la cattedrale dove, tra tanti prodotti d’artigianato, si possono acquistare degli splendidi piatti riccamente decorati con motivi tipici e un prezzo che varia da un minimo di 20 Euro a parecchie centinaia per i pezzi più antichi e pregiati.
Quimper è anche il centro dove si è affermata la moda delle famose cuffie lunghe e strette chiamate “bigoudine”, ma soltanto una donna la indossava, richiedendo molto astutamente un euro per farsi fotografare! Un po’ più a Sud c’è Vannes, che è stata per noi un’autentica sorpresa! Ci siamo capitati per caso il pomeriggio di Ferragosto, ed era tutta in festa, con spettacoli folkloristici di danze bretoni ed un’infinità di gente proveniente dai dintorni con i vestiti tradizionali della propria regione: E qui ci siamo sbizzarriti a fotografare costumi e cuffie di varie fogge, senza che nessuno ci chiedesse soldi! La città è piena di vita, con le stradine che pullulano di visitatori, le famose case a graticcio cui si contrapponevano, stranamente, le facciate di altre abitazioni più moderne con i balconi di ferro battuto finemente lavorato come quelli del barocco siciliano. Consiglio di vedere anche i famosi lavatoi, rimasti intatti, e, soprattutto, i bellissimi giardini inglesi che sono un’autentica opera d’arte, con i fiori dai colori luminosissimi sapientemente accostati in un mare di verde! E così si è arrivati al giorno della partenza! Ci è rimasta mezza giornata per una puntatina a Rouen, dove segnaliamo prima di tutto l’immensa cattedrale dipinta da Monet nei vari momenti della giornata e con condizioni diverse di colore e luce . Una caratteristica molto originale presenta la facciata principale, con due guglie assolutamente differenti, una gotica e l’altra romanica, a significare il tempo occorso per la costruzione. Dopo aver percorso varie stradine con le solite case a graticcio, ci siamo infine ritrovati nella piazza del Mercato Vecchio, dove abbiamo potuto vedere il punto esatto in cui è stata giustiziata Giovanna d’Arco.
E poi via, verso l’aeroporto, ma attenzione, muovetevi con largo anticipo perchè a Parigi Beauvais la segnaletica è veramente carente, anche a causa di deviazioni dovute a lavori in corso, per cui sembrava di cercare un aeroporto fantasma! Alla fine ce l’abbiamo fatta, abbiamo riconsegnato la macchina alla Hertz e ci siamo imbarcati per Roma con nel cuore una “marea…” di bei ricordi.