Sacra di San Michele, l’antica abbazia del Piemonte che si è “adattata” alla montagna (ed è un capolavoro letterario)

La descrizione di un’abbazia avvolta in un mistero di sangue e testimone di eventi mirabili e terribili che sferzarono, come un vento di tempesta, le sue mura. Un’abbazia che vive nelle pagine del “Nome della rosa” di Umberto Eco, ma che si fa materia in Val di Susa. È il monumento simbolo del Piemonte, oltre a costituire sicuramente una delle mete più gettonate per chi sceglie di visitare Torino e il Piemonte. Ancora di più, è il centro di una via di pellegrinaggio antica di secoli e lunga oltre duemila chilometri che unisce quasi tutta l’Europa occidentale, da Mont-Saint-Michel a Monte Sant’Angelo; dunque tre siti micaelici allineati lungo una retta che, prolungata in linea d’aria, conduce a Gerusalemme. Un luogo assolutamente da conoscere, scoprire, percorrere e, per certi versi, anche scalare.
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Sacra di San Michele in Piemonte
La veduta sulla Val di Susa dalla Sacra di San Michele
È un’abbazia medievale sul cocuzzolo del monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa. Partendo da Torino in macchina si arriva ad Avigliana, località Mortera, dove parcheggiare e da dove parte il Sentiero dei Principi, un percorso di 90 minuti con un dislivello di 300 metri. Il sentiero, che coincide in parte con il sentiero escursionistico 501, prende il nome dal fatto che nel 1836 vi transitò un corteo funebre che traslava le salme di 27 membri della famiglia Savoia, che sarebbero poi state seppellite appunto all’abbazia.
Ufficialmente il nome della Sacra di San Michele, questo quello con cui è più conosciuta, è Abbazia di San Michele della Chiusa. Venne fondata nel X secolo e custodita a lungo dai benedettini, per poi passare nelle mani dei padri rosminiani, che ancora oggi la gestiscono. Con 10 € ci si garantisce l’ingresso con visita guidata, tenuta dai volontari che operano nella Sacra; è anche possibile visitare il luogo liberamente risparmiando due euro, ma facendosi accompagnare nell’esplorazione si ha l’imperdibile possibilità di ascoltare la storia della Sacra. Proprio nella sua millenaria la storia, la cosa che più meraviglia è che la montagna non sia stata sventrata o scavata per far posto all’edificio, ma è l’abbazia che si è in qualche modo adattata, come fondendosi nella roccia. Così, diventa un gioco individuare gli angoli in cui il Pirchiriano emerge dalle mura e dai pavimenti della struttura; è impressionante notare, in un angolo discreto della chiesa, alla base di un pilastro, la sommità del monte, il 962° metro.
E questa è solo la letterale punta dell’iceberg: per giungere fin quassù si affrontano i ripidi gradini dello Scalone dei Morti, luogo di sepoltura dei monaci; si attraversa il Portale dello Zodiaco, capolavoro marmoreo scolpito con innumerevoli action figure medievali che rimandano al ciclo della vita e al memento mori; si ammira da una delle tante terrazze la Val di Susa, che si stende davanti agli occhi. Si completa il tour, infine, nei pressi della torre della Bell’Alda, legata alla leggenda dell’eponima fanciulla che, per sfuggire alle insidie di soldati di ventura, si buttò giù dalla torre. Il resto non ve lo racconto, altrimenti è spoiler.
Un sito accessibile a tutti
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La celebre Scalinata dei morti, uno dei pochi luoghi dove l’accessibilità del complesso non può essere garantita
Curiosità sulla Sacra di San Michele
- Un fatto storico-geografico sulla Sacra: è la prima tappa italiana della Via Francigena ed era luogo di accoglienza dei pellegrini
- Un fatto letterario sulla Sacra: ha largamente ispirato Umberto Eco per Il nome della rosa
- Un fatto mistico sulla Sacra: si trova sulla linea di San Michele, la ley line che collega sette santuari dedicati al culto micaelico, dall’Irlanda alla Terrasanta