6300 km in Australia!
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Primo motivo che ci ha spinto verso questo paese è stata una super offerta della Emirates che con poco più di 700 € a/r tutto incluso ci ha portato a Sydney partendo da Venezia.
Niente da dire sul volo, ovviamente lunghissimo e stancante, ma senza intoppi. A parte alcuni fastidiosi bambini che hanno pianto e urlato per gran parte del tempo.
IL TRAGITTO
Sydney, Melbourne, Great Ocean Road, Kangaroo Island, Adelaide, Coober Pedy, Ayers Rock, Alice Springs, Katherine, Kakadu National Park, Sydney Guide di riferimento Lonely Planet e guida illustrata Mondadori, più vari racconti di viaggio scaricati da Turisti per caso. Le Lonely planet non mi sono mai piaciute e anche in questo viaggio avrei diverse cose da ridire su alcuni suggerimenti riportati ma ci era stata regalata… Assicurazione viaggio con viaggisicuri.Com 180euro per 2 persone.
CONSIGLI
•Attenzione agli orari di negozi, ristoranti ed alberghi. Al di fuori delle grandi città è estremamente difficile trovare qualcosa di aperto dopo le 20, stazioni di servizio comprese, ed il sabato e la domenica i negozi sono chiusi.
•Noi abbiamo noleggiato l’auto con hertz. Attenzione che quasi tutte le compagnie di noleggio vietano l’uso dell’auto noleggiata sulle strade sterrate a meno che non sia un 4×4 e non è possibile trasportare l’auto a Kangaroo Island (leggete attentamente le condizioni). Per chi ha lo spirito avventuroso, una valida alternativa al noleggio dell’auto è quella del noleggio di un camper (le compagnie più diffuse sono www.Britz.Com e www.Apollocamper.Com) oppure per i più giovani il noleggio di un simpatico pulmino con www.Wickedcampers.Com.Au
IL VIAGGIO
In andata, durante lo scalo a Dubai, abbiamo dormito in un albergo nelle vicinanze dell’aeroporto (Millennium Hotel). Dormito è una parola esagerata perché siamo arrivati in camera a mezzanotte e mezza e ci siamo risvegliati alle 5.40 scombussolati dal fusorario e dal rumore proveniente dalla strada piuttosto trafficata verso la quale era rivolta la nostra camera. Lunedì 07/09/2009 Alle 7.40 circa siamo a Sydney. Il cielo è nuvoloso ma non piove. Nessun problema per il ritiro dei bagagli ne per la dogana. Qualche difficoltà l’abbiamo incontrata per capire come arrivare in città. Mi sembra infatti di capire che Sydney non sia dotata di una rete di trasporti pubblici particolarmente efficiente. Dall’aeroporto si può raggiungere il centro con treno (circa 15$ sola andata a persona) o con uno shuttle bus, che funziona come una specie di taxi di gruppo e che porta direttamente all’albergo (circa 24$ a/r), o col taxi.
Scegliamo la navetta e in circa mezz’ora arriviamo al Best Western Stellar Hotel prenotato come al solito su internet. Facciamo check-in, depositiamo i bagagli e siccome la stanza non è ancora pronta iniziamo subito a visitare la città.
Il centro di Sydney non è molto esteso e in meno di un’ora, fermandoci in varie occasioni, dalla chiesa di S. Mary, ai Royal Gardens, arriviamo all’opera house. Pioviggina! Ma la vista della baia è comunque spettacolare. Fatte decine di foto all’opera house e all’harbour bridge ci dirigiamo verso Circular quay dove pranziamo con un panino da Mc Donald’s e poi torniamo in albergo per una meritata doccia e un po’ di riposo. Verso le 15, visto che è uscito un po’ di sole, decidiamo di tornare in città e ci dirigiamo verso Darling Harbour. Un complesso di centri commerciali, ristoranti, centro congressi, cinema, gallerie e divertimenti vari organizzato alla baia ad ovest della penisola sulla quale sorge la città. Non c’è molta gente in giro e quei pochi che ci sono hanno un aria assolutamente tranquilla e rilassata. A Sydney le uniche persone che corrono sono quelle che lo fanno per fare jogging.
La stanchezza del viaggio e lo sfasamento del fusorario iniziano a farsi sentire. Mangiamo, io una porzione di fish and chips e Mauro dell’agnello con purè, in un ristorante nell’harbourside e spendiamo in tutto 48$ di cui 8$ della bottiglia d’acqua! Il tempo cambia mentre mangiamo. Fuori piove a dirotto. Quando usciamo fortunatamente ha smesso. Torniamo in albergo e alle 20.30 siamo già a dormire sfiniti. Martedì 08/09/09 Ore 6.30, il sole filtra dalle finestre. Scostiamo le tende e scopriamo che non c’è più una nuvola in cielo. Facciamo un’abbondante colazione in albergo e ricominciamo la visita della città. Come accennato in precedenza, Sydney è visitabile tranquillamente a piedi ma per chi fosse un po’ pigro ci sono a disposizione una enorme quantità di autobus, la monorotaia sospesa in aria e i treni. La monorotaia è abbastanza costosa (una tratta circa 4,80$) e limitata solo ad una piccola parte del centro. Anche i treni sono piuttosto costosi e la tariffa dipende dalla tratta che si vuole percorrere. Per quanto riguarda gli autobus siamo riusciti a trovare poche informazioni. Dove si acquistano i biglietti? Quanto costano? Ci sono abbonamenti per i turisti? Boh? Vabbè… Si passeggia. Percorriamo George St da sud verso nord passando per la cattedrale di S. Andrews, il municipio e il Queen Victoria Building che altro non è che un suntuoso centro commerciale dei primi del ‘900. Preseguendo saliamo all’Observatory Hill per una vista meravigliosa sull’Harbour bridge e sui rocks. Proseguendo saliamo sul passaggio pedonale dell’Harbour bridge e lo percorriamo tutto. Saltiamo la salita al Pilon Lookout perché per 9,50$ riteniamo non sia particolarmente interessante e che possa offrire una vista di poco più spettacolare di quella già goduta dalla passeggiata sul ponte. Sarebbe stato invece molto bello partecipare alla scalata del ponte ma 198$ a testa ci sembravano un po’ troppi. Scesi dal ponte, girovaghiamo per i rocks, il vecchio quartiere attorno al quale si è sviluppata la città. Pranziamo con un buon panino in uno dei localini del Circular Quay e poi prendiamo il traghetto per la spiaggia di Manly. Le viste della baia dal traghetto sono eccezionali e merita proprio un giro. Purtroppo il cielo inizia ad annuvolarsi e arriviamo alla spiaggia che fa freddo. Ciò nonostante c’è ancora qualche temeraria ragazza che tenta di prendere il sole ma soprattutto ci sono diversi ragazzi che, in mare, stanno facendo surf. Alcuni sono proprio bravi mentre altri lo sono meno ma nel complesso è divertente osservarli mentre cercano di cavalcare le onde. Con la bella stagione si può approfittare di questa spiaggia per prendere un po’ di sole o imparare a surfare.
Nel tardo pomeriggio torniamo a Sydney. Ritorniamo verso l’Opera House e i Royal Gardens dove finalmente avvistiamo gli enormi pipistrelli appesi ai rami degli alberi. Come abbiamo fatto a non vederli il giorno prima? Ce ne sono tantissimi e sparsi ovunque. Ritornando in albergo ci fermiamo a mangiare due ottime bistecche in un pub in Pitt St (circa 40$ in due birra inclusa). Quello che ci ha sorpreso è stato il modo in cui abbiamo dovuto fare l’ordinazione. Visto che nessuno veniva al nostro tavolo per chiedere cosa volessimo mangiare, abbiamo chiesto informazioni alla ragazza al banco delle birre e ci ha spiegato che il cibo andava ordinato e pagato in anticipo direttamente in cucina mentre le bibite andavano ordinate e pagate (sempre in anticipo) al banco. Appena quello che abbiamo ordinato era pronto su un display è uscito il nostro numero e siamo andati a ritirare il nostro piatto.
Rialzarsi dalla sedia è stato difficile perché la stanchezza iniziava a farsi sentire. Siamo quindi rientrati in albergo. Anche perché il giorno seguente avevamo l’aereo per Melbourne e la sveglia suona alle 6.00 Mercoledì 09/09/09 Sveglia lle 5.50. Alle 7.00 lo shuttle bus passa a prenderci per portarci in aeroporto.
Purtroppo la ragazza della reception si è dimenticata di comunicare al suo collega che avremmo fatto colazione in anticipo rispetto all’orario previsto quindi ci dobbiamo accontentare di qualche frutto e una fetta di dolce. Siamo gli ultimi a salire sullo shuttle e non c’è traffico. Arriviamo in aeroporto con un’ora e mezza di anticipo. Col senno di poi avremmo potuto fare tutto con più calma.
Tra una cosa e l’altra arriviamo al Travelodge Southbank verso mezzogiorno. L’albergo non è male ma un po’ più di pulizia non avrebbe dato fastidio. Usciamo, mangiamo un panino nel centro commerciale di Southbank e iniziamo a passeggiare per Melbourne. Federation Square, Collin St, Elisabeth St, un giro sul Circle center (tram gratuito che gira attorno al centro) e poi stanchi ed infreddoliti (il tempo è nuvoloso e c’è un fastidioso vento freddo) torniamo in albergo. Doccia e di nuovo fuori per la cena. Mangiamo del salmone alla griglia in un pub a Southbank e poi facciamo un salto al casinò alla Crown Tower.
Melbourne, ad una prima impressione, è una città piuttosto anonima e manca qualcosa che la caratterizzi.
Giovedì 10/09/09 Oggi finalmente riusciamo a prendercela comoda. Sveglia alle 8.00 e abbondante colazione in albergo. Usciamo verso le 10.00 e prendiamo il city circle per avvicinarci al Queen Victoria Market dove, tra una bancarella e l’altra, trascorriamo tutta la mattinata. In tutta sincerità ci aspettavamo qualcosa di completamente diverso ovvero un mercato tipo “Baqueria” a Barcellona. Invece è un semplice mercato coperto che però ci fa conoscere un po’ meglio il modo di vivere degli australiani.
Per pranzo ci dirigiamo verso Lygon St. Nel quartiere italiano ma c’è poca vita quindi andiamo verso i Royal Botanic Garden. Nel tragitto ci fermiamo a mangiare una zuppa di noodle in un fast food giapponese (la cucina asiatica è molto diffusa da queste parti).
Prima di concludere la visita di Melbourne ai bellissimi giardini, passiamo per il monumento commemorativo ai caduti della prima guerra mondiale.
Ceniamo con un pasticcio di carne e fish and chips nello stesso pub della sera precedente.
Venerdì 11/09/09 Sveglia alle 6.00! Ormai non ci facciamo più caso a questi orari. Colazione, check-out e partenza per ritirare l’auto che abbiamo prenotato con Hertz. Stranamente ci accorgiamo di aver fatto un errore nella scelta dell’albergo che doveva essere vicino all’ufficio della Hertz ed invece si trova a diversi isolati di distanza, tanto che per raggiungerlo dobbiamo prendere il tram che scopriamo costare 3,20$ a testa (il biglietto minimo dura comunque 2 ore anche se noi lo useremo per 10 minuti al massimo) questo per confermare che i trasporti pubblici qui in Australia non sono certo economici.
Ad ogni modo, riusciamo a ritirare l’auto e partiamo verso la Great Ocean Road. Il primo a cimentarsi nella guida a sinistra è Mauro e tutto sommato non se la cava male. In meno di mezz’ora siamo fuori da Melbourne e poco dopo raggiungiamo Torquay e l’inizio della strada panoramica che la guida dice essere la più bella al mondo. Non so se sia effettivamente la più bella del mondo ma i panorami che si possono vedere dai vari “lookout” segnalati lungo la strada sono meravigliosi. Anglesea, il faro di Ayre, Lorne con il suo Teddy Lookout (forse un po’ sopravvalutato), Apollo Bay (dove pranziamo con un hot dog), sono alcune delle località che attraversiamo prima di raggiungere nel primo pomeriggio i Dodici Apostoli. Tra l’erba vicino al visitor center intravediamo un’echidna, poi passeggiamo sulle passerelle che offrono ai turisti una vista eccezionale su 7 delle 12 formazioni rocciose che lentamente vengono erose dal mare, dal vento e dagli eventi atmosferici. Peccato solo che li riusciamo a vedere solo contro sole. Sicuramente l’orario migliore per vederli è il mattino.
Proseguendo per la Great Ocean Road ci fermiamo a vedere Lord Ard Gorge, Blowhole e per ultimi The Arc, London Bridge e The Grotto. Alla fine siamo a 300 km dall’hotel che abbiamo prenotato a Mt Gambier ed è già il tramonto.
Decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa durante il percorso ma non troviamo niente di niente. Di tanto in tanto attraversiamo qualche piccolo paesetto ma lo scorgiamo appena dalle luci accese all’interno delle case. Guidare col buio in Australia è impegnativo. Non c’è illuminazione e capita spesso di trovare animali che attraversano la strada quando meno te l’aspetti. A noi è capitato di rischiare di investire un paio di koala e alcuni animali simili a grossi gatti che hanno cercato di attraversare l’autostrada. Alle 20.40 circa arriviamo a Mt. Gambier. Cerchiamo qualcosa da mangiare ma è tutto chiuso. L’unico pub che troviamo aperto ha già chiuso la cucina. Alla fine ci dobbiamo accontentare di mezzo pollo allo spiedo in una specie di fast food. Quando arriviamo in hotel la reception è chiusa ma gentilmente ci hanno lasciato, attaccata alla porta una busta con il mio cognome scritto sopra e all’interno le chiavi della nostra camera. Fa freddo e dobbiamo accendere il riscaldamento.
Sabato 12/09/09 Abbondante colazione, check-out e partenza per Kangaroo Island. Il traghetto è alle 18.00 ma dobbiamo percorrere circa 550km per raggiungerlo. Durante il percorso ci fermiamo ai vari lookout del Coorong National Park dove avvistiamo delle strane grosse lucertole e alcuni emu. Lungo la strada notiamo decine di canguri morti ma di vivi ancora nessuno. Il paesaggio lungo il percorso varia dalle estese praterie con mucche o pecore al pascolo, alle lagune del coorong National park, alle colline e i vigneti della penisola. Cerchiamo anche qui qualche posticino dove andare a mangiare ma tutto quello che riusciamo a trovare è una piccola bottega dove ci preparano dei sandwich. Speravamo di trovare qualche supermercato per acquistare qualcosa da preparare per le colazioni dei giorni seguenti ma anche di questi non c’è traccia, tanto che ci chiediamo dove gli australiani vadano a fare la spesa. Arrivati a Cape Jarvisparcheggiamo l’auto e ci imbarchiamo. Piove e c’è vento, ovviamente il mare è molto mosso e poco manca che ci venga il mal di mare. Per fortuna la traversata dura circa 45 minuti.
Un’osservazione. Quando abbiamo prenotato il noleggio dell’auto, tutte le agenzie alle quali ci siamo rivolti ci hanno detto che non è possibile trasportare a Kangaroo Island le auto noleggiate sul continente e viceversa. Ci è quindi sembrato molto strano essere tra i pochi a salire con i bagagli e senza auto! Nessuno è stato avvertito di questa clausola o tutti fanno finta di niente? Arriviamo sull’isola che è buio. Al molto non c’è nessun ufficio della Hertz e chiediamo informazioni. Ci dicono che dovremmo incontrare un agente che ci sta cercando ed infatti dopo un po’ ci avvicina un signore anziano e ci chiede se siamo noi quelli che hanno noleggiato l’auto. Sbrigate le varie pratiche, ci consegna una bellissima Ford territory. Sono le 20.00, dobbiamo scegliere se mangiare o vedere la parata dei pinguini. Optiamo per la prima opzione e nel pub vicino all’albergo assaggiamo la nostra prima carne di canguro. O era carne di manzo e ce l’hanno spacciata per canguro o la differenza è davvero minima. Comunque buona.
Nello stesso pub coo due simpatici italiani in viaggio di nozze. Scambiamo alcune opinioni sulle relative esperienze in Australia e scopriamo che noleggiando l’auto con Europcar era consentito trasportarla sull’isola. Dopo cena passeggiamo attorno all’albergo con la speranza di avvistare qualche pinguino e poco prima di rientrare veniamo accontentati e riusciamo ad individuarne alcuni che timidamente si nascondono sotto i cespugli.
Domenica 13/09/09 Poiché nell’isola sarà ancora più difficile trovare supermercati o ristoranti, prima di partire facciamo un po’ di provviste nel supermercato vicino all’hotel. Giusto qualcosa per la colazione ed eventualmente pranzo e cena. Partiamo quindi per Seal Bay e nel tragitto facciamo tappa in alcuni punti panoramici segnalati sulla mappa. Il tempo è molto variabile, ampi squarci di sereno si alternano a forti acquazzoni. Raggiungiamo Seal Bay verso le 11.40 e decidiamo di unirci alla visita guidata delle 12.15. Fa decisamente freddo e soffia un vento fortissimo, fortunatamente iniziamo la visita guidata col sole. Sulla spiaggia vediamo decine di foche stese a prendere il sole. Alcune escono dal mare, altre allattano i cuccioli e siamo così vicini che li possiamo sentire poppare. Decisamente un’esperienza indimenticabile. La visita costa 27.50$ e dura 45 minuti ma si possono pagare anche 15$ per scendere su una passerella ma non sulla spiaggia. Noi consiglieremmo decisamente la visita guidata. Mangiamo qualcosa velocemente di quanto comprato la mattina e ripartiamo verso Little sahara, una distesa di dune di sabbia bianchissima dove organizzano discese con lo snowboard. Il paesaggio è surreale e bellissimo.
Riprendiamo la strada e ci fermiamo al Koala Walk del K.I. Western Caravan Park ma ne rimaniamo decisamente delusi perché in tutta la passeggiata (qualche centinaio di metri) riusciamo a vedere un solo koala. Torniamo quindi un po’ più indietro e visitiamo l’handsome bay wildlife sanctuary. In questo koala walk bisogna lasciare un contributo di 2.50$ a testa ma bisogna lasciarli in una scatola all’ingresso e non c’è nessuno che controlla o che rilasci una ricevuta, alla fine si affidano all’onesta dei turisti. Ad ogni modo, l’offerta lasciata viene ben presto ripagata perché tra gli eucalipti riusciamo ad individuare una decina di koala ed alcuni così vicini che li potremmo toccare. In mezzo al prato pascolano anche alcuni canguri tra i quali una mamma col cangurino dentro al marsupio. Cosa si può desiderare di più? Dopo un po’ andiamo verso il Wildrness retreat dove ci facciamo consegnare le chiavi della nostra cabina. Nel giardino di fronte ci sono 2 piccoli wallabe. Non sono selvatici e sono abituati alla presenza dei turisti.
La cena al ristorante del resort è piuttosto costosa quindi ceniamo in camera con quanto preso al market. Per la prima volta riusciamo a collegarci ad internet gratuitamente quindi ne approfittiamo per inviare un po’ di messaggi. Poi a letto presto per poter ricominciare appena possibile il giro dell’isola.
Lunedì 14/09/09 Stamattina ci siamo svegliati presto e siamo arrivati al visitor center del Flinders Chase National Park che era ancora chiuso. Apre alle 9.00 e noi eravamo già lì alle 8.00. Uno dei dipendenti che stava preparando per aprire ci ha comunque detto che potevamo entrare e visitare il parco e pagare quando ne saremmo usciti.
La prima tappa è remarcable rock. Siamo completamente da soli a godere di questa meraviglia della natura. Bellissimo. Anche la giornata è bella, c’è il sole e la luce del mattino è perfetta per scattare un sacco di foto. Seconda tappa è admiral arch. La vista del mare e delle onde gigantesche che si infrangono sugli scogli è maestosa e oggi non c’è nemmeno tanto vento… Che onde ci saranno quando c’è una tempesta? Altra cosa interessante del posto, è la numerosa colonia di foche della nuova zelanda che tranquille nuotano nel mare impetuoso o stanno a prendere il sole sugli scogli. Torniamo al visitor center, paghiamo la tassa d’ingresso e andiamo a fare il platypus trail per vedere gli ornitorinchi ma ovviamente non riusciamo ad avvistarne nemmeno uno e, tra l’altro, non vediamo nessun animale tipico australiano a parte una specie di oca dal becco giallo. Consiglieremmo questo tragitto a piedi solo agli appassionati di camminate.
Mangiamo un panino al visitor center e poi attraversiamo l’isola per andare a prendere il traghetto che ci riporterà sulla terra ferma. Questa volta il mare è calmo e la traversata tranquilla. Recuperiamo l’auto lasciata al parcheggio e poiché l’avevamo lasciata quasi a secco di carburante cerchiamo un distributore per fare il pieno ma alle 18.30 l’unico distributore del paese è già chiuso! Fortunatamente annesso al distributore c’è un pub e il gestore (gentilissimo) riapre la stazione di servizio solo per noi. Altro problema è, come al solito, trovare qualcosa di aperto per mangiare. Infatti, fino alla periferia di Adelaide, troviamo tutto chiuso e approfittiamo del primo Mc Donalds che troviamo. Arriviamo verso le 21.30 all’appartamento che abbiamo prenotato e ci ritroviamo in uno splendido residence appena fuori dal centro. Visto che è provvisto di lavatrice ed asciugatrice ne approfittiamo per fare un po’ di bucato.
Martedì 15/09/09 Giornata dedicata alla visita di Adelaide. Come città è un po’ diversa da Sydney e Melbourne. Le strade sono molto più ampie e ci sono un sacco di parchi. Si respira un’aria molto anglosassone. La zona universitaria è circondata da edifici in stile neogotico che ricordano molto Oxford e Cambridge.
Molto carino anche il mercato centrale coperto vicino a Victoria square e la passeggiata lungo il fiume che attraversa la città. Adelaide si visita tranquillamente a piedi oppure usando il tram o l’autobus 99c (circle loop) che sono gratuiti. Anche qui i trasporti pubblici sembrano costare parecchio e hanno un sistema tariffario incomprensibile.
Mercoledì 16/09/09 Giornata trascorsa quasi completamente in auto. Destinazione Coober Pedy. Durante il percorso notiamo come il paesaggio cambia gradualmente passando da estese pianure coltivate al deserto.
Arriviamo a Coober Pedy verso le 17.30 e piove a dirotto. Alloggiamo al “the underground motel” un motel carino scavato sul fianco di una collina rocciosa, come gran parte delle abitazioni di questo stranissimo paese di minatori. 1800 persone che vivono a centinaia di km da tutto e la cui attività principale è l’estrazione di opale dal sottosuolo.
Giovedì 17/09/09 Riprendiamo nuovamente l’auto e continuiamo il nostro viaggio verso il centro dell’Australia. Destinazione Ayers rock. La traversata del deserto è poco interessante, quasi noiosa. Il bush, inizialmente attraente per la novità che rappresenta, man mano diventa monotono. Ore e ore di macchina osservando sempre lo stesso panorama. La radio non riceve nessuna stazione. Fortunatamente ci siamo portati un CD.
Arriviamo al campeggio di Ayers rock nel primo pomeriggio. La cabina che ci assegnano è abbastanza decente ma sicuramente non in modo proporzionale ai soldi pagati. Purtroppo il resort di Ayers rock ha il monopolio delle strutture ricettive e non avendo concorrenza può permettersi di fare i prezzi che vuole.
Abbiamo giusto il tempo per andare a vedere Uluru al tramonto. L’ingresso al parco costa 25$ a testa. Inizialmente pensavamo di riuscire a fare in auto tutto il percorso che circonda l’enorme monolite sacro agli aborigeni e successivamente, sulla via del ritorno, fermarsi ad osservarlo cambiare colore col tramonto al parcheggio dedicato a questo evento ed invece ci dobbiamo fermare subito perché un’ora e mezza prima che questo avvenga c’è già un sacco di gente che si stà prendendo il posto. Vedere Uluru dal vivo è un’esperienza difficile da descrivere. Ognuno può trarne sensazioni diverse. Può essere solo un grnade sasso color mattone oppure il vero cuore dell’Australia e del suo popolo aborigeno. Per me è stata la realizzazione di un sogno che avevo fin da bambino. Ad ogni modo anche questo spettacolo ha termine e torniamo al resort per la cena. Mangiamo al barbecue dell’Outback Pioneer Motel. Si ordinano bistecche o altri tipi di carne direttamente al banco e poi le si cucina per conto proprio sulle griglie che vengono messe a disposizione. Il tutto assomiglia molto a una nostra sagra di paese che riunisce persone di ogni età e nazionalità. C’è musica dal vivo e una gran allegria. Bella serata. Da provare. Noi abbiamo speso circa 60$ per 2 grigliate miste di canguro, emu, manzo e coccodrillo con verdura a buffet.
Venerdì 18/09/09 Ci svegliamo alle 5.00 con l’obiettivo di vedere Uluru all’alba. Pensavamo di non trovare nessuno ed invece, anche in questo caso, ci sono un sacco di persone già pronte per godersi lo spettacolo. In tutta sincerità il tramonto è migliore. Terminiamo il giro attorno alla montagna e ci fermiamo per fare il Mala walk, uno dei percorsi più brevi da fare a piedi per avvicinarsi alla roccia.
Subito dopo ci dirigiamo a Kata Tjuta. Vi arriviamo verso le 10.30 e iniziamo il percorso a piedi attraverso wind valley. La giornata è serena e c’è un po’ di vento. La camminata di circa 7,5km è difficile (anche per il caldo che si fa sempre più insopportabile e per la presenza di una grande quantità di fastidiosissime mosche) ma ne vale la pena.
Torniamo per pranzo al resort e poi ripartiamo per arrivare nel tardo pomeriggio nei pressi di Kings Canyon dove abbiamo prenotato una cabina al Kings Creek Station. Questa è stata la prima vera brutta sorpresa del viaggio perché per 145$ quella che pensavamo una cabina è poco più di una tenda in un campeggio dall’aspetto piuttosto trasandato. Mangiamo un hamburger al bar del camping e andiamo a dormire.
Sabato 19/09/09 Fatta colazione con cereali, uova e pancetta al baraccone destinato al breakfast, partiamo verso Kings canyon per poter fare il tragitto più lungo, che gira tutto attorno al canyon, nelle ore più fresche. Inizialmente eravamo un po’ incerti perché durante la notte aveva piovuto un po’ e quando ci siamo svegliati era piuttosto nuvoloso ma poi, un po’ alla volta, si è rasserenato. La camminata è abbastanza impegnativa e, in tutto, dura circa 3 ore e mezza. Le viste del canyon sono spettacolari ma sinceramente ci aspettavamo molto ma molto di più. Chi ha visto il Gran canyon negli Stati Uniti resterà probabilmente deluso da questo canyon che tanto viene pubblicizzato e “pompato” dai vari racconti di viaggio e dalle guide turistiche.
Torniamo a mangiare qualcosa al Kings Creek station e poi ci dirigiamo verso Alice Springs. Visto che nei giorni precedenti aveva piovuto e che anche mentre eravamo per strada sembrava stesse arrivando un temporale, evitiamo la strada sterrata che accorcia il percorso da Kings canyon ad Alice Springs e utilizziamo la strada asfaltata. Sicuramente, avere un 4×4 in questo caso, ci sarebbe tornato utile e avremmo potuto provare l’ebbrezza di percorrere una vera strada sterrata nell’outback australiano ma avremmo chiesto troppo alla nostra povera berlina e comunque Hertz non permetteva che la usassimo in questa strada e in caso di danni saremmo stati noi a pagare la riparazione.
Arriviamo comunque ad Alice Springs abbastanza velocemente. E’ sabato pomeriggio e andiamo subito nel Todd mall per vedere se riusciamo aa acquistare qualche souvenir ma, incredibilmente, è già tutto chiuso! Non riusciremo mai ad abituarci agli orari dei negozi e ristoranti che ci sono da queste parti. Facciamo chack in al Crown Palza. Se penso che per una camera in questo elegante hotel 4 stelle abbiamo speso 15$ in meno rispetto alla tenda in campeggio della notte precedente, è evidente che non c’è proporzione tra le due cose. Dopo tanti pranzi e cene veloci, ci trattiamo bene ed andiamo a mangiare all’Overlanders Steackhouse dove abbiamo mangiato la più buona bistecca da quando siamo arrivati in Australia.
Domenica 20/09/09 La comodità dei lettoni sui quali abbiamo dormito non è servita a farci dormire fino a tardi. Ormai, abituati a svegliarci prestissimo, mezz’ora prima della sveglia avevamo già gli occhi spalancati. Ne approfittiamo per partire con calma. Dobbiamo fare poco meno di 600km e non c’è molto da vedere. La guida suggerisce di fare acquisti per i souvenir al Red Sand di Ti-Tree che dovrebbe essere aperto 7 giorni su 7. Quando ci arriviamo (con non poche difficoltà perché probabilmente ha cambiato nome) è chiuso. Andiamo oltre e ci fermiamo a mangiare a Barrow Creek. Il pub della stazione di servizio è sicuramente molto caratteristico ma la signora che lo gestisce ci avverte subito che la domenica non cucina e che se volevamo mangiare dovevamo scegliere tra alcune vecchie salsicce o delle tortine salate preconfezionate e già cotte. Mangiamo una di queste tortine ripiene di carne… Le abbiamo finite solo perché non c’era altro.
Un’ora dopo siamo ai Devil’s Marbles. Il caldo è atroce e ci sono un sacco di mosche fastidiose ma ci divertiamo comunque a scattare qualche foto in questo piccolo parco con queste strane formazioni rocciose a forma di palla.
Nel pomeriggio arriviamo a Tennant Creek. Il motel dove alloggiamo è spartano ma accettabile. Ovviamente non c’è un negozio aperto. Riusciamo solo a trovare latte e acqua alla stazione di servizio dove facciamo anche il pieno alla nostra auto. La sera usciamo per cena, sono le 19.30 e in giro si vede solo qualche aborigeno. Cerchiamo Marla Miles, un ristorantino consigliato dalla guida e lo troviamo chiuso. Mentre cerchiamo qualcosa di aperto veniamo fermati dalla polizia che fanno il test dell’etilometro a Mauro che era alla guida. Ovviamente, essendo appena usciti risulta che il tasso alcoolico è zero e ci lasciano andare. Alla fine c’è solo una pizzeria aperta in tutto il paese (a parte i ristoranti del nosto motel e del bluestone motor inn). Mangiamo una pizza. Osservando la gente che entra ed esce dal locale l’impressione è di stare in un paese moderno ma dove le persone hanno mantenuto uno stile di vita semplice come da noi qualche decina di anni fa.
Lunedì 21/09/09 Anche oggi abbiamo i nostri circa 700 Km da percorrere. Visto che nel tragitto ci sono poche cose da visitare pensavamo di partire con calma ma non siamo riusciti a dormire molto bene a causa del condizionatore troppo rumoroso, il caldo e la compagnia di un grosso scarafaggio che abbiamo visto aggirarsi per la stanza. Partiamo verso le 8.00 e fa già caldo. Per pranzo andiamo a mangiare al Daly Waters pub. Quello che si ritieni il più vecchio pub del Northern Territory. Merita una sosta sia per l’ambiente sia per il cibo. Ci sono cimeli lasciati dai turisti di passaggio appesi ovunque. Noi abbiamo mangiato dei panini giganti con carne di barramundi. Davvero buoni.
Verso le 15.00 raggiungiamo le piscine termali naturali di Mataranka. Dalla descrizione della guida e delle brochure trovate nei vari visitor center ci aspettavamo un laghetto molto più grande ma l’esperienza è stata comunque simpatica. La piscina è infatti poco più di una pozza collegata con un marciapiede ad un campeggio. L’acqua è tiepida, limpida e contornata da alte palme sulle cui foglie sono appesi migliaia di pipistrelli che, incuranti dei turisti che affollano la piscina, fanno i loro bisogni ovunque (ovviamente piscina compresa) ma sembra che la cosa non interessi a nessuno! Rinfrescati ripartiamo e arriviamo a Katherine verso le 17.00. Incredibilmente troviamo un negozio di artigianato aborigeno che chiude alle 18.00. Riusciamo a fare qualche acquisto e poi ci rechiamo al resort per farci consegnare la stanza del motel che risulta grande e confortevole. La sera mangiamo nel ristorante del complesso. La pasta è un po’ troppo al dente ma tutto sommato non male.
Martedì 22/09/09 Iniziamo la giornata con la crociera sul Katherine Gorge, prenotata la sera prima direttamente dalla reception del motel. Si poteva scegliere tra la visita dei primi 3 gorge a circa 70$ per 4 ore o dei primi 2 gorge a circa 50$ per 2 ore. Noi abbiamo scelto la crociera più breve con partenza alle 9.00.
Nonostante siano le prime ore del mattino il caldo è soffocante e come se non bastasse dimentichiamo la bottiglia d’acqua in macchina. Anche qui, come in quasi tutti i posti visitati da Uluru in su, ci sono una gran quantità di mosche fastidiose. Volendo si potevano noleggiare anche delle canoe e col senno di poi forse sarebbe stato più divertente. Ad ogni modo, la crociera è sicuramente da fare. Il paesaggio è molto bello, le pareti di roccia che chiudono il fiume su entrambi i lati sono imponenti, l’acqua tranquilla e di un bel colore verde. Per nostra sfortuna non riusciamo ad avvistare nessun coccodrillo d’acqua dolce. Solo dei pipistrelli, un piccolo wallabe e, come detto prima, un’infinità di mosche! Finita la crociera mangiamo qualche biscotto e della frutta acquistati nei giorni precedenti e ci dirigiamo alle Edith falls. Più che delle cascate le definirei un piccolo salto d’acqua da un laghetto superiore ad uno inferiore. Il laghetto più basso, è circondato da un parco in parte coperto d’erba e alberi semi spogli. Solo quelli a ridosso del lago sono ovviamente più rigogliosi. L’acqua è scura (limpida ma non sicuramente cristallina come letto nelle guide ed in alcuni racconti) la temperatura è gradevole e ci si può tranquillamente tuffare per una nuotata rinfrescante. Con un po’ di coraggio attraversiamo a nuoto il lago e raggiungiamo la cascata. Visto il caldo torrido e il continuo tormento delle mosche, decidiamo di non andare a vedere la Upper pool raggiungibile attraverso un percorso a piedi di circa 1 Km nel bush. Ripartiamo quindi per arrivare nel tardo pomeriggio a Cooinda all’interno del Kakadu National Park. Lungo la strada ci fermiamo ad ammirare dei giganteschi termitai. Chissà perché mi sarei aspettato una vegetazione diversa da quella che affiancava la Stuarth Highway ed invece, a parte qualche piccola palma, il paesaggio non è cambiato di molto. A Cooinda alloggiamo in una specie di bungalow all’interno del campeggio. Davvero bello, soprattutto per la compagnia di un simpatico geko appeso al muro. Mangiamo al ristorante del campeggio del barramundi alla griglia, pesce molto simile al merluzzo. Buono.
Mercoledì 23/09/09 Il programma di oggi prevede di iniziare con la crociera di 2 ore sul Yellow River. L’escursione è stata prenotata la sera precedente direttamente dalla reception del resort che dista un paio di Km dal molo dove partono i battelli. I prezzi della crociera variano da circa 90$ per quella delle 6.45 che include anche la colazione a 70$ per quella delle 9.00 a circa 50$ (ma non lo ricordo con precisione) per quella delle 11.00.
Anche oggi il caldo è quasi insopportabile. Per fortuna c’è qualche nuvola che ogni tanto copre il sole altrimenti ci saremmo cucinati. Per vedere meglio ci siamo seduti sulle prime file che però sono anche quelle meno coperte. Il paesaggio è molto diverso da quello che lo circonda. La vegetazione è sensibilmente più rigogliosa. Estese praterie verdissime sono attraversate dal fiume e si alternano ad altre zone paludose. Nel tragitto si avvistano uccelli di ogni tipo. Dalle comuni anatre alle aquile. Inoltre si riescono a vedere diversi coccodrilli salt water che tranquillamente nuotano e si nascondono sott’acqua appena ci si avvicina o che riposano a riva. Le 2 ore passano veloci. Appena scesi dal battello prendiamo l’auto e proseguiamo all’interno del parco. Saltiamo il Mirrai Lookout a causa del troppo caldo e della lunga strada da percorrere a piedi. Andiamo invece a visitare Nouralagie, una serie di rocce sulle quali gli antichi aborigeni hanno lasciato delle belle pitture rupestri. Vicino ad una di queste vediamo anche 2 piccoli wallabe. Uno nero e uno grigio, che poi scopriamo essere rispettivamente maschio e femmina. Mangiamo un panino al visitor center e ci dirigiamo verso Darwin.
Ci arriviamo verso le 17.00. Darwin ha un centro molto piccolo (più o meno 1Km x 500m). Pensavamo che, essendo una città piuttosto importante, gli orari dei negozi fossero un po’ più flessibili ed invece anche qua riusciamo ad acquistare qualche souvenir di corsa perché tra le 17.30 e le 18.00 tutte le saracinesche si stavano chiudendo. Facciamo un giro veloce al molo dove, anche qui, come a Melbourne, è in atto un’estesa fase di rinnovo con nuovi edifici, zone pedonali, parchi e spiagge attrezzate. Probabilmente è una bella località balneare.
Visto che domani abbiamo l’aereo per Sydney alle 7.30 abbiamo prenotato una camera al Best Western Gateway Airport. Motel sicuramente di recente costruzione. Bello e confortevole.
Giovedì 24/09/09 Sveglia alle 5.00. Arriviamo puntuali in aeroporto. Consegniamo l’auto che segna circa 49300 Km. Abbiamo percorso circa 6300 Km (compresi quelli a Kangaroo Island). Facciamo check-in e scopriamo che il nostro volo è stato spostato dalle 7.30 alle 10.00. La causa è una tempesta di sabbia che da qualche giorno sta colpendo Sydney e che noi abbiamo intravisto nei vari notiziari alla TV. Visto che avevano il nostro numero di cellulare, un sms che ci avvertiva del ritardo ci avrebbe risparmiato la levataccia e soprattutto le 2 ore e mezza di attesa in aeroporto. Ma jet star non l’ha fatto.
Arriviamo a Sydney verso le 15.00 dove della tempesta di sabbia non c’è traccia, anzi, c’è un sole meraviglioso. Ci facciamo portare in albergo con lo shuttle-bus. Alle 16.00 entriamo in camera dell’hotel più lussuoso che abbiamo prenotato in questo viaggio. Il Shangri-la. Dalla finestra si vede parte della baia e l’Opera House. Inizialmente avevamo in programma di dedicare il pomeriggio a rilassarci andando a prendere il sole a Bondi Beach ma, a causa del ritardo dell’aereo, dobbiamo cambiare idea. Ne approfittiamo per fare qualche acquisto ai Rocks, vicino al Visitor center, dove ci sono dei bei negozi per turisti con buoni prezzi. Al visitor center ci facciamo consegnare la mappa dei bus e iniziamo a capire un po’ come funzionano. Passeggiamo un po’ attorno al Circular Quay. Ci sono un sacco di locali dove la gente si ferma per un aperitivo o per cenare. Alcuni sembrano molto esclusivi, altri meno. Ma ce n’è per tutti i gusti e le tasche. Dopo aver guardato i menù esposti in giro ci fermiamo per cena da Pony nel quartiere dei Rocks. L’ambiente è molto chic, si mangia bene e preparano dei piatti un po’ particolari. Alla fine per 2 secondi (salmone e bistecca) 2 dessert e 2 bicchieri di vino spendiamo circa 130$
Venerdì 25/09/09 Ultimo giorno in Australia. Facciamo colazione in hotel. Non ricordo di aver mai fatto in vita mia una colazione così ricca. Il cielo è limpidissimo, non c’è una nuvola e il sole inizia a scaldare. Andiamo a Bondi beach con l’autobus (4,20$ a tratta per persona). La spiaggia è bellissima. E’ un vero peccato che non siamo riusciti ad approfittarne. C’è già gente che prende il sole o che fa surf tra le onde. Passeggiamo un paio d’ore sul lungomare e poi rientriamo in città. Mangiamo frutta e yogurt all’affollatissimo food court di Meyer e poi andiamo a visitare l’acquario. Circa 30$ a testa. Finalmente riusciamo a vedere un ornitorinco e i famosi tunnel che passano all’interno delle vasche e dove si vedono enormi squali, tartarughe, mante, dugongo e altri pesci. Trascorriamo all’acquario quasi 2 ore senza nemmeno rendercene conto. Passeggiamo ancora un po’ per il centro e arriviamo a ritirare i bagagli in hotel giusto in tempo per salire sullo shuttle-bus per l’aeroporto. Coincidenza vuole che ritroviamo lo stesso simpatico autista incontrato il giorno in cui siamo arrivati.
Il volo parte e arriva puntuale senza nessun inconveniente. Si conclude così anche questo viaggio.