2 in moto, Scoprendo la Provenza

2 in moto, Scoprendo la Provenza. È solo Aprile io e Chiara abbiamo deciso che la nostra vacanza sarà in moto: destinazione Francia. Abbiamo in mente le immagini dei campi di lavanda e girasoli che contrastano il verde dei prati e l’azzurro intenso del cielo. Paesi arroccati sulle colline e città d’arte e storia. Non riusciamo a...
Scritto da: Alberto 68
2 in moto, scoprendo la provenza
Partenza il: 09/06/2009
Ritorno il: 18/06/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
2 in moto, Scoprendo la Provenza.

È solo Aprile io e Chiara abbiamo deciso che la nostra vacanza sarà in moto: destinazione Francia. Abbiamo in mente le immagini dei campi di lavanda e girasoli che contrastano il verde dei prati e l’azzurro intenso del cielo. Paesi arroccati sulle colline e città d’arte e storia. Non riusciamo a toglierceli dalla mente e così decidiamo la nostra meta da veri “motard”, anche se sarà la nostra prima vera vacanza su due ruote. Arrivato il tempo delle vacanze vestiamo i caschi, carichiamo le borse e via.

Prima tappa. Attraversiamo il Monginevro, il tempo non sembra dei migliori. L’aria è frizzante tanto che sulle cime più alte c’è addirittura neve fresca, inusuale per la metà di giugno. Scolliniamo e scendendo dalla parte Francese raggiungiamo Briancon, dove ci fermiamo a pranzare, proprio di fronte alla rocca. Poi giù verso Embrun. A Gap imperversa un temporale che ci accompagnerà fino alla metà: Sisteron. Con le estremità fradicie, raggiungiamo il primo albergo che ci ospiterà per la notte. Sisteron al mattino ci sorprende. Il sole, il mercato nella piazzetta del centro ma soprattutto la fortezza, protagonista più volte nella storia Francese ed Europea. Baluardo difensivo della città e struttura protettiva sulla via Domizia fu prototipo delle fortificazioni Francesi. Passano poche ore dalla sveglia che carichiamo di nuovo la moto e via, verso sud. Durante la strada incontriamo Montfort, paesino arroccato che attira la nostra attenzione pur non avendo particolare storia. Di fronte gli spettacolari “Rocher des Mées ”. Oltre 100 rocce a forma di cuneo come tanti frati in processione. Proseguiamo verso Forcalquier per una breve tappa con spuntino, visitiamo il centro e la cittadella, posta in cima ad una collina sovrastante il paese con una cappella ottagonale, dove ogni domenica si tengono concerti di campane. Non ci fermiamo oltre e macinando chilometri tra le strade di campagna, prima di arrivare ad APT, svoltiamo a sinistra, istintivamente, alla ricerca del paesaggio “selvaggio”. Attraversiamo i primi campi di lavanda fino a giungere a Saignon, di cui ci colpisce principalmente la piazzetta con l’enorme fontana di acqua fresca utilizzata dal bar per riempire le classiche “Carafes” d’acqua e il panorama sulla campagna sottostante. Si fa tardi e proseguiamo verso APT per trovare una sistemazione per la notte. Tutte le “chambre d’hôtes” piuttosto che le gites de France risultano inesorabilmente al completo, così ci dirigiamo verso un hotel. Al mattino seguente, gustando croissant e brioches seduti al sole di una panchina, decidiamo di visitare i paesi d’ocra, la cui caratteristica sono le falesie, ricche di ocra, che colorano di giallo, rosso, arancione i paesaggi. A Rustrel visitiamo quello che viene chiamato il “Colorado Provencal”. Un percorso in mezzo al bosco contraddistinto da speroni, “rocce” e Dune dai colori accesi, giallo, rosso, impossibile da raccontare ma da visitare. Da Rustrel andiamo a St. Saturnin les Apt, che di ocra ha solo la vicinanza ma di caratteristico invece il mulino a vento. La spagna è ancora lontana, ma dalla cima della collina pare scorgere in lontananza “Don Chisciotte”. Anche la rocca è particolare, immersa nella tranquillità di un pomeriggio apparentemente estivo. Tra canti di cicale e ginestre fiorite. Passando da Gargas, paese con l’unica “miniera” di ocra in attività ci dirigiamo verso Goult. Non sappiamo bene cosa ci attiri, però scopriamo anche in questo caso un classico paese di origine medievale, fiorito e tranquillo. L’animazione attorno ai due ristoranti presenti sulla piazza principale ci ricorda che è ora di pranzo, così ci fermiamo anche noi per un break. Il pomeriggio lo dedichiamo a visitare Roussillon, patria dell’ocra e al suo percorso “terre des ocrés”. Ci ricorda Rustrel, ma anche qui ci affascinano i colori rossi intensi, quasi bruciati, immersi nel bosco di pini marittimi, anche se il mare è distante centinaia di chilometri. Il mistero lo svela la visita, che lega alla natura del terreno la formazione di una flora così differente dal contesto geografico. I ristorantini romantici del paese ci supplicano e noi ci fermiamo a pernottare qui. Prima facciamo però una veloce visita a Gordes e Senanque distanti poche decine di chilometri. La prima sul tramonto e la seconda nel silenzio del fondo valle solcato da una leggera brezza. Il mattino seguente partiamo ritemprati e rifocillati cavalcando il nostro cavallo a motore verso uno dei paesi, ritenuti i più belli di Francia, Gordes. Effettivamente la caratteristica principale di costruzione, lo stato e la cura verso questi luoghi “turistici” sono invidiabili, inoltre il periodo “fuori stagione” ci permette di gustare appieno di questi gioielli, patrimonio dell’umanità. L’abbazia di Senanque fa sprofondare il visitatore in un silenzio votivo, di rispetto per quel luogo religioso immerso nella pace della natura. Chi ha però in mente l’immagine dell’abbazia immersa nella lavanda, resterà deluso. Quest’anno, come per quello trascorso, sui campi di fronte all’abbazia hanno seminato grano al posto della lavanda. Con la moto già pronta proseguiamo con la visita della Provenza, su strade secondarie e praticamente deserte ci dirigiamo verso un luogo caro anche a noi italiani, la seconda patria di Francesco Petrarca: Fontaine de Vaucluse. Proviamo immaginare come dovesse essere il Sorgue all’epoca di Petrarca. Percorrendo la riva destra del fiume appena riaffiorato dalle profondità della terra e immersi nella natura rigogliosa ci viene in mente il poema che ritrae questi luoghi “chiare fresche dolci acque” e Laura, per la quale il poeta si trasferì dall’Italia. Dall’altro lato purtroppo il turismo ha messo contaminato il paesaggio, ristoranti, artigianato, souvenir lasciano poco spazio ai platani ultracentenari. La fonte, non è nient’altro che un fiume sotterraneo che sfocia in superficie, dando vita al Sorgue con le sue acque trasparenti che riflettono il verde della natura circostante. Ripartiamo dopo aver visitato il Museo di Petrarca verso “Isle sur la Sorgue”. La cittadina ha la caratteristica di essere percorsa da canali sui quali sono presenti vecchie ma funzionanti ruote ad acqua. Comunemente alle altre cittadine anche il centro storico di “Isle sur la Sorgue” è esclusivamente pedonale, ciò permette di passeggiare tranquillamente tra stretti vicoli tra i negozi locali e dehors di bar e ristoranti per rilassanti soste.

La tappa successiva ci vede ad Avignon , la città dei Papi. All’entrata della città restiamo imbottigliati nel traffico caotico e nel caldo soffocante della pianura, del caso e della giacca. Senza climatizzatore sentiamo la differenza e nella lentezza delle code soffriamo la “canicola”. Decidiamo così di visitare velocemente i simboli della città. Il centro storico è invaso da turisti di tutti i paesi. Abituati alla tranquillità dei paesini finora incontrati, accusiamo lo stress cittadino e la frenesia delle persone in strada , per lavoro, per shopping per turismo. Visitato il palazzo dei papi e “le pont d’Avignon” “scappiamo” letteralmente verso località più rilassanti: St. Remy de Provence. Il paese è famoso per essere stato luogo di nascita di Nostradamus ma soprattutto per aver ospitato Van Gogh nella locale casa di cura psichiatrica di quei tempi. Resta il “percorso Van Gogh” con il quale ripercorrere alcune opere famose dell’artista realizzate nel paese. Il centro storico è caratteristico per i vicoli stretti architettura razionale. A pochi Chilometri è presente un sito archeologico di origine romana “Glanum” importante per le testimonianze greco romane nella zona delle Alpilles, la formazione montuosa su cui si affaccia St. Remy de Provence.

Proseguendo andiamo verso sud, Percorriamo la strada che attraversa le “Alpilles” verso Baux en Provence, un susseguirsi di curve in salite prima e discesa poi per valicare e poi discendere verso Arles. Baux en Provence è conosciuto per le sue origine medievali e prende il nome dalle miniere di bauxite utilizzata per la produzione di alluminio. Verso Arles ci imbattiamo nell’acquedotto romano di Vielleville che serviva per rifornire d’acqua la città Romana di “Arles”. Sempre per strada incrociamo l’abbazia di Montmajour. Proseguiamo per la Camargue, la nostra prossima tappa è St.Maries de la Mer. Il panorama inizialmente è familiare, risaie ovunque, ma avvicinandosi agli enormi stagni prendono sempre più consistenza i “marais”, ovvero tratti di palude che alternano periodi di secca a periodi di allagamento dando così la linfa vitale all’ecosistema di tutta la Camargue. I Fenicotteri Rosa sono presenti in ogni stagno, da poche decine a centinaia, con le loro lunghe “gambe” e la loro elegante goffaggine. La spiaggia si perde all’orizzonte, circa trenta chilometri fino alle saline di St. Giraud. Nel fine settimana la cittadina si anima dei pendolari del Weekend, ristoranti e locali propongono il meglio, e in ogni ristorante sono presenti chitarristi “gitani” che propongono il repertorio musicale dei gipsy king “re dei gitani”. Per chi ama le gite a cavallo un ampia scelta di escursioni, dall’ora all’intera giornata, immersi nella natura selvaggia della Camargue. Anche la strada che percorre il versante orientale del “etang de Vaccares” permette di inoltrarsi nella natura incontaminata e silenziosa, fino ad arrivare al faro di … Percorrendo la strada fino a Salin de St. Giraud si raggiunge la spiaggia di Piermanson , ideale per il Kite Surf grazie al vento ma soprattutto a km di spiaggia deserta, o quasi.

Ma noi non ci arrestiamo e oltrepassato il Rodano grazie al BAC di Port St. Louis, ci dirigiamo verso Martigues, e poi a nord di Marsiglia verso Aix en Provence. Siamo allergici al caos e al traffico e in questo tratto di strada, purtroppo tangenziale, è fastidioso. Notiamo il paesino di Fou de Bou, ma proseguiamo, a causa dell’ora e dei chilometri da percorrere. Evitiamo anche Aix en Provence. Dopo aver provato ad entrare in città strade chiuse e code, ci fanno cambiare idea e così ci dirigiamo verso Greoux les bains.

Paesino caratterizzato dalle Terme curative per reumatismi e problemi respiratori, Greoux è tranquillo e colorato. Le chateaux des Templiers domina dall’alto, giusto il tempo per riposarsi e la mattina dopo, giro per il centro e via verso il Verdon. Attraverso campi rossi di papaveri e viola di lavanda attraversiamo, Verso Valensole, il piano omonimo. Uno dei percorsi principali delle “route de lavande”. La strada è nostra, impregnata dei profumi di fine primavera, lavanda, ginestra, gelsomino. La moto ci permette brevi soste per ammirare il panorama accompagnati da grilli e cicale. Il tempo sembra fermarsi e con la nostra macchina fotografica, lo immortaliamo istantanee coloratissime. Da Valensole a Riez, altro centro caratteristico e tipico della provenza. Non possiamo evitare Moustier St.Marie, arroccata così com’è tra due spuntoni di roccia, con la sua buona stella che domina e protegge. La leggenda narra che un crociato avesse fatto voto di “appendere” una stella sopra il proprio paese nel caso in cui avesse fatto ritorno. Anche qui una sorgente sgorga dalla roccia proprio a pochi passi dal centro del paese, alimentando così le fontane del paese di acqua limpida e fresca. Partiamo alla volta delle “gorge du Verdon”, le gole lunghe circa 20 km. Dalla strada la panoramica sul lago de St.Te Croix, di un colore verde smeraldo, iniziamo l’ascesa lungo il tratto nord del canyon. Precipizi fanno venire le vertigini, guai a soffrire l’altitudine. Dalla località “Palud”dopo una sosta senza siesta, iniziamo a percorrere la “route du Cretier” un anello, con ritorno sempre a la “Palud”, che raggiunge altezze di circa 1000 mt sul livello del mare con una sequenza di belvedere da brivido sulle “gorge”. Con un po’ di fortuna, si possono vedere in volo gli avvoltoi, re-immessi in questo habitat dopo essere scomparsi. Concludiamo la strada e poi andiamo verso Castellane. La strada che costeggia il Verdon è un susseguirsi di curve che, in velocità da crociera, diventano divertentissime. Scendiamo poi sul greto del torrente a rinfrescarci un po’. Da Castellane Imbocchiamo la “Route de Napoleon” ovvero la strada seguita da Napoleone di ritorno dall’isola d’Elba che lo portò da Nizza fino a Parigi attraversando Grasse, Castellane, Digne les Bains e via dicendo. Sono passate le 18.00 e questa strada è fantastica. Mi accodo ad un’altra moto ed insieme percorriamo i sessanta km fino a Vallier de They, in un susseguirsi di boschi saliscendi, curve ampie con visuale perfetta. Sempre entro i limiti di velocità ma soprattutto senza rischiare. Nel paesino, caratteristico per l’enorme prato “le Pré”, troviamo un hotel per Motard. Decidiamo di fermarci due notti per recuperare. All’indomani visitiamo Grasse , capitale dei profumi e profumieri fin dal 1800. Come non visitare due delle più rinomate case di profumi d’eccellenza. Poi un giro nel centro storico e, via verso Cannes, per sfruttare la giornata soleggiata e godersi, dopo tanti km, la spiaggia. Al ritorno ci fermiamo ancora a Grasse per cenare per poi rientrare in hotel. La tappa finale con rientro ci vede ancora sulla Costa Azzurra. Visitiamo ST.Paul de Vence. Ancora sorprese nella strada interna che ci porta da Grasse. St Paul de Vence è un piccolo gioiello incastonato sulle colline prospicienti la costa azzurra. Di origine medievale ha mantenuto inalterata la sua natura raccogliendo al suo interno artisti e pittori. A Nizza percorriamo la “Grande Corniche” strada Panoramica sulle alture dalle quali spiccano tutte le sfumature del mare. Ma siamo al termine del nostro tour e lasciando la costa, ci dirigiamo verso Sospel. Da qui la strada ci porta verso il Colle del Tenda costeggiamo il torrente Roya. Avremmo voglia di fare altri chilometri magari verso il Colle del Turinì, invece proseguiamo verso L’Italia. Da Limone Piemonte, Cuneo e Torino attraversando la campagna. La differenza paesaggistica è notevole sia dal punto di vista architetturale sia per la natura. La strada è più trafficata, sembra di essere entrati in un altro mondo, oppure rientrati nella realtà. L’aria è sempre più calda. A fine giornata arriviamo a casa, stanchi ma soddisfatti, per aver assaporato dolci paesaggi, romantici campi di papaveri e lavanda. Mille colori nella terra di molti artisti impressionisti che hanno immortalato su tela i panorami che noi, dopo centinaia di anni, possiamo ancora ammirare. La Provenza è una terra ricca di colori, di sapori e di profumi ed è anche terra adatta ai motociclisti, che siano però disciplinati e rispettosi, tra le stradine di campagna e quelle di città, da una fortezza ad un mulino a vento, dalla montagna al mare. E noi siamo pronti per una nuova avventura su due ruote.



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