4 giorni a Il Cairo: cosa vedere e come muoversi nella Città delle piramidi

Scritto da: motta d.
4 giorni a il cairo: cosa vedere e come muoversi nella città delle piramidi
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Le piramidi, la sfinge e non solo. Quest’anno avevo voglia di vedere l’unica delle sette meraviglie del mondo antico giunta fino ai giorni nostri. Per cui, quando ho trovato su Wizzair un volo per il Cairo A/R a 117 € (compresi 15 € di assicurazione), non mi sono lasciato sfuggire l’occasione. Ho deciso di visitare solo il Cairo e non Sharm o altre località balneari perché febbraio è un mese perfetto per camminare, ma non per andare al mare dato che l’acqua è decisamente fredda in questo periodo. 

Diario di viaggio

1° giorno: l’arrivo al Cairo

Sono partito da Bergamo il 19/02/24 alle 06:30 e sono atterrato felicemente all’aeroporto Sphinx del Cairo alle 12:00 ora locale (+ 1 ora). Questo è il secondo aeroporto della città, il più recente, inaugurato circa un anno fa. È moderno e molto pulito, ma sembra ancora poco sfruttato. I negozi sono tutti deserti, senza neanche gli scaffali per la merce. Per entrare in Egitto ci vuole la visa, cioè il visto, che si compra direttamente in aeroporto al prezzo di 25 dollari americani. Cambio subito 50 €, per i quali mi danno 1661 lire egiziane (£E). Espletate le formalità doganali (3 controlli del passaporto) mi dirigo verso l’uscita, dove mi imbatto subito nell’autista mandatomi dal mio albergo, come da accordi presi, al costo di 20 €. In circa una mezzoretta sono davanti al mio hotel, lo Storm Pyramids View Inn, prenotato su booking al prezzo di 85 € per 4 notti compresa la prima colazione. Consiglio a tutti di tenercisi lontani come da un lazzaretto di appestati. Su booking lo hanno spacciato come un 5 stelle ma io gliene darei al massimo 1. Anche le ottime recensioni che ha avuto devono essere false o si riferiscono ad un’altra gestione. Appena messo piede nella microscopica hall mi hanno chiesto subito i soldi. Pessimo servizio, connessione internet praticamente inesistente e molto altro ancora. Non farò ulteriori commenti; mi sono già lamentato con chi di dovere. L’unica cosa buona era la vista panoramica sulle piramidi. Appena disfatto il bagaglio, visto che lo stomaco borbotta e non ho voglia di cercarmi un ristorante, decido di farmi servire il pranzo direttamente in terrazza godendo appieno della suddetta vista. Per 10 € mi hanno dato un pollo grigliato (buono), un piattone di riso e una coca cola. Facendo il confronto con i successivi pranzi e cene ho scoperto che il prezzo non era affatto conveniente. Altra nota negativa. Il tempo è ottimo, soleggiato ma con qualche nuvola. Si sta bene col maglioncino leggero. È troppo tardi per andare a visitare le piramidi, dato che chiudono alle 16:00, quindi mi limito a dare un’occhiata al quartiere come prima giornata in terra egiziana. Non mi ci vuole molto per capire che prendere alloggio qui non è stata una scelta felice. Il quartiere è molto sporco, le strade sono piene delle deiezioni dei cavalli e dei cammelli con cui si organizzano le gite alle piramidi. Ci sono anche numerosi cani e gatti randagi, dall’aspetto emaciato. Non si possono fare due passi senza venire importunati dagli innumerevoli taxisti che ti propongono corse o cambi di denaro in nero. Dulcis in fundo non mancano i bambini che chiedono la carità. La presenza di numerosi soldati ben equipaggiati in compenso mi fa sentire al sicuro. Decido così di tornare in albergo e aspettare l’ora di cena. Rientrando spendo 30 £E per un paio di banane da un venditore ambulante. Verso le 20:00 esco per soddisfare le esigenze del mio stomaco e mi fermo in un ristorante cinese dall’aspetto invitante. Per 170 £E prendo un’omelette (grande ma fredda) e un succo di frutta (buono). Prezzo conveniente ma pessimo servizio, ho aspettato diverso tempo e non era certo pieno. Quando si paga in contanti, cioè molto spesso, conviene per quanto possibile dare i soldi contati altrimenti si rischia di aspettare parecchio per il resto (se te lo danno). All’uscita faccio ancora due passi per il quartiere confermando la mia pessima opinione iniziale. Sulla strada principale il traffico è veramente caotico, con un sottofondo di clacson assordante, come quando il Milan vince lo scudetto. I semafori sono pochi e le strisce pedonali praticamente non esistono. Attraversare la strada è un’impresa rischiosa. Meglio tornare in albergo e leggere un libro, dato che il WiFi non funziona. 

2° giorno: le Piramidi e Torre del Cairo

Mi sveglio molto presto, verso le 07:00 e alle 08:00 sono in terrazza a fare colazione. Il tempo è ottimo, soleggiato e senza una nuvola, ideale per camminare. Come prima colazione, dopo diversi minuti, mi portano due falafel striminziti e una tazza di the, senza tovaglioli e senza posate. Non l’ho più chiesta in seguito, preferisco farla fuori. Appena uscito dall’albergo mi fermo in un ufficio cambi, dove per 50 € mi danno 1666 £E e qualche spicciolo. Alle ore 09:00 arrivo davanti all’entrata del sito archeologico delle piramidi, che dista 5 minuti a piedi dal mio albergo.  L’ingresso costa 25 USD, compresa la visita all’interno della piramide di Cheope, pagabili solo con carta di credito. Non c’è coda, ma bisogna ugualmente farsi strada tra tutti quelli che vogliono offrirti un giro a cavallo, in cammello o in carrozza che sono davvero insistenti, rasentando la maleducazione. Ho scelto di fare l’escursione da solo perché l’area non è molto grande e si può tranquillamente girare a piedi, senza essere dei gran camminatori. Questo è consigliabile solo quando, come in questo periodo, la temperatura te lo consente. Certo si rinuncia alle spiegazioni di una guida, ma comunque molte informazioni sulle piramidi sono note a tutti o comunque reperibili da internet, e io non sono un egittologo.

Prima di tutto mi fermo davanti alla Sfinge, che con il suo corpo leonino e il volto umano è molto più piccola di come me la immaginavo. Dopo non pochi scatti mi dirigo verso la prima delle tre piramidi, la più piccola, quella di Micerino. Bisogna dire una cosa sulle piramidi: le studi a scuola, le vedi nei film o nei documentari, ti sembra in qualche modo di averle già viste, ma quando ti ci trovi sotto è tutta un’altra cosa. Ti chiedi veramente: “ma come diavolo hanno fatto a costruirle con i mezzi che avevano allora?”. Sono alte come dei piccoli grattacieli e sono ancora lì dopo oltre 4000 anni, mentre nel mondo civilizzato ponti e palazzi in cemento e mattoni crollano come castelli di carta. Lasciando la strada principale asfaltata e passando per il deserto tra le piramidi ci si accorge come la zona non sia esattamente tenuta bene. Tra la sabbia spuntano parecchi “reperti” come sacchetti, mozziconi di sigaretta, cartacce e naturalmente le immancabili bottiglie di plastica. Mi aspettavo di meglio da uno dei siti archeologici più famosi del mondo. Dopo aver fotografato le piramidi praticamente da ogni angolazione, alle 11:00 mi fermo in una specie di club molto bello, con vista panoramica, dove con 100 £E mi gusto una coca gelata riposandomi le gambe e approfittando del wi-fi gratuito.

Alle ore 12:15 sono davanti alla grande piramide di Cheope, che è anche il parcheggio principale per pullman e carrozze. La confusione è notevole. Ci sono diversi cartelli che vietano di arrampicarsi sulla piramide, ma molti turisti lo fanno comunque, prontamente richiamati dal servizio di sicurezza. La presenza di numerosi cavalli e cammelli lascia nell’aria una fragranza non proprio gradevole, malgrado la giornata sia ventilata. Non oso immaginare come deve essere ad agosto. Purtroppo, leggo che la piramide è chiusa dalle ore 12:00 alle ore 13:00, per cui decido di aspettare la riapertura davanti all’ingresso, visto che la fila per entrare comincia ad allungarsi. Alle ore 13:00 sono uno dei primi per fortuna. L’aria all’interno è già viziata e molto umida. Sconsiglio fortemente l’esperienza a chi soffre di claustrofobia. Per arrivare alla camera del faraone bisogna attraversare a carponi corridoi bassi e stretti e salire scalinate anguste che mettono a dura prova le mie articolazioni. Si consiglia una permanenza di pochi minuti all’interno, anche perché c’è ben poco da vedere oltre alla nicchia dove era custodito il sarcofago. Dopo circa quindici minuti sono di nuovo all’aperto, sudatissimo e con le gambe provate, e mi dirigo verso l’uscita. Prima di rientrare in albergo mi fermo da Pizza Hut, dove prendo un hamburger, patatine e coca cola spendendo solo 86 £E. Alle 16:30 esco e fermo un taxi che per 200 £E (contrattate) mi porta fino a una delle principali attrazioni della città, la Torre del Cairo.

È il monumento più famoso dell’Egitto dopo le piramidi di Giza. Si trova nel quartiere Zamalek nell’isola di Gezira sul fiume Nilo, vicino al centro del Cairo, ed è stata per dieci anni il monumento più alto dell’Africa. L’ingresso costa 250 £E ma devo aspettare il mio turno. Nell’attesa mi gusto un abbondante cappuccino al bar attiguo per 90 £E. Dopo circa 20 minuti l’ascensore mi porta all’ultimo piano da cui si gode una vista a 360 gradi sulla città. Si può anche mangiare qualcosa al bar volendo. Sceso dalla torre mi dirigo verso il centro del Cairo, attraversando il fiume Nilo proprio mentre il sole sta tramontando; panorama che immortalo in diversi scatti. Il traffico è a dir poco notevole, l’aria è pesante e il rumore dei clacson è quasi insopportabile. Bisogna dire che questa parte della metropoli però è davvero elegante e pulita, in netto contrasto con il quartiere di Ghiza.

Arrivo in piazza Tahrir (bella) e poi proseguo verso ancora verso la parte vecchia del Cairo, dove si trovano numerose bancarelle e negozietti improvvisati che vendono un po’ di tutto: dal ciarpame ai gioielli. Anche adesso che il sole è tramontato c’è davvero tanta gente in giro, soprattutto locali perché a prima vista i turisti mi sembrano pochi. Questa intenso brulichio di persone raggiunge l’apice in piazza Attaba, che mi ha lasciato davvero a bocca aperta. Qui si trovano decine di bancarelle, una di fianco all’altra, in doppia o anche tripla fila, praticamente in mezzo alla strada con le macchine e i pullman che sfrecciano a pochi centimetri e i passanti che cercano in qualche modo di divincolarsi tra di esse. La confusione è pressoché totale e assordante. Il tutto aggravato dalla voce del muezzin che chiama i fedeli alla preghiera. Ho dovuto gridare per farmi sentire da un commerciante a cui ho chiesto indicazioni. La mia capacità di sopportazione ha ormai raggiunto il limite per cui mi metto alla disperata ricerca della fermata della metropolitana, che per fortuna si trova proprio nella piazza. Purtroppo, la situazione non cambia molto neanche al di sotto del manto stradale. Innanzitutto, per entrare bisogna passare sotto il metal detector, come in tutte le fermate della metro. Poi bisogna fare la fila per comprare il biglietto, diversa per uomini e donne. Ci sono anche le biglietterie automatiche ma preferisco non cimentarmi nell’impresa. C’è anche la fila per cambiare le banconote di grosso taglio in tagli inferiori, soprattutto da 10 £E e da 5 £E, di cui ce ne sono pochi in circolazione. Per fortuna la metropolitana costa pochissimo, 6 £E per una corsa normale, e non è difficile orientarsi. Le stazioni sono abbastanza pulite e i treni puntuali; non li ho dovuti mai aspettare più di cinque minuti. Le carrozze ricordano molto quelle di Milano, ma bisogna tenere presente che i vagoni di testa sono riservati preferibilmente alle donne. In capo a una quindicina di minuti arrivo alla fermata di Ghiza e da lì un tuc-tuc mi porta in venti minuti davanti al mio albergo, al costo di 120 £E (contrattati). Mi fermo nuovamente da Pizza Hut dove spendo altri 86 £E per un menù con hamburger e patatine e poi alle 21:30 sono in camera mia per un meritatissimo riposo. 

3° giorno: Museo Egizio e Quartiere Copto

Dopo una veloce colazione eccomi in strada alla ricerca di un taxi. Lo stesso taxista di ieri, promosso a mio autista per i prossimi giorni, mi porta (per 200 £E contrattate) in 20 minuti circa davanti al Museo Egizio. Inaugurato nel 1902, è il più importante museo del suo genere al mondo ed è ospitato in un edificio neoclassico appositamente costruito. L’ingresso costa 450 £E, pagabili solo con carta di credito, ma per accedere all’interno bisogna prima superare tre controlli col metal detector e poi il muro di quelle persone che si propongono, anche con insistenza, come guide più o meno qualificate. Si possono scegliere tour di gruppo o individuali, con o senza accompagnatore. Io scelgo di girarlo per mio conto accontentandomi delle indicazioni scritte davanti ai vari reperti. Il “pezzo forte” del museo è la sala riservata al faraone Tutankhamon, in cui purtroppo non è permesso fare fotografie, che contiene la maschera funeraria e il sarcofago, entrambi in oro massiccio, oltre a tutti i tesori ritrovati all’interno della tomba. Incredibili. Nella sala l’accesso è contingentato ma per fortuna la gente è ancora poca. Anche una visita approssimativa come la mia mi porta via comunque la mattinata e quando esco dal museo è ormai ora di pranzo. Mi fermo quindi in un fast food dove con 180 £E prendo un hamburger con patatine fritte e una bottiglia di acqua.

Mi reco poi alla fermata della metropolitana di Sadat, proprio di fronte al museo, e scendo a quella di Mar Girgis, nel quartiere copto. Si tratta di una parte della città molto tranquilla, caratterizzata da stradine strette e vicoletti dove il rumore del traffico si sente poco, già patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 1979. La metro si ferma proprio davanti al Museo Copto, in cui però non entro dato che oggi ho già avuto la mia razione quotidiana di musei. Mi addentro quindi all’interno del quartiere attraverso una viuzza, nascosta sotto una chiesa, con dei lunghi scaffali pieni di libri da entrambi i lati. Simpatica. Molto belle tutte le chiese e anche la sinagoga Ben Ezra, soprattutto visto che l’ingresso è completamente gratuito. In questa oasi di tranquillità il caos del Cairo sembra lontano anni luce. Mi fermo quindi a riposarmi un po’ in un locale vicino alla stazione di Mar Girgis dove spendo 70 £E per una spremuta e 50 £E per un espresso. Sarà l’atmosfera rilassata ma a me sono sembrati buonissimi.

Riprendo quindi la metropolitana e scendo alla fermata di Ghiza, e da lì con un tuc-tuc (per 150 £E) direttamente davanti al mio albergo. Dopo un breve riposo mi reco per la cena nel solito ristorante cinese, dove mi accorgo con un certo imbarazzo di essere l’unico cliente questa sera. Questa volta scelgo una omelette, un piatto di gamberetti, patatine fritte e una coca cola, spendendo 430 £E. Dopo di che rientro in albergo dove il sonno non tarda a venire. 

4° giorno: Cittadella del Saladino, Bazar e Crociera sul Nilo

Dopo avere cambiato altri 70 €, per cui mi hanno dato 2336 £E, oggi il solito autista mi accompagna (al solito prezzo) alla Cittadella del Saladino. Si tratta di una fortificazione medioevale, costruita sulla collina di Mokattam, tra le meglio conservate al mondo, patrimonio dell’Unesco fin dal 1976. Si compone di una cinta muraria di diverse altezze, con imponenti torre difensive, e al suo interno si trovano alcune tra le principali attrazioni del Cairo. L’ingresso costa 450 £E, pagabili solo con carta di credito (tanto per cambiare). Mi imbatto subito nella Moschea di Mohammed Alì, detta anche Moschea di Alabastro, per via del materiale, usato per la sua costruzione, ed è davvero magnifica con quella sua enorme cupola centrale che la sovrasta. Dall’esterno si gode di un panorama stupendo del Cairo, anche se dall’alto la città appare troppo…monocromatica con quel suo color marrone scuro predominante su tutto. Notevoli anche le altre moschee e il palazzo dei gioielli, che anticamente era la residenza del sultano. Ho apprezzato molto il museo militare, un tempo adibito ad Harem, ora contenente reperti egizi, manufatti e costumi di diverse epoche. Il piazzale antistante sembra un deposito di armi dato che vi sono esposti carri armati, cannoni, missili, batterie contraeree, aerei militari e civili per fortuna non funzionanti, almeno credo. Molto interessante. Tutta la cittadella è lucida e pulita e in essa si percepisce una piacevole atmosfera rilassata ideale per riposarsi un po’, lontana da quella bolgia infernale che è il Cairo.

Al termine della visita fermo un tuc-tuc al volo e mi faccio portare al bazaar di Khan El Khalili, che dista solo 5 km, al prezzo di 100 £E. Si tratta di un antico caravanserraglio, dove i mercanti si fermavano per riposare e per lasciare i loro carichi. Oggi ospita di tutto, dai negozi di souvenir industriali alle botteghe che producono oggetti di artigianato. In pratica consiste in un dedalo di vie strette in cui è facile perdersi, pieno di bancarelle attaccate l’una all’altra tra cui è anche difficile muoversi, dato l’elevatissimo numero di persone, turisti e locali. Visto che il mio aspetto e i miei 190 cm di altezza non mi fanno certo passare per un egiziano, appena mi avvicino ad una bancarella vengo subito preso di mira dai negozianti che quasi mi mettono in mano la merce. La contrattazione è d’obbligo, altrimenti si offendono pure. In questa confusione totale riesco comunque a comprare qualche souvenir a buon prezzo, almeno spero. Dopo una mezzoretta comincio ad averne abbastanza e dato che ormai è ora di pranzo mi fermo in uno dei numerosi ristorantini per mangiare qualcosa.

Decido di assaggiare una specialità locale: una sorta di focaccia (che in questo posto chiamano capcake), accompagnata da diversi ingredienti, che può essere dolce o salata. Io ne prendo una con la salsiccia, un succo di ibiscus e un the caldo. Non ancora sazio, ne prendo anche un’altra alla banana, talmente abbondante che non riesco a finirla. La terrò per la colazione di domani. Spendo in tutto 430 £E, ma adesso sono proprio pieno. Al termine prendo la metropolitana e poi il tuc-tuc (150 £E) per recarmi in albergo a riposarmi un po’, visto che stasera mi aspetta la crociera sul Nilo. Prenotata direttamente sul sito Get your Guide al costo di 19 €, l’esperienza consiste in un’escursione notturna in barca sul fiume, accompagnata da una cena e uno spettacolo di danza locale. Come da programma alle ore 17:00 sono fuori dall’albergo ad aspettare l’autista che mi prelevi per portarmi all’imbarcadero, cosa che avviene però con 45 minuti di ritardo. Non cominciamo bene. La nave è appariscente e lussuosa, e una volta salito a bordo mi viene subito assegnato un posto, mentre un gentile cameriere mi porta da bere. Davvero ben organizzati. Dopo circa dieci minuti cominciamo a muoverci e la cucina viene aperta. La cena è a buffet e ci sono piatti tipici locali a base di riso e carne, e anche qualche specialità italiana che non guasta mai. Gustosa. Quello che più mi invoglia tuttavia è la parte riservata ai dolci: tanti, senza limiti di quantità e buonissimi. Dopo altri 20 minuti cominciano ad entrare in sala i ballerini. Non so se fossero bravi o meno, ma i costumi erano molto coreografici in ogni caso. La danzatrice del ventre poi era molto bella davvero. Ogni tanto mi alzo da tavola e mi reco all’esterno della nave per gustarmi lo spettacolo delle luci del Cairo che scorrono lentamente ai lati del Nilo. La serata è piuttosto fresca e ventilata ma non si sta male. Per chiudere in bellezza mi gusto un ottimo caffè sul ponte con vista notturna sulla città al prezzo di 150 £E, ma quando ci vuole ci vuole. L’acqua viene pagata a parte (60 £E). Dopo poco più di due ore siamo tornati al punto di partenza e il mio autista mi riaccompagna in albergo, stavolta senza farmi aspettare. Consiglio a tutti indistintamente questa minicrociera che forse è durata troppo poco, ma va benissimo anche così. 

5° giorno: rientro in Italia

Dopo avere fatto colazione con quel che restava del mio cupcake alla banana, lascio la camera e mi reco in strada dove il mio solerte autista mi aspetta per accompagnarmi, alla solita tariffa, all’aeroporto di Sphinx, dove arrivo per le 09:15. Anche nel rientro i controlli sono severi; mi hanno persino sequestrato la bottiglietta piena di sabbia presa nel sito di Ghiza. Dopo 3 controlli dei documenti e del bagaglio arrivo finalmente al gate di imbarco, dove mi fermo in un piccolo e sguarnito bar per integrare un po’ la prima colazione. Per 425 £E prendo una bottiglia di acqua da ½ litro, un croissant vuoto, una tavoletta di cioccolato è un disgustoso caffè. Nell’attesa di imbarcarmi mi accorgo che l’aeroporto, oltre che semideserto, è anche molto freddo. Non so dire se perché l’aria condizionata funzionava troppo o perché il riscaldamento era spento. Inoltre, non c’è il wi-fi. 

Informazioni utili su Il Cairo

Il Cairo è proprio una città per cui si necessita di qualche consiglio, prima di soggiornarvi.

Dove dormire

Quello più importante è: non alloggiate a Ghiza, a meno che non sia esclusivamente per visitare le piramidi. Anche se gli hotel sono lussuosi (tranne il mio) e a buon mercato, il quartiere è molto sporco e ora di sera le strade diventano una specie di campo minato a causa delle deiezioni dei cavalli e dei cammelli con cui si organizzano i tour. Bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi. È vero che c’è anche la metropolitana a Ghiza, ma non arriva vicino alle piramidi e per raggiungerla mi hanno detto che bisogna prendere due mezzi. La soluzione migliore per alloggiare al Cairo è quella di trovare un albergo vicino ad una fermata della metropolitana, magari in una zona abbastanza tranquilla come il quartiere copto.

La metropolitana de Il Cairo

La metropolitana è senza dubbio il mezzo più veloce ed economico per spostarsi, dato che il traffico di superficie è a dir poco rivoltante, per cui taxi e tuc-tuc non sono una soluzione. Una corsa semplice costa 6 £E, cioè circa 18 centesimi di €. Le stazioni e le carrozze sono ragionevolmente pulite (quelle di testa sono riservate alle donne), i treni puntuali e non è difficile orientarsi, dato che i nomi delle stazioni sono scritti anche in inglese.

Carta di credito e pagamenti

La carta di credito è usata soprattutto per entrare nelle principali attrazioni turistiche come il museo egizio o la cittadella del saladino, per via delle elevate commissioni bancarie. Per cui portatevi un po’ di contanti. Non fatevi cambiare gli euro in nero, come vi proporranno molti tassisti; gli uffici cambi non mancano. Quando pagate in contanti cercate di dare i soldi contati per quanto possibile. Correte il rischio di aspettare parecchio per il resto, o di non vederlo affatto. Con i tassisti e i guidatori di tuc-tuc contrattate sempre prima il prezzo della corsa, onde evitare brutte sorprese.

Visita alle Piramidi

Per quel che riguarda le piramidi consiglio, se la stagione è quella giusta, di girare a piedi all’interno del sito archeologico, anche se dovrete rinunciare alle spiegazioni di una guida. Non è necessario essere dei maratoneti, dato che le tre strutture sono molto vicine tra loro. Inoltre, se la stanchezza sopraggiunge, non mancano le carrozze a cui chiedere un passaggio, ovviamente pagando. Va da sé che in estate, con una temperatura che si aggira sui 40 gradi, è meglio appoggiarsi a un mezzo di trasporto. La visita all’interno della piramide la consiglio solo a chi è in buona forma fisica, non è claustrofobico e soprattutto se non c’è tanta gente davanti a voi, perché respirare può essere faticoso con tante persone all’interno. Oltretutto, personalmente, non l’ho trovata molto interessante. 

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