1000 galloni sul Golden Gate
Messa: Se la vostra fede è un po’ in crisi andate in Ellis St. 330 domenica mattina alle 9. Si tratta di una chiesa metodista e dopo averci messo piede… beh vi chiederete perché non vi abbiano mandato al catechismo dai metodisti!! All’ingresso una lunga fila: tantissimi ragazzi, tutte le possibili etnie sono qui raccolte. Tutti ti salutano e cercano di instaurare un dialogo. C’è il signore di mezza età bianco-super obeso-sempre pronto al sorriso, il travestito di colore, la famigliola felice con 5 pargoli al seguito. La prima ora della funzione è dedicata ai canti gospel: sull’altare compaiono le parole dei testi delle canzoni e se siete intonati (!!) provate a cimentarvi in questa sorta di mega-karaoke! E’ impossibile non farsi coinvolgere: la gente si abbraccia, si prende per mano, mentre il coro con la band danno il meglio. La funzione vera e propria dura circa un mezz’oretta con annesso defilé di magliette e cappellini per l’autofinanziamento della comunità. E alla fine, se vi è venuta fame, vi offrono pure il brunch! Orso Yoghi: all’ingresso dell’Henry Cowell RedWoods State Park, (situato a sud di San Francisco in direzione Santa Cruz e raggiungibile in automobile percorrendo la statale 1), trovate il ranger dell’orso Yoghi. E’ proprio lui:vestito di verde, con il cappellino e la targhetta appuntata sul petto. Non ci si sbaglia. E soprattutto pronto a dispensare consigli su come visitare al meglio il parco, che si caratterizza per le sue mastodontiche sequoie. Un tempo questa varietà di piante cresceva in diverse aree del pianeta. Oggi, per via degli sconvolgimenti climatici, sopravvivono solo in zone dove siano disponibili grandi quantitativi d’acqua: per vivere ne hanno bisogno di mille galloni al giorno! Il parco dispone di un centro visitatori. E’ gestito da volontari che non vedono l’ora di snocciolarvi qualche dato sbalorditivo: l’albero più alto,il più vecchio (si parla di duemila anni!), il più ammirato, il più odiato e così via nella mania americana di collocare tutto quanto in una top ten. Si possono affrontare diversi percorsi, a seconda del tempo che si ha a disposizione. Quello più breve, da 0,8 miglia, consente di avere un’idea del fragile ecosistema in cui vivono piante di dimensioni così impressionanti: raggiungono i 300 piedi d’altezza, come una Statua della Libertà al naturale.
Pigeon Point Lighthouse: sempre lungo la statale 1 in direzione Santa Cruz. E’ un posto strano, per chi desidera vivere una giornata di serena solitudine. Un faro con intorno una serie di staccionate dal bianco candore, un punto panoramico per osservare i leoni marini, la costa rocciosa che cade a picco nell’oceano e… un ostello dove si può pernottare! Spartano, ma sicuramente d’atmosfera! Ago e filo: Beadissimo è un negozietto-chic in Valencia St 1051. E’ situato nel Mission, il quartiere degli immigrati sudamericani. Scopo ultimo della visita in questo negozio è creare una collana, orecchini, chincaglieria d’ogni genere, ma personalizzata. All’ingresso vengono consegnati dei contenitori con scritto: “se ritieni che il prezzo di questo prodotto sia eccessivo, scrivi qui sopra quello che ti sembra giusto”(!). Si possono così acquistare tutti i pezzi necessari per crearsi il proprio oggetto: spaziano dal vintage, all’etnico, alla moda anni ’70. A questo punto arriva la cosa più divertente: il personale del negozio si mette a disposizione per aiutarti con aghi e fili nel caso tu abbia una scarsa manualità. Ci si può passare 10 minuti come un’intera mattina! Beach Blanket Babylon: A Union Square trovate il TIX Bay Area, dove si possono acquistare biglietti per gli spettacoli della sera stessa a metà prezzo. E’ probabile troviate in cartellone lo spettacolo Beach Blanket Babylon: il musical più longevo della storia di San Francisco(un po’ come Cats o il Fantasma dell’Opera a Brodway)! Son ormai tre decadi che viene proposto al Club Fugazi, tanto che una via adiacente il teatro ha preso il suo nome. E’ un mix di satira politica e buona musica: filo conduttore dello spettacolo è la ricerca di un fidanzato per la povera Bianca Neve. Le verrà sottoposto anche un pretendente italiano e gli stereotipi fioccano alla grande. Tuttavia la cosa che più colpisce sono i costumi e in particolare i cappelli: delle vere opere d’arte, ve n’è addirittura uno che riproduce i principali monumenti di San Francisco.
L’università: Berkeley, posta nella baia di San Francisco, si raggiunge facilmente con il sistema ferroviario Bart. E’ l’ideale se si vuole assaporare la vita del campus universitario. Ha circa 30mila studenti, in buona parte provenienti da Cina, Giappone e Corea, tutti orgogliosi di sfoggiare t-shirts e cappellini con lo stemma dell’università. Il “campanile” domina l’intero campus: è stato costruito ispirandosi a quello della basilica di San Marco! Il complesso universitario è inserito in un grande parco ed è piacevole passeggiarvi seguendo le orme degli orsi… è l’animale simbolo di Berkeley! Solo due fast food in città, che si vanta di essere una delle capitali culinarie della California. Il locale Chez Panisse vanta di aver dato origine a questa tradizione, sapendo sfruttare al meglio i prodotti della terra californiana.
Oh Castro: è l’enclave omosessuale della città. Sa di ghetto, ma è sicuramente pittoresco. Ci si arriva con la linea F, quella dei tram storici: se si è fortunati ci si ritrova su un tram di Milano con affisse ancora le pubblicità in italiano. Una grande bandiera arcobaleno sventola in mezzo alla strada: è ora di scendere. Dal dentista al panettiere qui si è tutti rigorosamente e orgogliosamente gay. Interessante le rassegne cinematografiche del Castro Theatre, che richiamano cinefili da tutta la città.
!E i 1000 galloni?Beh è la quantità di vernice che settimanalmente viene usata da 10 “imbianchini acrobati” per ridipingere il Golden Gate. Che popolo esagerato!