2 mangiaspaghetti a new york di 13/07 – 24/07/2005

Mer. 13 luglio - 1° giorno. Per la nostra seconda volta in America, io Alessandro, 31 anni e mia moglie Emanuela, 30 anni, dopo esser stati nel 2003 in viaggio di nozze nella soleggiata Florida, abbiamo deciso di regalarci un soggiorno nella splendida citta di NEW YORK. Abbiamo preparato tutti i percorsi da casa con l'aiuto della guida EDT, che...
Scritto da: girellone
2 mangiaspaghetti a new york di 13/07 – 24/07/2005
Partenza il: 13/07/2005
Ritorno il: 24/07/2005
Viaggiatori: in coppia
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Mer. 13 luglio – 1° giorno.

Per la nostra seconda volta in America, io Alessandro, 31 anni e mia moglie Emanuela, 30 anni, dopo esser stati nel 2003 in viaggio di nozze nella soleggiata Florida, abbiamo deciso di regalarci un soggiorno nella splendida citta di NEW YORK. Abbiamo preparato tutti i percorsi da casa con l’aiuto della guida EDT, che ha anche le cartine stradali e le mappe della metro (indispensabile). Il viaggio aereo: Linate – Londra – New York Newark…Devastante! Arrivati in questo aereoporto, la migliore soluzione è prendere lo shuttle per 19$, che vi porta fino all’hotel, oppure, come ho fatto io, il New York Express Bus fino alla Penn station per 13$ per proseguire in taxi fino all’hotel. In entrambi i casi potete fare i biglietti direttamente a bordo con l’autista, che da anche il resto. Non prendete il Taxi dal Newark, vi costa una cifra! Consultate il sito dell’autorità aeroportuale di New York www.Panynj.Gov, che fornisce informazioni sui trasporti. Nel Bus mentre osservavamo avidamente ogni immagine che ci passava davanti, la contentezza ci si leggeva sul tipico sorriso fino alle orecchie di chi è finalmente riuscito a raggiungere una meta o un obiettivo agognato da tempo … finalmente nella Grande Mela … e quanto è grande! Abbiamo raggiunto l’Hotel all’una di notte… crepati, ma fieri! Abbiamo scelto un hotel economico, senza molte pretese, un po’ strano ed eccentrico, con le stanze dipinte a mano da vari artisti, ognuna con un tema diverso (visitate il suo sito www.Carltonarms.Com).

Gio. 14 luglio – 2° giorno.

Il fuso orario non ci ha fatto niente, tanto eravamo affamati di mangiarci la grande mela e, per avere un’idea immediata di come era fatta la city, il mattino abbiamo visitato la terrazza dell’Empire State Building (448 m di altezza il palazzo dove è salito King Kong! tanto per intenderci); Consigli per gli acquisti: comprate il New York city pass, costa 53$, ma comprende l’ingresso all’Empire, in 4 musei – vedi più avanti – e una crociera di 2 ore attorno a Manhattan, risparmiando quasi 30$ (consultate il sito internet http://citypass.Com/city/ny.Html). La terrazza dell’Empire al 102°, domina tutta la città: un panorama mozzafiato! Anche se c’era foschia, le foto non si contano – è un’esperienza fra le più emozionanti del viaggio (efficientissima la guida audiofonica). Poi siamo stati al Madison Square Park, pieno di scoiattoli, dove tanti ragazzi portano il cane a spasso si dedicano alla lettura oppure all’hobby della pittura, che ho notato essere molto diffuso nella città… insomma qui la gente ha sempre qualcosa da fare, sembrano tutti indaffarati, non vedi nessuno con la testa per aria senza far niente… bè… insomma qualcuno c’era … io e mia moglie per esempio, che per rilassarci passavamo ore ad osservare la gente e qui vi assicuro che di tipi eccentrici ce ne sono parecchi. Visto il Flatiron building. Vicino all’albergo è pieno di ristoranti etnici infatti a pranzo …Cucina indiana (buonissima, ma attenti … molto piccante!).

Il pomeriggio, passeggiata per midtown. Abbiamo visto il Crysler Building, il palazzo, a mio gusto, più bello della city, la maestosa ed elegante stazione Grand Central Terminal (visitatela e guardate il soffitto…), l’elegante complesso di grattacieli del Rockfeller Center (sede di negozi, uffici, degli studi televisivi della NBC, giardini, ristoranti, cafè, fra i quali merita una sosta Dean & DeLuca, della famosa serie di telefilm per teenager, dove ho mangiato il mio primo brownie al cioccolato, tipico cake americano) e la bellissima chiesa neogotica di St. Patric, non mancate di visitarla all’interno. Passeggiando per la 5th avenue, la prestigiosa via dello shopping, ci ha colpito un negozio dove, con una macchina particolare, riempiono di gommapiuma degli orsetti di peluche, del tanto che desideri, a seconda che lo vuoi magro o paccioccone! E tutti i vestiti per orsetto e orsetta: divisa da poliziotto, casual in scarpe da tennis e jeans, da rochettaro … Merita una visita! Visitato anche negozio simile soltanto che al posto degli orsetti c’erano le bambole. Una giornata spacca polpacci… che camminata! Come ho trovato la grande mela al primo impatto? Oltre al caos che durante i giorni ti entrerà nel sangue, ho visto il ritmo sostenuto della vita e del lavoro. Nonostante certe foto da cartolina, nelle strade prevale il colore grigio del cemento, ma la rende comunque affascinante, anzi è più reale, quindi ti senti vivo, sempre teso, mentre il ritmo dei passi veloci della gente ti accompagna, e ti da la carica per camminare, curiosare, fare… Mia moglie riesce sempre a mitigare il mio approcio pragmatico da colletto bianco in vacanza, ricordandomi che la Big Apple è molto romantica: basta andare al Central Park, o attraversare o solo ammirare il ponte di Brooklin o la statua della libertà oppure lo skyline al tramonto… è vero, è anche romantica, ma io quando la penso non riesco a idealizzarla, ma la ricordo “grigia” e maledettamente reale. Questo posto mi carica! In questa città ognuno si sentirebbe un grande … penso che da qui potrei spaccare il mondo. Per le strade ti colpisce il meltin-pot e a differenza di grandi città italiane, qui le razze sono veramente integrate. Si notano molte coppie miste o colleghi di college di diverse nazionalità, che frequentano assieme ristoranti, cafè o passeggiano per strada. New York l’hanno fatta gli immigrati! E questo fa sentire un turista ancora di più a casa sua! In tutta sincerità, inconsciamente e istintivamente forse non sono ancora pronto per una società multirazziale, però dopo l’esperienza di New York, sono senz’altro in grado di prendere le distanze da certe forme d’ignoranza e di diffidenza reciproca fra nord e sud d’Italia, fra città e città, provincia e provincia e così via…, che cavolo… è vero viaggiare apre la mente anche ad un provinciale colletto bianco come me! Però sarà banale ma il mondo è bello perché è vario. Come sono i newyorkesi? Sempre molto disponibili… provate a chiedergli informazioni, si fanno in 4. Io l’immaginavo snob, mentre invece sono socievoli, di spirito, casinisti e sempre pronti per una chiaccherata… credo che se vuoi fare amicizie qua sia molto facile. Il tempo a luglio è piuttosto caldo (25-30° C) e c’è molta umidità, quindi è preferibile evitare le lunghe camminate nelle ore più calde.

Ven. 15 luglio – 3° giorno.

Raggiunta la metropolitana (subway), nelle macchinette automatiche facili da usare, ho acquistato una 7day unlimited metrocard, ossia un abbonamento che consente di prendere metro e autobus quanto vuoi per 7 giorni. Acquistatela subito, è conveniente costa 24$. Fatevi un giro di conti: una corsa costa 2$, quindi se ne fai 3 o 4 al giorno (eccome se le fai! fidati), bè… vedi tu… (visitate il sito www.Mta.Nyc.Ny.Us della compagnia di trasporti di NY). Nella metro… il meltin pot è evidente! I tratti somatici raccontano storie d’incontri multirazziali nella città … Tutto questo allarga i confini geografici della mia mente e ad un tratto io e mia moglie con la faccia da italiani purosangue, ci sentiamo degli stranieri facilmente individuabili! Ma no qui siamo tutti uguali! Conviene sempre prendere la metro o il bus per raggiungere un quartiere, per poi visitarlo a piedi. La guida EDT ti consiglia dei percorsi a piedi, che abbiamo seguito quasi integralmente, trovandoci molto bene. La mattina visitato Battery park, Castle Clinton e il museum of american indian, ricco di tanti reperti storici dei nativi d’America (interessante, ingresso gratuito). Abbiamo proseguito all’interno di lower Manhattan verso il financial district, dove ho veramente visto i tipici scorci sotto i grattacieli della city, fino a wall street, dove c’è la borsa di NY. In questa zona ci ho lasciato un pezzo di cervello, perché c’è una maggiore concentrazione di grattacieli ed, essendo le strade un po’ più strette, queste altissime costruzioni sono quasi attaccate… e quando ci passi in mezzo, da la sensazione di essere schiacciato, ma non ti manca l’aria… maestoso, grandioso sembra di essere in un film. Visto: la statua di G. Washington nel Federal Hall (dove questi prestò giuramento come 1° presidente USA nel 1789) e la Trinity Church, la più bella chiesa in stile gotico della città, con il suo cimitero plurisecolare. Visita di Ground Zero. Lo scenario è dreprimente, le macerie sono recintate e sul recinto puoi leggere la storia dell’11/09; il vuoto lasciato dalle torri gemelle è enorme. Inizia a piovere, solo un acquazzone estivo… visita alla chiesa di St. Paul Chapel dove sono presenti dediche, oggetti per i caduti dell’11/9 e i racconti dei volontari accorsi in aiuto. E’ commovente riflettere sull’immane tragedia di molte famiglie … i bigliettini e gli orsetti di peluche lasciati dai bambini che hanno perso i genitori… lacrima… ma questa città insegna che la vita continua, quindi sciolto il nodo alla gola, abbiamo raggiunto il Pier 17 nella riva east o Seaport, provvisto di pontile in legno con vista sul ponte Brooklin e di Manhattan e di un centro commerciale (qui ho svaligiato un negozio di pupazzi e decori natalizi). Sul pontile abbiamo assistito ad un concerto di musica dal vivo e cenato in un pub con terrazza panoramica (Macmenamins Pub). Non ricordo di aver mai cenato di fronte a un panorama così spettacolare come questo… non lo dimenticherò mai. Lower Manhattan è bellissima! Giornata piena, carica di emozioni… forse la più entusiasmante del tuor. Sab. 16 luglio – 4° giorno.

Raggiunto l’Upper East Side (curato quartiere residenziale, molto esclusivo, pulito e ordinato, con case in stile, ampi spazi, molto verde) siamo entrati per un giro dentro il verdissimo Central Park. Colazione al sacco con cheesecake, altro dolce tipico americano, provatelo. Qui visita dei vari siti dentro il parco (belvedere castle, partite di baseball, laghetti, zoo). Abbiamo ovviamente fatto un romantico giro a due nel lago in barca a remi …Divertente. Questo parco è assolutamente uno dei luoghi d’interesse più bello della città, ti stupisce in ogni suo angolo, sia per le bellezze naturali, sia per gli artisti da strada e molti eccentrici personaggi (assurdo vedere due tipi rasta vestiti con degli strani pantaloni in spugna, che ballavano rap sui roller blade e correvano simulando la moviola, ma come fanno? Se lo fai qui in Italia ti prendono per scemo, ma nella grande mela è tutto normale). La sera visita a Times Square. Se wall street rappresenta il capitalismo del mercato della borsa e immobiliare, Times Square simboleggia una delle peggiori conseguenze del capitalismo: il consumismo sfrenato, confezionato e presentato attraverso enormi insegne pubblicitarie elettroniche di varie forme e colori. L’impatto visivo è allucinante e spettacolare…Imperdibile, ma a tratti è uno dei luoghi più irritanti, contradditori e pacchiani dove sia mai stato. Le strade qui sono affollatissime, quindi, dopo una visita da Toy’s (negozio di giocattoli con un’enorme ruota panoramica alta circa 15 metri all’interno!), siamo fuggiti da questo luogo di perdizione simbolo del capitalismo, per imboccare le vie laterali dove abbiamo scovato un ristorante italiano “Giovanni’s”: da veri mangiaspaghetti italiani non ci siamo fatti mancare gli ziti al pomodoro e la parmigiana, che qui la fanno veramente buona. Imboccata la via del ritorno, la giornata sembrava finita, ma come ti dicevo prima, questa città ti fa stare sempre teso, in campana, infatti nella stazione della metro di Times Square, d’improvviso si sente una musica assordante! Un tipo rasta ha ricavato un tamburo da un secchio di pittura e con due bacchette ha iniziato a suonarlo! Il suono tribale accompagnava un nero muscolosissimo e due ispanici che si alternavano nel ballo della break-dance o di spericolate acrobazie e capriole volanti! Tutto improvvisato… qui la vita la vivi in strada! E cose di questo genere le vedi tutti i giorni! In ogni angolo vedi chi suona il sax, chi la chitarra, qualcuno ha anche l’amplificatore col subwufer apresso! Forse a parole non rende, ma a NY la vita è diversa, dove vivo io queste cose non capitano spesso.

Dom. 17 luglio – 5° giorno.

Se avete poco tempo, rinunciate a qualsiasi posto, ma non perdetevi Harlem. Subito siamo stati affascinati dalle case vecchie in tipico stile newyorkese con scale antincendio. Ovunque troverete parrucchiere che fanno treccine rasta per 120$ in media. Alcuni tratti sono un po’ degradati, ma ha un’atmosfera e un odore che fa del povero quartiere nero uno dei più belli della città. E’ proprio qui che ho fatto l’esperienza più forte e assurda di tutto il viaggio: assistere ad una messa cantata in Gospel! Se vuoi essere sicuro di assisterne una, vai di domenica, le funzioni iniziano alle 11. Noi siamo andati nella Metropolitan Baptist Church. La messa è iniziata col canto, e così ha continuato durante tutta la messa, accompagnata dal coro, l’organista e il chiassoso batterista. La messa è molto “partecipata”, nel senso che la gente durante la predica del prete interviene, applaudendo …Oppure con… “yes, it’s true!” … “All right” …”ok”! c’è chi entra in trance e si commuove, chi balla battendo le mani … Dovete sentire come canta e come si gasa il prete! Abbiamo cantato anche noi! Basta! non riesco a descriverlo! andateci e vedetevelo! Attenti che alla fine vi ringraziano della partecipazione e vi fanno presentare al microfono: quindi preparatevi a dire qualcosa come … “Good morning! I’m Alessandro from Italy and I’m very happy to be here!”… Acclamazione della folla… Cavolo, in pochi giorni già così tante emozioni, non so se ce la farò a reggere se continua così! Mi viene la tachicardia! Comunque, proseguiamo… è ottimo lo shopping ad Harlem (mia moglie ha comprato le scarpe con pailette alla moda di NY, per 17$) buoni i prezzi e la varietà delle scarpe da tennis, delle Timberland e dei jeans. Lasciando Harlem, in autobus un nero si è dilettato in canti blues ascoltando l’i-pod… che voce! Ah… il cuore… La sera: ingresso al American museum of natural history, dove abbiamo visto i principali mammiferi dell’Africa dell’Asia e degli USA in grandezza naturale (orsi, leoni, gazzelle, pinguini, ecc.), le specie marine più strane anche quelle degli abissi, nonché giganti scheletri fossili di dinosauro che occupavano 2 immese sale (essendo amanti degli animali e mia moglie per giunta studia in biologia, questo è il museo che più ci ha colpito fra tutti quelli visti a NY); cena da Mike 2 pizza. Che giornata, sono scioccato! Emanuela oggi è diventata bionda.

Lun. 18 luglio – 6° giorno.

Per la gioia di Emanuela oggi si va col traghetto per la statua della libertà in Liberty Island. La statua però l’abbiamo vista da fuori, perché l’ingresso non era consentito, in quanto per il giorno è stato superato il numero massimo di visitatori consentito (prenotate l’ingresso in anticipo). Alla vista del monumento rimani attonito, è verde, per via dell’ossidazione del rame di cui è costruita, sembra finta … e non riesci a smettre di fotografarla. Proseguimento con il traghetto per Ellis Island per l’ingresso al museo degli immigrati: molto ben curato – è anche divertente perché è fornito di un database con i dati di coloro che sono passati ai controlli di Ellis Island. Ho digitato il mio cognome per vedere se ho parenti a New York… non si sa mai… sarei stato loro ospite ogni tanto… ma purtroppo niente; ritorno a Lower Manhattan, pranzo in liberty plaza con i mitici carretti ambulati: hot dog, panino con spiedini di manzo e pollo e un pretzel (specie di pane filiforme a forma di cuore, con sopra un quintale di sale grosso). Il pomeriggio visita al Greenwich Village, esclusivo quartiere residenziale, con case in arenaria rossa, ingresso con cancelletti in ferro e giardinetto di fiori finemente curati, scalini che salgono fino al piano rialzato e portoncini d’ingresso in legno, scale antincendio… se fossi newyorkese abiterei qui. La sua Cristofer st è molto frequentata da omossessuali ed è ricca di sexy shop. Nel quartiere c’è anche un giardinetto con statue di omossessuali abbracciati. Visitato i campi di basket dove è stato girato lo spot della nike e poi abbiamo riposato nel Washington Square Park, dove puoi assistere a partite di scacchi fra abili giocatori che scommettono parecchi bigliettoni. Nel parco girano loschi individui spacciatori e scommettitori clandestini, ma è un posto sicuro, ci sono artisti di strada che cantano e suonano e una fontana dove riposarti e guardare la gente che passa, spesso piuttosto eccentrica. Questo parco è assolutamente imperdibile.

Mar. 19 luglio – 7° giorno.

Visita ai quartieri etnici: Lower East Side, China Town e Little Italy. China Town è in forte espansione al punto che ormai ha quasi assorbito gli altri due distretti. In realtà al LES e Little Italy c’è poco da vedere: nel primo ho notato meno traffico, ampi spazi, meno luoghi d’interesse, ma il bialy (pane salato caldo con cipolle o altri condimenti) migliore di tutta NY (acquistalo da Kossars in Grand st); il secondo è limitato per lo più a Mulberry st, un viale di ristoranti italiani, profumi di pasticceria nostrana e pali ed idranti dipinti in tricolore. China town sembra un quartiere poco curato, i parchi erano tutti in ristrutturazione. La via centrale, canal st, è caotica e affollata, non proprio pulita e profumata, per via dei numerosi mercatini di pesce a prezzi bassissimi, e di negozietti di chincaglierie o di prodotti gastronomici cinesi (del tipo vermi lunghi 20cm e grossi 10 in salamoia o essicati, cavallucci marini essicati – alla faccia delle specie in via d’estinzione! – bigattini secchi, cavallette e altri insetti secchi e salati, spezie di ogni genere, funghi apparentemente velenosi e altre cose folkloristiche … Pare commestibili). Dopo aver visto tutto ciò, abbiamo cambiato il nostro programma di mangiare cinese e …Abbiamo optato per una dieta. Una visita al columbus park e poi a quello che un tempo era lo squallido quartiere irlandese di Five Points, dove è stato ambientato il violento film di Martin Scorzese, Gangs of New York. Oggi per l’ennesima volta per strada mi hanno chiesto una sigaretta, qua capita spesso. Alcuni in cambio ti offrono anche soldi (fino a 1$). I primi giorni ho offerto senza batter ciglio, ma come ho capito l’andazzo, le volte seguenti ho smesso di fare troppo l’altruista. La sera siamo stati nel quartiere molto carino di Soho, con i suoi palazzi con le facciate in ghisa. Sulla Brodway potete fare dell’ottimo shopping, specialmente sull’abbigliamento (ho comprato anche levis per 30$). In Prince st abbiamo cenato nel Fanelli Cafè, il secondo locale più antico della città… buona cucina americana.

Mer. 20 luglio – 8° giorno.

Visitato l’Intrepid Sea AirSpace Museum, un museo situato in una portaerei! Nell’Hangar e nella pista d’atterraggio ci sono aerei e caccia da combattimento. Nel molo è attraccato un sommergibile nucleare e una barca con sopra un Concorde, entrambi visitabili all’interno! Visitate questo museo, merita! La sera abbiamo preso la Circle Line, una crocera che parte dal pier 83 sull’Hudson river, prosegue fino all’altezza di battery park e costeggia la riva est di Manhattan, passando sotto i ponti di Brooklin e di Manhattan e al ritorno passa per la statua della libertà. Consigli utili: non andate subito a sedervi, ma rimanete sul ponte e assicuratevi un posto vicino alle ringhiere dove fare le foto senza avere gente davanti. Prendete il traghetto che parte alle 7 (andate almeno 3/4 d’ora prima per fare i biglietti, c’è molta fila), per vedere Manhattan al tramonto. Non fate il mio stesso errore di dimenticarvi il rullino di riserva per la macchina fotografica perché potreste perdere l’occasione di scattare le foto più belle di tutta New York. Non c’è posto migliore della circle line per fare le foto, specialmente al tramonto, quando iniziano ad accendersi le prime luci nei grattacieli… proprio quando a me è finito il rullino … mi sono sentito uno schifo e questo errore mi è costato 3 giorni d’insulti da parte di mia moglie! Gio. 21 luglio – 9° giorno.

Visitato Chelsea che è famoso soprattutto per le gallerie d’arte (ingresso gratuito) situate nei loft, ricavati da vecchi caseggiati industriali, fra carrozzieri, officine meccaniche ed autolovaggi. Troverete dipinti su tela, opere d’avanguardia, video art, sculture e mostre fotografiche. Le gallerie mi hanno un po’ deluso per via della pressochè totale prevalenza dell’arte minimalista, molto in auge in questo ambiente, ma a mio gusto un po’ arida ed eccentrica… mia moglie non è d’accordo con me, ma questo non è una novità! Il pranzo l’abbiamo fatto al Chelsea Market (che occupa una fabbrica di biscotti degli anni 30), dentro è bellissimo e si mangia bene (assolutamente da vedere). Per gli appassionati di vini come me, s’informa che nel market c’è anche una prestigiosa enoteca! Ma come tutte le enoteche della città, non vendono vini locali dello stato di NY. La sera, tanto per stare in tema di arte, abbiamo visitato il MoMa (opere di Cézanne, Pissarro, Van Ghogh, Gauguin, Munch, Matisse, ecc., nonché le invenzioni moderne, plastici di costruzioni e di opere pubbliche alternative, design e mostre fotografiche), molto bello, però è un labirinto e per visitarlo bene necessitano almeno 3 ore. La sera cena ristorante cinese di fronte all’hotel (angolo fra 3th ave e 25th st): ottimi noodle con ingredienti vegetariani, prezzi accettabili, personale gentilissimo. Passare le serate nei locali di NY è molto piacevole e spesso c’è musica dal vivo. Tra l’altro, anche la notte tardi le strade sono sicure, sorvegliate da poliziotti del NYPD e molto trafficate di pedoni. La gente si ritira attorno alle 2/3 del mattino, ma a quest’ora è comunque preferibile camminare sempre nelle avenue, ossia i viali che attraversano la città in verticale, anziché nelle street, le strade che intersecano in orizzontale. Non credere a quello che vedi nei film, a NY non vedrai sparatorie con inseguimenti, vagabondi, tagliagole, questa è una delle città più sicure degli Stati Uniti, dopo un’efficace politica di sicurezza dell’ex sindaco Giuliani. Sia io che Emanuela abbiamo notato che la gente qui è molto disciplinata, e quando qualcuno alza la voce o manifesta segni di nervosismo, viene isolato e guardato con preoccupazione quasi a dimostrare la fragilità che si nasconde dietro l’apparente sicurezza degli abitanti della grande mela, forse ancora scottati dall’11 settembre.

Ven. 22 luglio – 10° giorno.

La mattina ingresso al Guggenheim. Il museo, facile da visitare, al suo interno è fatto a spirale senza scale, per stancarvi di meno consiglio di salire con l’ascensore al 6° e ultimo piano e percorrere il museo in discesa. Oltre alle pubblicatissime opere di artisti come Hilla Rebay, Picasso e kandinsky, troverai sculture cubiste e foto artistiche soprattutto di nudo. Rivisitato Il Central park. La sera a Brooklin: la prima tappa è stata Junior’s, pasticceria-ristorante, per la cheesecake più buona di NY. Purtroppo per carenza di tempo non abbiamo potuto vedere Brooklin Heights, la zona più antica del quartiere, per attraversare il passaggio pedonale del ponte di Brooklin. La vista da qui è fantastica e i piloni gotici sono bellissimi. Al lato destro il ponte di Manhattan bianco e azzurro, di fronte Lower Manhattan e sulla sinistra la statua della libertà! Cioè…Non so se rendo l’idea! Questo posto ti sciocca, ti segna per sempre! Ed è veramente romantico… Ah… il mio cuore… Il percorso è tranquillo ci vogliono 20 minuti, ci sono panchine e zone panoramiche, ma attenti ai ciclisti, corrono da matti e se sei in mezzo alla pista ciclabile l’insulto è assicurato … io ho incassato un Fuck you! A piedi ci siamo recati di nuovo al seaport, dove, dentro il centro commerciale, abbiamo mangiato cibo giapponese: un piatto unico con noodle, bocconcini di pollo alla piastra, gamberetti fritti, il tutto in una salsa dolcissima, così e così, ma il Seaport è davvero incantevole…

Sab. 23 luglio – 11° giorno.

Questo giorno abbiamo deciso di dedicarlo ad un percorso forse un po’ insolito, ma che merita di essere visto: Coney Island, la località di mare più frequentata della città. Qui è la patria del divertimento per bambini, infatti è pieno di giostre, ruote panoramiche, zucchero filato, cavalli a dondolo, … forse è una scena che hai già visto in tanti film… Qui c’è anche Nathants, catena di fast food americana… fin qui niente di strano, ma in questo punto vendita pare sia stato creato il 1° hot dog e d’estate si svolge la gara di mangiatori di hot dog. Un largo pontile in legno costeggia tutta la spiaggia di Coney Island fino a Brigton Beach. Questo pontile ospita strane manifestazioni del tipo gare di braccio di ferro, balli di gruppo, gare di canto e tanti curiosi. A Brigton Beach, c’è una via dove puoi fare spesa per pochi dollari: specialmente frutta e verdura fresca, frutta secca, dolci, caviale e siccome questo è una zona prevalentemente abitata da russi, trovi Vodka a tutto spiano. Assaggia nelle bancarelle i panini caldi russi, Emanuela ne va matta. Io li chiamo così ma in realtà non so neanche cosa sono… diciamo che assomigliano a dei roll di pane fritto, imbottiti con condimenti vari: carne, patate, uova o frutta. Siamo tornati in albergo per riposare perché la sera volevamo fare le ore piccole… Di fatti abbiamo scovato sulla 3th Ave un bel pub molto frequentato di cucina americana: “Rodeo bar”. All’interno è molto carino, come la maggioranza dei locali di New York e dell’America… e poi c’era musica country dal vivo, quindi, come diceva Tex Willer… “una bistecca alta mezzo metro con una montagna di patatine… tutto innaffiato da una bella birra fresca” era perfetta per la sera d’addio.

Dom. 24 luglio – 12° giorno.

La mattina relax al Madison Square Park, dove la gente prendeva il sole in costume e per colazione l’ultima cheesecake del viaggio… Si capisce che siamo golosi di dolci? La sera di fronte alla stazione di Grand Central Terminal, abbiamo preso il Bus per l’aereoporto Newark (potreste avere difficoltà a pagare con carta di credito, anche se lo chiedete in mille lingue e bisticciate con l’autista, come è capitato a me, quindi consiglio di tenervi dei contanti giusti per acquistare il biglietto dall’autista, che da anche il resto). Il fatto che abbiamo visto praticamente tutta New York, attuttisce la malinconia della partenza… però ricacciare dentro la lacrimuccia è stato difficile… durante il viaggio di ritorno dall’oblò dell’aereo la vedevo allontanarsi lentamente e già sapevo che al ritorno a casa sarei stato un’altra persona… ora che ve la racconto capisco in quante cose è cambiata la mia vita e il mio modo di pensare, questa città ha superato tutte le mie aspettative, arrivederci Big Apple …



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