14 giorni in India: un viaggio alla ricerca della spiritualità nel paese più popoloso al mondo

L’India è un Paese che mi ha conquistato con i suoi magnifici monumenti, il cibo così vario e speziato, i profumi, le mucche a giro per le strade, il disordine, il caos del traffico, il suono continuo dei claxon, i venditori furbi, la devozione e la spiritualità, le donne con i suoi sari coloratissimi, la gentilezza e il sorriso della gente,...
Scritto da: meugos
14 giorni in india: un viaggio alla ricerca della spiritualità nel paese più popoloso al mondo

Alla fine d’agosto di quest’anno 2023 abbiamo fatto un viaggio in India per 14 giorni, eravamo solo donne per cui abbiamo deciso di affidarci ad una agenzia turistica locale India Karni (Popular India Vacations) con sede a Jaipur chi ci ha pensato a tutte le prenotazioni degli alberghi, voli interni e treno, e con il nostro autista non siamo mai rimaste da sole dato che ci pensava lui a portarci di un luogo all’altro, facendoci un viaggio senza pensieri ed all’altezza delle aspettative. 

Diario di viaggio

Giorno 1, Delhi e Jodphur

Siamo arrivate alle 4,50 a Delhi e avevamo un volo interno per Jodhpur alle 13.30, ma ci scocciava rimanere tante ore ad aspettare all’aeroporto; invece c’era già un autista ad aspettarci chi ci ha portato a visitare il Tempio Sikh Gurdwara, religione che crede in un solo Dio e nei comandamenti dei 10 guru nel libro sacro. Scalze e con la testa coperta, dopo il lavaggio dei piedi siamo entrate a vedere il tempio, che era pieno di fedeli a pregare, in questo luogo i pellegrini hanno anche garantito un pasto gratuito 3 volte al giorno in una sala da pranzo dove dietro si trova una grande cucina. Dopo abbiamo visitato il Qutb Minar, che comprende le rovine di diversi edifici del XII secolo, e da lì ci ha portato di nuovo all’aeroporto per il volo da Delhi per Jodhpur, 1 ora 30 minuti più o meno di volo. Arrivate a Jodhpur c’era già il nostro autista ad aspettarci per portarci in albergo a riposare prima di andare a vedere i luoghi d’interesse di Jodhpur, conosciuta come la città blu per il colore delle case dei brahmani. Siamo andati al Jaswant Thada, un cenotafio tutto di marmo bianco costruito per il Maharaja Sardar Singh in memoria di suo padre il Maharajah Jaswant Singh II. Dopo siamo andati al Forte Mehrangarh che si alza a 120 metri sopra la città, è un palazzo della famiglia reale costruito più di 500 anni fa, solo da lontano abbiamo  visto il Palazzo di Umaid Bhawan che comprende la residenza dell’attuale Maharaja, un albergo con sale da festa da noleggiare ed un museo; e per finire, abbiamo girato a piedi per le caotiche strade del centro, al Sardar market abbiamo comprato  delle spezie dato che la città ne è famosa per la diversità di spezie usate nella cucina indiana.

Giorno 2, Jaisalmer e Udaipur

Il giorno dopo siamo partiti per Jaisalmer, la città dorata che nasce ai bordi del deserto del Thar dove abbiamo visitato il famoso Forte di Jaisalmer, che data nel 1156, dove ancora ci sono negozi, ristoranti, alberghi e abitazioni dei cittadini e il Palazzo di Maharawal, costruito nei secoli XV e XVI e che fu la residenza dei Maharaja. Poi siamo scesi dal forte con un tuk tuk che ci ha portato a vedere le bellissime haveli, residenze appartenenti ai commercianti e imprenditori. La più famosa è la Patwon Ki Haveli, alla Nathmal Ki Haveli; oltre a visitarla, abbiamo comprato dei ricordi che vendono i discendenti dei proprietari per aiutarsi a mantenere l’edificio. Dopo aver fatto un giro per i negozi, ci siamo spostate con il nostro autista e la guida per vedere il Gadi Sagar, un lago artificiale del XIV e finalmente per il tramonto siamo andati al Bada Bash Chhatri, un giardino di cenotafi o chhatris della famiglia reale di Jaisalmer da dove si vede un bellissimo tramonto.

La tappa seguente è stata la città dei laghi, Udaipur, fermandoci per la strada a Ranakpur sulle montagne Aravalli per visitare il Tempio Chaumukla del XV secolo, una struttura di marmo bianco di 4500 mt2 dove 1444 colonne sostengono 80 cupole in 29 sale, con dei bassorilievi splendidi, abbiamo dedicato del tempo per poter ammirare ogni dettaglio di questo magnifico tempio.

Giorno 3, Udaipur

Il giorno dopo a Udaipur abbiamo visitato il City Palace, un grosso complesso del 1560 famoso per i suoi mosaici di vetro belga, gli affreschi e le suntuose camere della famiglia reale e la collezione di miniature antiche di Rajput che si trovano al museo. Le stanze sono collegate con dei corridoi molto stretti che servivano per difendersi dai nemici, impedendo l’accesso massivo nel palazzo, infatti è necessario procedere in fila indiana. Più tardi, abbiamo fatto un giro in barca nel lago Pichola dove abbiamo visto dei palazzi antichi come il Jag Niwas, il Jag Mandir, nel pomeriggio il nostro autista ci ha portato da un artista specializzato in miniature Rajput, dove ognuna di noi ne abbiamo comprato una miniatura per ricordo. La sera siamo andate a fare una lezione di cucina indiana a casa di una signora, per primo ci siamo levate le scarpe prima di entrare e dopo aver cucinato ognuna una pietanza, abbiamo cenato tutti i piatti che abbiamo preparato. Bellissima esperienza, molto interessante e divertente. Da Udaipur ci siamo trasferite in macchina a Jaipur, la città rosa. La sera, appena arrivate, ci siamo concesse un bel massaggio ayurveda di 2 ore dove siamo state coccolate come delle principesse, siamo uscite veramente rilassate, consiglio vivamente fare un massaggio in un centro ayurveda in qualunque città dell’India per dedicarvi un momento di relax.

Giorno 4, Jaipur

La mattina dopo siamo andati, per primo, a vedere il Hawa Mahal, conosciuto come il Palazzo dei Venti datato nel 1799 e ordinato per il Maharaja Sawai Pratap Jai Singh II, il fondatore della città. In realtà è solo da vedere la facciata che comunque è bellissima. Dopo siamo andati al City Palace che è un complesso dove ci sono diversi palazzi, templi, musei e gallerie d’arte e dove abita l’attuale famiglia reale.

Da lì siamo andati a vedere il Forte Ambert, che rimane a una mezz’ora dalla città di Jaipur, fermandoci prima per vedere il pozzo a scalini Panna Meena KaKund. Per arrivare al forte, ti offrono di salire con gli elefanti ma noi abbiamo deciso di salire a piedi per non stressare gli animali; fu la residenza dei Maharaja di Raiput, è un complesso composto anche del Forte di Jaigarth, collegati da un passaggio sotterraneo, e nel 2013 fu dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Per ultimo siamo andati al Jantar Mantar che è uno spettacolare osservatorio astronomico antico costruito tra il 1728 al 1734 con orologi tra i più grandi del mondo e strutture per comprovare la inclinazione del sole o per elaborare gli oroscopi, siamo andati insieme a la nostra guida.  La sera ci ha invitato a cena il titolare dell’agenzia viaggi, il sig.re Karni e ci ha fatto un regalo a ognuna di noi come ricordo dall’India.

Giorno 5, trasferimento Agra

Il giorno dopo siamo partiti per Agra ma abbiamo fatto 3 fermate, prima  per visitare il Tempio delle scimmie, il Galta Jil, un tempio che sembra incrostato nella roccia e la particolarità è che si sono tante scimmie che vengono alimentate da tutti, in basso c’è una specie di piscina dove tutta la gente faceva il bagno approfittando di una giornata molto calda. È stata una esperienza diversa dal solito.

Dopo, ci siamo fermati ad Abhaneri per vedere il pozzo Chand Baori, una bellezza architettonica e il più grande dei pozzi a scalini dell’India, fa impressione vedere quella infinità di scalini messi in forma particolare dove chi scendeva al salire non toccava i soliti scalini, era chiuso ai turisti per scendere. Per finire abbiamo fatto una fermata a Fatehpur Sikri, creata per l’imperatore Akbar del impero mogol, dove ci sono imponenti edifici in pietra arenaria rossa, la sua costruzione iniziò in 1570 crescendo rapidamente ma fu abbandonata con la stessa velocità dopo qualche decennio, l’architettura è tipica mogol, una miscela tra induista e islamica.

Abbiamo continuato il nostro viaggio in macchina ma siamo arrivati ​​tardi ad Agra dopo aver viaggiato di notte in autostrada, ma con la particolarità che mucche, vitelli e tori dormivano pacificamente sull’asfalto, e si viaggiava a bassa velocita e schivando gli animali durante il percorso, roba da non credere, già che di giorno possono sonare il claxon per farle spostare ma la notte si guida senza disturbargli.

Giorno 6, Taj Mahal

La mattina presto, alle 5,30, è arrivato la nostra guida per andare a vedere il Taj Mahal, ai bordi del fiume Yamuna, il sogno che penso tutti abbiamo quando pensiamo all’India. Credo non ci siamo parole per descrivere questo mausoleo fatto dall’Imperatore Sha Jahan per sua moglie Mumtaz Mahal tutto in marmo bianco, dichiarato il 9 dicembre 1983 Patrimonio dell’Umanità UNESCO e inserito nel 2007 fra le nuove sette meraviglie del mondo. Eravamo talmente emozionate che ci siamo vestiti con i tipici costumi indiani e abbiamo pagato all’interno un fotografo per farci delle foto bellissime, penso sia valsa la pena di aver pagato per le foto. Siamo rimaste ad ammirarlo per ben 3 ore, volevamo rimanere ancora ma finiva il tempo del biglietto e se si superava dovevamo ripagare un altro biglietto; da lì siamo tornate in albergo a fare colazione e dopo è passato il nostro autista a prenderci per visitare il Forte Rosso del XVI secolo, costruito in pietra arenaria rossa dall’imperatore mogol Akbar e modificato dagli altri imperatori fino al suo nipote, l’Imperatore Sha Jahan. Qui hanno governato tutti gli imperatori da Akbar fino a Aurangzeb, il figlio di Sha Jahan. È anche considerato Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

La tappa seguente è stata Orchha, ma fermandoci per la strada a visitare Gwalior, città medievale oggi conosciuta come la perla tra le fortezze dell’India. Fondata per il principe Suraj Sen nel XVIII secolo, città di insogno soprattutto per la sua posizione strategica, con il forte più grande dell’India. Il Palazzo Man Mandir, bellissima costruzione medievale costruita come residenza del governatore Man Singh Tomar; lungo la strada si possono osservare le sculture Jain scavate nella roccia come le Urwai Gate. Arrivati ad Orchha, ci siamo concesse un momento di relax, rimanendo in hotel per tutta la serata dove a cena, siccome eravamo le sole persone al ristorante, siamo state coccolate alla grande da tutto il personale del ristorante, dallo chef che ci ha cucinato, i camerieri che ci hanno servito, tanto che alla fine ci hanno chiesto una foto insieme a loro.  Le foto sono una cosa frequente che ti chiedono le persone che vengono dai piccoli città dove non vedono tanto turismo, ti fanno sentire come delle attrici per tante richiesta di farsi le foto con te, penso che saremo in tutti i social della gente dell’India. 

Giorno 7, Orchha

La mattina dopo siamo andati a visitare la città medievale di Orchha, con il suo forte che è un complesso di diversi palazzi e monumenti essendo i più importanti il Jahangir Mahal e il Raja Mahal, costruzioni in architettura mogol, abbiamo anche visto i cenotafi al bordo del fiume e il Tempio Chaturbhuj. Ci è rimasta la voglia di stare di più per poter visitarla con calma ma dovevamo partire per Khajuraho. Khajuraho è stata battezzata come la città dei templi del kamasutra, i templi sono stati costruiti durante la dinastia Chandella dell’India centrale tra il 950 e il 1050 d.C. ed è considerato Patrimonio Mondiale UNESCO. Ad oggi rimangono solo 22 templi  pieni di sculture che rappresentano atti di adorazione. Le sculture rappresentano atti di culto, divinità minori e coppie in unione, riflettendo il sacro sistema di credenze. Altri temi riflettono la vita sociale con rappresentazioni di scene domestiche, maestri e discepoli, ballerini, musicisti e coppie innamorate.  Dopo aver visitato i templi di Khajuraho, siamo partiti in macchina per raggiungere Satna per prendere il treno per andare a Varanasi, 3 ore di macchina e poi 7 ore e più di treno per arrivare a Varanasi.  Eravamo un po’ preoccupate da quanto avevamo letto i comenti dei treni e soprattutto che non c’era la prima classe e dovevamo viaggiare in seconda ma con aria condizionata. Bene, la verità è che si siamo trovate abbastanza bene, non era sporco come si pensava, ci hanno dato un sacchetto di carta con delle lenzuola pulite, e il nostro vagone era quasi vuoto, ad ogni fermata salivano dei venditori di tutti i tipi di mangiare, cosa che non abbiamo comprato, avevamo il nostro pranzo al sacco. Si fermava in continuazione, sicuramente era tipo un regionale. Finalmente, verso le 21,30 siamo arrivate a Varanasi dove fuori dal treno ci aspettava con un cartello il nostro autista che ci ha portato in albergo per riposare dato che la mattina dopo passava a prenderci alle 5,30.

Giorno 8, Varanasi

La mattina presto siamo andati in una barca per fare il giro del fiume Gange per vedere tutti i palazzi e i ghat, che sarebbero le scalinate che scendono al fiume, da lì abbiamo potuto vedere i famosi crematori che funzionano 24 ore su 24 per bruciare i loro morti affinché l’anima venga purificata, per poi gettare le loro ceneri al fiume, arrivano continuamente pellegrini per trascorrere i loro ultimi giorni di vita, con il solo sostentamento delle elemosine dei fedeli o l’accattonaggio, con la credenza che chiunque muoia qui passa direttamente al regno dei cieli, liberandosi dal ciclo delle rinascite. Anche dai ghat abbiamo visto della gente che scendeva nel fiume per bagnarsi, per purificarsi, altri che si facevano il bagno con tanto di bagnoschiuma, chi si lavava i denti, chi beveva l’acqua del fiume e infine, durante la cerimonia per la purificazione che si svolge tutte le sere, c’erano venditori di cestini pieni di petali di fiori con una candela che acquistavano i fedeli per deporli nelle acque del fiume come offerta a favore della corrente di Madre Ganga. Tante persone vengono anche da lontano per assistere alla cerimonia, è uno spettacolo di colori vedere le donne vestite con dei sari bellissimi, alcuni in seta con dei ricami favolosi, i cestini pieni di petali e le collane di fiori. Siccome una di noi voleva comprare un sari ma non in un negozio per turisti, siamo andate in un negozio per gente locale, prima ci siamo levate le scarpe e poi siamo entrate in una stanza dove tutto intorno alle pareti c’erano una infinita di sari, di tutti i tipi, qualità e prezzi, c’era l’imbarazzo della scelta, alla fine ci siamo guidate per il prezzo già che non volevamo spendere tanto, ne ho comprato uno anch’io, molto diversa la forma di approccio dei venditori per la gente locale da quelli dei negozi per turisti che vogliono venderti di tutto.

Giorni 9 e 10, Delhi

La mattina dopo avevamo il volo per Delhi, dove siamo rimaste 2 notti per finire di visitare i luoghi importanti della città, anche se non è stato possibili di visitare alcuni posti dato che in quei giorni c’era il G20 e diversi strade e monumenti erano chiusi al pubblico per sicurezza. Abbiamo visto il Tempio del Loto, una costruzione di architettura moderna e la Moschea Jama Masjid, comandata dall’Imperatore mogol Shah Jahan a metà del XVII secolo; è una delle moschee più grande dell’India, per entrare ci abbiamo tolto le scarpe e ci hanno messo una vestaglia molto grande per coprirci. Scendendo dalla moschea, di fronte alla nostra macchina si vede la zona commerciale di Chadni Chowk, con le sue stradine strette dove girano motorini, risciò, e gente a piedi, noi siamo salite sul risciò per immergersi tra le stradine strette, molto divertente ma il nostro povero conducente ha perso un sacco di tempo perché continuamente gli chiedevamo di fermarsi già che non potevamo resistere a tutto ciò che vendevano nei negozietti, da orecchini, nastri, borse, ecc.  Il resto della giornata l’abbiamo dedicata allo shopping nei diversi mercati della città.

La mattina dopo molto presto, per l’esattezza, alle 3,00 di notte è arrivato il nostro autista a prenderci per portarci all’aeroporto di Delhi già che avevamo il nostro volo di ritorno per l’Italia.

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