Se Francesco l’ha abbandonata, i turisti non sono dello stesso avviso: ecco la ‘meraviglia vista lago’ che per 500 anni è stata la vacanza dei papi
Papa Giovanni Paolo II lo definì il “Vaticano due” e nel quarto di secolo del suo pontificato vi trascorse le estati, accogliendo dignitari ed ecclesiastici. Per Papa Benedetto XVI era il luogo irrinunciabile dove “fuggire” da Roma, tant’è che lo scelse dopo la sua rinuncia. Papa Francesco, interrompendo una tradizione che durava da quasi mezzo millennio, ha di fatto “abbandonato” Castel Gandolfo, la meta prediletta per le vacanze dei pontefici, trasformando il complesso delle Ville in un museo (e un vigneto). Ma proprio quest’ultimo gesto ha permesso alla magnifica cittadina dei Castelli Romani, a circa 30 km a sud della capitale, di continuare ad avere una “attrattiva” principale insieme a tutti quei luoghi, quegli scorci, quelle tradizioni che ne fanno una delle mete più amate di uno dei Borghi più Belli d’Italia. Andiamo a scoprirlo insieme.
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Ai piedi della montagna sacra e affacciato sul lago più amato dai Romani
Castel Gandolfo sorge in una delle zone più belle del Centro Italia, quella dei cosiddetti Castelli Romani. Si tratta di una quindicina di comuni, tutti nella fascia a sud della Capitale, che si concentrano intorno al Monte Cavo, sito storico-archeologico sul quale insisteva l’abitato di Albalonga, considerata la città “progenitrice” di Roma. Questo territorio inizia ad essere abitato stabilmente proprio in epoca romana, grazie alla vicinanza con l’Urbe e alla bellezza dei suoi paesaggi, divenendo uno dei prediletti per gli ozi dei ricchi romani che iniziarono a costruire qui numerose ville e castelli. Si pensa infatti, che il nome del borgo con molta probabilità derivi dal castello che la famiglia genovese dei Gandolfi aveva costruito in questa zona nell’XI secolo.
Per quasi tutto il Medioevo, Castel Gandolfo fu sotto il dominio della famiglia Savelli, ma il 30 giugno 1596 fu pignorato da Papa Clemente VIII come risarcimento dei debiti di gioco che i Savelli avevano contratto con il papato. Inizia così un ricco periodo di cambiamenti e di lavori per ammodernare il piccolo borgo, che ben presto divenne uno dei luoghi di delizia dei papi e della curia romana. Vengono costruiti nuovi palazzi e ampliati quelli già esistenti, si sistemano i giardini e le strade vengono ampliate e sistemate. Nel febbraio 1798 i soldati francesi entrano a Roma e nei territori dei Castelli Romani viene creata la Repubblica Albanense, ma ben presto il governo torna al papato, che lo tiene fino alla caduta dello Stato Pontificio il 20 settembre 1870 con la Breccia di Porta Pia. Nel frattempo, il 23 novembre 1820 a Castel Gandolfo venne installata la prima cassetta postale del mondo, ancora oggi visibile in Piazza della Libertà. Sarà solo con i Patti Lateranensi del 1929 che il Palazzo Pontificio e le ville vicine, per un totale di 55 ettari, tornarono ad essere nelle disponibilità del papa, restando comunque territori italiani ma godendo dell’extraterritorialità.
Durante la Seconda Guerra Mondiale tutta la zona dei Castelli Romani subisce pesanti bombardamenti, e Castel Gandolfo non viene risparmiato. Negli anni seguenti, grazie anche alla presenza del papa durante i mesi estivi (non a caso sia Papa Pio XII che Papa Paolo VI morirono a Castel Gandolfo, durante i rispettivi ultimi soggiorni castellani), Castel Gandolfo diventa una meta costante di turismo e, dal 2017, entra a far parte del novero dei Borghi più Belli d’Italia.
I luoghi simbolo di Castel Gandolfo
Il cuore del borgo è senza dubbio Piazza della Libertà, centro nevralgico di Castel Gandolfo. Su questa piazza dalla forma rettangolare si affaccia, sullo sfondo e in posizione leggermente rialzata, il Palazzo Pontificio, mentre sulla destra troviamo il Municipio e a seguire la Collegiata di San Tommaso da Villanova del Bernini.
Collegiata di San Tommaso da Villanova
L’interno della Collegiata di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo, progettata dal Bernini
La Collegiata è uno degli edifici voluti da papa Alessandro VII, che affidò la costruzione (1658-1661) di questo edificio religioso al celebre architetto Gian Lorenzo Bernini. Nelle intenzioni del papa doveva essere la cappella del Palazzo Pontificio e fu dedicata a San Tommaso da Villanova, canonizzato proprio nel 1658. La facciata, semplice ma di grande effetto, ha sulla sommità del timpano lo stemma di Alessandro VII, mentre l’interno con pianta a croce greca, è caratterizzato dalla cupola e dal grande altare barocco. La cupola presenta 8 tondi in stucco con scene della vita del santo, mentre la grande pala con L’assunzione della Vergine dell’altare maggiore è opera di Pietro da Cortona, che insieme al Bernini è uno dei grande maestri dell’arte barocca.
A Castel Gandolfo, oltre alla splendida Collegiata, sono da vedere la chiesa di Santa Maria Assunta, voluta da Papa Paolo V nel 1619 e la chiesa della Madonna del Lago, un moderno edificio costruito nel 1977 su volere di Papa Paolo VI a ridosso delle rive del lago e con un’architettura che ricorda una vela di una barca.
Le Ville Pontificie
Scorcio del Palazzo Pontificio e dei giardini di Castel Gandolfo. Sullo sfondo il Lago Albano e, in lontananza, Rocca di Papa con il suo Monte Cavo
Il complesso delle Ville Pontificie occupa oltre 55 ettari di superficie e si trova nel centro di Castel Gandolfo, sul crinale che apre la vista sul Lago Albano. È costituito da una serie di ville e palazzi, da un osservatorio astronomico e da immensi giardini. Delle Ville Pontificie fanno parte il Palazzo Apostolico, Villa Cybo, Villa Barberini e i giardini pontifici.
Affacciato sulla centralissima Piazza della Libertà, il Palazzo Pontificio è stato fino al 2016 la residenza estiva del papa, ma con il rifiuto di Bergoglio di utilizzarlo come tale, è stato trasformato in un museo. L’edificio originale risale al 1628 e fu costruito su volere di papa Urbano VIII Barberini, colui che avviò la grande stagione della Roma barocca. Il progetto fu affidato a Carlo Maderno, che sui resti del castello dei Gandolfi edificò l’elegante palazzo che ancora oggi vediamo.
Una volta varcato il portale d’ingresso ci troviamo nel Cortile Delle Udienze e da qui, attraverso lo Scalone d’Onore, saliamo al Piano Nobile, dove possiamo ammirare il Salone degli Svizzeri, la Sala dei Palafrenieri, la Sala dei Camerieri di Cappa e Spada e la Sala dei Bussolanti. Seguono la Sala del Trono e la Sala del Concistoro, che ci conducono alla Galleria di Benedetto XIV e alla Cappella di Urbano VIII. Siamo cosi giunti agli appartamenti privati del papa, che si articolano in una serie di stanze come l’anticamera, lo studio e la cappella privata, a cui segue l’appartamento del segretario di stato.
Le stanze sono tutte decorate o affrescate con opere dei maggiori artisti del XVII e del XVIII secolo, da ceramiche cinesi e da mobili d’epoca. Nell’ala nord del Palazzo Pontificio dal 1933 è ospitata la Specola Vaticana, ossia l’osservatorio astronomico, facilmente riconoscibile dalle due cupole che proteggono i telescopi.
Villa Cybo
All’inizio del XVIII secolo l’architetto papale Francesco Fontana decise di costruirsi una villa in cui risiedere proprio accanto al Palazzo Pontificio. Passata bene presto ai Cybo, da cui prende il nome, fu in seguito acquistata da papa Clemente XIV ed oggi ospita il Centro Mariapoli, un luogo dedicato all’accoglienza, allo studio e alla preghiera.
Villa Barberini
Villa Barberini fu costruita nel 1628 per Taddeo Barberini, nipote di papa Urbano VIII, da Gian Lorenzo Bernini, che restaurò e ampliò un vecchio casino di caccia, trasformandolo in una splendida villa con giardini. All’interno dei giardini si trovano i resti della Villa di Domiziano e tutto il complesso di Villa Barberini fu collegato al resto delle Ville Pontificie, tramite un cavalcavia, solamente nel 1929.
Giardini Pontifici
I Giardini del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo
Uno dei luoghi più affascinanti di tutto il complesso delle ville pontificie di Castel Gandolfo sono i giardini papali, che si estendo per oltre 50 ettari. Sono costituiti dai Giardini del Moro, i più antichi del complesso, e dai Giardini di Villa Barberini, sorti sui resti della Villa di Domiziano.
Tutti a tavola
Un tagliere con la gustosa e tipica Porchetta di Ariccia IGP
Non si può pensare ai Castelli Romani senza avere nella mente lei, la regina delle tavole romane ed emblema della convivialità: sua maestà la Porchetta di Ariccia. Cosa c’è di meglio di gustare, magari stando seduti in riva al Lago Albano, un panino con la porchetta?
Quella dei Castelli Romani è una cucina semplice e genuina, fatta con ingredienti locali e legati al territorio. Ottimi sono il pane di Genzano e quello di Lariano, ideali per la porchetta.
Tra i primi da provare sono le paste fresche condite con sugo di funghi o di carne, mentre tra i secondi l’abbacchio alla scottadito e le varie preparazione con carne di maiale sono un must. Tra i contorni, la cicoria ripassata e le erbe di campo sono l’accompagnamento ideale per la carne.
Per quando riguarda i dolci, immancabili sulle tavole dei Castelli Romani le ciambelline al vino, che devono essere inzuppate rigorosamente nel “vino de li Castelli”, oppure le ciambelle degli sposi, ricoperte di granella di zucchero e tipiche della vicina Rocca di Papa. Tra le eccellenze locali, da provare sono le saporitissime fragoline di Nemi.
Come arrivare
Castel Gandolfo è facilmente raggiungibile sia con i mezzi pubblici che con la macchina. In macchina occorre percorrere la SS7 Appia e, per chi proviene da nord prendere in località Due Ponti la SP 140 Marino – Due Santi fino a raggiungere il centro di Castel Gandolfo, mentre chi proviene da sud, dopo aver attraversato il centro abitato di Albano Laziale, deve percorrere per circa 2 chilometri la SP 216 Maremmana Inferiore III.
Chi invece desidera utilizzare il treno, sono due le stazioni ferroviarie a servizio del borgo dei Castelli Romani: la stazione di Castel Gandolfo e la stazione di Villetta, entrambe servite dai treni regionali della linea Roma Termini – Albano Laziale. Vicino anche l’Aeroporto G. Pastine di Ciampino, che dista dal centro cittadino solo 9 chilometri e che è servito da numerosi voli delle compagnie low cost.