10 cugini a Parigi
Sabato 11 novembre Il ritrovo è alle 5,10. Stranamente tutti puntuali – tranne Federica & Alessio che hanno dovuto dare forfait – partiamo per l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio, che dista solo 2 km. Da casa. Check-in e poi in coda ai metal detector per il controllo del bagaglio a mano, soprattutto per la verifica del contenuto del famoso “sacchetto trasparente cm.20×20 richiudibile” per creme, liquidi, ecc.. La prima vittima delle nuove normative è Giulia: fornita di ogni sorta di cibo e sapendo di non poter portare contenitori di capacità superiore ai 100 ml. Ha pensato bene di portarsi dei boccettini di rosolio da 75 ml… Che puntualmente vengono cestinati dalla poliziotta di turno. Anche se siamo svegli da poco… o c’è chi magari non è andato nemmeno a dormire (… vero Nik) qualcuno ha già fame: Filippo parte per il bar e ne torna con una Coca Cola… alle 6 del mattino!! Cominciamo a ridere.
L’aereo decolla e puntuali alle 8,00 – Giulia è preoccupata perché dice di non vedere la pista – atterriamo all’aeroporto di Beauvais. Il cielo è grigio e sembra abbia appena smesso di piovere. Sbarchiamo velocemente, facciamo l’appello, ci dirigiamo verso l’ufficio che vende i biglietti per l’autobus (costo A/R € 26,00) che ci porterà a Parigi: mi giro e… sono sola. Siamo riusciti a perderci anche in questo piccolo hangar che è l’aeroporto!! Giunti a Parigi Port Maillot (dopo aver distribuito a tutti un biglietto con l’indirizzo dell’hotel, nel caso qualcuno si perdesse), cerchiamo la stazione metrò per andare alla Butte di Montmartre: acquistiamo tutti un carnet da 10 corse (costo € 11,00). Scendiamo alla fermata di Anvers e ci accoglie una Montmartre brulicante di gente. Arriviamo ai piedi del Sacre Coeur… ma prima di affrontare la ripida scalinata è indispensabile recuperare energia: obbligatoria quindi la colazione che consumiamo proprio nel bar in prossimità del parco: tipica colazione francese con croissant, baguette burro e confettura, cioccolata calda e spremuta al costo di € 8,00. Zainetto in spalla saliamo l’affascinante scalinata, entriamo nella Basilica, qualcuno vorrebbe entrare nella Cripta ma visto il costo del biglietto (€ 5,00) ci rinuncia: optiamo per le stradine zeppe di artisti intenti a dipingere e a fare ritratti e caricature. Lasciamo Montmartre per dirigerci verso il Centre Georges Pompidou/Museo d’Arte Moderna perché abbiamo letto che dalla terrazza al 5°piano si gode di una magnifica vista della città. Arriviamo nella piazza antistante al Centre, dove artisti di strada stanno recitando coinvolgendo i passanti: restiamo colpiti dalla bella fontana con le sculture moderne ma… I più giovani hanno fame (…Ancora) e non sembrano proprio interessati ad entrare. Così ci dividiamo: 3 al Pompidou (€ 10,50) e 5 da McDonald. All’ora stabilita (… più o meno) ci ritroviamo. Attraversando Rue Beaubourg, costeggiamo l’Hotel de Ville e giungiamo a Notre Dame. Per entrare c’è una lunga coda, anche se scorre abbastanza velocemente. All’interno si sta celebrando una funzione in occasione di un gemellaggio franco-britannico: sentire suonare l’enorme organo è davvero toccante. Sull’altare tante grandi bandiere sono portate da uomini in alta uniforme appartenenti a vari corpi militari. Sentiamo suonare gli inni nazionali ed il “Silenzio”. All’uscita siamo accolti da un vento freddo – che non ci lascerà più fino alla partenza – tanto che anche i militari scozzesi con il kilt si sono messi la giacchetta!! Vorremmo salire sul campanile di Notre Dame ma la gente è tanta, l’orario di chiusura prossimo, tanto che il guardiano non ci fa nemmeno mettere in coda. Attraversiamo la piazza, la Senna ed approdiamo sulla Riva Sinistra: entriamo nel Quartier Latin, zeppo di negozi, librerie (è il quartiere universitario della Sorbona) ristoranti ed osterie. I più giovani hanno fame (…) e si fanno attrarre dalle gelaterie Haagen Dazs che in Italia non sono presenti. Mega gelato con tanto di cialde waffeln (…). Sono quasi le 18,00 e la stanchezza comincia a farsi sentire. Decidiamo di andare all’hotel Le Villiers (un 2 ** ad € 87,00 la doppia, prenotato in internet che si è dimostrato più che accettabile ed in ottima posizione) per lasciare lo zaino, riprenderci un attimo e poi andare alla Tour Eiffel. Ritrovo alle 19,30 (…Che diventano le 20,00 perché i ragazzi devono sistemarsi i capelli, vero Nik e Filly!!) e partenza in metrò per vedere la Torre illuminata: è davvero uno spettacolo, soprattutto quando alla illuminazione fissa dei fari arancione si aggiunge lo scintillio ad intermittenza delle migliaia di lampadine. Non c’è molta coda alle casse, acquistiamo il biglietto per salire in ascensore fino alla cima (€ 11,00). Il ragazzo che è al metal detector per il controllo delle borse capisce che siamo italiani: ridendo ci dice “campioni del mondo” e fa una battuta su Zidane. Saliamo velocemente i primi due tronconi: fa davvero uno strano effetto salire rapidamente in ascensore tra le travi di ferro e lasciarsi tutto sotto… Soprattutto noi ragazze siamo un po’ intimorite… i maschietti non lo dicono, ma chissà…
Per salire l’ultimo tratto invece, la coda è molto lunga e perdiamo un bel po’ di tempo in attesa… ma ne vale la pena. Una volta in cima è davvero un’emozione unica e tutto il timore svanisce. Sotto di noi un mare impressionante di luci.
Scendiamo abbastanza velocemente perché sono le 23,15 e ci hanno detto che le corse del metro terminano alle 24,00. Decidiamo di tornare nelle vicinanze dell’hotel – che poi è vicino all’Arc de Triomphe – per cercare un locale per cenare… qualcuno ha ancora fame… e qualcuno invece sta male (…Vero Giuly!!). Ci dividiamo, qualcuno opta per una pizza e qualcuno per un thè caldo in hotel. Poi tutti a nanna. Appuntamento per domani, ore 9,00 alla reception.
Domenica 12 novembre Alle 10,00 passate lasciamo l’hotel e prendiamo il metrò (… prima un croissant al volo però…) per andare a vedere l’Opéra de Paris, facciamo colazione in una sorta di panificio che fa anche caffè e cioccolate ed ordiamo (per fortuna a buon mercato) non so quante brioche di ogni forma e tipo. Si ripromettono di non pranzare oggi, ma “solo un pranzo/merenda/cena a metà pomeriggio”… Ci credete? Riprendiamo il metrò e andiamo al Louvre: anche qui le casse sono molte (€ 8,50 – i minori di 18 anni non pagano, basta presentare la carta d’identità al controllo biglietti). Speditamente riusciamo ad entrare: lasciamo gli zaini al guardaroba ci dividiamo in due gruppi a seconda degli interessi, con la raccomandazione trovarci nel medesimo punto alle 14,00. Passando per la zona del Louvre medioevale (le mura dell’antica residenza venute alla luce in occasione della realizzazione della famosa piramide di vetro nella piazza antistante il museo) raggiungiamo la sezione dedicata agli egiziani (impressionante la cura nella realizzazione dei gioielli e la precisione millimetrica nella realizzazione della bendatura delle mummie); la sezione dei paesi asiatici (con gli enormi mosaici e capitelli) e dei greci e poi le sculture francesi; saliamo una larghissima scalinata e ci si para davanti la bellissima Nike di Samotracia. Siamo ormai in prossimità della Monna Lisa e della altrettanto famosa (grazie anche al Codice da Vinci) Vergine delle Rocce. Uscendo dalla sala dedicata alla Gioconda, seduto su un divanetto dove se si è conosciuti è impossibile passare inosservati, Giuly – che dorme con addosso la maglia azzurra di Toni – riconosce il portiere della nazionale di calcio tedesca, Olivier Khan. Vorremmo dire che siamo italiane e che l’Italia ha eliminato la Germania ai recenti mondiali… ci limitiamo a chiedere l’autografo. E’ la volta della Venere di Milo, dei gioielli della corona (che luccichio i brillanti e le pietre), gli appartamenti di Napoleone III dove, sarà il destino, nella immensa sala da pranzo apparecchiata per 40 persone ci ritroviamo con il resto del gruppo! Usciamo dal museo che sono le 15,00 passate (in realtà ci si dovrebbe stare dei giorni solo per vedere tutto quello che c’è), e ci incamminiamo a piedi tra i Jardin des Tuileries per raggiungere l’Arc de Triomphe. Giunti però in Place de la Concorde… i più giovani hanno fame: baguette al volo mentre camminiamo lungo Avenue des Champs Elyseès affollati di gente, transennati e con le luminarie di Natale già pronte su gli alberi. Ma si sa che sono interminabilmente lunghi!! La stanchezza ritorna a farsi sentire, per cui decidiamo di fermarci per un ultimo “spuntino”. Siamo quasi tutti entrati in un bar quando, dal menu esposto all’ingresso, spunta un “hamburger € 18,00”… immediato il retro front! Optiamo per l’ottimo locale “Briochee Doree”. Siamo ormai proprio ad un passo dall’immenso e suggestivo Arco di Trionfo. La tomba al Milite Ignoto è presidiata da molti militari in alta uniforme e c’è anche la banda che si sta preparando a suonare. Ce la prendiamo un po’ con calma anche perché il pullman che ci riporterà all’aeroporto parte verso le 18,45 e si trova solo a due fermate di metrò. Ci sediamo sotto l’Arco ad ammirare il sole che tramonta su La Defense e le luci di Parigi che pian piano si accendono.
A fatica ci rimettiamo lo zaino in spalla e scendiamo in metrò: nonostante avessimo acquistato tutti lo stesso numero di biglietti c’è chi è rimasto con uno, chi con due… chi con nessuno (…Vero Giuly!!) Il bus è già fermo a Port Maillot e dopo un’oretta di strada veniamo scaricato nel piccolo e stracolmo aeroporto. Check in, c’è chi si mangia ancora qualcosa, coda ai metal detector: alle ragazze viene perfino chiesto, qui, a Beauvais, di togliere gli stivali… qualsiasi prodotto – crema, dentifricio, ecc… – che non è nel famoso sacchetto trasparente consentito, viene immediatamente buttato via anche se più piccolo di ml.100. A noi non hanno fatto storie, ma francamente ci sembra che se ne stiano approfittando un poco di questa situazione: anche perché qualcuno di noi, involontariamente, è passato inosservato con più di un accendino in tasca..
Ovviamente, non poteva mancare il finale con il brivido. Rimaste nella sala partenze le sole persone dirette a Bergamo, e sulla pista nessun aereo parcheggiato, sul monitor appare la scritta “volo in ritardo”, a cui segue poco dopo, l’annuncio in francese e inglese della hostess di terra che il volo è …Deleted / delayed… E che verranno date informazioni alle 22,35 orario previsto per la partenza…Insomma non capiamo se il volo è in ritardo o cancellato… Non piove, non c’è nebbia: non capiamo. Ma non potrebbe ripetere anche in italiano visto che il volo è diretto in Italia?? Abbastanza preoccupati attendiamo con ansia la nuova comunicazione… ma di aerei che atterrano nemmeno l’ombra… Sono quasi le 23,00 e anche i due piccoli bar dell’aeroporto stanno abbassando le serrande quando… un aereo atterra e parcheggia proprio in fronte alla vetrata! Sul monitor appare il segnale di imbarco e finalmente si torna a casa!! Ah un’ultima cosa… c’è stato qualcuno… non faccio nomi… che all’alba di mezzanotte, sul volo Ryanair di ritorno, ha avuto il coraggio di comprare un hot dog tra gli sguardi increduli della hostess!!