Helsinki, Tallinn, Riga e Vilnius: 8 giorni per scoprire il fascino silenzioso delle capitali baltiche

Respirare quell’aria nordica, fatta di storia, leggende, castelli, cieli mutevoli e città eleganti ma al tempo stesso austere
Scritto da: Romy Crystal
helsinki, tallinn, riga e vilnius: 8 giorni per scoprire il fascino silenzioso delle capitali baltiche

Tra le croci di Šiauliai, i tetti rossi di Vilnius, i vicoli di Tallinn e i cieli imprevedibili del nord si sviluppa il fascino silenzioso delle capitali baltiche: destinazioni poco battute, insolite, rigide eppure bellissime nella loro unicità. Le scopriamo con questo racconto di viaggio che dura 8 giorni tra Riga, Tallinn, Vilnius e una “scappata” a Helsinki.

Diario di viaggio tra le capitali baltiche

Giorno 1 – L’arrivo a Riga

porta svedese, riga

Partiamo da Malpensa con l’entusiasmo alle stelle, il mio soprattutto. Al check-in incontriamo la guida e il gruppo che ci accompagnerà in questa settimana di scoperte. Mentre eravamo in coda, abbiamo lasciato nostro figlio a fare la fila e ci siamo diretti verso il bar dell’aeroporto: l’ultimo caffè “decente” che avremmo bevuto per i prossimi sette giorni. È stato in quell’istante che l’ho visto. Un volto che non avrei mai pensato di incontrare proprio lì, in quel momento.
Il mio bambino, quello che per quattro anni ho amato, seguito e accompagnato nel suo percorso speciale, il bambino affetto da autismo che avevo salutato tra le lacrime solo poche settimane prima. Eppure era lì, davanti a me, con la sua famiglia, per salutare lo zio in partenza.
Ci siamo incrociati di nuovo, come se il destino avesse voluto regalarmi un ultimo saluto, un’altra carezza al cuore. Non potevo immaginare che il nostro viaggio sarebbe iniziato con una coincidenza così forte, così carica di emozione. Forse era un segno, un modo per ricordarmi che certi legami non si spezzano mai davvero.

Con Air Baltic atterriamo puntuali a Riga, prima tappa del nostro viaggio. Il tempo di appoggiare le valigie in hotel e già alle 17:30 eravamo per le strade del centro: la nostra prima birra baltica segna l’inizio del tour. Riga, alla prima impressione, ci conquista: vivace, elegante, con un tocco rock che scopriamo la sera stessa, quando ritorniamo in centro dopo cena per goderci un cocktail in un locale pieno di musica e giovani.

Giorno 2 – Riga e la Collina delle Croci

collina delle croci

La colazione in hotel, tutta salata, non ci entusiasma (noi italiani e la colazione dolce). Ma poco importa: Riga ci aspetta. Riga è elegante e vivace allo stesso tempo, una città che ti conquista poco a poco. Camminiamo tra le sue piazze ampie dove gli edifici in stile Art Nouveau (Liberty). Non è un caso che Riga sia chiamata la “Parigi del Baltico”: c’è una grazia sottile nei suoi palazzi, un’armonia che colpisce anche chi non conosce nulla di architettura, come noi del resto. La guida ci racconta delle leggende cittadine, come quella dei Gatti neri di Riga, scolpiti in cima a un palazzo, diventati simbolo della città. Penso che la città abbia un’anima duplice: severa e medievale da un lato, giovane e frizzante dall’altro, con locali pieni di musica e ragazzi che affollano le strade al calar della sera.

Dopo un pranzo “veloce” da Burger King per accontentare mio figlio, ripartiamo verso la Lituania. Lungo la strada, la nostra guida ci annuncia una sosta speciale: la Collina delle Croci. Non sapevamo bene cosa aspettarci, ma di certo non immaginavamo lo spettacolo che ci si è aperto davanti. Un piccolo rilievo, quasi anonimo nella pianura, completamente ricoperto da migliaia e migliaia di croci. Grandi, piccole, di legno o di ferro, semplici o scolpite con cura. Ogni spazio è occupato: croci appoggiate una sull’altra, rosari intrecciati, immagini sacre sospese nel vento. È un luogo che toglie il fiato. Non solo per la quantità impressionante di croci, ma per il significato che custodisce: un simbolo della resistenza del popolo lituano contro le occupazioni, prima zarista, poi sovietica. Ogni volta che le autorità distruggevano quel luogo, la gente tornava, di notte, a piantare nuove croci. Un gesto silenzioso, ma carico di forza e speranza. Camminando lungo i sentieri stretti che si arrampicano sulla collina, sentiamo un silenzio denso, quasi sacro. Non importa quanto ognuno di noi creda o non creda: lì sopra si respira la fede, il dolore e la tenacia di un popolo intero. È un monumento vivo, che cresce ancora oggi: ogni visitatore può lasciare una croce, un pensiero, un segno di sé. Ci siamo sentiti piccoli davanti a tanta immensità.

Mentre eravamo ancora estasiati da ciò che avevamo appena visto e respirato, la realtà ci ha regalato una scena tutta da ridere. Molti di noi del gruppo avevano notato che il pullman di turisti inglesi parcheggiato lì vicino, aveva il portellone completamente aperto. Dentro non c’erano souvenir o valigie … ma una scorta intera di birre, patatine e superalcolici!
La scena ci ha fatto piegare in due dalle risate, e i nostri commenti … tanto che persino l’autista inglese si è accorto di noi. Non capiva l’italiano, ma il linguaggio del sorriso e delle battute è universale: ha colto al volo l’ironia e in un attimo ha chiuso il portellone, forse per evitare problemi o per non essere preso troppo in giro.

Giorno 3 – Vilnius e il Castello di Trakai

castello di trakai

Vilnius ci accoglie con il suo meteo impazzito: sole, pioggia, freddo e caldo in poche ore. Ma la città è un gioiello di chiese e monasteri. Durante la visita assistiamo persino a due eventi contrapposti: l’arrivo del presidente israeliano e, poco distante, una manifestazione per la Palestina. La pioggia non ferma nessuno. Un temporale improvviso stoppa la nostra visita guidata anticipando la pausa pranzo. Ci rifugiamo in un ristorante ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie: atmosfera surreale, cibo buono e pausa perfetta, seppur di solo 1 ora.

Il nostro viaggio prosegue sotto il sole di Trakai, l’antica capitale lituana. Davanti ai nostri occhi un paesaggio da cartolina: il suo castello con le mura rosse che si specchiano nell’acqua del lago Galvė. Un ponte di legno collega la riva all’isola, e mentre lo percorriamo sembra davvero di entrare in un’altra epoca. Non è un castello sfarzoso, ma proprio nella sua semplicità sta il suo fascino. I dintorni hanno un’atmosfera rilassante, quasi familiare: barche ormeggiate, pedalò che scivolano sull’acqua, casette colorate e piccoli caffè sulle rive. Ci ricorda un po’ i nostri laghi italiani, ma con una quiete diversa, più intima e silenziosa. Dopo aver passeggiato nel cortile del castello e lungo il lago, decidiamo di fermarci in un locale per una pausa. Ma ci accorgiamo subito che i tempi qui scorrono lenti, placidi, molto diversi dai nostri ritmi. I camerieri sembrano non avere fretta, il servizio è sereno, rilassato,  il contrario di noi che invece scalpitavamo per goderci ancora un po’ di libertà tra ponti, vicoli e scorci sul lago. Così, da buoni milanesi, optiamo per la soluzione più rapida: un gelato e un ghiacciolo presi al volo.

Giorno 4 – Kaunas e Rundāle

kaunas

Kaunas ci accoglie con un’atmosfera diversa dalle altre città baltiche: più moderna, più dinamica. Appena arrivati, il nostro sguardo viene subito catturato dal castello medievale, uno dei più antichi della Lituania. Costruito nel XIII secolo, sorgeva in un punto strategico, alla confluenza dei fiumi Nemunas e Neris, per difendere la città dagli attacchi dei Cavalieri Teutonici. La nuova guida locale d’eccezione, un italiano che per amore si è trasferito in Lituania, ci porta accompagna nel  centro. Scopriamo il lungo viale pedonale, pieno di caffè, negozi e palazzi che raccontano la sua storia recente. A un certo punto, però, il sentiero ci porta … non in un bosco, non in un parco, ma dritti dentro un campo di atletica, dove tanti ragazzi giovani stavano correndo e allenandosi. La guida, con voce solenne, dice: “Ammirate quanta natura abbiamo qui da noi!”. Ed io, senza farmelo ripetere due volte, guardo gli atleti in pantaloncini che sfrecciano davanti a noi e rispondo ridendo: “Hai ragione, bellissima questa natura!”. Il gruppo è esploso in una risata e anche la guida , che ci ha messo un attimo a capire la battuta, alla fine ha sorriso.  E tra kebab “memorabili” per mio figlio e una pizza con troppe salse (che noi prudentemente evitiamo), trascorriamo una giornata piacevolissima.

Arrivati al Palazzo di Rundāle, rimaniamo subito colpiti dalla sua eleganza: le facciate bianche e rosa, le colonne, le statue. La adoro perchè tutto sembra uscito da un film storico. Entrando, ci viene chiesto di indossare i soprascarpe per proteggere i pavimenti preziosi. Guardando i miei piedi coperti di plastica, commento ridendo al gruppo: “Questa è un’idea da suggerire a mia mamma quando ha ospiti a casa!” Entrando, ci perdiamo tra saloni maestosi, lampadari e arazzi. Io mi sento quasi come una nobile in visita alla corte del Duca, almeno fino a quando mio figlio non comincia a commentare ad alta voce: “Ma quando andiamo? Ho fame!” Alla sera, finalmente, relax in hotel a Riga: serata tv e meritato riposo.

Giorno 5 – In Estonia, tra Pärnu e Tallinn

raekoja, tallinn

Dopo tanta storia, castelli e palazzi, ecco finalmente una tappa che profuma di mare: Pärnu, la città considerata la “capitale estiva” dell’Estonia. Appena arrivati, ci accoglie la sua spiaggia infinita, con sabbia chiara e morbida che sembra non finire mai. Una distesa che invita a togliersi le scarpe ma il vento e la temperatura fresca da felpa, non ce lo permette. La guida ci dice che circa due settimane prima, erano presenti i lettini e vacanzieri in spiaggia, oggi decisamente con questo clima non era assolutamente consigliato. Ma Pärnu non è solo mare: il centro città ci sorprende con la sua atmosfera vivace e curata. Casette color pastello, piazzette ordinate, caffè accoglienti e fiori ovunque: una piccola bomboniera nordica. Il pranzo si trasforma in un momento tutto da ridere : mio figlio collega il suo Spotify alle casse del locale, e voilà, la colonna sonora la scegliamo noi!

Si ritorna a Tallinn, dove per due notti avremo lo stesso hotel. La capitale estone, che già conoscevamo grazie ad una crociera di molti anni fa. Eppure, l’emozione è la stessa: mura poderose, vicoli medievali, piazze lastricate, sembra davvero di entrare in una fiaba. Le case color pastello con i tetti rossi, le stradine acciottolate che si intrecciano, le botteghe artigiane e i caffè con i tavolini all’aperto creano un’atmosfera unica, quasi sospesa nel tempo. Qui tutto è più vivace e popolato rispetto alla città alta. Le aiuole moderne hanno ridimensionato un po’ l’immensità della piazza principale che ricordavamo, ma Tallin resta bellissima.

La sera invece, seguiamo il consiglio della guida e ci buttiamo a Rotermann City, quartiere moderno pieno di locali trendy. Nota bene: c’è un quantità infinita di semafori, di strisce pedonali anche con segnaletica per i non vedenti, e non esistono le rotonde. Un cocktail e una birra segnano la fine della giornata

Giorno 6 – Escursione a Helsinki

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Sveglia all’alba: il porto (che sembra l’ingresso di un aeroporto) è davanti al nostro hotel e ci imbarchiamo per Helsinki. Il traghetto sembra una mini-nave da crociera, con ogni comfort che in sole 2 ore ci accompagna nella capitale finlandese. Elegante, ordinata, con i suoi edifici dalle influenze russe e tanti cantieri (che, ci spiega la guida, non devono mai finire per scaramanzia). Racchiude in sé ordine nordico e aria di mare. ma non ci conquista del tutto. Pranziamo con un hot dog per evitare i prezzi stellari e ci concediamo una lunga camminata fino al mercato del porto, tra bancarelle e street food. Una cosa mi ha davvero colpito, la biblioteca centrale, Oodi. Già dall’esterno colpisce: un edificio moderno. Dentro, però, è ancora più incredibile. Non è solo una biblioteca: è un vero e proprio spazio di vita. Certo, ci sono scaffali pieni di libri (e che ordine impeccabile!), ma accanto troviamo sale per la musica, stampanti 3D, cucine comuni, spazi gioco per bambini, poltrone e divani dove sedersi semplicemente a leggere o a chiacchierare. Tutto gratuito, tutto a disposizione di chiunque.

Al ritorno, il meteo si guasta e la traversata verso Tallin la facciamo al coperto purtroppo.  Non siamo abbastanza stanchi dunque, dopo cena Uber ci porta nel centro storico: una città semideserta, quasi magica nella sua quiete.

Giorno 7 – Tallinn medievale

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Salendo lungo le stradine ripide, ci siamo ritrovati in un luogo ricco di storia: torri medievali, mura ancora intatte. Svetta la Cattedrale di Aleksandr Nevskij, con le sue cupole a cipolla che ricordano Mosca e la tradizione ortodossa. Poco più in là, la chiesa di San Nicola custodisce capolavori gotici. Tra i vicoli incontriamo anche le statue nere senza volto, misteriose e quasi inquietanti. I panorami sono mozzafiato dall’alto della città. Tra temporali improvvisi, artisti di strada che ci incantano,a cui lascio sempre volentieri una mancia,(i miei “caffè” che non bevo  all’estero) e un pranzo tipico in un locale sotterraneo lontano dai turisti, ci godiamo ogni istante.

La giornata si chiude con un piccolo contrattempo: una signora del gruppo ha bisogno di cure al pronto soccorso, ma tutto si risolve bene e torniamo a Riga.

Giorno 8 – Il ritorno

Ultimo giorno. Il volo ci riporta a casa, ma resta la consapevolezza di aver vissuto un viaggio unico nel suo genere. Abbiamo visto città che hanno saputo rialzarsi dalla storia difficile, paesi freddi ma affascinanti, popoli riservati ma orgogliosi. Forse non torneremo, forse sì. Ma una parte di noi, senza dubbio, è rimasta lì.

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