La piccola Arabia della Sicilia è il borgo fortificato sulle sponde del lago Arancio

Stefano Maria Meconi, 22 Apr 2024
la piccola arabia della sicilia è il borgo fortificato sulle sponde del lago arancio

C’era una volta la Sicilia fenicia, poi greca, poi romana, ancora bizantina e – sul finire del primo millennio – divenne anche islamica. Un periodo piuttosto lungo, circa due secoli (tra l’827 e il 1091) durante il quale l’isola conobbe un importante sviluppo economico, militare e amministrativo. Ma anche e soprattutto nella costruzione di edifici e di intere cittadine, tra cui oggi c’è uno dei borghi più belli d’Italia. Sambuca di Sicilia, immersa nello scenario dell’agrigentino e dai profondissimi legami storici con la dominazione araba, fu infatti da questi ultimi fondata come una delle prime località del loro dominio e chiamata Zabuth. Costruito il castello, realizzato un impianto urbanistico basato su viali e definito quello che è un vero e proprio borgo di matrice islamica (come poi vedremo nell’analisi della fortezza di Mazzallakkar), ecco che si gettano le basi di una presenza islamica che continua ben oltre il dominio arabo su quello che, oltre mille anni dopo, sarebbe diventato uno dei Borghi dei Borghi d’Italia. Insomma, di storia – e di curiosità – ce ne sono davvero tante.

Il fortino (oggi sommerso) che diede vita a Sambuca

sambuca di sicilia

Il belvedere di Sambuca di Sicilia, sui resti dell’antico castello emiratino

Qual è il primo edificio che una potenza straniera costruisce su un territorio appena conquistato, per consolidare il potere e difendersi dalle operazioni di riconquista? Esatto, un castello. O un maniero, una fortificazione. Nel caso di Sambuca di Sicilia, il fortino di Mazzallakkar, risalente all’incirca all’anno 830 e considerabile come il primo elemento di sviluppo urbanistico della Sambuca – o meglio Zabut – che sarà. Oggi la fortificazione, che rimase utilizzata in varie forme fino a ottant’anni fa, è parzialmente sommersa sotto le acque del lago Arancio, un bacino artificiale nato negli anni ’50 per rispondere alla cronica assenza di acqua della Sicilia. Risolto un problema, creato l’altro: Mazzallakkar ha iniziato progressivamente ad assorbire acqua, indebolendosi, e preannunciando la definitiva rinuncia a un fondamentale reperto dell’epoca islamica dell’isola. 

Al contempo, però, non mancano esempi e numerosi di come le varie dominazioni e culture hanno arricchito questo borgo siciliano. Partendo dal Belvedere, che corrisponde al Castello ormai perduto, ma la cui nettezza delle forme garantisce dei panorami di grande impatto scenico sulla vallata e le montagne circostanti. Musulmana prima, cristiana poi, Sambuca di Sicilia è ricca di numerosi esempi di architettura religiosa che trovano il loro culmine del Santuario di Maria Santissima dell’Udienza e nella Chiesa di Santa Caterina. Del primo si riconoscono forme di gusto barocco, le stesse che ritroviamo in Santa Caterina ma dove l’accento è improntato soprattutto sull’apparato decorativo interno, estremamente carico benché afflitto dai segni del tempo.

palazzi di Sambuca di Sicilia, che emergono passeggiando lungo i setti vaneddi, rappresentano allo stesso tempo l’evoluzione storico-politica della cittadina, che oggi conta poco più di cinquemila abitanti. Tra i più importanti c’è Palazzo Panittieri, la cui offerta culturale spazia dall’archeologia all’enogastronomia siciliana, fino a un magnifico giardino coltivato secondo i dettami della botanica mediterranea. 

Un territorio da scoprire a tavola

sambuca di sicilia, vigneti

I vigneti sulle sponde del lago Arancio, alle porte di Sambuca di Sicilia

Sambuca come il sambuco? È una delle ipotesi che il toponimo si trascina, e che ci introduce alla ricchezza del territorio di Sambuca di Sicilia anche dal punto di vista enogastronomico. Qui, infatti, non mancano specialità e prodotti agroalimentari di particolare qualità: l’oliva nocellara del Belice DOP, la Vastedda della Valle del Belice DOP (un formaggio simile a una caciotta), il Sambuca di Sicilia DOC. Non mancano infine i dolci, generalmente preparati generalmente a base di mandorle ricotta, mentre la localissima Minna di Virgini è fatta con crema di latte, zucca candita e altri ingredienti avvolti in uno scrigno di pasta frolla che ricorda la forma di un seno. Un testamento alla bontà e alla ricchezza materna di questo territorio.



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