6 amiche a Stoccolma
Ammaliate dall'alone fiabesco della città
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1° giorno: Tutta la Svezia in unico luogo Sveglia presto, il volo da Orio al Serio è alle 6.45 ma dalla Valle Seriana si parte un’oretta prima. Tutto predisposto: sette fanciulle e sette trolley pronti a salire sul volo Ryanair di venerdì 12 marzo 2010 diretto in Svezia. Sono le 9.15 quando atterriamo a Skavsta, la sensazione è quella di essere disperse nel nulla, tutto intorno a noi è bianco: ghiaccio, neve, nebbia ovunque. All’interno dell’aeroporto acquistiamo la Stockholm card 72 h: ci permetterà di utilizzare illimitatamente i mezzi pubblici ed accedere ai musei e ai luoghi di nostro interesse per tutto il fine settimana. Al biglietto del bus Flygbussarna ci abbiamo già pensato: acquistarlo in internet ci ha permesso di risparmiare e di prendere velocemente posto a sedere. Arriviamo a Stoccolma, al Cityterminalem, alle 11ca, solo due fermate di metropolitana e due passi a piedi e siamo in ostello. Tempo di dare una sistemata ai letti (rigorosamente Ikea!) della nostra carinissima camerata al Best Hostel City e poi si parte, il sole di Stoccolma ci aspetta fuori. Pranziamo nel quartiere di Östermalm, nel più bel mercato della città, l’Östermalms Saluhall, una commistione di architettura della seconda metà dell’Ottocento con splendidi banchi e aromi intensi. Ci abbuffiamo di pudding al salmone, poi camminiamo fino a Berzelii Park, dove prendiamo il tram che ci porta di fronte all’ingresso principale dello Skansen. Il museo all’aperto più antico del mondo ci affascina a tal punto che ci restiamo l’intero pomeriggio. Vi sono bellissimi edifici tradizionali, panettieri che vendono dolciumi scandinavi nei panifici d’epoca e animali nordici vagano per lo zoo: renne, alci, visoni, linci, ecc.. La giornata sta per finire, ma troviamo il tempo per visitare Junibacken, il piccolo museo dedicato alle storie inventate da Astrid Lindgren, famosissima scrittrice che ha dato vita al racconto di Pippi Calzelunghe. Il museo è perfetto per i piccoli ma anche per le bambine che sono in noi. Saliamo sullo Story Train che vola su Stoccolma e andiamo a Villekulla, la casa di Pippi, dove i bambini possono strillare finché vogliono. Beviamo un succo alla mela nel coloratissimo caffè e poi arriva l’ora di fare la spesa. Abbiamo deciso che cucineremo una cena all’ostello: la pasta è gratis, perché non approfittarne? Stavolta scegliamo il mercato più vicino a “casa”: Hötorgshallen, situato nel seminterrato sotto il cinema Filmstaden. Prendiamo tutto quello che serve per una cena che vuole mischiare sapori italiani e svedesi: prosecco, pane nero e salmone affumicato, sugo al pomodoro, frutta. Con dieci euro a testa siamo felici e con la pancia piena. Non ci pesa nemmeno lavare i piatti. Passiamo poi la serata in un locale che raggiungiamo facilmente a piedi: the Dubliner, musica dal vivo e ottima atmosfera. Nanna presto però, siamo provate dalla giornata e ce ne aspetta una altrettanto impegnativa. 2° giorno: Il cuore storico e geografico della città Siamo ansiose di vedere la città vecchia, due fermate della metro ed eccoci in Gamla Stan. Camminiamo per Riddarholmen (Isola dei Cavalieri), così chiamata perché vi sorgevano i palazzi dei cavalieri che nel Seicento combatterono la Guerra dei Trent’anni e che ospita la Riddarholmskyrkan, la chiesa dalle guglie di ferro. Un canale ci porta fra i tortuosi vicoli di Gamla Stan. Ci perdiamo tra le vie acciottolate ed entriamo curiose nel negozio Tomtar&Troll: elfi e troll fatti a mano sono perfetti souvenir da portare a casa. Attraversiamo una delle vie più movimentate, Österlånggatan, e poi cerchiamo il vicolo più stretto di Stoccolma: Mårten Trotzings gränd, largo appena 90 cm. È quasi mezzogiorno, una foto davanti a Chokladkoppen & Kaffekoppen, due caffè che occupano due fiabeschi edifici del Seicento in Stortorget, un’occhiata alla Storkyrkan, la cattedrale di Stoccolma che con i suoi 700 anni è la chiesa più antica della città, e poi ci dirigiamo verso il Kungliga Slottet per assistere al cambio della guardia, nel cortile occidentale del Palazzo Reale. Il freddo è pungente ma il momento merita. Il palazzo settecentesco contiene 608 stanze e tre musei, noi scegliamo di visitare gli appartamenti reali, che trasudano sfarzo rococò e includono la Galleria Karl IX, ispirata alla sala degli specchi di Versailles e ritenuta la migliore opera del tardo-barocco svedese. Pranziamo in una buia e caratteristica cantina con volte a botte: il Café Art. Vi sono bellissimi angoli nascosti e opere d’arte appese alle pareti. I panini sono strepitosi e l’atmosfera deliziosa. Il ghiaccio e i ruzzoloni sono all’ordine del giorno, ma siamo ormai abituate al freddo e il sole ci invoglia a passeggiare sino al Moderna Museet. Ci accolgono i classici del Novecento: le sculture di Jean Tinguely e Niki de Saint Phalle. Ci perdiamo all’interno del museo e ognuna si lascia trasportare dalla curiosità di scoprire le diverse sale. Abbiamo tutte appuntamento all’interessantissimo shop vicino all’uscita, subito dopo aver notato la tappezzeria fluorescente alle pareti, omaggio a Andy Warhol. Doccia e trucco in ostello e siamo pronte per l’ultima serata svedese: cena al Grands Veranda, ristorante del Grand Hôtel. Mangiamo accanto alla finestra e ci godiamo le luci di Stoccolma by night. Da vere italiane consumiamo tutti i tipi di pane preparati per noi in tavola e ordiniamo la ratatouille. Spendiamo 200SEK a testa, ma niente panico, sono solo 20euro a persona (!) e torniamo in ostello per un “momento tisana” tutto per noi. 3° giorno: tra passato e presente Lasciamo per la mattina dell’ultimo giorno il museo giustamente più raccomandato: il Vasamuseet. La possente nave da guerra Vasa, lunga 69m, alta 48m e orgoglio della Corona svedese, partì per il suo viaggio inaugurale nell’agosto del 1628 ma pochi minuti dopo si ribaltò inabissandosi. Recuperata nel 1961, fu riassemblata in uno spazio appositamente realizzato allo scopo. Gli oggetti ritrovati, quali scarpe, indumenti, ma anche i resti umani dei passeggeri, creano un vivido quadro della vita dei marinai nel Seicento. Poco distante dal Vasa c’è il Blå porten café dove troviamo moltissima gente: il giardino è attrezzato con coperte di pile per i temerari che vogliono pranzare all’aperto. Visto che sono davvero tanti, riteniamo valga la pena di aspettare. Troviamo posto all’interno e svuotiamo il carrello di torte e dolci. Passiamo le ultime ore a Stoccolma girovagando per il quartiere di Norrmalm, il cuore commerciale della città, con il suo traffico perenne. In questa zona sorgono alcune icone del modernismo: Segels Torg, una piazza di forma rotonda e la Kulturhuset, un grande edificio di vetro colmo di teatri, gallerie d’arte e caffè. Il nostro breve viaggio finisce qui. In aeroporto cerchiamo di dividere equamente il peso degli acquisti in modo da non pagare la sovrattassa e in qualche modo riusciamo ad infilare il trolley nella “macchina controlla misure Ryanair”. È un piccolo show improvvisato per tutti gli italiani di ritorno in patria che sono in fila ed attendono il loro turno. L’aereo atterra a Bergamo in anticipo e i primi racconti a chi è sul posto ad accoglierci parlano di una città in cui tradizione e modernità vivono fianco a fianco, estesa su 14 isole ma perfetta da girare a piedi. La Tunnelbana (metropolitana), soprattutto nei mesi più freddi, è comunque comoda e pulita; è stata definita la mostra d’arte più lunga al mondo: più di 140 artisti, infatti, hanno realizzato sculture, dipinti, incisioni, mosaici in oltre 90 stazioni. Stoccolma è una città costosa, ma si è rivelata esserlo meno del previsto grazie all’aiuto di una buona guida (Lonely planet) e grazie ai consigli di chi conosce e visita sovente la città. La foto del nostro gruppetto di amiche di fronte al Baltico ghiacciato è l’immagine che per prima torna alla mente ripensando a questi tre giorni insieme. Ci siamo promesse di tornarci, magari in una stagione più calda, senza guanti e sciarpe per proteggerci dal freddo pungente, libere di godersi appieno le meraviglie all’aperto di questa città, magari con una gita in barca o in mongolfiera.