Lombardia da scoprire: 4 giorni in camper tra città d’arte, laghi e natura selvaggia
Ci sono viaggi che nascono come semplici spostamenti e diventano presto avventure indimenticabili. Basta un camper, due cani impazienti di esplorare, e la voglia di lasciarsi sorprendere da ciò che la strada può offrire. In pochi giorni è possibile attraversare paesaggi così diversi da sembrare mondi lontani: i chiostri silenziosi della Certosa di Pavia, le guglie vertiginose del Duomo di Milano, i riflessi quieti dei laghi alpini, i panorami a picco sul blu del Lago Maggiore, fino alle gole profonde e selvagge che l’acqua ha scolpito tra le montagne. Ogni tappa diventa una scoperta, ogni sosta un ricordo che profuma di natura e di storia. E in questo viaggio i protagonisti non siamo stati solo noi, ma anche i nostri due compagni a quattro zampe, capaci di insegnarci a vivere il cammino con entusiasmo puro, curiosità e meraviglia. Questo diario racconta 4 giorni in Lombardia in camper intensi, sospesi tra città d’arte e panorami naturali, tra la quiete dei laghi e l’adrenalina delle ferrate. Un itinerario che attraversa il cuore della Lombardia, ma che in realtà percorre molto di più: il cammino dentro l’emozione di viaggiare liberi.
Indice dei contenuti
4 giorni in Lombardia in camper – Diario di viaggio
Giorno 1 – Certosa di Pavia e Milano
Il camper scivola fuori da Genova nelle prime ore del mattino, carico di entusiasmo e con l’odore salmastro del mare che ancora aleggia nell’aria. I nostri cani osservano curiosi dal finestrino: per loro ogni viaggio è un’avventura fatta di nuovi odori, nuovi prati, nuovi incontri. La strada lascia la costa e si addentra nella pianura, dove i campi coltivati si alternano a filari di pioppi, e le colline iniziano a farsi sempre più vicine. La prima sosta è alla Certosa di Pavia, un gioiello di marmo che sembra sbucare dal nulla. L’imponenza della facciata lascia senza parole: i dettagli scolpiti nella pietra brillano sotto la luce, raccontando storie silenziose di un passato lontano. Il monastero, fondato nel XIV secolo dai Visconti, conserva ancora un’aura di sacralità: passeggiare nei cortili interni, respirando quell’atmosfera sospesa, è come entrare in un’altra epoca. Ogni chiostro, con le sue arcate eleganti, sembra custodire segreti di preghiere sussurrate nei secoli.
Si riparte verso Milano, dove il camper trova riparo in un parcheggio a Rho. La metro ci inghiotte nel suo ventre sotterraneo e ci sputa nel cuore della città. Il Duomo si erge come una montagna di marmo, le sue guglie che sfidano il cielo sembrano un ricamo impossibile. Salire sulle terrazze è come camminare sospesi tra le nuvole, con la città che si apre sotto di noi come un mosaico vivente. Dall’alto si distinguono tetti, campanili, e persino qualche spicchio di verde nascosto tra le vie. Poco distante, la Galleria Vittorio Emanuele II ci accoglie con i suoi pavimenti lucidi e le vetrate scintillanti, un salotto elegante dove il tempo scorre lento. Lì ogni passo è accompagnato dal profumo dei caffè storici e dal vociare delle persone. Infine, una sosta davanti al Teatro alla Scala, scrigno di musica e arte, da ammirare anche solo dall’esterno, immaginando le note che, per secoli, hanno vibrato oltre quelle mura. Dopo il teatro, il percorso ci conduce al Cenacolo Vinciano, dove l’Ultima Cena di Leonardo custodisce un silenzio carico di storia e di mistero. Da lì una passeggiata fino al Castello Sforzesco, con i suoi bastioni e i cortili che riportano ai fasti rinascimentali, e infine una tappa moderna al Museo Casa Milan, tempio per gli appassionati di calcio e tifosi come me ma anche luogo che racconta un’altra anima della città, quella sportiva e contemporanea.
La giornata non è ancora finita: il camper ci porta verso nord, fino al Lago di Antrona, in Piemonte. La strada sale sinuosa tra boschi e vallate, costeggiando torrenti impetuosi e piccoli borghi di pietra. Infine si apre un ampio piazzale, punto di partenza per i sentieri. Qui ci fermiamo per la notte: intorno a noi solo silenzio, il profumo di resina e il fruscio degli alberi. I cani scendono felici, scodinzolando tra i prati: è il loro paradiso. La sera cala lenta, con le stelle che uno a uno illuminano il cielo limpido, e il lago, poco distante, riflette un chiarore argenteo.
Giorno 2 – Lago di Antrona e Lago maggiore
Il mattino profuma di bosco umido. Ci incamminiamo per il sentiero che abbraccia il Lago di Antrona, le sue acque scure che riflettono montagne severe e silenziose. Il percorso è dolce, costellato di radici e di ponticelli che si affacciano sullo specchio d’acqua. Qua e là emergono cespugli di mirtilli e rododendri, mentre i cani annusano curiosi l’erba bagnata dalla rugiada. Procedendo si raggiunge anche il Lago di Campliccioli, più selvaggio e raccolto, un bacino artificiale circondato da alte dighe che raccontano la storia del lavoro umano in simbiosi con la natura. Il ritorno segue un percorso speciale: la vecchia ferrovia dismessa. Camminare lì è come entrare in una storia abbandonata, con i binari che un tempo trasportavano uomini e sogni. Alcuni tratti si addentrano in gallerie scavate nella roccia, fresche e silenziose, dove il tempo sembra essersi fermato. L’emozione più grande arriva poco dopo: il sentiero passa dietro la cascata Senjont. L’acqua precipita con fragore, spruzzi che bagnano il viso, luce che filtra creando arcobaleni effimeri. I cani si fermano, stupiti e incuriositi, osservando l’acqua come fosse un gioco infinito.
Nel pomeriggio, il viaggio prosegue verso Stresa, la perla del Lago Maggiore. La cittadina si adagia sulle rive del lago con un’eleganza che profuma di Belle Époque: i viali alberati, le facciate liberty degli hotel storici e il lungolago fiorito creano un’atmosfera raffinata, quasi da cartolina. Qui ci attende il Parco Pallavicino, un giardino secolare che custodisce una collezione sorprendente di animali: dai pavoni che passeggiano liberi aprendo le loro ruote colorate, ai lama curiosi, alle caprette che si lasciano avvicinare con dolcezza, fino a cervi e rapaci che popolano angoli più appartati. I vialetti ombreggiati si snodano tra alberi secolari e aiuole curate, offrendo ad ogni passo una nuova sorpresa. I cani, ovviamente, osservano attenti ogni movimento, affascinati da questa piccola arca di Noè immersa nella natura. Poco dopo ci imbarchiamo sul traghetto Stresa–Santa Caterina: una traversata breve ma intensa, con le Isole Borromee che punteggiano il lago come gioielli preziosi. L’arrivo al Santuario di Santa Caterina del Sasso, abbarbicato sulla roccia a picco sull’acqua, toglie il fiato: un luogo sospeso, che sembra quasi sfidare la gravità. Le sue origini medievali e gli affreschi custoditi all’interno raccontano di fede e miracoli, mentre fuori lo sguardo si perde sull’infinito blu del lago.
La sera ci porta a Bellano, sul Lago di Como. Il camper trova riposo e, con lui, anche noi: il riflesso delle luci sulle acque del lago è un invito alla calma, un abbraccio silenzioso prima del sonno.
Giorno 3 – Lago di Como, Orrido di Bellano e Lago d’Iseo
La mattina si apre con la visita all’Orrido di Bellano, gola scavata dal torrente Pioverna che nei secoli ha plasmato pareti vertiginose. Il rumore dell’acqua riecheggia come una voce antica, mentre i ponticelli sospesi permettono di ammirare da vicino la forza indomita della natura. L’umidità impregna l’aria, il muschio tappezza le rocce e gli schizzi d’acqua creano una nebbiolina che avvolge i visitatori. Dopo, una passeggiata sul lungolago: un tratto più dolce, con salici piangenti che si specchiano nell’acqua e barche ormeggiate che dondolano lente. I cani possono sgranchirsi e annusare ogni angolo, felici compagni di viaggio.
Nel pomeriggio raggiungiamo Iseo e da lì l’isola più grande dei laghi europei: Monte Isola. Un traghetto ci porta verso questa montagna verde che emerge dalle acque come un gigante addormentato. Il borgo ci accoglie con le sue viuzze lastricate e le case in pietra, mentre il profumo del pesce essiccato ricorda una tradizione antica. Una navetta sale al Santuario della Madonna della Ceriola, punto panoramico che domina il lago con una vista sconfinata, fino alle Prealpi e alle valli circostanti. La discesa a piedi è lenta e meditativa, tra ulivi, viottoli e scorci pittoreschi di case in pietra. Il sole che cala tinge l’acqua di riflessi dorati. Il giorno si conclude a Casto, piccolo borgo abbracciato dalle montagne, preludio a nuove avventure.
Giorno 4 – Avventura tra ferrate e canyon del Parco delle Fucine
La mattina ci porta al Parco delle Fucine di Casto, un luogo che sembra disegnato per chi ama la natura viva e selvaggia. Un tempo qui le acque venivano incanalate per muovere i magli delle fucine, e ancora oggi i ruderi raccontano un passato di lavoro e sudore. Ci addentriamo nel percorso blu, un trekking che corre tra boschi, canyon e ponticelli sospesi sull’acqua che scorre impetuosa. Ogni curva è una sorpresa: piccole cascate, giochi di luce, silenzi rotti solo dal rumore dei passi e dai guaiti gioiosi dei cani. Poi arriva il momento più emozionante: una breve arrampicata su via ferrata. Con imbraghi e moschettoni ci si aggrappa alla roccia, sentendo l’adrenalina scorrere. È una sfida con sé stessi, ma anche un incontro intimo con la montagna, che accoglie e allo stesso tempo mette alla prova. Il percorso regala panorami che si aprono improvvisi tra gli alberi, con scorci sulle gole sottostanti e sulle valli che si estendono più in basso. Il respiro si fa più lento, il cuore batte forte: quando si arriva in cima, lo sguardo spazia libero e l’anima si sente leggera. È il sigillo perfetto per concludere questo viaggio: un intreccio di natura, scoperta, fatica e bellezza, vissuto passo dopo passo insieme ai nostri fedeli compagni a quattro zampe.
Lombardia in camper: le nostre considerazioni finali
Questi quattro giorni in camper tra laghi, borghi e montagne ci hanno lasciato ricordi indelebili: ogni passo, ogni scorcio, ogni riflesso sull’acqua è diventato parte di un mosaico di emozioni condivise. Dalle guglie del Duomo di Milano al silenzio avvolgente dei sentieri intorno al Lago Antrona, passando per la vivacità di Stresa e la magia delle isole del Lago d’Iseo, ogni luogo ci ha parlato in modo diverso, regalando meraviglia e calma insieme. I nostri cani, instancabili compagni di avventura, hanno reso ogni momento più gioioso, ricordandoci quanto sia prezioso fermarsi ad annusare, osservare e godere della semplicità dei dettagli. Le loro corse lungo i sentieri, gli sguardi curiosi verso le acque dei laghi e le piccole pause per riposare accanto a noi hanno creato un legame unico. Tornare alla quotidianità dopo un viaggio così ricco significa portare con sé un bagaglio di emozioni, immagini e sensazioni che resteranno vive nel cuore. E già si sente il richiamo di nuove strade, nuovi sentieri, nuove acque da esplorare… perché ogni viaggio, alla fine, è solo l’inizio di un altro, e ogni compagno di viaggio, peloso o meno, rende tutto ancora più speciale.