16 giorni in giro per il Giappone

Viaggio in treno dalla tradizione di Kyoto alla modernità di Tokyo, passando per la storia di Hiroshima, la novità di Osaka, la spiritualità di Koyasan e la calma di Kanazawa.
Scritto da: vespertin
16 giorni in giro per il giappone
Partenza il: 20/04/2013
Ritorno il: 08/05/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 3000 €
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Il mio viaggio in Giappone è cominciato un po per caso, un po per avventura, un po perché sin da quando ero piccolo ho sempre desiderato visitare questo paese… forse perché noi ragazzi anni 80 siamo cresciuti a pane e cartoni animati giapponesi, che oltre a farci sognare con immagini di una Tokyo futuristica ci hanno insegnato anche tanto su questo paese dal punto di vista delle abitudini, usi e soprattutto cibo.

Quindi mi sono messo a spulciare offerte per voli aerei fino a quando ho trovato l’offerta giusta: volo Fly Emirates da Roma A/R, prezzo totale 650 euro. Offerta da comprare entro il 2 Dicembre per volare da Marzo a Giugno dell’anno successivo. Bene, detto fatto.

Il volo comprende uno scalo a Dubai di 4 ore all’andata e di 12 ore al ritorno. Un po scomodo forse per chi non intende fermarsi, ma io approfittando della lunga sosta ho visto anche per quanto ho potuto Dubai. Sono arrivato alle 4 di mattina a Dubai, intorno alle 6 ho preso un taxi che mi ha fatto fare una panoramica di Dubai, portandomi fino all’ Atlantis Palm Resort. Foto di rito, in taxi di nuovo fino al Burj-al-Arab (l’albergo a forma di vela) e poi mi sono fatto lasciare al Burj Khalifa, per intenderci l’edificio più alto del mondo. Per chi intendesse visitarlo consiglio di fare come ho fatto io, prenotare la visita online dall’Italia al costo di 35 euro (perché da forum ho letto che comprare li il biglietto costa circa 70 euro). La vista è spettacolare, si vede questa accozzaglia di palazzoni extra-lusso e tutto intorno deserto… da dire che la vista è molto suggestiva , anche se a me nel complesso Dubai non mi ha entusiasmato molto. Inoltre il caldo era davvero asfissiante (ed era maggio); immagino come deve essere li nella stagione calda. Per cercare un po di refrigerio mio sono rifugiato nel centro commerciale che è alla base della torre. È immenso, c’è addirittura un campo da hockey sul ghiaccio all’interno, oltre a una miriade di catene dove mangiare cibo non proprio locale.

Per organizzare il mio viaggio io ho consultato soprattutto turisti per caso da cui ho potuto ricavare una prima base per organizzare il mio giro. Poi ho consultato http://www.japan-guide.com/ che è un sito davvero utilissimo perché è organizzato per zone del Giappone e ti spiega per bene in ogni zona cosa vedere, con info sugli orari di apertura, prezzi e come raggiungere i siti attraverso mezzi pubblici.

Altre notizie le ho trovate su che sarebbe il sito ufficiale dell’ente del turismo giapponese.

Un altro sito che voglio segnalarvi è http://www.hyperdia.com/en/ che permette di consultare gli orari dei treni giapponesi, una serie infinità di blog e siti vari.

Inoltre vorrei segnalare due iniziative che a me sono piaciute un sacco. Si tratta di Kyoto free guide http://kyotofreeguide-kyotofreeguide.blogspot.it/ e Tokyo free guide http://www.tokyofreeguide.com/. In pratica si tratta di una database di guide volontarie che mettono a disposizione la loro conoscenza della città per portarti in giro. Il funzionamento è molto semplice, ti registri, dai un po di informazioni personali e preferenze su cosa vorresti visitare (se ne hai) e dopo qualche tempo verrai contattato direttamente dalla tua guida, in modo tale da potervi organizzare. L’unico vincolo è che devi provvedere alla tua guida per il pranzo, eventuali spese di trasporto e eventuali visite a pagamento. A Kyoto mi ha accompagnato una donna di 38 anni, Chieko che parlava italiano abbastanza bene e inoltre aveva un pass per le attrazioni che abbiamo visitato (quindi non le ho dovuto nemmeno pagare gli ingressi), mentre a Tokyo mi ha accompagnato Yurie, una ragazza simpaticissima che parlava un italiano quasi perfetto che mi ha portato a vedere degli angoli di Tokyo che altrimenti non avrei visto.

Considerazioni e consigli

Trasporti: Inutile dire che il trasporto pubblico in Giappone non ha rivali. È organizzato in maniera perfetta, niente ritardi, comodo e facilissimo da prendere. Nonostante la barriera linguistica non ho mai avuto difficoltà ad individuare il treno giusto.

Io avevo il Japan Rail pass per 14 giorni (331 euro) che è comodissimo. Quasi tutte le destinazioni che io volevo visitare erano coperte, quindi considerando che in Giappone i treni costano davvero tanto è un bel risparmio. Inoltre il JRP copre anche la linea Yamanote della metro di Tokyo che tocca tutti i punti di interesse turistico all’interno della città di Tokyo e il traghetto per l’isola di Miyajima ad Hiroshima.

L’esperienza nello Shinkansen è da fare; come buona tradizione giapponese il controllore quando entra nel vagone comincia i suoi saluti di rito, mille inchini e dopo averti controllato il biglietto si segna dove scenderai cosicché fino alla discesa non verrà più a richiederti il biglietto… comodo, no?

Altra cosa che a me piace è che sugli Shinkansen non si può parlare al cellulare, ma ci sono delle cabine apposta all’uscita di alcuni vagoni, pochissima gente che parla tra loro e i giapponesi sui treni o dormono o stanno a messaggiare tutto il tempo… insomma nessuno che ti disturba.

Altro discorso è l’autobus/tram …. adesso qui vorrei fare una parentesi. C’è da dire che il Giappone è un paese che secondo me è standardizzato, nel senso che le cose che funzionano sono state replicate su scala nazionale. Insomma in tutto il Giappone troverai lo stesso cavalcavia, lo stesso ponte, l stesso distributore delle bibite e lo stesso modo di pagare il bus. Nel bus in Giappone si sale dal fondo e si scende davanti, passando davanti al guidatore. Al suo fianco c’è una comoda macchinetta che allo stesso tempo ti fa pagare, cambiare i soldi e scalare i soldi se si è dotati di tessera. Se non si capisce bene quanto pagare, niente paura, l’autista ve lo indicherà sul display di una calcolatrice. Inoltre, un’abitudine che mi è piaciuta un sacco è che il conducente saluta tutti quelli che scendono ad uno ad uno

Soldi: bene, diciamo che io leggendo avevo saputo che qualcuno aveva avuto problemi a prelevare, quindi mi ero portato soldi in contanti, carta di credito ed avevo caricato anche i soldi sulla postepay. Bene, a circa metà viaggio mi sono terminati i contanti, quindi sono andato con il mio bancomat del circuito Maestro e sorpresa… nessun ATM lo accettava. Gli ATM che si trovavano all’interno dei 7eleven accettano carte internazionali (ma anche qui Maestro nulla) e sono riuscito a prelevare con la postepay visa. Mentre la carta di credito Mastercard è stata accettata dappertutto. C’è da dire che in molti ristornati e negozi la carta è accettata, ma comunque loro prediligono il pagamento in contanti.

Cibo: io, manco a dirlo ho mangiato di tutto e quasi tutto quello che ho mangiato mi è piaciuto. Ovvio bisogna adattarsi ed essere disposti a mangiare cibo locale, anche se io quando viaggio mangio sempre cibo locale. Io, al contrario di quanto pensavo prima di partire non ho speso tanto per mangiare, anzi spendevo meno che in Italia. C’è da dire che prediligevo ristorantini alla buona, quelli tradizionali con pochi posti davanti al bancone e la tendina fuori… come si vedono nei cartoni animati, ma secondo me sono i posti dove si mangia meglio. Inoltre a pranzo spesso compravo qualcosa da asporto (tipo gli onigiri) nei depachika di cui qualsiasi stazione giapponese è piena.

Lingua: ecco uno dei punti dolenti… sarò stato sfortunato io, ma non ho beccato tante persone che parlavano inglese. Però nonostante tutto, anche se non capivo nulla di quello che mi dicevano, mi piaceva tantissimo starli ad ascoltare in quel loro modo così cerimonioso di parlare. Poi a mio modo di vedere i Giapponesi sono delle persone cordiali e gentili, e soprattutto si prodigano molto per i turisti. Molti hanno dei traduttori elettronici e quindi quando sono in difficoltà ti mostrano sul display la traduzione in inglese. Vorrei raccontare un episodio simpatico che mi è capitato all’interno di un negozio. Dovevo comprare una scheda telefonica internazionale, ma la ragazza alla cassa non riusciva a capire cosa diceva. A un certo punto mi ha fatto cenno di aspettare, è andata a prendere l’Iphone e mi ha ha fatto cenno di parlare. Ha attivato il traduttore e subito ha capito cosa volevo. Furba e funzionale

Insomma parto da Roma alle 15.00 del sabato 20 Aprile e dopo 6 ore + 8 e 4 di scalo atterro all’aeroporto di Tokyo Narita alle 17.00 di Domenica.

Qui fila per il visto, molto veloce dopodiché ritiro del Japan Rail Pass e viaggio verso Tokyo.

Avevo prenotato per la prima sera un albergo nella zona di Ueno (Hotel New Tohoku – 45euro/notte), una sistemazione alla buona proprio all’uscita della stazione di Ueno.

Devo dire che il mio primo impatto con Tokyo non è stato proprio dei più facili, visto che non riuscivo a trovare il mio albergo e dovevo trascinarmi dietro la mia valigia. Mentre continuavo a girare in tondo mi sono fermato a chiedere indicazioni e qui il primo impatto col popolo giapponese… niente inglese, ma armato di smartphone e pazienza, mi ha accompagnato fin fuori l’albergo. Che dire, gentilissimo!!

Dopo una doccia veloce mi sono fermato a mangiare in uno di quei ristoranti che restano aperti 24 ore, e cosa potevo prendere se non sushi e sashimi?? Non male anche se non dei migliori

22 Aprile – Kyoto

Treno presto e in meno di due ore sono a Kyoto. Appena sceso piacevole benvenuto in Giappone. Dal mio stesso treno è scesa una scolaresca in visita a Kyoto, con tanto di divisa come ho sempre visto nei cartoni animati. Tutti mi guardavano e parlavano tra loro con tanto di sorrisini. Appena ne ho salutato uno, hanno preso coraggio… mi hanno cominciato a salutare tutti.

Bene, raggiungo il mio Hotel preso da Japanican.com (Hotel Anteroom – camera singola a 35euro /notte). L’hotel in se è molto bello e moderno, con anche una piacevole galleria d’arte al pian terreno, e a solo un quarto d’ora a piedi dalla stazione. Un po scomodo perché si trova dalla parte opposta della stazione rispetto al centro, ma comunque una buona soluzione.

Alla stazione di Kyoto, che tra l’altro è bellissima, c’è un grande centro commerciale al piano -1 e una galleria di ristoranti, ma soprattutto c’è un ufficio turistico molto grande e ben organizzato.

La mia prima tappa è stata la visita ai complessi Nishi Honganji e Higashi Honganji che sono abbastanza vicini alla stazione di Kyoto (circa un quarto d’ora a piedi). La visita ai due complessi è gratuita, però a parte i due templi non c’è molto da vedere. Sono molto grossi e ben tenuti e l’interno è grandioso, inoltre quando ci sono entrato stavano facendo una sorta di rito con alcuni bambini. Ricordo che in tutti i templi (e anche nelle Ryokan e molti ristoranti) si entra senza scarpe quindi è bene portarsi molte paia di calzini.

Abbastanza vicino c’è la stazione della JR di Tanbaguchi che con una sola fermata porta a Nijo dove c’è il castello di Nijo. Il castello di Nijo, (ingresso 600 Yen) rappresenta l’antica residenza del primo shogun del periodo Edo, Tokugawa Ieyasu. Costituito da cinque grandi costruzioni (che formano il Palazzo di Ninomaru), è caratterizzato da un’architettura Momoyama, le famose costruzioni giapponesi con pareti di carta scorrevoli e bellissimi dipinti alle pareti. La cosa caratteristica del castello di Nijo sono i pavimenti “ad usignolo”, che emettono suoni quando vi si cammina sopra, avvertendo della presenza di intrusi.

Mentre mi incamminavo mi si avvicina una ragazza e mi chiede “Are u Spanish?” semplicemente perché stavo scroccando una visita guidata con alcuni turisti spagnoli. Lei è indonesiana e anche lei è in vacanza da sola, quindi ne abbiamo approfittato per passare il resto della giornata insieme.

Abbiamo deciso di andare a visitare il complesso d Fushimi-Inari che rimane una delle cose più belle che abbia visto in Giappone. Il complesso è un complesso scintoista, quindi caratterizzato dal colore rosso vermiglio e dal grande torii di ingresso. La mia amica Chieko mi ha spiegato che non bisogna mai entrare attraverso il torii dal centro, ma sempre attraverso i due lati, perché dal centro deve passare solo la divinità. I complessi scintoisti sono generalmente dedicati ad una divinità (soprattutto) della natura. In questo caso è dedicato ad Inari, la divinità volpe. Il complesso è gratuito e soprattutto è sempre aperto, quindi si può lasciare la visita dopo aver passato la giornata a visitare gli altri templi. Infatti in Giappone la maggior parte delle attrazioni chiudono intorno alle 16, quindi bisogna organizzarsi bene per riuscire a vedere tutto.

Il complesso si estende su un’intera collina, dove alla base c’è una serie di templi, poi da qui partono dei percorsi composti da centinai di torii che si inerpicano su per la collina. Passare attraverso questo percorso è davvero suggestivo, specialmente se fatto alla luce del tramonto come abbiamo fatto noi. Peccato non averlo potuto fare tutto, ma abbiamo cominciato a sentire freddo e siamo rientrati. C’è da dire che la sera in Giappone fa davvero freddo per essere aprile.

Vabbè, cosa fare? Non ci resta che provare il primo ristornate giapponese. Io e Malikah decidiamo di andare a mangiare nella zona di Gion, che sarebbe l’antico quartiere delle Geishe. Ma a parte che di Geishe non e abbiamo viste manco una, ci sembrava anche una zona un po’ malfamata. Alla fine abbiamo capito di aver sbagliato zona, quindi decidiamo di mangiare in un ristornate alla buona, dove prendiamo una zuppa di Tofu e una scodella enorme di Udon, te a pioggia per la cifra di 900 Y… un’inezia.

23 Aprile – Kyoto

Oggi è il giorno in cui andrò in giro con Chieko, la ragazza che si era offerta di farmi da guida attraverso Tokyo free guide. A noi si unisce anche Malikah e il posto lo sceglie lei. Andiamo a visitare il complesso di Kibune, che è un tempio che si trova nella zona Nord di Tokyo. Per raggiungerlo dobbiamo prendere un treno non coperto dal JR + un autobus. In circa un’ora siamo li. Il posto mi colpisce, primo perché non è invaso da turisti (giapponesi e non) e poi regna una pace e un silenzio davvero rilassanti. Inoltre i paesaggi sembrano proprio quelli visti nei film, con la scala in pietra che si inerpica verso l’ingresso del tempio. Avremmo voluto anche andare a visitare il complesso di Karuma, ma per poterlo raggiungere dovevamo fare un percorso di trekking sulla montagna, ma Chieko non se la sentiva, così abbiamo desistito.

Qui ho visto una cosa particolare. Siccome ci sono un bel po’ di ruscelli, in estate montano delle piattaforme sospese sui fiumi su cui è possibile mangiare; peccato non essere in estate. Ci sarebbe piaciuto mangiare qui, ma Chieko ci dice che il posto è molto caro, così decidiamo di mangiare una volta rientrati a Kyoto.

Chieko ci ha portato a mangiare in un tipico mercato giapponese, tipo gallerie al coperto con bancarelle che vendevano di tutto e ristorantini davvero economici. Abbiamo preso il Ramen e anche qui una cifra irrisoria (700 Y a testa)… ma che buono.

A questo punto andiamo diritti al Kinkakuji, il famoso padiglione d’oro. Il tempio era in realtà un’antica villa di uno shogun, che poi è stata adibita a tempio Zen. Da quanto mi ha spiegato Chieko, il tempio non è originale ma è stato più volte bruciato e ricostruito, l’ultima da parte di un monaco fanatico.

Comunque è davvero bellissimo, a guardalo al di la del piccolo lago che c’è davanti sembra finto. Abbiamo proseguito nella visita del boschetto(ogni tempio che si rispetti deve aver il suo boschetto) e qui ho trovato un bonsai di ben 600 anni.

Prima che chiudesse siamo andati a visitare il tempio Ryoan-ji citato su tutte le guide turistiche per il suo famoso giardino di sabbia e pietre. C’è una ricostruzione del giardino all’ingresso che ti mostra che nel giardino ci sono 15 pietre ma da qualunque punto osserverai il giardino, ne vedrai sempre solo 14… vero.

È difficile descrivere la sensazione che si ha nel visitare un tempio zen…. ti dici, è solo un giardino di sabbia e pietre eppure ti trasmette sensazione di calma e serenità autentica… sarà l’atmosfera, sarà il fatto che è completamente avvolto nel silenzio, ma comunque la sensazione che si prova è indescrivibile.

Chieko ci accompagna al centro e ci saluta regalandoci prima un piccolo origami portafortuna. Visitiamo il centro di Kyoto, dove ci sono soprattutto centri commerciali e negozi. Che bello, in ogni negozio che entri le commesse ti dicono qualcosa che ovviamente non capisco con il sorriso e inchinandosi. Sembra che qui abbiano dimenticato cosa siano le buone maniere e la disponibilità.

Mangiamo al Musashi Sushi, ristorante kaiten sushi (con il sushi che gira sul nastro tanto per intenderci) citato anche su trip advisor e quindi pieno di turisti ma anche tanti giapponesi. Il sushi è davvero ottimo, con porzioni molto grandi e te a volontà. Ho preso 8 piattini di Sushi, una zuppa di miso per un totale di 1100 Yen… ottimo.

24 Aprile – Kyoto

Oggi mi sveglio sotto una pioggia torrenziale e anche non molto bene. Devo ancora riprendermi dal jet-lag e soprattutto dai cuscini che in Giappone sono davvero scomodi.

Oggi dedico la visita alla zona EST della città di Kyoto. Per prima cosa visito il Sanjusangendo (entrata 600 Yen). All’interno ci sono 1001 statue di bronzo raffiguranti la dea Kannon con al centro una grande statua. Peccato sia proibito fare foto, ma la vista è davvero impressionante. Anche qui all’esterno tipico giardino giapponese, con tanto di canna di bambù a fare da fontana. Anche qui incontro un’anziana coppia di Giapponesi che mi chiedono da dove vengo. Quando dico loro che sono italiano subito mi sorridono e cominciano a chiedermi : Inter? Nagatomo?… peccato che io tifo Napoli, ma non voglio deluderli. Comunque ancora una volta constato che appena dici che sei italiano susciti una simpatia naturale nei Giapponesi. Chissà come mai ci trovano così simpatici.

Oggi piove davvero tanto ma non posso certo fermarmi, così vado a vedere il Kyomizudera, uno dei complessi di templi più grande di tutta Kyoto. Il complesso è molto bello, perché è agglomerato di tanti piccoli templi, pagode e templi più grandi. Gente ovunque, pieno di ragazzi in divisa scolastica che appena mi vedono vogliono subito farsi una foto o parlare in inglese e soprattutto un ragazzino mi stupisce” Where are u from?”, Io “Naples” lui”Naples? Maradona…”…. ohh, finalmente e poi un altro “pizza…” cosa volere di più? Pieno di ragazze in kimono che non sono tanto propense a farsi fotografare. Per scendere dalla collinetta del tempio si attraversa lo storico quartiere di Higashiyama, che presenta ancora tracce dell’antico Giappone con case basse di legno che sono state adibite soprattutto a ristorantini e negozietti di souvenir.

Ho fatto una scorpacciata di te e dolcetti ripieni di fagioli dolci (azuki) che ti offrono in ogni negozio che entri.

Qui mangio dei panini con dentro della carne cotti al vapore (Nikuman) che non mi piacciono tanto e dei dolci fatti con delle palline infilzate su uno spiedino, coperte di una salsa densa scura e serviti da intingere in una polvere ocra (Dango). A me non sono piaciuti, ma sembra che siano molto popolari.

All’interno del quartiere trovo anche un negozio che vende gadget dello studio ghibli, ma visto che lo visiterò non esagero negli acquisti.

Proseguo sotto la pioggia fino al parco di Maryuyama, sarà la pioggia o il fatto che i ciliegi sono tutti sfioriti, ma non è per niente come me lo ero immaginato. Abbastanza deluso torno indietro destinazione albergo… ma tornando indietro scopro che il Kodaji temple rimane aperto fino a tardi e il giardino zen sarà illuminato. Decido di entrare (600 Yen) e mi rilasso ancora una volta davanti ad un giardino zen. Sono troppo bagnato per aspettare fino a tardi così decido di rientrare in albergo e scendere poi di nuovo per una visita notturna al quartiere di Gion. Questa volta imbocco la strada giusta e le Geishe le vedo. Decido di mangiare ramen e gyoza (ravioli giapponesi su piastra) ma qualità pessima e prezzo alto.

25 Aprile – Kyoto

Secondo il mio piano oggi volevo andare a Nara, ma complice la pioggia di ieri e il fatto che Kyoto è più grande di quello che mi aspettavo decido di esplorare gli ultimi posti di Kyoto non ancora visti.

Vado a visitare il padiglione d’argento Kinkakuji (500 Y), il tempio non è niente di che ma ha un giardino bellissimo e molto curato da esplorare. All’uscita decido di tornare indietro a piedi attraverso il Phylosopher’s Path. Una camminata lungo un fiumiciattolo di circa un paio di km. Non mi fa una grandissima impressione, ma forse con i ciliegi in fiore è tutt’latra cosa.

Sulla strada del ritorno mi fermo anche a visitare il Nazenji temple (ma solo dall’esterno e filo di corsa ad Harashiyama.

Per raggiungerla basta prendere il treno della JR e scendere a Saga-Harashiyama. Mi da l’impressione di un piccolo paesino di periferia, ma molto curato e con tanti negozietti. Mi avventuro verso il Tenruyuji temple intenzionato a visitare la famosa foresta di bambù. In realtà dopo scopro che per visitarla non era necessario entrare nel tempio. La foresta di bambù è bella, non c’è che dire ma me la immaginavo molto più grossa… una vera e propria foresta insomma, ma invece si tratta semplicemente di un boschetto. Comunque molto bello l’impatto e la sensazione che si prova.

Ridiscendo lungo il fiume e mi fermo più volte ad ammirare il panorama. Molto bello e rilassante, forse da fare l’escursione in barca lungo il fiume.

Torno in albergo e mangio in un posto vicino la stazione di Kyoto. Anche in Giappone sono incappato nei tipici problemi da orario di ristornate che imbecco quando sono all’estero. È difficile trovare un ristornate con la cucina aperta dopo le 22.30. Comunque quando entri un un ristorante e non possono farti mangiare ti inseguono fino a fuori per scusarsi.

Il posto in cui ho mangiato è Donguri (http://www.kyoto-donguri.co.jp/ ) un ristorante abbastanza elegante mi sembra ma dal prezzo molto contenuto. Specializzato nell’Okonomyaki (chiamata anche la pizza giapponese., è una sorta di frittata con dentro di tutto, dal sapore molto forte perché dentro c’è tanto zenzero). Ne ho presa una immensa con una birra (1943 Y – in pratica l’equivalente di 15 euro), ma veramente ottima

26 Aprile Hiroshima

Si parte per Hiroshima. Oggi rivedo la mia amica Malikah, con la quale insieme visiteremo Hiroshima.

Hiroshima mi ha fatto davvero un’ottima impressione, un posto molo solare, moderno e con la gente molto allegra… sembra che voglia dimenticare l’enorme peso storico che si porta addosso.

Siamo partiti visitando il memoriale della Pace, che è l’enorme parco che è stato costruito laddove fu sganciata la bomba a testimonianza di quanto accadde e monito perché non accada mai più. Il parco è molto bello, c’è la campana della pace che viene suonata ogni anno il 6 Agosto per ricordare la tragedia. Poi tante statue e lapidi e al centro una statua destinata a ricordare tutti i bambini che sono morti durante la tragedia. La statua, mi hanno raccontato, è dedicata ad una bambina morta per effetto delle radiazioni successive. La storia racconta che per potersi salvare doveva formare 1000 gru di carta (il famoso origami giapponese portafortuna), ma non riuscì a completarle… così adesso chiunque visita questa statua può lasciare una gru con un augurio o un pensiero per la pace.

Al termine c’è l’arco della pace davanti al quale ci si può fermare a pregare indistintamente se sei mussulmano, cristiano o buddista… se non è pace questa.

La visita al museo è un pugno nello stomaco. Si paga una cifra simbolica di 50 Yen, ma l’impatto su di me è stato devastante. Al piano terra c’è una presentazione della storia di Hiroshima, com’era e com’è diventata, un plastico di prima e dopo l’esplosione e la ricostruzione con tanto di lettere e documenti ufficiali di come sia stata fatta la scelta di Hiroshima. Ed è la cosa che ti mette più angoscia, sapere che l’obbiettivo era stato scelto perché avesse solo civili, non avesse subito forti danni a causa dei bombardamenti e fosse facilmente raggiungibile dal mare. Ma soprattutto quel giorno su Hiroshima splendeva il sole. Al piano superiore ci sono tantissimi reperti appartenuti a persone che hanno perso la vita durante l’esplosione, elencati con meticolosità tutta giapponese. Di sottofondo un filmato che viene mandato a ripetizione sulla celebrazione del 6 agosto con una musica piuttosto toccante.

Bene, all’uscita non avevo nemmeno la forza di parlare ma comunque la visita continua e ci siamo concessi una visita a Hondori Street dove abbiamo mangiato in un ristorante dove ci siamo cucinati da soli la carne su un fornello , zuppa di riso e sake caldo.. il tutto 1200 Y.

Nel pomeriggio visita al giardino Shukkeien Garden (250 Y), molto bello ampio e ben tenuto.

Dopo aver recuperato le valige alla stazione (a proposito, i coin locker presenti in quantità spropositata in tutte le stazioni giapponesi sono davvero comodissimi se si sta in visita in un posto un giorno solo e non si vuole portare dietro la valigia) e vado alla mia Ryokan. Si chiama Sansui Ryokan, è un po’ scomoda rispetto al centro città,ma comodissima per raggiungere il giorno dopo Miyajima. La proprietaria è gentilissima, parla pochissimo inglese ovviamente e mi fa anche una foto da appendere alla parete quando andrò via. Devo dire che la mia prima esperienza con una ryokan è andata molto bene…ho dormito alla grande (euro 32,64 a notte)

Per cenare sono andato nella zona di Okonomikura, dove ancora una volta ho mangiato spedini e birra, anche se qui la specialità è l’Okonomyaki… non ce la facevo avendola già mangiata la sera prima ma di ristoranti ce ne sono a bizzeffe.

27 Miyajima

La mattina prendo il treno della JR da Yokogawa per scendere a Miyajima-guchi. Qui comodissimo c’è il battello della JR compreso nel JRP, che in circa un quarto d’ora porta all’isola di Miyajima.

Fa strano avvicinarsi all’isola con questo torii enorme nell’acqua che segna l’ingresso nell’isola.

Dal porto per arrivare al Itsukushima Shrine (300 Y) bisogna fare una strada piena di negozietti che vendono tantissime cose da mangiare. Ho capito che la specialità del posto sono le ostriche alla brace, e certo mangiare ostriche nella baia dove 50 anni prima è stata sganciata la bomba atomica fa un po’ strano, ma la tentazione è troppo forte. Inoltre, altra specialità sono le crocchette di ostriche

Il tempio è molto suggestivo posto com’è sull’acqua, di notte deve essere uno spettacolo, ma rimanere qui di notte costa una fucilata.

Mi sono inoltrato nel bosco per raggiungere la funivia che mi porterà alla sommità del monte Misen. La funivia costa 1500 yen A+R e ti porta fino ad un punto molto panoramico da dove si vede tutta la baia e una miriade di isolette sparse nella baia… ma arrivati li, ormai tanto vale esagerare e raggiungere la vetta. Il cammino non è proprio agevole, anzi mi sono fermato un paio di volte ed è proprio in una di queste soste che ho conosciuto due ragazze australiane e una ragazza giapponese anche esse intente alla conquista della vetta. Ci siamo fatti coraggio a vicenda e siamo arrivati in fondo ma francamente il panorama era più bello all’uscita della funivia. Però lungo il percorso ancora una volta ci sono tanti templi nascosti tra rocce e foreste e statue che all’improvviso spuntano da qualche angolo.

Miyajima è famosa perché ci sono i cervi che sono lasciati liberi di girovagare e loro sembrano ormai abituati all’uomo, perché anziché scappare ti puntano appena fiutano che hai qualcosa di vagamente commestibile.

Bene è ora di tornare e prendere il treno per Osaka.

Ad Osaka alloggio al Shin-Osaka hotel che è vero che è molto vicino all’uscita della stazione, ma scomodissimo rispetto al centro città

28 Osaka

Stamattina parto presto per la visita dell’Acquario di Osaka.

Io ho fatto il biglietto cumulativo che per 2550 Yen permette l’ingresso nell’acquario + pass giornaliero per metro e bus ad Osaka. Io personalmente lo consiglio per due motivi, il primo è che ti risparmi una fila infinita alla biglietteria dell’acquario , secondo perché il solo biglietto dell’acquario costa 2300 Yen.

All’acquario c’era davvero troppa gente, quindi non me la sono goduto tanto, ma il corridoio sott’acqua e l’enorme vasca centrale dove nuotano gli squali e le tartarughe vale in pieno la visita.

Fuori l’acquario c’è un bel centro commerciale dove ho mangiato i takoyaki… finalmente. Ne avevo sentito parlare benissimo e sembravano appetitosi, ma sarà il troppo zenzero, la salsa o il pesce essiccato di cui sono cosparsi….ma davvero non mi piacciono.

Dopo la delusione decido di andare a visitare il castello. Il parco del castello è bello e pieno di gente che si diverte, gioca fa barbecue e si esibisce in spettacoli di taiko… sono folgorato da alcuni ragazzi che imperterriti suonano sotto il sole cocente a cui do anche 500 Yen e loro per ringraziarmi mi hanno fatto anche una dedica musicale

Il castello è nuovo quindi non c’è nulla di che a parte il fatto che ci sono le armature dei samurai e le ricostruzioni di battaglie con tanto di miniature di samurai.

All’uscita del castello mi sono seduto su una panchina del parco e al mio fianco mi si è seduto un vecchietto simpaticissimo che parlava pochissimo inglese ma faceva di tutto per farsi capire, mi ha riempito di regali e mi ha dato anche un origami di un pavone… e poi ha deciso di accompagnarmi nel parco e alla fermata della metro. Destinazione Namba, il cuore commerciale di Osaka. Scendo alla fermata di Shinsaibashi e per raggiungere il canale Dotonbori attraverso tutta la Shinsaibashi shopping arcade. Si tratta di una galleria coperta di negozi e c’è di tutto, dal negozio di Hello Kitty a 3 piani, alla libreria a tre piani ecc. All’uscita si apre il canale Dotonbori e la Dotonbori Street, che passa parallela al canale, che sarebbe la strada dei ristoranti di Osaka. Il posto pullula di insegne al neon formato gigante,luci, gente… c’è di tutto. C’è solo l’imbarazzo delle scelta su dove mangiare, ma io avevo letto su una guida di un posto famosissimo per le specialità fritte con insegna un uomo con degli enormi baffi. Il posto lo trovo ma c’era davvero una fila immensa. Così desisto e punto su un posto minuscolo specializzato sempre nel kushi-katsu (spiedini fritti).

Mi butto in un posto piccolissimo e puzzolente di fritto ma che aveva tutti i posti occupati, ma qui la gentilezza dei giapponesi è venuta fuori e mi hanno offerto di sedermi al loro tavolo. Mi sono divertito tantissimo e abbiamo preso appuntamento per visitare insieme Nikko… conto un po salato 2500 yen per otto spiedini e due birre, ma erano davvero ottimi.

Poi sempre loro mi accompagnano per un dedalo di viuzze tutte decorate con lampade di carta, insegne al neon e ristoranti tradizionali per accompagnarmi a visitare il tempietto Hozenji Yokocho. Ha di particolare che ha una statua di Buddha coperto di muschio che è davvero strano da vedere. Mi dicono che sia molto famoso, ma io non lo avevo visto su nessuna guida. Ma è davvero bello e ne vale la pena.. tutto illuminato e io ho anche avuto la fortuna di assistere ad una cerimonia con tanto di posa di bastoncini di incenso… io lo consiglio a tutti

29 Koya-san

Finalmente arriva il giorno della mia esperienza buddista in Giappone. Andrò a visitare il complesso monastico di koya-san, posto molto famoso tra i Giapponesi per essere un posto meta di pellegrinaggio, quindi tutti mi chiedevano cosa ci andassi a fare. Io avevo letto che era possibile dormire in un monastero buddista e così ho voluto provare. Per chi fosse interessato ci si può prenotare direttamente sul sito dell’associazione del turismo di koyasan (http://eng.shukubo.net/ ). Per raggiungere il monte Koya io ho fatto il koya world heritage pass che sarebbe un biglietto che per due giorni ti offre un biglietto di andata e ritorno da Osaka, bus illimitati nella zona di Koya e sconto su alcune attrazioni. Però considerando che il bus l’ho preso solo due volte e i siti non li ho visti tutti, forse non conviene.

Bene per arrivarci bisogna prendere un treno dalla stazione di Namba fino ad Hashimoto e da qui un altro fino a Gokurakubashi, poi la funivia e un bus per raggiungere il centro di Koya. Il bus mi ferma davanti al tempio che mi ospiterà per la notte… e che tempio. Il prezzo è po’ alto (11000 yen per una notte. P.S Accettano solo contanti) ma penso sia il miglior albergo in cui ho dormito in Giappone. Stanza enorme con futon comodissimo, porta scorrevole tipicamente giapponese, tavolino privato con tanto di set da te e pasticcini.

Il monaco mi spiega che alle 18,00 verrà servita la cena quindi ne approfitto per andare a visitare l’Okunoin. Il cammino dura circa una quarantina di minuti tra centinaia di migliaia di Buddha, monumenti funebri e piccoli templi per condurre a questo tempio enorme. Il posto è molto suggestivo, anche perché non da quel senso di cimitero che potremmo avvertire in un nostro, forse perché appartiene ad una diversa cultura. Si tratta di una foresta vera e propria all’interno del quale è stato costruito questo cimitero. Si può visitare anche di notte, ma francamente mi sembra un tantino lugubre. Alle 18 sono pronto per la cena e anche qui che cena. La tipica cena giapponese con una scodella personale di riso e tazza di te e una miriade di piattine con tofu, verdure e diversi tipi di fagioli. Alla fine sono davvero pieno.

Dopo la cena ero indeciso se scendere o meno perché per strada non c’era anima viva, ma mi faccio coraggio e scendo lo stesso. Per fortuna, perché l’intero complesso monastico del Garan era aperto di notte a causa di una cerimonia.

Quando torno al tempio mi rilasso con una tazza di te e l’unica cosa che riesco a sentire è il vento che spira nel bosco che ci circonda; mai come in quel momento ho avvertito davvero la sensazione di distacco dal mondo stressante e caotico della città

30 – Koyasan / Kanazawa

Stamattina sveglia alle 5,30 perché i monaci ci invitano a fare i riti del mattino con loro. In realtà loro pregano e noi stiamo ad osservare. Appuntamento alle 6 e parte la cerimonia. Inutile dire che non capivo nulla, ma penso sia un’opportunità unica ed irripetibile, perchè non capiterà mai più di assistere ad un’autentica cerimonia buddista.

Finita la preghiera viene servita la colazione, abbondantissima. Era la prima volta che prendevo la colazione giapponese, ancora a base di frutta, verdura, riso e tofu; di primo mattino abbastanza scioccante.

Avevo già visto quasi tutto quello che mi poteva interessare e inoltre c’era una pioggia che non si vedeva a 100 metri, quindi decido di visitare solo il Kongobuji temple. Si tratta di un tempio enorme con all’interno un bel po’ di dipinti stile giapponese e un giardino zen grandissimo e tanti microgiardini sempre stile zen; davvero molto belli. Inoltre la nebbia rende tutto più suggestivo.

Il mio pass mi da la possibilità di avere un te gratis; con il freddo che fa qui è proprio quello che ci vuole.

Prendo la via del ritorno e il passaggio in funivia in mezzo ai boschi avvolti dalla nebbia da quel tocco da foresta dell’ultimo samurai.

Francamente Koyasan è molto suggestiva e spirituale, ma credo che valga la pena soprattutto per il pernottamento nel tempio. Calcolando che ci vuole quasi mezza giornata per arrivarci non la consiglio a chi rimane pochi giorni in Giappone.

Arrivo fradicio ad Osaka, ma mi tocca ripartire per Kanazawa.

Kanazawa è una città molto piccola e tranquilla, non sembra nemmeno di essere in Giappone.

La Ryokan si chiama Sumiyoshiya (38 euro a notte), molto facile da trovare; è proprio a fianco del mercato coperto ed è stata davvero una piacevole sorpresa. La signora che mi riceve è molto simpatica, parla bene inglese e mi da un sacco di informazioni su dove andare a mangiare, cosa vedere ecc… e alla fine mi regala anche un portafortuna. Secondo me è una soluzione ottima. Inoltre c’è anche un tipico bagno giapponese così mi rilasso con un bel bagno caldo prima di andare a mangiare.

Kanazawa mi da l’impressione di essere un posto molto paesano con un centro costituito da un unica strada dove si affacciano un po di ristoranti, e ragazzi che fanno bella mostra delle loro auto taroccate.

Io vado finalmente a mangiare la tempura. Si trattava di tempura mista di ostriche, gamberi e verdura, riso per contorno, zuppa di miso e sake costo 2500 Y. Buonissimo

1 Maggio Kanazawa

Lo dedico alla visita di Kanazawa. Ancora una volta piove… ma piove sempre in Giappone? Per prima cosa vado al Kenrouken Garden (300 Y). Viene citato come uno dei migliori giardini di tutto il Giappone ed è vero… davvero molto bello, peccato che la pioggia non dia molta tregua e poi fa davvero freddissimo.

Per arrivare al giardino bisogna passare attraverso il parco del castello di Kanazawa. Anche questo come quello di Osaka è stato ricostruito fedelmente all’originale, ma ha un parco grandissimo. Io decido di andare a visitare l’Higashi Chaya district. Le chaya sono le antiche case da te, che oggi sono state adibite a negozi di artigianato tipico e case da te di lusso. Il posto è molto caratteristico devo dire, e mi fermo anche a prendere un gelato al maccha (the verde in polvere) davvero ottimo. Ho cominciato ad apprezzare il the da quando sono in Giappone. Gironzolando vedo anche una serie di templi. Il mio programma era di mangiare al mercato coperto ma la troppa pioggia mi costringe a cambiare programma. Così mi fermo a mangiare in un posto piccolissimo specializzato in udon e ravioli. Il posto sembra invitante, è proprio stile giapponese 100 per cento… con tutti che mi guardano mentre mangio gli udon attento a non insozzarmi. Purtroppo il nome era scritto solo in Giapponese e non saprei dire come si chiama, ma girovagando un po attorno al distretto lo troverete. Ho pagato per una scodella enorme e 6 ravioli solo 900 yen.

Credo che ci siano degli ottimi ristoranti anche nel mercato coperto, soprattutto molti ristoranti di sushi e generalmente nei mercati in Giappone si mangia del sushi ottimo.

Kanazawa è un posto molto piccolo e per raggiungerlo da Osaka, ci volgiono circa due ore e mezza. Non c’è molto da vedere, a parte il giardino che è bellissimo, ma anche qui secondo me si può tranquillamente evitare se si hanno pochi giorni a disposizione. Parto per Tokyo, per l’ultima parte del mio viaggio.

A Tokyo ho prenotato un hotel vicino la stazione di Shibuya. È vero che era due stelle e la posizione buona, ma non era nemmeno tanto economico (40 euro notte) e la posizione buona, ma non lo consiglierei. Il personale è un pò scortese e l’albergo è anche abbastanza sporco.

Arrivato a Shibuya, il panico… mille persone che mi circondavano… non sapevo dove andare e non riuscivo ad orientarmi… e ora? Per fortuna mi si avvicina un’anima pia che mi aiuta a raggiungere l’albergo.

La sera stremato ho giusto il tempo per stupirmi all’incrocio di Shibuya e mangiare qualcosina in uno dei ristoranti che ci sono a Tokyo aperti 24 ore.

2 maggio – Ueno – Asakusa – Tokyo SkyTree

Questa mattina decido di vedere l’incrocio di Shibuya dall’alto, e non c’è punto migliore del primo piano di Starbucks. Sarà anche un posto panormaico, ma pagare 10 euro per un caffè e un muffin, mmi sembra un tantino esagerato. Mattina presto, quindi non c’è molta gente all’incrocio di Shibuya. La mia esplorazione di Tokyo parte dal mercato di Sugamo. Me l’aspettavo un posto brulicante di vita, ma in realtà si tratta solo di una strada con tanti negozi. L’unica cosa degna di nota è un piccolo tempio dove le persone fanno un rito che non avevo ancora visto. Bagnano degli asciugamani sotto la fonte e poi si bagnano alcune parti del corpo.

Il parco di Ueno mi ha colpito per essere un oasi verde molto grande all’interno di Tokyo.

Non me l’aspettavo ma Tokyo è una città con tanti parchi enormi, dove si radunano tante famiglie con bambini. Tokyo è molto diversa da come la aspettavo. Credevo di essere catapultato all’interno di una città caotica e con un brulicare continuo di persone ma è solo in parte così. Tokyo è un mix di posti brulicanti di vita, come ad esempio alcune stazioni della metro, posti dove vedi le tendenze più estreme, mille luci e insegne ale neon, migliaia di persone in strada di notte, bar pieni di ragazzi che si divertono , ma ci sono anche tanti angoli di vecchio Giappone, tante oasi verdi e tanti posti dove famiglie si rilassano con i propri bimbi

Se vi trovate intorno alla stazione di Ueno consiglio di andare a mangiare al mercato di Ameyoko. Ci sono ristoranti specializzati nel Chirashi (le coppe di riso con Sashimi). Io sono andato da Isomaru Suisan un posto piccolissimo ma un chirashi, un antipasto e te in quantità industriale la bellezza di 890 Yen (7euro

Passando per Kappabashi sono andato a visitare la zona di Asakusa con il tempio di Tenno-ji.

È il tempo più grande di Tokyo, ma è troppo pieno di gente e non mi trasmette quel senso di spiritualità che avevo avvertito in tanti altri. Camminando verso la Tokyo Sky Tree si vede il palazzo della Ebisu con la sua costruzione particolare e il profilo della Sky Tree stessa. Da lassù davvero ti rendi conto di quanto sia immensa questa città, però forse siamo troppo in alto e il panorama è un po’ distorto. Poi insomma per 3000 yen e più di un’ora di fila non se se conviene… tanto più che lassù c’è gente ovunque e fare una foto decente è impossibile.

Cena in un ristorante di sushi vicino Asakusa e poi ritorno in albergo

3 Maggio Yanaka / Kakaruzaga / Akihabara

Oggi è il giorno in cui vado in giro con Yurie. Sono contento perché mi ha portato in giro per posti un po’ meno turistici facendomi vedere che Tokyo è anche formata da tanti posti tranquilli e meno frenetici. Noi siamo stati in giro per Yanaka e Kakaruzaga, abbiamo pranzato in un posto fusion in cui facevano una cucina mista coreana-giapponese, e mi ha portato a mangiare i Nikuman, ma questa volta mi sono piaciuti e il Taiyaki (che è un dolce a forma di pesce ripieno di crema, nel mio c’era la crema al te verde).

Yurie mi spiega il tipico rito per visitare un tempio scintoista (con tanto di lavaggio mani) e possiamo fare anche l’estrazione del biglietto portafortuna. Avevo sempre voluto farlo, ma non c’era nessuno a tradurmelo… Sembra che sarò fortunato per il prossimo anno

Ci siamo salutati per rivederci la sera e io ne ho approfittato per visitare Akihabara. Un posto delirante, pienissimo di negozi di elettronica nuova e usata, con tutta la merce esposta fuori e negozi di fumetti e tutto ciò che è annesso al mondo dei fumetti. Ad Akihabara tutto è esagerato, il negozio di elettronica nove piani, il negozio di fumetti nove piani, il negozio di fotocamere a nove piani e così via. Io ho visitato Mandarake, e ovviamente non potevo uscire a mani vuote. Il posto è anche pieno di anche di tanti Maid Coffee, caffè con ragazzine vestite come le cameriere inglesi dell’800 e ce ne sono tante per strade che li pubblicizzano.

La sera Yurie mi ha portato a mangiare in un ristorante ad Ebisu, specializzato nel soba. Beh devo dire che non mi ha entusiasmato, però strano… e poi il gelato.. gusti te verde e crema di soia. Lei mi dice che sia il migliore di tutta Tokyo ed in effetti non è affatto male.

Salute Yurie con dispiacere, abbiamo passato una bella giornata

4 Maggio Tsukiji / Ginza / Oidaiba

Oggi mi sveglio presto per andare a visitare il mercato ittico di Tokyo, però lo trovo chiuso. Oggi è festa in Giappone ed il mercato è chiuso… managgia. Va beh, che fare allora?… mi dedico a mangiare.

Nel quartiere all’ingresso del mercato, ci sono una miriade di ristoranti e bancarelle che vendono pesce… ho mangiato di tutto. Molluschi enormi, ostriche, pesce arrostito, lumache di mare che sembravano delle bestie preistoriche e soprattutto ho provato l’esperienza del sushi alle 10 del mattino. Sono andato da Mawaru Sushi Zanmai. Anche qui otto piattini di sushi, zuppa di miso e the a quantità… 2011 Yen. Mangiare al ristorante di sushi in Giappone è un’esperienza unica; prima di tutto hai la possibilità di provare sushi mai visto prima, porzioni molto grnadi e poi è bellissimo che tutti i cuochi in coro ti diano il benvenuto e ti ringrazino quando esci.

A pancia piena mi dirigo a Ginza. Oggi è domenica e quindi tutte le strade sono pedonali. C’è un mucchio di gente ma in fondo si tratta solo di grandi centri commerciali di lusso (marche italiane a iosa). Giusto un giro al Sony Building per le ultime diavolerie tecnologiche della Sony.

Poi visita a Oidaiba, l’isola artificiale nella baia di Tokyo. Per raggiungerla bisogna prendere la sopraelevata completamente automatizzata e qui vedi finalmente la Tokyo futuristica che avevo immaginato. Passa in mezzo ai grattacieli luci, ponti per arrivare finalmente ad Oidaiba. Oidaiba è un quartiere molto moderno quindi da vedere ci sono soprattutto palazzi dall’architettura ultramoderna, la statua del Gundam gigante, la copia della statua della libertà e un panorama sullo Skyline di Tokyo al tramonto davvero bello.

Sorpresa: posso assistere ad uno spettacolo di ragazzi che si esibiscono facendo coreografie sulle sigle dei cartoni, davvero molto bravi.

La sera mi concedo una visita a Shinjuku. Prima tappa Kabuchicho… il quartiere a luci rosse, pieno di tipi che cercano di trascinarti in locali a luci rosse e ti propongono ragazze per strada. Abbastanza asfissianti, così decido di camminare per Shinjuku senza una meta e mangio da Tsuna Hachi (http://www.tunahachi.co.jp/en/ ), specializzato in tempura. Prendo un set comprendente oltre la tempura, anche riso, stuzzichini vari, zuppa di miso con vongole e sake, il tutto (2645 Yen… un po’ caro ma davvero ottimo)

5 Maggio Harajuku / Shinjuku

Oggi è domenica e quindi la visita è d’obbligo al parco Yoyogi ed Harajuku.

Proprio di fronte la fermata della Yamamote Line c’è la Takeshita Dori, la strada dove ci sono tutti i negozi per cosplay. Avevo letto che qui si radunavano tantissimi ragazzi vestiti nei modi più assurdi che incarnano tutte le nuove tendenze Giapponesi, ma sarà che sono giorni di festa, ma ho visto pochissime persone vestite in modo eccentrico. Sono rimasto un po’ deluso.

Allora decido di andare a visitare il tempio Meiji, il tempio dedicato all’imperatore Meiji e consorte.. è uno dei templi più popolari in Giappone ed è immerso all’interno di una parte del parco Yoyogi. Anche qui pace, serenità e mille famiglie con bimbi. Ho avuto anche la fortuna di assistere ad matrimonio con rito religioso

Il parco di Yoyogi è stupendo. Si fanno pochi passi oltre la stazione e si arriva in questo parco enorme. Il colpo d’occhio è eccezionale. Sembra che la domenica tutta Tokyo si dia appuntamento li. Ci sono giocolieri, cantanti, gruppi enormi di persone seduti a terra che mangiano, chi gioca… è davvero bellissimo.

All’uscita del parco ci sono degli attempati signori e signore, vestite come Elvis che si esibiscono in coreografie anni 50, non puoi non fermarti a guardarli.

La sera ho appuntamento con le persone che ho conosciuto ad Osaka per visitare Nikko. Ci vediamo alla stazione di Utsunomiya e mangiamo insieme ad un tipico ristorante giapponese. Seduti per terra, tutti intorno al tavolo in una stanzetta separati dagli altri da pareti di carta; mangiamo di tutto, ravioli, sashimi, frittata e mi offrono anche la cena.

Dopo dormo a casa di uno di loro.. sbalorditivo, non pensavo i giapponesi fossero così ospitali.

6 maggio Nikko

Stamattina sveglia all’alba e colazione da McDoanalds (vabbè… sorvoliamo) e viaggio in pieno stile giapponese. Ci fermiamo ogni mezz’ora per visite e foto di rito

Per arrivare a Nikko, abbiamo attraversato tutto il parco di Nikko fermandoci a visitare il lago Lago Chuzenji

Le cascate Kegon, le cascate Ryuzu (che mi hanno spiegato simboleggiare un drago) e il monte Nantai… tra l’altro ho scoperto che sul lago Chuzenji esiste la residenza estiva dell’ambasciata italiana. Posto stupendo con tanto di veranda sul lago… però, se lo sono scelti bene il posto. È stata un’opportunità irripetibile di aver visto posti che con i normali mezzi pubblici non sarei riuscito a raggiungere.

Finalmente arriviamo a Nikko, una vera e propria città tempio, che conserva in se secoli di storia. Nikko merita sicuramente la visita però dopo aver visto tanti templi cominci ad esserne un po pieno. Però c’è da dire che I templi che ho visto a Nikko sono molto diversi da quelli che ho visto nel resto del Giappone, molto più colorati e decorati (potrebbero essere paragonati alle nostre chiese barocche). Inoltre in quasi tutti I templi si deve assistere ad una sorta di spiegazione / preghiera in giapponese e per me che non capivo risultava un po noiosa. Però c’è da dire che il posto è davvero bello. Inoltre non sapevo che la storia delle tre scimmiette aveva avuto origni qui, e poi fa parte di un mosaico più grande sull’origine della vita.

Ci salutiamo e rientro verso Tokyo

La sera sono tornato a Shinjuku e allontanandosi un po dalla stazione (prendendo come uscita Kabukicho, e proseguendo per la grande strada a destra, si arriva in un posto dove ci sono un bel po di birrerie stile giapponese… tanti ragazzi che sono in piedi davanti a tavolini a bere e mangiare spiedini… consiglio una visita anche se sono un po cari se si prende una doppia dose di spiedini.

7 Maggio Kawaguchiko

Oggi visita al monte Fuji. Inizialmente volevo andare ad Hakone, ma Yurie mi ha detto che ad Hakone, oltre le terme non c’è nulla, mentre intorno al lago Kawaguchiko si può ammirare il monte Fuji e sperare di trovare anche delle piccole terme. Io ho preso un treno della JR fino a Otsuki,e da qui un treno non coperto da JR che arriva fino a Kawaguchiko, il treno è facile da riconoscere, sulla fiancata ci sono mille disegni del monte fuji. A kawaguchiko c’è un centro turistico molto fornito, che mi ha dato delle dritte anche su dove andare per trovare un onsen.

Bisogna prendere il Retrò bus e scendere alla fermata 17 o 18, perché da qui si gode della vista migliore del monte Fuji, perché c’è tutto il lago davanti.

Il posto è davvero splendido, merita le quasi dure ore di viaggio. Fa abbastanza freddo per essere in Aprile (infatti il Fuji è ancora coperto di neve) quindi consiglio di portarsi una felpa per chi visita la zona in questo periodo.

Inoltre li vicino c’è una piccola onsen (Tensui ) 1000 yen per l’ingresso + 100 yen per l’armadietto e altri 100 per l’asciugamano. Finalmente mi sono potuto rilassare. L’esperienza dell’onsen è molto rilassante ma stare per quasi un’ora in ammollo nell’acqua bollente mi ha tolto anche un po le forze.

Come ultimo giorno mi sono voluto concedere un’altra vista allo Skyline di Tokyo.

Vado a Rappongi e salgo sulla Torre Mori. A mio avviso il panorama è più bello di quello che si può vedere dalla Sky Tree, e il prezzo è più basso. Inoltre nel prezzo del biglietto è compreso anche l’ingresso al museo di arte moderna. Sono stato un ora seduto come un ebete ad ammirare il panorama… Tokyo tutta illuminata vista da quell’altezza è ipnotica.

Un po infreddolito mi concedo un piatto di ramen caldo dalle parti di Shibuya

8 Maggio Mitaka / museo Ghibli.

Nel mondo di Totoro. Oggi visita al museo Ghibli.

Credo che il museo piacerà non solo a chi ama Miyazaki, ma anche a chi non ha i cartoni nel DNA.

Raggiungerlo è molto semplice. Si prende il treno della JR a Shinjuku fino a Mitaka e da qui la navetta del museo. Io personalmente ci sono arrivato a piedi. Sono circa 700 metri e non ci si può perdere con le indicazioni su cui è stampato il faccione di totoro.

Per entrare credo che il biglietto possa solo essere comprato in anticipo (o almeno a me gli addetti del museo venivano a chiedere direttamente la prenotazione mentre ero in fila). Io l’ho comprato tramite JTB (35 Euro con tutte le spese di spedizione). Il museo a mio avviso è molto bello; prima di tutto già di per se sembra uscito da un cartone animato, sia all’interno che all’esterno. Al piano terra viene mostrato come viene data l’animazione ai disegni, ma utilizzando delle statuine prese dal mondo di Totoro, mentre al piano superiore ci sono migliaia di schizzi e studi del maestro. Inoltre si può assistere anche ad un cortometraggio inedito e il biglietto è rappresentato da un pezzo di pellicola che è anche un bellissimo ricordo. Al primo piano c’è il Nekobus che farà felici I bambini e un fornitissimo shop.

Inoltre a fianco c’è un’altro dei tanti polmoni verdi di Tokyo (il parco di Ikoshira… che è un bel posto da girare).

Con la visita del Museo Ghibli termina questa lunga avventura in Giappone. Me ne vado a malincuore sperando di poter tornare primaoa poi e visitare tutti I posti che non sono riuscito a vedere. Me ne vado a malincuore per il sorriso della gente, per l’estrema efficienza e la sensazione di sicurezza che ho provato ogni volta che giravo, per il senso di spiritualità e pace che ho vissuto in tanti posti che ho visitato. Insomma io spero di tornarci e spero che questo diario possa essere utile a chi decide di intraprendere un viaggio in Giappone come sono stati utili a me tanti diari che ho letto nell’organizzazione del mio viaggio.

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Kinkakuji

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Memoriale della Pace - Hiroshima

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Fushimi Inari

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