Se anche tu ami i gatti, c’è un piccolo paesino in Piemonte tutto dedicato a loro

Sulle sponde del Lago d’Orta c’è Brolo, il paese dei gatti: ecco perché!
Stefano Maria Meconi, 30 Mar 2025
se anche tu ami i gatti, c'è un piccolo paesino in piemonte tutto dedicato a loro
 

Dimenticatevi per un momento di Villa Crespi, il celebre ristorante di Antonino Cannavacciuolo. Scordatevi delle gite sul lago (d’Orta, s’intende) e delle passeggiate sulle sponde di questo luogo così iconico del Piemonte. Perché la curiosità che ci aspetta oggi da questa gita fuori porta è decisamente più… pucciosa! Sì, perché a circa un’ora di viaggio da Milano, e altrettanta distanza da Torino, c’è un borghetto dedicato ai nostri amici a quattro zampe, dove ogni angolo è arricchito da monumenti, dipinti, affreschi e ogni genere di rappresentazione dedicata a loro. Insomma, dopo tanto peregrinare abbiamo scoperto il paese dei gatti. Ecco dove si trova e perché non vedrai l’ora di visitarlo!

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La cacciata del topo e il trionfo dei gatti

Tutto ebbe inizio il 10 ottobre 1756, quando, durante la seduta del Consiglio della Comunità, la città di Brolo chiese al paese di Nonio la separazione, a livello ecclesiastico, dalla Parrocchia di San Biagio di Nonio. Infatti, gli abitanti erano stanchi di recarsi fino a Nonio per tutte le funzioni, poiché dovevano attraversare un fiume soggetto a piene, ovvero il “Rio veloce”. I cittadini di Brolo, allora, promisero che avrebbero provveduto autonomamente ad arredare e mantenere la chiesa di Sant’Antonio d’Abate, e che avrebbero saldato tutti i debiti con Nonio. Non tutti gli abitanti di Nonio, però, credevano nella riuscita dell’impresa e inventarono un motto: “Quand al vien parrocchia Brol, al ratta metrà su ul friol” che in italiano significa: “quando a Brolo ci sarà la parrocchia, il topo si metterà il mantello”.

Quindi, proprio come dei gatti, gli abitanti avrebbero dovuto cacciare i topi (gli abitanti di Nonio) che infestavano il paese. La città, così, si impegnò, riuscì nel suo intento e il 27 aprile 1767 e il motto divenne “È stata fatta la parrocchia a Brolo ed il ratto ha messo il mantello”. Il giorno dopo, infatti, venne inchiodato sulla porta di una delle autorità di Nonio un piccolo topo con addosso un mantello e firmato il decreto che permise l’erezione della Parrocchia di Sant’Antonio Abate. Questa storia, che si confonde con la leggenda, anni dopo diede lo spunto per decidere di utilizzare il gatto come simbolo del paese, così com’è possibile notare subito dai cartelli d’ingresso ed uscita dalla città, raffiguranti dei gatti.

Cosa vedere a Brolo, il paese dei gatti

L’atmosfera che si respira a Brolo è molto familiare e, come accennato, sono molti i gatti ad essere raffigurati, sia sulle facciate delle case, nelle piazze, nelle stradine, sui tetti, sui numeri civici, ma sono tantissimi anche i gatti reali che spuntano dalle finestre, dai davanzali e che passeggiano nelle vie del paesino, la maggior parte dei quali sono liberi e curati dagli abitanti del luogo. In particolare, sulla strada principale, per esprimere l’identità di Brolo, nel 2006 è stato realizzato un piccolo monumento posizionato su un’aiuola terrazzata che raffigura un gatto, ma c’è anche la Strescia dal Gat, una stradina pedonale dedicata interamente ai gatti. Bellissimi e particolari anche i “panettoni” in cemento che raffigurano i gatti. Tra i tanti ritratti appesi in città ricordiamo quello di Van Gogh che rappresenta un gattino e il gatto urlante che ricorda l’Urlo di Munch.

Brolo custodisce anche alcune belle chiese, Villa Tarsis e il palazzo signorile circondato da un ampio giardino all’italiana. Da qui, inoltre, è possibile partire per delle belle escursioni sul monte Cregno e sul Monte Pizzo, dove visitare i boschi di Cesara.



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