5000km, una ragazza e una spider
Partenza alle 6.00 del 13 Agosto 2004 da una Varese quasi deserta.. Direzione Ancona.. Ancora noi due e la nostra ormai amata fiat Barchetta, con la cappottina chiusa e per paura di trovare traffico ci lasciamo alle spalle Milano e la sua tremenda tangenziale ovest, ci fermiamo poco prima di Bologna per una veloce colazione e per comprare il pacco...
Partenza alle 6.00 del 13 Agosto 2004 da una Varese quasi deserta.. Direzione Ancona.. Ancora noi due e la nostra ormai amata fiat Barchetta, con la cappottina chiusa e per paura di trovare traffico ci lasciamo alle spalle Milano e la sua tremenda tangenziale ovest, ci fermiamo poco prima di Bologna per una veloce colazione e per comprare il pacco di riviste che ci accompagneranno per tutto il viaggio, ovviamente l’auto è stracarica e non c’è un buco libero in tutta la macchina. Arriviamo ad Ancona alle 12.00, ritiriamo i biglietti acquistati direttamente dall ANEK Lines (stranamente quest’anno l’ANEK lines era più economica della MINOAN e non passando da nessuna agenzia di viaggio abbiamo risparmiato ancora qualcosina). Ci dirigiamo verso il mercato all’aperto di Ancona e “tiriamo” fino alle 13.00 per magiare in un ristorante in centro spaghetti alle vongole stupendi e un’insalatona frasca.. Il caldo è davvero torrido e penso ci sia stato un tasso di umidità dell’80% … Arrivano le 15.00 e ci mettiamo in coda per l’imbarco sulla gigantesca nave ANEK. Barbara sale a piedi per andare a prendere due posti delle famigerate poltrone tipo aereo ed io invece imprecando con i parcheggiatori presenti nella pancia della nave riesco a mettere il mio piccolo gioiello tra una subaru polacca e una mercedes dell’86 greca, salgo e vedo finalmente ciò che per 70€ avevo pure prenotato una lunga fila di sedili di un pullman distanziata da quella davanti di 20cm ( io sono alto 2 metri). Ceniamo al self service della nave e rimaniamo per tutta la serata a vedere la cerimonia di inaugurazione delle olimpiadi al bar della nave giocando beatamente a tavli (leggasi backgammon per gli anglofoni) fino a quando ormai alla una passata ci posizioniamo sulle nostre air-belt e dopo la bellezza di 14′ mi alzo e mi accascio in un corridoio con la giacca come cuscino, mi alzo “distrutto” alle quattro del mattino e docciato aspetto le 8.00 ora di arrivo. Dopo aver sbarcato la macchina mi dirigo sparato verso preveza che sottopasso per 3€ con direzione lefkada, igoumenitsa-vassiliki (lefkada estremo sud) tempo di percorrenza 1,10h. Cerchiamo dove dormire dove siamo già stati l’anno scorso senza trovare il più piccolo posto libero (è anche il 14 agosto) ma senza disperare (ormai siamo entrati nello spirito greco) dopo aver girato fino alle 12.30 poco fuori pondi, subito dopo vassiliki sulla strada per vassiliki abbiamo incrociato una nuova palazzina di 3 piani con un vecchietto signore alla porta che parlando greco strettissimo veramente difficile anche per me da capire per via di una mezza paresi ci da una camera al primo piano con bagno, letto matrimoniale, A/C e balcone vista golfo di vassiliki. Cotti da una notte terribile e da un peregrinare in cerca di una camera ci abbandoniamo ad un sonno ristoratore. La serata è passata in un ristorantino di vassiliki lungo il porto in compagnia di una bottiglia di retzina e quattro pite ceniamo a luna di candela passeggiando poi fino a casa lungo la spiaggia lunghissima. 15 Agosto direttamente spiaggia di Porto Katsiki così come i restanti 8 giorni con alcune puntatine ad egremni… Piccolo inconveniente: mareggiata tra il 18 e 19 agosto, la mattina abbiamo dovuto guadare un pezzetto di spiaggia e rifugiarci a fare colazione in una piccola grotta naturale ad ammirare onde di 3/4 metri arrivarci fin sotto i piedi … Per tutta la giornata l’intensità delle onde non è calata non rendendo possibile alcun approccio al mare ma rinfrescati solo dalla spuma che si diffondeva ovunque rendendo l’aria frizzante… Gli altri giorni invece facevamo lunghe nuotate anche con le maschere e le pinne tra gli scogli… Tutte le sere le passavamo o nelle psistarie di vassiliki dove nemmeno un greco per bene voleva entrare oppure ancora a lefkada davanti il porto a magiare polipo (ctapodi) fresco all’aceto e taramà salata oppure ancora a sivota lungo il porticciolo turistico a mangiare pollo alla griglia e patate fritte tagliate a mano bevendo retzina e birra.. Il 24 agosto siamo partiti per cefalonia proprio da vassiliki.. Traversata in compagnia di una camionata di yfti (zingari) con dieci occhi sulle borse e sulla macchina ma arrivati sani e salvi a fiskardo.. Abbiamo puntato dritti verso sami e prima di arrivare abbiamo telefonato alla nostra conoscente che ci avrebbe tenuto un appartamentino nella villetta proprio fuori sami (anche qui come a lefkada cucina,A/C, vista mare). Giornata tipo cefalonita: colazione (yogurt fresco con frutta di stagione e miele locale, tiropita me tirì, donuts e latte con cioccolato) a sami o sul balcone di casa o ancora a luxuri nella spianata sotto il porticato, mare mare e ancora mare (myrthos- ormai una spiaggia deludente, xi, antisamos, ag.Ephimia…), serate a fiskardo sulla passeggiata lungo mare a piedi nudi a mangiare cozze e crostacei nei localini dei pescatori e bere robola oppure ad argostoli nella movida del centro a mangiare camminando pites e una birra ghiacciata. Abbiamo lasciato anche noi cefalonia come tutti i turisti che la lasciano a fine agosto cefalonia ma prendendo come direzione non il naturale nord ma l’estremo sud, quindi puntiamo verso patrasso dove ci fermiamo giusto il tempo per vedere ultimato il grande ponte che collega rio ad antirio (da brividi) e assistere in diretta alla cerimonia di chiusura delle olimpiadi.. Puntiamo verso sparta doppiandola in meno di due ore, la destinazione ultima è neapoli in fondo all’ultimo dito, purtroppo la strada diventa ancora più tortuosa e piccola tanto da rendere l’ultima parte del viaggio di attraversamento del peloponneso lunghissimo e per farci arrivare a neapoli giusto per vedere a 500 metri dalla costa il traghetto che punta verso khythira. Per niente scoraggiati troviamo quasi subito una camera da letto stupenda ad un prezzo bassissimo per risposarci dalla lunga macchinata.. Aperitivo a base di ouzo e mesè sulla banchina guardando la lontana khythira e la ancor più lontana creta impossibile da vedere a occhio nudo ma ad un passo dalla mente, cenetta con koriathiki e capretto arrosto sulla spiaggia di neapoli e ritorno in camera non prima di entrare nel retrobottega di una pasticceria per prendere paste fresche e brioches per il giorno seguente. Sveglia ore 9.00 e saliti sul traghetto per khytyra vediamo in lontananza un piccolo isolotto che parlando con un marinaio scopriamo essere elfonissos: la più bella spiaggia della Grecia.. Arriviamo a khythira e lasciati su un pezzo di cemento ci dirigiamo un pò spaesati verso la città principale al sud dell’isola. Fin da subito ci siamo resi conto che quest’isola non si è sviluppata sul mare ma sulle alte pianure che la rendono un’isola difficile, aspra, solitaria… Arrivati in città sotto un sole cocente non abbiamo trovato nemmeno l’ombra di una persona quindi abbastanza disperati abbiamo ripreso la stessa strada che ci aveva portati fin lì a presa una traversa che portava in aperta campagna abbiamo trovato un complesso nuovissimo e parlato con la signora ci siamo sistemati in un miniappartamento con cucina ad un prezzo tutto sommato ragionevole 30€ a notte. Purtroppo per noi l’isola non è propriamente adatta alla vita di mare che cercavamo perchè gli accessi al mare sono pochissimi e di indubbia difficoltà, quindi dopo aver parlato con una famiglia bolognese presente sull’isola già da 10 giorni abbiamo capito che il nostro soggiorno a kythira sarebbe durato pochissimo, infatti oltre l’unica spiaggia bellissima dell’isola non siamo riusciti ad andare in nessun’altra e dopo soli 2 giorni abbiamo ripreso il traghetto verso la terra ferma non prima di aver ammirato il relitto semisommerso vicino il porticciolo di backup perchè la striscia di cemento sulla quale ci avevano lasciati all’andata era sommersa da un forte mareggiata che ci ha fatto divertire non poco sul traghetto di ritorno. Ritornati a neapoli puntiamo all’isoletta di elefonissos e in meno di 1/2 ora con un brevissimo tragitto con un ferry boat sbarchiamo su questa bassa schiacciata isoletta separata dalla terra ferma da un piccolo braccio di mare attraversabile a nuoto, puntiamo direttamente alla spiaggia (ce ne sono solo due) che ci appare in tutta la sua bellezza con il sole che sta tramontando facendogli acquistare tutte le sfumature del rosa. Alloggeremo per 5 giorni in un piccolo hotel gestito da ragazzini vicino il centro cittadino proprio fronte mare e passiamo in spiaggia tutta la serata affascinati dalla spettacolarità della perfetta rotondità del golfo e dai suoi colori incredibili non ché dall’atmosfera incredibilmente rilassante e quasi hippy con un baretto di paglia dal quale provengono suoni tribali e la gente di tutte le nazioni ed età come in un grande suck indiano gioca a tavli, carte, suona la chitarra, fuma, beve e magia, balla … Ormai all’imbrunire torniamo all’hotel, e dopo una doccia tonificante (ormai siamo neri neri) decidiamo di incamminarci lungo il porticciolo dove per magia sembra essere ritornati indietro nel tempo di almeno 40 anni… Il piacere, ancora una volta, di mangiare a lume di candela con la risacca del mare in sottofondo ed assaporare ancora una volta l’inconfondibile gusto della grecia.. Per tutte cinque le sere in cui elefonissos ci ha ospitato abbiamo mangiato superbamente, bevuto alla grande (vino bianco leggermente resinato), fatto grandi nuotate nella baia.. Unico neo: una giornata di vento teso che rendeva la sabbia tropicale un vero flagello per la pelle motivo per cui abbiamo passato tutta la giornata in acqua.
Abbiamo lasciato anche Elefonissos pieni di tristezza perchè il viaggio comincia a tendere alla fine e sul traghetto per tornare sulla terraferma abbiamo deciso come proseguire il viaggio: in lizza c’era atene, città tentacolare o ancora mare magari tornando verso nord, oppure ancora cicladi. Colti da profonda nostalgia per la nostra giacinto abbiamo scelto di puntare verso patrasso passando da kalamata, kyparissia e su su fino a patrasso. Abbiamo doppiato kalamata che era già pomeriggio e scioccati dalla marea di zingari presenti in molteplici accampamenti fuori città ed arrivando dal promontorio una coltre di smog sovrastava la città abbiamo deciso di proseguire arrivando ormai in tarda serata a kyparissia e fermandoci solo per quella notte in un albergaccio fuori mano giusto il tempo di una doccia e di qualche ora di sonno non prima di aver esplorato la città a piedi e mangiato la prima pita con salsa rosa e lattuga (buonina ma niente di che)… La mattina sveglia puntata per le 6 e dopo un piccolo disguido con la proprietarie dell’hotel per delle fantomatiche chiamate fatte dalla nostra camera siamo ripartiti a marcia forzata verso killini dove siamo arrivati per vedere il traghetto per zante mollare gli ormeggi e partire.. Aspettiamo 1 ora ed eccone un altro ripartire questa volta con noi a bordo. Sbarchiamo a Zante city verso mezzogiorno e senza indecisioni andiamo direttamente al residence erietta proprio fuori dalla città su una scogliera a strapiombo sul mare con una bella piscina tropicale nel mezzo. In tutto il residence eravamo noi gli unici ospiti ed è per questo che il prezzo orginario di 150€ a notte si è trasformato nel suo terzo, forse perchè ormai eravamo oltre la metà di settembre e le giornate iniziavano a rinfrescarsi e ad accorciarsi abbiamo passato tutto il tempo a scorrazzare sull’isola conoscendone anche gli angoli più nascosti e parlando con i locali molto più disponibili data la scarsità di turisti sull’isola.. Anche i giorni a zacinto sono volati via e d eccoci un ultima volta sulla spianata di zante city alla pasticceria eriz a far scorta di baklavà e gadaifi riempiendo ogni più piccola fessura della nostra macchina ormai esausta, cotta, impolverata in profondità e con alle spalle 5000km tra i più affascinanti che abbia mai fatto.
Arriviamo a Patrasso in mattinata, ci fermiamo a mangiare un piatto di pasta e a bere un ultimo bicchiere di vino sul viale principale nel mezzo del traffico di un giorno infrasettimanale qualunque in una qualunque città greca, niente turisti sentirsi parte della vita quotidiana di migliaia di greci ma la nostra nave ci aspetta, la nostra voglia di grecia ci tiene ancora legati a questa terra, a questa gente ma la nostra vita è da un’altra parte, non guardo nella scia della nave il ponte di rio diventare sempre più piccolo ma gli occhi della mia ragazza che sento essere pieni di tutto quello che per un mese è stato il nostro vero mondo.