2 settimane tra Upolu e Savai’i

Premetto che qui ho riportato il nostro diario di viaggio delle 2 settimane passate in questo magnifico posto, esattamente come è stato scritto sul posto, Qundi ci scusiamo per eventueli errori d'ortografia. 16.06.2007 Il nostro viaggio è incominciato del terminal international dell'airport di Brisbane. Check-in in 5 minuti poi abbiamo riempito...
Scritto da: davidevismara
Partenza il: 16/06/2007
Ritorno il: 01/07/2007
Viaggiatori: in coppia
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Premetto che qui ho riportato il nostro diario di viaggio delle 2 settimane passate in questo magnifico posto, esattamente come è stato scritto sul posto, Qundi ci scusiamo per eventueli errori d’ortografia.

16.06.2007 Il nostro viaggio è incominciato del terminal international dell’airport di Brisbane. Check-in in 5 minuti poi abbiamo riempito un formulario d’uscita dall’Australia e aspettato un ora e mezza prima di passare la dogana e controllo bagagli in 15 minuti; poi 5 minuti a dare un occhiata ai profumi e via all’imbarco, prima però Maura ha incontrato un suo ex compagno di classe che stava tornando (to Taiwan for never come back to Australia). In 2 minuti siamo a bordo al “nostro” Boeing 737-800 della Pacific Blue posti 17E e 17F. Partenza in orario (10.20), il volo dovrebbe durare 2 ore e 36 minuti.

Condizioni meteo eccellenti. Niente cibo se si vuole si deve pagare e niente video se si vuole si può noleggiare un DVD player per 15 dollari, ma in cambio ci sono i sedili in pelle blu. Adesso saremo in volo da un oretta nuvole sparse sotto di noi e ogni tanto si balla un po’. Abbiamo già riempito una altra carta per la dogana, penso che non ci serve visto che siamo solo in transito ad Auckland. Siamo atterrati in orario in Nuova Zelanda bel tempo e 11 gradi ma noi non siamo usciti dall’aeroporto abbiamo solo dovuto far ricontrollare il bagaglio a mano e aspettare un oretta prima di poterci imbarcare di nuovo così abbiamo guardato un po’ di free shop che non so come fanno a vendere le cose dicendo che sono senza tasse quando costano uguale se non di più che nei negozi normali, per non parlare degli alimentari, cioccolata e biscotti. Comunque mi sono mangiato un wooper al Burger king. Poi ci siamo recati al gate 9 a riprendere lo stesso aereo che ci porterà ad Apia. Partenza in orario e per adesso volo tranquillo non sò dove siamo a questo momento esattamente ma qui a Samoa è venerdì mentre noi siamo partiti alle 16.45 di sabato pomeriggio dall’Australia.

15.06.2007 Atterraggio in orario 21.35 ora locale. L’aeroporto è piccolo, quindi siamo scesi da una scaletta direttamente fuori dalla porta d’entrata. Finalmente dopo avere patito il freddo per tutto il viaggio e nei vari aeroporti, qui si sta bene, la temperatura è tropicale e l’umidità è molto alta. Prima di fare la dogana abbiamo dovuto riempire i soliti fogli e abbiamo dovuto dichiarare la tenda perché se sporca di terra porta schifezze dai posti dove l’hai piantata. Dopo avere fatto il controllo passaporti dove abbiamo beccato un doganiere che non sapeva leggere il numero 1 alla europea (qui l’1 si scrive solo con una riga, cioè così l, se no lo scambiano per un 7) quindi pensava che stavamo qui 75 giorni al posto che 15, abbiamo ricuperato i grossi pesi, cioè i nostri sacchi e siamo usciti passando per il posto dove si dichiarano le cose superando tutti gli altri. Una volta fuori abbiamo prelevato un po’ di soldi (Tala) visto che non siamo riusciti a farci cambiare i franchi. Poi abbiamo preso un taxi per l’Airport Lodge. Ovviamente la riservazione via internet non aveva funzionato, ma fortunatamente c’era una camera libera, che però costava di più di quella che avevamo riservato e domani dobbiamo cambiare camera perché questa verrà occupata. Arrivati in stanza ci siamo fatti un caffè liofilizzato, poi abbiamo preparato i sacchi per domani e lavato i denti. Una volta a letto mentre stavo scrivendo il diario siamo stati attaccati da un insetto, una specie di maggiolino, che ha picchiato la testa in giro per tutta la stanza prima di schiantarsi sui nostri cuscini!!! Allora abbiamo spento la luce e abbiamo messo la testa sotto le coperte, l’insetto è ancora qua fuori che ronza e qui sotto fa caldo. Cmq adesso sono le 24.12 e tentiamo di dormire dopo avere letto qualche informazione riguardante questa nazione sulla Lonely Planet, la popolazione è di 177’000 abitanti, di cui nel 2005 42’000 sono emigrati in New Zealand perché qui la disoccupazione è altissima. Samoa è quasi completamente dipendente dalle altre nazioni che gli danno aiuti finanziari e costruiscono edifici e stanzieranno fondi per progetti umanitari ecc. . . (NZ, Australia, Cina, Singapore, ecc.) 16.06.2007 Stanotte ho dormito poco e male, verso le 4 o le 5 ho messo fuori la testa dalle coperte, Davide stava dormendo mezzo scoperto. Poi a un certo punto ha parlato dicendo: Oh my Good . . . E poi si è alzato un attimo e ha continuato dicendo . . . We didn’t pay the paper. . . Poi si è messo giù ha farfugliato qualcos’altro e ha continuato a dormire. Io mi sono svegliata alle 10 e Davide aveva già fatto un po’ di attività.

Ho fatto la doccia e poi abbiamo cambiato camera. Ora stiamo bevendo il caffè sulla nostra terrazza aspettando il taxi che ci porterà ad Apia. Ad un certo punto è arrivata la donna con barba della reception a chiederci se volevamo la cena, visto che non si capisce mai niente con i numeri quello che doveva costare 14 sarebbe costato 40 quindi anche il taxi invece di 16 come avevo capito io sarebbe costato 60 per andare e 60 per tornare. Appena abbiamo realizzato siamo andati a cancellare la cena e il taxi. Per la cena era ok ma il taxi non abbiamo potuto cancellarlo. Quindi l’abbiamo preso e gli ho detto che mi sembrava un po’ caro ma non siamo riusciti a farli cambiare idea. . . Una volta in città il taxista voleva che gli dicevamo a che ora tornavamo indietro, ma gli ho detto che non lo sapevo, se lo rivedevo bene, altrimenti meglio. Una volta in città abbiamo camminato un po’ tanto per non perdere l’abitudine. Abbiamo fatto un tragitto che c’era sulla Lonely Planet dove c’erano dei monumenti ma niente di speciale. Allora siamo tornati in centro per comprare pasta istantanea banane e latte normale e al cioccolato e dei biscotti per cena. Dopo questo siamo andati a cercare il bus che andava in direzione del nostro hotel, l’abbiamo trovato immediatamente e per sicurezza abbiamo chiesto all’autista dove andava, poi abbiamo pagato subito 5 Tala in 2 (taxi 60 Tala) non era proprio pieno ma non abbiamo trovato 2 posti vicini. Il bus è tipo anni 50 o peggio magari cose del genere non sono mai girate in Europa. Fatto stà che siamo partiti quasi subito ed il mio vicino a incominciato a chiedermi le solite cose (anni, nome, nome della sorella, figli, dove andavamo, ecc.) dopo 5 minuti di viaggio eravamo ancora al punto di partenza, ma non ci siamo preoccupati perché nella bibbia del viaggiatore c’è scritto che il bus gira in torno fino a quando non è pieno o l’autista è stufo di consumare benzina. Sono salite ancora un po’ di persone e si sedevano sulle ginocchia gli uni degli altri, il tipo alla mia sinistra dirigeva le operazioni di spostamento di sedile perché penso che i più anziani si siedono sul sedile e prendono sulle ginocchia i più giovani. Nel frattempo Maura era venuta a sedersi nel sedile davanti al mio (io ero sulla panchina in fondo). Ogni tanto ci fermavamo e saliva qualcuno, ad un certo punto ho dovuto prendere Maura sulle mie ginocchia. Dopo un oretta di viaggio e una fermata ad un supermercato ed avere risposto alle domande del vicino che non sa ancora adesso dove stavamo andando visto che beveva una birra dietro l’altra dicendoci che era acqua minerale, il bus si è fermato in un punto vicino al hotel quindi siamo scesi. Abbiamo camminato per un 10 minuti e abbiamo anche incontrato la barbuta dell’albergo che ci ha chiesto perché non siamo tornati in taxi. Gli ho detto semplicemente che era troppo caro. Poi ci siamo seduti in un prato a vedere il tramonto. Sono passati ancora 2 bus pieni di gente nel frattempo che il sole calava. Se non davamo retta alla barbuta che mi ha detto che al sabato pomeriggio non ci sono bus saremmo andati in città in bus già al mattino. Una volta in camera abbiamo deciso di chiedere alla reception se era possibile fare una telefonata e abbiamo chiamato l’albergo dove dovevamo andare il giorno dopo per controllare prima cosa se il booking aveva funzionato e per seconda se potevano venirci a prendere. Ci hanno detto che sarebbe costato più di 80 Tala così non abbiamo accettato e abbiamo chiesto a che ora era il bus navetta da Apia (2pm) e da dove partiva. Abbiamo pensato che era ok di prendere il bus e andare fino ad Apia e poi navetta, ma la capa del hotel ci ha detto che di domenica i bus non girano e l’unico bus che va ad Apia parte dalla stazione del ferry subito dopo che arriva il traghetto verso le 11. Visto che per andare fino al ferry sarà 1km e il mio sacco pesava sui 17kg abbiamo deciso di sacrificare un po’ di roba tra cui 5 kg di tenda più martello e un po’ di cartaccia. La tenda e qualche libro li abbiamo dati a quelli dell’albergo il resto era rubbish. Poi a letto.

17.06.2007 We woke up at 8.15 am, we packed us last stuff and around 9 we left the Airport Lodge. Davide and I were walking on the street toward the ferry station to catch a bus to Apia where at 2 o’clock there is a shuttle bus to the Virgin Cove, our next destination. While we were walking we met by chance the taxi driver who drove us to Apia yesterday. He asked us if we need a taxi, we accepte because the price was ok and our backpack were too heavy. So he drove us to the Virgin Cove, during the trip we spoke about Samoa, rugby, his children, our holiday and so on. The road are good but once we had to cross a smal river. Here in Samoa there are a lot of wild bird, chicken, dogs and pigs on the street. At about 11 we reached the hotel, the taxi driver wasn’t happy because the accomodation was further away that he had thought. We payed him and said good bye. The “room” in the hotel are typic Fales, opened wooden constuctions with two “bed”. There isn’t power in the fales and we have to share the toilet and the shower. Near the hotel there is a pond, so the mosqitos (tiger) were eating us!!! While Davide was exploring the new accommodation I was writing this diary. He came back with a slim beautiful cat. Purtroppo non avevamo niente da dare da mangiare al gatto. Così siamo andati sulla spiaggia, che è veramente bella, sabbia bianchissima e mare turchese come dicono di quasi ogni posto alle falde del Kilimangiaro. Abbiamo esplorato un poco i dintorni andando nelle spiaggette vicine passando facilmente degli specie di scogli vulcanici. Poi ci siamo piazzati sulla spiaggia del nostro albergo, mentre Davide faceva snorckelling io ho disegnato e letto un pezzetto di un libro che ho preso in prestito dall’albergo. Verso le 17.30 siamo andati a fare la doccia, che è costituita da un muro rotondo di sassi vulcanici e ovviamente da un bulbo dove esce l’acqua. La cosa migliore è il pavimento, che non c’è, cioè c’è la sabbia, almeno fa meno schifo delle piastrelle sporche e magari piene di funghi. Alla sera c’è la bassa marea e Davide passando vicino al mare ha sentito uno strano rumore, era un branco di pesci vicino alla spiaggia che veniva cacciato da un pesce più grosso e quando il grosso pesce attaccava metà branco saltava fuori dall’acqua e produceva un gran baccano, durante tutto sto trambusto un uccello ne approfittava prendendo qualche pesce al volo. Verso le 18.30 un samoiano passa ad accendere le lampada a olio, ce ne è una per ogni fale e altre per illuminare i sentieri. Per fortuna Howard a Natale ci ha regalato delle pile.

Un po’ prima delle 19 siamo andati dove servono la cena, Davide ha preso delle specie di bruschette come antipasto, poi per cena c’era pasta con carne, per tutti lo stesso menù!!! Nessuna possibilità di scelta.

Prima di partire da Brisbane abbiamo stampato una specie di diario trovato nel sito di “Turisti per caso” scritto da 2 Italiani, che hanno girato diversi posti qui a Samoa. Del Virgin Cove non parlavano bene, secondo loro i servizi igienici erano precari, per me sono passabili e fanno meno schifo di altri che ho già visto. Il cibo era scadente e poco, su quello un po’ gli do ragione, nel senso che non c’è scelta e che uno al mare si aspetta di mangiare pesce che mi sa che qui non vedremo mai, cmq non siamo qui per una gita gastronomica e a me la pasta è piaciuta. Hanno anche parzialmente ragione nel dire che le porzioni sono un po’ da morti di fame. Dopo cena siamo andati sulla spiaggia a vedere le stelle, sono bellissime perché non c’è praticamente nessun altra luce. Ero seduta sulla spiaggia concentrata sulle stelle quando mi ha camminato un granchio su un piede che quasi mi ha fatto venire un infarto!! Dopo un po’ siamo andati nella nostra fale, e dopo essere andati a lavare i denti abbiamo deciso di dormire tutti e due nello stesso “letto”. Il letto è un materasso di 5 cm messo per terra, cioè sul pavimento della fale coperto da una zanzariera. Verso le 21.30 abbiamo spento la luce a olio con qualche difficoltà e abbiamo dormito. Si potrebbero chiudere le protezioni della fale costituite da foglie di palma intrecciate, ma visto che non sappiamo se poi riusciamo a riaprirle le abbiamo lasciate aperte.

18.06.2007 Dormire su questi materassi non è poi scomodo, non siamo neanche stati divorati dagli insetti. Ci siamo svegliati verso le 8.30 e alle 9 siamo andati a fare colazione, che consisteva in un po’ di frutta, 5 fette di toast con burro, una specie di frittella vegetale e un brodo marrone con pezzetti di cocco contenuto in metà guscio di noce di cocco che è un specialità di queste parti. Finita la colazione abbiamo telefonato in tutte le prossime accommodation che abbiamo riservato a Samoa per non avere brutte sorprese. Tutti i nostri booking sono andati a buon fine, gli unici incompetenti sono stati quelli dell’Airport Lodge!!! Quindi abbiamo speso 10 SAT di telefono. Alle 10 c’era la dimostrazione di come si produce un piatto samoiano con le foglie della pianta di cocco. Abbiamo intrecciato il nostro piatto, ma non è venuto molto bene. . . Il Samoiano in 5min ha anche intrecciato un bel cestino, per noi troppo complicato. . . Poi visto che era di buon umore ha deciso di arrampicarsi su una palma da cocco per poi farci bere il succo, che era buono, spero solo che mi faccia lo stesso effetto di una purga. . . Dopo di che siamo andati in “camera” a preparare il nostro daily pack e siamo partiti alla volta di una spiaggia “vicina”, descritta da 2 Italiani di “Turisti per caso” come bellissima, fantastica ecc. . . Visto che c’era alta marea, camminare sulla spiaggia non era il massimo, e quasi subito abbiamo trovato un sentiero che passa dietro la spiaggia, siamo andati avanti un bel pezzo e dove era possibile camminavamo sulla spiaggia, anche se si faceva il doppio della fatica perché si sprofondava di quasi 10 cm. Dopo un po’ siamo arrivati in un mangrovieto, e poi a delle costruzioni abbandonate. Il mare aveva dei colori stupendi e il paesaggio era è veramente mozzafiato. Dopo avere riposato 15min siamo ripartiti via spiaggia perché non vedevamo più il sentiero di prima. Abbiamo dovuto arrampicarci su un po’ di scogli e li abbiamo rivisto il sentiero, siamo andati avanti ancora e ancora fino a che non abbiamo avvistato l’albergo che avrebbe dovuto avere questa idilliaca spiaggia. Giunti alla meta, la spiaggia non c’era e l’albergo mi sembrava in costruzione, nei paraggi era pieno di operai. Io di camminare ero già stanca e stufa nel mangrovieto. . . Cmq abbiamo deciso di non tornare in dietro ma di raggiungere la strada principale per fare ciò dal mare dovevamo andare verso l’entroterra, seguendo la strada sterrata che partiva dal Samoiana hotel. La strada era lunga e andava verso l’entroterra ma non nella direzione del nostro albergo, quindi ci stavamo allontanando, ma oramai avevamo già camminato troppo per tornare in dietro. Andando avanti abbiamo incontrato e incrociato un po’ di gente, abbiamo fatto un pezzo di strada con una ragazza e abbiamo parlato un po’ inglese. Poi abbiamo incontrato degli scolari che andavano nella nostra stessa direzione, non si capiva se erano molto amichevoli, però facevano un po’ gli scemi. . . Finalmente avevamo raggiunto la strada principale, abbiamo deciso di camminare verso il nostro albergo e se passava un bus lo avremmo fermato. Così cammina e cammina sotto la stecca del sole, la strada la avevamo in mente perché ci eravamo passati il giorno prima in taxi, però andare a piedi è diverso. . . Dopo un po’ siamo giunti a un negozietto dove abbiamo comperato dei biscotti che abbiamo diviso con i 4 bambini che facevano ancora la nostra stessa strada. Ad un certo punto è passato un bus ma non aveva scritto dove andava ed era stracolmo di gente così non abbiamo neanche provato a fermarlo. Dopo ancora 45min di cammino abbiamo raggiunto l’intersezione che va verso il Virgin Cove, una volta imboccata la strada abbiamo incontrato degli altri bambini, che andavano a casa da scuola, abbiamo socializzato un po’ e ci hanno anche offerto uno strano frutto che stavano mangiando loro. Per finire abbiamo anche rifiutato un passaggio da 2 Samoiani che andavano al nostro albergo, tanto oramai. . . Alle 17.30 siamo ritornati al punto di partenza, abbiamo camminato 6h, dalle 11.30 alle 17.30!!! Subito merenda con 2 banane che avevamo comperato ad Apia e un litro di latte, poi bagno nel mare per riprendersi. Abbiamo trovato un cocco aperto e ancora buono e lo abbiamo spezzettato e dato ai pesci che hanno apprezzato. Volevamo vedere se c’era ancora quel branco di pesci che saltava fuori dall’acqua, ma le zanzare ci stavano mangiando vivi, allora ci siamo ritirati a fare la doccia. Per cena riso con carne e insalata. Adesso sono le 22.21 e sono sdraiata sul letto protetta dalla zanzariera nella nostra fale, Davide è collassato qui di fianco a me da più di 1h, mentre ho scritto il diario di questi 2 giorni. Tra un attimo andrò a lavare i denti e poi nanna.

19.06.2007 Oggi abbiamo trascorso una tipica giornata da mare, ci siamo svegliati tardi e quando siamo arrivati per la colazione, la dose era ridotta, i toast non erano tostati e alcune cose mancavano. Poi cela siamo presi con calma e siamo tornati in camera, io ho disegnato mentre Davide è andato a fare delle foto. Nel primo pomeriggio snorkelling, anche se non c’era molto da vedere. Poi io ho preso il sole sulla spiaggia mentre Davide ha fatto un giretto, vicino agli scogli dove si formano le pozze con la bassa marea. Prima di cena, ho fatto alcune foto al tramonto mentre Davide si tagliava barba e capelli perché sembrava che gli cominciassero a crescere le alghe in testa, tra l’umido e il non pettinarsi. Finalmente cena, eravamo affamati e 2 tipe del tavolo affianco al nostro ci hanno offerto il loro antipasto perché non riuscivano a mangiarlo. Si trattava di fettine di pesce crudo e un’insalatina. Io ho mangiato 2 pezzi di pesce e un po’ di insalata, mentre Davide tutto il resto. Poi il piatto principale era riso con verdure e un po’ di gamberetti con canale digestivo intatto. Insomma abbiamo mangiato tutto quello che non si deve, pesce crudo, insalata, gamberetti e abbiamo anche bevuto l’acqua con il ghiaccio!!! Dopo cena subito a letto visto che domani cambiamo albergo.

20.06.2007 SE STATE LEGGENDO MENTRE MANGIATE E/O NON SOPPORTATE STORIE DI VOMITO E CAGHETTA; SALTATE AL GIORNO 23.6.2007 Stamattina sveglia alle 8.30. Davide si era già svegliato prima di me, e mi ha chiesto se non mi veniva da vomitare, ovviamente non stavo bene neanche io!! Allora è iniziata la processione al gabinetto, per valutare lo stato dell’intestino, visto che non prometteva bene una volta tornati in camera abbiamo tentato di vomitare, solo Davide ha espulso un pezzo di verdura. Tra una corsa al gabinetto e l’altra abbiamo preparato i nostri sacchi e Davide ha preso un Imodium per la diarrea e un Motilium per svuotare lo stomaco, io solo un Motilium. Di colazione proprio non se ne parlava e poi erano ormai le 10 e dovevamo partire con il furgoncino dell’albergo per Apia. Davide è riuscito a trascinare il sacco fino in reception, ma io non riuscivo ad alzarlo e l’ho lasciato in camera, quindi ho preso la visa per pagare (così da controllare se mia mamma ha pagato le fatture) e mi stavo dirigendo in reception, quando mi assale un improvviso attacco di vomito, solo che ero troppo lontana dai gabinetti, di correre nelle toilette del ristorante non ce la facevo, allora ho optato per andare in riva al mare, dove ho fatto scappare 2 che erano seduti in spiaggia. . . E non ho vomitato niente. La mia visa ha funzionato, dopo di che ci siamo trascinati sul furgoncino assieme a 2 New Zealandesi. Il viaggio è stato tragico, siamo stati male, io ho dovuto vomitare mio nel cappello. Una volta arrivati ad Apia eravamo agonizzanti, e ci hanno sbattuto fuori i sacchi in un parcheggio e ci hanno lasciati li a morire al sole. Ci siamo rifugiati sotto l’ombra di una palma. Il nostro prossimo hotel dista circa 2h e di prendere il bus non se ne parla, allora Davide ha sfoderato la M-Budget Mastercard ed è andato a fare punti cumulus noleggiando un’auto. Però appena partito ha fatto a tempo a fare 2m che ha dovuto riempire il suo cappello e contemporaneamente anche i boxer. Io nel frattempo mi ero sdraiata, poi quando Davide è arrivato dopo circa 20min, ci ha messo poco perché non c’è molto traffico sull’isola, mentre stavo percorrendo i 10m che mi separavano dall’auto ho dovuto inginocchiarmi e rilasciare liquidi, sia davanti che dietro. Nelle vicinanze c’era un cesso che abbiamo utilizzato per cambiarci. Poi siamo partiti verso il Boomerang Hotel, io sul sedile dietro bianca come un pet che collassavo e per fortuna Davide riusciva a guidare. All’inizio ci siamo un po’ persi ma una volta imboccata la strada giusta e con l’immancabile sboccata sulla portiera in circa 3h-3h1/2 abbiamo raggiunto l’accommodation, si tratta di una fale chiusa in riva al mare, poi si attraversa la strada e c’è la costruzione dove si mangia, abbiamo incluso solo colazione e non abbiamo il bagno in camera. Io ho fatto una doccia fredda, mentre Davide ha disinfestato i calzoni e i cappelli nel mare e poi con il sapone e la sabbia, purtroppo il cappello che avevo comperato in Costa Rica è andato perso durante questa operazione. Dopo ci siamo buttati sul letto, preso un po’di Dafalgan e poi verso sera siamo andati a bere un ginger tea al ristorante. Rotolati a letto abbiamo preso del Dafalgan, del Bioflorin e applicato lo Stilex sulle punture d’insetto e tentato di dormire.

21.06.2007 La notte bene o male è passata, però siamo deboli, arrivati a colazione abbiamo bevuto del caffè e mangiato dei buoni toast. Poi siamo tornati a letto che erano le 10 e alle 11 volevamo partire per fare un giretto nei dintorni in auto, ma non ce l’abbiamo fatta ad alzarci prima delle 14!!! Io appena in piedi stavo già male e una volta fatti 2km in auto ho dovuto sdraiarmi. Mi sono venuti anche dei puntini, tipo brufoli su tutti e due gli interni degli avanbracci e sulla mano destra. Guardando sulla Lonely Planet sotto il capitolo salute mentre andavo in auto, penso di avere trovato cosa abbiamo, dovrebbe trattarsi di Ciguatera visto che per conto mio diversi sintomi coincidono. Tipo, stomaco in disordine, grattamenti (i miei puntini-brufoli), sensazioni invertite di caldo e freddo e pulsazioni basse, le mie sono attorno a 50bpm, quando di solito sono almeno 74bpm. Cmq c’è scritto che gli adulti sani si ristabiliscono completamente, solo che se il polso scende troppo bisogna prendere qualcosa per tirarlo su. Arrivati alla spiaggia che cercavamo, che era consigliata da quei 2 Italiani di “Turisti per caso” abbiamo pagato 10 SAT al guardiano dell’albergo per potere entrare, visto che non abbiamo trovato un altro accesso. La spiaggia è proprio bella, abbiamo camminato un po’ in riva al mare e fatto qualche foto, anche se il tempo non era proprio bello. Dopo un po’ sono tornata in auto a sdraiarmi e dopo avere fatto le ultime foto mi ha raggiunta anche Davide. Tornando verso l’albergo ci siamo fermati a comperare dei creakers e 2 pacchi di biscotti, io avevo fame e ho mangiato una decina di creakers. Rotolati nel letto non ci siamo più mossi e a cena non siamo andati. Io ho iniziato a dormire, ma male, avevo caldo, mal di testa, mal di pancia, e chi più ne ha più ne metta.

22.06.2007 Verso le 3 non ce la facevo più, e ho svegliato Davide, dicendo che volevo un sacchetto. . . Per finire abbiamo deciso di andare assieme al gabinetto, dove il doppio getto si è ripetuto, per fortuna c’era un secchiello, peccato però che aveva dei buchi sul fondo. Insomma se già prima il gabinetto non era un granché, adesso è proprio un cesso di terza categoria anche perché per pulirlo lo abbiamo allagato d’acqua che non evapora più. . . Poi siamo tornati a letto.

Una volta letto abbiamo dormito fin verso le 10 io non è che stavo poi così male ma non avevo più energie ma mi sono fatto forza e sono andato alla ricerca di un negozietto per comperare qualcosa di zuccherato e del acqua. Volevo una bella coca ma purtroppo c’era solo quella light quindi ho optato nel prendere 2 bottigliette fante e 2 di acqua. Una volta tornati a “casa” si trattava di aprire la Fanta che era in bottiglie di vetro per fortuna avevamo un mini coltellino svizzero e con un po’ di pazienza l’ho aperta. Sembrava fatta con la “polverina” ma ci ha fatto bene. Nel pome sono andato ad esplorare la parte est dell’isola, naturalmente in auto con A/C accesa e finestrino aperto per avere un buon compromesso di umidità e calore. C’è proprio un bel paesaggio si passa dal mare alle montagne in pochi Km. Sono andato fino alle cascate di Falefa ma non erano un granchè le ho viste solo dalla strada perché non avevo le forze di scendere nella scarpata per raggiungere in fiume e poi non avevo neanche visto il sentiero, l’ho intravisto quando stavo andando. Da lì sono tornato indietro a vedere se Maura era ancora viva o se dovevo chiamare quelli del libretto ETI ad organizzare il rimpatrio. Era ancora lì come l’avevo lasciata tutta intera. Allora sono andato in spiaggia riposarmi e fare delle foto fino al tramonto poi sono dovuto scappare perché sono arrivate le zanzare a divorarmi. Ci siamo fatti coraggio e siamo andati a cenare per Maura riso in bianco per me un hamburger con patatine. Dopo due morsi non mi andava già più giù ma mi sono fatto coraggio e l’ho mangiata. Abbiamo bevuto 1 Coca (light) e una Sprite e Maura un ginger tea. Poi ci siamo preparati a dormire.

23.06.2007 Oggi stiamo un po’ meglio e visto che abbiamo la macchina e dobbiamo sfruttarla, dopo una colazione a base di polpette di pesce, siamo partiti alla scoperta dell’isola. Da Salepaga dove si trova la nostra attuale accommodation siamo andati verso est alla ricerca di una pompa di benzina. Visto che quella marcata sulla Lonely Planet non era più funzionante abbiamo proseguito il viaggio sulla costa nord godendoci il paesaggio. L’isola è ben tenuta, i paesini sono carini e hanno tutti almeno una chiesa, dove non ci sono case c’è una ricca vegetazione. Il mare ha dei bellissimi colori e ogni tanto si vede qualche pescatore. Di stazioni di servizio neanche l’ombra quasi fino ad Apia, dove abbiamo fatto 28l di benzina per 71 SAT. Per tornare in zona Salepaga abbiamo preso una strada che da Apia taglia l’isola a metà, cioè parte dalla costa nord e finisce sulla costa sud. Durante il tragitto ci siamo fermati alla Papapapai-tai Falls che erano sulla strada. Purtroppo noi con le cascate non siamo molto fortunati, questa era quasi secca, però il posto era bello con una folta vegetazione anche se le foto non rendono molto l’idea. Arrivati sulla costa sud siamo andati a vedere la Aganoa Black Sand Beach, per trovarla abbiamo pascolato un po’ e ovviamente per vederla abbiamo dovuto pagare 10 SAT a quelli del Maninoa Surf Camp. La spiaggia e il mare valevano la pena di essere visitati però di black sand non ce ne era. Dopo 1h circa siamo partiti per l’ultima tappa del nostro giretto, To Sua Ocean Trench, si tratta di un bel giardino in riva al mare, dove ci sono 2 cavità scavate dalla lava, una è solo un grande e profondo buco le cui pareti sono ricoperte dalla vegetazione, mentre l’altro è la stessa cosa solo che sul fondo c’è il mare azzurro e limpido, poco profondo che si vede la sabbia sul fondo. C’è anche una scala che scende per chi vuole nuotarci. Si può vedere anche una piccola spiaggia e scendere su degli scogli dove si infrangono le onde. Visto che le zanzare ci stavano divorando siamo ripiegati a “casa”. Abbiamo dormito un po’ e poi preparato i sacchi per partire, non siamo andati a cena, io ero stanca e poi avevamo mangiato nel pomeriggio un pacco di biscotti e una Coca. Doveva esserci il Fia Fia, cioè una cena con danze, però non lo hanno mica fatto visto che di musica non ne abbiamo sentita e abbiamo potuto dormire tranquilli.

24.06.2007 Sveglia alle 7.30, anche se Davide lo era già da prima e si era rintanato in auto a scrivere il diario. Verso le 8.15 colazione, abbiamo mangiato il pane col burro ma non cel’abbiamo fatta a mangiare tutta la frittata con verdure e più della metà è rimasta nel piatto. Verso le 9 partenza per Apia per ritornare l’auto, siamo passati dalla costa nord perché abbiamo sbagliato strada, cmq qui tutte le strade portano ad Apia, prima o poi. Visto che era domenica, per le strade è pieno di gente vestita a festa con abiti bianchi, che fluiscono verso le chiese. Alla radio l’unica stazione che sentivamo trasmetteva una messa, una spatafiata metà in inglese e metà in samoiano, il tutto farcito con 50 alleluia al minuto. Dopo un po’ abbiamo dovuto spegnerla. . . Poco sono stati influenzati da qualche folle colonizzatore gesat. Finalmente giunti ad Apia, che era deserta abbiamo subito trovato il posto dove ritornate il nostro mezzo, non abbiamo neanche più dovuto fare benzina. La tipa dell’auto noleggio ci ha chiamato un taxi che ci ha portato al ferry station. Davide ha ovviamente avuto da ridire con il taxista sul prezzo del trasporto, per fortuna sono pacifici e non se l’è presa, perché sarà stato una pezza d’uomo di almeno 150kg. Verso le 12 è arrivato il traghetto che fa da spola 2 volte al giorno tra Upolu e Savai’i, siamo saliti con i nostri grossi pesi in spalla e ci siamo seduti all’interno al piano superiore, sotto c’è un grande spazio per le auto. Il traghetto, che è un specie di carretta dei mari è un dono da parte dei Giapponesi, queste isole ricevono soldi e “cose” un po’ da tutte le nazioni “vicine”. Il viaggio è durati 1h1/2 e Davide non stava molto bene, visto che la barca ondeggiava abbastanza. Arrivati sani e salvi a Salelologa, abbiamo subito trovato un taxi che ci ha portati al Regina Beach Fales, un posticino carino e pulito dove ci siamo presi la fale in riva al mare. Dopo di noi è arrivata altra gente che era sul nostro stesso traghetto e a tutti è stato offerto del cibo, così abbiamo fatto la conoscenza di Peter un Irlandese, 2 NZ, visto che il tavolo è in comune. Dopo un po’ abbiamo realizzato di avere un problema di liquidi, perché qui non si può pagare con la carta di credito e dopo tutti i taxi che abbiamo dovuto prendere non avevamo più abbastanza cash per l’albergo. Quindi siamo andati nel negozietto vicino nella speranza che si potesse prelevare, ma non c’è neanche la macchinetta per la visa. Le uniche banche sono a Salelologa e non è proprio vicino e di spendere soldi in taxi non se ne parla e di buttare via tempo in bus nemmeno . . . Così abbiamo pensato di farci cambiare gli Euro che abbiamo dall’Irlandese, ma non abbiamo avuto il coraggio di chiedergli oppure c’era un altra possibilità, qui c’è anche uno Svizzero tedesco (è un po’ strano e giramondo, non ha intenzione di tornare in CH fino al 2010 e ha detto che di solito gira fino a che non finisce i soldi. . . Insomma lo manterremo ancora noi) cmq visto che abbiamo anche un po’ di franchi magari . . . Ma era ora di cena e così il tutto è rimandato a domani. Il cibo sembra buono, visto che qui parlano tutti inglese, ci alleniamo un po’. . . Anche se non siamo molto bravi. Abbiamo parlato un po’ della coppa America e sappiamo che Alinghi e i Kiwi sono pari per il momento. Dopo cena ci siamo fermati a giocare a carte con un po’ di gente, abbiamo dovuto imparare il gioco, per fortuna era facile e qualche volta abbiamo anche vinto. Verso le 21, tutti si sono ritirati e anche noi siamo andati a dormire.

25.06.2007 Oggi all’alba ero già sveglio quindi ho fatto un po’ di foto. Mentre Maura dormiva ho fatto un giretto sulla spiaggia poi sono andato a tagliarmi la barba. Quando stavo ritornavo dalla barba ho incrociato lo Svizzero e gli ho chiesto se mi cambiava 100 Franchi e così è stato per l’esattezza gli ho dato 110 Fr. Per 200 Tala un cambio pessimo ma meglio di andare fino in “città”. Ho anche comunicato con un Kiwi su cosa mi consigliava di fare in 2 giorni ad Auckland. E pare che la cosa migliore è di andare su di un isola col ferry lì in zona. Verso le 7.45 suonava la campana che ci invitava ad andare a colazione. Colazione abbondante un uovo fritto, 2 toast, una specie di creap dolce, una fetta di papaia, una banana, una scaglietta di cocco, diversi tipi di marmellata tra cui il vegimite dei kiwi, the e caffè. È stata una buona colazione dopo aver mangiato siamo rimasti un po’ a parlare di posti da visitare in zona del pacifico poi siamo andati a prepararci per fare il bagno. C’era la bassa marea quindi si poteva camminare per un lungo pezzo prima di non toccare più ma dopo una ventina di metri abbiamo deciso di nuotare e vedere cosa c’era sotto. L’acqua è molto limpida ma di pesci non se ne vedono tanti solo un po’ ma piccoli, è anche normale visto che sera stato profondo 50 cm il mere in quel punto. Più in avanti si cominciavano a vedere dei coralli e un po’ più di pesci ma c’era anche una corrente che ci trascinava verso il mare aperto, quindi abbiamo optato di tornate indietro prima che veniva l’alta marea. Una volta usciti dall’acqua siamo andati nella nostra fale a riposarci, disegnare e studiare. Mentre fuori c’era un acquazzone, Verso le 12,30 quando pensavamo di essere sfuggiti dal pranzo è arrivata una tipa con un piatto con 3 banane e 4 tramezzini agli spaghetti in scatola. Dopo “pranzo” siamo andati a camminare un po’ sulla spiaggia verso est per vedere cosa c’è, ci saranno 5 differenti accommodation poi la spiaggia finisce. Faceva molto caldo ed era umidissimo così siamo andati a comprare una bottiglia di Coca per riprenderci dallo sforzo. Poi ancora studio e riposino pomeridiano. Alle 17.45 Maria mi sveglia per andare al cibo e naturalmente Maura non c’era perché era in bagno e arriva sempre in ritardo per mangiare. La cena consisteva in pesce, pollo con cavolo, salsicce, pianta che sembra una patata e insalata. C’erano tante nuove persone oggi e quelli di ieri sono scomparsi, sono inglesi che studiano medicina e lavorano qui in un ospedale. Dopo cena abbiamo perlato con un americano e naturalmente siamo finiti a parlare del Bush e ci ha fatto vedere cosa ne pensa facendoci vedere la carta da cesso che ha comprato in NZ con la faccia del presidente. Poi ha voluto farci provare una bevanda locale, l’Ava che bevono qui solo durante le cerimonie, si tratta di una radice della pianta di Kava, una pianta di pepe, tritata ed essiccata. La polvere viene messa in un tessuto di cotone che si inzuppa in una bacinella piena d’acqua e si strizza, e si va avanti così fino che l’acqua non prende il gusto e il colore voluto, cioè una specie di begie. Poi si beve dopo avere fatto un po’ d’andamenti e ringraziando, il gusto è un po’ come acqua sporca una schifezza. . . La bevanda dovrebbe avere un effetto rilassante, anche miorilassante oltre che diuretico. Noi ne abbiamo bevuti solo 2 “gusci di cocco” dovrebbe colmarti e farti passare tutti i mali ma ho preferito non berne troppo per prevenirmi da altri mali. Non ha avuto nessun particolare effetto, forse ne abbiamo bevuta troppo poca. Poi ancora conversazione con l’americano un inglese ed un canadese. Ma troppo difficile starli dietro a capire tutto quello che dicono se parlano tra di loro. . . Inoltre l’Inglese faceva anche del sarcasmo. . . Verso le 21.30 ci siamo preparati a dormire.Sveglia alle 7.30, anche se Davide lo era già da prima e si era rintanato in auto a scrivere il diario. Verso le 8.15 colazione, abbiamo mangiato il pane col burro ma non cel’abbiamo fatta a mangiare tutta la frittata con verdure e più della metà è rimasta nel piatto. Verso le 9 partenza per Apia per ritornare l’auto, siamo passati dalla costa nord perché abbiamo sbagliato strada, cmq qui tutte le strade portano ad Apia, prima o poi. Visto che era domenica, per le strade è pieno di gente vestita a festa con abiti bianchi, che fluiscono verso le chiese. Alla radio l’unica stazione che sentivamo trasmetteva una messa, una spatafiata metà in inglese e metà in samoiano, il tutto farcito con 50 alleluia al minuto. Dopo un po’ abbiamo dovuto spegnerla. . . Poco sono stati influenzati da qualche folle colonizzatore gesat. Finalmente giunti ad Apia, che era deserta abbiamo subito trovato il posto dove ritornate il nostro mezzo, non abbiamo neanche più dovuto fare benzina. La tipa dell’auto noleggio ci ha chiamato un taxi che ci ha portato al ferry station. Davide ha ovviamente avuto da ridire con il taxista sul prezzo del trasporto, per fortuna sono pacifici e non se l’è presa, perché sarà stato una pezza d’uomo di almeno 150kg. Verso le 12 è arrivato il traghetto che fa da spola 2 volte al giorno tra Upolu e Savai’i, siamo saliti con i nostri grossi pesi in spalla e ci siamo seduti all’interno al piano superiore, sotto c’è un grande spazio per le auto. Il traghetto, che è un specie di carretta dei mari è un dono da parte dei Giapponesi, queste isole ricevono soldi e “cose” un po’ da tutte le nazioni “vicine”. Il viaggio è durati 1h1/2 e Davide non stava molto bene, visto che la barca ondeggiava abbastanza. Arrivati sani e salvi a Salelologa, abbiamo subito trovato un taxi che ci ha portati al Regina Beach Fales, un posticino carino e pulito dove ci siamo presi la fale in riva al mare. Dopo di noi è arrivata altra gente che era sul nostro stesso traghetto e a tutti è stato offerto del cibo, così abbiamo fatto la conoscenza di Peter un Irlandese, 2 NZ, visto che il tavolo è in comune. Dopo un po’ abbiamo realizzato di avere un problema di liquidi, perché qui non si può pagare con la carta di credito e dopo tutti i taxi che abbiamo dovuto prendere non avevamo più abbastanza cash per l’albergo. Quindi siamo andati nel negozietto vicino nella speranza che si potesse prelevare, ma non c’è neanche la macchinetta per la visa. Le uniche banche sono a Salelologa e non è proprio vicino e di spendere soldi in taxi non se ne parla e di buttare via tempo in bus nemmeno . . . Così abbiamo pensato di farci cambiare gli Euro che abbiamo dall’Irlandese, ma non abbiamo avuto il coraggio di chiedergli oppure c’era un altra possibilità, qui c’è anche uno Svizzero tedesco (è un po’ strano e giramondo, non ha intenzione di tornare in CH fino al 2010 e ha detto che di solito gira fino a che non finisce i soldi. . . Insomma lo manterremo ancora noi) cmq visto che abbiamo anche un po’ di franchi magari . . . Ma era ora di cena e così il tutto è rimandato a domani. Il cibo sembra buono, visto che qui parlano tutti inglese, ci alleniamo un po’. . . Anche se non siamo molto bravi. Abbiamo parlato un po’ della coppa America e sappiamo che Alinghi e i Kiwi sono pari per il momento. Dopo cena ci siamo fermati a giocare a carte con un po’ di gente, abbiamo dovuto imparare il gioco, per fortuna era facile e qualche volta abbiamo anche vinto. Verso le 21, tutti si sono ritirati e anche noi siamo andati a dormire.

26.06.2007 Oggi altra tipica giornata da mare, dopo colazione battuta di snorckelling. La marea era bassa e siamo arrivati vicini a dove finisce il reef, quando si iniziano a vedere un po’ di coralli viola con pesci piccoli attorno, solo che come l’altra volta li c’è una forte corrente che ti risucchia al largo. Appena ti concentri un attimo su qualcosa da vedere sott’acqua rischi di essere trascinato via, abbiamo dovuto nuotare contro corrente fino a dove abbiamo potuto appoggiare i piedi per ancorarci. Dopo avere deciso che era troppo pericoloso continuare siamo tornati a riva. Era circa la una, e non abbiamo pranzato. Ci siamo asciugati al sole e poi abbiamo deciso di raggiungere a piedi un albergo che si vedeva in lontananza. Il primo pezzetto lo abbiamo potuto fare in spiaggia, ma poi abbiamo dovuto trasferirci sulla strada quando quest’ultima finiva. Fatti 500m decidiamo di tornare in dietro perché era troppo caldo per proseguire. Il resto del pomeriggio l’abbiamo trascorso oziando e facendo alcune foto. Alle 18 cena, avevamo fame e abbiamo mangiato quasi tutto quello che avevamo nel piatto. Dopo cena siamo abbiamo parlato un po’ con i 2 NZ, che ci hanno dato qualche consiglio su cosa fare a Auckland e ci hanno scritto il nome dell’isola migliore da visitare e di un museo che spiega la storia Maori. Ad un certo punto Dan, l’americano, interrompe la conversazione di tutti e propone di bere l’Ava, come ieri ma per i nuovi arrivati(che saranno stati 3). Per fare cioè decide che chi ne vuole bere si deve trasferire al suo tavolo. . . L’avranno provata in 3 o 4 persone e alla fine è rimasto lui da solo con l’Ava e 2 Samoiani dell’albergo al suo tavolo. Lui pensa che a causa del Bush nessuno voglia più parlare con gli americani (con lui) ma in verità è lui che è un folle logorroico e un po’ egocentrico. Alla fine ci siamo ritirarti nella nostra fale a dormire.

27.6.2007 Pronti alla partenza!!! Dopo colazione ci siamo fatti dire gli orari del bus. Ne doveva passare uno verso le 10.30 e un altro 15min dopo. Fattostà che dopo avere salutato i Kiwi che ci hanno dato anche il loro indirizzo e-mail, ci siamo trasferiti sul ciglio della strada con i nostri sacchi. Dopo un po’ sono arrivati anche 2 canadesi e per ultimo l’irlandese, che ha avuto dei problemi nel pagamento perché secondo quelli dell’albergo doveva pagare ancora 100 Tala ma lui sosteneva di averli dati al zibletta (un grassone brufoloso che indossa sempre solo una ciabatta al posto che 2; non sappiamo per che motivo) e non pensiamo che abbia più di 16 anni. Cmq per finire i soldi non glieli ha dati, anche perché non ne aveva più. Aspetta che aspetta sono arrivate le 12 e finalmente arriva il bus, saliamo e i nostri pacchi vengono caricati sul retro. Il viaggio è andato bene e non abbiamo dovuto sederci uno sopra l’altro come l’ultima volta perché il bus non si è mai riempito al punto massimo. Arrivati alla fermata del Ferry siamo scesi e abbiamo salutato gli altri che prendevano il traghetto delle 14. Ci siamo caricati i grossi pesi in spalla e abbiamo proseguito per la strada principale. Dopo neanche 1km eravamo già arrivati al Luisa’s Lagoon beach. Abbiamo fatto il check-in e siamo subito andati a ispezionare la nostra stanza, si tratta di una palafitta con terrazza che guarda sulla laguna. Il posto è molto bello, l’unica cosa è che quando ci si sdraia sul letto, che è un materasso per terra si sente un colpo che a ogni onda fa ballare la palafitta perché c’è pilone della costruzione non bene fissato o mezzo marcio. In stanza ci sono 2 prese ma non c’è corrente, forse la accendono solo di notte visto che in giardino ci sono dei lampioni per illuminare le stradine, vedremo. . . La spiaggia non c’è, la laguna è costeggiata da bassi scogli lavici, per entrare in acqua c’è una piattaforma da cui scende una scaletta in legno. Visto che dalla nostra terrazza avevamo avvistato qualche pesce, siamo partiti per fare snorckelling, l’acqua ha correnti fredde e calde, in parole povere risulta fredda ed inoltre non è limpida e non si vede una mazza. Davide dopo 5min era fuori e io dopo 10. Ci siamo asciugati al sole e poi sono andata a fare la doccia. Mentre mi lavavo, Davide facendo un giro ha visto che al ristorante c’era Dan, l’americano dell’Ava che avevamo conosciuto al Regina’s beach fales!!! Quando si è trattato di andare a cena eravamo già tutti preoccupati che avremmo dovuto sorbirci la solita scena dell’Ava e che avrebbe costretto il personale dell’albergo a prepararglielo, fortunatamente Dan a cena non c’era. Eravamo solo noi e altre 6 persone. Per la prima volta qui a Samoa avevamo un menù da scegliere, abbiamo preso del pesce nonostante la brutta esperienza precedente. Era veramente ottimo anche se un po’ caro per i nostri standard (abbiamo incluso solo la colazione) e per dessert torta di banane con gelato. Abbiamo anche chiesto a una cameriera se c’era l’eletricità nelle camere e ci ha risposto che l’aveva appena accesa. Verso le 20.30 ci siamo ritirati.

28.06.2007 Ha piovuto quasi tutta la notte e il cielo stamattina era coperto. Alle 5.30 ero sveglia perché dovevo andare in toilet, ma prima ho fatto un po’ di diario e la contabilità. Quando mi sono svegliato non ho trovato nessuno nella tana, pensando che il “Ducson” aveva rapito la Maura sono andato a cercarla e per fortuna l’ho trovata che si stava lavando i denti e del bevitore d’Ava nemmeno l’ombra. Allora siamo tornati in camera a prepararci per la colazione. Questo è il primo pasto che si più scegliere cosa mangiare!!! Allora abbiamo optato per dei pancake che avevamo visto la sera prima che li mangiava una bambina e aveva una tazzina con della cioccolata liquida da riversare sui cake. Naturalmente la cioccolata era un sciroppo tipo miele ma molto meno buono… Strano perché ieri sembrava molto più scuro. Dopo colazione sono andato a sbirciare nel piatto di un altra ed aveva la cioccolata, allora Maura si è incazzata con se stessa perché non riesce mai a comandare quello che vuole e con il cameriere perché non le ha chiesto se voleva la cioccolata o lo sciroppo. Domani se non gli danno la cioccolata le verrà un esaurimento nervoso. Per il resto tutto bene alla 9 siamo già per strada camminando in direzione di Salelologa dove prenderemo un bus per Vailoa per visitare le Afu Aau Falls e il Pulemelei Mound. Il bus l’abbiamo trovato quasi subito ed è partito dopo un paio di minuti anche se non era pieno. . . Il viaggio è durato un 15 minuti ed in prossimità di dove cera la deviazione per la cascato ho tirato la corda che serve a far fermare il bus che però non si è fermato perché l’autista aveva intuito che volevamo andare alla cascata e si è fermato un po’ dopo dove incomincia la strada per la cascata. Allora siamo scesi con la guida in mano e quella strada dove c’era il cartello non era marcata ma più in avanti si vedeva un ponte che era marcato sulla nostra mappa. Dovevamo passare il ponte e dopo 300m girare a destra in una strada sterrata, allora ci incamminiamo e i guardiani della strada della cascata volevano sapere dove stavamo andando così gli ho detto un l’altro posto almeno non ci rompevano i maroni di andare per quella strada e naturalmente pagargli il pedaggio. Dopo circa 100m c’era una strada che girava a destra ma noi dovevamo farne 300 non sapendo se era quella o meno siamo continuati dritti ma non sopraggiungeva un altra deviazione, leggendo meglio la guida abbiamo scoperto che la strada buona era quella di prima visto che era contrassegnata da 2 piloni di ferro. La stradina dapprima attraversa una fale dove si deve pagare il pedaggio ma non c’era lì nessuno, subito dopo si deve attraversare un fiume e poi camminare un 500m in leggera salita. Dopo c’è un “incrocio” andando a destra dopo 10 minuti a passo di lumaca si arriva alla cascata, da quel punto la si vede dell’alto bella ma non è sicuramente la più bella che ho mai visto nei miei 26 anni di vita come ho letto che scriveva un Italiano in internet… Quella del sentiero della meraviglie in Malcantone è altrettanto bella tanto per dirne una che mi viene in mente adesso. E quelle del Costa Rica erano 100 volte meglio. C’era una coppia che faceva il bagno o almeno lui si tuffava e lei faceva le foto. Loro erano saliti fino lì in macchina dalla strada che costodivano i nativi che avevamo visto prima e ci avevano chiesto “Where are you going?”. Forse ho capito perché non risultava così bella come appariva 4 o 5 anni fa, perché costruendo quella strada anno sventrato metà vallata e adesso invece di vedere il verde della “foresta” si vede il grigio della strada scavata nella roccia e un sacco di fanghiglia. (capitolo lavori inutili per rovinare posti magnifici finito). Non abbiamo visto se c’era ancora il sentiero per scendere o era ricoperto da piante rampicanti ma non eravamo intenzionati a scendere, dopo aver scattato 4 foto come dei Jap siamo ritornati sui nostri passi ed una volta all’incrocio invece di tornare giù abbiamo continuato a salire sulla collina in direzione del Pulemelei Mound che è una piramide di 61m X 50m ed è alta 12. Non ha la punta e non si sa se l’avesse mai avuta in passato, a dire il vero nessuno sa chi l’ha costruita e per che motivo. È simile a quelle che si trovano in America dei Maia, ma gli archeologi non sono sicuri se aveva lo stesso significato religioso, o era solo una costruzione per scopi bellici visto che da quel punto si vede il mare. Non è niente di speciale un grosso ammasso di pietre vulcaniche con tre piante sulla sommità. Quando stavamo tornando giù dalla piramide abbiamo incontrato i 2 che erano giù nella cascata e naturalmente io non sono neanche riuscito a riconoscerli, erano 2 che avevamo conosciuto la prima sera qui a Savai’i dalla Maria (Regina’s beach fales). Ma Maura, gli ha riconosciuti e ci hanno anche offerto un passaggio fino a Salelologo. Durante il viaggio ho sfoderato il mio inglese così quando saremo a Sydney abbiamo un novo posto da visitare (bellissimo) le Blue Mountains che sono blu perché ci crescono gli eucalipti. Una volta in città abbiamo prelevato un po’ di soldi e salutato i 2 tipi del pas. Poi siamo andati a comperare un po’ di banane biscotti e latte per cena e siamo tornati all’albergo. Ci siamo riposati un po’ sulla piattaforma guardando i pesci sotto di noi e il traghetto delle 14 che andava a Upolu. Poi siamo andati in camera, Davide ha studiato un po’ mentre io facevo il diario e disegnavo. Verso le 17.30 sono andata a fare la doccia, ma non sono riuscita a togliermi la palta incracciata che ho sui piedi. Una volta in camera cena con biscotti e latte. Verso le 20 stavamo ormai partendo per il mondo dei sogni, quando sento qualcuno che di ce no . . . No . . . All’inizio non mi preoccupo pensando che era Davide che parlava nel sonno, ma poi visto che continuava mi sono svegliata e anche Davide. Dopo un attimo di smarrimento ci siamo resi conto che c’era qualcuno alla nostra porta che diceva Hello! Hello, there is someone there? Allora gli abbiamo chiesto cosa voleva. . . Era uno dell’albergo che voleva darci qualcosa contro le zanzare. . . In verità sarà stata la megera del ristorante che gli avrà detto di venire a vedere se eravamo ancora vivi. Per finire dopo averli detto che la zanzariera ci bastava abbiamo potuto dormire.

29.06.2007 Stamattina ce l’ho fatta a prendere i pancake con cioccolata con l’aiuto di Davide, con mia grande soddisfazione, anche se la cioccolata non era un granché, sembrava Nesquik concentrato, Davide ha optato per toast, pancetta e uova. Ovviamente la tipa del ristorante è venuta a chiederci dove eravamo ieri sera e perché non siamo venuti a cena. . . Un piattino di cazzi suoi mai. . . Le abbiamo detto che eravamo stanchi e che avevamo camminato tutto il giorno. Infondo non c’è nessuna clausola che dobbiamo andare a cena per forza e pagare anche quella!!! Verso le 9.30 eravamo in cammino per raggiungere il cratere del vulcano Tafua Savai’i, è stata una lunga camminata e verso le 11 avevamo raggiunto la zona evitando il primo pedaggio. All’indicazione del cartello per il vulcano un nativo ci corre in contro offrendosi come guida, avevamo pensato che era il solito rompi ed eravamo già pronti a respingerlo, ma visto che ci faceva pagare solo 10 Tala lo abbiamo ingaggiato come guida. Tutto contento ci ha condotto su per un sentiero per il vulcano che si trova in una rain forrest. Arrivati in cima al primo pezzo si vedeva il cratere nel quale ora cresce una lussureggiante foresta e dietro si staglia una parete a strapiombo. Siamo saliti fino in cima, cioè abbiamo fatto meta cratere, e durante l’ascesa abbiamo potuto osservare una volpe volante, dei rari piccioni in lontananza e qualche farfalla. Dal punto più alto si vede la costa sud, ma il tempo non era bellissimo e le foto non rendono. Verso le 12 eravamo scesi e nonostante la cattiva comunicazione tra noi e la guida che parlava inglese peggio di noi abbiamo capito che voleva portarci a vedere qualcos’altro che centrava con degli uccelli. Così ci siamo avviati per la strada che fa il giro del vulcano e porta al paesino di Tafua. Dopo un po’ siamo tagliati per un campo di taro, un tubero che coltivano qui, poi abbiamo camminato 5min per la boscaglia e siamo giunti ad una caverna, che era piena di una specie di rondini che volavano e facevano uno strano rumore. Le abbiamo osservate per un po’ era un bello spettacolo, poi siamo tornati sulla strada e dopo un attimo di indecisione abbiamo concordato di fare tutto il giro del vulcano. Prima di arrivare al paese, la strada è costeggiata da campi coltivati con banani, papaie, palme da cocco e altro. Durante il cammino abbiamo incontrato un samoiano al lavoro nelle palme da cocco e ci ha offerto il latte di cocco e un po’ di cocco da mangiare. Poi per la prima volta a Samoa abbiamo incontrato un cagnaccio pericoloso, era assieme al proprietario, ma quando ci siamo incrociati, ci ha ringhiato abbaiato e voleva morderci, ma il samoiano lo ha respinto. Andando avanti siamo giunti a una fale dove stava il cugino della nostra guida per curare le coltivazioni, e ci ha fatto provare una papaia e ce ne ha regalata un altra non ancora completamente matura. Dopo avere camminato ancora un po’ siamo giunti al villaggio di Tafua, bello, in riva al mare e alle pendici del vulcano, un posto pulito e ben curato. Pare che uno svedese, sia arrivato e abbia costruito una scuola per il paese e detto agli abitanti di non rovinare la foresta che è un dono e così hanno fatto. . . La guida ci ha ripetuto questa storia in tutte le salse, ma io non l’ho mai veramente capita fino i fondo. C’era anche la possibilità di andare a vedere il mare, ma non siamo riusciti a intenderci e abbiamo tirati dritto. Quando siamo tornati al punto di partenza, cioè dopo avere fatto il giro del vulcano, ho dato 15 Tala alla guida, 5 in più del concordato perché è stato proprio un bel giro, valeva la pena di camminare. Visto che non sapevamo gli orari del bus, ma ci hanno detto che di bus ce ne erano e che l’ultimo era alle 17.15, al posto di aspettare li ci siamo incamminati per dove siamo venuti e avremmo fermato il bus quando sarebbe passato. Abbiamo incrociato un paio di bus, ma erano solo per i bambini che tornavano a casa da scuola. Poi è passato il nostro bus che andava verso Tafua e Davide ha detto al guidante di fermarsi a prenderci quando tornava in dietro. Nel frattempo avevamo quasi raggiunto la strada principale, quando ritornava il bus da Tafua che ci ha portati fino alla stazione del ferry di Salelologa. Da li ci siamo trascinati all’albergo dove abbiamo riposato, visto che anche oggi avevamo camminato circa 6h. Dopo avere fatto la doccia, siamo andati a cena, io ho preso solo un tè, visto che mi aspettava un pacco di biscotti in stanza mentre Davide ha mangiato del pesce. Dopo mangiato abbiamo acceso la TV per vedere se c’era la coppa America, ma si vedeva solo un canale e stavano trasmettendo una partita di rugby tra Wallabies e All Blacks, cioè Australia-NZ. Abbiamo attirato a vedere la partita una Aussie e 2 giovani NZ e abbiamo scoperto che Alinghi e Black Magic erano 2-2. Finita la partita c’era un film di 007, quindi siamo andati in stanza. Dopo avere mangiato i biscotti, nanna, visto che domani è giorno di transizione.

30.06.2007-01.07.2007 Anche oggi così come ieri ci siamo svegliati al mattino e abbiamo potuto costatare che un animale ha visitato la nostra camera, abbiamo trovato la papaia che ci ha dato la guida ieri tutta morsicata. Mentre ieri avevamo trovato la banane giù per terra e rosicchiate, ma non sappiamo che sorta di animale ha fatto tutto questo, sarà un topo o una volpe volante o magari il paguro gigante che si aggirava attorno alla nostra palafitta l’altro giorno.

Oggi siamo andati a colazione più tardi del solito perché è l’ultimo giorno che passeremo qui a Samoa e visto che l’aereo parte dopo le 2 di domani mattina ce la prendiamo con calma ma non troppo perché alla 14.00 parte il traghetto. Abbiamo mangiato dei tramezzini con pomodoro e formaggio dopo abbiamo pagato la pendenza con l’albergo e siamo tornati in camera a preparare i sacchi per la partenza. Alle 11 abbiamo lasciato la camere e portato i sacchi vicino alla reception, Maura è rimasta lì a leggere una rivista ed io sono andato a sdraiarmi sul “pontile” al mare a prendere gli ultimi raggi di sole Samoiani. Per finire Maura mi ha raggiunto a abbiamo fatto delle foto, ad un certo punto dal turchese del mare è emersa una sagoma giallastra sembrava una qualche lozza ma invece era una tartaruga che dopo aver preso due boccate d’aria è ritornata sul fondo. Abbiamo provato a cambiare posto a vedere se la vedevamo da più vicino ma non abbiamo avuto fortuna. Allora siamo tornati al punto del primo avvistamento e quando erano le 13 e dovevamo avviarci a prendere il ferry l’abbiamo rivista ma ancora più lontana. Per andare a prendere la bagnarola abbiamo impiegato circa 15 minuti di cammino con i nostri sacchi in spalla, una volta al porto abbiamo preso i biglietti e alle 13.45 ci siamo imbarcati e alle 14 in punto è incominciata l’agonia da prima il solito vicino di sedile o meglio panchina in legno che ti spezza la schiena più del sacco da 15 Kg che mi ha fatto il solito interrogatorio poi la nausea. Per fortuna fuori dalla barriera corallina si è azzittito subito ma è incominciato il peggiore dei mali, l’oceano pacifico che non sò perché lo chiamano ancora pacifico, fatto stà che oggi era una splendida giornata ma la bagnarola giapponese ballava come “non so che cosa” sono da due ore sulla terra ferma, ma mi viene ancora da vomitare, non è che sulla nave ho vomitato, ma quasi. Dopo circa 45min di viaggio più della metà dei passeggeri si sdraia per terra, in mezzo al passaggio o sotto le panchine, gli altri si sdraiano sulle panchine coprendosi la faccia con un panno, sembra una scena da apocalisse, tutti che sembrano più morti che vivi. . . Poi come botta finale siamo saliti su un bus “chiuso” dove tra la puzza dei gas di scarico del motore Diesel e della sigaretta di quello seduto di fianco mi anno nauseato al punto massimo. Adesso siamo all’aeroporto ad aspettare che la ven bona per 6 ore prima di poter fare il check-in, ci sono meno cose da fare qui che ad Agno e poi è tutto chiuso sono le 18, magari aprono in prossimità di un qualche volo internazionale. Sarà facile ha anche appena chiuso il kiosco del cibo!!! Durante queste ore ci siamo intrattenuti scrivendo il diario, studiando e parlando con qualche nativo. Verso le 16 c’erano solo 2 ragazzi e un grassone che vive nelle American Samoa, che ha costretto i 2 ragazzi a fargli un massaggio ai piedi, poi col passare del tempo l’aeroporto si è popolato ed hanno anche riaperto il chiosko. Mi sembra di avere capito che Alinghi ha vinto la coppa America. . . però non sono sicura, quello che ce lo ha detto è quasi il più buzzurro con cui abbiamo parlato fino ad adesso, abita a Savai’i in un paese dal nome Via e lavora in una scuola chiamata New Gerusalem ed è un maia madon da quello che abbiamo capito!!! Poi finalmente verso le 23.15 abbiamo potuto fare il check-in. Eravamo quasi i primi della fila e dietro di noi c’erano frotte di Samoiani con valige, pacchi, pacchetti e pacchettini, quelli che avevano scatole di cartone erano intenti a coprirle con sacchi di plastica e scocciare il tutto. La cosa migliore però erano degli scopini che praticamente tutti avevano perché pare che in NZ non li trovano, non sappiamo a cosa servono ma sono fatti con qualche parte della pianta di banana, senza manico, . . . Cose che non passeranno mai la quarantena!! Davide ha tentato di spiegarglielo ma non li hanno mollati. Dopo il check-in siamo tornati al kiosco, miracolosamente verso la 1.15 stava aprendo anche il negozio di souvenir, ma non c’era niente di bello. Seduti al nostro tavolino, siamo stati avvicinati dal padre dei 2 ragazzi che avevamo conosciuto prima, quelli del massaggio dei piedi, che ha fatto un po’ di propaganda per la sua associazione per Dio e ha fatto imparare a memoria a Davide una frase riguardante Gesù da dire quando torniamo in Svizzera per fargli pubblicità. Poi ci ha detto quanto sono bravi e quanto amano Dio a Samoa, che loro non sono mica come in altri posti nel mondo dove ammazzano la gente, ovviamente tutto questo grazie al supremo, perché se non ci fosse lui si ammazzerebbero tra di loro . . . Cmq lui era li perché accompagnava una squadra di rugby in NZ. Alla 1.45 dovevamo inbarcarci sull’aeroplano ma non era ancora atterrato e la pista non era neanche illuminata, ogni tanto dicevano qualcosa all’altoparlante ma non si capiva niente, di tabelloni con gli orari dei voli neanche l’ombra. Non gli serviranno visto che ci sarà un volo al giorno. Ad un certo punto hanno acceso le luci della pista, l’aereo che arrivava da Sydney è atterrato e mentre la gente stava uscendo, verso la 1.50 abbiamo passato la dogana però prima abbiamo pagato 40 SAT a testa per la tassa d’uscita. Una volta in area free shops, che qualcuno stava pigramente aprendo un negozio, sono andata a cambiare i vestiti, ho messo jeans e pullover, per prevenire il freddo dell’aereo e della NZ. Nello shop vendevano le solite cose alcool e sigarette sembravano che avevano dei prezzi stracciati, volevo quasi comprare un qualche stecca di sigarette da rivendere in NZ o AU dove costano 10 dollari al pacchetto (da 30) e pagarmi il volo di ritorno, ma purtroppo un cartello indicava che la merce era venduta in US dollari… Nel tempo che Maura si era cambiata la gente fluiva già abordo del B 737-800, noi siamo saliti quasi per ultimi. Dopo una ventina di minuti d’attesa siamo partiti. Volo liscio come l’olio non ci siamo accorti che il tempo passava visto che abbiamo dormito un po’, per fortuna non c’era tanta gente e non avevamo nessuno di fianco, se proprio si voleva si trovavano 3 sedili a persona dove ci si poteva sdraiare ma per noi non era una buona soluzione perché ci entravano gli attacchi delle cinture nelle costole (potevamo eliminare le cinture che sono fissate con un moschettone, ma le hostess si sarebbero incazzate), allora abbiamo lasciato i posti liberi per le donne Samoiane che con il lardo che si ritrovavano le cinture nemmeno le sentivano. Dopo 4 ore siamo atterrati al Auckland In conclusione questa vacanza nella vacanza ci è veramente piaciuta. Queste isole sono tra le più belle che ho mai visto, il mare è caldo e ha dei colori fantastici, la vegetazione è lussureggiante e il clima caldo. Non danno l’impressione di essere sommersi dai rifiuti ma ho letto che come in tutti questi posti sono un problema. La gente è socievole a volte anche troppo, ma mai come in Tunisia, Egitto e quei posti da arabi, . . . Che ti toccano dentro e per venderti le loro struse ti trascinano via. Anche per questo le spiagge sono belle, tranquille senza nessuno che cerca di venderti cibo o barattare qualcosa. Savai’i, la seconda isola dove siamo stati ci è sembrata ancora più bella di Upolu e anche un po’ più evoluta, ci abbiamo trovato anche migliori accommodation. Per rimanere qua a vivere abbiamo pensato che si potrebbe aprire un negozio che vende statuette di angeli, madonne, cristi crocefissi, crocettine e cartoline varie con immagini sacre o rappresentanti chiese, da come sono religiosi andrebbero a ruba, ancora meglio che a Comano!!! Purtroppo non siamo i tipi da negozio del genere e poi non vorrei stare qui a vita, il posto è perfetto per una vacanza, non di più.



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