La terrazza verde di Trento: verdissimo in estate e bianco d’inverno, da qui si ammira tutta la regione dall’alto

Alessandro Cipolla, 23 Ago 2025
la terrazza verde di trento: verdissimo in estate e bianco d'inverno, da qui si ammira tutta la regione dall'alto

Fin da bambino il Monte Bondone è stato un luogo che mi ha incuriosito e affascinato. In estate lo ammiravo così verde e imponente, con la sua sagoma che mi ricordava quella di un gigante addormentato, mentre in inverno si innevava totalmente per la gioia di tutti gli amanti dello sci. Nella zona di Trento  senza dubbio il Bondone è la montagna più iconica, sia per la sua vicinanza al capoluogo sia per essere vissuta praticamente durante tutto l’anno: quando la stagione lo permette è la meta ideale per il trekking, mentre d’inverno ecco che rispunta fuori la sua innata vocazione di monte perfetto per lo sci.
Del resto proprio sul Monte Bondone è stato costruito il primo impianto di risalita in Italia, per l’esattezza una slittovia che ha aperto i battenti nel 1934, più di 90 anni fa. Questa montagna è molto amata anche perché è facilmente raggiungibile: da Trento sono circa 30 minuti d’auto, con anche diversi autobus che arrivano in zona. Inoltre stiamo parlando di un monte assai gettonato dai patiti della bicicletta – spesso è stato meta anche del Giro d’Italia -, ma la zona è ideale anche per un itinerario in moto. Insomma, questa montagna sembrerebbe avere la straordinaria qualità di poter soddisfare qualsiasi esigenza, il tutto a un passo dalla città.

Monte Bondone, la “terrazza” di Trento

monte bondone innevato

Per gli abitanti della zona il Monte Bondone è una sorta di balcone naturale che, da un lato, si affaccia sulla città di Trento, mentre dall’altro lo sguardo è rivolto verso le Dolomiti di Brenta e il Garda. Questa montagna infatti – per molti però si tratterebbe di un vero e proprio massiccio, la discussione a riguardo tra esperti è ancora in corso – si trova tra la Valle dell’Adige e la Valle dei Laghi, ma tecnicamente fa parte delle Prealpi Bresciane e Gardesane. La sua cima più alta però – il Palòn (2.180 m) – sembra quasi dominare Trento da cui dista in linea d’aria solo 15 chilometri.
In primavera e in estate salendo verso il Bondone si percepisce subito come il paesaggio cambi: i vigneti e i boschi delle pendici lasciano progressivamente spazio a prati verdi, malghe e viste panoramiche spettacolari che spaziano – nelle giornate limpide – anche fino al Lago di Garda. In questa stagione è il luogo adatto per fare escursioni più o meno difficili, visto che non mancano passeggiate tranquille e itinerari più difficili, come quello che porta al Palòn oppure l’iconico giro delle Tre Cime dove non mancano anche le ferrate.
Da non dimenticare poi il Giardino Botanico Alpino delle Viote, uno dei più antichi e grandi d’Italia che merita di essere visitato. Tutto cambia però in inverno, quando diventa un’apprezzata stazione sciistica con piste adatte soprattutto a chi muove i primi passi sugli sci o per chi cerca un ambiente meno affollato rispetto ai grandi comprensori alpini.

Le leggende

monte bondone

Come ogni luogo di montagna che si rispetti, non mancano di certo le leggende legate al Monte Bondone. Il suo nome infatti deriverebbe dal “buon dono” che una ragazza, per anni segregata sul monte, avrebbe fatto ai contadini della zona con cui aveva stretto amicizia una volta che ereditò le terre del luogo: il regalo di tutte le sue proprietà. Altri però ricollegano il tutto alla peste del 1630, durante la quale solo otto famiglie del luogo sopravvissero all’epidemia. In segno di gratitudine, i sopravvissuti dipinsero immagini sacre sulle loro case e fecero un voto alla Madonna con il Bambino in Braccio raffigurata in una statua lignea.
Ancora adesso, ogni anno il 9 settembre si tiene una processione che porta la statua dalla chiesa alla località Plos, ovvero il punto dove furono sepolte le vittime della peste. Leggende a parte, il Bondone al giorno d’oggi è un luogo perfetto per passare una giornata in completo relax, sia in estate sia in inverno e magari assaporando anche una delle tante specialità tipiche trentine cucinate nelle malghe.



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