5 amici in islanda….1989

****PREMESSA**** in questo resoconto di viaggio non troverete molte informazioni sull’Islanda, quali alberghi, ristoranti, trasporti….anzi, praticamente nulla di tutto ciò! Il viaggio risale al 1989…e più che altro serve a me per ricordare un viaggio meraviglioso, con amici stupendi in un paese incredibile. Per chi avesse...
Scritto da: Paolo Motta 2
5 amici in islanda....1989
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
****PREMESSA**** in questo resoconto di viaggio non troverete molte informazioni sull’Islanda, quali alberghi, ristoranti, trasporti….anzi, praticamente nulla di tutto ciò! Il viaggio risale al 1989…e più che altro serve a me per ricordare un viaggio meraviglioso, con amici stupendi in un paese incredibile. Per chi avesse già letto i miei sproloqui logorroici sui viaggi in Grecia e Turchia i componenti del viaggio sono oltre a me: il PLAYBOY AFFRANTO IL VATE IL BIKER IL LUNGO (non presente nei viaggi sopraccitati – dato per disperso per delusioni di cuore) Maggio 1989, Milano. In un qualche pub irlandese, da qualche parte della città….notte fonda….decine di pinte sul tavolo….fidanzate a casa…siamo noi 5….i soliti; dobbiamo decidere la meta delle vacanze. Dopo interrail vari, ora c’è il viaggio premio per la maturità. Qualche liretta in più! Proposte: spagna….francia…scozia…IRLANDA a vedere la fabbrica della guiness (seeee….per un mese?)….grecia…(no! Troppo affollata, e poi ci vanno le nostre fidanzate!)…germania esclusa, paesi scandinavi già fatti l’anno prima….NO! non tutti! Ne manca uno! IL LUNGO propone: L’ISLANDA! Dov’è?…è un’isola…no, una penisola, si tua sorella è una penisola…ma fa freddo? Boh! ….5 giorni dopo, via Larga a Milano, zona delle compagnie aeree, uffici dell’islandair, prenotiamo il volo: Lussemburgo-Reykjvik-Lussemburgo. I mesi passano…arriva la partenza. Siamo in 5 amici affiatatissimi da almeno 10/12 anni (ne abbiamo tutti tra i 18 e i 19!). Stazione centrale, 5 sherpa arrancano sulle lunghissime e ripidissime scale mobili (rotte) sotto degli zaini degni di Messner. Treno notturno, strapieno di gente…prendiamo possesso di uno scompartimento da 6 persone…ma siamo in 5 e non vogliamo scocciatori….tattica: appendiamo un bel filo da bucato esattamente davanti alla porta scorrevole, appendiamo con le mollette ad altezza naso, calze e mutande. Chiudiamo la porta e tiriamo le tendine. Non entrerà nemmeno il controllore per tutto il viaggio; avranno pensato ad una famiglia di zingari in trasferta. Il LUNGO ha portato il conquibus, un bel pezzettone di marochhino, un bel pezzettone grosso, troppo grosso! Ma noi ce ne freghiamo…ma che ce frega…ce lo portiamo in treno attraverso svizzera, germania e Lussemburgo e poi in aereo sino in Islanda!!!! Superiamo la dogana svizzera senza accorgersene (non ci vuole molto da Milano!), stiamo arrivando in germania, manca circa 1 ora….il pezzettone o meglio la pagnotta è appena scalfito…noi siamo già nell’iperspazio…paranoia….e se ci beccano! Soluzione A: lo buttiamo dal treno. Soluzione B: lo fumiamo tutto. Provate a indovinare…… È mattino…siamo arrivati, ce ne accorgiamo perché il treno non è nella stazione di Lussemburgo, bensì è andato diretto al deposito! Con noi dentro. Ci sveglia un ragazzo africano che doveva pulire il nostro scompartimento. Ci facciamo a piedi gli svariati km dal deposito al centro città (dove si trova la stazione). Fa un caldo pazzesco. Noi siamo tutti vestiti leggeri, tranne il PLAYBOY, che è in giaccavento a luglio a città del Lussemburgo con almeno 28/30°. Lo sfottiamo per ore. Suda come un verme, ma ci dice:”vedrete in Islanda….vedrete….” si becca 4 vaffa. In effetti il nostro abbigliamento non è stato molto ponderato…anzi: abbigliamento de IL LUNGO: giacca mimetica (spessore ¼ di mm), anfibi, 1 maglione di cotone. Abbigliamento del VATE: giacchino levis peloso, 1 maglioncino di lanetta, scarpe da trekking. Abbigliamento del BIKER: maglione di lana, cerata NON imbottita, scarpe da tennis. Mio abbigliamento: 1 felpa, leggera, leggera, giacchino di jeans NON peloso, 1 camicia da taglialegna e gli anfibi…..e che anfibi ***piccola parentesi sugli anfibi*** andai a comprarli alla “bottega dell’operaio” sul naviglio grande, allora era un negozio piccolo di vestiti militari e da operai di seconda mano e nuovi, a prezzi molto bassi. Presi un bel paio di anfibi alti un 10 cm in più degli abituali anfibi, con un numero impressionante di asole per le stringhe. Peculiarità era la suola a carroarmato ma non zigrinata, liscia come un pesce. Adattissima per il deserto. Infatti andavo in Islanda. Oggi la bottega dell’operaio è un megaemporio dove vanno a vestirsi i ragazzini dei centri sociali e dei no-global, quelli contro le mode, contro le marche , contro l’assimilazione, e che infatti sono vestiti tutti uguali, più o meno un incrocio tra il cane di peter tosh e un campesinos boliviano. Aggiungo che se un campesinos boliviano li vedesse mentre si sorseggiano delle birre al Leonka e si fumano l’equivalente del suo stipendio mensile in haschish, guardando un concerto che inneggia ai poveri e sfruttati contadini sudamericani, probabilmente li prenderebbe a roncolate sulla nuca. Il cane gli urinerebbe semplicemente sui loro costosi anfibi presi alla bottega dell’operaio! ***Chiusa la parentesi*** quindi il nostro abbigliamento era ottimo per i 30° del Lussemburgo …per l’islanda? Arriviamo nel pieno centro città. Mangiammo in un bar di curdi, poi ci piazzammo in una fantastica piazzetta. Davanti a moi un meraviglioso palazzo (non so se dei granduchi del Lussemburgo, o del parlamento), e in mezzo una bella fontana. Fa caldo…molto caldo…ci denudiamo…siamo in jeans…e basta…entriamo nella fontana, prima cucciamo i piedi, poi il LUNGO resta in boxer e si fa il bagno! Il BIKER si avvicina alla fontana, lui è ancora totalmente vestito, è un attimo, lo scagliamo dentro, con passaporto e soldi., lui esce che è una furia, urla, afferra il PLAYBOY, lo lancia dentro la fontana, e nello slancio ci ricade dentro…degenera il tutto, ci tuffiamo nella fontana….galleggiamo e ci fumiamo una sigaretta…la gente passa intorno a noi, alcuni ci guardano ridendo altri con disgusto…noi stiamo come dei re! Sirene….arrivano 2 volanti della polizia. Ci fanno uscire urlando, ci maltrattano, vogliono i documenti, noi glielidiamo, IL BIKER, gli consegna una palla fradicia di carta, il suo passaporto. Ramanzina, cazziatone, infine se ne vanno. Noi ci asciughiamo al sole e infine via ll’aeroporto. Arriviamo in enorme anticipo….cosa fare per ammazzare il tempo? Compro un cassa da 18 lattine di birra. Arriva il momento dell’imbarco…è vietato portarle sull’aereo! Ce le beviamo rapidamente. Saliamo visibilmente alterati…decollo…volo…pranzo…le hostess girano con bottiglie di vino bianco e rosso tra i sedili….beviamo…ribeviamo… Mi sono dimenticato di dire che il VATE ed il PLAYBOY AFFRANTO sono 2 ottimi chitarristi, sanno a memoria centinaia di canzoni e non si imbarazzano assolutamente a cantarle ovunque. Il problema è che le hanno portate tutti e 2! In Islanda! Oltretutto per paura che venissero danneggiate le hanno portate come bagaglio a mano. L’alcool fa il resto, sono seduti uno a fianco all’altro, pigliano le chitarre, le sfoderano, le imbracciano e iniziano a suonare “good times, bad times” dei led zeppelin, cantando a squarciagola, infilano poi un paio di pezzi degli stones, se non ricordo male “break on through” dei doors, e quando iniziano a cantare “hey hey, my my” di neil young con ormai mezzo aereo che gli faceva da coro, intervengono le hostess: sequestrano le chitarre, gli ordinano di stare zitti e seuduti, pena l’arresto allo sbarco. Le hostess ci sospendono anche i rifornimenti di vino a tutti e 5! Ma noi siamo più furbi: al duty free avevo comprato un bottiglione da 2 litri di porto, apro lo scomparto, lo impugno, lo stappo e inizio a berlo, arriva la solita hostess furibonda, e sequestra anche quello! È vietato! Minacce di arresto..zitti e muti…ci addormentiamo… Atterraggio…l’islanda…scendiamo dall’aereo, un aereo grosso, da almeno 200 persone, ma scendiamo non più di 10/12, compresi noi. Il volo continua verso new york. Nella nostra sconfinata ignoranza pensiamo di essere a reykjavik….ritiriamo i bagagli, dogana, usciamo…il nulla…20 case…ma dove siamo finiti? Siamo a keflavik, una sorta di malpensa islandese: 45 km da reykjavik. Fa un freddo pazzesco…il PLAYBOY ci piglia per il culo, stiamo gelando…era metà pomeriggio e c’erano 4/5°, non di più. Autobus verso il centro città. Reykjavik è molto bella, assomiglia a narvik in Norvegia, casette basse, massimo 2 piani, molte in legno, pulitissima, ordinata….ci vive più della metà degli islandesi. Ed essendo composta solo da case ad un piano è enorme, pur avendo solo 180.000 abitanti, chilometri di strade e stradine, tutte su colline….il campeggio è ovviamente lontanissimo dal centro. E ci andiamo a piedi. 2 ore! Il campeggio è misero: 1 prato (per forza, se non c’è lerba lì), 20 bagni, 2 tavolini da 6 persone per mangiare, niente cucina, un uffico del turismo grosso come una tazzina. Va beh…ma che ce frega siamo giovani noi! Piantiamo le tende. Prendiamo una cartina della città, raccogliamo informazioni e iniziamo a visitare la città. Vaghiamo, laghetti, parchi, papere, islandesi….femmine islandesi…alt! Meravigliose, stupende, sublimi, eccezionali, bellissimi, incredibile, fantastiche…..tutte sino ai 16/17 anni…poi il 70% esplode trasformandosi come la zucca di cenerentola; solo che si trasformano in mongolfiere. Enormi, dilatate, gigantesche, gonfie, botrille, con dei visi ancora bellissimi ma deformati dalla ciccia. A noi dopotutto non ce ne frega nulla…abbiamo 18 anni e le 16enni ci vanno più che bene! Fame, dobbiamo mangiare. I ristoranti sono pochi, anche in centro, e i prezzi esposti in vetrina fanno spavento…noi abbiamo 1 milione a testa per 35 giorni! Una cena costa circa 50.000/60.000 lire! Andiamo in un fast food artigianale. Cottura al momento. Ci siamo solo noi 5. Ordiniamo al cuoco, un specie di punk. Siamo stanchi ci sediao in silenzio a guardare fuori dalla vetrina…la carne sfreguglia sulla piastra….poi un boato…un rutto da applausi….ci guardiao tutti e 5, tutti con occhi interrogativi. Nessuno vuole amettere! Sfrigolio di carne….bbbbbboooooommmmm, altro rutto! È il cuoco! In Islanda si usa così. Il rutto è come un colpetto di tosse. Ci adeguiamo. Mangiamo i nostri minuscoli hamburger e la fame ci si triplica….siamo per strada e vediamo decine di ragazzi islandesi che mangiano un rettangolone di materiale grigio/beige, strappandone a morsi dei pezzi…e mangiano con gusto. Poco dopo troviamo un chiosco che vende quello strano alimento….ovviamente tutto è scritto in islandese, lingua orrenda e incomprensibile con tanto di lettere mai viste! Ne compro uno…lo scarto, è come avere in mano un ghiacciolo di 30 cm, piatto…puzza di pesce…è pesce, pesce secco…merluzzo..baccalà! immangiabile! Arriva la notte…o meglio dovrebbe arrivare la notte…e invece no….è luglio e il buio di reykjavik equivale ad un nostro tramonto. Cerchiamo un bar per bere una birra. Il primo non serve alcolici. Il secondo neppure. Al terzo chiediamo. La birra è stata legalizzata da pochi mesi, a marzo 1989, dopo più di 150 anni di proibizionismo! L’islanda rimase sotto il controllo duro e coloniale della Danimarca per secoli. E gli islandesi erano famosi alcolizzati. La corona danese quindi decise la vendita della birra in tutta l’islanda! Per nostra salvezza nel luglio 89 erano stati aperti ben 4 pubs che potevano vendere birra europea. Tutti gli altri vendevano birra analcolica e birra al malto di …..MIELE! Ci facciamo indicare il pub più vicino al campeggio; sorpresa è a non più di 1 km a piedi. Ci arriviamo, è sul lungomare, nella zona squallida industriale. Un enorme magazzino, soppalcato con dentro un meraviglioso pub con decine di divanetti, un palchetto minuscolo per concerti e un bancone di 20 metri. E soprattutto diverse birre tedesche e inglesi alla spina. È abbastanza affollato, perlopiù da giovani, molti metallari, giubbotti chiodati e torchiati, pelo lungo. All’inizio ci ignorano, noi ordiniamo e ci piazziamo su un divanetto; dobbiamo decidere che fare, se partire subito per il giro dell’Islanda o reiterare qualche giorno nella capitale. Abbiamo ovviamente 5 pareri discordanti pur con solo 2 possibilità. Il posto si riempie, ci sono circa un centinaio di ragazzi e di splendide giovani fanciulle (giovani perché ancora magre). Sale un gruppo sul palco….iniziano a suonare nell’indifferenza totale…nessuno se li file…noi ascoltiamo e ….ci pare di aver già sentito quel pezzo…in serie suonano: birthday, coldsweat, delicious demon….poi …deus….ma allora sembrano…ma no sono…si sono gli “sugarcubes” e la cantante è bjork! non ci sembra vero….ma agli altri 100 islandesi non frega nulla. Anzi parlano tra loro facendo un casino che quasi sovrasta la musica. Gli sugarcubes suonano una decina di pezzi…poi si stufano, vanno al bar a bersi una birra, nell’indifferenza totale. (gli sugarcubes pur essendo tutti islandesi vivevano a Londra e in Islanda sino al 1990 erano pressoché sconosciuti). Noi piombiamo come delle faine. Con il nostro orrendo e maccheronico inglese cerchiamo di comunicare con loro….bjork è bellissima, alta come un turacciolo, ma bellissima. Sinceramente non ci cagano mica tanto, abbozzano delle risposte, 2 chiacchere e ci fanno capire che non glienefrega nulla di parlare con 5 italiani mezzi ciuchi. Con coda e orecchie tra le gambe torniamo a sederci sul nostro triste divanetto. Lro suonano altri ¾ pezzi, poi se ne vanno, lasciando tutta la strumentazione (evidentemente del bar) lì. La tentazione per i nostri 2 chitarristi è enorme! Chiedono al barman. Lui li guarda con occhio pallato e gli da l’o.k. Saliamo sul palco: 1 chitarrista alla chitarra; 1 chitarrista al basso; io per la 1° volta nella mia vita alla batteria (il mio sogno), il LUNGO all’altra chitarra (almeno sa strimpellare smoke on the water), IL BIKER alla voce con IL VATE chitarrista. Primo pezzo. Scelgono i sinistrorsi del gruppo: BELLA CIAO. Iniziamo 100 persone si girano e ci guardano come matti. Metà ride, l’altra metà aspetta 10 secondi e poi ride. Noi andiamo avanti. Dopo bella ciao, parte “KISS OFF” dei violent femmes….nonostante la mia orrenda batteria il pezzo viene bene, ridono di meno, io abbandono la batteria e mi unisco ai vocalist, smettono di ridere (non per la mia voce, ma perché non suono più la batteria), se non sbaglio abbiamo suonato il nostro cavallo di battaglia “hey hey, my my”, qualcosa di lou reed, e chiudiamo con “whole lotta rosie” dei primi ac/dc….e con 1 solo pezzo ci facciamo amici l’80% del locale e cioè i metallari! Passiamo la serata come delle star, ci offrono da bere, conosciamo tutti, non grazie alla musica, bensì grazie al fatto che eravamo come degli extraterrestri. In Islanda il turismo era ancora una rarità. Ci divertimmo un casino, conoscemmo una marea di ragazze/i e il PLAYBOY scaglio il suo fluido magnetico su una povera vittima locale! Dopo mezz’ora erano già partiti in taxi verso la casa di lei! Noi ci mangiavamo le dita. Il bar chiuse verso l’alba (che non esiste in Islanda), comunque dovevano essere circa le 6 del mattino. Andiamo in tenda. 2 tende; equipaggi: io, il LUNGO e il BIKER. Nell’altra il VATE e il PLAYBOY. In tenda fa un freddo cane, io sono l’unico che si salva grazie ad un nuovissimo sacco a pelo da –35° , gli altri hanno sacchi estivi. Passano 12 ore noi pazzeggiamo al campeggio e in centro, compriamo i biglietti per il giro dell’islanda in autobus. All’epoca non esistevano le strade che attraversano l’isola (ora ci sono), e l’unica strada era la ring-road, che , ovviamente, gira tutta l’isola, quasi sempre lungo le coste. Con il nostro biglietto potevamo girare per 30 giorni illimitatamente ma solo in una direzione di marcia. E intanto del PLAYBOY nessuna traccia. A noi scocciava assai! Torna la sera, torniamo al solito bar. Come delle stars consumate arrivamo più tardi, e facciao un ingresso degno di muhammed alì. Tutti i metallari ci accolgono calorosamente….beviamo come otri….partono i deliri…IL LUNGO invita a casa sua in montagna circa 10 metallari e gli da appuntamento per ferragosto alla stazione di milano.ne pagherà le conseguenze. Verso le 4 del mattino arrivano IL PLAYBOY (mica tanto affranto) e SIGNORA. Lei lo molla a noi e se ne va dalle sue amiche. Lui immediatamente (non vedeva l’ora) ci racconta (non vedevamo l’ora). Lei ha 17 anni. Vive da sola. Lavora in banca. È in ferie. Ieri sera vanno a casa sua. A due piani, vanno sopra. Fanno le loro cosine, che tralascio, ma mi potrei dilungare avendone conoscenza dettagliatissima, poi lui si addormenta. Pianto. Urla….urla di un bebe’. È il figlio di lei. E l’ora della poppata. Lei si alza, prende il bambino da un’altra stanza, lo porta a letto e inizia ad alattarlo. Il PLAYBOY si inquieta lievemente. Ridormono. In tarda mattinata scendono a fare colazione al piano sotto, stanno mangiando. Rumore di chiavi , si apre una porta, entra un islandese, giovane, ed enorme come tutti gli islandesi, saluta la ragazza, dandole un bacio sulla guancia, si presenta al PLAYBOY, saluta il bambino facendogli dei versetti e il solletico, arraffa una borsa da studio e se na va salutando educatamente. Il PLAYBOY chiede con fare consumato quanti anni ha suo fratello, lei lo guarda e gli dice che è il padre del bambino. Lui resta un po’ gelato. Vivono insieme, lui al piano di sotto lei al piano di sopra, hanno un figlio di 7/8 mesi, ma ora le cose non vanno tanto bene…… All’alba andiamo in una ventina a mangiare a casa di uno dei metallari, mangiamo veramente, ma veramente male. IL LUNGO continua ad invitare gente…ormai ha riempito un boeing 737! Campeggio e buonanotte al freddo. Stiamo dormendo quando una ventata spicchetta 2 lati della tenda…usciamo sotto l’acqua, ripicchettiamo….dopo 5 minuti accade la stessa cosa….dopo altri 10 idem…e così via. Dopo 1 ora io e il LUNGO andiamo a dormire seduti dentro i cessi del campeggio. È caldo e umido…un po’ zozzo però meglio che fuori. Ci addormentiamo. A un certo punto ci svegliamo, dalla zona dei lavandini che noi non vediamo, qualcuno sta cantando a squarcia gola….sono le 4 del mattino. Il LUNGO, minaccioso si alza….mi chiama e mi presenta uno spilungone di almeno 2 metri che si sta tingendo i capelli di rosso fuoco. Ha il classico abbigliamento da campeggiatore/turista: anfibi alti squasi sino al ginocchio, pantaloni in pelle nera, maglietta dei dead kennedys, chiodo torchiato e pieno di scritte, catene e lucchetti al collo, tatuaggi sulla guancia! È un punk. Svizzero di berna. Ci parla in un misto di inglese, francese, italiano, spagnolo e portoghese….non si capisce quasi nulla. È un fiume in piena. Noi ci sediamo lui in piedi davanti a noi fa un monologo di 2 ore. Raccontandoci i cazzi suoi (dei quali noi non eravamo minimamente interessati). Ci strema. È un geologo, da 1 mese vive nei cessi del campeggio. Arriva alle 10.00 quando gli ultimi gestori vanno via e scappa alle 6.30 quando tornano. Per il resto del giorno va nei dintorni di reykjavik a cercare pietre! Sono le 6.30 speriamo in una sua rapida dipartita….no! entra nei cessi uno svedese o norvegese…il punk lo abbraccia, si parlano in una qualche lingua scandinava. Ci presenta e lo scandinavo ci invita a fare colazione sui tavolini. Offre lui. È un geologo pure lui e a differenza del punk ha la tenda, piena di sassi, e tiene pure i sassi del punk! Alle 8.00 compaiono anche i nostri altri amici, il punk, fortuna loro, deve sparire non prima di farci un PREZIOSO REGALO, sue parole. Lui parte entro pochissimi giorni ed ha un enorme sacco, almeno 4 chili, di cibi liofilizzati. Di tutto, tutte le verdure, frutta, riso, pasta…ogni cosa. Noi gli diciamo che non abbiamo le pentole…niente vuole che lo teniamo noi. Ce lo passa come il testimone in una finale della 4×100 alle olimpiadi. Lo infiliamo nello zaino del PLAYBOY, che intanto è andato al bagno. Ben in fondo. Sotto tutto. È pomeriggio, iniziamo a puzzare….è ora di trovare una doccia….il cesso dei campeggi non ha le docce! Chiediamo. Ci indicano a pochissima distanza una piscina! Funziona così. Ogni minuscolo paese islandese ha una piscina olimpionica ALL’APERTO! L’acqua è caldissima grazie alle sorgenti calde presenti ovunque e tutti i campeggi sono convenzionati con le piscine, ci si lava là. Ci adeguiamo. Già che ci siamo facciao un bagno. Ovviamente non abbiamo i costumi. Spille da balia per chiudere lo sgrullatoio dei boxer! Il momento critico è tra l’uscita delle docce e la piscina….non sono mai 5/10 metri. No! Almeno 50 metri sotto la pioggi, sull’erba gelida! È vero mi ero dimenticato di dire una cosa: da quando eravamo atterrati PIOVEVA.SEMPRE. SENZA SOSTA! Una leggerissima pioggiarellina, minuscola, quasi pulviscolo, quasi non te ne accorgi, ma in 10 minuti sei zuppo. Una gioia. Passa così un’ultima sera al solito bar con i soliti metallari. Non andiamo nemmeno a dormire. Alle 7.00 parte l’autobus per la ring-road. Mentre andiamo in centro sotto la pioggia incontriamo una macchina rossa targata Milano!!!!! Non ci crediamo, li rincorriamo, si fermano. Sono 2 pazzi che vogliono farsi l’interno, passando per le piste sterrate. Ci dicono che oltretutto è proibito da diversi mesi per la forte attività sismica e vulcanica degli ultimi mesi…ma dicono che ormai hanno deciso, hanno spedito la macchina via nave da Copenaghen spendendo un rene. Ormai devono! Hanno 4 ruote di scorta, fast, crick di riserva…. Arriviamo alla bus station. Ecco l’autobus. E che autobus! Avrà almeno 35 anni, di fabbricazione del blocco orientale, con ruote da trattore e grate davanti ai fanali anteriori e posteriori. 2 enormi ruote di scorta sul tetto! Si parte. Sobborghi sterminati di reykjavik….poi il nulla….prati, prati, pecore, pecore, niente case, niente esseri umani…poi iniziano i fiordi, bellissimo il primo, carino il secondo, du’ palle il terzo….e sì. La strada, non essendoci nemmeno un ponte che li scavalchi se li fa tutti. Dai fiordi piccolini di un paio di km sino a quelli di 8/10 o più km. Il tutto moltiplicato per 2; da una parte e dall’altra. Morale: 150 km in linea d’aria sono in realtà almeno 250 km di strada. Perlopiù sterrata. E con guadi!!!! Non ci sono ponti , se non sui fiumi più grossi. Il traffico è nullo. Ore e ore, giochiamo a scopone, che notoriamente si gioca in 4, il BIKER, che non sa giocare è felicissimo di ciò. Facciamo decine di mani…. Non so sinceramente perché ci fermammo in quel paese, se per la stanchezza di 8 ore di cammello/pulman o per qualche altro oscuro motivo! Comunque siamo a: HVAMMANSTANGJI. Non cercatelo sulle cartine…ci ho provato al ritorno….e non l’ho mai quasi trovato. L’autobus si ferma, dalla ring-road parte una stretta strada, sterrata…in lontananza vediamo dei tetti e un campanile. Camminiamo, sono almeno un paio di km. Arriviamo alla megalopoli: 20/25 casette di legno, belle e ordinate, un drugstore/benzinaio/bar/tavola calda/farmacia/minimarket/edicola/pompiere!, una chiesa in legno, di stile scandinavo perfettamente bianca. In giro non c’è anima viva. Cerchiamo un prato per mettere le tende, sembrava una scelta facile, e invece no! Il terreno pur essendo quasi pianeggiante è totalmente cosparso di gobbe di terra ed erba alte anche 30 cm. Non riusciamo nemmeno a camminare. Giriamo per tutto il paese. Niente, o piantiamo la tenda nel giardinetto di una villetta…oppure….andiamo sul retro della chiesa. L’area è recintata e il terreno è perfettamente pianeggiante. Fantastico. Oltretutto la chiesa ha la parte posteriore rivolta alle montagne e ci fa da barriera al tremendo vento gelido che arriva dal fiordo a pochi km. Ci accampiamo. Andiamo al drugstore, piove. È chiuso. Non abbiamo nulla da mangiare….siamo anche incazzati e furibondi perché la decisione di esser lì è stata unanime e non possiamo incazzarci con nessuno! A pranzo avevamo saltato perché eravamo in autobus, la cena salta. Dormiamo, un freddo spaventoso, vento, la pioggia diventa violenta. Nottataccia. Ci alziamo moooolto presto. Andiamo al drugstore…è CHIUSO!!!! Salta la colazione. Non sappiamo cosa fare. In lontananza verso le montagne vediamo delle cascate…per quello che abbiamo da fare…ci andiamo…sembrano lontane, ma non troppo. La fatic apeggiore è camminare sul terreno accidentato, si fa il triplo della fatica, è come salire e scendere in continuazione da dei gradoni, sali e scendi, cadi, ti rialzi…. E le montagne non si avvicinano. Ci arriviamo dopo quasi 3 ore. Sono più delle colline, ripide, ma non montagne. La cascata è carina, ma non nulla di chè. Non mi ricordo a chi è venuta la geniale idea (di sicuro non a me essendo il pigro della banda), comunque saliamo su per la collina. Io sono stremato, a ¾ della salita getto la spugna. Mi siedo dietro un grosso masso per ripararmi dal vento e gli dico di proseguire, maledicendoli. Mi hanno ritrovato dopo un paio di ore mentre me ne dormivo beatamente sotto la pioggia. In cima alla collina c’era…il nulla. Torniamo distrutti e devastati alle tende. Il pranzo è saltato. Arriviamo che è quasi ora di cena! Il drugstore è chiuso!!!!! Sta per saltare la cena. Siamo ammutoliti. L’autobus passerà di lì solo a metà del pomeriggio successivo! Siamo seduti spalle al muro della chiesa per ripararci dalla pioggia, quando….arrivano 2 angeli…ma due angeli veri, due angeli a cavallo, due angeli, dai lunghi capelli biondi, con freni e frecce al posto giusto, sorrisi stupendi e si fermano appena fuori dal recinto della chiesa. Ci sorridono e ci lanciano un sacchetto con dentro una decina di pomodori freschi belli grossi, 3 tavolette di cioccolato e un paio di confezioni di wurstel!!!!!!!!! I pomodori sono dispari. Ce li giochiamo a carte mentre mangiamo la cioccolata. Tocca ai wurstel….ma crudi….no! facciamo un fuoco. Già! E la legna. L’islanda è, credo, l’unica nazione al mondo ad avere abolito, tagliato , sterminato TUTTI GLI ALBERI. Li hanno tagliati tutti nei secoli, per costruire case, accendere fuochi, varare navi…oggi lo devono importare dalla Norvegia. E l’arbusto più alto misura circa 15 cm. Non ci scoraggiamo; andiamo al drugstore, ovviamente chiuso e sul retro troviamo ciò che cercavamo una decina di cassette della frutta in compensato. Facciamo al fuoco, e lo facciamo quasi a ridosso della chiesa, dove il tetto sporgente lo e ci ripara dalla incessante pioggia. Mangiamo i wurstel, che ci sembrano eccezionali. Poi, spossati, rotoliamo nelle tende e dormiamo. C’è più luce del solito, deve essere giorno, IL LUNGO si dimena, esce dalla tenda, deve fare i bisogni (difficilissimo in un paese senza alberi!), esce…..si senteno testuali parole:”OOOHHH CRISTOOOO!!!!!, OOOHHH RAGA, VIA, ANDIAMOCENE…SMONTIAMO LE TENDE…” Ci affacciamo tutti e 4 dagli oblò. Tragedia. Noi siamo andati a dormire in tenda e ci siamo spenti come delle candele esaurite, il fuoco NO! No, ha continuato a bruciare per qualche ora, e tutto il fumo nero che si produceva dal cartone e dal compensato bruciato aveva realizzato una splendida strisciata di 4 metri per 2 sulla linda, bianchissima e sacra parete della chiesetta! Seguiamo il suggerimento, in 10 minuti siamo già fuori dal recinto della chiesa profanata. Per fortuna è ancora molto presto…ci incamminiamo verso la lontana fermata della ring-road….ma alt! Il drugstore è aperto. Entriamo. C’è un 50enne con occhio spento e sizza in bocca al bancone. Gli ordiniamo una colazione da 12 persone, uova, bacon, caffè, brioche…di tutto. Poi, per fargliela pagare, uno ad uno andiamo al bagno, dove ci facciamo una doccia usando il suo lavandino. Lui intanto fa conversazione. Ci dice che è stato in italia. La decanta, fantastica, bellissima, mare, caldo, ci vuole tornare….ci dice che è stato a LEGNANO! Noi iniziamo a dargli corda, gli suggeriamo di provare ad andare a fare le terme a BUSTO ARSIZIO, a fare i fanghi a GALLARATE, ad andare a fare immersioni a SARONNO….. Poi ci mostra una cartolina del posto dove era stato….LIGNANO SABBIADORO. Ormai….paghiamo, gli lasciamo un bagno semiallagato e da disinfestare e ce ne andiamo. Addio HVAMMANSTANGJI. O come diavolo ti chiami. Desolata landa di 60 abitanti (tranne 2 splendidi angeli a cavallo). Ore sotto l’acqua…alla fine arriva, in ritardo il pullman. Si parte, la tappa successiva è a parecchie altre ore di autobus. Questa volta non siamo i soli. Ci sono almeno altri 8/10 turisti, ogn’uno si fa i fatti propri. Dopo troppi fiordi e in paesaggi per ora monotono di colline noiose e prati arriviamo ad AKUREYRI. La 2° città più grossa dell’islanda, la capitale del nord, la città museo…tutto ciò era scritto sull’opuscolo preso all’ufficio del turismo a reykjavik. AKURYRI: 11.000 abitanti, posta in fondo ad un fiordo, casette in legno, uno squallido orto botanico, dove crescono solo erba e licheni, 1 bar, 5 negozi. Almeno il campeggio è ottimo. Molto meglio di quello della capitale, e anche abbastanza affollato. Arriviamo che è abbastanza tardi, e durante la notte, mentre dormiamo, ci vengono a svegliare…chi scassa? Sono i gestori, ci fanno uscire, c’è l’aurora boreale! Incredibile, il cielo squarciato da folgori, verdi, azzurre, rosse, da formazioni elettriche colorate….una meraviglia….oltretutto ci dicono una rarità, era da tanti anni che non la vedevano! E noi quasi dormivamo. Oltretutto qua al nord dell’islanda, non c’è praticamente differenza tra giorno e notte. Viene un po’ di buio solo tra le 3 e le 5 del mattino, per il resto è sempre giorno. Torniamo a dormire, ci svegliamo…in tenda, incredibile, fa caldino….c’è il sole!!!!! Dopo una settimana, finalmente il cielo è totoalmente blu, non piove, c’è il sole…. o.k.? ma che fare ad akureyri….visitare la città! Andiamo a visitare l’attrattiva locale, la casa più antica dell’islanda: una casetta in legno di circa 200 anni fa. ‘na tristezza! C’è poco da fare dopo 3 ore abbiamo girato tutto. Torniamo al campeggio….e che facciamo per la noia? Una bella partita a peppatencia con penitenze (peppatencia è il nome in milanese di un gioco comune, chi resta con in mano la donna di picch, espia!). Ovviamente le penitenze assomigliano più a delle condanne. Io ordine sparso, perché non me le ricordo tutte: il LUNGO: 1° spicchettare in pieno pomeriggio almeno 3 tende con la gente dentro. Rischierà botte da orbi. 2° cantare una canzone a scelta a squarcia gola, in piedi su un tavolino del campeggio. IL BIKER: deve chiedere ad una ragazza che stava lavando circa 20 piatti e pentole con l’acqua gelida del campeggio di fare lui il lavoro per lei. IO: devo chiedere ad un energumeno con grugno, probabilmente tedesco, seduto al tavolino a fianco al nostro di poter firmare le circa 30 cartoline che stava minuziosamente scrivendo ad amici e parenti. IL PLAYBOY: 1°mettersi in boxer e attraversare l’intero campeggio di corsa (era lungo almeno 50 metri) cantando “un italiano vero” di toto cutugno. 2° chiedere ad uno scandinavo al bar del campeggio di bere a canna dalla sua bottiglia di birra. (l’ha scampata perché quello ha finito la birra prima). IL VATE: rubare almeno 10 cartoline al bureau del campeggio (non c’è riuscito ed ha dovuto pagarle tutte!). N.B. Ogni penitenza è stata eseguita. Dopo questo ludico pomeriggio, andammo a cena in centro paese. Mangiamo, troviamo un baretto, e ci piazziamo a bere al bancone; non c’erano turisti e nemmeno persone normali. Era il baretto degli sbandati ed alcolizzati di akureyri (in tutto 6). Il bar chiuse presto, verso le 3 o le 4, ci cacciarono fuori e vagammo tutta notte con quei 6 pazzi. Ancora una volta e direttamente andammo a prendere l’autobus per la tappa successiva. Eravamo ancora belli imbastiti. Il tragitto era per fortuna abbastanza breve, 3 o 4 ore, con la strada quasi sempre asfaltata. Nella fretta non avevamo rifatto le tende a regola. I picchetti e le stecche pieghevoli della nostra tenda erano rimaste dentro un sacchetto azzurrognolo e buttate in mezzo ai bagagli nel ventre dell’autobus…. Si arriva al LAGO MYVATN. Il regno delle mosche e delle zanzare. Si scaricano i bagagli, il BIKER, viene incaricato di prendere la tenda, la MIA tenda. Arriviamo al campeggio. Montiamo le tende….manca il sacchetto con i pali e i picchetti! Cerchiamo di uccidere il BIKER. La tenda è inutilizzabile. La zona del lago myvatn non ha nemmeno un paese. C’è il lago, ci sono miliardi di zanzare, e il campeggio. Punto. Nessun negozio di campeggio. L’omino del campeggio non ha tende da noleggiare. Risolveremo più avanti. Ora ci adatteremo. Il lago è una meraviglia, colori splendidi, isolotti erbosi, soffioni boraciferi nel terreno, fonti termali, bagni caldi….una meraviglia, tranne che per i maledetti insetti. La prima notte, la passiamo liscia, il tempo è ancora bello. Mettiamo per terra la tenda, entriamo vestiti nei sacchi a pelo ci mettiamo sopra l’altro telo e dormiamo così. Fa freddo! Il secondo giorno andiamo a vedere delle sorgenti termali a un paio di ore di cammino; uno splendido laghetto da cui escono tre enormi penncchi di fumo denso e bianco, gorgogliano e facendo un rumore infernale. Mangiamo al bar del campeggio e ci rendiamo conto di aver già speso 1/3 dei soldi….dobbiamo risparmiare. 2° notte all’aperto, il tempo sembre reggere….stimao dormendo…plic, plic…plic….piove….tiriamo su tutto, tra le risate del VATE e del PLAYBOY, chiusi nella loro canadese, ci rifiliamo gli zaini tra i due strati e andiamo a dormire seduti sul pavimento dei cessi del camping! Ogni 10 minuti a turno diamo del pirla al BIKER. Via si riparte verso la tappa successiva…EGILSTADIRR…o qualcosa del genere. Paese minuscolo a metà su un lago che sembra più un fiordo. Dobbiamo trovare una tenda e troviamo un negozio da campeggio. La tenda più schifosa e piccola costa più di tutto quello che abbiamo. Decidiamo che il BIKER deve rubarla nel negozio. Lui non ci sta. Lo minacciamo, alla fine va….dopo 1 ora torna…non se la sente. Egilstadirr è uno di quei posti dimenticati dagli dei….dove dei turisti si chiedono cosa cazzo ci fanno lì! Boh! Intanto al campeggio incontriamo una coppia di svizzeri tedeschi, 2 omosessuali, che avevamo già intravisto al campeggio di reykjavik e di akureyri. Uno dei 2, magrissimo, alto, barba e baffi, occhialini ha ancora su la stessa felpa con su scritto LUKE ZIPPER. È davanti alla sua tenda. Con la tuta e la felpa. Ma è in verticale. Con gli occhi chiusi che medita. Sotto la pioggia! Noi restiamo a guardarlo 10 minuti ridendo…alla fine disturbato si ribalta e cade all’indietro sulla tenda e tirando una tallonata al suo socio che beatamente dormiva. Si è autobattezzato LUKZIPPER. Lo rincontreremo. Passiamo una giornata noiosissimo, non c’è nemmeno un bar….. Per fortuna il giorno dopo si parte verso SKAFTAFELL, alle pendici del ghiacciaio VATNAJOKULL, grosso come l’umbria! In autobus, ci sono anche lukzipper e il suo amico. Lukzipper ha in mano una lattina di coca cola piena, si siede e l’autobus parte…dopo circa 1 ora, IL VATE che era seduto nella fila davati agli svizzeri ci chiama. Andiamo a vedere. Lukzipper mentre dormiva ha rovesciato mezza lattina di coca, sul maglione del suo amico. Nessuno dei 2 se ne è ancora accorto! Il viaggio è finalmente meraviglioso, si passa da pesaggi vulcanici, a landa desolate di lave, a splendide colline erbose, colori diversissimi tra loro, in totale contrato, come sempre zero alberi, in lontananza si vedono catene di monti innevati, vulcani….attraversiamo almeno una decina di guadi ed ad uno dobbiamo scendere tutti e passare su una passerella in legno, l’autobus potrebbe ribaltarsi…invece, per fortuna, ce la fa. Prima di skaftafell, l’autobus si ferma per circa 1 ora ad un lago dove arriva uno dei rami del ghiacciaio, si staccano piccolissimi iceberg, che poi galleggiano lentamente verso il lago e da lì al vicino mare….colori incredibili…fantastico. Grazie al sole, vedevamo finalmente i colori veri di questa natura. Un blu del lago e l’azzurro del cielo incredibili! Poi skaftafell. Nessuna paese. Solo un gigantesco campeggio. Gli islandesi fanno pochissime ferie e skaftafell è uno dei posti più turistici della nazione. Passano le vacanze lì! L’area è fortunata perché grazie al passaggio della corrente del golfo a poche miglia dalla costa, il clima è caldo, di giorno ci sono anche 15/20° al sole, il tempo è spessissimo bello, ed è l’unica zona dell’islanda dove lgi arbusti arrivano a quasi 1 metro di altezza. Piantiamo l’unica tenda e finalmente ne noleggiamo una. Solo il telo superiore. Non c’è lo strato sotto. E la tenda arriva a 20 cm da terra, poi ci sono solo i tiranti! Va beh…fa meno freddo del solito. Poi iniziamo a girare, per prima cosa la splendida cascata circondata da rocce dalla forma esagonale (ottagonale?), un posto meraviglioso, verrebbe voglia di farci il bagno. (ad un matto verrebbe la voglia). Poi il giorno dopo partiamo per l’escursione al ghiacciao. Andiamo all’ufficio del turismo. Ci indicano il sentiero, nessuna mappa, ci chiedono i nomi e ci dicono che se entro le 18.00 non siamo al bureau a confermare il ritorno verrano a cercarci con gli elicotteri, con conseguente pagamento di una cifra esorbitante. Cerca anche di darci dei ramponi da ghiaccio…noi crediamo siano a pagamento….invece erano, ahinoi, gratis…. 1 oretta per arrivare alle pendici della lingua glaciale più vicina….uno spettacolo incredibile. Una massa di ghiaccio sterminata, enorme, alta almeno 20 metri, frastagliata, tormentata, che si riversa dentro un fiume che scaturisce dalle sue viscere…fantastico…enorme. Guadiamo il fiume e arriviamo al punto di accesso al VATNAJOKULL. Essendo un ghiacciaio non ci sono sentieri, ovviamente. Camminiamo, vaghiamo, all’inizio il terreno e cosparso di sassi e terra, rendendo il ghiaccio non scivoloso. Avanziamo, per almeno un paio di ore, ogni tanto girandoci vediamo sempre più in lontananza la fine della lingua gelata e in fondo in fondo il mare. Poi, il ghiaccio diventa sempre più azzurrognolo, bianco, grigio…da piatto iniziano a sollevarsi enormi seracchi, lame di metri di ghiaccio perpendicolari al terreno. Arriviamo in cima ad una cresta e sotto di noi troviamo uno splendido lago! Un lago blu, dentro un ghiacciaio. Cerchiamo di scendere dalle ripide pareti, verso questa sorta di caldera…i miei stupendi anfibi da deserto con suola a saponetta si mettono all’opera, faccio 1 passo e parto in un volo di 30 metri scivolando quasi dentro il lago. Per fortuna la gravità mi arresta una decina di metri prima. Fatico solo a restare fermo. Scattiamo un po’ di foto, beviamo un po’ d’acqua e decidiamo di risalire….già risalire….gli altri, cadendo a ripetizione ce la fanno…io assolutamente no. Resto inchiodato sul fondo. Ogni minimo passo in salita decollo di schiena. Dopo circa 20 cadute ho le mani che sembrano due scaloppine, completamente tagliate dal ghiaccio dove cerco di aggrapparmi. (niente guanti ovviamente, siamo in Islanda…a che servono?) Alla fine grazie ad una catena umana, mi pigliano e mi trascinano, strisciandomi per terra sino alla cresta della “caldera”. Vivi e fuori. Si…ma fuori dove? Siamo usciti dalla parte sbagliata e davanti a noi ci sono solo seracchi e alte montagnole di ghiaccio, crepacci di qualche metro e cumuli di neve….dov’è l’uscita? Non ci scoraggiamo, giriamo per un’altra ora….ma il mare non si vede! Ci siamo totalmente persi. Come uscirne? Arrampicandoci in cima alla collinetta di ghiaccio più alta e cercare di vedere il mare! Troviamo un alta e ripida parete di ghiaccio. Gli altri salgono….io ovviamente cado,ricado, stracaro….e lentamente scivolo dentro un crepaccio…piccolo, profondo poco più della mia altezza…già, ma come ne esco? Delle mani tese cercano di afferrarmi, mi allungo le affero mi tirano su, scivolano anche loro, cadono e io rivolo dentro il crepaccio. Ci abbaimo impiegato mezz’ora! Le mie mani sono oramai della fiorentine al sangue, gocciolano letteralmente, lascio la scia….sono una sorta di pollicino vivente! Comunque qualcosa di positivo c’è stato, il LUNGO ha visto il mare, lo seguiamo e per la prima volta in vita sua ha scelto la direzione giusta (normalmente il LUNGO si perde anche dentro il suo quartiere). SKAFTAFELL, la vediamo in lontananza, vediamo la piana erbosa del campeggio…SKAFTAFELL la soleggiata, la calda….infatti inizia a piovere. Arriviamo all’uscita del ghiacciaio che sembriamo il rimasugli del comandante Nobile…io ho piantato altri 70 voli e le mani sembrano oramai una tartare di maiale, dita blu dal freddo aperte come cotechini. Ma ce l’abbiamo fatta….ci sentiamo degli eroi coglioni. Con calma torniamo verso il campeggio, sono circa le 17.45…17.45! gli elicotteri!!!! Corriamo….in 15 minuti dobbiamo fare 1 ora di percorso a passo normale….IL BIKER abbandona e si accascia, io crollo dopo poco….IL VATE….stremata si affloscia come una meringa al sole….restano IL LUNGO E IL PLAYBOY, sembra ORIZZONTI DI GLORIA….sembrano SEBASTIAN COE e STEVE OVETT in uno dei loro incredibili duelli sul mezzo-fondo…corrono, li vediamo sparire…..noi lentamente e mestamente torniamo al campeggio. Nessun elicottero per ora….arriviamo….seduti davanti al bureau ci sono i nostri due Abebe Bikila. Sono cianotici, respirano come dei mantici….ma evidentemente ce l’hanno fatta. Il PLAYBOY è scoppiato come un pallone sonda a 500 metri dal bureau…IL LUNGO, grazie all’allenamento (è un ipersportivo) ha trionfato in solitario…a braccia alzate. È arrivato al bureau alle 18.10 circa e i ragazzi del camping stavano per allertare i piloti. SALVI, e con qualche lira ancora in tasca! Già i soldi….l’ingresso al parco nazionale di SKAFTAFELL, ci aveva portati quasi in rovina….e avevamo davanti almeno metà vacanza. Nessuno di noi possedeva la carta di credito. Eravamo in ristrettezza totale. Emergenza cibo. Già da alcuni giorni avevamo iniziato a mangiare solo cibo preso nei supermarket…ma in Islanda il costo della vita è triplo rispetto all’italia, e il cibo è carissimo. Frutta e verdura hanno prezzi pari al plutonio, le uniche cose abbordabili erano il salmone affumicato (che costava addirittura meno che in italia) e i formaggi di pecora. Da 1 settimana mangiavamo a colazione/pranzo/cena: salmone, formaggio e pane gommoso confezionato. Facciamo i conti…abbiamo più o meno 250 mila lire a testa. ***premessa*** nessuno di noi è un ladro. L’unico furto che alcuni di noi avevano compiuto era probabilmente stato una matita al Coin o all’Upim all’età di 12 anni per scommessa. ***chiusa parentesi*** andiamo al supermercato del campeggio…abbastanza ben fornito e grosso. Prendiamo il solito salmone e i soliti formaggini….torniamo alle tende…IL PLAYBOY, tira fuori dalla giaccavento scatole di sardine, di tonno, una lattina da 50cc di birra e un pezzo di formaggio emmenthal! Lo baciamo e ci abbuffiamo. Giorno dopo, lo dedichiamo al riposo al sole, fa quasi caldo, si gira in maglietta….gli islandesi vanno in mare a fare il bagno!!!! Ora di pranzo…supermarket, entriamo come Lupin III°, Jigen e Goemon…o forse sembriamo di più la banda bassotti…. Per peggiorare la situazione non dovevamo solo rubare qualcosa da mangiare, no! Ogn’uno doveva rubare qualcosa, e chi riusciva a rubare il cibo più costoso vinceva una scatoletta di tonno avanzata la sera prima! Giriamo con disinvoltura nel luogo del crimine….guardiamo i prezzi di ogni cosa. IL VATE esce. Io affero e esco. IL PLAYBOY E IL BIKER vengono adocchiati da uno dei cassieri che inizia a seguirli….hanno già il grisby infilato nei pantaloni….comprano il pane e un pezzetto di salmone e sudando vanno alla cassa…li guardano male…ma escono….arrivano alla tenda. IL LUNGO è scomparso in azione. Non arriva più, temiamo il peggio, si parla già di lime dentro la torta. Dopo un po’ arriva, con sorrisone di vittoria. Oggi non mi ricordo i prezzi e nemmeno cosa arraffammo….comunque se più o meno le nostre ruberie avevano un valore 100, la scatoletta misteriosa che IL LUNGO ci porse, valeva 1.000! Solo che non capivamo cos’era. La apri….dentro c’era una crema arancione/marrone…lui, tronfio…ci dice che è PATE’, probabilmente di oca. Forse francese. Di sicuro ottimo, e che se lo mangerà tutto lui. Poi lo annusa, alza le sopracciglia…ERA LUCIDO DA SCARPE IN GRASSO DI BALENA! Il mattino dopo restituimmo la tenda e ce ne andammo verso la tappa successiva…VIK Y MYRDAL. Non c’è motivo per fermarsi….un paese di 40 casette sul mare, dei bei faraglioni a un paio di km….ma il PLAYBOY, amante dell’ornitologia (non scherzo) voleva assolutamente fermarcisi perché è il luogo ove nidificano le ormai in pericolo di estinzione PULCINELLE DI MARE. Un uccelleto grosso come una quaglia grassa, con il becco grosso e adunco, la testa colorata di rosso e blu e le zampe palmate. In islandese si chiama LUNDI. Il problema era l’assenza di campeggio. Andiamo in un prato. Piantiamo LA tenda e andiamo a vedere ‘ste pulcinelle. Come sempre piove, solo che qui piove forte e il freddo è pungente. Oltretutto essendo sul mare arriva un vento gelido. Ariviamo su un tratto di costa molto bello, alcuni enormi faraglioni, ricoperti di guano dei lundi, spiaggiette si sabbia vulcanica….carino, simpatiche le pulcinelle, uccelletto caruccio…ma 2 giorni a VIK….che facciamo? Niente, non c’è niente da fare. Un drugstore che non serve alcolici, e basta. Ormai dobbiamo per forza aspettare l’autobus del giorno dopo. Nessun turista. Una giornata di una noia mortale. Arriva l’ora della nanna. Ha smesso di piovere, stendiamo come al solito il nostro triste lenzuolo/tenda e in tre ci sdraiamo sopra. Zzzzzzzz…zzzzzz..zzzzzz….ma che ca@#§xx….viene giù un misto neve acqua! Freddo spaventoso, si alza il vento fortissimo. Ripieghiamo velocemente i sacchi a pelo ormai fradici e svegliamo i due fetentio dentro la canadese. Gli chiediamo di ospitarci. Rifiutano, ridono, ci dicono di andare a cercare una cabina del telefono. Ammutinamento. Rivoluzione. Arrembaggio. Entriamo dentro la tenda. Ci lanciamo i nostri 3 pesantissimi ed enormi zaini sopra di loro. E ci sdraiamo tra i due teli della tenda su 3 dei 4 lati. Siamo resistiti circa 1 ora. L’effetto è tremendo. Dal telo interno provenivano le russate dei due porci e il telo era fradicio per la condensa, tiepidina. Il telo esterno era invece completamente fradicio e gelato. Sotto di noi c’era solo erba umida. Fuggiamo, non prima di aver completamente spicchettato la tenda. Andiamo sotto la neve/acqua al paese, non troviamo nemmeno la cabina del telefono….niente, nessun riparo. Andiamo verso il mare, lì troviao una serie di villette in legno. Sono tutte sollevate da terra di 50 cm, una sorta di vespaio o di palafitta contro l’umidità del terreno. Non c’è scelta, ci infiliamo sotto la casa e dopo poco dormiamo come barboni tutti e 3. Alba. Mi sveglia il LUNGO. Mi chiama, vedo i suoi piedi e quelli di una donna. Stanno parlando in inglese. (la donna parla in inglese, lui in anglototòitaliano). Esco, penso che la padrona di casa sia incazzata, invece no! Ci invita a fare colazione. Entriamo nella sua casetta, tipo fiaba di andersen. Pancake, sciroppo d’acero, bacon, frittata, latte, caffè, miele, the, marmellata, wurstel….sembra di essere all’hilton a Toronto! La nonna è una vera nonna. Quelle in via d’estinzione. È vedova e i figli si sono trasferiti negli u.s.a.; lei era quasi più felice di noi! Stiamo abboffandoci in modo indegno, quando dalla finestra vediamo passare i due porci con tenda….il BIKER, esce con pancake in mano, e taffa di caffè bollente, li chiama, parlottano, loro fanno un gesto inequivocabile con la mano e vanno verso il drugstore. La nonna ci chiede se sono nostri amici e se vogliono venire anche loro. La tranquillizziamo, sono solo una coppia di ragazzi che abbiamo conosciuto al campeggio…mai visti prima. Salutiamo la simpatica connetta, dopo avere visto 800 fotografie della sua famiglia, i lavori all’uncinetto e a puntocroce degli ultimi 5 anni e aver fatto la conoscenza del suo cagnaccio cattivo. Andiamo al drugstore e troviamo i 2 campeggiatori con in mano una trista brische confezionata al sapore di plastica. Torniamo a rivedere i lundi! Il playboy vuole fare altre foto. Che palle! Arriviamo alla fermata dell’autobus…abbiamo una attesa lunga. Arriva altra gente. Islandesi. Ci si ginora. Poi un a ragazza, sui 30 anni in perfetto italiano ci chiede dove stiamo andando. È islandese, ma vive ad udine con il marito! È tornata a trovare la famiglia che vive a Vik. Ci facciamo dare un po’ di consigli su cosa vedere. Lei quasi titubante ci consiglia infine di andare anche a passare qualche giorno alle isole vestmannaejyar, una arcipelago a sud dell’islanda, ci consiglia di andare durante il primo week-end di agosto, quando c’è il PHIOTADIDH (non si scrive così, la metà delle lettere sono inesistenti nel nostro vocabolario), il festival nazionale. Ci dice che 15.000 persone, soprattutto giovani si riversano nell’isola principale HEYMAY e per 4 giorni festeggiano. Noi chiediamo delucidazioni, precisazioni, lei ridendo ci dice che siamo giovani e soprattutto italiani…ci divertiremo! Mistero! Autobus. Via si parte, altro paesaggio molto bello, pochissimi fiordi (sono quasi assenti nella zona sud dell’islanda), strada asfaltata pochi guadi…arriviamo rapidamente a SELFOSS. Città a 60 km da reykjavik, sui 5/6.000 abitanti, abbastanza carina, tempo infame, freddo. Selfoss non ha alcuna attrazione, ma tutti i turisti ci vanno. Troviamo anche lukzipper e socio. È la città più vicina al THINGVELLIR (o qualcosa del genere) la profonda spaccatura che sta aprendo e dividendo l’islanda in due. L’islanda è infatti un’isola posta sulla faglia atlantica (a scuola mi avevano fatto una testa così), ora ¾ dell’isola vanno verso la Scandinavia, ¼ con reykjavik e selfoss sta andando verso la Groenlandia. Sempre la faglia è il motivo dell’incredibile sismicità (terremoti ogni giorno) e del gran numero di vulcani attivi, alcuni dei quali non a cono, come Vesuvio o Etna, ma come delle spaccature di km e larghe centinaia di metri, da dove fuoriesce lava liquida. Dentro la spaccatura, che è una ridente valle di prati e rari alberi! Si riunì per la prima volta un tentativo di parlamento, il primo della storia, dove i vari capivillagio si riunivano per eleggere i re, i capi locali, e per legiferare. È un luogo quasi “sacro” per gli islandesi. Ci siamo andati…carino….bellino…una chiesettina…qualche alberellino….tutto INO. L’unica cosa impressionante è la spaccatura, il canyon, enorme, profondo, inquietante. 2° attrazione della zona è GULFOSS. La cascata d’oro. Ci si arriva in autobus, per una landa totalmente piatta e desolata, di dura roccia lavica….all’arrivo nemmeno si vede il fiume. Ma appena si scende dall’autobus si viene ricoperti di pulviscolo acqueo, il rumore è assordante. Il fiume scorre in una gola, largo un centinaio di metri. Poi incontra una spaccatura enorme e vi si getta. Le cascate sono 2 la prima perpendicolare al corso dell’acqua, di almeno 40 metri, la seconda subito sotto e a 45°, ancora più alta. Dal ciglio del burrone si domina questo incredibile spettacolo. Ci inoltriamo in un sentiero, arriva al punto dove le acque del primo salto rimbalzano sulla roccia e percorrono i pochi metri sino al 2° salto. È un sentiero scavato nella roccia, e nel punto più vicino alla cascata, l’acqua la si può toccare! Inutile dire che ci si ritrova fradici totalmente già a decine di metri di distanza. Dentro questa enorme pentola a pressione, ci sono 2 arcobaleni che si incrociano, e l’acqua del fiume è gialla. Gullfoss-cascata d’oro. Impressionante. E qui avviene l’incredibile. Prendiamo l’autobus per andare a GEYSIR, il tragitto e lungo e le strade orrende, siamo parecchio all’interno e l’asfalto non resisterebbe alle continue scosse di terremoto. L’autobus si ferma in una sorta di zona di nessuno dove c’è un minidrugstore con i bagni. Tutti scendono, svegliamo chi dorme, il BIKER, assonnato ci raggiunge ai bagni, noi siamo in coda, lui passa davanti e entra per primo. Esce e lo vediamo completamente rincoglionito dal sonno tornare verso l’autobus.in questi pochissimi minuti è arrivato un altro autobus, che percorre il tragitto inverso (selfoss-geysir-gullfoss-vik) al nostro. Ci prendiamo un caffè. Pensiamo che il BIKER sti dormendo. L’autista ci chiama, corriamo, saliamo e il nostro autobus già pieno parte, cntemporaneamnet parte l’autobus verso VIK, dentro c’è il BIKER che dorme! Lo hanno svegliato ore dopo! E ci ha raggiunti il giorno successivo a selfoss! Noi intanto proseguiamo il nostro tour della regione: GEYSIR. Non è un errore ortografico. Si chiama proprio GEYSIR ed ha dato il nome a tutti i geyser del mondo. Solita landa desolata, stretta da due catene montuose, decine di fori piccoli nel terreno dai quali sbuffano vapore ed acqua bollente, ed al centro questi due enormi fori nel terreno. I geyser attivi sono 2, uno enorme che ormai quasi esauritosi viene riattivato durante particolari festività con l’utilizzo di particolari sostanze, l’altro che erutta acqua ogni 15/20 minuti. Il più spettacolare è quello addormentato che arrivava a quasi 60/80 metri di altezza, quello attivo è più modesto 25/30 metri, anche meno, dipende da come gli gira….modesto…finchè non lo vedi all’opera….il terreno inizia a tremare, un urlo inizia a salire dalle visciere della terra, un ruggito, un grugnito, qualcosa che sembra vivo…esce del vapore…e tutta l’acqua che normalmente si trova nella caldera e nelle immediate vicinanze, viene risucchiata, ingoiata, il ruggito aumenta, ci affacciamo a guardare dentro questo foro di almeno 2 metri di diametro, vediamo l’acqua turchese che scende di livello, viene come riassorbita dalla terra….poi si stabilizza, per un attimo tutto si quieta, poi fuga generale, l’acqua sale, velocissima, arriva in superficie e per una frazione di secondo (che con una botta di culo incredibile la mia macchina fotografica ha immortalato) si forma una bolla di acqua perfettamente stabile, alta mezzo metro che avvolge tutta l’area intorno al geyser…è un secondo, forse meno poi l’esplosione, l’acqua decolla in verticale, da turchese che era diventa bianca e vola verso il cielo. Non so quanti metri sono, 10/15/20/25 non riesco a rendermene conto, ma è una massa brutale di liquido bollente che leteralmente vola. La gravità però per ricordare che lei è la forza madre della terra, interviene, l’acqua rallenta la sua corsa verso il cielo e ricade formando un ombrello, il fuggi fuggi è inutile, viene inondata un’area molto vasta, ed in più il vento, gioca con l’acqua spostandola dove gli pare….anzi giusto dove siamo assiepati noi turisti….siamo una ventina tutti allegramente bagnati da acqua bollente. Abbiamo visto 4 volte il geyser in azione in un paio di ore….e ce ne siamo andati solo perché l’autobus stava ripartendo…. Arriviamo al campeggio di selfoss, lungo la strada aveva iniziato a diluviare con un vento incredibile. Giriamo un po’ per il paese, vorremmo un buon caffè caldo, il caffè islandese, un bollitore con caffè solubile, del quale se ne possono tranquillamente bere anche 20/25 tazze al giorno senza alcun effetto. Orrendo, ma caldo. I drugstore costano troppo per le nostre tristissime finanze….soluzione: BANCA. Già! Tutte le banche islandesi hanno una bella brocca di caffè sempre a disposizione dei clienti. Entriamo, tanto io devo cambiare le mie povere lire in corone, vado alla cassa, e senza nemmeno guardare saluto e tiro fuori i contanti…poi alzo gli occhi….credo di essere rimasto in silenzio per almeno 10 secondi, poi di aver balbettato qualcosa, in una qualche lingua….la donna più bella del mondo, davanti a me. Sinceramente a distanza di 12 anni non mi ricordo nemmeno se fosse bionda o rossa, il colore degli occhi…nulla, mi ricordo solo che rimasi folgorato. Cambiai i soldi 2 volte in mezz’ora. Praticamente tutte le lire in corone. Intanto gli ignari altri 4, indifferenti al suono delle campane ed al cinguettare degli uccellini, all’apparizione di quell’angelo travestitosi da cambiavalute, si erano messi a giocare con il lego! Restammo quasi fino all’orario di chiusura in banca, a bere caffè gratis e a usare i giochi dei bambini che erano a disposizione dei piccoli islandesi mentre le loro mamme movimentavano i loro c.c. Eravamo un po’ grossi come bambini, ma tranne qualche sorriso, nessuno ci disse nulla. Si torna al campeggio, vento, pioggia….arriviamo e vediamo una canadese verde volare letteralmente per il campeggio, la tenda decolla, atterra, si ribalta, vola, e plana….indovina dove? Sui cavi elettrici del vicino palo della luce. Scintille grazie ai picchetti, corto circuito, mezza selfoss in black-out…..il campeggio è deserto. Tutti si sono rifugiati dentro la piccola casetta che fa da bureau e da cucina. Ci sono una decina di persone. Entriamo anche noi. Ci chiedono se la tenda è nostra. Praticamente siamo tutti lì (tranne il BIKER che ormai deve essere felicemente a VIK senza posto dove dormire), e nessuno è il proprietario della tenda….ce la ridiamo, si fa conoscenza, due australiani fanno da mangiare delle zuppe in busta e le offrono a tutti. Tutti hanno messo il possibile per organizzare un minibanchetto, noi i nostri salmoni rubati; ceniamo in allegria, fuori diluvia, il vento è sempre peggiore, la luce non è ancora tornata….sentiamo gridare…vediamo due ombre che corrono per il campeggio e guardano infine sconsolati la loro tenda avvolta come uno straccio in cima al palo della luce. Hanno gli zaini addosso, per questo la tenda, che era vuota è decollata. Si girano….sono loro…grandissimi: LUKZIPPER E IL SUO SOCIO. Benvenuti nel gruppo dei senza tenda! Entrano la casetta….20 occhi li guardano….10 bocche scoppiano in una risata fragorosa….LUKZIPPER, ha una crisi di nervi, sbraita in zurighese…..se ne vanno! Non sappiamo dove. Finalmente in un posto al coperto possiamo anche disfare gli zaini….il PLAYBOY disfa lo zaino e trova…4 CHILI DI LEOFILIZZATI, dono del punk svizzero di reykjavik! Si incazza unn pelino, ma in fondo è troppo buono per arrabbiarsi realmente…gli scoccia però buttarli via. Si avvicina a una coppietta di olandesi e glieli regala. Inventando la solita palla del noi partiamo tra poco…loro sono titubanti, ma DEVONO accettare. Rifilato. Abbiamo mitizzato per giorni sul cibo liofilizzato: magari sono 3 anni che ogni 2 settimane viene passato in consegna da italiani a tedeschi, a francesi, ad australiani….probabilmente sta ancora girando per l’islanda. Notte, al caldo. Attendiamo il BIKER, che arriva puntuale, stremato e sporco, ha dormito sotto la stessa villetta della nonna come un cagnolino! Ma lei non c’era, neanche la colazione. Abbiamo ancora più di 10 giorni e abbiamo già fatto il giro quasi totale della ring road…siamo a 50 km da Reykjavik…..che si fa? Al PLAYBOY viene in mente il consiglio datoci dalla islandese di udine…il festival alle vestmannaeyjar. Prendiamo un autobus e arriviamo in una sconosciuta località portuale nel sud dell’islanda. Il paese è come al solito minuscolo, ma ci sono centinaia di ragazzi e ragazze che attendono i traghetti sui moli. Prendiamo un biglietto. Ci imbarchiamo, i traghetti partono ogni 10 minuti! Tutti strapieni. Notiamo anche un’altra cosa: siamo gli unici con gli zaini. Tutti, ma proprio tutti hanno degli enormi borsoni da sub, e da dentro proviene un inquietanto ticchettio continuo, come di bottiglie che sbattono tra loro! Mare mossissimo, lentamente giungiamo all’arcipelago. Una meraviglia, un pugno di isolette vulcaniche, pareti ripidissime, ricoperte di erba verdissima, mare nero, profondissimo, vento e freddo. Attracchiamo ad heymay, l’unica isola abitata. C’è l’omonima cittadini, una delle più grandi metropoli d’islanda, quasi 6.000 abitanti! Non sapevamo nemmeno l’esistenza di queste isole. ****parentesi sulle vestmannaeyjar**** l’arcipelago è totalmente vulcanico. L’isola principale, l’unica abitata ha addirittura 3 vulcani. Considerando che l’isola ha una superficie ridicola, probabilmente più piccola di Ventotene…fa un po’ impressione. 2 vulcani sono ancora attivi. Negli anni ’70 (se non sbaglio) ci fu l’ultima eruzione. Allora i vulcani erano solo 2, di cui uno estintosi millenni fa. Una notte l’isola si squarciò, si formo un cratere e la lava iniziò a fluire proprio a ridosso della cittadina. La fortuna degli abitanti è quella di essere tutti pescatori. Centinaia di pescherecci furono stipati di uomini, animali, mobili…e in poche ore l’isola fu totalmente evacuata. Il vulcano crebbe, e erutto per settimane, distruggendo i ¾ delle case. Finita l’eruzione gli intrepidi abitanti, tornarono sull’isola e ricostruirono le loro case, nello stesso punto di prima. Unico particolare inquietante è che il nuovo vulcano è praticamente nel centro della città! Altra peculiarità sono gli abitanti stessi. Gli islandesi sono geneticamente uniformi. Discendono tutti dallo stesso gruppo di vichinghi norvegesi che prima dell’anno mille colonizzarono l’isola. Tutti alti, biondi, occhi azzurri. Gli abitanti di vestmannaeyjar sono invece un meltin pot. Hanno subito per secoli razzie di vichingi, normanni, celti e scozzesi e addirittura da parte dei saraceni che arrivarono fino a quassù. La popolazione è totalmente disomogenea. Capelli rossi, gialli, corvini, castani, occhi di tutti i colori, alti, bassi, magri, belli e brutti. ****stop**** giriamo per il minuscolo paese….chiediamo in giro dove sia il festival…ci indicano una strada sterrata che esce dalla città. Seguiamo la fiumana, camminiamo per circa 20 minuti verso il cono del vulcano più grosso (quello ormai spento). Arriviamo alle pendici e la strada inizia a costeggiarlo, poi girando dietro un enorme masso….manca una intera parete del vulcano: esplosa, crollata? Non c’è più. La strada continua e ci ritroviamo al festival nazionale: dentro il cratere del vulcano circondati per 300° da pareti di almeno 100 metri di roccia ed erba verticali, con nel mezzo il classico laghetto vulcanico. Un posto incredibile. E non finita qui. Intorno al laghetto c’è una tendopoli…una tendopoli di tende tutte uguali, fatte tipo casetta dei disegni infantili, con il tetto a punta, la tela bianca, tutte disposte tipo città romana, con strade perpendicolari, i cartelli con i nomi di ogni singola stradina e i numeri civici su ogni tenda! Saranno almeno 400 tende! Sono tutte delle stesse dimensioni, circa 5 m. X 5 m., alte almeno 2 metri e mezzo. Intorno a queste c’è la tendopoli enorme e sterminata di chi non si può permettere l’affitto di una casetta/tenda….almeno 3.000, 4.000 tende….ovunque. Siamo arrivati tra gli ultimi, piantiamo LA tenda in periferia…ai margini. E lo spazio e limitatissimo. Pare che non vi siano altri turisti. Siamo bellamente seduti sul prato a riposarci, quando un energumeno in tuta arancione fosforescente tipo A.N.A.S. Ci viene a chiedere se vogliamo il biglietto per il festival….annuiamo…ci da 5 bracciali di plastica,con chiusura indistruttibile, rosa a righe nere…prezzo 150.000 lire!!!!!!! Praticamente quello che era rimasto ad ogn’uno di noi! Non sappiamo se andarcene o no….non vediamo supermercati???? Come ci procuriamo il cibo? E da bere? Il festival ci dice l’energumeno dura 4 giorni….e gli altri 5 che ci mancano alla partenza? E il biglietto del treno da Lussemburgo a milano? Paghiamo. Con votazione 3 a 2. Io ero tra i contrari. Mi adeguo. Si avvicinano i nostri vicini d tenda, sono 4 ragazzi e 1 ragazza, con una canadese da 2 posti…messi male come noi. Sono, ovviamente islandesi, si presentano, ci obbligano a parlare per 2 ore dell’italia….ci raccontano di come il festival funzioni. Della festa nazionale poco importa a nessuno, nonostante gli islandesi siano fierissimi e patrioti al massimo. È tutta una scusa per bere, ballare, e rimorchiare per 4 giorni. Ci racconta che negli anni del proibizionismo degli alcolici (caduto a marzo di quell’anno), questi festival erano le uniche occasioni dove si potesse bere. Come accaduto in ogni paese dove è in vigore il proibizionismo, la popolazione diventa automaticamente alcolizzata. Anche gli astemi si mettono a cercare delle bottiglie di vodka. Il festival ha circa 170 anni. E negli ultimi 20 anni è diventato una zona franca, dove per 4 giorni i giovani, e meno giovani, possono scatenarsi adorando il dio Bacco. Gli chiediamo il motivo della tenda singola…e ci dicono che non serve per dormire, bensì per tenere i sacchi da sub, pieni di bottiglie di vodke!, ci fanno vedere, hanno almeno 30 bottiglie di smirnoff. Oltretutto il proibizionismo è caduto ma lo stato islandese grava gli alcolici di tasse pazzesche. Una bottiglia di smirnoff costa circa 60.000 lire! Ed ecco la spiegazione folle. La islandair, la compagnia di bandiera è una delle più grosse aziende statali. Ed essendo così inpochi gli islandesi, tutti conoscono almeno 1 persona che vi lavora. Fanno delle collette e 1 o 2 persone prendono un biglietto aereo per la destinazione più vicina e più economica: Oslo, Glasgow…arrivano, girano i tacchi, e risalgono sull’aere successivo che li riporta a reykjavik. All’aeroporto internazionale di keflavik il duty free è aperto in entrambe le direzioni: sia alla partenza (come tutti), sia all’arrivo (come solo quello di dubai). Atterrano, vanno al duty free e sempre grazie ad una colletta comprano decine di bottiglie di vodka (bevono solo vodka) E le pagano 1/3 del prezzo di mercato! Furbi o dementi? Siamo a sud dell’islanda, qui il buio di notte esiste! Vediamo le stelle dopo 3 settimane abbondanti! Fa freddo, ma almeno il tempo non è nuvoloso. Ci fanno fare un giro della zona intorno al laghetto. C’è un palco, con davanti una zona asfaltata per ballare, enorme, e una serie di casette in legno minuscole, che vendono, cibo, wurstel, panini, coca cola…ma sono tutti chiusi , apriranno solo domani con l’inizio vero e proprio del festival. A mezzanotte di domani. Ma perché all’ora sono tutti già qui? Semplice ci spiegano! Ci sono circa 14.000 persone. Le tende per dormire possono ospitare (vodka permettendo) 4 o 5.000 persone. Le tende sono per lo più di proprietà delle ragazze o delle persone più anziane (ci sono anche ultra settantenni); la prima sera serve a conoscere una ragazza e infilarsi nella sua tenda, ufficialmente per stare al caldo e dormire al coperto, in realtà….beh…ad entrambe le cose. Ci portano con loro e con una 20ina di loro amici in paese. Di fronte ad una discoteca. Dentro ci staranno 100 persone, non di più, tutti gli altri 14.000 sono sparsi nelle strade adiacenti. In Islanda, che è molto americanizzata come stile di vita, è vietato bere per strada, vediamo così, come nei film americani, tantissime persone che vagano ubriache con dei sacchetti per il pane con dentro la bottiglia di vodka! I più intraprendenti hanno delle borracce di ogni forma (walkie talkie, con l’antenna/cannuccia, giraffa, gatto, pesce, banana….alcuni hanno dei cappellini da baseball, con ai lati delle enormi tette! Si delle grosse poppe. Sono delle boraccette ripiene di vodka e dai capezzoli, partono due tubicini tipo catetere che finiscono in bocca! Le varianti sono infinite. Vediamo uno che gira con un busto legato al petto, con le poppo di Samantha fox, anche quelle ripiene di vodka! Ogni tanto ne solleva una, se la porta verso la bocca e….siamo un po’ sconcertati, ma ci adeguiamo. Chiediamo ai nostri nuovi amici se ci vendono una bottiglia di vodka. Non se ne parla. Siamo gli unici 5 stranieri al festival, siamo ospiti dell’islanda. Ci offriranno tutto loro! Meglio, tanto non avevamo i soldi per pagarla! La notte prosegue tra bevute clamorose, tra presentazioni (credo che ci abbiano presentato ad almeno 500 persone, sembra che tutti si conoscano), e con nostro enorme stupore siamo diventati una sorta di attrazione. Gli unici non islandesi. Scopriamo lentamente che almeno per quei 4 gironi il mito del maculo latino è ancora esistente tra le giovincelle islandesi! Figata! Quella notte finisce estremamente bene. Dormiamo tutti e 5 in tenda! in 5 tende diverse e non da soli! Mi sveglio. Ho un mal di testa da guinness. Mi scoppia il cervello, mi sembra di avere una famiglia di conigli nel cervello. Un maiale che grugnisce dentro le orecchie. Ho la nausea. Sono in tenda da solo….ho perso l’orologio….filtra luce. Esco…deve essere già pomeriggio, c’è molto movimento. Mi ricordo molto a mala pena cosa è successo ieri notte…anzi mi ricordo molto poco. Aspetto un po’ per vedere se la proprietaria della tenda torna….no. Con fatica ritrovo la nostra tenda. Ci sono il LUNGO e il BIKER. Sorrisi da deficienti. Racconti, tutti sbiaditi e offuscati e il malditesta aumenta ad ogni risata. Il LUNGO è stato tutta notte con una ragazza, dentro una delle tende a casetta bianche. Solo all’alba si è resoconto che dall’altro lato della tenda c’era una amica della tipa! Pare dormisse ubriaca. Arrivano gli altri 2. Da lontano il VATE ride…ride per quello che ci deve raccontare e ci indica il PLAYBOY. Li avevo visti allontanarsi dalla discoteca, non in direzione del campeggio, ma verso un prato. IL PLAYBOY ha la zip e il bottone dei jeans, strappati. Stanno chiusi grazie ad 1 spilla da balia! Tralascio i particolari, dico solo che nella foga la bellissima ragazza con cui si era appartato gli ha distrutto i pantaloni! Andiamo a cercare da mangiare. I prezzi dei panini sono abbordabili, ne mangiamo uno, ma siamo tutti assaliti da nausea post-sbornia. Ci sdraiamo davanti alla zona del palco, sulle pendici del vulcano. Ci sono nella stessa nostra posizione decine di gruppi di persone, che si riprendono e parlottano. Alcuni stanno già bevendo, altri suonano la chitarra, molti dormono. Non vedo però nessuna coppia. Pare che le coppie della notte precedente siano già libere! Facciamo conoscenza con il gruppo vicino a noi. Sono molto più grandi, noi all’epoca avevamo 18/19 anni, questi hanno tutti dai 27/28 anni in su. Sono vestiti come a carnevale…ah già mi sono dimenticato di scriverlo: tantissime persone sono vestite come a carnevale, in modi incredibili. In questo groppone ci sono: 1 pirata tipo sandokan, 2 rambo (enromi, giganteschi), 1 capitan nemo (soprannominato “nautilus”), 2 portuali, di cui 1 (soprannominato “pietro”) gira con un enorme masso (vero, roccia vera) che peserà almeno 10 kg. Lo usa come cuscino!, 1 cowboy….sembrano perlopiù dei villane people bianchi. Sono dei pazzi furiosi, ci portano alla loro tenda. Sono in circa 15 ed hano una canadese minuscolo, dentro, tutti orgogliosi ci fanno vedere una damigiana da 50 litri piena di vodka! Ci regalano 5 borraccette a forma di walkie talkie e ce le riempiono….ahia..si rinizia…pomeriggio totlamete dimenticato…..credo che siamo rimati con loro a parlare e vagare, ma non ricordo. Poi mi devo essere addormentato. Dormo. Mi sveglio per il rumore, un casino pazzesco, è quasi mezzanotte. Sono solo, sdraiato sul prato davanti al palco. Sotto di me praticamente tutti gli altri 13.999 stanno attendendo le 24.00, l’inizio dei concerti e del festival. Cantano cori islandesi. Resto lì e osservo. Ci sono molte coppi già formatesi per questa notte! Devo sbrigarmi se no dormo all’aperto! 24.00 salgono sul palco i BITLAVINAFELAGHIDH (so il nome perché mi hanno regalato una loro cassetta, e ce l’ho ancora): VOLUME ALLE STELLE, loro suonano covers di tutti i generi, ed anche molto bene. Sono vestiti tipo i LENINGRAD COWBOYS, con delle enromi banane rockabilly; mi ricordo che hanno suonato parcchie cose dei creedance, di springsteen, dei greateful dead, neil young, qualcosa di prince, dei clash….vado in pista; cerco qualche faccia conosciuta, ma non trovo nulla….vago per almeno 1 ora. Mi dirigo verso i baracchini, ho fame. E lì trovo “nautilius”, giuro che stava parlando da solo! Vorrei evitarlo, ma mi vede, mi abbraccia, mi fa un monologo in islandese di 15 minuti. Andiamo a bere, arriviamo alla loro tenda è proprio davanti, tipo cane da guardia c’è “pietro” che sta beatamente dormendo con la testa sulla sua roccia! riempiamo le borracce dalla damigiana, lui pare riprendersi…probabilmente era in crisi di astinenza da vodka! Mi dice che è tardi, che dobbiano andare a trovare delle donne e si butta in pista. Io, e il mio mal di testa, invece ce ne torniamo alla nostra tenda. E trovo tutti lì. Insieme al gruppetto di vicini, hanno tirato fuori le chitarre e stanno tentando di cantare, ma sono soverchiati dalla musica. Ci sono molte ragazze nuove, mai viste. Vengo accolto come un reduce. Pensano mi fossi infrattato! Ma dove? Dormivo. Sono tutti già visibilmente ubriachi, specie gli islandesi, ragazzi e soprattutto le ragazze (bevono così poco e sono geneticamente non portati per l’alcool, tutti gli islandesi, che con un paio di sorsi di vodka, finiscono nell’iperspazio). Siamo seduti intorno ad un fuoco. A fianco a me c’è una graziosa ragazzina islandese, avrà 16 anni, mica sarà reato. Ha i capell e le sopraciglia nere, ma si vede dalla ricrescita che sono tinti, in realtà è biondissima…un mondo al contrario: le bionde si tingono di nero, le donne ti strappano i pantaloni, giri per strada e una splendida fanciulla ti invita a bere qualcosa……il paradiso! Alè! Il risveglio è identico. Mal ditesta, e soprattutto c’è ancora musica dal vivo! A tutto volume, sembra di avere una cassa dentro la tenda….tenda…ma in che tenda sono. Non sono solo, sento qualcuno che dorme…penso sia la finta-nera di qualche ora fa….oddio…spero…sotto un sacco a pelo c’è una ragazza di almeno 25 anni, bionda e paffutella, carina, ma soprappeso di almeno 35 chili……oddddiiiioooo…..apro la tenda, mi vesto, anfibi e via….rapidamente… Torno al palco….stanno suonando, un altro gruppo (anche di questi ho la cassetta) sono i SALIN HANS JONS MINS (non chiedetemi che significa!). Il repertorio è identico, ma questi suonano anche tante canzoni pop islandesi. Trovo il PLAYBOY, sta dormendo più o meno dove dormivo io ieri! Lo sveglio a calci… Andiamo in paese in piscina. Ci facciamo la doccia, bagno….e restiamo 2 ore in acqua a parlottare…siamo sfiniti. Negli ultimi 2 giorni abbiamo dormito 6 ore! Bevuto come dei marinai libanesi e mangiato 1 hot dog. E non abbiamo fame?! Siamo sul bordo vasca, con solo braccia e testa fuori dall’acqua, emettiamo un grugnito ogni 10 minuti…..siamo rivolti spalle alla piscina, guardiamo il vulcano di fronte a noi ed il mare. ….. ……ci sentiamo parlare in inglese…ci giriamo….2 angeli scesi dal cielo in costume e caduti nella piscina di heymay-vestmannaeyjar-islanda-europa….ci guardano. Dio, che belle. Parlottiamo, ci diamo appuntamento fuori dalla piscina. Escono. Hanno delle parrucche in testa. Una nera cotonata., l’altra con i dreadlocks colorati! Mi sono sempre piaciuti i capelli rasta! Andiamo a ballare, hanno loro da bere, hanno 1 tenda…come si fa? I turni sono un po’ squallidi! Continuiamo a ballare, a bere, cazzo, queste due bevono come delle spugne….bevono, ribevono, strabevono….andiamo sul prato a riposarci, è buio, queste devono, ormai biascicano, non si reggono in piedi! Mi sembra un incubo! Abbordati da due ragazze che non rivedrò mai più da così vicino…..e LORO, si ubriacano e si addormentano…..una vomita, addosso al PLAYBOY…..sui pantaloni, esattamente dove una volta c’era la zip e il bottone! Ce ne andiamo. Il PLAYBOY bestemmia per 30 minuti. Non ha pantaloni di ricambio, va ai cessi, si lava. Io lo aspetto fuori. I bagni degli uomini non hanno la porta, è stata divelta. Lui è dentro in boxer che tenta di lavare il disastro….altri ragazzi stanno urinando tranquillamente nel cesso a muro (realmente a muro, come quelli della autostrade di 20 anni fa, senza divisori e solo un canalino che corre sul fondo), arrivano 3 ragazzine, al massimo 13 anni) si girano dietro la casupola, sbircio, si arrampicano sino alla finestrella posta sopra il cesso a muro! Guardano le dimensioni degli urinanti e commentano ridendo! Mah! Arriviamo alla tenda. Vorremmo magari schiacciare un pisolino, dentro ci sono tutti e 5 gli zaini….dovrebbero esserci tutti e 5 gli zaini, che sono invece allegramente gettati fuori nell’erba bagnata. La tenda si muove, sobbalza ritmicamente. Ci eravamo ripromessi che NON sarebbe MAI stata utilizzata per tali fini. Non sappiamo nemmeno chi ci sta dentro. Ce ne andiamo. Si balla, si beve, troviamo sandokan, nautilius e il gruppo di disperati, si beve ancora di più…poi…oblio… Mi risveglio, con il solito malditesta e la solita musica a tutto volume. Sono davanti alla nostra tenda. Ci sono tutti tranne il BIKER. Stanno discutendo sulle botte che gli daranno quando si degnerà di uscire dalla tenda. Dopo mezz’ora di attesa, esce qualcuno dalla tenda, non è il BIKER, è la ragazza di uno dei 5 islandesi che avevamo conosciuto appena arrivati. Ci guarda, e con nonchalance, anzi totalmente indifferente, si allaccia il reggiseno, si infila la maglietta, il maglione e va via. Restiamo basiti. Escono 2 piedi….riconosciamo le scarpe da tennis del BIKER….esce….ci vede….scatta il litigio….urla…soprattutto con il VATE; parte lo schiaffo, il VATE cade a terra, interveniamo e li blocchiamo. Il BIKER piglia lo zaino e se ne va. Non sappiamo dove. È l’ultima notte al festival….se restiamo vivi domani si torna a reykjavik…..si beve, non si mangia, si balla, si beve…trovo il LUNGO, era da ore che non lo vedevo….è triste. Si è INNAMORATO. Vuole ritrovare la ragazza con cui ha passato la sera precedente. Il problema è che fatica a stare in piedi ed a parlare. È totalmente bollito….vaghiamo a cercare questa ragazza, lui la chiama la PANTERA ROSA! Giriamo per ore…e intanto diamo fondo alle nostre borraccette, stiamo andando senza meta…giriamo tra la tendopoli….ad un certo punto, complice la vodka, vedo una scena incredibile….come al rallentatore….il LUNGO inizia a correre, ha visto una PANTERA ROSA, camminare qualche metro davanti a lui…corre..urla (vabbeh, biascica), corre, inciampa all’altezza delle ginocchia contro il tirante di una tenda, ma correva così forte che non ha fatto tempo a fermarsi, l’ostacolo lo sbilancia totalmente, le gambe vengono proiettate all’indietro e in alto, la testa e il busto verso il basso….cade di cervelletto sul terreno. Sviene. Cerco di farlo riprendere….niente….provo a trascinarlo sino alla tenda….è magro ma pesa almeno 90 chili…niente da fare…eravamo nella zona delle casette/tenda bianche, lo spingo dentro una tenda vuota….ci sono addirittura i tappeti e un….pianoforte! non a coda..ma un pianoforte, bello grosso, in legno scuro!. Lo lascio lì. Ritorno a vagare….vedo pietro, che dorme sulla sua pietra….ma che ci è venuta a fare qua? Non trovo nessuno sono tutti spariti……e si che è ancora presto per infrattarsi…. Incontro alcuni del gruppo sandokan, andiamo a ballare, una dolce donzella…e anche caritatevole dato l’aspetto e le occhiaie che debbo avere…balla con me….pregusto una notte al caldo….ma poi vedo ciò che non avrei dovuto vedere! Sulle pendici del vulcano a 30 metri da me, mi sembra di scorgere due figure note: il VATE e il PLAYBOY, sono sdraiati, sembrano collassati o addormentati….per tutta l’area del festival girano degli esseri umani vestiti con tute fosforescenti (rosse, gialle, azzurre), che fanno parte del servizio d’ordine. Non sono buttafuori, più che altro, raccolgono i cocci umani. Quando trovano qualcuno in coma etilico, lo portano in barella sino all’ospedale da campo, gremitissimo, che si trova appena fuori il cono vulcanico. Vedo proprio due di questi ospedalieri con le barelle che si avvicinano ai miei 2 amici, mollo la tipa e corro, arranco (meglio) da loro. Sembrano morti…gli ospedalieri li provano a svegliare…nulla. Mi chiedono se soffrono di qualcosa…gli dico che non penso, probabilmente hanno bevuto troppo….decidono di portarli all’ospedale…ma chi finisce là per ubriachezza viene privato del braccialetto ed espulso dal festival….cerco di dirgli che soffrono di narcolessia…ma non funziona….si allontanano di qualche metro per andare a chiamare altri 2 ospedalieri con una 2° barella. Io resto con i 2 cadaveri…e MIRACOLO! Aprono gli occhi, mi guardano storto e sottovoce mi dicono di farmi i volatili miei! Sono stanchi, non ce la fanno più, hanno fame e vogliono dormire al caldo e tanto è l’ultima sera…mancano 5 ore alla fine del festival….preferiscono farsi ricoverare nell’ospedale da campo, bere acqua, una zuppa, e dormire….quasi quasi svengo anch’io….me ne vado… Ricapitoliamo: IL LUNGO è svenuto e si trova in una tenda identica ad altri 500 che non saprei mai ritrovare. IL BIKER ha avuto una crisi di nervi, ha preso lo zaino e se ne è andato chissà dove. IL VATE e IL PLAYBOY fingono di essere in coma etilico e sono in ospedale. Ed IO che faccio? Analizzo la situazione: non mangio praticamente da 4 giorni tranne 2 hot dog e delle patatine fritte (ottima dieta) devo aver bevuto almeno 25 litri di vodka in 4 giorni, se ho dormito 10 ore in 4 giorni è tanto, divertito mi sono divertito, sono sporco, stravolto, stanco, impresentabile…e stufo….è già notte, sono le due pasate, se non sbaglio alle 8.00 c’è il traghetto….almeno 5 ore le dormo! Vado in tenda che tanto è vuota e me la dormo!!!!!!!!!!da solo, al caldo….anzi prima passo a prendermi un panino. Arrivo alla tenda…. La tenda….la tenda si muove…..IL BIKER. Lo odio! Spicchetto tutta la tenda che è montata sul terreno abbastanza scosceso, in più c’è un po’ di vento. Tolto l’ultimo picchetto, sollevo la tenda dal lato più in alto e la faccio rotolare verso il basso, la lancio ben bene….gira.rigira..al terzo giro…una voce femminile inizia ad urlare in islandese…. La tenda si ferma schiantandosi contro un’altra…..una voce maschile, un ruggito….NON E’ LA VOCE DEL BIKER….PARLA IN ISLANDESE…..la tenda è ribaltata non riescono ad uscire….io sono come paralizzato….cerco punti di riferimento…la tenda vicina, che dovrebbe essere quella dei nostri amici islandesi…che è verde….è diventata arancione…….CAAAAZOOOO VIAAAAAA…rapidamente, inizio a correre verso la folla, verso il concerto, HO LANCIATO LA TENDA SBAGLIATA! Corro sino a sotto il palco….arrivo che sono distrutto, le ultime energie….cerco la banda di sandokan, sono tutti giganteschi, in caso mi nasconderò tra loro….oddio…la tipa di prima…si rimette a ballare con me…..io sono in piedi, ricurvo con il fiatone…e che fiatone! Trasudo ormai vodka….questa pazza vuole ballare….non ce la faccio più. Mi sembra di essere nel film FUORI ORARIO, dove un povero cristo vuole solo andare a casa a dormire…ecco io non ho nemmeno la casa, vorrei solo dormire….niente da fare…per fortuna stasera non si deve fare attività ginnica notturna…infatti poco dopo iniziano le celebrazioni per la chiusura del festival. La musica cessa, la gente si sposta tutta sulle pendici del vulcano e nell’area del ballo vengono scaricate tonnellate di legna da 2 camion, le innaffiano di benzina, formano una catasta gigantesca…poi un vecchietto sale sul palco, canta una canzone di una tristezza infinita….un lamento di 6 minuti, tutti sono tristi, alcune ragazze piangono abbracciate a perfetti sconosciuti che tra 2 ore rinnegheranno anche di averli solo salutati…. La catasta viene incendiata, un falò tipo inferno di cristallo….tutti si alzano in piedi e iniziano a cantare l’inno nazionale islandese (proprio come noi italiani). Dopo 1 ora durante la quale 14.000 persone hanno cantato in coro, il fuoco viene spento con gli idranti….e partono immediatamente i fuochi artificiali, vanno avanti per quasi 1 ora…finiscono quando sorge il sole! Il vecchietto piglia la parola…e credo che dia l’appuntamento al 1990. 13.995 teste annuiscono, 4 dormono, 1 quasi…… torno alla tenda, compiendo un giro larghissimo, evito la tenda identica alla nostra….molti sono già partiti…trovo la tenda, trovo anche il LUNGO, è ancora ubriaco, deve aver bevuto così tanto che gli durerà per almeno un paio di giorni! Smontiamo la tenda, prendiamo 4 zaini in spalla e andiamo fino all’ospedale….li troviamo i 2 cornutoni, bell freschi e rifocillati….ci hanno tenuto 2 briosches…beh almeno quello. Gli diamo gli zaini….andiamo al porto, c’è una coda folle…troviamo il traghetto…usciamo dalle acque calme del porto…e troviamo un ciclone! Per fare 2 orette scarse di navigazione ce ne mettiamo 5! Gli islandesi, pur gente di mare, vomitano ovunque, dentro la sala c’è un odore spaventoso, fuori diluvia…IL LUNGO dorme per terra…noi 3 usciamo, IL BIKER non è sul traghetto….boh! finalmente sbarchiamo…prendiao un autobus, arriviamo a reykjavik, campeggio….io e il lungo ci facciao dire dove noleggiare una tenda….dobbiamo attraversare la città…andiamo. Arriviamo in pieno centro, siamo 2 stracci. In giro ci sono solo adulti, ragazzi e ragazze sono tutti a letto! Affittiamo la tenda per 3 giorni, finiamo quasi tutti i soldi e torniamo in dietro; passando per il centro arriviamo al bellissimo lago con parco intorno, è sulla strada e ci passiamo….e gli dei si mostrano a noi favorevoli una volta ancora! GRAZIE DEI ISLANDESI, GRAZIE! Sul lungolago, ci sono 2 persone che stanno dando da mangiare a cigni, papere e altri pennuti, il lungo lago e scosceso, rivestito di scivolosissime rocce. Uno dei due resta sul marciapiede, l’altro, da lontano lo vediamo avvicinarsi, scendere, sempre più…il LUNGO mi dice: “guarda il coglione che adesso vola in acqua”, non finisce la frase e a questo soggetto decollano entrambe le gambe verso l’alto, cade di coccige sulla durissima pietra e rotola dentro il lago. Completamente, anche la testa sott’acqua…..il suo amico cerca di tirarlo fuori, corriamo anche noi….arriviamo lì….LUKZIPPER….scoppiamo a ridergli in faccia, è ancora in acqua…e noi gli ridiamo in faccia….il suo compagno, si mette a ridere anche lui….lukzipper esce da solo….fradicio e infreddolito dentro un lago di acqua a 4°!!!! Ci maledice in zurighese e se ne va….. Arriviamo al campeggio, montiamo la tenda e ….buonanotte. Sono circa le 17.30…. Apro gli occhi, il LUNGO russa come una locomotiva…..mi sento riposato, e devo urgentemente andare al cesso…..esco, metto gli anfibi e vado ai bagni….trovo un britannico gli chiedo l’ora: sono quasi le 5.00 mi risponde inglese…non mi rendo nemmeno conto che non mi ha detto se A.M. O P.M….il campeggio è semideserto, la luce è la solita che c’è in Islanda….però alle 5 del mattino dovrebbe essere un po’ più buio…..vado al bureau è aperto! Sono le 17.00. Abbiamo dormito 23 ore di fila! Svegli gli altri…stiamo un po’ meglio…ora è la fame il problema…soldi quasi a zero. Vaghiamo per reykjavik, entriamo in una banca, prendiamo un caffè a sbaffo e ce ne usciamo. Po troviamo la soluzione: ristorante cinese a prezzo fisso senza menù ma con bancone self service. Entriamo e in 4 gli abbiamo totalmente svuotato tutto ciò che c’era sul bancone. Il cinese è abbastanza scocciato! Torniamo al pub vicino al campeggio, dovremmo trovare i nostri vecchi amici metallari…eh sì ci sono, anzi aspettano tutti il LUNGO. Il pazzo infatti in una serata particolarmente alcolica ha invitato almeno una dozzina di persone prima a casa dei suoi genitori a milano, poi in montagna! Questi lo vedono e lo abbracciano, gli dicono che hanno già comprati i biglietti aerei. Purtroppo il nostro voliera pieno. E arriveranno così 2 giorni dopo a Milano. Lui annuisce, è in crisi totale, nemmeno se lo ricordava. Ci offrono da bere e ci invitano a casa loro a cena…solita cena schifosa. Il LUNGO è disperato, poi uno di loro gli chiede l’indirizzo. Gli si illuminano gli occhi, era convinto di averglielo già dato! Non mi dimenticherò mai l’indirizzo che gli diede: VIA DELLE PANTEGANE OSCURE 69 – MILANO. Non so come siamo riusciti a non ridere…probabilmente per 2 motivi: 1 perché era una delle più grosse bastardate della nostra vita. 2 perché se lo avessero capito ci avrebbero massacrati di bastonate! Ci salutiamo, il giorno dopo il pub è chiuso per turno. Ci diamo appuntamento a Milano, il LUNGO si inventa pure la metropolitana sotto casa! Dopo un’altra clamorosa dormita andiamo a vedere un po’ di negozi in centro….entriamo in un negozio di dischi…e chi c’è dentro…la ragazza che ha strappato i jeans al PLAYBOY durante un amplesso! Lui la saluta con fare da Manzo, lei lo guarda e nemmo lo saluta, lui la segue…e con sorriso modello BAMBI le chiede se lo ha riconosciuto….lei lo guarda e gli dice che quello che è successo al festival, non è mai successo. FUNZIONA COSI’! Dobbiamo mangiare…andiamo in un supermercato….non abbiamo soldi, ma tanta fame e tanta buona volontà. Abbiamo esagerato quella volta…salmoni, formaggi, pomodori, pane, birra, coca cola….e per massimo gusto il LUNGO, rientra nel supermercato…si era dimenticato di fregare un limone per il salmone! Ci abbuffiamo finalmente. Lungo la strada troviamo un gelataio, non artigianale, quelle macchinette che fanno quei gelati con colori inquietanti, gonfi di aria…ne prendiamo 1 coppetta a testa. Fa abbastanza schifo. A nanna. Ultima notte. Vengo svegliato dal LUNGO….non parla, mi infila una mano in bocca per alzarsi…ULULA…deve andare al cesso…non riesce nemmeno ad infilarsi jeans e anfibi, corre ai bagni nel fango….ha fatto così poco casino che anche gli altri 2 si sono svegliati..ridiamo tutti e 3 quando torna dopo 20 minuti…..poco dopo parte il PLAYBOY, almeno riesce a vestirsi….torna dopo 10 minuti….nuovo scatto del LUNGO, stavolta vestito ma bestemmiante assai. Ridiamo. Io e il VATE li sfottiamo. Torna il LUNGO…è distrutto. Io sono sdraiato con la tenda aperta, guardo fuori…poi vengo morso da qualcosa all’intestino…non molla la presa, mi azzanna…aiuto! Mi sembra di avere una murena nella pancia…corro anch’io…ora ridono gli altri….poco dopo mi raggiunge il LUNGO per la 3° volta; torniamo alle tende. Ci si alza, il VATE la mena a tutti, lui è l’unico con il fisico, lui è il più figo. L’aereo è alla sera, oggi abbiamo in programma di andare a BLUE LAGOON, un enorme lago di acqua solforosa calda, con le acque totalmente turchesi, con adiacente fabbrica in acciaio splendente, in un sobborgo di reykjvik, una sorta di acquafan locale. È affollatissimo, puzza come la morte, ma dopo un po’ ci si abitua e l’acqua è una figata. Siamo tutti e 4 a mollo, quando il VATE viene fulminato da qualcosa….una torpedine? Una razza, una manta?….no finalmente anche il suo intestino si è reso conto che il gelato del giorno prima era velenoso! Piccolo problema….a perdita d’occhio c’è solo acqua, i bagni non ci sono, e quelli degli spogliatoi sono per lui irraggiungibili….siamo in mezzo ad almeno 300 persone, a pochi metri l’uno dall’altro….suda, assume varie espressioni, non parla, mugola, ovviamente lo sfottiamo, emettiamo suoni onomatopeici e attendiamo….si gira, parte a nuoto, sembra la finale dei 100 S.L. Alle olimpiadi, lui è POPOV, vola sull’acqua; abbiao capito, ha visto una zona dove non ci sono persone, vicino alla fabbrica…ci va…ci sta arrivando….c’è. Si ferma. Si gira verso di noi. È almeno ad un centinaio di metri…ci fa il gesto dell’ombrello. Poi si gira. Usciamo dal lago, andiamo verso la piscina artificiale, vicino ci sono 5 vasche idromassaggio, da 5/6 persone l’una. C’è scritta la temperatura dell’acqua. Andiamo nella prima 35°…come la laguna. Siamo tutti e 4 dentro quando vedo il LUNGO chiamare due ragazzi…li conosce, sono di RHO. Entrano anche loro nella vaschetta, conoscenze, blah, blah…sono appena arrivati, gli diao qualche informazioni poi tutti e 6 ci trasferiamo alla vasca successiva 45°…calda…ma stupenda…. 3° vasca:50° si schiatta di caldo, ma dopo un po’ non brucia più. 4° vasca 55° metto un piede, mi scotto…piano piano entriamo….è tremendo, resistiamo tutti meno di un minuto, oltretutto tutto ciò avviene all’aperto, con l’aria a 5° e un bel vento freddo, in più pioviggina! Uno dei due di Rho resta dentro, dice che è una figata, noi torniamo alla 2° vasca…lui ci dice che sta da dio, anzi ora va nella 5° vasca: 60°! Entra con nonchalance, e ci resta per almeno 5 minuti…noi usciamo dalla nostra vasca, lui esce dalla sua…lo aspettiamo, lui cammina varso di noi, sorride…va giù come una pera lessa, tira una craniata spaventosa sul pavimento in mattonelle….calo di pressione, sangue, ambulanza, saluti, ospedale. Recuperiamo gli zaini al campeggio e prendiamo l’autobus per keflavik, l’aeroporto. Arriviamo in orario. Il volo proviene da new york, stop-over a reykjavik e continua sino a Lussemburgo. Dovrebbe essere già arrivato. Siamo in circa 20 persone. L’aereo non arriva, arriva una hostess…l’aereo non è mai partito, gli si è rotto un deflettore in fase di decollo… L’islandair non ci offre nemmeno un posto per dormire, bel servizio di merda! Aarriva IL BIKER in aeroporto. Ci saluta a mala pena. Lo informiamo. Lui sta sulle sue. Ci si ignora. Restiamo confinati in aeroporto per 24 ore!!!!! Alla fine riusciamo a partire. Lussemburgo. Non abbiamo i soldi per il treno. Zero. Andiamo in stazione a piedi, qualche ora dopo c’è un treno notturno per Basilea….saltiamo sopra, siamo nell’ultima carrozza, nell’ultimo scompartimenti, vicino al bagno….non arriva nessun controllore, arriviamo a notte fonda a basilea. Nessun treno per Milano. Al mattino parte un treno per lugano. Ci saltiamo sopra, stessa, inutile, tattica. Nessun controllore. Lugano, attraversiamo la frontiera a piedi. Andiamo alla stazione di come delle ferrovie nord in autostop. Conosciamo le Ferrovie Nord Milano, l’ultimo controllore si è autoestinto 40 anni fa. Prendiamo il primo treno per Milano. Dopo 30 minuti siamo a Cadorna….ci salutiamo, l’appuntamento è per 2 giorni dopo in montagna per la festa di ferragosto. Metropolitana, autobus, casa: non c’è nessuno! Oh cazzo! Avevamo detto con l’utlima telefonata di venirci a prendere alla Stazione Centrale! ****ultima parentesi**** dopo 2 giorni IL BIKER era in montagna con noi a mangiare, bere, ridere e scherzare come sempre! p.s. un po’ lungo? Ciao paolo-milano


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