24 splendide immersioni a marsa alam
Sabato 12 aprile 2008 Il volo GJ1845 dall’aeroporto Valerio Catullo di Verona per Marsa Alam è fissato alle ore 17.20, anche se alla fine partiamo circa un’ora dopo. L’attesa è piuttosto snervante perché molti genitori “simpatici” hanno avuto la brillante idea di portare in vacanza i loro irrequieti marmocchi che non fanno altro che strillare e piangere: sembrava di essere all’asilo! Finalmente è giunta la tanto attesa partenza e sono esattamente le 18.40. Purtroppo il caotico sottofondo persiste anche in volo, con qualche tregua. La cena che ci viene servita è discreta e durante il volo viene proiettato il cartoon “Bee Movie”..Giusto in sintonia con quello che è successo a me a Andrea pochi giorni fa: decidere di andare “controcorrente” o continuare il tipo di vita di tutti? Ma di questo ne riparliamo più avanti… Alle 22.50 atterriamo al Marsa Alam International Airport dove ci aspetta una bella fila prima di andare a ritirare i bagagli. All’una di notte abbiamo risolto tutte le pratiche burocratiche e con l’autobus Settemari partiamo per il Blue Lagoon, a circa 90 km a sud dell’aeroporto. Lungo la strada ci sono alcuni villaggi e Andrea mi racconta che dal 2004, anno in cui era stato qui in vacanza, hanno costruito moltissimo. Con l’autobus passiamo il centro di Marsa Alam, costituito da qualche pizzeria, qualche negozio e molti condomini in costruzione; poi c’è solo deserto e alcune capanne dei locali. Alle 2 siamo in villaggio, ma dobbiamo spostare le lancette dell’orologio un’ora in avanti: questo è il fuso adottato dal Blue Lagoon: il “village time” ci permette di recuperare ogni giorno un’ora di sole: bella trovata! Veniamo accolti dal classico cocktail di benvenuto e per cena facciamo il carico di frutta e vitamine.
Usciti dal ristorante facciamo due passi fino alla spiaggia: è molto grande e una luna quasi piena circondata da milioni di stelle giganti sovrastano il mare scuro e calmo. È stupendo: il cielo notturno del Mar Rosso regala sempre delle forti emozioni: starei con il naso all’insù fino al mattino.
Il villaggio è composto da monoblocchi di villette con 4-6 apparamenti ciascuna (qualcuna un po’ piu’ grande forse) immerse in rigogliosi giardini ricchi di fiori, come ibiscus e palme e prati molto verdi; c’è un’aiuola di sulfinie e altri fiori che emana un profumo buonissimo. Il blocco 26, stanza 560 sarà la nostra casa per 15 giorni. La camera è molto grande e carina e sopra il letto c’è una cupola tutta in pietra: quando ci si trova nel suo centro esatto la voce fa l’eco. Doccia veloce e poi a letto: domani finalmente si va sott’acqua.
Domenica 13 aprile La sveglia suona alle 7 (come tutti i giorni…Siamo mattinieri!) e dopo mezz’ora stiamo già facendo colazione: dal ristorante si gode di una vista stupenda sul mare. Ce ne andiamo subito alla ricerca del diving che apre alle 9.00 e mentre aspettiamo ci godiamo i colori di questo splendido mare. È diverso da quello di Sharm: dalla riva alla barriera, che dista circa 500 metri, assume una moltitudine di sfumature colorate dal celeste al turchese splendente (sembra quello di Akumal in Messico), mentre oltre la barriera è del suo inconfondibile colore indaco intenso. Il mare racchiuso all’interno di questa laguna è sempre calmo e ospita una ricca vita sottomarina. Chiunque può fare tranquillamente snorkeling in quanto l’acqua raggiunge una profondità massima di 4 metri. La magnifica spiaggia composta da sabbia corallina si estende per una lunghezza di circa 4 km. Alle 8.20 siamo già al Grand Blue (il diving) ed aspettiamo che arrivi qualcuno dello staff pronto a portarci subito sott’acqua. Con un po’ di dispiacere ci dicono che la nostra prima immersione sarà dopo pranzo..Uffi..Vabbè dai, resisteremo!! Intanto lasciamo giù l’attrezzatura.
Vabbè, intanto godiamoci questo caldo sole e scaldiamoci le ossa. Facciamo una bella passeggiata sulla spiaggia e in tarda mattinata facciamo la prova di kite surf, attività sportiva praticata in questo villaggio. Dopo poco prendo subito mano: sono basita dalla facilità e dalla leggerezza richieste per controllare la vela…Pensavo richiedesse molta forza fisica. In teoria avevamo messo in preventivo di fare anche il corso di kite, ma dopo averci ragionato un po’ su abbiamo preferito abbandonare, per quanto fossimo molto tentati. Meglio così, anche perché durante le due settimane c’è stato poco vento…Ma se dovessimo trasferirci qui a Marsa Alam sarà una delle prime cose da fare!! Tutta questa attività ci ha messo fame e con davanti a un bel piatto di pasta al pomodoro (davvero molto buona) continuiamo a guardare il mare che a quest’ora ha dei riflessi ancora più belli di quelli della mattina. Mentre aspettiamo Federico (la nostra guida sub) alla reception inganniamo il tempo giocando a ping-pong…Accidenti non riesco mai a vincere una partita.. Ci spostiamo con il pulmino verso nord a Marsa Tunduba, non molto distante dal nostro villaggio. Qui i ragazzi egiziani hanno steso sulla spiaggia delle stuoie e sopra ci sono le nostre ceste e le bombole. L’atmosfera è molto particolare, forse perché diversa da tutte le altre immersioni che ho fatto, ma allo stesso tempo molto bella: ci vestiamo sotto il sole cocente, mitigato da un bel venticello. Che emozione, finalmente si va sott’acqua e per la prima volta userò la mia attrezzatura, in parte regalatami da Andrea per la laurea (grazie amoriello!).
Siamo in tutto sei subacquei, ma ci sono 2 guide e siamo divisi in gruppi di tre: con noi scende Pier Domenico. Entriamo in acqua da riva e ci spostiamo verso sud, controlliamo le pesate e poi via, gav sgonfio e giù. Nei primi metri c’è un po’ di sospensione a causa della bassa profondità e delle onde, poi ci spostiamo verso il primo pinnacolo (nuoteremo attorno a 5 pinnacoli in tutto) ricco di grandi ventagli di corallo di fuoco, di corallo poroso massiccio e di coloratissimo corallo molle; ci sono poi molte spugne vaso e tubali, madrepore lampone e madrepora fungo. Ecco un trigone a macchie blu che si nasconde sotto la sabbia, qualche lion fish che nuota tranquillo, coppie di pesci farfalla bandiera e tanti altri pesci di barriera. Nel nostro cammino incrociamo dei platax giganti e pesci pagliaccio che si nascondono tra le anemoni.
Come prima immersione è andata molto bene: abbiamo girovagato tra le creature del blu per 59 minuti e abbiamo raggiunto la profondità massima di 14,5 metri. Inoltre Andrea ha portato con se lo scafandro della sua nuova digitale, per fare la prova anti-allagamento, così finalmente avremmo ricordi anche dei nostri viaggi sottomarini.
Rientriamo in villaggio soddisfatti e ci godiamo un paio di orette di sole prima di risalire in camera per la doccia. Dopo cena facciamo due passi per il villaggio e ci rilassiamo un po’ al piano bar accarezzati da un leggero venticello. Verso le 21 siamo già a letto: siamo stanchi e dobbiamo recuperare qualche ora di sonno.
Lunedì 14 aprile Anche oggi sveglia alle 7, colazione subito dopo e alle 8.30 abbiamo appuntamento alla reception per 2 nuove immersioni da gommone. Partiamo dall’Aquarius, uno pseudo porticciolo a 10 minuti di pulmino dal nostro villaggio. Qui ci sono una decina di capanne allestite per i vari diving e dentro i quali i subacquei montano le attrezzature e si vestono per poi partire col gommone. Oggi la nostra guida è Mustafa, un ragazzo egiziano molto simpatico e gentile. Io farò la mia prima immersione da gommone mentre Andrea farà i suoi primi scatti subacquei. È una giornata caldissima ma arieggiata e il mare è calmo. Navighiamo una quindicina di minuti e raggiungiamo il punto di immersione: Erg (cioè pinnacolo) Torfa; poco prima di tuffarci una splendida tartaruga emerge dall’acqua cristallina a salutarci. Indossiamo pinne e maschera, gonfiamo il gav, 1 2 3 insieme via..Capriola ed eccoci in acqua..Ops!! ho perso la cintura dei pesi..Che figuraccia! Per fortuna cade sulla sabbia e Mustafa scende a recuperarla.
In questa immersione visiteremo due pinnacoli ricchi di vita: cominciamo dalla base del primo, a una profondità di circa 19 metri, e cominciamo a nuotargli intorno risalendo pian piano. Incontriamo nuvole di glass fish, una murena nascosta tra le rocce che esce e rientra dalla sua tana, pesci farfalla bandiera e mascherati. Ho la fortuna di individuare tra i coralli una bellissima fillidia blu tutta sola soletta; che meraviglia, speravo proprio di incontrarne una. Corallo duro, gorgonie e corallo bianco morbido che si apre e chiude con molta eleganza. Questa flora sottomarina è sorprendente: ancora integra, rigogliosa, molto varia, colorata e in grado di catturare l’attenzione per molto tempo, quasi ipnotizzante.
Pinneggiamo poi fino alla base del secondo pinnacolo e ripetiamo la modalità di risalita fatta nel primo. Anche qui abitano molti coralli molli e duri, madrepore e corallo di fuoco. Improvvisamente il blu intorno viene spezzato dalla comparsa di due splendide aquile di mare che si lasciano ammirare in lontananza per poi scomparire nuovamente nel blu. Incontriamo dei pesci unicorno e raggiunta la sommità del pinnacolo rimaniamo incantati dai numerosissimi anthias e castagnole che volteggiano intorno ai coralli. Dopo 49 minuti risaliamo in gommone e rientriamo in porto.
Torniamo al Blue per un bagno di sole e il pranzo. Non vedo l’ora di fare la seconda immersione: forse sta venendo anche a me la voglia infinita di andare sott’acqua! Alle 14.30 ci si ritrova alla reception e si parte per il porto di questa mattina, ma il punto di immersione questa volta è Erg Tunduba; vediamo dei trigoni, molti pesci di barriera, poi riusciamo a scorgere uno scorfano che si riposa tranquillo mimetizzato su una roccia e molti pesci pagliaccio che scorazzano tra le anemoni. Il momento più bello è la comparsa di una tartaruga che nuota con noi e poi, mentre passa tranquillamente vicino a un’anemone, ecco un inferocito pesce pagliaccio che la va ad attaccare per ben due volte costringendola ad allontanarsi in fretta.
Questa volta raggiungiamo la profondità di 26 metri e l’immersione dura 50 minuti. Riemergiamo e in un batti baleno siamo nel gommone: il “pilota” ha individuato dei delfini poco distanti da noi. Accende i motori e poco dopo siamo di nuovo in acqua tutti con il cuore in gola per l’eccitazione a rincorrere e nuotare con un gruppo di 23 stenelle…E poco dopo ne arriva un altro di 18…Sono momenti indescrivibili…Finalmente anche Andrea è riuscito a vederli, anzi gli è andata ancora meglio, ci ha sguazzato insieme, li ha fotografati e li ha pure filmati..
Nel tardo pomeriggio rientriamo al villaggio ancora eccitati per il fortunato incontro, saliamo in camera e ci prepariamo per la cena.
Martedì 15 aprile Stamattina si parte per Marsa Abo Dabab, meglio conosciuta come Dugongo Bay, a circa 45 minuti di pulmino più a nord del nostro villaggio. In questa baia ci sono molte tettoie di legno e paglia, all’ombra delle quali i subacquei possono montare le loro attrezzature; la spiaggia è molto ben attrezzata, e anche un po’ affollata a dir la verità.
Oggi il mare è piatto e non c’è un filo di vento e faremo due immersioni da riva: una lungo il reef di sinistra e l’altra nel mezzo della baia alla ricerca del dugongo (speriamo!!!).
Mute addosso, bombola in spalla, maschera al collo e pinne in mano ci avviamo di corsa verso riva..Finalmente in acqua a trovare un po’ di refrigerio: oggi il sole picchia fortissimo.
I primi metri lungo la parete sono a una profondità di un paio di metri e qui incontriamo i nostri amici di barriera, come i pesci pappagallo, qualche pesce pagliaccio, i pesci chirurgo e tanti altri tutti indaffarati a fare colazione.
Proseguendo, il fondale scivola giù fino a 9 metri dove troviamo un pesce coccodrillo lungo quasi un metro che se ne sta lì sdraiato sulla sabbia tutto tranquillo, cercando di non farsi vedere. Poco più avanti salutiamo uno scorfano, una nuvola di fucilieri passa alla nostra destra, ci supera e scompare nel blu. Incontriamo dei pesci palla molto grandi e dei pesci istrice palla che scorazzano tra i coralli; ci sono dei coralli lattuga enormi con delle foglie gigantesche. Sempre nella sabbia scorgiamo parecchi trigoni che ogni tanto aprono gli occhi e sembrano dire “tanto non mi vedi!!”.
Ritorniamo lungo la stessa parete e nascosta tra le rocce individuiamo una murena e mentre tutto il gruppo si impegna per scorgerla, ecco che lei sbuca dalla sua tana e scivola via davanti a noi muovendosi molto elegantemente. Sarà lunga 2metri: bellissima! Si rifugia tra le rocce circostanti, poi sbuca tra le spaccature e si fa ammirare. Usciamo dopo 46 minuti di entusiasmanti incontri soddisfatti e contenti.
Ritorniamo alla nostra capanna : il tempo di cambiare la bombola, consumare uno snack, ammirare il mare di fronte a noi e poi via, pronti per il secondo round di “caccia” alla meraviglie del mare. In questa seconda immersione Nicola, la nostra guida, ci conduce alla ricerca del famigerato Dugongo (dugong dugon) lungo una prateria di alofile, prelibata pianta marina di cui va ghiotto questo tenero sireneide (pensate che ne mangia circa 40 kg al giorno) e anche le tartarughe.
Da wikipedia, ecco la definizione di “dugongo”: “è un parente prossimo del lamantino dal quale si differenzia per la coda biforcuta ed è stato per secoli oggetto di caccia, mentre oggi è un mammifero in via di estinzione. È un animale acquatico di grossa mole e di colore grigio-brunastro che può superare i 3 metri di lunghezza, per un peso compreso tra 400 e 500 kg. Ha una struttura fisica tozza e compatta che gli ha fatto guadagnare il popolare soprannome di “mucca di mare”. Anche la testa ha una forma insolita, caratterizzata da minuscoli occhi e orecchie e da un grosso paio di spesse “labbra”: mentre i primi sono però fattori propri di molti mammiferi marini (si pensi alla balena o all’orca), il secondo è posseduto solo da questa specie, ed è dovuto alla sua particolare dieta. La sua pelle è, al pari degli altri sirenidi, usata principalmente come accumulatore di materia grassa, risorsa che torna utile durante l’inverno come protezione termica dalle basse temperature. Essa è inoltre estremamente resistente e dotata di buone capacità rigenerative: una profonda ferita inflitta da una rete da pesca d’alto mare può guarire infatti anche in un solo giorno. L’anatomia interna del dugong dugon è molto simile a quella umana, essendo come noi esso un mammifero. Nonostante la sua vita si svolga completamente in mare, infatti, esso è dotato di polmoni e non di branchie: ciò lo costringe periodicamente a salire a galla per prendere aria.” (fine fonte wikipedia) Il dugongo ha inoltre causato la trasformazione del mito delle sirene da donne-uccello a donne-pesce: infatti nel periodo dell’accoppiamento il dugongo canta e, dopo la nascita, la femmina allatta i piccoli in superficie nella stessa posa dell’uomo, potendo essere scambiata (da molto lontano!) per una donne che, scappando mostra la sua bella coda falciforme.
Dopo poco che siamo in acqua incontriamo uno squalo chitarra che molto velocemente scappa lontano da noi e riusciamo giusto a vederlo molto fugacemente (Andrea però è velocissimo e riesce a fargli anche due foto, venute anche abbastanza bene). Continuiamo a pinneggiare molto energicamente in mezzo a questo blu, fino a quando vediamo una enorme e splendida tartaruga, ricoperta da due remore, che mangia tranquilla le sue erbette preferite. Gli nuotiamo un po’ intorno tutti meravigliati e incuriositi da questa magnifica creatura marina, poi decidiamo a malincuore di lasciarla in pace (per lei forse è un gran sollievo il fatto che ce ne andiamo) e proseguiamo nella ricerca del dugongo. Pinneggiamo a destra, a sinistra, poi in un’altra direzione ancora…E tutt’intorno solo blu…Finchè sentiamo lo shaker..Ecco, questo è il momento giusto, lo abbiamo trovato..Invece no, sono due bellissime tartarughe che dal blu avanzano verso di noi e poi risalgono insieme nuotando l’una intorno all’altra: che spettacolo!! Quante emozioni riescono a suscitare queste creature del mare!…Ritorniamo a pinneggiare e Nicola scuote lo shaker molto più energicamente: questo sì è il segnale di avvistamento del dugongo e infatti..Eccolo, compare alla nostra destra mentre mangia e avanza velocemente (pensavo si muovesse molto più lentamente)..È imponente, ma allo stesso tempo molto tenero strano. Riusciamo a fargli un bel po’ di foto e anche un filmatine…Sembra molto tranquillo nonostante la presenza di una decina di subacquei disposti tutt’intorno a lui. Improvvisamente si alza e nuota verso la superficie sfilando lentamente davanti ai nostri occhi sbarrati per le notevoli dimensioni.
Bene, la nostra immersione è giunta al termine: non potevamo sperare un risultato migliore! Ritorniamo al villaggio e andiamo di corsa dal nostro chef preferito a gustare la prelibata pasta che ci ha preparato. Il secondo cuoco preferito, quello che sta sempre alla griglia, sta cucinando il tonno fresco e Andrea, da buongustaio, ha un’ottima idea: prendere del tonno alla griglia e spezzettarlo in mezzo alla pasta. Il risultato è eccezionale! Trascorriamo il pomeriggio nella splendida spiaggia del villaggio: un paio di passeggiate e poi un saltino al diving a salutare i nostri amici del Grand Blue. Gli animatori chiamano tutto il villaggio perché al ristorantino del kite c’è l’aperitivo: sono quasi le 6 di sera, il sole è ancora alto e soprattutto dalla collinetta del kite si gode di una vista mozzafiato sul mare: una birra fresca è quello che ci vuole. Poi torniamo in camera per la doccia e via a cena…Che fame! Dopo cena andiamo a vedere il Dream Lagoon, villaggio della Settemari adiacente al nostro dove fortunatamente hanno il biliardo. Questo villaggio è stato costruito di recente, ed è veramente molto bello, penso sia un 5 stelle; loro hanno anche gli alcolici gratis (infatti il prezzo di listino è un po piu alto), ma avendolo saputo si poteva fare…Facciamo un po’ di partite a biliardo, come ogni vacanza al mare. Attraversiamo tutta la spiaggia e ci fermiamo un po’ ad ammirare il cielo stellato e la luna quasi piena. Alle 22 siamo già a letto, stanchi ma contenti per la giornata intensa.
Mercoledì 16 aprile Eccoci a una nuova giornata di avventure subacquee, da vivere questa volta a Dolphin House. Il ritrovo è alle 9.30 che per me e Andrea, abituati a svegliarsi al sorgere del sole, sembra non arrivare mai. Inganniamo quindi l’attesa con due tiri a ping-pong e, maledizione, continuo a perdere…Sigh! Raggiungiamo l’Aquarius, il piccolo porticciolo a 10 minuti dal villaggio e da dove si parte per le escursioni in gommone, e da qui salpiamo a bordo della Prestige, una bellissima nave per escursioni subacquee.
Appena saliti a bordo montiamo l’attrezzatura così poi possiamo goderci la navigazione in completo relax. Ricordo ancora quanto era fastidioso salire a bordo delle navi nel porto di Sharm, costretti a respirare i fumi di tutte le navi ormeggiate: quello sì che era un porto vero e proprio! Il turismo ancora poco sviluppato di Marsa Alam ha i suoi vantaggi.
Dopo circa mezz’ora di navigazione ormeggiamo nel parco marino di Sha’ab Samadai, meglio conosciuta come Dolphin House, un’area protetta all’interno di un reef a forma di mezza luna, dove trovano dimora le Stenelle, un gruppo delfini che dopo la caccia notturna in mare aperto in cerca di calamari e piccoli pesci dei quali si cibano, al mattino rientrano nelle acque calme di quest’area per riposarsi, giocare ed accudire i piccoli. Fino a qualche anno fa (2003) i subacquei e gli snorkelisti potevano incontrare con molta facilità le stenelle, ma poi l’EEAA, ovvero l’ente ambientale egiziano, ha bloccato definitivamente l’accesso a questa zona, in quanto la assidua presenza di turisti e imbarcazioni stava mettendo a rischio estinzione questi splendidi mammiferi. Nel 2004 l’accesso è stato nuovamente ripristinato, ma con precise regolamentazioni, infatti il parco è soggetto a una tassa d’entrata e ha precisi orari di accesso. Ci hanno detto che questo parco è stato venduto al governo italiano per permettere al governo egiziano di saldare un debito nei confronti del primo…Boh! La stenella longirostris è un delfino molto giocherellone ed acrobatico. Si caratterizza per la presenza di un lungo rostro sottile, una banda grigio scuro che dall’occhio arriva fino alla pinna pettorale. Non di rado si aggrega con la stenella maculata.
La prima immersione è caratterizzata da un percorso in alcuni grottini all’interno di un enorme pinnacolo. Appena entrata rimango affascinata dai giochi di luce creati dai raggi di sole che filtrano attraverso le spaccature della roccia e in alcuni punti c’è così tanta luce che non si riesce a vedere niente.
Incontriamo un’enorme cernia che cerca di nascondersi all’ombra di una roccia sopra le nostre teste e poco dopo un piccolo gamberetto mi passa davanti alla maschera. È molto suggestivo pinneggiare lungo questi canali, che in alcuni punti i passaggi si fanno più stretti. Giungiamo ad un incrocio dove una guida subacquea mi indica la direzione seguita dal mio gruppo; poco dopo ci ritroviamo ad un altro incrocio solo che questa volta due video operatori subacquei si interpongono tra il gruppo e me, impedendomi di vedere gli altri compagni. Faccio segno ad Andrea che forse ci siamo persi. Proseguiamo comunque lungo la grotta, sperando di non dover interrompere l’immersione dopo soli 15 minuti, e una volta usciti dal labirinto ritroviamo fortunatamente la nostra guida. Continuiamo l’immersione intorno ai vicini pinnacoli, sui quali dimorano molti pesci pagliaccio e tra i tentacoli delle anemoni scorgiamo anche molti teneri cuccioli. Ci sono anche parecchi trigoni, coloratissimi spirografi, piccole e grandi tridacne (le conchiglie con all’interno un mollusco che assume le sfumature del blu-verde-viola), e un’oloturia.
Risaliamo in barca, cambiamo comodamente le bombole prima che arrivino i caotici snorkelisti e ripristiniamo le forze con i samba (una specie di loacker egiziani). Abbiamo anche un po’ di tempo per riscaldarci distesi al sole. All’una scendiamo sott’acqua per la seconda immersione, che è molto semplice e tranquilla. Incontriamo pochi pesci, ma vediamo molti bei coralli colorati, grandi e soprattutto integri. Dopo 48 minuti di bolle risaliamo in barca affamati. Finalmente alle 15 il personale di bordo ci serve il pranzo, che purtroppo non è così eccezionale…Pazienza…La fame fa sembrare buoni gli spaghetti al pomodoro “leggermente” scotti.
Dopo pranzo scorgiamo una decina di delfini che giocano e saltano all’interno della zona riservata a loro, a circa 50 metri da noi. Oggi non hanno voglia di venirci a salutare e preferiscono starsene per i fatti loro.
Alle 17 rientriamo al villaggio: facciamo un giretto in spiaggia e poi andiamo al diving a confermare le immersioni di domani.
Verso le 19, dopo la doccia, facciamo tappa al piano bar per sorseggiare una birra accompagnata a dei crostini farciti con saporito formaggio di capra e qualche carota, che fa sempre bene per l’abbronzatura. Con il poco appetito rimasto andiamo a cena dove ci aspetta del buon pesce alla griglia con pomodoro fresco e per finire un dolcetto al cioccolato. Prima di uscire prendiamo un paio di arance che durante il giorno sono ottime per calmare la sete e la disidratazione.
Due passi fino al Dream per un’altra sfida a biliardo, poi a letto.
Giovedì 17 aprile Questa notte siamo stati svegliati dal sibilo di un vento forte: non è proprio l’ideale andare ad immergersi a Elphinstone, il sito più famoso del Mar Rosso meridionale…Speriamo bene! Questo decantato reef ha un coloratissimo fondale caratterizzato dalla presenza di numerosi alcionari e su questo punto di immersione alcuni subacquei hanno avuto la fortuna di nuotare con l’ambito Longimanus e con squali balena: speriamo di essere fortunati anche noi. In una mezz’oretta di pulmino arriviamo al porto di Marsa Shagra da dove partiremo con un gommone per raggiungere la nostra meta. In questo porto c’è anche un piccolo resort, composto da tende bianche che si affacciano sul mare, e poi c’è una grande tettoia sotto la quale i subacquei allestiscono le loro attrezzature. Oggi c’è molto vento e il mare è molto mosso.
Saliamo in gommone, sistemiamo le attrezzature sul fondo e partiamo. Dobbiamo tenerci ben saldi perché ci sono delle onde altissime. Io, Andrea, Pier Domenico e la nostra guida Mustafa ci divertiamo un sacco a saltare sulle onde e indossiamo persino la maschera: siamo continuamente travolti dalle onde, sembra di stare sulle montagne russe e ad ogni onda arrivano secchiate d’acqua in faccia. Dopo una mezz’oretta di vivace navigazione arriviamo ad Elphinstone, reef dalla forma di un’elisse che si allunga da nord a sud e possiede oltre a due ripide pareti rigogliose di corallo molle e che sprofondano oltre gli 80 metri, anche due plateau a nord e a sud dove non di rado si può fare l’incontro con diverse specie di squali (seta, grigi e pinna bianca), oltre che una varietà di pesci pelagici e di barriera. Attendiamo qualche istante per riprenderci dal viaggio, indossiamo l’attrezzatura, sgonfiamo il gav e appena in acqua scendiamo subito giù a causa delle onde. Molto spesso qui c’è corrente forte, ma la fortuna ci assiste nuovamente. Raggiungiamo la profondità di 48 metri e iniziamo l’immersione a circa metà della parete est, poi risaliamo pian piano. Questo è il tipo di immersione che piace ad Andrea perché tutt’intorno e sotto si vede il blu. Incontriamo un branco di tonni e poi raggiungiamo il plateau sud a una profondità di 25 metri, illuminato dal sole e dove c’è molta vita. Tra i variopinti coralli compare una tartaruga, alcuni pesci leone e poi un pesce Napoleone dalle dimensioni importanti. La risalita in gommone è alquanto impegnativa, ma il viaggio di ritorno è abbastanza tranquillo, infatti abbiamo le onde a favore.
Oggi, a causa delle onde siamo stati gli unici ad immergersi a Elphinstone: molte navi da crociera si avvicinavano e poi tornavano indietro: anche in questa occasione siamo stati molto fortunati, anche se non abbiamo ancora visto gli squali.
Dopo una breve pausa prepariamo l’attrezzatura, e in 5 minuti di gommone raggiungiamo Marsa Shagra per la seconda immersione, che è facile e molto tranquilla. Vediamo bei coralli di fuoco, gorgonie, corallo molle, spirografi e vermi albero di natale..Due grossi pesci leone, pesci angelo, pesce farfalla mascherato, pesci pagliaccio, cernie e trigoni. Riemergiamo a riva, smontiamo l’attrezzatura e ripartiamo verso il villaggio. È stata una mattina intensa e un po’ stancante, ma davvero molto bella; un’altra immersione ci aspetta alla sera.
Il pomeriggio lo dedichiamo al riposo: è il quinto giorno di vacanza e siamo già a quota 10 immersioni. Approfittiamo del crepe time per fare il carico di energie prima della notturna: un paio di crepes alla cioccolata sono il massimo a quest’ora.
Partiamo dal villaggio alle 19 e andiamo all’Aquarius, dove faremo l’immersione da terra. La nostra guida è Rosario e ci sarà anche Davide, istruttore, a chiudere il gruppo. A quest’ora i ricci sono tutti usciti dalle loro tane e sfoggiano i loro appuntiti e lunghi spini. Gli fanno compagnia i ricci matita e alcuni pesci leone, un pesce istrice palla, una bellissima stella marina e tre simpatici gamberetti. Poi una murena va fa la vanitosa scivolando un po’ sotto di noi. È un’immersione molto carina ma poco profonda (7,6 metri). Ad un certo punto Andrea mi suggerisce di guardare verso l’alto la superficie dell’acqua: si vede la luna che risplende e la luce penetra nell’acqua.
Una volta emersi la cosa più affascinante è guardare il cielo, in cui domina una luna quasi piena e così luminosa che è difficile vedere le stelle che le stanno attorno: questa è la magia dell’immersione notturna! Venerdì 18 aprile Al nostro risveglio notiamo subito che è una giornata stupenda: il cielo è azzurro intenso, quasi blu, e c’è un leggero venticello che attenua il caldo. Ci troviamo alle 8.30 alla reception con Federico e poi andiamo al Dream a prendere un’altra coppia e le guide Nicola e Margherita: destinazione relitto Hamada.
Questa volta ci spostiamo a sud, verso il Sudan e dopo 70 km arriviamo a Abu Gussum. Il pulmino ci fa scendere al lato della strada e poi proseguiamo a piedi per un piccolo tratto di deserto, fino alla riva del mare. Qui i ragazzi egiziani hanno steso delle stuoie sulle quali hanno sistemato tutte le nostre ceste. Devo dire che qui gli egiziani sono molto più cortesi e gentili rispetto a quelli di Sharm e sono pure molto più attenti nel maneggiare le attrezzature. Anche il personale all’interno del villaggio, compresi camerieri, inservienti, giardinieri, salutano sempre quando li incroci nei vialetti del giardino e ad ogni occasione: che sia un’usanza tipica di Marsa Alam o solo del nostro villaggio? Chi lo sa, in ogni caso fa piacere, dato che eravamo abituati a Sharm a vederli sempre seri.
L’Hamada è il relitto di un piccolo cargo partito da Yambu (Arabia Saudita).
Era stata costruita in Scozia ad Aberdeen nel 1965 con il nome di Avocet, che poi divenne Afroditi, Samarah e infine Hamada quando passò alla Phemios Navigation Co. Trasportava granuli di plastica contenuti in centinaia di sacchi ancora presenti sul relitto.
Sull’affondamento (avvenuto il 5 agosto 1993) c’è un mistero: infatti i report ufficiali dicono che prese fuoco e affondò in acque profonde.
In realtà i legni a bordo e la poca profondità (14 metri) sono in contrasto con i report. Oltretutto a bordo non vi sono effetti personali dell’equipaggio, che quindi sembra aver abbandonato la nave in tutta calma.
Forse fu affondata per riscuotere un premio assicurativo? Fra l’altro in sala macchine si vede che le prese a mare sono aperte.
Colonizzata ormai da pesci e coralli conserva ancora intatta l’elica con il timone e il castello di prua con il salpa ancore.
Saremo noi a scoprire se è affondata veramente per un incendio o è stata solo una messinscena? Oltretutto, ci hanno detto che si possono fare immersioni in questo relitto solo da due settimane, perché era stato chiuso per permettere al governo egiziano di perlustrare il relitto, forse per accertamenti o per vedere se c’erano delle cose di valore da poter portare via.
Entriamo da riva e ci spostiamo per un po’verso sinistra, poi costeggiamo il reef alla nostra destra a una bassa profondità per i primi metri. Qui la visibilità è molto buona: vediamo molti coralli colorati, i soliti pesci di barriera e facciamo pure un insolito incontro..Un grosso calamaro che nuota poco più sopra di noi..
Proseguiamo il giretto sottomarino e sul fondale di sabbia vediamo il faro della nave: ormai il relitto è vicino. Infatti, ancora qualche metro lungo il quale troviamo altri resti della nave e poi eccolo che compare maestoso dinnanzi a noi. Cominciamo il nostro giretto dalla poppa dove ci sono un paio di spaccature nelle quali ci si può affacciare per ammirare l’interno; nella prima spaccatura, poco profonda, vediamo due grandi platax; poi proseguiamo fino alla seconda dove Federico entra e ci aspetta uno alla volta per illuminarci con la pila i resti intorno a noi. Mentre aspettiamo gli altri intravediamo nel blu una tartaruga, mentre su una trave di ferro notiamo una piccolissima lumachina nera. A metà la nave è spezzata in due e la prua è rovesciata. Pinneggiamo tra il relitto e la parete, dove vediamo molti coralli all’interno dei quali si nascondono dei piccoli granchi. Ci spostiamo sulla parte alta della prua dove ha trovato dimora un giardino di alcionari. Scorgiamo altri resti della nave, tra i quali i cavi del telefono e poi andiamo a curiosare in un’altra stanza dove c’è un’enorme cernia rossa che nuota tra un lavandino (sopra la nostra testa) e un tavolino (in basso a sinistra) cercando di sfuggire alla luce che la guida continua a puntargli contro.
Passiamo attraverso la spaccatura e ci ritroviamo nuovamente alla poppa e poi ce ne ritorniamo verso riva dopo 62 bellissimi minuti di immersione intorno al relitto, raggiungendo la profondità massima di 15,8 metri.
Nella seconda immersione costeggiamo invece la parete di sinistra, lungo la quale troviamo il corallo lattuga, quello lampone, pesci di barriera…; mentre ci avviamo verso riva 7 calamari, dal più piccolo al più grande, ci accompagnano all’uscita.
Per il pranzo ci spostiamo ad Ababda Crafts, altri 10 km più a sud dal punto di immersione, detto anche El Qulan. È un posto paradisiaco in mezzo alle mangrovie: qui c’è solo una piccola capanna che in realtà è un ristorante, ma oggi i gestori hanno deciso di non preparaci il pranzo perché siamo pochi..E così ci dobbiamo accontentare dei cestini preparatici dal villaggio..Per fortuna il panorama è ineguagliabile e cattura totalmente la nostra attenzione..Davanti a noi c’è una laguna di acqua azzurra, sembra quasi finta, che va a sfumare verso riflessi trasparenti nei punti di bassissima marea e tutt’intorno sabbia bianca, terra colonizzata dai paguri di tutte le dimensioni..In lontananza, poco prima della barriera, si erge una grande mangrovia sui cui rami ha costruito il nido una famiglia di falchi..Girovaghiamo intorno e in una delle piccole piscine d’acqua troviamo un cucciolo di tritone che molto probabilmente vi è rimasto imprigionato dal cambiamento di marea..
A questo punto non ci resta che buttarci sulla sabbia bianca ed abbandonarci al relax..
Alle 16.40 rientriamo al villaggio e andiamo al diving a raccontare la bellissima giornata passata con Fefè, Nicola e Margherita e per concordare con Nicoletta il nostro programma-immersioni per il giorno seguente. Sabato 19 aprile Oggi è una giornata molto tranquilla: non c’è un soffio di vento e il mare è una tavola.
Il programma odierno prevede 2 immersioni da gommone con Mustafa ; siamo solo io e Andrea, che fortuna. Il gommone ci porta stavolta alla barriera corallina proprio davanti al nostro villaggio, a Shaab Nakari, a circa 500 metri in linea d’aria dalla riva. Qui incontriamo molte murene, anche di molto grandi: alcune se ne stanno nascoste nelle insenature delle rocce, altre nuotano sfilando accanto a noi e un’altra se ne sta beata nella sua tana in compagnia di un gamberetto. Passa un cernia molto grande, qualche pesce pappagallo, i pesci palla,branchi di pesce sergente maggiore e glass fish e poco più avanti troviamo una distesa di una quarantina di pesci farfalla immobili a pochi centimetri dal fondale..Mah!!chissà come mai?! Gironzoliamo ancora un po’ tra le madrepore lattuga, i coralli di fuoco, i coralli porosi massicci, i coralli cuoio, i coralli a canne d’organo con le loro stelline che si aprono e chiudono..
Verso fine immersione esce sotto di noi un’altra murena che sarà lunga quasi 2 metri, mentre sopra di noi nuota un branco di 10 barracuda. Anche questa volta il mare ci ha regalato dei magnifici incontri con le sue creature.
La seconda immersione si chiama Marsa Gamal (dal nome del ragazzo che solitamente guida il gommone), sul reef sinistro rispetto alla riva. Questa volta incontriamo pochi pesci, un cucciolo di pesce leone e un tenero nudibranco che passeggia su una roccia.
Dopo un ghiotto pranzo andiamo a navigare un pochino in internet e lasciamo un saluto nel nostro blog…Giusto per suscitare un po’ di invidia in chi è a casa in Italia sotto la pioggia e al freddo e passa a visitarci..
Prima di andare a stenderci al sole facciamo una partitina a ping-pong. Oggi la spiaggia è piuttosto deserta perché questa mattina molte persone se ne sono tornate a casa. Ad ogni modo il villaggio è talmente grande che anche nei giorni scorsi, quando c’erano tutti, non era mai né caotico né affollato, in quanto la gente riesce a distribuirsi molto bene all’interno di questa grande struttura.
Dopo un po’ di meritato relax riattiviamo i muscoli per una partita di beach volley: questa sì che è bella vita!! A cena il ristorante è deserto, ci sono gli ultimi ospiti che hanno il volo per Malpensa alle 23 (che fortunati!).
Andiamo al Dream a giocare un po’ a biliardo e qui la hall è un caos: tutti che aspettano di ritornare a casa. Insegniamo a giocare a biliardo a due bimbi, ma per fortuna dopo 5 minuti parte il loro pulmann verso l’aeroporto.
Domenica 20 aprile Comincia la seconda settimana di vacanza e anche oggi siamo solo io, Andrea e Nicola ad andare sott’acqua. La destinazione è Gabel El Rosas, a 30 km più nord del nostro villaggio. Il nome di questo punto di immersione significa “montagna di piombo”: si tratta di una ex baia militare di recente aperta ai subacquei. Ora stanno costruendo un villaggio proprio su questa baia e forse in futuro saranno solo gli ospiti dello stesso a poter fare immersioni. All’inizio della prima immersione, Gabel El Rosas Nord, incontriamo parecchi bidoni di petrolio ormai consumati dal sale e colonizzati dai coralli. Sopra le nostre teste volteggiano tre branchi di barracuda che mettono un po’ di soggezione soprattutto quando sembrano nuotare verso di noi. Ammiriamo un corallo mosaico molto più grande rispetto a quelli che abbiamo visto nelle precedenti immersioni e Nicola ci fa notare che alcune tesserine sono più sporgenti di altre. Una volta in superficie ci spiegherà che se vengono tirate verso l’esterno, poi ritornano nella loro posizione iniziale, ma ovviamente è meglio lasciarle al loro posto. Incontriamo un pesce coccodrillo, dei pesci balestra, una murena, degli spirografi,..Ma la cosa più interessante di questa immersione sono due anemoni di un insolito colore verde fluorescente. Durante la sosta di sicurezza mi diverto a giocare con un simpatico pesce pagliaccio che si lascia accarezzare: che tenero!! Una volta emersi notiamo con dispiacere che altri due gruppi di subacquei sono arrivati nella baia, uno persino dalla lontana El Quesir.
Nella seconda immersione, Gabel El Rosas Sud, incontriamo un altro pesce coccodrillo, una strana stella marina/medusa bianca (non l’ho mai vista prime e non so che cosa sia). Nicola ci guida all’interno di una grottina nella quale i raggi del sole fanno un bel gioco di luce e riflessi e da essa si diramano altri vicoletti ciechi..Usciamo e subito dopo entriamo in altre due grottine, nelle quali ci divertiamo molto. Incontriamo un piccolo nudibranco e un solitario platax. Verso fine immersione incrociamo un altro gruppo di subacquei che stanno rientrando da Gabel El Rosas Nord…Per fortuna siamo arrivati presto in questa baia così abbiamo fatto in tutta tranquillità le due immersioni.
Rientriamo per pranzo e poi ci rifugiamo in camera al riparo dal caldo del primo pomeriggio e Andrea ne approfitta per leggere il Sole 24ore (4 euro è costata la cultura finanziaria!!!). Scendiamo in spiaggia alle 15, andiamo a fare un giretto al Grand Blue dove facciamo due chiacchiere con Nicoletta, che ci racconta come si vive e cosa vuol dire lavorare in un diving a Marsa Alam.
Giochiamo a beach tennis e prendiamo un po’ di sole distesi sul lettino.
Dopo cena ci spostiamo al Dream per giocare a biliardo e, rientrando nel nostro villaggio, troviamo i ragazzi del diving con i quali scambiamo due chiacchiere veloci; poi ce ne andiamo a dormire.
Lunedì 21 aprile L’intera mattina è dedicata alle immersioni che faremo dal gommone partendo dal porto di Aquarius.
La prima immersione è Marsa Mekki e questa volta Andrea mi dà la sua digitale per scattargli qualche foto sott’acqua: mica facile!! Le particolarità di questa immersione sono una grande e timida murena che si nasconde dentro la sua tana per non farsi vedere..Poi scorgo in mezzo alla sabbia bianca un nudibranco colorato, rincorro Andrea, lo tiro per una pinna e lo porto dal simpatico animaletto per il servizio fotografico..Ci sono anche molte anemoni che proteggono tra i loro tentacoli un sacco di cuccioli, e in una di esse ci sono anche due piccoli gamberetti..
Nella tappa di sicurezza abbiamo tutto il tempo per ammirare gli splendidi coralli di fuoco con tutt’intorno anthias e castagnole: sono delle immagini bellissime! Poi c’è anche qualche pesce “tapiro”, così li chiamo io, in realtà sono labridi o pesce palla ocellato (?).
Il secondo giretto sott’acqua lo facciamo a Ras Tunduba, un punto che io e Andrea abbiamo già visto la settimana prima, ma che ripetiamo volentieri perché era stata un’immersione molto piacevole.
Appena iniziamo a scendere sbuca a pochi metri da noi una tartaruga che sta risalendo per respirare; successivamente scende e nuota un po’ in nostra compagnia. La nostra attenzione viene catturata da una piccola murena bianca, poi da un grosso pesce istrice palla; avvisto una piccolissima lumachina nera e vedo che poco più avanti Andrea sta fotografando una fillidia nera con i puntini azzurri. Ora la luce è migliore rispetto alla prima immersione e il giardino di coralli brilla di colori: i coralli dito sono tutti circondati di piccoli pesciolini verdi che si rifugiano nel corallo appena ci si avvicina troppo. Incontriamo un trigone, pesci farfalla e le immancabili anemoni con i loro inquilini.
Rientriamo per pranzo e poi ci andiamo riposare in camera. Alle 15 scendiamo in spiaggia e comincia il classico programma pomeridiano: giretto al diving, un tuffo nel mare turchese, riscaldamento muscoli con il beach tennis e poi partitone a beach volley.
Alle 18 scatta l’ora aperitivo al kite, che si trova sulla stessa collinetta del Grand Blue e di un ristorantino, sempre gestito dalla Settemari, dove si può scegliere tra un menu di pesce (antipasto di carpaccio, grigliata di gamberoni e aragosta, insalatina, patate e dolcetto alle mele) o di carne, al prezzo fisso di 25 euro (bevande escluse). La particolarità del posto è sicuramente la splendida vista che si ha sul mare, soprattutto in queste sere di luna piena.
Per ora ci godiamo i colori diurni del mare sorseggiando una birra e masticando qualche stuzzichino e conosciamo Matteo, attuale direttore del ristorante del villaggio ed ex istruttore subacqueo.
Verso le 20 andiamo in ristorante così evitiamo la massa di clienti e mangiamo in tranquillità. Poi passeggiatina sulla spiaggia e partita a biliardo.
Martedì 22 aprile Stamattina il ritrovo è posticipato alle 9, ma partiamo sempre con il gommone dal solito posto.
La prima immersione è in un nuovo punto, visto che io e Andrea abbiamo fatto tutte le immersioni. Al gruppo si sono aggiunti Matteo, un venditore di moto da Genova, e Mirko, un simpatico commercialista.
Inizialmente si tuffa dal gommone soltanto Mustafa con la maschera e le pinna per vedere se questo può essere un buon punto di immersione; noi però non resistiamo al richiamo dell’acqua e poco dopo ci tuffiamo. Inoltre, è una giornata caldissima e c’è poco vento. Sotto di noi, distesa sul fondale, c’è un’enorme razza che si riposa.
Finalmente la guida trova un punto buono per l’immersione, che chiameremo Erg Andreamarty, e mentre scendiamo scorgiamo un bel passaggio tra le rocce in discesa che Andrea, giocherellone com’è, non si lascia sfuggire. Costeggiamo un tratto di reef e poi attraversiamo una distesa di sabbia con qualche piccolo agglomerato di rocce e coralli. Mustafa agita lo shaker e comincia a pinneggiare a tutta velocità e noi dietro, pur non capendo immediatamente che cosa stiamo rincorrendo (in realtà speriamo tutti sia uno squalo)..Sotto di me vedo una cernia che ha osato nuotare in un giardinetto di anemoni, ma non sapeva che un temerario pesce pagliaccio l’avrebbe attaccata..Arriviamo in una zona popolata di pinnacoli e finalmente capiamo il motivo della folle corsa sottomarina: una bella tartaruga che, fortunatamente, ci fa un po’ compagnia prima di scomparire. Incontriamo trigoni, pesci leone e qualche branco di pesci unicorno e, chi manca all’appello secondo voi? Beh, è ovvio: un nudibranco. Ormai sto diventando la loro cacciatrice. Durante la sosta di sicurezza rincorriamo due pesci Napoleone, uno dei quali era un cucciolo (non l’avevo mai visto così piccolo!).
Nella seconda immersione si aggiunge una coppia di chirurghi da Parma: scendiamo a Erg Tunduba. Tra i magnifici coralli questa volta troviamo una piccolissima lumachina nera, poco dopo un nudibranco più grande e colorato..Poi una murena bianca e una tartaruga molto grande, una fillidia e un altro nudibranco uguale a quello visto prima..Una bella immersione e l’assetto va sempre meglio.
Rientriamo in villaggio alle 13.15 con una fame da lupi, poi ce ne andiamo in camera a riposare e guardiamo le foto che Andrea ha scattato sott’acqua: sono davvero belle e alcune sembrano proprio quelle che si vedono sulle rivista subacquee.
Il pomeriggio è tutto dedicato alle chiacchiere con lo staff del diving e all’attività sportiva; dopo cena la solita partita a biliardo, ma questa volta due ragazzini ci sfidano: ci hanno dato del filo da torcere ma alla fine abbiamo vinto noi.
Mercoledì 23 aprile Con le immersioni di ieri abbiamo finito il pacchetto da 20, ma non possiamo rinunciare a fare immersioni almeno fino a giovedì. Infatti, è bene approfittare di questo splendido mare e di questo clima: una volta a casa rimpiangeremmo queste splendide giornate.
Usciamo con il gommone e andiamo a Marsa Naizak. Oggi il mare è piattissimo e la luce sott’acqua è abbastanza buona, dato che è ancora presto. Questa volta incontriamo dei trigoni, pesci balestra blu, moltissimi nudibranchi e una bellissima anemone rosa (che cosa strana, mah!!).
Per la seconda immersione torniamo volentieri a Erg Torfa, dove giriamo intorno a due pinnacoli ricchi di coralli e pesci. Mentre stiamo scendendo ci passano vicini due grossi tonni, poi vediamo pesci leone, pesci farfalla, molte cernie grandi e piccole, carangidi, gruppi di pesci vetro e fucilieri. Verso la superficie, durante la tappa di sicurezza, ci guardiamo ben volentieri gli anthias che scorazzano intorno al corallo di fuoco, visto che a quest’ora i colori sono stupendi.
Poi torniamo pieni di fame al villaggio e facciamo un saltino in internet. Un po di relax all’ombra e poi di nuovo in spiaggia, un bel bagno rinfrescante, due tiri a beach tennis e beach volley con altri ragazzi. Dopo cena diamo la rivincita a biliardo ai due ragazzini della sera prima (abbiamo stra vinto nonostante sia arrivato il signor commenda a dare suggerimenti ai figli) e poi due chiacchiere coi chirurghi.
Giovedì 24 aprile Oggi è l’ultimo giorno di immersioni e al mattino ritorniamo all’ Elphinstone.
Avere Mustafa come guida è di buon auspicio perché in sua compagnia abbiamo sempre visto un sacco di bei pesci. Siamo sei subacquei e a chiudere il gruppo c’è Sabrina, un’altra guida che deve imparare a condurre immersioni qui.
Il mare è piatto questa volta; c’è una leggera foschia ma in 15 minuti di gommone raggiungiamo la punta nord del reef, dove iniziamo la nostra immersione. Fortunatamente sott’acqua non c’è corrente neanche questa volta. Scendiamo fino ai 40 metri e poi costeggiamo la parete alla nostra destra. Ci interessa molto poco scrutare il reef (ormai abbiamo già visto tutto!!!), soprattutto perché stiamo una decina di minuti tra i 25 e i 40 metri…Però scrutiamo con insistenza il blu con la speranza di vedere comparire uno squalo o qualche altro pesce grosso. Vediamo una murena e poi la guida ci fa segno di guardare alle nostre spalle: una splendida manta con un elegante sbattere di ali ci viene incontro, si avvicina sempre più e così vediamo che ci sono due remore attaccate a lei, e poi vira nel blu e scompare..
Sotto di noi passa un grosso tonno e Andrea, convinto che fosse uno squaletto, si rituffa a 35 metri per fotografarlo..Infine fa la sua comparsa anche un bel pesce Napoleone.
Usciamo a circa metà parete dopo 44 minuti di splendide emozioni: grazie Nettuno, ci hai regalato degli indimenticabili momenti nelle tue acque.
Stavolta facciamo solo l’immersione all’Elphistone, tralasciando quella a Marsa Shagra, così torniamo in villaggio prima, giusti per il pranzo e per un po’ di pausa.
Nel pomeriggio facciamo il nostro solito giretto al Grand Blue, dove conosciamo Angelo, e come al solito un bel bagno, beach tennis e beach volley (Andrea ha giocato pure a calcetto); Alle 18 aperitivo al kite.
Alle 19 si parte per la notturna, guidata da Nicola e a chiudere il gruppo Fabio.
Appena iniziata l’immersione sul fondo c’è la testa mozzata di un barracuda, poi nuotando troviamo pesci leone, pesci pappagallo molto grandi che dormivano sotto le rocce o dentro le spaccature, ricci e ricci matita, crinoidi, gamberetti, due scorfani uno sopra l’altro e dietro un granchio (o forse un paguro rosso) che li va a punzecchiare, piccole murene che corrono tra i coralli sfuggendo alla luce delle torce, e altri scorfani. Sono rimasta impressionata dalla bolla trasparente intorno a un pesce pappagallo, che è il suo sistema per mimetizzarsi. Alla fine abbiamo fatto l’ormai classico gioco con la bioluminescenza del plancton. Alla fine la cosa più bella è riemergere e ammirare il cielo stellato: una meraviglia, soprattutto con la temperatura di quasi 30 gradi fuori dall’acqua e quasi 25 sott’acqua. E ora appendiamo le pinne al chiodo e le mute ad asciugare: che peccato! Va beh dai, in 2 settimane abbiamo fatto 24 splendide immersioni, 18 delle quali in punti diversi, una vita sottomarina ricca di sorprese e simpatici compagni di immersione…E oltre 400 foto subacquee.
Cena, doccia e a letto.
Venerdì 25 aprile Oggi è il primo giorno senza immersioni e l’ultimo giorno pieno di vacanza: faremo solo vita di villaggio. Il cielo sembra un po’ coperto e non ha il solito colore blu, c’è l’alta marea e un pochino di vento. Alle 8 siamo già distesi sui lettini in riva al mare e il rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga ci fa da sottofondo.
Facciamo una lunga passeggiata verso nord, oltre il villaggio dove ci sono un sacco di bancarelle di braccialetti e collanine, vestiti e tanti altri souvenirs.
Poi giochiamo un po’ a beach tennis, bagno e giretto al diving per farci fare il conto e ritirare le mute, fino all’ora di pranzo e poi un po’ di riposo in camera.
Nel pomeriggio siamo tornati al diving per pagare, poi c’era il torneo di beach volley la partita tra clienti e animatori. Più tardi siamo tornati su al diving per gli ultimi saluti con i ragazzi che mancavano prima, per le foto e i timbri sul log book.
Lo staff del Grand Blue ci ha reso un ottimo servizio: tutti i ragazzi sono stati molto gentili e disponibili ad organizzare le nostre infinite immersioni; un saluto in particolare a Nicoletta in ufficio, a Mustafa che ci ha accompagnato nella maggior parte delle immersioni fatte, a Nicola, Margherita, Rosario, Federico, Davide e Matteo che ci hanno accompagnato nelle altre immersioni, e a tutti gli altri ragazzi dello staff…Anche al personale egiziano, che ci faceva trovare l’attrezzatura pronta per le immersioni.
Sabato 26 aprile Purtroppo è arrivata l’ora della partenza dal Blue Lagoon, alle 9.45; per fortuna oggi il cielo è coperto, così è più facile lasciare questo splendido mare.
Decolliamo alle 13.15 e dall’aereo vedo sotto di noi fiumi di sabbia tra le rocce, poi siamo in mezzo alle nuvole e c’è una luce bianco-grigia che mi impedisce di vedere il color oro della sabbia del deserto. Chiudo il finestrino e gli occhi, ripercorrendo con la mente gli emozionanti momenti vissuti in questi giorni..Mi pervade un velo di tristezza… …E adesso bisogna prendere una decisione importante!