15 giorni fai da te in Cambogia e Thailandia
ORGANIZZAZIONE: ho fatto tutto da me, senza l’appoggio di agenzie viaggi o tour operator. Ho utilizzato l’utilissima Lonely Planet sulla Cambogia (edizione 2011), nonchè vecchie edizioni della Lonely sulla Thailandia (prestatemi da mia sorella e da una mia collega); ho letto racconti di viaggio e ho reperito più informazioni possibili da chi aveva già visitato le mie mete. La maggior parte delle informazioni, soprattutto relativamente a voli ed hotel (tutti prenotati dall’Italia), le ho reperite in internet.
PERIODO/ITINERARIO: siamo partiti il 30 giugno e siamo ritornati il 17 luglio. In totale abbiamo fatto 6 notti in Cambogia e 9 notti in Thailandia, più precisamente: 2 notti a Phnom Penh; 4 notti a Siem Reap (la cittadina “hotelera” più prossima all’area archeologica di Angkor, quindi la base per visitarla); 3 notti a Bangkok; 5 notti nell’isola di Koh Samet per rilassarci dopo le fatiche del tour; infine una notte finale a Bangkok, in modo da dedicare l’ultimo giorno allo shopping. Abbiamo volato (benissimo) con Thai airways: all’andata Milano Malpensa-Phnom Penh (con scalo a Bangkok); al ritorno il diretto Bangkok-Milano Maplensa (costo 798 euro). La tratta Phnom Penh-SIem Reap l’abbiamo fatta con pullman di linea locali (li abbiamo fatti prenotare il giorno prima dal receptionist dell’hotel di Phnom Penh): durata 7 ore al costo di 10 dollari. Un viaggio lungo ma molto bello, attraverso risaie, campi verdissimi, piantagioni di palme, villaggi e capanne: la Cambogia rurale scorreva fuori dal finestrino. La tratta Siem Reap-Bangkok abbiamo preferito farla in aereo. Il costo piuttosto alto visti gli standard locali (140 dollari per la sola andata!) è dovuto al fatto che quella tratta è monopolizzata dalla Bangkok Airways, che quindi se ne approfitta scandalosamente. Tuttavia ne è valsa la pena, perchè via terra il tragitto – con attraversamento di confine – sarebbe stato piuttosto difficoltoso, lungo e noioso. Inoltre bisogna dire che, quanto meno, l’aeromobile era molto bello ed il servizio è stato buono. Infine la tratta Bangkok-Koh Samet l’abbiamo fatta tramite bus (fino al porticciolo di Ban Phe, durata 3 ore e mezza, biglietto del bus acquistato al momento alla stazione dei bus “Ekkamai” di Bangkok al costo di circa 15 euro andata e ritorno) + nave (10 minuti la durata della traversata BanPhe-KoSamet col motoscafo messo a disposizione dal resort di Koh Samet in cui abbiamo soggiornato). C’è da dire che l’isola di Koh Samet l’abbiamo scelta proprio per la sua vicinanza con Bangkok (essendo raggiungibile via terra senza bisogno di prendere altri aerei), oltrechè per il fatto che statisticamente è l’isola più secca di tutto il Golfo di Thailandia (cosa fondamentale, dato che eravamo nel pieno della stagione delle piogge!).
LE TAPPE: le mete imperdibili, quelle per cui avevo deciso di fare il viaggio, erano Angkor e Bangkok…nessuna delle due mi ha deluso, anzi! Ma andiamo per ordine: – PHNOM PENH: la capitale cambogiana è un po’ malinconica e malconcia, lontana anni luci dai fasti e dalle luci di Bangkok, ma a mio avviso sarebbe un peccato recarsi in Cambogia senza mettervi piede. Non è molto grande ed in un giorno si potranno vedere il palazzo Reale (molto meno ricco di quello di Bangkok, ma molto piacevole, soprattutto perchè c’erano davvero pochi turisti!), il Museo Nazionale (un bell’edificio che custodisce le statue più importanti di Angkor), Tuol Sleng (o S21, un ex liceo trasformato dai khmer rossi in centro di detenzione e torture ed ora Museo sul genocidio, agghiacciante ma imperdibile, se non altro per non dimenticare ciò che è successo nella memoria delle vittime), il Mercato Centrale, il cui cuore è un grande edificio a cupola in stile art décò… Per la città abbiamo sempre girato con i pittoreschi tuk-tuk (la versione motorizzata dei vecchi risciò) a prezzi irrisori (quasi sempre 2 dollari a corsa). – ANGKOR è davvero spettacolare, un luogo unico al Mondo: templi Khmer giganteschi, spesso ben conservati, immersi nella giungla (alcuni “ripuliti” dalla vegetazione; altri lasciati invasi dalla natura come li avevano trovati gli esploratori europei a fine ‘800), in un’area vastissima. Per visitarli tutti ci vorrebbe una settimana circa; molte comitive di viaggi organizzati si fermano 1 o 2 notti soltanto per visitare i templi principali; noi abbiamo optato per il giusto mezzo e pertanto abbiamo deciso di fermarci 4 notti (3 giorni interi). Per ottimizzare i tempi e per avere meno incombenze da sbrigare in loco, prima della partenza abbiamo prenotato dall’italia tramite il sito internet delle guide ufficiali (www.khmerangkortourguide.com), una guida parlante italiano. Sinceramente la nostra guida non parlava molto bene la nostra lingua e spesso si dilungava troppo nello spiegare la mitologia hindu, ma si è rivelata una scelta azzeccata, perchè, guidandoci ed ottimizzando i tempi, ci ha scarrozzato per i templi con un minivan (dotato ovviamente di aria condizionata nonchè cesta di bottigliette d’acqua necessarie per dissetarci tra una visita e l’altra). Su suggerimento della guida, le visite sono state suddivise nel seguente modo: il primo giorno i templi del cosiddetto “piccolo circuito” (i celeberrimi e maestosi Angkor Thom e Angkor Wat); il secondo giorno i templi del cosiddetto “grande circuito” (7 templi “minori” tra i quali il meraviglioso TaProhm); il terzo giorno il Kbal Spean (“fiume dei mille linga”), un po’ deludente quanto a resti archeologici ma raggiungibile con una suggestiva camminata nella giungla, a seguire il Banteay Srei, un “tempio-gioiello”, mentre nel pomeriggio, la gita in barca ai villaggi galleggianti abitati dalle comunità vietnamite del lago Tonlè Sap (esperienza questa molto interessante dal punto di vista antropologico). Infine consiglio di fare una vista al bellissimo negozio “Artisans d’Angkor” (noi ci siamo stati la mattina del quarto ed ultimo giorno, prima di raggiungere l’aeroporto per volare a Bangkok): i prezzi sono decisamente superiori a quelli del resto della Cambogia, anzi, quasi sono prezzi europei, ma se volete manufatti/souvenir di pregio non rimarrete delusi. Io ho comprato una bellissima testa in legno di Buddha che ora troneggia su un tavolino di casa mia di cui sono molto orgoglioso! – BANGKOK è una metropoli elettrizzante e ricca di contrasti, che per molti aspetti mi ha ricordato la città di Blade Runner! Grattacieli, vicoletti maleodoranti, centri commerciali opulenti, bancarelle di strada, templi meravigliosi e riccamente decorati, quartieri a luci rosse, tanta gente per le strade, un melting pot che forse solo a New York si può trovare (thai, cinesi, indiani, arabi, africani, occidentali…) ne fanno una metropoli sicuramente caotica ma anche affascinante ed esotica. Imperdibili il palazzo Reale ed i Templi principali (io ho visitato il Wat Pho, col famoso Buddha sdraiato; il Wat Arun, forse il più suggestivo; l’elegante Wat Suthat; il Wat Saket, chiamato anche “montagna dorata” che consiglio soprattutto per il panorama stupendo sulla città), nonchè il caotico Quartiere Cinese, il Quartiere Indiano (dove all’interno di un tempio Sikh abbiamo avuto la fortuna di assistere ai festeggiamenti per un matrimonio in stile “bollywood”) ed i principali Centri Commerciali (deludente il famoso MBK, che sembrava un grande mercatone, con merce di scarsa qualità; consiglio invece l’opulento Siam Paragon, soprattutto per la sezione dedicata all’artigianato locale). Molto utile per spostarsi in città il bellissimo SkyTrain, una metropolitana sopraelevata moderna e funzionale, che è diventato ormai uno dei simboli di Bangkok. – KOH SAMET: avevo letto che a luglio il mare in Thailandia non è il massimo, quindi per rilassarsi e riposare, un’isola valeva l’altra. Come già detto, avevamo scelto Koh Samet per la (relativa) vicinanza con Bangkok e per il suo clima secco. L’isola è molto piccola, un po’ selvaggia e molto verde (è un Parco Naturale) ed è piena di resort a basso impatto ambientale (bungalow immersi nella vegetazione). Il mare non è stato nulla di eccezionale, ma alla fine la scelta si è rivelata buona perchè effettivamente siamo riusciti a riposare ed il meteo è stato favorevole: ha piovuto una volta sola (per poco più di un’ora) in 5 giorni ed il clima, diversamente che dal resto del tour, è stato sempre fresco e gradevole. Per trattarci bene abbiamo scelto uno dei resort più belli dell’isola (e difatti è stata la sistemazione più costosa di tutto il tour), ma esistono sistemazioni/prezzi per tutte le tasche.
HOTEL: sia in Cambogia che in Thailandia, al costo di un due stelle italiano potrete pernottare in strutture 4-5 stelle, che da noi verrebbero a costare 4 volte tanto. Insomma, chi lo desidera, a prezzi accettabili può permettersi strutture davvero belle. Per motivi di comodità, ho preferito prenotare tutti gli hotel dall’italia tramite internet, in modo da sceglierli con cura e usufruire degli sconti/promozioni spesso possibili dai siti internet in caso di acquisto anticipato.
CIBO: ho mangiato benissimo, sia in Cambogia che – soprattutto – in Thailandia. Se vi piacciono i cibi speziati, piccanti, agrodolci, beh troverete pane per le vostre papille gustative. In ogni caso, si trovano naturalmente anche cibi non piccanti/speziati. Come per gli hotel, i prezzi dei ristoranti sono generalmente bassi: se deciderete di cenare in un ristorante trendy o chiccoso spenderete quanto a Milano per una pizza+birra!
MASSAGGI: ovviamente sto parlando di massaggi “seri” e non ambigui: meglio sottolinearlo perchè purtroppo nell’immaginario dell’italiano medio, Bangkok e la Thailandia sono spesso – erroneamente – associate a situazioni “losche”! Ovunque, in Cambogia ed in Thailandia, si trovano centri massaggi specializzati in massaggi tradizionali (“Khmer” in Cambogia, “Thai” in Thailandia: alla fine sono la stessa identica cosa!) e riflessologia plantare. Costano generalmente pochissimo se confrontati ai prezzi italiani (circa 5-10 euro per un ora di massaggio) e vanno assolutamente provati! Non aspettatevi spa “fighette” all’occidentale: spesso sono negozietti dove vi massaggeranno al fianco di altri clienti, tutti raggruppati in un’unico ambiente. Negli hotel e nei resort, invece, si trovano spa molto belle e curate, del tutto simili alle nostre ed i prezzi qui si avvicinano ovviamente a quelli italiani. In ogni caso da provare anche queste: il massaggio thai che mi sono fatto fare nella spa del resort di Koh-Samet è stato senza dubbio il migliore mai fatto in vita mia (circa 40 euro per un’ora e mezza di massaggio superlativo).
LE COSE CHE NON MI SON PIACIUTE: innanzitutto il caldo! Luglio non è sicuramente il mese più indicato per recarsi nel Sud Est asiatico. Essendo la stagione delle piogge ci aspettavamo tanti temporali, invece ha piovuto solo in 4 occasioni, con scrosci violenti della durata di 1 ora… Da un lato siamo stati fortunati perchè spesso splendeva il sole ed in cielo non c’erano nuvole… Però ragazzi, che caldo allucinante, specialmente nelle ore centrali della giornata! Altra cosa che non mi è piaciuta: le zanzare. Indispensabile l’autan, soprattutto a Siem Reap/Angkor e a Koh Samet! Un’ulteriore cosa negativa: dovere stare attentissimi a quello che si mangia e beve (niente verdure crude, niente frutta sbucciata, niente ghiaccio, ecc…), doversi lavare i denti con l’acqua minerale, ecc… Infine l’aria condizionata: io odio il caldo e in genere amo l’aria condizionata… ma perchè sia in Cambogia che in Thailandia dove c’è condizionatore le temperature sono glaciali? Credo che il limite sia raggiunto dallo SkyTrain di Bangkok: fuori 35 gradi, dentro 15!
POVERTA’: un discorso a parte merita, purtroppo, la povertà, soprattutto della Cambogia. Cambogia e Thailandia sono due Paesi confinanti molto diversi tra loro: mentre la Thailandia mi ha dato l’impressione di un Paese occidentalizzato, sviluppato, urbanizzato, moderno e con un tenore di vita simile a quello di un Paese europeo (o forse sudamericano), la Cambogia (per via della sua recente e travagliata storia: prima i bombardamenti americani, poi la guerra civile, a seguire il regime sanguinario dei khmer rossi, infine ancora la guerra civile…) è un Paese poverissimo. Purtroppo in giro si vede parecchia miseria, ci sono numerosi mendicanti, bambini che cercano di vendere piccoli souvenir ai turisti, mutilati dalle mine antiuomo che chiedono l’elemosina… Mi ha molto colpito una ragazza che vicino all’imbarcadero per la gita in barca sul Tonle Sap tentava di venderci i suoi souvenir. Al nostro rifiuto (ovviamente educato, ci mancherebbe!) il suo sguardo si è velato di tristezza, stava quasi per mettersi a piangere… Mi sono pentito di non averle comprato nulla, in fondo si trattava di pochissimi dollari, quello sguardo me lo ricorderò per tutta la vita… Ecco, anche la gita in barca ai villaggi vietnamiti sul lago Tonlè Sap ti mostra tanta gente che vive – seppur dignitosamente – ai limiti della povertà… E quindi tutto ciò ti fa capire quanto siamo fortunati ad essere nati “nella parte ricca” del mondo, dove spesso i problemi che ci angustiano sono al confronto “problemi di lusso”! Spesso non ce ne rendiamo conto, ma noi siamo dei privilegiati!
Infine una considerazione sui thailandesi ed i cambogiani: in entrambi i paesi mi sono sentito sempre sicuro, e non ho mai avvertito situazioni di pericolo. Tutte le persone che hanno a che fare con i turisti sono generalmente gentili e sorridenti. Certo lo fanno perchè portiamo soldi, però in generale si tratta di popoli molto accoglienti ed ospitali. Essendoci molta povertà, soprattutto in Cambogia, cercheranno in ogni modo di offrirvi merce, vendervi souvenir, passaggi in tuk-tuk, ecc… Se non vi interessano basta rispondere con un “no” fermo e gentile! Riporto per finire quello che ci ha detto la nostra guida cambogiana: promuovere il turismo in Cambogia è un buon mezzo per aiutare il Paese a risollevarsi dalle tragedie e dalla povertà che lo hanno oppresso per troppo tempo. Quindi a mia volta vi invito a visitare questi due splendidi Paesi. Giovanni