Molise? No, Piemonte! Alle porte di Vercelli c’è una piccola Agnone dove si fabbricano campane da più di 600 anni

Stefano Maria Meconi, 15 Giu 2024
molise? no, piemonte! alle porte di vercelli c'è una piccola agnone dove si fabbricano campane da più di 600 anni

Con i suoi 984 anni di storia, sappiamo che la Pontificia fonderia di campane Marinelli di Agnone (Isernia, Molise) è la più antica al mondo in questa produzione così originale e diffusa in tutto il mondo. Un primato che non viene scalfito, ma al quale si avvicina, funzionando quasi da contraltare, una altrettanto piccola – e familiare – realtà del Piemonte. A Valduggia, comune del vercellese, c’è infatti una realtà che sin dal ‘400 ha fuso bronzo e realizzato campane “alla vecchia maniera”. Eppure, in pochissimi la conoscono. O meglio, la conoscevano, perché oggi grazie al FAI – Fondo Ambiente Italiano, la sua è una realtà salita agli onori della cronaca. Scopriamola insieme.

La “Agnone piemontese” 

turistipercaso

La Premiata fonderia di campane “Achille Mazzola” risale al 1400 circa. A breve calcolo, vediamo che questa realtà esiste da ormai sei secoli. Meno dei quasi 1000 anni di Agnone, ma sufficienti per considerarla una vera e propria eccellenza italiana. Nonostante sia stata chiusa nel 2004, l’antica fonderia ha segnato per tempo immemore la storia di Valduggia, un comune dove l’artigianato si esprime peraltro in numerose forme, come ad esempio la maglieria e i filati.

Quelle della famiglia Mazzola sono campane realizzate rigorosamente in bronzo (una lega con 78% di rame e 21% di stagno, leggermente modificabile a seconda del risultato finale che si vuole ottenere), arricchite dal battente (o battacchio) interno e dall’anello sempre interno in ferro, e dal cuoio che legava l’anello al battente. Insomma, una serie di elementi costruiti seguendo una manualità e una artigianalità maestrali, che prevedeva fino a pochi anni fa la costruzione di modelli in mattoni, sagome in legno, oltre all’ampio uso dell’argilla come elemento di separazione tra i vari elementi dello stampo.

fonderia mazzola valduggia

Pensate che, ieri come oggi, la fusione del bronzo avviene alla temperatura altissima di 1200 °C, mentre il modello è praticamente sotterrato nella terra, e dove rimane fino al completo raffreddamento. Ma non è ancora finito il lavoro, perché bisogna testare la campana con un diapason e verificare che il suo suono sia quello atteso. Altrimenti, un lavoro così lungo sarà praticamente da rifare da capo.

Da Valduggia le campane piemontesi hanno raggiunto i quattro angoli d’Italia e del mondo, soprattutto grazie all’azione dei missionari che, predicando il Vangelo, portavano con sé la competenza degli artigiani vercellesi. Delle oltre 35mila campane fabbricate in seicento anni, però, la più grande è rimasta in Piemonte. Più precisamente, al Santuario della Consolata di Torino, dove risuona dal 1940 una campana di 4250 kg di peso. Pochi, tanti? Considerate che la prima campana maggiore della Basilica di San Pietro in Vaticano pesava 5565 kg, mentre la Maria Dolens di Rovereto pesa 22,6 tonnellate (22.639 kg), ed è la quinta più pesante al mondo a “distesa libera”, ovvero non essendo collocata in celle campanarie.

Valduggia e le sue campane oggi

Chiusa nel 2004, la Fonderia Achille Mazzola è oggi un complesso musealizzato, anche grazie all’interesse del FAI nel cui censimento dei Luoghi del cuore 2022 è risultato l’11° sito più votato in Italia. Modelli in legno, formelle, riproduzioni di campane sia piccole che a misura naturale sono tra gli elementi visitabili in questo luogo che racconta secoli di artigianalità. Il museo-fonderia si trova in Via Cremosina, 33 ed è visitabile anche attraverso visite guidate (da richiedere scrivendo a info@museocampaneachillemazzola.it o tramite il sito museocampaneachillemazzola.it)

Anche il resto della cittadina merita la visita: nel centro di Valduggia c’è spazio per un bellissimo borgo con case dipinte e dai porticati tradizionali, dove spicca la figura del pittore cinquecentesco Gaudenzio Ferrari, nativo di qui e narrato con parole di stima addirittura da Giorgio Vasari.

Le foto contenute dell’articolo provengono da fondoambiente.it. Tutti i diritti riservati ai rispettivi autori



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