2 settimane: Yucatan, Chiapas, Guatemala, Riv.Maya
Noi abbiamo viaggiato a Maggio 2006 (quindi senza trovare troppo “traffico”), è passato un po’ di tempo ma comunque siamo in tempo per chi voglia andare quest’anno nello stesso periodo.
Per un viaggio in libertà una premessa indispensabile è la ricerca del volo migliore. Dopo settimane di ricerche attraverso qualsiasi canale possibile (internet, televideo, agenzie etc…), eravamo arrivati alla soluzione che le tariffe migliori fossero quelle dell’Iberia, acquistando direttamente sul sito.
L’unica incognita era che le tariffe variavano notevolmente a seconda del momento in cui le consultavamo; inoltre, le combinazioni possibili prevedevano almeno 2 scali e comunque il prezzo migliore che avevamo trovato si aggirava sui € 650.
Così, quando abbiamo deciso di prenotare (una settimana prima della partenza), c’era un’offerta: volo Blu Panorama da Milano (venduto dalla Condor) con partenza il sabato mattina alle 9 con rientro a 2 settimane, che abbiamo acquistato in agenzia a € 740 pp, comprensiva di un’assicurazione medica/viaggio che è sempre meglio prevedere.
Innanzitutto vi riassumo quello che è stato il nostro itinerario, che può essere un utile suggerimento per chi vuole, in due settimane, vedere tutto quello che siamo riusciti a fare… In effetti può sembrare un po’ eccessivo in così poco tempo, però la voglia di vedere tutto era tanta, e con buoni suggerimenti si può risparmiare del tempo…Anche se qualche giorno in più era l’ideale: Sab 20: Arrivo CANCUN (h. 17) – albergo presso Hotel Margarita prenotato con Internet Dom 21: Partenza x VALLADOLID (Visita città e Cenotes); nel pomeriggio proseguimento per CHICHEN ITZA, albergo a PISTE’ (Posada Chac-Mool), e spettacolo luci serale al sito. Lun 22: Visita del sito di Chichen Itza; nel primo pomeriggio partenza x MERIDA, albergo (Casa Becil), Visita città.
Mar 23: Visita “Ruta Puuc” – Uxmal (Bus tour ATS) – rientro nel pomeriggio, cena e Partenza con ADO per Palenque (ore 22.00), pernotto in BUS Mer 24: Arrivo PALENQUE (ore 07.00), acquisto transfer (Sito+misol ha+agua azul+san Cristobal). Ore 08.00 Visita sito di Palenque; verso le 12.00 partenza per cascata di MISOL HA (1 ora) e AGUA AZUL (2 ore), quindi proseguimento per SAN CRISTOBAL. Arrivo alle 21.30, albergo (Hotel Capri – 2 notti).
Gio 25: Visita di SAN CRISTOBAL, escursione a SAN JUAN. Ven 26: Partenza per Guatemala (transfer agenzia), Arrivo ore 17.00 a PANAJACHEL (lago Atitlan), albergo (Mario’s Room – 2 notti) Sab 27: Visita dei paesi sul lago (Santiago e San Pedro).
Dom 28: Partenza x visita CHICHICASTENANGO (mercato della Domenica), nel primo pomeriggio trasferimento a Guatemala City (via Antigua) e Bus notturno ADN GL per FLORES (ore 22.00) Lun 29: Arrivo ore 06.00 a FLORES, albergo (Hotel Petenchel – 2 notti), giornata sul lago. Mar 30: Partenza ore 05.00 per visita TIKAL, rientro nel pomeriggio.
Mer 31: Ritorno in Mexico. Ore 05.00 partenza per CHETUMAL – via Belize -. Arrivo ore 13.00 a Chetumal e proseguimento per PLAYA DEL CARMEN (arrivo ore 19.00), hotel (Dos hermanos e Barrio Latino) Gio 01: Giornata di mare a Playa del Carmen. Ven 02: Partenza per ISLA MUJERES, arrivo ore 12.00 ca. – albergo (Hotel Osorio) e pomeriggio al mare. Sab 03: Dopo colazione, trasferimento a Cancun. Visita zona hotelera e mare. Ore 16.00 trasferimento in aeroporto per aereo delle 19.30. Dom 04: Arrivo a Milano ore 13.00.
SABATO 20 MAGGIO 2006 Partenza all’alba da Alpignano (dove abbiamo dormito la notte) ed arrivo puntuale a Malpensa. Dopo aver lasciato la macchina al parcheggio, al terminal 2 ritiriamo al banco Condor i biglietti aerei e sbrighiamo abbastanza velocemente le pratiche di check in. Per dimostrare quanto è piccolo il mondo, ai banchi dei tour operator incontriamo Roberto e Alina, una coppia con la quale esattamente un anno prima avevamo condiviso una settimana di vacanza alle Maldive al Kuramathi Village.
Il volo è abbastanza comodo, anche se scarso di cibo, bevande normali e infinitamente lungo. Le hostess non si vedono neppure se le chiami. Consiglio: il cuscino da viaggio è formidabile ed indispensabili per dormire comodamente.
Alle 15.00, puntuali, atterriamo per il previsto scalo a Roatan, in Honduras, per caricare i turisti (e i bagagli…Vd. Più avanti) che, via Cancun, stanno tornando in Italia.
Alle 17.00 puntuali atterriamo a Cancun, velocemente sbrighiamo la pratica passaporto consegnando il modulo della carta turistica che ci era stata consegnata in aereo (ricordarsi di conservare la ricevuta con attenzione perché dovrà essere riconsegnata in uscita dal paese pena salata multa) e ci dirigiamo all’area bagagli.
Aspettiamo con fiducia i bagagli ma, quando ci accorgiamo che i bagagli iniziano a girare ma nessuno li ritira, ci rendiamo conto che, in realtà, si tratta dei bagagli dei passeggeri saliti a Roatan.
Dopo 5 minuti di paura arrivano i nostri bagagli con i quali superiamo brillantemente la dogana, passando con il verde il famigerato semaforo doganale. Infatti qui, per scegliere il destino del controllo in dogana si affidano ad un vero e proprio semaforo…Il passeggero preme un grosso pulsante ed attende fiducioso…Verde passa tranquillo, con il rosso c’è il controllo di tutti i bagagli, e dovrebbe essere anche abbastanza approfondito, cmq non possiamo confermare dato che non abbiamo avuto “l’onore” di provarlo! Seguendo le indicazioni della Lonely Planet (indispensabile, anche se necessiterebbe di un maggiore aggiornamento dato che molti posti consigliati sono diventati troppo “commerciali”), appena usciti giriamo a dx per prendere i bus per Cancun facendo la gincana tra i taxisti che cercavano di adescare gli ultimi turisti arrivati. Forse siamo andati troppo a dx, infatti siamo saliti su un pullman “molto molto spartano” pieno di lavoratori dell’aeroporto diretti a Cancun, pagando la modica cifra di 1 dollaro a persona (ancora non avevamo cambiato pesos ma avevamo qualche rimasuglio di dollaro). Non c’è il problema dell’aria condizionata sul bus (di cui in Messico è rinomato l’estremo rigore) dato che si viaggia a finestrini spalancati, e siamo gli unici turisti, così ci caliamo subito nella nuova realtà.
Riusciamo a scendere alla fermata corrispondente al terminal del bus ADO e, a piedi e zaino in spalla, cerchiamo l’hotel. Nel frattempo cambiamo 300 dollari in 3255 pesos (cambio 1 a 10,85), ma aspettando avremmo spuntato cambi migliori perché facendo il giro dell’isolato ce ne sono diversi a cambi più convenienti. Avvistiamo una bancarella che per 10 p vende hot dog…Come resistere?! L’hotel Margarita, l’unico prenotato su internet da casa prima della partenza (non ricordo il sito, comunque molto efficiente, infatti offriva una grande varietà di sistemazioni e soprattutto potevi prenotare pagando con c/c solo una caparra minima), è così bello che restiamo stupiti (il prezzo dell’hotel è di 70 dollari a notte noi su internet l’abbiamo pagato 37!!!).
Sbrighiamo le formalità di registrazione e corriamo a fare una doccia; accendo il cellulare ma scopro che se non si ha un tri-band è inutile portarlo. Alle 20.30 siamo già in giro per Ciudad CANCUN in cerca di un ristorantino…Ce ne sono a bizzeffe, tutti che propongono bevande 2×1, ma franci non vuole cenare ma “spizzicare” e così ci dirigiamo da Gori Tacos consigliato da LP.
Prendiamo un “taco bistek” e un “plato medicano”, annaffiato con margarita (che sembrava granita, cmq buona) e spendiamo 150 p (11 euro ca.).
Alle 22.30 siamo già a letto.
DOMENICA 21/05/06 A causa del fuso orario, ci svegliamo con calma alle 7.30. Lasciamo l’albergo e andiamo al terminal del bus dove acquistiamo il biglietto per Valladolid ADO 1^ classe (106 P/p – 8 euro ca.). Facciamo colazione alle bancarelle intorno alla stazione con un “sacchetto” di succo di naraja e tacos super piccanti (50 p – 3,5 euro ca.); il “sacchetto” non è un modo di dire…Ma siccome volevamo il succo da portar via, ce l’ha versato in un sacchetto trasparente con una cannuccia, e col nodo a chiudere tutto…Geniale! L’ADO 1° classe è veramente comodo, direi che è allo stesso livello dei bus europei se non meglio; c’è la tv che proietta i filmati sulla sicurezza e l’uso della cintura e poi i film in inglese con sottotitoli in spagnolo, l’aria condizionata, i posti sono assegnati nominalmente… Arrivati a VALLADOLID verso le 10.30, ormai pratici degli spostamenti, acquistiamo subito il biglietto per Pistè (Chichen Itza) del pomeriggio, con ORIENTE 2° classe (19 p – 1,5 euro) ed andiamo a visitare la città: la piazza principale, le chiese e il cenote Zaci (30 p x 2); con un collectivo (20p) andiamo a visitare il cenote Dtzinup bellissimo (50 p x 2).
In molti fanno il bagno, ed in effetti l’acqua è cristallina ma io e Fra non ci fidiamo. Di fronte c’è un altro cenote, ma decidiamo di riprendere un taxi (30 p) per tornare in città e andare a pranzare a El Bazar (tipico mercatino coperto pieno di locali uno a fianco all’altro consigliato anche dalla LP) dove assaggiamo cochinita pibil, 2 tacos e bevande per 60 pesos – 4,5 euro! Andiamo a prendere il bus per PISTÈ dove, appena arrivati, cerchiamo l’hotel…Va bhe…Da dormire!!! Ne troviamo uno veramente economico alla Posada Chac- Mool (160 p – 12 euro) dove, contrariamente ai patti, non c’è l’acqua calda ma solo tiepida. Col senno di poi è stato il posto più spartano deve siamo stati (nemmeno troppo pulito ed il letto consisteva in un blocco di cemento) e, tutto sommato, a un prezzo medio per il mercato locale, anche considerando la bassa stagione turistica.
Alle 17.30 siamo già in strada per prender il bus (0,50 p) per andare a vedere lo spettacolo serale delle luci a CHICHEN ITZA’, ma abbiamo sbagliato orario perché, in realtà, lo spettacolo inizia più tardi e dobbiamo aspettare un paio d’ore.
Il biglietto solo per lo spettacolo serale verrebbe 30 p ma, poiché sappiamo che domattina torneremo a visitare il sito c’è la possibilità di pagare 50 p – 4 euro ; si tratta, in pratica, di un anticipo sul prezzo di ingresso di domani, dove dovremo pagare solo il saldo di 45p.
L’ingresso del sito è proprio davanti al castello quindi, entrando, se ne ha subito una splendida visione; siamo quasi “commossi”, è molto imponente e l’emozione di vederlo dal vivo, anziché sulle riviste o i cataloghi di viaggio, è fortissima.
Lo spettacolo è interessante ma commentato tutto in spagnolo, per cui è fondamentale il traduttore da noleggiare all’ingresso; molto della suggestione dello spettacolo è dato dal commento che, come scopriremo più tardi, racconta parti della leggenda maya sulla nascita del mondo.
Lo spettacolo dura circa un’ora e, all’uscita, c’è il fuggi fuggi generale perché sta arrivando un temporale e rischiamo di rimanere soli e senza taxi. Alla fine prendiamo il primo, e forse l’ultimo, che stava partendo che (per 20 p – 1,5 euro -) ci porta a Pistè centro, dove ceniamo in una tacheria del luogo (52 p – 4 euro).
È dalle 15 di oggi che pioviggina e siamo infreddoliti, ma il nostro consommé e “qualcos’altro” di caldo ci riscaldano.
LUNEDÌ 22/05/06 La sveglia, anche grazie al gallo della posada (che per quanto canta ci piacerebbe di più alla griglia) è alle 7.15.
Facciamo una bella doccia per eliminare l’autan messo per la notte e andiamo in centro per la colazione. Purtroppo è difficile trovare un posto che ci fornisca pan dulce e succhi di frutta, e così li acquistiamo, rispettivamente, in panetteria e al supermercato.
Torniamo alla posada, prendiamo gli zaini e ci dirigiamo verso la fermata del bus, ma il signor Francy si accorda con un taxi che per 20 p ci porta diretti al sito di Chichen Itza (a piedi sono un paio di chilometri).
Il tempo è bruttino e, dopo aver lasciato i bagagli al deposito gratuito all’ingresso, ed aver fatto il biglietto (pagando la differenza con il biglietto dello spettacolo serale), iniziamo la nostra visita. Sono le 8.30 ed il sito si sta “svegliando”, sotto il castello siamo ancora in pochissimi turisti ed abbiamo il tempo di goderci pienamente le emozioni trasmesse da questo posto. Abbiamo la possibilità di girare tranquillamente tra le rovine, passando dall’imponente castillò all’immenso campo del gioco della palla…Pian piano iniziano ad arrivare i venditori che, uscendo dai cespugli circostanti, iniziano a sistemare le loro mercanzie (se vi piacciono i souvenir acquistateli qui, data la grande offerta si riescono a spuntare i prezzi migliori; noi non abbiamo fatto shopping perché avremmo dovuto camalarci il peso per le due successive settimane di viaggio).
Purtroppo, come già ci era stato anticipato dai racconti su internet, abbiamo la conferma che non si può salire ed entrare in nessun edificio (a causa di un incidente mortale capitato qualche mese prima ad una turista americana)…Castillò compreso…Che delusione!!! Nel giro di 2/3 ore il sito si trasforma…Si riempie di venditori di souvenir e soprattutto è invaso dalle comitive di turisti che arrivano in massa (all’ora di pranzo e di solito con il sole che spacca le pietre…Ma non oggi) provenienti dai posti di villeggiatura sulla riviera maya, tutti dotati di mantellina per la pioggia sponsorizzata dai tour operator e tanto di braccialetto da villaggio, e così diventa anche complicato riuscire a fare delle foto senza troppe “presenze”.
Comunque verso le 12.00 la nostra visita è terminata (la durata ha compreso diverse soste forzate passate al riparo dentro alcune rovine, a causa di qualche improvviso temporale).
All’ingresso del sito c’è un comodo punto vendita dei biglietti del bus, dove acquistiamo il biglietto per Merida – con Oriente 2° classe (52 p/p – 4 euro) – dopodiché usufruiamo dei bagni pubblici per una bella rinfrescata generale (compresa di lavaggio di piedi e scarpe infangate!) e usciamo in anticipo ad aspettare il pullman, anche perché ci hanno avvertito che l’orario è “indicativo” e, in effetti, dopo pochi minuti, arriva il bus con un anticipo di 15 minuti e verso le 15.00 circa, dopo 2 ore e ¼ di viaggio, siamo a Merida.
MERIDA, capitale dello Yucatan, è una vera e propria cittadina. L’autobus ci lascia ad una fermata diversa da quella prevista così, zaino in spalla, ci mettiamo alla ricerca dell’hotel. Ne visitiamo un paio, tra cui l’Oviedo, e ci prende un po’ di sconforto (senza finestre ed abbastanza sporchi) così seguiamo le indicazioni di un racconto su internet e cerchiamo l’hotel Casa Becil. La stanza, modesta ma pulita e luminosa, costa 160 p – 12 euro- e, per altri 100 p – 7,5 euro – (dopo difficoltà a contattare la proprietaria dell’albergo), possiamo tenerla fino alle 18 del giorno seguente, poco prima della partenza col bus notturno per Palenque.
Dopo una breve sosta in camera, usciamo in direzione della stazione dei bus: vogliamo acquistare i biglietti per il giro della Ruta Puuc (120p/p – 9 euro), escursione che abbiamo previsto per domattina, e il trasferimento a Palenque (300 p/p – 23 euro) per domani sera.
Per visitare la Ruta Puuc, non avendo la macchina, ci sono due opzioni: ci si può spostare di sito in sito acquistando di volta in volta i vari biglietti che servono ma, questa soluzione, richiede più tempo, oppure si può optare per fare il giro con l’ATS che, dalle 8 alle 16, fa il giro dei 4 siti principali con soste sufficienti per una breve visita.
Dopo aver disbrigato queste faccende, verso le 17 iniziamo a visitare la città ; l’impressione è molto diversa da Valladolid e Pistè…Questa è una vera città coloniale, con le sue strade strette, edifici bassi e colorati, caos ovunque, musica dai locali e gente, gente dappertutto.
Arriviamo nella bella Plaza Grande dove facciamo conoscenza con due messicani che, dopo aver provato blandamente a venderci qualcosa, ne approfittano più che altro per fare quattro chiacchiere e migliorare il loro già ottimo italiano.
Acquistiamo due corone fresche al supermercato e pop corn artigianali dalla vecchietta in piazza, così ci godiamo il nostro primo aperitivo mexicano in piazza. Siamo seduti su una panchina e siamo rapiti dall’atmosfera che ci circonda…Sembra proprio di vivere quelle scene viste nei film! Dopo poco si fa sentire l’appetito e ci avventuriamo alla ricerca di un ristorante caratteristico. La LP indica solo posti di lusso e/o troppo turistici, così ci facciamo consigliare da un ragazzo sardo-messicano, con tanto di maglietta del Cagliari sponsorizzata dal Pecorino Sardo. Il ristorante si chiama “El Trapice”: caratteristico, ottimo e abbondante; per 200 p – 15 euro – ceniamo molto bene, facendoci consigliare un piattone di “Parrillada” per due (misto carne di tutti i tipi) e birra.
Dopo cena, diversi personaggi incontrati nel pomeriggio ci avevano segnalato che in piazza ci sarebbe stato uno spettacolo di folklore locale e, in effetti, c’è la “vaccheria”, una danza folkloristica in costume tipico piuttosto carina…Peccato che siamo stanchi morti e dopo una decina di minuti (il tempo di magiare delle arachidi speziate buonissime) crolliamo dal sonno. Rientriamo in albergo. La notte al Becil, forse anche per la stanchezza, è perfetta…Silenziosa, fresca e confortevole…Buonanotte! MARTEDÌ 23/05/06 Sveglia alle 7! Alle 8.00 parte il tour per la RUTA PUUC…Giusto in tempo per fare colazione al Tierra Maya dove per 70 p (5 euro) mangiamo 2 pan dulce (un maffin alle mandorle e uno al cioccolato veramente enormi), un “aqua de fruta” ed una grande salada de frutta take away veramente acquolinosa. Ora si parte alla volta di Labnà dove abbiamo a disposizione 40 minuti per visitare il bel palazzo; in questo luogo, come in gran parte della Ruta Puuc, parte della suggestione è data dall’isolamento del luogo e dalla natura selvaggia a cui i siti sono strappati.
La meta successiva è Sayil, l’abbandono del luogo e l’assenza totale di indicazioni all’interno ci fanno apparire i 30 p pagati per l’ingresso un po’ eccessivi, ed i 20/30 minuti concessi sono sufficienti per la visita.
La terza sosta è a Kabah, anche questa di 20/30 minuti circa, ed anche qui ci colpisce l’imponente palazzo. L’ultima visita è riservata a Uxmal e, francamente, è una sorpresa…Anche perché nessuno ci aveva preannunciato la bellezza del luogo. Poco dopo l’ingresso siamo dinnanzi alla “piramide del mago”… è bellissima, imponente, ma purtroppo anche qui non si può salire (stavolta però a causa del cattivo stato delle scalinate).
Proseguendo la visita rimaniamo estasiati dal quadrilatero delle monache, dalle maschere di Chac Mool, dalla gran moltitudine di uccelli e soprattutto iguane…Ce ne sono tantissime, di tutte le taglie, e c’è quasi da stare attenti a non calpestarle.
Dalla Gran Piramide e dal palazzo del governatore si gode di un panorama molto suggestivo. Uxmal colpisce molto la nostra fantasia e ad ogni tumulo di pietre fantastichiamo su cosa poteva essere. Le 2 ore concesse dall’ATS sono giuste giuste per visitare l’essenziale e scattare qualche foto, ma qualche minuto in più non sarebbe stato sprecato.
Alle 16.00 puntuali siamo di ritorno a Merida; rientrati in hotel ci confermano che per 100 p (7,5 euro) abbiamo potuto tenere la camera fino alle 18 (infatti era dalla sera prima che cercavamo di contattare inutilmente la proprietaria). Così ci rinfreschiamo e rilassiamo un pochino, facciamo i bagagli ed alle 19 andiamo a posarli in stazione in un deposito che per 30 p (2 euro) ce li conserverà fino alle 21.30.
Ora ci godiamo le ultime ore a Merida…Visitiamo la caotica e colorata zona del mercato, una chiesa e un palazzo coloniale; infine ci dirigiamo verso la Plaza centrale dove ci coglie un acquazzone tropicale.
Decidiamo di ripararci sotto i portici della piazza centrale e di cenare in un ristorante che espone un’insegna con la scritta “Cucina Yucateca”. Prendiamo una “sopa di riso e banane”, pollo asado e 2 birre; costo 120 p (9 euro). Contrariamente alle nostre speranze, finita la cena l’acquazzone non è cessato, ma è ora di raggiungere il bus terminal e, poiché piove un po’ meno, decidiamo di avviarci a piedi.
A questo punto scopriamo che in Mexico non esiste un sistema di scolo per le strade…Attraversarle è un’impresa e, infatti, li definiamo dei veri e propri guadi…Dopo i primi tentativi (inutili) di attraversare le strade cercando di non bagnarci troppo, non badiamo più a niente, e attraversiamo con tanto di acqua fino alle ginocchia… Arriviamo alla stazione fradici dalla testa ai piedi e ci asciughiamo e cambiamo alla bene meglio nei bagni pubblici.
La notte in bus parte malino, ingenuamente abbiamo prenotato i primissimi posti…Infatti, l’autista, oltre alla proiezione del film, vuole sentire un po’di tipica musica mexicana (con tanto di trombette…); io crollo dal sonno, ma quando mi sveglio frà sta maledicendo perché dice che sembra di stare ad una festa…Comunque poi si attrezza con mascherina, tappi x le orecchie, cuscino da viaggio, pezzuola in testa ed alla fine riesce a dormire più di me! MERCOLEDI’ 24/05/06 Alle 7.00 puntuali arriviamo a PALENQUE, o meglio al paese che prende il nome dal sito, e, come avevamo letto dai racconti, cerchiamo subito delle agenzie per organizzare il trasferimento al sito, e vedere la fattibilità di prendere nella stessa giornata anche il transfer per San Cristobal de las Casas, con soste a Misol-ha e Agua Azul. Subito a fianco del terminal c’è l’agenzia Kukulkan con la quale ci accordiamo per il pacchetto a 250 p/p (19 euro). Più avanti sulla strada ci sono altre agenzie che forse valeva la pena di consultare, comunque noi ci siamo accordati subito con la Kukulkan, anche perché il prezzo era in linea con quanto ci aspettavamo. Questa soluzione, anche se può sembrare faticosa, è ideale (soprattutto se non si ha molto tempo), perché a Palenque oltre al sito non c’è nient’altro da visitare, inoltre si risolve il problema dei bagagli perché li conservano sul pulmino, e le ore previste per le soste al sito ed alle cascate sono sufficienti; l’unica pecca è che si arriva a San Cristobal veramente stravolti perché ci vogliono più di 5 ore di strada tortuosa…Ma procediamo con calma.
Prima di partire per il sito c’è il tempo per fare colazione alla panetteria sulla strada dove compriamo 6 pan dulci a prezzi veramente stracciati; una volta entrati nel sito (55 p/p – 4 euro) è meraviglioso lo scenario che si ha arrivando la mattina presto, con una leggera brina che copre la ricca vegetazione e la foschia che avvolge le cima dei tempi incastonati nella foresta, dalla quale proviene l’inquietante rumore delle scimmie urlatrici…Fantastico!!! Saliamo e scendiamo da tutti gli edifici su cui è possibile farlo (anche per rifarci dei divieti patiti a Chichen) ed alle 12.00 ci facciamo trovare all’ingresso per riprendere il pulmino in direzione di Misol-ha ed Agua Azul. Le quasi 4 ore concesse per la visita sono sufficienti, anche se sicuramente non potete permettervi il tempo per la visita con la guida. La cascata di Misol-Ha è carina, ma niente di trascendentale, e la sosta di un’ora è sufficiente soprattutto se, come noi, deciderete di non avventurarvi nelle grotte sottacenti.
Le cascate di Aqua Azul sono decisamente più suggestive, anche perché, pur non essendo il periodo ideale, l’acqua conservava ancora il caratteristico color “azul”. Abbiamo il tempo di fare merenda con 9 “empanados” de queso, papa, carne e pollo, una corona e un mango acquistato dalle numerose bancarelle che si incontrano lungo il sentiero che costeggia le cascate, arrivando fino al piccolo villaggio che si trova alla sommità. Con nostra sorpresa, e disappunto, il mango era stato completamente cosparso di sale e paprika ma…Era squisito! Tempo che arriva la solita pioggia pomeridiana, mentre ci eravamo appisolati sul prato, arriva anche l’ora di riprendere il pulmino.
Il trasferimento per San Cristobal de Las Casas consiste in un viaggio attraverso un bellissimo panorama di cui si può godere attraversando il CHIAPAS (si passa anche per il rinomato villaggio zapatista da cui ebbe inizio la rivolta capeggiata dal Subcomandante Marcos) e in tanti microtraumi alla schiena a causa delle innumerevoli topas lungo il tragitto.
Arriviamo a SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS alle 21.30 (con un’oretta di ritardo dal previsto) accolti da una pioggia battente e così, considerata anche la stanchezza del viaggio, decidiamo di alloggiare al vicino Hotel Capri che, oltre ad un aspetto decoroso (con tipica e deliziosa ringhiera sul cortiletto interno), pubblicizzava l’offerta della camera matrimoniale a 100 p (8 euro a notte…!!!).
Siamo così stanchi che non abbiamo neppure la forza di cenare…Buonanotte! GIOVEDI’ 25/05/06 La mattina ci svegliamo con tranquillità verso le 8.00 e facciamo un giro di ricognizione per San Cristobal.
È veramente graziosa, una tipica cittadina di montagna, circondata dalle vette, con aria frizzantina e tersa, strade arroccate sul pendio, case colorate e belle piazzette. Per far colazione la Casa del Pan, consigliata dalla LP e da tanti racconti letti su Internet è all’altezza delle aspettative, sia per la qualità del cibo che per la posizione (si trova in una piazzetta alla sommità di una strada che si arrampica sul pendio e, di fronte all’ingresso c’è una deliziosa fontana circolare in pietra) ed il locale curato e caratteristico.
Subito dopo colazione andiamo alla ricerca di una lavanderia per lavare un paio di sacchetti di panni sporchi (consiglio: potete portarvi meno abbigliamento possibile, perché le lavanderie sono efficienti, rapide ed economiche, e quindi è fattibilissimo fare il bucato diverse volte); dopo cerchiamo un internet point dove navigare un pochino, e quindi bighelloniamo per la città sino all’ora di pranzo, visitando anche il mercato ricco come sempre di colori e profumi! Nel pomeriggio decidiamo di visitare SAN JUAN CHAMULA, un rinomato paesino che si trova nei dintorni di San Cristobal che conserva ancora molte usanze pagane e Maya e dove si può osservare uno spaccato di “autentica” vita rurale (le virgolette sono d’obbligo visto che anche la vita di questo paesello è stata viziata dal turismo di massa).
Mentre ci dirigiamo verso il posto indicato dalla LP da dove partono i combi per San Juan Chamula, un tizio urla a tutti i passanti che sta partendo il suo combi per San Juan.
Lo prendiamo al volo ma è già pieno…O almeno ci sembrava pieno…Ci ritroviamo sull’ultimo sedile dove ci sono già due donne e 4 bambini…??! non sembra che ci sia spazio per noi, ma appena ci vedono salire si spostano per lasciarci spazio…Non ci sembra il caso di occupare ben 2 posti così io starò sulle ginocchia di Francesco per tutto il viaggio mentre sia le donne che i bambini ci guardano tra lo stupiti e l’incuriositi. In effetti il nostro combi è veramente mal messo ed i viaggiatori sono solo gente del posto che torna dal mercato…Ed è proprio questo che ci affascina…Quando stiamo per arrivare a destinazione una delle bimbe ci chiede qualche pesos ma, come imparato da altri viaggi (Kenya), non essendo educativo distribuire denaro, quando scendiamo regaliamo qualche penna a lei e all’altra bimba con cui abbiamo viaggiato.
La piazza del paese ci ricorda, per confusione e quantità di venditori di frutta, la piazza di Marrackech (naturalmente un po’ più in piccolo). Ci sono petardi che scoppiano in continuazione, cani randagi che cercano di raccogliere qualcosa dalle bancarelle e soprattutto di evitare le “attenzioni” un po’ violente dei bambini (che vengono sgridati da Vale…). Per entrare in chiesa occorre pagare il biglietto di ingresso (15 p/p) da acquistare nel vicino ufficio del turismo; all’interno (dove è assolutamente proibito fare foto o filmati) è come ce la aspettavamo, anche se abbiamo la sfortuna di trovare il periodo di ristrutturazione.
All’ingresso troviamo una cerimonia con alcuni uomini che rivestono funzioni religiose che suonano e sono vestiti in modo particolare e portano in chiesa la statua del santo venerato, che per loro è anche più importante di Gesù; ci sono aghi di pino sparsi per terra, tante candeline e famiglie in ginocchio che pregano mentre bevono tequila e pepsi e, quindi, ruttano in continuazione… sapendo che per loro ruttare è un atto catartico. Tutte le statue dei santi (dai lineamenti un po’ grossolani) ed il crocifisso, sono bardate con teli ed abiti dai colori sgargianti.
All’uscita decidiamo di fare un po’ di shopping nelle bancarelle lungo le strade adiacenti che partono dalla piazza, ed acquistiamo una bella coperta dai colori tipici e una sciarpetta molto fighetta per Fra. Non fatevi scrupoli nel contrattare…Chi se li fa viene fregato ed è molto probabile che siate voi! Al rientro a San Cristobal visitiamo ancora il mercato e rientriamo in hotel.
Alle 19.30 usciamo per cercare un bel ristorantino dove cenare, ma non senza aver prima prenotato il trasferimento per il Guatemala. Francesco, altrimenti detto “Furio”, con la scientificità che lo contraddistingue mi obbliga a visitare e chiedere a tutte le agenzie di viaggio della città costi, tempi, mezzi etc etc del trasporto…Alla fine acquistiamo il transfer dall’agenzia Tierra Maya per 270 p/p.
Nel frattempo è iniziata la solita pioggia del tardo pomeriggio e decidiamo di approfittare dell’hora feliz per fare l’aperitivo in un pub, con gli sgabelli al bancone a forma di sella, che pubblicizzava l’happy hour; peccato che la scelta era solo tra la birra o la tequila della casa, ma non ci perdiamo d’animo e così abbiamo preso due tequile e due cerveza e ce le siamo fatte miscelare con il metodo del bicchierino rovesciato. Per cena andiamo al Gato Gordo, consigliato dalla Lp, che ha recentemente cambiato indirizzo e prendiamo una bisteca con patatine ed un piatto di straccetti di manzo con cipolle peperoni e formaggio, ed una “corona Familiare”. La cena è ottima e abbondante ma, non avendo saziato il nostro appettito, acquistiamo alla vicina panaderia 5 pandulci che avevamo già adocchiato prima della cena. Tre li mangiamo subito e due li conserviamo per il desayuno dell’indomani. VENERDI’ 26/05/06 Sveglia alle 6.20 perché in teoria alle 7 dovrebbe passare il pulmino per il Guatemala. Sono un po’ smossa di stomaco e il viaggio si preannuncia profumato…
La partenza era prevista alle 7 e invece ci muoviamo solo verso le 7.30 ma, poco male, siamo in vacanza e non abbiamo fretta…Ma l’arrivo era previsto per le 14.30/15.00 e invece sono le 16.00 e siamo ancora in alto mare…Come dire “giornata persa in viaggio”!!! La strada, contrariamente alle aspettative, è tutta asfaltata di nuovo; la procedura per attraversare la frontiera è veramente folcloristica: improvvisamente i lati della strada si animano di bancarelle che vendono principalmente cineserie e dopo qualche centinaio di metri arriviamo alla “tranquilla” frontiera del Mexico, dove si scende dal pulmino e con una certa calma si sbrigano le pratiche di uscita dal Mexico. Risaliti sul pulmino si percorrono altri 4 Km, lungo i quali le bancarelle aumentano, e si arriva alla rinomata frontiera di La Messila con il GUATEMALA. Più che un confine sembra un campo rom, così com’è tutto circondato dal mercato da persone indaffarate che vanno avanti e indientro. La frontiera non si attraversa in auto ed occorre percorrerla a piedi per cui, zaino in spalla, scendiamo e cambiamo mezzo. Con tutto il via vai di gente che passava mi sembrava assurdo che a noi controllassero minuziosamente il passaporto, comunque non ci lamentiamo perché non hanno neanche provato a chiederci la “morbilla”.
Dall’altra parte ci aspetta un pulmino che con noi è al supercompleto, ed ha già una gomma a terra; i posti a sedere sono obbligati, e Franci finisce accanto ad un rasta stile “Franchino di fantozzi” che puzza da morire; per fortuna il boss dice che ci si può sedere a fianco dell’impassibile “coche”, e, senza farcelo ripetere, ci spostiamo subito. Nel tragitto, oltre al paesaggio, ci colpisce il gran numero di cani randagi (lungo la strada ne abbiamo macabramente contati già sette morti) e l’immondizia.
La frontiera segna un cambiamento quasi immediato di volti e paesaggi: il Guatemala ha pendii più aspri, che proseguendo si addolciranno, ed in alcuni momenti si aprono degli squarci di paesaggi molto suggestivi.
Alle 17.00 finalmente arriviamo a PANAJACHEL, dopo aver attraversato il paese di Sololà lungo una ripidissima stradina; arrivando, la vista dall’alto del paese è molto suggestiva, con i tre vulcani ed il lago di Atitlan coperto dalla nebbiolina, peccato solo per quegli ecomostri di hotel a grattacielo che rovinano il paesaggio.
Il Pulmino ci lascia in Calle Santander, praticamente l’unica via della città, dove lasciamo i bagagli in agenzia e ci mettiamo alla ricerca dell’hotel, naturalmente sotto l’immancabile pioggerellina serale.
Ne vediamo diversi ed alla fine optiamo per “Mario’s Rooms”, quasi in fronte all’agenzia, che per 100 quetzal/notte (9 euro) offre stanze molto carine che si affacciano su un grazioso cortile interno, dove talvolta svolazza un colibrì. Dopo una rapida doccia usciamo smaniosi a cercare un ristorantino per la cena e ci dirigiamo verso la zona del lungo lago; i posti sono incantevoli ed i prezzi uguali dappertutto, per cui optiamo per quello in cui il cameriere ci era risultato più simpatico.
Ci accomodiamo al secondo “piso” per godere di una bella vista sul lago, ed in men che non si dica facciamo fuori tre “menù del dia” (pesce, pollo e chuleta) e 3 birre “Gallo”, la birra nazionale Guatemalteca, il tutto per 160 q. (14 euro) Tornando al nostro hotel ci accorgiamo che Calle Santander offre numerosi ristoranti pìu economici, ed in bassa stagione più animati, dove il menù del dia costa anche 20Q anziché 30Q. SABATO 27/05/06 Sveglia alle 7.30 e immediata ricerca del posto per fare il desayuno; ci ispira un posto a conduzione familiare (con cameriere adolescente e, dietro il bancone, un neonato, fratello del cameriere, in una grossa bacinella) che si rivela una ciofeca.
Decidiamo di visitare i paesi che si affacciano sul lago senza avvalerci dei tour che propongono le diverse agenzie del posto, così ci dirigiamo verso la riva del lago per cercare di acquistare i trasbordi in barca.
È un a splendida giornata e il lago è davvero suggestivo per cui indugiamo a scattare qualche foto veramente da “catalogo”.
Cerchiamo di strappare il miglior prezzo per la traversata ma scopriremo presto che, in realtà, essendo bassa stagione, partono poche barche e la “lobby” dei barcaioli si è accordata sulle tariffe quindi, dopo qualche vago tentativo di ottenere uno sconto, acquistiamo il biglietto (20 q/p)per raggiungere SANTIAGO di ATITLAN, il paese più rinomato del lago.
La traversata, di circa mezz’ora è molto suggestiva, ed arrivati a Santiago è un’esplosione di bancarelle dove c’è di tutto, e di tutto molto!!! La strada che dal lago conduce al paese è un rettilineo in salita e, guardandosi indietro, si può godere di una vista privilegiata di quel lago magico dove, secondo i Maya, ebbe inizio il mondo.
Andiamo a visitare la chiesa principale dove abbiamo la fortuna di assistere ad un evento particolare; inizialmente notiamo addobbi fatti di veli bianchi di pizzo appesi e tanti palloncini bianchi con scritto “nuestra boda”. Inoltre c’è un certo fervore di gente nei pressi della chiesa e le donne si ornano il capo arrotolando innumerevoli volte una fettuccia che crea una larga tesa di cappello. In effetti abbiamo avuto la fortuna di capitare in un giorno di matrimonio ma, poco dopo l’ingresso degli sposi e l’inizio dei primi canti, abbandoniamo il luogo per non interferire con la sacralità del rito. Una volta fuori, come ampiamente previsto dalla LP, diversi bimbi ci propongono di seguirli per visitare il Maximum, idolo del paese che si può visitare per pochi spiccioli, ma decliniamo l’invito…In realtà vorremmo trovarlo da soli ma…Non ce la facciamo! Comunque finiamo col visitare il piccolissimo mercato del paese dove con difficoltà ci infiliamo tra le fila delle bancarelle immersi in una moltitudine di odori, colori, frutti, fiori e qualità e, anche qua, siamo un po’ imbarazzati perché ci sentiamo degli intrusi nella quotidianità delle donne di Atitlan! Il paese è un cantiere, stanno asfaltando le strade, ricavando botteguccie, costruendo hotel e sta diventando sempre più turistico.
Dopo circa un paio d’ore di saliscendi per le vie del paesino ci dirigiamo verso il porticciolo, ma non prima di aver acquistato qualche souvenir nelle botteghe del posto. In particolare, qui si trovano i tipici animali puzzle intarsiati nel legno. Sono veri gioielli di artigianato e qui si trovano a prezzi veramente convenienti…Non esitate a trattare ma non fateveli scappare non li troverete in nessun altro posto di così pregiati e a prezzi così convenienti! Al porto, dopo una mezza pantomima per contrattare sul prezzo, acquistiamo la traversata in lancia per SAN PEDRO a 15 q/p.
Il paese è molto meno turistico e per questo più intatto nel suo folclore, e noi lo apprezziamo di più. C’è una bellissima giornata e decidiamo di immergergi nell’atmosfera, un pò fuori dal tempo, del posto. Anche qui, dall’imbarcadero, per raggiungere il paese, c’è da affrontare una salita ripidissima.
Del posto colpisce, oltre alla cordialità della gente che saluta tutti, la moltitudine di giovani hippy e bohemienne che animano il luogo. La gita è stata piacevole e insaporita da un bel sacchetto di frutta e un jugo de platano di 6 bananite.
Quando decidiamo di ripartire sbagliamo imbarcadero, per andare a quello giusto, siamo costretti a arrampicarci nuovamente sino al paese e ci avventuriamo lungo le più improbabili scorciatoie.
(N.B.: diversamente da Santiago qui c’è un imbarcadero dedicato a ogni differente destinazione).
Si stanno facendo quasi le 16 e, come ci avevano avvisato, il tempo sta diventando brutto…Sta arrivando la solita perturbazione del tardo pomeriggio. Il primo ed unico passaggio disponibile è su una piccola e disastrata lancia. Partiamo e, dopo poco, il lago inizia a incresparsi con onde che si infrangono paurosamente sulla nostra carretta del lago…Sembra un viaggio della speranza sia per la lentezze dello spostamento sia perché continuano ad arrivarci schizzi freddi addosso.
Finalmente arriviamo a Pana e, prima di cena, passiamo dall’agenzia a prenotare il transfer che ci porterà prima a Chichicastenengo, per visitare il rinomato mercato domenicale, e nel pomeriggio a Guatemala City, via Antigua, per poi prendere il bus notturno per Flores (405 q/p – 36 euro).
In verità la decisione di proseguire il nostro tour attraverso il Guatemala di notte in pullman è stata molto sofferta sia per la normale “pericolosità” del paese, sia per gli ultimi sviluppi constatati sul posto. Infatti la sera prima, rubando delle notizie dalla televisione, avevamo captato qualcosa di “particolare”…E puntualmente la mattina sui quotidiani nazionali era riportato il titolo a caratteri cubitali: “MATATO EL GOVERNADOR DE SOLOLÀ” che, senza bisogno di conoscere perfettamente lo spagnolo, si intuiva che non era una notizia rassicurante, anche alla luce della evidente maggior presenza di polizia per le strade. Tuttavia, dopo vani tentativi di contattare l’ambasciata (per avere qualche rassicurazione) ed iscriverci al sito “dovesiamonelmondo” della Farnesina, acquistiamo comunque i transfer in agenzia dove strappiamo il prezzo concordato con il preventivo del giorno prima, ma con il bus di Gran Lusso anziché di 1°. I due poveri impiegati facevano e rifacevano i conti perché non riuscivano a farli quadrare… E noi che facevamo gli indifferenti… Prima di rientare in albergo prendiamo due Gallo e un pollo fritto con papas dalle bancarelle per strada, per fare l’aperitivo in camera dove ci rilassiamo un paio d’ore. Verso le 19.15 decidiamo di andare a salutare il lago approfittando del bel tramonto, ma quando arriviamo sul posto ci accorgiamo della scarsa originalità dell’idea…Il lungo lago è affollato, anche con tanto di venditori di noccioline, ed inoltre il tramonto è un po’ scarso a causa delle nuvole. Scattiamo qualche foto, ed un momento molto suggestivo è quello in cui si accendono simultaneamente le luci di tutti i paesini che costeggiano il lago…Fantastico! Andiamo a cena, questa sera nella movimentata Calle Santander al ristorante Orale dove per 150 q/p (13 euro) ceniamo eccellentemente con un “burritos de res” (bue) e un combinato di carne. Per tutta la cena un anziano appostato fuori dal locale ci guarda sorridendoci simpaticamente ogni qual volta incrociamo il suo sguardo e alla fine, sottraendo la mancia ai camerieri, non possiamo fare a meno di regalargli qualche spicciolo. Decidiamo di fare due passi prima di andare a nanna e Vale prende in “pasticceria” un bel pezzone di torta con panna e cannella, che Frà non si degna neppure di assaggiare.
Continuando la passeggiata scopriamo che, oltre alla nostra zona, ce n’è un’altra solo di disco e pub, frequentatissimi da ragazzi, molti anche del posto, ed essendo sabato c’è in giro molta animazione.
Ore 22…Buenas noche! DOMENICA 28/05/06 Sveglia alle 7.30. Finiamo gli zaini e ci fiondiamo da Mario dove tutti contenti ordiniamo una ricca colazione. Peccato che, con i piatti arriva anche il pulmino dell’agenzia puntuale alle 8! Facciamo due fettine burro e marmellata al volo, tracanniamo il succo, prendiamo la banana e io tento pure di bere il caffè ustionante e si parte per Chichi.
Sulle strada che si arrampica verso Sololà l’autista ci concede un ultimo saluto al lago con alcune belle foto scattate dal Mirador.
Il nostro pulmino è veramente scarso, ci superano pure i bus di linea, e finalmente capiamo che quando in agenzia si vantano di avere mezzi mercedes non stiamo assistendo ad episodi di macismo ma ci stanno dando indicazioni sull’efficienza del trasferimento… Alle 9.30 siamo a CHICHICASTENENGO, c’è un gran casino e ci addentriamo subito nei dedali del mercato. Incontriamo subito la chiesa principale, con le scalinate invase da donne che, avvolte da incensi, vendono fiori e petali; stiamo per entrare in chiesa quando vediamo persone che scappano dentro tappandosi le orecchie e decidiamo in un lampo di imitarle: sul sagrato stanno facendo esplodere un petardone artigianale.
In chiesa, come in altre, c’è un’atmosfera di ritualità maya mista a riti cattolici con le immancabili numerose candeline. Visitiamo anche la chiesetta di fronte e decidiamo di raggiungere la pascal abbay dove ci hanno detto si stia svolgendo un rito maya.
Seguendo le indicazioni della LP troviamo la strada, che consiste in un quarto d’ora di cammino per un sentiero di montagna e alla fine troviamo un gruppo di persone, avvolte nell’incenso, che pregano un loro idolo (‘na pietra…!!!). C’è un vecchietto che con un bastone gira intorno all’idolo che, ci dicono, rappresenti la madre terra, pronunciando strane parole tra le quali riconosciamo il nome di Chac-mool, il dio della pioggia idolatrato dai maya già 500 anni fa.
L’idolo non è altro che un pezzo di pietra scura (si dice proveniente dall’isola di pasqua), forse un tempo raffigurante qualcosa, e l’abbazia è una piattaforma circondata da pietre e immondizia dove i maya offrono pepsi e tequila attirando una gran moltitudine di vespe. Tornati al mercato facciamo qualche acquisto (eravamo molto tentati di comprarci per circa 20 € una cochinita -maialino da latte- nella zona destinata al commercio degli animali da cortile) e andiamo a pranzo nelle bancarelle frequentate solo da indios; per 20 q prendiamo un ricco piatto di pollo fritto accompagnato da riso, papas fritte, verdure bollite e tacos ed una merinda (aranciata locale). Finiamo gli acquisti e dopo diversi tentativi di contrattazione acquistiamo t-shirt per Frà (30 q), 3 animaletti box puzzle (120 q) 2 bamboline porta fortuna (10 q) e 2 porta chiavi (15 q).
Tornati al bus si parte per Antigua cambiando pulmino (sono circa le 15), e ho il tempo di litigare con il coche perché mi lamentavo del fatto che ci stavano stipando come sardine, ricevendo per tutta risposta che avrei potuto comprare un trasferimento privato.
Dopo 5 minuti di tragitto mi accorgo che abbiamo dimenticato le felpe che, molto intelligentemente, avevamo lasciato sul pulmino con cui eravamo arrivati.
Ad Antigua altro cambio di pulmino ma, contrariamente ai programmi che prevedevano un paio d’ore di sosta, ci consigliano di partire subito per Guatemala City per evitare di trovare traffico (o forse per sbolognarci prima). Comunque accettiamo il consiglio considerando anche che, nel frattempo, è arrivata l’immancabile pioggerella pomeridiana.
Dopo 45 minuti circa arriviamo a Guatemala City. L’impatto è traumatico… si nota lo stato di insicurezza generale, c’è un gran traffico, la città è squallida e circondata da baraccopoli, una gran quantità di pattuglie dell’esercito e guardie giurate armate ovunque (anche davanti ai fast food).
Prima di arrivare alla stazione dell’ADN accompagniamo un signore che era in pulmino con noi; quando scende per suonare alla casa dov’era diretto, la porta è sbarrata anche con un cancello di ferro e l’autista non riparte fino a quando non si assicura che sia entrato e abbia chiuso la porta alle sue spalle; dopodichè provvede a chiudere accuratamente tutte le portiere del veicolo: dopo questo simpatico siparietto realizziamo ancora meglio l’aria di pericolo che si respira in città. Tanto per non farci mancare nulla, la stazione ADN è una stanzetta sorvegliata da una guardia armata con fucile a pompa ed il punto di ristoro nella sala di attesa è trincerato dietro l’immancabile cancellata di ferro.
Il nostro pulman a due pieni è parcheggiato nel cortile e sembra veramente moderno, confortevole e all’altezza dei commenti entusiasti di chi ce lo ha proposto, tuttavia Frà dice che sul parabrezza ci sono strani fori che sembrano “segni di un conflitto a fuoco”… Di fronte alla stazione c’è un posticino tranquillo tranquillo dove si sta svolgendo uno spettacolo di lotta libera e dal quale esce un gran baccano di urla e grida. A fianco c’è il ristorante di un hotel mucho mucho triste ma che sembra l’unico posto nel quale potremmo cenare visto che si trova nel raggio visivo della guardia armata. Alla fine, dopo aver provato a fare un giro nei paraggi (cambiando subito idea dopo qualche metro, vedendo l’aria poco rassicurante della gente che ci squadrava) comunque decidiamo di restare barricati nella stazione e optiamo per tre panini (praticamente al ketchup).
Alle 22.00 si parte, ma prima la signora ci comunica che i nostri posti non risultavano prenotati e così ce ne riserva altri due. Il bus è una vera sciccheria, le poltrone sono comodissime, quasi totalmente reclinabili e con appoggio per le gambe, c’è l’hostess che distribuisce cuscini, coperte, panini, una pepsi e, su richiesta, abbassa musica, aria condizionata, etc… Attraversare Guatemala City di notte è impressionante, sembra una città fantasma, con strade deserte illuminate a stento dalla luce dei lampioni color giallino…Così chiudiamo la tendina e…Buenas noche!
LUNEDÌ 29/05/2006 Il viaggio è tranquillo ma c’è un momento di panico verso le 4 quando, nel pieno del sonno, sentiamo il bus che si ferma, si accendono le luci e sentiamo qualcuno che sale per le scale…È una signora in divisa che ci invita a uscire…Siamo titubanti e, per scendere, aspettiamo che vadano avanti altre persone. Fuori l’aria è umida e calda…Scopriamo che stiamo entrando nella regione di Peten e si tratta di un posto di controllo finalizzati ad evitare l’ingresso “abusivo” di frutta e vegetali, per cercare di preservare l’aria dalla mosca bianca del Mediterraneo; devono essere proprio terrorizzati, perché oltre a ispezionare il bus controllano anche le nostre borse… Il viaggio riprende tranquillo e alle 5.40 siamo a FLORES, in anticipo di 20 minuti!!! Il bus ci scarica di fronte ad un agenzia di viaggi e comunque in una zona dove ci sono diversi ragazzi che ci aspettano e propongono hotel, escursioni a Tikal, trasferimenti a Chetumal etc etc…
Ci servirebbe tutto, ma siamo un po’ frastornati e rimandiamo al pomeriggio gli acquisti accettando, tuttavia, il consiglio per l’albergo.
Ci sistemiamo al vicino Petenchel dove, per 80 q/n (7 euro), abbiamo una stanza spaziosa e pulita. Vista l’ora, non possiamo fare a meno di andare a goderci l’alba sul lago…Suggestiva e molto affascinante; dopo torniamo in camera, facciamo subito una doccia ristoratrice e io schiaccio un piccolo pisolino… Francesco effettua il giro di perlustrazione in paese, ed individua un baretto interessante dove fare colazione: si tratta del cafè “La Isla”, localino familiare in una strada secondaria (guardando l’hotel Petenchel è nel primo vicolo a destra), dove per 50 q (4 euro) mangiamo ottimo e abbondante con un desajuno chapin (uovo, formaggio, crema di fagioli neri, platanos fritti e tortilla + una ciotolona con yogurth e cereali + il miglior liquido di frutta mista di tutta la vacanza e caffè americano). A piedi ci avviamo verso Sant’Elena e visitiamo il mercato; anche qui ci sono tante pattuglie armate ma abbiamo una minor sensazione di pericolo. Verso mezzogiorno il caldo inizia ad essere opprimente, così per tornare a Flores prendiamo l’ape-taxi (5 q), chiedendogli di portarci ad una playa…Il taxista ci lascia in riva al lago, in un posto che di playa non ha proprio nulla, così decidiamo di fare un giro sul lago servendoci della lance (piccole bagnarole di legno molto lente). Dopo diverse contrattazioni, accettiamo la proposta di Luis, un simpatico diciassettenne, che per 70q ci accompagna, aspettandoci per due ore e mezzo, ad una playa sul lago. La spiaggia è veramente incantevole, deserta ed animata solo da uccelli, tra cui un simpatico picchio. Appena arrivati, mentre stiamo pagando per il mantenimento del luogo 5 q ad un vecchietto che taglia meticolosamente l’erba con il macete, arriva un cavallo al galoppo; dopo poco lo raggiungono altri due cavalli, con il padrone, che vanno a rinfrescarsi nel lago… Facciamo anche il bagno, l’acqua è “calda” e pulita, ma il lago con le sue pietre viscide ci fa un po senso. Ora siamo sdraiati sotto un albero a rilassaci all’ombra. Alle 14.30 rientriamo a Flores: doccia, relax e poi usciamo per fare il giro dell’agenzie per comprare l’escursione a Tikal ed il transfer per Chetumal. E’ incredibile, i commercianti qui praticamente fanno cartello, ed i prezzi sono pressoché imposti. Girando un po’, però, troviamo un internet point che fa anche da agenzia (Equinozio); il proprietario è abbastanza eccentrico, e riusciamo a trattare i due voucher per 210 q/p (19 euro), anziché 250 come nelle altre agenzie che, peraltro, vendono tutti lo stesso prodotto della principale agenzia San Juan!!! Passeggiando vediamo un locale ideale per godersi il tramonto sul lago con un bel happy hour: è il Sunset Maya, dove per 40q sorseggiamo una Gallo da litro più due birre Ice, godendoci un tramonto maldiviano! Per cena cerchiamo il ristorante consigliatoci da Luis (il capitano della lancia) nella piazza principale: si chiama Mirador ed è il primo attaccato al campo di basket. E’ molto spartano, frequentato esclusivamente da indigeni, ma il cibo è ottimo, di buona qualità e muy economico. I tempi di attesa sono un po’ lunghi, ma ne vale la pena perché è tutto cucinato sul momento. Ceniamo con pesce del lago alla piastra, pollo encheppolado, super macedonia e gallo da Litro, per soli 120 q (10 euro) mancia compresa!!! Finita la cena, sazi ed ebri, andiamo a dormire perché domani la sveglia suona alle 4.40 per andare a Tikal…!!! MARTEDI’ 30/05/06 Il risveglio non è dei migliori…Delle piccole bastarde formichine si sono intrufolate nel sacchetto dei pandolci acquistate la sera prima (peraltro a caro prezzo!). Alle 5 siamo già per strada davanti all’hotel ad attendere il bus e siccome vicino c’è un bar aperto x la colazione, prendiamo due liquados (squisiti…) che sul più bello dobbiamo ingurgitare perché è arrivato puntuale il pulmino (vi sarete accorti che non è la prima volta…).
Alle 6.15 siamo davanti all’ingresso del sito di TIKAL, ma con nostra sorpresa, e rammarico, ci accorgiamo che sull’orario d’ingresso sono fiscalissimi…Infatti prima delle 7 non si entra (in sostanza avremmo potuto prendere anche il pulmino delle 6!!!).
Così stiamo ¾ d’ora ad aspettare l’apertura e visto che ormai è saltato la possibilità di godere l’alba dentro il parco, optiamo per fare un’energetica colazione a base di uova in un ristorante all’ingresso (peraltro stranamente non caro!).
Alle 8 finalmente entriamo, la giornata è un po’ nuvolosa e questo è buono, visto che ci hanno detto che il sito è già abbastanza faticoso da visitare di suo. Subito ci dirigiamo, attraverso una stradina di 500 mt circa, verso la Plaza Grande…È veramente imponente ed emozionante!!! Visitiamo il sito in lungo e in largo salendo ovunque sia possibile, e spesso ci fermiamo ad ammirare estasiati, dalla cima di qualche piramide, lo spettacoloso scenario; verso metà mattina il tempo per fortuna (o sfortuna) diventa stupendo, così, prima di scalare le piramidi aspettiamo i rari momenti d’ombra! Quello che personalmente mi ha colpito di più è uno dei templi vicino al “muendo perdido”, dove ho scoperto di soffrire di vertigini…Infatti, la scalinata del tempio è ripidissima, ma quella in legno che hanno costruito vicino per salire forse è ancora peggio…Ed è anche instabile; inoltre, un’allegra scolaresca in gita di scalmanati ragazzini aumenta il panico per la discesa.
Dopo 8 ore, esausti e accaldati, usciamo entusiasti della visita (non prima di esserci goduti un pisolino, sdraiati all’ombra delle piramidi nella plaza grande) e facciamo il percorso verso l’uscita di corsa, per riuscire a prendere, al volo, il pulmino delle 16 per il rientro. Dopo un’oretta siamo di ritorno a Flores: doccia, relax e quindi in giro per cercare di fare gli ultimi acquisti di souvenir in Guatemala. Anche se i prezzi sono più alti (rispetto a Chichi, Pana, etc..), sappiate che comunque sono molto pìu carini, ed economici, di quelli della riviera maya; quindi se avete intenzione di caricarvi di regalie, non rimandate gli acquisti allo Yucatan. Inoltre, se avete la pazienza di girare diversi negozi, troverete sicuramente qualche commerciante più disposto a contrattare buoni sconti.
Anche stasera decidiamo di goderci il tramonto su lago Peten; così andiamo in un altro localino con terrazza vicino a quello della sera precedente. Alle 20 si fa sentire la fame, e non abbiamo alcun dubbio nel tornare al ristorante El Mirador del lago, dove per 110 q (10 euro) scofaniamo – 1 queso e hamburghesa con papas fria – 1 burritos al pollo e 1 alla carne (molto più buoni di quelli sinora mangiati, e quello alla carne è migliore) – 1 pollo en crema con arroz e frijoi – 1 piattone di frutta dolcissima – 1 liquado alla papaia – e naturalmente una gallo da litro!!! Il MIRADOR è il ristorante migliore (e più economico) di tutto il viaggio, dove si respira aria locale e grande cordialità…Imperdibile! Pieni come otri si va a nanna…Domani si ritorna in Mexico! MERCOLEDI’ 31/05/06 Ore 4.15 sveglia!!! Abbiamo anticipato di ¼ d’ora la sveglia, per cercare questa volta di goderci con calma la colazione. Verso le 5 vediamo arrivare in lontananza un pulmino pieno di luci, di quelli stile americani anni 70’, e commentiamo sperando che non sia il nostro…Speranza subito persa quando lo vediamo fermarsi davanti al bar e dopo poco, il solito autista panzone e trasandato si affaccia urlando “Chetumal”!!! Così ci facciamo il segno della croce e saliamo; siamo in pochi sul bus, così belli contenti ci sediamo nei primi posti dietro l’autista credendo, erroneamente, che fossero i migliori; inizia il viaggio e l’autista, oltre a spalancare il finestrino, attacca la musica al massimo (con le solite trombettine mexicane) per coprire il frastuono del motore situato proprio sotto i nostri piedi!! Per fortuna che c’è posto così, senza pensarci troppo, ci spostiamo più indietro! Soprattutto all’inizio sembra una via crucis, infatti appena c’è qualcuno per strada l’autista si ferma per caricare chicchessia…Inoltre, dell’aria condizionata e del pulmino moderno che ci avevano venduto neppure l’ombra…Ma il folclore è tanto che si accetta tutto di buon grado (anche perché non ci sarebbe altra soluzione).
Poco prima della frontiera col Belize (dopo circa 1 ora e ½ di viaggio) veniamo svegliati un po’ dalle pessime condizioni della strada ed un po’ perché è salito un tizio che, borbottando uno strano inglese/spagnolo, maneggia un rotolo di banconote e si avvicina a tutti… Alla fine capiamo che si trattava di un cambia valuta che, anche sfruttando la scusa che in frontiera si sarebbe dovuto pagare il visto per il Belize, cercava di fare i suoi affari. Alla dogana c’è la solita procedura di passaggio a piedi della frontiera, e negli uffici di uscita dal Guatemala hanno cercato di spillarci la famosa “morbilla”, che i doganieri cercano di avere dai turisti in transito per arrotondare lo stipendio… in realtà non è tanto per l’importo (un paio d’euro al max), ma noi eravamo arrivati in frontiera senza Quetzal e solo con dollari di taglio grande, così abbiamo messo in campo i consigli di viaggio ed abbiamo chiesto la “recibo”…Dopo insistenze loro, e nostre, alla fine abbiamo vinto e ci hanno lasciato passare! Il viaggio è proseguito fino a Belize City dove si fa una breve pausa alla stazione dei traghetti per i bisogni fisiologici (cercate di avere qualche spicciolo per il bagno) e per caricare altri turisti diretti verso il Mexico.
Il passaggio anche solo in pulman del BELIZE è comunque molto interessante… si ha modo di ammirare il clima molto piu British (per le case con giardinetto) e Jamaicano (per la gente), ed il mare caraibico sembra veramente molto bello…!!! Verso le 13.30 arriviamo alla frontiera del Belize/Mexico, e qui in effetti è previsto il pagamento di un visto di 15 $ americani cadauno (è possibile pagare in dollari americani o Beliziani…Ma occhio al cambio). Noi abbiamo solo 40 $ USA e la funzionaria ci restituisce il resto di 10 $ beliziani…La cosa ci sembra strana, anche perché avevamo adocchiato cartelli che avvisavano che il cambio era di 2 $ beliziani a 1…Infatti la conferma l’abbiamo quando apriamo la ricevuta (che la doganiera ci aveva data sapientemente piegata) dove viene indicato chiaramente il cambio, alchè la funzionaria non si è potuta esimere dal restituirci il “maltolto” a seguito delle nostre proteste.
Anche qui, come alla frontiera Guate/Belize, c’è la solita trafila per cui il confine si deve attraversare a piedi e zaino in spalla, comunque ormai siamo esperti e, dopo l’ennesimo visto sul passaporto, siamo di nuovo in MEXICO. Alle 14.05 siamo alla stazione ADO di CHETUMAL dove circa ogni ora parte il bus per Playa; il primo è alle 14.30, così facciamo i biglietti, compriamo qualche tacos alle bancarelle di fronte e si parte verso la riviera Maya… Alle 19.00 siamo a PLAYA DEL CARMEN e zaino in spalla ci mettiamo alla ricerca dell’hotel.
L’atmosfera è tutt’altra rispetto al Chiapas o al Guatemala, ed anche i prezzi sono completamente diversi…Il primo in cui chiediamo vuole 650 P che ci sembrano un’enormità…! Dopo diversi tentativi troviamo “Los Dos Ermanos”, all’incrocio tra la 4° e la 30° strada, che per 200 P (15 euro) offre una stanza dignitosa ma un po’ deprimente. Cmq è tardi, siamo stanchi, per questa notte va bene così… doccia e subito fuori per cena! Nel frattempo decidiamo di cercare per il giorno dopo qualche albergo un pò più “lussuoso”…Anche perché sono gli ultimi giorni di vacanza e possiamo “sforare il budget”…Così chiediamo al Barrio Latino (consigliato da LP), che si rileverà un’ottima soluzione accordandoci per 350 P (25 euro).
Per cena ci fermiamo in un posto indigeno sulla 15° (è il terzo locale sulla destra, dall’angolo della 4°); prendiamo 2 birre e 2 comida corrida per 100 P (volendo, uscendo dalla 5 avenida, si può spendere poco anche a Playa)! Cerchiamo un bancomat per ritirare ma troviamo incredibili file ad ogni sportello …È giorno di paga e sono tutti a prendere soldi.
GIOVEDI’ 01/06/06 Sveglia con calma alle 8.00; facciamo i bagagli e ci trasferiamo al Barrio Latino. Ci dicono che prima delle 11 non si può prendere la camera, così parcheggiamo i bagagli nella hall ed andiamo a fare colazione di fronte a “La Casa del Tucan”. Si rivela un’ottima scelta, ed in particolare sono buonissime le uova fritte su un piatto di tortilla comprese nel “desayuno endevorsado”.
Prima di prendere la camera ne approfittiamo per andare a fare il primo bagno in Mexico…Il mare è veramente fantastico, peccato solo per gli immensi ed innumerevoli alberghi a ridosso della spiaggia.
Alle 11.00 puntuali ci sistemiamo in camera (la migliore di tutto il viaggio – anche perché lo standard degli altri lasciava molto a desiderare – con bagno mosaicato, amaca sul terrazzino …) ed usciamo di corsa per andare nuovamente a tuffarci nel mar del Caribe.
Stavolta però vogliamo trovare un po’ di tranquillità, cosi facciamo quasi ¾ d’ora di passeggiata verso sx, superando tutta la 5 avenida, e quando finiscono gli edifici in costruzione troviamo una vera spiaggia caraibica, semideserta, frequentata solo da qualche famigliola mexicana. Riusciamo a trovarci pure un po’ d’ombra sotto una delle poche palme e stiamo in relax assoluto qualche ora, tra bagni e sonnellini… Per cena usciamo presto perché vogliamo cenare alla tanto consigliata “Terraya”, che chiude categoricamente alle 21.00. Prima però facciamo due passi in cerca dell’hora felix, e veniamo richiamati dalla musica e dalla moltitudine di gente in spiaggia, proprio all’inizio della 5° avenida…Crediamo si tratti della solita festa per gringos, invece ci troviamo proprio in mezzo ad un ritrovo di mexicani, probabilmente alla fine della giornata di lavoro, che si scola birra “Modelo” in lattina (10 P) seduti sulla sabbia e ballando; senza pensarci troppo ci uniamo anche se siamo gli unici, o quasi, stranieri… Dopo poco ci dirigiamo, via spiaggia, alla vicina “Terraya”: è un vecchio e semplice ristorante di Playa, anche con tavolini direttamente sulla sabbia, dove spendendo poco si mangia dell’ottimo pesce fresco…Noi abbiamo preso cheviche mixto, polpo alla mexicana e gamberoni in salsa di aglio e due corona per 225 P (17 euro!)…Tutto buonissimo!!! Usciamo dal ristorante che è ancora presto e, tanto per cambiare, abbiamo voglia di qualcosa di dolce…Facciamo due passi in cerca di un buon dessert; a metà della 4°avenida c’è un negozio che espone una simpatica scimmietta…La vedo e non capisco più nulla; esce il tipo dal negozio, la mette in braccio e chiede se voglio fare una foto…CERTO, SI! Solo che la povera bestiola costa 50 p a foto e il tipo chiede 100P a Frà che, dopo un po’ di contrattazione, riesce a dargliene “solo” 25!!! Proseguiamo la passeggiata in direzione di una pasticceria sulla 15° dove acquistiamo una deliziosa, pesantissima e molto abbondante torta, tutta cioccolatosa (17 P).
Finalmente sazi e stanchi si va a dormire nella nostra nuova camera “lusso”…Buonanotte! VENERDI’ 02/06/06 La mattina sveglia alle 5 e ¼ per andare a vedere l’alba in spiaggia…Lo spettacolo è emozionante anche se il cielo è un po’ nuvoloso. Siamo così presi dall’emozione che trasmettono i colori all’orizzonte che non sentiamo neanche il sonno…Però verso le 7 la fame si fa sentire ed andiamo a fare colazione sempre alla Casa del Tucan. Prendiamo un desayuno “tucan verde” e una “mexicana”…C’è veramente di tutto: frutta, yogurt e cereali, varietà di formaggi, pane, burro e marmellata, uova con peperoni, riso, fagioli, ecc…Rientriamo in hotel per ultimare i bagagli e fare una doccia e poi…Si parte per Isla Muyeres!!! Ormai praticissimi degli spostamenti, andiamo al terminal ADO e prenotiamo il primo bus per Cancun (34 P – 2,5 euro): partono ogni 10 minuti e sono meglio della metropolitana.
In poco più di 1 ora siamo al terminal di Cancun, attraversiamo la strada e prendiamo un combi per Porto Juarez (5 P/p) dove al volo prendiamo subito il primo traghetto per ISLA MUJERES (35 P/p – partenza ogni 30 minuti, con 20 minuti di tragitto).
Appena arrivati cerchiamo l’Hotel Osorio in Av.Madera, consigliato in altri racconti, che per 200 P (15 euro) offre una stanza spaziosa, silenziosa e discretamente pulita. Dopo un breve giro di perlustrazione per il paese ci dirigiamo verso Playa Norte dove per 100 P affittiamo 2 lettini ed 1 ombrellone. Il mare e la spiaggia sono veramente incantevoli, l’acqua è cristallina e sembra veramente da pubblicità…La spiaggia sembra zucchero e davanti a noi un gruppo di pellicani pesca per tutto il pomeriggio ed è possibile avvicinarli in acqua! Peccato solo che poco dopo il cielo inizia ad annuvolarsi e cade qualche goccia, ma rimaniamo ugualmente a rilassarci in spiaggia fino a sera.
Per cena, facendoci guidare dall’ispirazione (perchè la tanto consigliata Lumida è chiusa per ristrutturazione) scegliamo un ristorantino semplice sulla spiaggia vicino agli imbarcadero; anche qui naturalmente il pesce è d’obbligo, e così prendiamo un ricco cheviche mixto e polpo alla plancia in salsa d’aglio con 3 “Sol” per 220 P (17 euro). Anche questa sera abbiamo voglia di provare qualche dolce invogliante, e prendiamo una “paletas” e “fresa (fragole) con crema” alla paleteria vicino al campo di basket, e poi a nanna. SABATO 03/06/06 Questa notte abbiamo sentito tuoni e lampi, così ci alziamo con calma quando smette di piovere e andiamo a fare colazione in un baretto vicino. Finalmente assaggiamo l’uovo “motulenò”… 2 uova fritte su tortilla, con prosciutto, queso, fagioli, pomodoro, piselli, salsa, etc… pesantissimo, ma buono!! Visto il tempo nuvoloso rinunciamo alla mattinata di mare ed anticipiamo il rientro a CANCUN ed alle 11 siamo già sul traghetto.
Dovendo essere in aeroporto per le 16.30, lasciamo gli zaini al deposito a pagamento presso il terminal ADO e prendiamo uno dei numerosissimi bus che portano verso la zona hotelera…L’impatto è traumatico; infatti se già Playa non ci era piaciuta perché troppo finta e turistica, qui sembra di essere a Disneyland…Tutto cemento: enormi alberghi di lusso, ogni genere di fast food, pub e boutique fatti proprio per i vacanzieri americani! Comunque, appena scesi davanti alla discoteca Coco Bongo non resistiamo alla tentazione di fare la foto con “The mask”, dopodichè andiamo in spiaggia a fare l’ultimo bagno ed a prendere l’ultimo sole. La spiaggia è bianchissima, il mare azzurro cristallino, ma appena si guarda alle spalle ci sono solo enormi hotel desolanti. Rientrati al terminal prendiamo due panini e un liquados nello stesso posto in cui, due settimane prima, prendemmo il nostro primo jugo all’inizio dei nostri giorni mexicani.
Per andare all’aereoporto, un taxista appostato fuori dal terminal ci convince ad andare con lui, offrendoci la corsa allo stesso prezzo dei biglietti del bus (35 p/p); prima di partire, però, visto che stava facendo merenda a base di pan dolci e pizza yucateca, ci consiglia l’acquisto da un furgoncino che stava facendo le consegne…Per 8 p prendiamo due pizze yucateche ed un pan dulce…Buonissime! Ora siamo in aeroporto, abbiamo pagato il visto d’uscita (275 pesos/persona oppure 25 $ Usa o 23 Euro) ed imbarcato i bagagli, e non ci resta che cercare il modo migliore per spendere gli ultimi 50 Pesos rimasti…Però in aeroporto, con i soldi di una comida corrida, a malapena riusciamo ad acquistare una tavoletta di cioccolato ed un pacchetto di caramelle! Si parte puntuali e si atterra a Malpensa senza problemi! E’ stato un viaggio fantastico…Due settimane in piena liberta, facendo circa 4.000 km attraversando una moltitudine di paesaggi, gente, colori, sapori… Complessivamente abbiamo speso circa 2.500 euro in due (di cui 1.500 per il volo e 500 a testa per due settimane di pernotti, pasti, trasporti e regalie…!!!).
Speriamo che il racconto posso servire ad altri che vorranno avventurarsi in un viaggio completamente fai da te, approfittando dei consigli che vi abbiamo evidenziato che sicuramente vi saranno utili come lo sono stati per noi quelli di chi ci ha preceduto… Se possibile saremo lieti di rispondere a chi voglia avere qualche suggerimento, avendo sempre il Mexico e il Guatemala nel cuore, anche se ormai il nostro pensiero vola verso il prossimo viaggio…
Ciao a tutti – Vale & Fra!