Tra moschee e bazar: 5 giorni a Istanbul per scoprire una città dai mille volti

Scritto da: Stefano Figus
tra moschee e bazar: 5 giorni a istanbul per scoprire una città dai mille volti

Ieri notte si è conclusa la vacanza di 5 giorni a Istanbul, metropoli nella quale mio figlio Simone sta facendo l’Erasmus. Ho sempre avuto il desiderio e la curiosità di visitare questa terra di frontiera, tra Europa ed Asia e questa è stata l’occasione giusta, dal momento che avevamo un cicerone tutto per noi.

5 giorni a Istanbul. Diario di viaggio

Giorno 1 – Moschea Blu e Santa Sofia

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Tornata recentemente a essere una moschea, Santa Sofia è stata un museo e basilica cristiana, ed è il simbolo di Istanbul

Il viaggio abbastanza agevole ci ha portato nel nuovo aeroporto internazionale (il secondo più grande al mondo), con il solo scalo a Fiumicino (di qualche ora), voli operati rispettivamente da Ita Airwais e Turkish Airlines. L’altro aeroporto si trova nella parte asiatica ed operano prevalentemente le compagnie low cost. Per alloggiare abbiamo scelto una struttura situata a Sultanahmet, zona storica del corno d’oro, dove si trovano le attrazioni principali. Sistemati i bagagli in hotel, ci siamo rifocillati con non troppa soddisfazione il piatto di adana kebab, in un locale vicino alla struttura, primo assaggio della città. Dopo una breve camminata ci siamo trovati davanti alla moschea più bella di Istanbul, la Moschea Blu e, in rapida successione separata solo da una imponente piazza, dove sono presenti una colonna di Costantino una colonna del Tempio di Delfi e la fontana Tedesca, l’altra importante Moschea di Santa Sofia (ex chiesa cristiana trasformata in moschea). Vederle di notte completamente illuminate ci hanno destato tanto stupore per la loro imponenza e dall’altezza dei minareti.

Giorno 2 – Galata

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Il quartiere di Galata, con la torre costruita durante la dominazione genovese

Il secondo giorno, dopo un caffè turco e dei dolcissimi baklava, dopo aver cambiato gli euro in lire turche, inizia con la visita degli interni delle due moschee viste dall’esterno la sera prima. La loro visita è gratuita e si accede scalzi e per le donne anche con un velo che copra la testa. I canti dei muezzin dai minareti (chiamata alla preghiera), ad altissimo volume, echeggiano in tutta la città (contemporaneamente in tutte le moschee) in orari prestabiliti ed è una cosa insolita a cui ci dovremo abituare. Prima di pranzo ci dirigiamo poi a visitare il bazar delle spezie (o bazar egizio) dove veniamo “assaliti” da venditori molto insistenti, anche se poi non acquistiamo nulla perché si compra meglio nei tanti mercatini all’aperto.

Usciti dal mercato ci troviamo davanti ad altre due moschee. Nella prima piccola, Sultan Turbesi, vi sono le tombe dei sultani; l’altra imponente, chiamata Yeni Cami, si trova di fronte allo stretto del corno d’oro ed al ponte di Galata che abbiamo attraversato poco dopo. Il famoso ponte è disposto su due livelli, quello superiore dedicato al traffico veicolare e quello sottostante, quasi a pelo d’acqua, pedonale con un susseguirsi di ristoranti.

Incontrato Simone, la mattina impegnato all’università, ci siamo recati a pranzo sul lungomare in un pittoresco locale dove abbiamo mangiato i gustosi panini con pesce e verdure, il balik ekmek. La sera nei parchi, dopo le 19,30 ora di fine del digiuno, si poteva assistere ai pic-nic che, a gruppi, steso un telo sull’erba potevano finalmente mangiare e bere. La nostra sera prosegue sempre nella parte moderna europea, dapprima visitando dall’esterno la Torre di Galata (uno dei simboli della città) realizzata dai genovesi per poi proseguire verso Piazza Taksim, attraversando la via pedonale dello shopping Istiklal caddesi, dove passa un antico tram rosso ad un vagone. Arrivati nella piazza, abbiamo mangiato in strada un kebab in uno dei locali più antichi di Istanbul e poi bevuto l’ottima birra Efes, anche se non sarà mai facile trovarla in vendita, sia perché l’alcol ha prezzi elevati a causa della notevole tassazione, ma anche perché la religione islamica ne vieta il consumo.

Giorno 3 – Sultanahmet e Kadikoy

corno d'oro, sultanahmet, ponte di galata e riva asiatica viste dalla torre di galata

La vista sul quartiere di Sultanahmet 

Il terzo giorno comincia con la visita della basilica cisterna, sempre nella zona di Sultanahmet. È un’imponente cisterna sotterranea con oltre 300 colonne, risalente al periodo giustiniano, che in passato alimentava il palazzo reale poco distante e quelli dei ricchi della zona. Si visita percorrendo delle passerelle in ferro quasi a pelo d’acqua con giochi di luce che la rendono ancor più suggestiva. Il biglietto d’ingresso è abbastanza caro, ma non si può rinunciare a tale esperienza. La nostra visita è proseguita nei giardini del palazzo reale, senza entrare nello stesso in quanto dai più parti ritenuto poco interessante e molto dispersivo. Ci siamo diretti quindi in un’altra collina a visitare la Moschea di Solimano, da cui si gode di un notevole panorama sulla città. All’uscita dalla moschea abbiamo potuto apprezzare il tè turco (anche questo è stata una costante), che loro bevono durante i pasti e in qualsiasi altra ora della giornata, per poi passare davanti al gran bazar (uno dei più grandi del mondo con al suo interno ben 60 strade), ma non lo abbiamo visitato in quanto si rischia di perdersi al suo interno. Dimenticavo, i turchi sono maestri della contraffazione, nelle bancarelle si può comprare con pochi euro, vestiario casual, sportivo, scarpe delle migliori Marche mondiali, come se fossero originali.

Incontrato Simone, nel pomeriggio per la prima volta siamo andati nella parte asiatica della città utilizzando un comodo traghetto che attraversa il Bosforo in pochi minuti, per visitare il vivace quartiere di Kadikoy (nella cui piazza vi è al centro un toro in bronzo) e mangiare qualcosa prima di andare ad assistere alla spettacolare partita di basket di Eurolega del Fenerbahce contro l’Alba Berlino, durante la quale abbiamo potuto apprezzare il fantastico tifo dei turchi e la superlativa prestazione di Nigel Hayes-Davis che ha stabilito il record di punti della competizione, ben 50! Rientrati in struttura sempre utilizzando gli efficienti e vari mezzi pubblici ( si possono usare traghetti, metro anche sotto il Bosforo, ponti, tram e bus) che ti permettono di spostarti agevolmente in una città così grande e caotica, ci riposiamo per affrontare un’altra impegnativa giornata nella parte asiatica.

Giorno 4 – Uskudar e Besiktas 

uskudar: la torre della vergine

La torre della Vergine a Uskudar

Il quarto giorno inizia prendendo il traghetto per visitare Uskudar e Besiktas, altro vivace quartiere della metropoli non prima di aver goduto di una autentica specialità nella veranda di un gradevole locale, la cosiddetta colazione turca (ma era più di un pranzo), una moltitudine di piatti freddi e caldi, dolci e salati, che abbiamo molto apprezzato. Abbiamo poi passato il pomeriggio nel bel lungo mare di Uskudar, da dove si può apprezzare la parte europea della città con lo svettare dei minareti delle moschee e il passaggio di imbarcazioni di ogni dimensione nel Bosforo, delle quali buona parte si dirigono verso il Mar Nero. La giornata piena piena si conclude con la visita della Yeni Cami (Moschea Nuova o della Valide Sultan), la più grande di Istanbul, realizzata pochi anni fa e la cena gustando l’iskender nel vivace centro di Besiktas, forse il più animato della città. Salutato Simone, con la metro ci dirigiamo al nostro hotel visto che l’indomani si torna a casa.

5 giorni a Istanbul. Consigli utili e impressioni finali

istanbul

Con i suoi 15,6 milioni di abitanti, Istanbul è la più grande città d’Europa

Istanbul fu già Bisanzio e poi Costantinopoli, desta nel visitatore un immaginario di storia archeologia, opere d’arte, cultura che però lascia delusi, in quanto di tutto questo importante passato non vi è quasi traccia. Durante la dominazione ottomana la città subì una profonda trasformazione culturale, da bizantina a ottomana e da cristiana ortodossa a islamica. Le moschee hanno soppiantato le chiese, a dimostrazione del loro dominio culturale e religioso (la chiesa di Santa Sofia ne è la plastica testimonianza).

Per quanto riguarda l’arte culinaria non si resta entusiasti, pochissimi piatti veramente attraenti e originali, di contro la spesa per mangiare è molto conveniente. La città è piena di moschee di ogni dimensione, ma una volta viste due/tre basta e avanza, perché sono ripetitive come architettura esterna ed interna, e a differenza delle chiese cristiane non possono godere di opere d’arte al loro interno, statue, dipinti, affreschi e quant’altro. A favore della città che, giova ricordarlo, ha più di 15 milioni di abitanti, contrariamente a quanto potessi immaginare, vi è la sicurezza. Nei giorni della nostra permanenza non abbiamo assistito a schiamazzi, disordini, pericoli. Ci si sentiva al sicuro in qualsiasi momento e a qualsiasi ora della giornata.

I cittadini di Istanbul sono molto corretti, rispettosi e pronti a rendersi disponibili, e in ogni occasione ti chiedono scusa “pardon”, cosa che noi abbiamo perso l’abitudine di fare con gli altri. Non si vedono neanche persone ubriache per strada e sono anche pochi i senza tetto. La città è ricchissima di gatti che si trovano ovunque, ma anche da grossi cani randagi, ma tutti dotati di microchip e, immagino, controllati periodicamente.

Altra nota positiva sono i trasporti pubblici, molto efficienti e anche abbastanza economici. Si usa una card ricaricabile, molto comoda, con la quale si può usufruire di tutti i servizi via mare e terra. All’occorrenza anche i taxi sono abbastanza economici. Il cambio della moneta è molto favorevole per noi, infatti anche gli sportelli disseminati in tutta la città, cambiano gli euro senza applicare commissioni. In conclusione mi ritengo soddisfatto della visita di questa città divisa tra Europa e Asia, è stata una bella esperienza, agevolata dalla presenza di Simone, senza il quale credo che in così pochi giorni non avremmo potuto godere di tutte le cose descritte. Selam Istanbul!

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