La Berlino d’Italia è la città un tempo divisa da un muro e oggi diventata simbolo dell’integrazione europea

19Simone80, 13 Ago 2024
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Quando, nel 2025, Gorizia Nova Gorica saranno entrambe le tenutarie del titolo di Capitale europea della cultura, torneranno a vivere quel senso di unità che un confine, oggi pur meramente su mappa e non più fisico, gli ha impedito di coltivare negli ultimi decenni. La controparte italiana di quella che fu una città sola è, anche grazie alla vicinanza col confine sloveno, una meta sicuramente interessante per un viaggio d’autore nel Friuli-Venezia Giulia.

Cosa visitare a Gorizia, la città più europea d’Italia

La posizione geografica di Gorizia l’ha da sempre influenzata culturalmente per l’incrocio di diverse civiltà, le eleganti architetture testimoniano la sua origine Mitteleuropea, e che oggi la rendono anche un ponte tra l’Italia e il resto del continente.

Partendo dal centro storico in Piazza della Vittoria, la piazza più ampia della città al centro della quale si trova la bella Fontana del Nettuno (XVIII sec.). La statua della divinità romana perse il tridente e la coroncina dorata posta sul capo a causa dei bombardamenti. Tra gli edifici più antichi ed importanti che si affacciano sulla piazza, vi è il Palazzo del Governo (Casa Torriana) di origine cinquecentesca, in epoca asburgica divenne il Palazzo del Capitano, il rappresentante del Governo nominato direttamente dall’Imperatore. Dopo il passaggio all’Italia fu adibito a Prefettura, funzione che mantiene ancora oggi.

Nella piazza si affaccia anche la Chiesa di Sant’Ignazio (XVII sec.), caratterizzata dalla facciata con due torri campanarie coronate da cupole a cipolla. Presenta un interno barocco a una navata centrale e volta a botte, da sottolineare l’altare settecentesco e il pulpito affrescato.

Duomo di Gorizia

duomo di gorizia

Percorrendo Via Rastello, il cui nome deriva dal cancello che un tempo separava la città dalla campagna circostante, si arriva al Duomo di Gorizia. Il Duomo di Gorizia (XIII sec.) è dedicato ai due patroni cittadini, Sant’Ilario e San Taziano. La facciata in stile neoclassico come la si vede oggi è stata completata nel 1924, dopo i danni causati dalla Grande Guerra.

L’interno barocco, ha navate decorate con stucchi che hanno preso il posto di affreschi che purtroppo sono stati persi a causa dei bombardamenti della guerra. La navata di destra ospita la quattrocentesca Cappella di Sant’Acazio, con volta a stella con i simboli dei quattro evangelisti, una scala porta alla cripta dove riposano gli Arcivescovi di Gorizia.

Castello

castello di gorizia

Proseguendo si arriva al Castello di Gorizia (XII sec.), il cuore e il simbolo della città, dalla cima del suo colle la vista spazia su tutta la città e i colli che la circondano. Durante la Prima Guerra Mondiale il castello fu quasi del tutto distrutto, ricostruito poi negli anni ’30, restituirono l’aspetto complessivo che lo caratterizzava nel XVI secolo.

L’interno della dimora presenta sale arredate con mobili d’epoca, al piano terra nella Sala dei Cavalieri è allestita la collezione di armi in uso nella Contea di Gorizia dal XI al XVI secolo.

Al piano nobile si trovano la Sala del Conte e il Salone degli Stati Provinciali, una sala dalle notevoli dimensioni con soffitto a cassettoni, sulla quale si affaccia un notevole ballatoio ligneo. Poco lontano dal centro si trova Piazza della Transalpina, il punto in cui è crollato l’ultimo confine in Europa.

Il “muro” che non c’è più 

confine italia slovenia

Il 1 Maggio 2004 con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, venne abbattuto il muro in calcestruzzo che dal 1947 divideva Gorizia da Nova Gorica e l’Italia dall’allora Repubblica di Jugoslavia. Ora a terra è stata apposta una targa celebrativa che indica il vecchio confine.

Nei dintorni di Gorizia: il Sacrario Militare di Oslavia

Raggiungo poi il Sacrario Militare di Oslavia (1938), situato sulle alture della città, raccoglie le spoglie di soldati italiani ed austro-ungarici che persero la vita durante la Prima Guerra Mondiale. Il bianco e candido monumento, ha struttura triangolare sulla quale si innalzano una grande torre centrale e tre torri minori poste negl’angoli.

Ogni torre custodisce al suo interno poste lungo le pareti, i loculi di oltre 20 mila caduti identificati, gli altri 37 mila corpi senza nome sono tumulati in ossari messi al centro delle tre torri minori.

Nella cripta della torre centrale si trovano le tombe di 13 uomini decorati con la Medaglia d’Oro al Valore Militare, fra questi il Gen. Achille Papa, il Gen. Ferruccio Trombi e il Gen. Alceo Cattalochino.

Vicino al vertice sinistro dell’Ossario si trova la Campana “Chiara” che suona ogni giorno al tramonto in onore dei caduti. Ogni 8 Agosto si celebra la cerimonia in memoria dei caduti di tutte le guerre.

Nell’altopiano del Carso sono rimaste innumerevoli tracce della Grande Guerra. Nei primi giorni del conflitto, il Regio Esercito Italiano riuscì ad oltrepassare il fiume Isonzo avanzando fino al Carso, fronte di guerra principale con l’esercito austro-ungarico. Nell’area vennero combattute 11 battaglie che portarono poi alla disfatta di Caporetto.



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