30 giorni in Argentina: un viaggio “quasi alla fine del mondo” tra ghiacciai e parchi straordinari

da Iguazù alla Patagonia, anche cilena, passando per Buenos Aires
Scritto da: francogigante1953
30 giorni in argentina: un viaggio quasi alla fine del mondo tra ghiacciai e parchi straordinari

Quasi un mese in Argentina per scoprire una delle terre più lontane dal nostro Paese e, allo stesso tempo, più ricche di meraviglie.

Indice dei contenuti

Diario di viaggio

1° giorno, giovedì 9 novembre. Partenza da Genova alle 15.25 per Roma e da Roma per Buenos Aires alle 22.30

Giornata dedicata al viaggio verso l’Argentina

2° giorno, venerdì 10 novembre, Arrivo a Buenos Aires alle 8.40, trasferimento in hotel e primo giro in città (microcentro)

L’aereo arriva con 40 min. di anticipo, dopo le pratiche doganali, il cambio e l’acquisto delle tessere SUBE con cui si possono prendere bus e metro, andiamo alla fermata del bus 8 (a 100 mt. dall’uscita del terminal B, di fronte allo stazionamento E1, sulla sinistra), che fa varie fermate prima di arrivare al capolinea vicino a Plaza de Mayo.

N.B. Occorre prendere la linea 8 (servicio semi rápido via autopista) che, rispetto all’8 normale, viaggia in parte in autostrada (ci impiega circa 1 h. 20 min.), mentre il bus normale impiega oltre 2 h. per spostarsi tra l’aeroporto e la città.  

A piedi ci dirigiamo al nostro hotel La Fresque che dista meno di 10 min. dal capolinea (all’angolo di Avenida de Mayo e Chacabuco), verso le 11.30 usciamo, per prima cosa visitiamo il piccolo museo della cattedrale (niente di chè, ticket 2000 ARS, lun-ven 10-14) e la stessa cattedrale (free, lun-ven 7.30-18.30 sab 9-17 dom. 9-18.30, al suo interno c’è il mausoleo di Josè de San Martin, eroe dell’indipendenza argentina), poi il Museo Etnografico Ambrosetti (ticket 500 ARS, mar-ven 13-19) e gli edifici Manzana de las Luces (free, ore 11-18); visite guidate gratuite (durata 45 min.) del Patio della Procuradoria e Casas Redituantes al Mer, Gio e Ven ore 15.15 senza appuntamento, per ordine di arrivo. Le visite guidate non vengono effettuate in caso di pioggia, inoltre quando siamo andati noi i tunnel coloniali erano chiusi.

Terminata la visita, a fianco, visitiamo la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, la più antica della città (1675).

Poi prendiamo la metro alla stazione Perù e scendiamo alla stazione Congreso per visitare il Palazzo Congreso (visite guidate gratuite da lun. a ven. ore 12 e 17, ingresso in Hipólito Yrigoyen 1863, presentarsi con passaporto 15 min. prima, no prenotazione, e-mail visitasguiadas@senado.gob.ar) dove una simpatica guida ci fa fare un giro solo per noi parlandoci in italiano.

Al ritorno passiamo dal caffè Los 36 billares, del 1894, e dal palazzo Barolo (visite guidate a 34 Euro lun-ven ore 10, 12, 14, 15, 16, 17, 18) che vediamo solo dall’esterno visto il costo elevato della visita.

Concludiamo la giornata mangiando al ristorante La Gayola, di fronte al nostro hotel.

3° giorno, sabato 11 novembre. Buenos Aires: il Centro e Puerto Madero (è la parte moderna della città)

La prima tappa la facciamo allo storico caffè Tortoni dove facciamo colazione, accanto c’è l’Academia del Tango (ospita Milongas) ma alla mattina è chiusa.

Andiamo allora verso Plaza de Mayo passando dal bar La Puerto Rico (ci andava Papa Francesco) quindi puntiamo verso il Cabildo (merita una visita, in questo sito storico iniziò l’indipendenza dalla Spagna, orario mer-dom 10.30-18, visite guidate mer.ven. 15.30 sab-dom 11 e 15.30 senza appuntamento e gratuite), poi ci dirigiamo alla Casa Rosada, la famosa dimora dei presidenti, che purtroppo ora è chiusa al pubblico.

Dopo le foto di rito di fronte a questo palazzo dal caratteristico color rosa, visitiamo il Museo del Bicentenario (mer-dom.10-17.30, ingresso in Avenida Paseo Colón 100) ospitato all’interno dei resti della dogana Taylor del 1855: quando siamo stati noi ricorreva il quarantennale del ritorno della democrazia in Argentina, celebrato con una mostra molto interessante che documenta la cronologia di tutti i presidenti che si sono avvicendati alla guida del paese, anche con loro oggetti personali.

Dopo una frugale pausa pranzo visitiamo il Museo Mitre ubicato in un’interessante casa d’epoca dimora dello stesso Mitre che l’ha poi donata allo stato (free, mer-dom 13.30-17.30), la Fragata Sarmiento oggi adibita a museo (gio-ven 13-19, sab-dom 10-19, 400 ARS) e, passando accanto al moderno Puente de la Mujer, la Corbeta Uruguay, anch’essa museo (gio-ven 13-19, sab-dom 10-19, 400 ARS).

Facciamo poi la visita di rito al vicino Hard Rock Cafè (Puerto Madero Av. Alicia Moreau de Justo 192, ven e sab 10- 01) e, a seguire, ritornando verso il centro, visitiamo il Centro Cultural Kirchner (mer-dom 14-20, visite guidate gio-dom 14.30 e 16, al giovedì e venerdì senza prenotazione), un’enorme edificio ex-sede delle Poste Centrali, ora adibito a spazio per mostre, concerti e altri eventi; con una bella terrazza panoramica a cui purtroppo non abbiamo potuto accedere perché chiude alle 19.30.

Infine passiamo dal Patio de Tango (dalle 21 ingresso libero con eventuale offerta) ma lo troviamo chiuso, per cena andiamo in un caratteristico ed economico locale dall’atmosfera gauchesca, la Pulperia Quilipan.

4° giorno, domenica 12 novembre. Buenos Aires–Iguaçu Partenza ore 10.50 da AEP con volo AR1736 arrivo a IGR ore 12.40

Una volta atterrati e ritirato il bagaglio aspettiamo il bus di Rio Uruguay che ci porterà a Puerto Iguaçu che dista 20 Km. dall’aeroporto.

Purtroppo, poiché l’aereo nostro è arrivato con 20 min. di ritardo abbiamo dovuto aspettare il bus successivo quasi 1 ora (ce n’è uno ogni ora, costo 1300 ARS); il viaggio dura circa 45 min, il terminal dei bus a Puerto Iguaçu è proprio di fronte al nostro hotel.

Il caldo è torrido ed è molto umido, ciò nonostante, una volta lasciati i bagagli in stanza, facciamo una passeggiata a piedi prima nel centro della cittadina e poi sino al Hito argentino, un belvedere da cui si possono ammirare tre stati (Brasile, Paraguay e Argentina) separati da due fiumi, il Paranà e l’Iguaçu, che in quel punto confluiscono.

Abbastanza stanchi torniamo in hotel e poi usciamo per mangiare una parillada, buona e abbondante, al ristorante Color Parilla e Pizza.

5° giorno, lunedì 13 novembre. Iguaçu lato argentino

Sveglia alle 6.30, colazione e via per le cascate di Iguaçu lato argentino, prendiamo il bus Rio Uruguay (2600 ARS A/R, l’ingresso al lato argentino delle cascate dista circa 20 km.) e acquistiamo già anche il biglietto del bus (4000 ARS A/R, stessa compagnia) per le cascate brasiliane che andremo a vedere il giorno dopo.

Il bus ci lascia all’ingresso del Parque Nacional Cataratas del Iguaçu (ticket già comprati online 20000 ARS cadauno); che ci accoglie con una copiosa pioggia.

Da notare che il lato argentino permette di arrivare più vicino alle cascate, in molti punti ci si passa sopra, però non si ha una visione panoramica dell’insieme, molto migliore dal lato brasiliano, che permette una visione più globale e frontale.

Iniziamo la visita percorrendo il sentiero verde, alla fine di questo seguiamo le frecce per il Paseo Inferior (1400 mt 1,5 h), che scende sotto le cascate quasi fino al fiume; questo tratto è bello perché si può ammirare da vicino la potenza dei getti di queste cascate.

Purtroppo non lo abbiamo potuto fare interamente, ad anello, perché un tratto era chiuso per lavori e quindi una buona parte del percorso si fa sulla stessa porzione di sentiero, avanti (in discesa) e indietro (in salita).

Arrivati in cima (nel frattempo la pioggia sta cessando), poco dopo il faro, sulla sinistra c’è l’inizio del Paseo Superior (1750 mt. 1,5 h.), che permette di vedere diverse piccole e grandi cateratte, tra cui il Salto Bossetti, dal nome della persona che l’ha scoperto.

Si arriva sino al salto Mbiguà ma poi, anziché arrivare sopra al salto San Martin (il secondo dopo la Garganta del diavolo) il sentiero, che ci avrebbe fatto fare un anello, è chiuso e quindi, anche qui, dobbiamo ritornare per la stessa strada dell’andata; è superfluo notare che il flusso di turisti nei due sensi, con un unico percorso obbligato, diventa caotico e si formano estenuanti code.

Oltre a tutto, da parecchi anni non c’è più il servizio in battello (gratuito) che portava all’isola San Martin dalla quale si aveva una visione frontale e ravvicinata di quasi tutte le cataratte.

Ma le brutte notizie non sono finite, infatti apprendiamo che anche il giro (treno+passerelle) che conduceva alla Garganta del Diablo, la cascata più grande del parco, non si può più effettuare perché il fiume ha reso insicure buona parte delle passerelle che, sopra di esso, permettevano di arrivare sin là.

Pertanto non ci resta che ritornare all’ingresso del parco, amareggiati perché abbiamo potuto fare meno del 50% dei percorsi previsti avendo però pagato il biglietto per intero!

Rientriamo col bus ed essendo ancora molto presto (le 13), dopo un paio d’ore di relax in hotel, ci facciamo un giro a Puerto Iguazù cambiando ancora pesos e comprando souvenirs abbastanza carini e caratteristici.

Ceniamo al Tacopado Iguazù (cucina messicana) dove ci consoliamo delle limitazioni del parco con due ottimi margarita.

6° giorno, martedì 14 novembre. Iguaçu lato brasiliano e rientro a Buenos Aires nel pomeriggio

Oggi esploreremo il lato brasiliano delle cascate, a Foz do Iguaçu, nello Stato del Paraná, entrando al parco Cataratas del Iguaçu. Al terminal saliamo sul bus delle 7.30, in 1 h. siamo all’ingresso del parco (è più vicino di quello argentino ma dobbiamo passare la frontiera ed entrare in Brasile); i 2 biglietti li ho acquistati online (costo x 2 172 real cioè circa 33 €).

Poiché, per sicurezza, avevamo prenotato l’entrata per le 9,30, arriviamo all’ingresso quando ancora fanno entrare il gruppo delle 8.30 pertanto siamo i primi del gruppo successivo, alle 9.10 presentiamo i biglietti, ci fanno entrare e salire su un bus a due piani, saliamo al piano superiore per godere di una vista migliore. Il bus si addentra nel parco, scendiamo alla terza fermata per percorrere un sentiero di circa 1500 metri che costeggia le cascate.

Purtroppo inizia a piovere, per fortuna avevamo mantelle e ombrelli, ci bagniamo lo stesso ma non tantissimo. Nel parco, anche per merito dello scaglionamento degli ingressi, c’è gente ma non c’è la ressa trovata nel parco argentino, inoltre da qui le cascate si vedono molto meglio perché le abbiamo di fronte, ieri le avevamo, in gran parte, sotto di noi.

Dalla fine del sentiero parte la passerella che conduce sopra il fiume fino allo strapiombo chiamato la Garganta del Diablo, la cascata più grande del parco; qui lo spray delle cascate è fortissimo pertanto non arrivo proprio sino in fondo anche perché tra la pioggia e la nebbiolina delle cascate non si vede granché. Ritornati all’inizio della passerella saliamo con un ascensore al punto panoramico più in alto, con una terrazza da cui si sovrastano le cascate; dopo un breve giro allo shop center (ci sono molti bei souvenirs, Roberta compra un bicchierino per la sua collezione) ci mettiamo in coda al punto di partenza del bus navetta che aspettiamo per una quindicina di minuti, saliamo e in 20 min. circa siamo all’entrata del parco, sono le 12.15, poco dopo arriva il nostro bus che dall’entrata ci riporta in Argentina, a Puerto Iguazù.

Controlli alla frontiera brasiliana non ce ne sono, invece alla frontiera argentina ci fanno scendere dal bus, sia all’andata che al ritorno per il controllo dei passaporti. Arrivati al terminal bus di Puerto Iguazù ritiriamo i bagagli all’hotel Amayal, poi ritorniamo al terminal, facciamo i biglietti per il bus che ci porta all’aeroporto dove arriviamo alle 15 con tutto il tempo per fare il check-in e comprare una maglietta al locale Hard Rock Cafè.

Arrivati a Buenos Aires prendiamo il bus 45 e verso le 20 siamo al nostro hotel.

7° giorno, mercoledì 15 novembre. Buenos Aires: tra i quartieri di Recoleta, Palermo e Abasto

Prendiamo la linea azzurra A alla stazione Avenida de Mayo, scendiamo a Plaza Miserere e prendiamo la linea H (direzione Faculdad Lanteri) scendendo a Las Heras.

Visitiamo il cimitero Recoleta (ore 9-17, poco più di 4 Euro, ingresso da via Junin) con la tomba di Evita Peron, visitatissima, poi andiamo al Museo Nacional de Bellas Artes (free, mar-dom 11-20, con opere di Cezanne, Degas, Van Gogh) e dopo ci dirigiamo a nord-ovest nell’area vicina alle università dove c’è un parco in cui si trova la Floralis  Generica, un gigantesco fiore d’acciaio con  petali che si aprono e si chiudono all’alba e al tramonto; da qui, verso le 13, proseguiamo per il Museo Nacional de Arte Decorativo (free, mer-dom 13-19, visite guidate mer-ven h.16 primo piano) ubicato in un bel palazzo che merita la visita anche solo per la location.

Verso le 15 ritorniamo indietro sino alla basilica Nuestra Senora del Pilar (orario 8-20, messa 11.30, piccolo museo mar-gio 14-18 2000 ARS, però dalle 16 solo visite guidate), verso le 17 prendiamo il bus 130A o 130B che ci ferma proprio dal Museo de Arte Latinoamericano (gio-lun 12-20, mer 11-20 1500 ARS) con opere di Rivera e Kahlo. In realtà di loro opere ce ne sono solo 2, il resto non ci ha entusiasmato più di tanto essendo esposte molte opere astratte lontane dal nostro gusto.

Volevamo vedere anche un altro museo ma ormai era chiuso allora, anche a causa dell’inizio di una fitta pioggia, rientriamo e andiamo a cenare in un bel posto vicino al nostro hotel anche perché l’indomani ci aspetta una levataccia, il volo è alle 5.05 con sveglia alle 2.30.

8° giorno, giovedì 16 novembre. Buenos Aires–El Calafate 

Il taxi è puntualissimo, alle 3 ci porta all’aeroporto (spesa 9000 ARS), il volo arriva a El Calafate puntuale, dall’aeroporto arriviamo al nostro albergo (Hosteria Patagonia) utilizzando la navetta di Vespatagonia (4000 ARS). Posate le valigie alla reception (la camera era disponibile dopo le 12) andiamo a piedi al terminal dei bus per organizzare il giro del giorno dopo alle passerelle del Perito Moreno con bus di linea (11000 ARS A/R) più eventuale giro in barca (altri 19500 ARS) con Southern Spirit (Avenida del Libertador 1319).

Purtroppo l’escursione con i bus non dura tutto il giorno, si può scegliere l’escursione mattutina (partenza ore 9 con rientro alle 15) oppure quella pomeridiana (partenza ore 11 con rientro alle 17) Queste due possibilità non mi andavano bene perché io volevo percorrere tutte le passerelle che affacciano sul Perito Moreno con calma e fare anche l’escursione in battello di circa un’ora, con gli orari dei bus avrei avuto 3 ore scarse per tutto questo.

Allora ho affittato un’auto a noleggio per un giorno (45.000 ARS, agenzia ServiCar in Av. Libertador 695) e poi ho prenotato l’escursione in battello (19500 ARS a persona) per le ore 13, orario meno frequentato dai gruppi.

L’ingresso al parco l’avevo già comprato via web (12000 ARS) ma i biglietti si possono comprare anche in loco, in Av. del Libertador 1302 Lun-Ven 8-16. Fatto un giro in città, non è economica ma caratteristica, con una via principale ricca di negozi di ogni genere, andiamo a mangiare in un ristorante che fa buffet e carne alla brace secondo la formula “mangia quanto vuoi”; il buffet è discreto ma la carne non è granché, sembra bollita anziché cotta alla brace.

9° giorno, venerdì 17 novembre. El Calafate ed escursione al Perito Moreno

Partiamo con l’auto alle 8.10 (al noleggio mi hanno detto che ci sono 80 Km. e che ci si impiega circa 1 h e 30 min, però faccio soste per le foto e all’entrata al Parque National Los Glaciares perdo una decina di minuti per far vedere i biglietti. Pertanto sono le 10 quando arriviamo al punto dove ci sono le navette che portano alle passerelle, lì lasciamo l’auto al parcheggio.

Arrivati alle passerelle facciamo il primo sentiero (identificato col colore rosso, circa un’ora di percorso) poi quello giallo (circa 45 min); volevamo fare anche il sentiero blu che ci avrebbe portato al punto d’imbarco ma rinunciamo perché un cartello con la mappa dei sentieri evidenziava che da lì ci volevano due ore (in realtà bastava meno di un’ora) pertanto andiamo al punto d’imbarco con la navetta, per paura di non arrivare in tempo.

Salpiamo in orario da Puerto Moreno, ma il giro in battello non è soddisfacente, c’è troppa gente a bordo (meno male che il tour delle 13 era il meno affollato) che per tutto il tempo si accalca dai parapetti per fare foto al ghiacciaio, è quasi impossibile scattare foto “pulite” senza teste che spuntano, tutto sommato è preferibile vedere il ghiacciaio dalle passerelle, meno affollate ma che però non consentono la visione della parte laterale del ghiacciaio.

Comunque la visione del ghiacciaio è bellissima, il Perito Moreno è uno dei ghiacciai più grandi al mondo, il quinto della Patagonia e il più esteso su una superficie d’acqua (un fronte di 4 Km e un’altezza di 80 m), inoltre è l’unico che avanza, 2 metri al giorno. Questo ghiacciaio deve il suo nome all’esploratore argentino Francisco Pascasio Moreno, detto “perito” (esperto), che tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX viaggiò in Patagonia e si batté per la creazione di una rete di parchi naturali.

Terminata la visita, ci dirigiamo alla nostra auto e in tutta tranquillità ritorniamo a El Calafate dove riportiamo l’auto.

10° giorno, sabato 18 novembre. El Calafate, escursione al Lago Argentino e all’estancia Cristina

L’escursione si chiama Estancia Cristina Discovery (è la più completa) e l’abbiamo acquistata da Visit Patagonia.

Ci vengono a prendere al nostro hotel intorno alle 7.30, arrivati al porto di Punta Banderas alle 9 ci imbarchiamo per navigare 2 h e 30 m. sul lago Argentino, azzurro chiaro perché di origine glaciale. Raggiungiamo il versante nord-ovest del ghiacciaio Upsala (il terzo ghiacciaio più esteso al mondo e il secondo della Patagonia), poi ci dirigiamo a est lungo il canale Cristina raggiungendo l’Estancia intorno alle 11.30, ci fanno fare una sosta al ristorante dove ci sono i bagni e poi ci portano a visitare il piccolo ma interessante museo dove ci raccontano la storia dell’Estancia, che in gran parte si identifica con quella dei coniugi Master e dei loro due figli, arrivati qui, nel mezzo del nulla, nel 1913.

Il museo è ospitato nell’antico “Galpon de Esquila”, dove si tosavano le pecore, si conservano molti documenti, foto dei pionieri e molti oggetti della loro vita quotidiana. Poi pranziamo (il pranzo è compreso nell’escursione come il biglietto d’ingresso al parco e comprende una zuppa, un abbondante piatto di agnello veramente cucinato bene, il dessert, il caffè e vino a scelta, bianco o rosso, consiglio quest’ultimo, un buon Malbec).

Subito dopo pranzo la guida ci fa visitare l’estancia con i padiglioni che ospitano le camere, la vecchia casupola in pietra dove abitavano inizialmente i Master e il rio Caterina con una ruota con pale che serviva a portare l’acqua alla fattoria attraverso una canalizzazione. Infine saliamo sui piccoli bus 4×4 che, percorrendo una pista sempre in salita, ci portano sino al belvedere da dove si ha una splendida vista sul lago Guillermo e sul ghiacciaio Upsala che purtroppo si è ritirato tantissimo lasciando una valle morenica sulle cui stratificazioni si possono distinguere chiaramente i fossili marini lasciati dal mare che esisteva qui nel Jurassico.

Lo spettacolo è meraviglioso, il forte vento un po’ meno, quasi non si sta in piedi, dopo aver scattato belle foto del ghiacciaio rientriamo al nostro mezzo che ci riporta al battello che parte verso le 17, alle 18.15 circa siamo a Puerto Banderas e dopo un’ora siamo in hotel.

11° giorno, domenica 19 novembre. El Calafate – El Chalten edscursione alla cascata Chorillo del Salto

Chiamiamo un taxi dall’hosteria Patagonia che in pochi minuti ci porta al terminal bus con una cifra equivalente a 2 euro; alle 8 parte il bus di Chalten Travel che ci porta a El Chalten (2 h. e 40 min. di viaggio, 12000 ARS, circa 13 Euro al cambio non ufficiale).

Posati i bagagli e fatta una sosta in albergo (Hosteria Los Nires, discreta) passiamo dall’ufficio informazioni del parco dove, causa meteo, il guardaparco ci sconsiglia il giorno dopo l’escursione alla Laguna Los Tres, allora ripieghiamo sull’escursione molto più corta al lago del Desierto, pertanto rientriamo in albergo e ci facciamo prenotare il viaggio in bus A/R al lago (9000 ARS); poi, al pomeriggio, con un facile sentiero in piano (2 h. A/R), andiamo al Chorrillo del Salto, una graziosa cascata che spunta tra gli alberi.

Rientrati in albergo facciamo poi un giro nel piccolo centro e ceniamo al ristorante Ahonikenk, grazioso e abbastanza economico.

12° giorno, lunedì 20 novembre. El Chalten, Lago del Desierto e mirador de Los Condores 

Col bus prenotato il giorno prima, che ci passa a prendere alle 9.30, si va al lago del Desierto, 37 km da El Chalten, per fare l’escursione al belvedere del Ghiacciaio Huelmul: il biglietto d’ingresso si paga al lago (3000 ARS circa 3 €), il belvedere dista 2 km abbondanti dal punto d’ingresso, in salita, ci si impiega più di 1 ora, il percorso è facile all’inizio, poi un po’ più difficoltoso anche perchè, a 2/3 del percorso, inizia a nevicare.

Una volta arrivati, smette di nevicare ma persiste un cielo grigio, la laguna color turchese è molto bella, ma il ghiacciaio Huemul ci delude, è molto piccolo e non regge il paragone con il Perito Moreno e con l’Upsala. Tornati indietro facciamo un giro sul sentiero che costeggia il lago del Desierto (dall’altra parte del lago molti escursionisti transitano per passare in Cile, verso Puerto O’Higgins).e poi, poco prima delle 16, con lo stesso bus dell’andata, rientriamo a El Chalten, da qui ci dirigiamo al mirador de Los Condores da cui si gode una bella vista sul paese ma il Fitz Roy non si mostra, resta circondato dalle nubi, in compenso vediamo volteggiare due condor sopra di noi, rendendo veritiero il nome dato a questo belvedere.

Rientrati in paese mangiamo (bene) nel locale della sera prima.

13° giorno, martedì 21 novembre. El Chalten e trekking del Cerro Torre       

La camminata è lunga ma non faticosa come dislivello tranne il tratto finale verso il mirador Maestri.

Dopo circa 40 min dalla partenza si arriva alla cascata Francesca, si percorre la valle del fiume Fitz Roy (molto interessante l’arrivo, dopo circa 3 Km di sentiero, al mirador che offre una splendida vista del Cerro Torre), proseguendo si costeggia il fiume tra boschi di lenga fino alla sua origine, la laguna Torre, poco prima di arrivare alla laguna si trova l’accampamento Padre De Agostini, con diverse tende di persone che passano la notte qui.

La laguna Torre, con i suoi caratteristici iceberg che si staccano dal ghiacciaio limitrofo è molto caratteristica ma vi soffia un forte vento, proviamo a proseguire sino al mirador Maestri ma il fortissimo vento ci fa desistere, pertanto ritorniamo indietro, in totale ci abbiamo messo 8 ore A/R e non 6 come da percorrenze ufficiali, naturalmente noi ce la siamo presa comoda, facendo anche svariate foto e soste lungo il percorso, inoltre, dal nostro hotel all’inizio del sentiero c’è quasi 1 Km da fare, il che porta l’intero tragitto a circa 20 Km A/R.

Alla sera cambiamo ristorante, giusto per provare cose nuove, ceniamo da La Senyera dove assaggio un piatto mai provato prima, lo stufato di guanaco, molto buono.

14° giorno, mercoledì 22 novembre. El Chalten e trekking alla Laguna de Los Tres

Si parte dalla fine del paese; dopo il primo mirador che affaccia sulla valle del Rio Vueltas, fatti 3 Km in salita si arriva al mirador Fitz Roy con vista sulle tre guglie granitiche del Fitz Roy, del Poincenot e del Saint Exupery, da qui la strada è tutta in piano in zona boschiva, sino al Campamiento Poincenot (2.45 h, 8 Km, dsl. 350), in realtà noi, facendo diverse soste per scattare foto, ci abbiamo messo quasi 4 ore, considerando che abbiamo fatto, dall’albergo all’attacco del sentiero, più di un chilometro.

Da qui si attraversa il fiume Rio Blanco fino all’accampamento omonimo, per poi iniziare la salita impegnativa e ripida fino alla Laguna de Los Tres (1,30 h, 2 Km., dsl. 400 m.), da qui c’è la vista migliore della parete granitica del Monte Fitz Roy e delle sue cime periferiche, però bisogna fare attenzione al vento forte.

Roberta a questo punto si è fermata, io ho fatto un primo pezzo ma poi, dopo quasi 1 Km. di dura salita, ho desistito, non per il vento, che era accettabile, ma perché il sentiero diventava molto scosceso con tratti di arrampicata vera e propria. Al ritorno passo dalla laguna Capri dove mi aspetta Roberta per rientrare in paese.

In totale ho fatto 20 Km. A/R e circa 900 mt di dislivello (Roberta un paio di Km. in meno) impiegando 10 ore circa. Per cena ritorniamo nel ristorante della sera prima, questa volta ordino un bife de chorizo, vale a dire un bel pezzo di controfiletto eccezionale, sia come consistenza e gusto che come cottura, Roberta invece si prende una ricca insalatona.

Rientriamo in albergo decisamente soddisfatti, sia per l’ottima cena che per la bellissima escursione odierna.

15° giorno, giovedì 23 novembre. El Chalten    Trekking al PLIEGUE TUMBADO (8 h. A/R, 20 Km., dsl. 1.000 mt.)

N.B. Se si arriva al Mirador, anziché arrivare alla cima, i Km. e il dsl. si accorciano un poco, diventando, A/R 18 Km. dsl. 800 mt.)

È il trekking col miglior panorama finale, inizia al Visitor’s Centre, dove un piccolo recinto indica due sentieri: quello a sinistra porta ai miradores Los Cóndores e Las Águilas, quello a destra verso il Pliegue Tumbado e alla Laguna Toro/Paso del Viento.

Dal mirador in alto si possono vedere contemporaneamente il Fitz Roy e il Cerro Torre, inoltre il sentiero permette di vedere diverse zone, la steppa, i boschi di nires e l’alta montagna, dove, allo scoperto, inizia freddo e vento.

È il trekking più faticoso (sino al mirador A/R ci abbiamo messo 9 ore contro le circa 7 ore standard), quando siamo andati noi però c’era anche un nevaio da passare, indispensabili i bastoncini; inoltre il sentiero, in alto, è segnato solo da alcuni paletti in legno poco visibili (una volta erano gialli), però la vista sul Cerro Torre e sul Fitz Roy con le sottostanti valli e le lagune, è veramente impagabile.

Per festeggiare la dura giornata ci facciamo due margarita alla Vineria ma si rivelano dei veri ladri, spendiamo 19000 pesos solo per i due cocktails ma ho la sensazione che, forse, il disonesto fosse il ragazzo che ci ha servito, perchè altri cocktails simili i cui prezzi erano evidenziati su un tabellone costavano tra i 2000 e i 3000 pesos.

Per cena, l’ultima a El Chalten, ritorniamo da Ahonikenk e poi ci facciamo una passeggiata con ancora il sole, alle 9 di sera.

16° giorno, venerdì 24 novembre. Trasferimento El Chalten-El Calafate-Puerto Natales

Alle 8 partiamo da El Chalten con Chalten Travel, a metà strada tra El Chalten e El Calafate facciamo una breve sosta all’estancia Leona (lungo il fiume omonimo che dal lago Viedma scorre verso il lago Argentino) dove possiamo vedere vecchi cimeli di tutti i tipi comprese foto d’epoca in B/N e pezzi di fossili); arriviamo a El Calafate alle 11.15 (anziché alle 11), da qui, alle 12.15 con un ritardo di mezz’ora rispetto all’orario previsto delle 11.45 (hanno iniziato a caricare le valigie all’orario di partenza!) partiamo con Marga Taqsa e arriviamo a Puerto Natales con 1 h e 15 min. di ritardo cioè alle 19 anziché alle 17.45 (colpa delle lungaggini alle due frontiere, ma anche grazie al ritardo di mezz’ora accumulato sin dalla partenza.

A questo punto corro a prendere l’auto (chiudevano alle 19 ma sapendo che il mio bus era in ritardo mi hanno aspettato), poi con l’auto andiamo al vicino albergo e, dopo aver sistemato i bagagli, andiamo a cena al ristorante Base Camp dove fanno un’ottima pizza.

17° giorno Sabato 25 novembre Puerto Natales – Parco Torres del Paine 

Partenza da Puerto Natales alle 6.30 con arrivo alla Guarderia Laguna Amarga alle 8.15 (orario parco 8-19) dove facciamo vedere il nostro biglietto d’ingresso; in altri 10 min. e 5 Km. di sterrato arriviamo nella zona dell’hotel Torres dove parcheggiamo l’auto e iniziamo la nostra escursione intorno alle 9 (da Puerto Natales a parcheggio Torres 123 Km. in poco più di 2 h.).

Il primo pezzo, salendo la valle del rio Ascensio, arriva sino al rifugio cileno (5 km con dsl. 350 mt., 2 ore ma noi ce ne mettiamo 2 e mezza); da solo proseguo sino alla Guarderia Torres ranger station (altri 3 Km. e 220 mt. di dsl., 1 h. io ci impiego 1 h. 15 min.).

Da qui c’è ancora 1,4 Km (240 mt. di dsl, 1 h), lungo un sentiero su una pietraia, per arrivare al belvedere sulle Torri del Paine con la visione del lago in cui si specchiano i tre colossali pinnacoli ma un pò per il fortissimo vento e un pò perché sarei rientrato troppo tardi, desisto e torno indietro raggiungendo Roberta al rifugio: il rientro è lungo lo stesso percorso, in totale, sino al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto, abbiamo fatto 16 Km. A/R con un dislivello di. 600 mt. impiegando 8 ore circa, comprese soste varie.

Entrati in auto (oltre al vento inizia anche a piovere) ci rifocilliamo e poi alle 17 ripartiamo, arrivando a Puerto Natales intorno alle 19.30.

Dopo una pausa in hotel usciamo per andare a cenare al Cafè Kaiken, locale più raffinato (ma anche più caro) del Base Camp.

18° giorno, domenica 26 novembre. Puerto Natales – Torres del Paine   2.mo giorno al parco   226 Km. A/R 

Partiamo ancora alle 6.30, questa volta diretti a Pudeto, per arrivarci si passa dalla Guarderia Serrano a 87 Km da Puerto Natales (la strada passa dalla cueva del Milodon) e poi si sale a Pudeto (altri 19 Km).

Vicino alla Guarderia Pudeto, a 100 mt. dal molo, c’è un parcheggio gratuito, lasciamo l’auto e prendiamo il catamarano delle 9 (c’è alle 9 e alle 10.30, ritorno ore 17 o 18.30, non occorre prenotare, il posto c’è per tutti, biglietto a bordo 60 USD A/R) che attraversa il lago Pehoe portandoci al molo vicino al rifugio del Paine Grande.

Da qui andiamo al Mirador Grey (2 ore ma noi ci impieghiamo 20 min. in più) da dove vediamo la maestosità di questo ghiacciaio che si getta nel lago costellato da iceberg, il vento fortissimo ci impedisce di soffermarci, pertanto, dopo le foto di rito, torniamo indietro.

Da qui si poteva proseguire sino al rifugio Grey, per avere una visione migliore del ghiacciaio (ancora 1,5 h.), arrivarci vorrebbe dire fare un percorso A/R di oltre 7 ore, anziché poco più di 4, il che metterebbe a rischio il ritorno col catamarano, l’ultimo è alle 18.30.

Al ritorno ci fermiamo per vedere, anche all’interno, il bel rifugio Paine Grande con l’annesso camping e poi riprendiamo il battello delle 17 che ci riporta a Pudeto, offrendoci belle vedute sui monti circostanti, in particolare sui 3 maestosi Cuernos (norte, principal, este) e sul Paine Grande da cui discende il caratteristico ghiacciaio Francés (è un ghiacciaio sospeso, si trova nella Valle del Francés).

Una volta sbarcati a Pudeto abbiamo ancora il tempo, con l’auto, per andare al belvedere Nordenskjöld, circa 7 Km. a est con una bella vista del Monte Almirante Nieto, del Massiccio del Paine e della Laguna Amarga e, più in fondo, del Campo de Hielo Patagonico Sur.

Poi torniamo indietro ripassando da Pudeto e dalla Guarderia Serrano, arrivando in albergo anche oggi intorno alle 19.30.

A cena ritorniamo a mangiare alla pizzeria Base Camp, un ambiente informale dove ci troviamo benissimo.

19° giorno, lunedì 27 novembre. Puerto Natales – Torres del Paine

Partiamo alle 6.40, oggi non abbiamo in programma escursioni da 7-8 ore ma più tappe con camminate brevi, ripercorriamo la stessa strada del giorno precedente, pertanto dopo 17 Km. giriamo a sinistra seguendo l’indicazione per la cueva del Milodon, prima di entrare nel parco incontriamo 3 miradores, quello sul lago Toro, quello sul lago Grey (di questi 3 è il migliore, si vede anche, in lontananza, il ghiacciaio Grey) e quello de Los Cuernos.

Poi oltrepassiamo la Guarderia Serrano e facciamo sosta al Visitor Center https://torresdelpaine.com/en/tourist-attraction/visitors-center-and-administrative-headquarter a Villa Monzino (80 km da Puerto Natales e 4 km dalla Portería Serrano).

Qui si possono ricevere informazioni, inoltre c’è un belvedere per birdwatching, un modello del parco, una mostra geologica e un’area picnic con vista sui Cuernos del Paine, sul lago Toro e sul Campo de Hielos Patagónico Sur.

Ripresa l’auto percorriamo ancora qualche chilometro e poi la parcheggiamo per fare il sentiero che, in circa 2 ore, porta al mirador sul lago Toro con una vista magnifica sul lago, sul fiume Paine e sulle steppe del bacino del fiume Serrano.ma a quasi metà strada ritorniamo indietro perché ci sono alcuni punti un pò pericolosi ed esposti dove si può scivolare e cadere.

Ripresa l’auto, dopo qualche minuto, proseguendo, si incontra il bel mirador sul lago Pehoe, poi, poco oltre Pudeto, raggiungiamo la cascata chiamata Salto Grande (carina, dal parking al mirador ci sono 5 min. a piedi), che mette in comunicazione il lago Nordenskjöld col lago Pehoé: è alta 10 mt. e ha un flusso d’acqua di 100 m³ /sec.

Da qui torniamo indietro e sostiamo al mirador del Salto Grande (dove la cascata si vede di fronte, in lontananza), poi andiamo all’inizio del sentiero per il mirador del Condor (il tragitto richiede 2 ore A/R con almeno 300-400 mt di dsl. ma la vista merita).

Infine andiamo a vedere il Salto Chico (tra il lago Pehoé e il rio Paine), una piccolissima cascata, niente a che vedere col Salto Grande., si può omettere, però è molto bello il vicino hotel Salto Chico, dotato anche di SPA.

Alle 16 usciamo dal parco, alle 18 riportiamo l’auto (Rent a car Magallanes Alberto de Agostini 1230) e andiamo a mangiare vicino al nostro Hostal, al ristorante Alcazar (ottimo pisco sour, ma anche il resto non è male).

N.B. La parte sottostante riguarda una parte del parco che non abbiamo visto per mancanza di tempo, occorreva prevedere 1 g. in più.

La Guarderia del lago Grey si trova a 18 Km. dalla sede amministrativa del parco; all’Hosteria del lago Grey vendono i biglietti per il battello (ore 9.30, presentarsi 1 h. prima, l’imbarcadero dista circa 2 Km. a piedi) che va al rifugio Grey, da qui si fa l’escursione a piedi al mirador Grey (4 h. A/R), poi dal rifugio Grey si rientra col battello nuovamente alla Guarderia con vista del Cerro Paine Grande, Punta Bariloche, Cumbre Central, Cumbre Principal

Dalla Guarderia Grey si può anche fare un sentiero che attraversa il ponte sul río Pingo e va sino al lago (meno di 1 h.), con vista sul ghiacciaio Grey (fa parte del Campo de Hielos Patagónico Sur, è uno dei più grandi del parco, è largo 6 Km. e alto 30 mt.)

Cascata sul río Paine: sulla strada Y166, da Laguna Amarga a Laguna Azul; da qui si possono vedere le Torri del Paine (De Agostini a sud; Centrale e Monzino a nord), le tre guglie di granito che hanno dato il nome al parco.

20° giorno, martedì 28 novembre. Puerto Natales – Ushuaia

Con Bus Sur c’è un servizio diretto al lunedì, mercoledì e venerdì alle 7 da Puerto Natales (durata viaggio 12 ore), gli altri giorni il servizio non è diretto, da Puerto Natales il bus parte alle 7 e fa scendere i passeggeri diretti a Rio Grande o Ushuaia in un punto di interscambio dove si sale sul bus proveniente da Punta Arenas e diretto a Rio Grande con arrivo previsto alle ore 15; arrivati a Rio Grande, alle 16 si sale (secondo cambio) su un altro bus per Ushuaia con la compagnia MONTIEL. Essendo martedì noi avevamo quest’unica possibilità, con i due cambi.

Partiamo quindi alle 7 da Puerto Natales, arriviamo al punto di connessione intorno alle 8.40 (connessione Ruta 9 Km 53 sector Chorillo Las Latas Gasolinera Transpetrol) dove ci aspetta il bus da Punta Arenas, dopo circa un’ora arriviamo a Punta Delgada dove ci imbarchiamo sul traghetto che ci porta dall’altra parte (località S.Gregorio).

Passiamo senza lungaggini la frontiera cilena a San Sebastian, dopo qualche Km. arriviamo alla frontiera argentina dove impieghiamo molto più del previsto, dopo il controllo passaporti (bisogna scendere dal bus e mettersi in coda), ritornati sul bus, sale un poliziotto con un cane anti-droga, una persona è fatta scendere per accertamenti, dopo 1 ora e mezza di controlli, finalmente ci fanno ripartire. A Rio Grande arriviamo con un’ora e mezza di ritardo (alle 16.30), ad attenderci c’è il mini bus Montiel che intorno alle 17 parte alla volta di Ushuaia dove arriviamo alle 20 con mezz’ora di ritardo.

In effetti Bus Sur non è stato molto puntuale, però in parte la colpa è delle lungaggini alla frontiera lato argentino, già sperimentate, sia pure in misura minore, quando siamo passati dall’Argentina al Cile per raggiungere Puerto Natales. Dopo un passaggio all’hostal andiamo a mangiare al ristorante Bamboo (cena a buffet abbastanza valida).

21° giorno, mercoledì 29 novembre. Ushuaia ed escursione alla laguna Esmeralda

La proprietaria dell’hostal ci vende i biglietti del bus (6000 pesos) e ci fa venire a prendere verso le 10, ci portano alla stazione dei bus all’incrocio tra calle Maipù e calle Fadul dove c’è uno spiazzo da cui partono bus e micro. Saliamo sul bus di linea che, intorno alle 11, si ferma al punto di partenza dell’escursione (9 km. A/R, dislivello 220 mt.,); la prima parte della camminata si svolge nella foresta, vediamo bei panorami del Tierra Mayor e della Valle del Carvajal;   

La laguna merita ma il sentiero per arrivarci è un disastro, fango dappertutto, anche per questo noi impieghiamo quasi 5 h A/R. Il bus ci viene a riprendere alle 17, rientriamo in hostal alle 18, poi andiamo a mangiare a El Faro, veramente indecente, da evitare!

22° giorno, giovedì 30 novembre, Ushuaia. Escursione al Parco Nazionale della Terra del Fuoco

Ci vengono a prendere intorno alle 8.40 (ci sono queste partenze x il Parco: 8:50, 9:50 e 10:50) per portarci al terminal dei bus, intorno alle 9.30 siamo nel parco, a Baia Ensenada di fronte al canale di Beagle e all’isla Redonda: nella baia c’è l’ufficio postale più a sud del mondo (che però era chiuso) dove è possibile richiedere il timbro della fine del mondo da apporre sul passaporto (a pagamento). L’entrata al parco non si paga sino al 30 novembre, il nostro quindi è stato l’ultimo giorno utile per entrare gratis.

Dall’ufficio postale parte un bel sentiero (la Senda Costera, 8 Km, circa 4 ore, dislivello un centinaio di mt.) lungo la costa del canale di Beagle che conduce alla Bahia Lapataia, da quest’ultima, proseguendo per 500 mt, prendiamo il sentiero Paseo de la Isla (1,3 Km. circa 35 min.) che porta al Mirador della Laguna Verde, con un bel panorama.

Da qui riprendiamo la strada sterrata (RP3) e dopo circa 600 mt., sulla destra, prendiamo il sentiero che porta alla Laguna Negra (1 Km, 30 min. A/R), che ci porta ad una torbiera in formazione, con diversi pannelli esplicativi). Poi si fanno ancora 400 mt e sulla sinistra si prende il sentiero del Turbal, percorsi circa 500 mt, una diramazione porta alla Castorera (altri 500 mt.) dove si può vedere una comunità di castori (specie aliena introdotta qui nel 1946) con le loro dighe. Da qui, in parte su sentiero e in parte su strada sterrata, dopo circa 1,2 Km arriviamo al mirador Lapataia dove finisce la ruta 3 della Patagonia; qui imbocchiamo il sentiero Senda della Baliza (2,4 Km, 1h A/R) che nella parte finale offre belle viste sulla baia Lapataia.

Ritorniamo al mirador (in totale oggi abbiamo fatto 16 Km.) e aspettiamo il bus che alle 19 ci riporterà a Ushuaia. Dopo un salto al nostro B&B, per cena andiamo alla Casa de los Mariscos dove mangiamo bene spendendo il giusto.

23° giorno Venerdì 1 dicembre. Escursione al Glacier Martial

Oggi facciamo l’escursione in battello (che ci aveva prenotato due giorni prima Maria Cristina, titolare del nostro B&B) con Catamaranes Canoero (6 ore, partenza h. 9) che comprende la visione di una colonia di leoni marini, il Faro di Les Eclaireurs, un relitto, e, come pezzo forte, la pinguineria dell’isola Martillo, il tutto a 42300 pesos a persona. L’escursione è bella (si vede anche Puerto Mott, in Cile, dalla parte opposta del canale di Beagle) ma la navigazione è lunga perché l’isola Martillo è lontana, peccato poi che i pinguini si possano vedere solo dal battello. Alle 15 rientriamo e andiamo in albergo a prendere quanto necessario per l’escursione al Glacier Martial, che sovrasta la città.

Un taxi ci porta in 20 min. alla base del Glacier Martial; in inverno (la nostra estate) la pista è usata per lo sci, adesso è un sentiero. Il taxi ci porta sino al termine della strada, da qui in poco più di un’ora di cammino si arriva ad un mirador, ma noi ci fermiamo poco prima, nevica, il sentiero passa attraverso alcuni nevai (non ancora scioltisi) e con poca visibilità risultava pericoloso proseguire. Ritorniamo indietro sino alla strada dove riprendiamo un taxi che ci porta in albergo.

Dopo un’ora andiamo a cena al Bamboo dove scegliamo un grosso granchio patagonico (qui chiamato centolla) dall’acquario che dopo poco ci viene servito con nostra grande soddisfazione: veramente buono!

24° giorno, sabato 2 dicembre. Da Ushuaia a Buenos Aires

Iniziamo con il Museo Marittimo e del Presidio (10-20 tutti i giorni, visita guidata h. 11.30 e 18.30, 14000 ARS, è molto interessante, merita una visita di almeno 2 ore) e col Museo del Fin del Mundo (lun-ven 10-19, sab 13-19, 3000 ARS, molto meno interessante del primo) poi ci dirigiamo sul lungomare, verso il centro, dove facciamo le foto di rito accanto al cartello “Ushuaia fin del mundo” (mettiamo anche il timbro di Ushuaia sul passaporto al vicino ufficio turistico) e visitiamo il mercatino dell’artigianato (dove acquistiamo un originale piccolo presepe fatto a mano) e l’Hard Rock Cafè (incrocio S. Martin con 25 de Mayo); poi visitiamo l’Iglesia de la Merced e facciamo alcune foto al vecchio rimorchiatore incagliato sugli scogli, infine, passando dal parque Yatana (col bosco di lenga) che però è chiuso, rientriamo al nostro B&B per ritirare i bagagli e salutare Maria Cristina che ci chiama un taxi (4000 ARG), per andare in aeroporto dove prendiamo l’aereo per Buenos Aires.

Atterriamo in orario e in taxi (vista l’ora, quasi le 23.30, preferiamo non utilizzare i bus), con una modica spesa arriviamo al nostro hotel.

25 giorno°, domenica 3 dicembre. Buenos Aires: San Telmo e La Boca

Oggi ci concediamo un’ora di riposo in più, ci alziamo alle 8, usciamo e facciamo colazione, poi visitiamo l’iglesia de Santo Domingo con il mausoleo, all’esterno, del generale Belgrano e passiamo davanti a El Zanjon de Granados (mar-dom 11-17 6500 ARS-26€) ma non lo visitiamo, il biglietto è troppo caro per pochi ruderi, poi vediamo la casa minima nel passaggio S. Lorenzo; dopo una gustosa pausa pranzo (ottime empanadas) all’interno del Mercado di S. Telmo (caratteristico ma caotico e affollato), bighelloniamo tra i banchi della Feria de S.Telmo (10-17 solo domenica, ne consiglio la visita, è molto caratteristica) sino a plaza Dorrego.

Passiamo davanti alla Pulperia Quilapan (il locale dove avevamo cenato all’inizio del nostro viaggio), al bar Doppelganger (specialità Martini), poi entriamo nel parco Lizama dove si trova il museo Historico Nacional (free, mer-dom 11-19), abbastanza interessante.

Percorriamo av. Regimiento, giriamo a sinistra in av. Brandsen per vedere, da fuori, lo stadio Bombonera con l’annesso museo de la Pasion Boquense che però non visitiamo, poi facciamo un giro nella zona di El Caminito prestando molta attenzione ai borseggiatori; volevamo visitare il museo Benito Quinquela Martin (mar-dom 11-18 500 ARS) ma era chiuso, quindi rientriamo in hotel.

26 giorno, lunedì 4 dicembre. Escursione a Tigre

Tigre è una cittadina sul delta del fiume omonimo, meta del turismo cittadino nei week end; si può partecipare ad un’escursione in barca attraverso i numerosi canali che costituiscono la foce del fiume, noi invece abbiamo percorso tutto il lungofiume a piedi. Da vedere Mercados de frutos, Puerto de frutos e stazione fluviale da dove partono i battelli per le escursioni sul delta, Museo della Reconquista (free, mer-dom 10-18), Museo Naval (ven-dom 10-18) e Museo de arte Tigre (mer-ven 13-18, sab-dom 12-18, giardini tutti i giorni); purtroppo al lunedì i musei erano tutti chiusi.

N.B. Per raggiungere Tigre si prende la linea ferroviaria Mitre dalla stazione di Retiro (www.trenmitre.com.ar 8.54-9.08 o 9.07-10.01) oppure un battello da Puerto Madero a Tigre.

Rientriamo in città e verso le 15 andiamo al Giardino giapponese (10-18.45, 690 ARS) e al Parque 3 de Febrero (free, 8-20) con un bel roseto e il vicino lago delle anatre (questi ultimi però chiusi al lunedì). Proseguiamo col museo Evita che però oggi è chiuso (mar-dom 11-18.30, 2750 ARS inclusa audio guida spagnolo o inglese e senza prenotazione, visite guidate sab-dom h. 16) e con plaza Italia dove, nell’angolo vicino alla Sociedad Rural Argentina, c’è una colonna del foro romano.

Facciamo un giro nei quartieri di Palermo (Hollywood a ovest e Soho a est) e poi andiamo a visitare il Museo Casa Carlos Gardel (lun, mer, gio, ven 11-19, sab-dom 11-20 500 ARS, mer gratis), un famoso cantante di tango. Alla sera andiamo a vedere uno spettacolo di tango con cena inclusa alla Mansion Tango 60000 ARS

27° giorno, martedì 5 dicembre. Buenos Aires: Retiro, Congreso, Tribunales, Centro  

Con la metro ci rechiamo a Plaza San Martin, poi al Monumento ai caduti delle Malvine, si tratta di 625 persone, al monumento montano la guardia due soldati in alta uniforme, poi passiamo dalla Torre Monumental, costruita dagli inglesi e donata a Buenos Aires.

Infine partecipiamo alla visita guidata a Palacio Paz (mar, gio, sab h 15.30, 4000 ARS), in passato lussuosa dimora dell’editore del giornale più importante della città e attualmente sede del circolo ufficiali, i non residenti possono pagare in loco alla tesoreria del circolo.

Iniziamo il pomeriggio col Museo Historico y Numismatico H.C. Janson (free, lun-ven 10-16), prendiamo la metro sino a Piazza Italia e proseguiamo col museo Evita, poi con la metro scendiamo alla fermata Colon per vedere il Teatro Colon (visite guidate lun-dom 10-16.45 frequenza ogni 15 minuti, durata 50 min. 12000 ARG), dopo andiamo all’Obelisco e in Calle Florida (negozi e cambio valuta in nero), dove cambiamo ancora qualche dollaro, per cena ritorniamo da Bernardo Cafè dove abbiamo sempre mangiato e bevuto bene, spendendo molto poco.

28° giorno, mercoledì 6 dicembre. Da Buenos Aires a Roma

Alle 9.30 usciamo dall’hotel per prendere il bus 8 semi rapido per l’aeroporto di Ezeiza (parte alle 10 dalla stessa av. de Mayo, verso l’omonima piazza); arriviamo alle 11, imbarchiamo le valigie e ci dirigiamo all’area controlli; il primo, quello dei bagagli a mano, è velocissimo, quello dei passaporti invece è lentissimo, dopo un’ora di coda siamo ancora a metà della fila. Quando mancano 10 min. alla partenza del volo ci vengono a chiamare e ci fanno passare, prendiamo il volo per un pelo.

29° giorno, giovedì 7 dicembre. Da Roma a Genova

Arriviamo a Roma un po’ stanchi per il lungo volo ma i bei ricordi di questo viaggio indimenticabile compensano abbondantemente la stanchezza.

Informazioni utili per un viaggio in Argentina

Hotel

  • Buenos Aires: Hotel La Fresque av.de Mayo 584; da 10 a 12 nov. 2 notti
  • Puerto Iguazù: Hotel Amayal  av.Misiones 28; da 12 a 14 nov. 2 notti
  • Buenos Aires: Hotel La Fresque av.de Mayo 584; da 14 a 16 nov. 2 notti
  • El Calafate: Hosteria Patagonia   San Juan Bosco 106; da 16 a 19 nov. 3 notti
  • El Chalten: Hosteria Los Nires Rio de Las Vueltas 200; da 19 a 24 nov. 5 notti
  • Puerto Natales: Arte Brisa Hostal Bout. Av.Santiago Bueras 1153; da 24 a 28 nov. 4 notti
  • Ushuaia: B&B Nahuel  25 de Mayo, 440; da 28 nov a 2 dic. 4 notti
  • Buenos Aires: Hotel La Fresque av.de Mayo 584; da 02 dic. a 06 dic. 4 notti

Ristoranti

Buenos Aires

  • La Gayola, avenida de Mayo 999; nella media, vicino al nostro hotel (La Fresque) piatti di carne (milanesa e bife de chorizo) non male, buona birra alla spina e buon servizio, prezzi abbastanza economici.
  • Bernardo cafè in Bernardo de Irigoyen 96, è un ristorantino tranquillo e familiare, con piatti semplici (tra cui anche pizze) ed economici, dove una bottiglia di vino (buono) costa il giusto e non le cifre spropositate che in certi ristoranti vengono quadruplicate.

El Calafate

Ristoranti carissimi rispetto a Buenos Aires. Napoleon è forse un po’ meno caro ma la cucina non è granché, buono il salmone ma la trota era cucinata male. 22000 ARS

El Chalten

  • Ahonikenk, ci ceniamo tre volte, buon rapporto qualità- prezzo, spendiamo mediamente sui 23000 pesos in 2 (a novembre 2023 corrispondenti a 24 €) con piatto principale guarnito, acqua e vino in bottiglia, anche le zuppe sono buone.
  • La Senyera, Av. Lago del Desierto, ci ceniamo due volte, mangiamo bene, consiglio il bife de chorizo (controfiletto), la spesa media in 2 è sui 25000 pesos (piatto principale guarnito, acqua e vino).

Puerto Iguazù

  • Color Parilla e Pizza, buon ristorante per mangiare la parrilla (carne alla brace) con prezzi adeguati al locale 22000
  • Tacopado, un grazioso ristorantino messicano, dove ci fanno un buon Margarita, prezzi modici. 15200

Puerto Natales

  • Base Camp, locale frequentato da giovani, ottima pizza, personalizzabile a piacere e buone birre circa 34000 pesos
  • Cafè Kaiken, locale più raffinato ma anche più caro, 41000
  • Alcazar, ottimo ristorante dove abbiamo bevuto due pisco sour veramente eccezionali, compresi nei 48000 pesos

Ushuaia

  • Bamboo: ci siamo stati due volte, la prima cena a buffet, la seconda Centolla (granchio patagonico), molto buono.
  • El Faro, veramente indecente, a parte il servizio (quasi un’ora di attesa per qualche anello di calamaro fritto), il cibo era di scarsa qualità, una paella schifosa, con cozze appena scongelate molli, quasi marce e il riso scotto e in una pozza d’acqua.
  • Casa de los Mariscos, sulla strada principale: si mangia bene e si spende il giusto.

Quartieri meno sicuri di Buenos Aires

  • Retiro, a nord-ovest di S. Martin, a ovest di Retiro metro e stazione, zona stazioni con borseggiatori.
  • Barracas (Comune 4) a sud, molto più a sud-ovest dello stadio, è in testa alla classifica, andarci solo di giorno
  • Constitucion, intorno a piazza Constitucion e alla stazione omonima, è la zona sotto Avenida 25 de Mayo, evitare di notte
  • Altre zone segnalate come pericolose: Caballito (a ovest di Balvanera e Almagro), San Nicolas (tra Montserrat e Retiro) e Boca.

Voli

Aerolineas Argentinas orari dei voli e rispetto delle coincidenze tutto sommato affidabili, però verificate sempre voli e orari.

Denaro

Cambio buono in Calle Florida, i pagamenti sono spesso da effettuarsi in contanti (pesos/euro/dollari), le carte di credito non sono sempre accettate, talora non funzionano, a volte propongono sconti x pagamento cash (15-20%); i prelievi bancomat hanno un tetto massimo abbastanza modesto e la banca locale applica una commissione di circa 3 €.

Bus

Funzionano con la SUBE Travel Card, una tessera prepagata ricaricabile che può essere acquistata e caricata presso i chioschi Open 25hs all’aeroporto di Ezeiza; saliti sul bus si infila nella macchinetta che scarica l’importo della corsa, idem con la metro. Presso le macchinette delle stazioni potete acquistare anche dei biglietti, venduti a gruppi di 5-10 corse.

La metro è attiva dalle 5:00-8:00 del mattino a seconda del giorno della settimana, fino alle 22:30-23:00 di sera, attenzione ai borseggiatori in metro, mettete lo zaino sul davanti.

Siti utili

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