Islanda: l’arcipelago di Vestmannaeyjar, un piccolo mondo a parte

La costellazione di terre situate a sud della costa islandese, conosciuta come “Isole Vestmann”, è un eden distante dai flussi turistici, un paradiso da scoprire in estate, quando nidificano le pulcinelle di mare che qui trovano il loro paradiso
Elena Bittante, 19 Lug 2025
islanda: l'arcipelago di vestmannaeyjar, un piccolo mondo a parte

L’Islanda è una delle mete nordiche più gettonate, un’isola remota che incanta. Vento, acqua, terra e fuoco sono in balia di una natura creativa, madre e matrigna che forgia e modella continuamente il paesaggio, contribuendo a creare uno dei luoghi più affascinanti del pianeta. Una sinfonia di elementi in subbuglio, quelli di una terra geologicamente inquieta: vulcani attivi e geyser mirabolanti, ghiacciai grandi come stati che scivolano nelle fredde acque dell’oceano e brune lande di roccia lavica, alternate da pascoli e montagne verdissime. Quest’isola è magica per davvero, e racchiude un’atmosfera unica, capace di attirare sempre più turisti provenienti da ogni angolo di mondo, che non sempre rispettano la natura e i suoi silenzi, soprattutto in luoghi osannati dalle serie tv, alla mercè di pellegrinaggi mediatici e selfie. 

C’è una destinazione islandese distante dal turismo di massa, fenomeno sempre più evidente in alcune località, si tratta del piccolo arcipelago di Vestmannaeyjar che spunta al largo della costa meridionale della terra madre: 15 isole e 30 scogli e faraglioni di cui Heimaey, ovvero l’ “Isola della casa”, la più grande e l’unico insediamento abitato tutto l’anno. Chi invece popola tutte le isole per 365 giorni sono i Puffin, le pulcinelle di mare, che le scelgono per nidificare durante il periodo estivo, il più bello per visitare queste magnifica costellazione che spunta dalle fredde acque dell’Oceano Atlantico. Questa settimana la rubrica “Altro viaggiare”, vi porta alla scoperta di questo piccolo mondo di incredibile bellezza naturalistica e dalla storia davvero intrigante. 

Perchè si chiamano “Isole Vestmann”?

Il significato di “Vestmannaeyjar” o “Isole Vestmann” è intrigante e antico come la storia dell’Islanda, e si traduce come “isole degli uomini dell’Ovest”, ovvero “degli Irlandesi”. Dobbiamo viaggiare nel tempo per comprenderne la ragione. Secondo la leggenda, i primi coloni a stabilirsi in Islanda furono i membri della famiglia di Ingólfr Arnarson, accompagnati da due schiavi irlandesi. Al tempo dei norreni, l’Irlanda era considerata la terra più ad ovest del mondo conosciuto (superata poi dalla stessa Islanda). I due uomini in catene assassinarono il fratellastro di Arnarson per poi fuggire e tentare di nascondersi proprio sulle isole a sud delle coste islandesi, al tempo ancora ignote. Ma la furia del “primo colone” d’Islanda fu tale da raggiungerli e ucciderli. Per questa ragione le isole vennero chiamate “Vestmann”, in riferimento a quegli uomini dell’Ovest che non scamparono alla vendetta. 

Vestmannaeyjar e quella notte del ‘73

Vestmannaeyjar conobbe le scorribande vichinghe e quelle dei popoli che l’hanno conquistata, compresi i pirati algerini che nel 1627 colonizzarono l’arcipelago e deportarono 237 abitanti come schiavi. Ma anche la natura determinò la sua storia, come d’altronde è consuetudine in Islanda: alle 01.55 del 20 gennaio nel 1973, un’enorme fessura squarciò l’isola principale di Heimaey. Fu il risveglio dell’allora sconosciuto Vulcano Eldfell che eruttò violentemente distruggendo case e infrastrutture. Fortunatamente gli abitanti riuscirono a mettersi tutti in salvo abbandonando l’isola tempestivamente. Questo fu reso possibile da un’incredibile coincidenza: quella notte era presente l’intera flotta di pescatori attraccata al porto, a causa delle tempeste dei giorni precedenti. 

Dopo l’eruzione, fu comunque necessario un importante intervento di ricostruzione. Tuttavia, nonostante gli ingenti danni, la lava rimodellò il paesaggio formando incredibili concrezioni e un’ampia e lunga striscia di terra che venne ottimizzata per la costruzione della pista aeroportuale, la quale migliorò i servizi e incentivò il turismo, dando la possibilità di raggiungere più velocemente l’arcipelago. Oggi si può dunque arrivare a Vestmannaeyjar dall’aeroporto internazionale di Keflavik, situato nella periferia della capitale Reykjavík, in alternativa via mare. I traghetti salpano dal molo di Landeyjahöfn, minuscola località situata lungo la costa meridionale dell’Islanda, e raggiungono il porto di Vestmannaeyjar, situato sull’isola di Heimaey.

Cosa fare e vedere nell’isola di Heimaey

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Birdwatching nella Penisola di Stórhöfði

Le Vestmann sono meta di appassionati di birdwatching e di fotografi naturalisti per l’incredibile concentrazione dei pulcinella di mare o puffin, i simpatici pennuti bianchi e neri, dall’inconfondibile becco arancione e dall’espressione dolce. L’Isola di Heimaey in particolare è considerata la loro casa e qui si trova la colonia più grande di tutta l’Islanda. Il periodo estivo è il migliore per l’osservazione poiché durante la stagione calda scelgono gli anfratti delle maestose falesie per deporre le uova. Il punto di osservazione più indicato è senza dubbio la ventosa penisola di Stórhöfði: poco importa la furia di Eolo, la propaggine meridionale dell’isola è imperdibile per ammirare queste bellissime creature nel loro habitat e per godere i magnifici e verdi paesaggi costieri che si tuffano nell’Oceano Atlantico del Nord. Per avvicinarsi a una colonia di pulcinella di mare senza disturbarla, è consigliato il rifugio per il birdwatching di Storhöfði che offre una posizione al chiuso (ideale anche in caso di pioggia) con piccole finestrelle su ogni lato per l’osservazione e godere la natura circostante.

I percorsi da trekking

Per gli amanti del trekking, da non perdere un’escursione a Sæfell, considerata una delle escursioni in montagna più facili dell’isola di Heimaey. Per un’avventura più sfidante, da appuntare il percorso che raggiunge la cima piatta del Klif, il nome di due montagne sulle scogliere settentrionali dell’isola: Stóra-Klif e Litla-Klif, rispettivamente “Grande scogliera” e “Piccola scogliera”. È possibile raggiungere “la vetta” di Stóra-Klif, ma facendo attenzione poiché il percorso può essere impegnativo, per questa ragione è indicato a chi è ben allenato e conosce le buone pratiche dell’escursionismo. Bellissimo e toccante anche l’itinerario che conduce al cratere del Vulcano Eldfell, dove campeggia una grande croce di legno, voluta dagli abitanti dell’isola come simbolo di ringraziamento per gli eventi del 1973, e per commemorare Jón Trausti Úranusson, morto in un incidente di scavo nel 1993 mentre lavorava sul vulcano.

Altra escursione che regala paesaggi straordinari è la via che parte da Herjólfsdalur e raggiunge Dalfell. Da lì, si percorre la ripida discesa per raggiungere la bellissima Penisola di Stafsnes. Questo lembo di terra lungo e sottile forma un piccolo fiordo, inoltre è un eccezionale palcoscenico da dove ammirare le isole minori dell’arcipelago, satelliti di Heimaey. Da ricordare che anche questa escursione è piuttosto impegnativa per le salite che in alcuni punti presentano dei dislivelli quasi verticali.

Nuovi paesaggi, vecchie storie 

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Per vedere uno dei significativi cambiamenti morfologici dell’isola dopo l’eruzione del ‘73 che modificarono il paesaggio di Heimaey, merita una tappa Páskahellir, conosciuta come la “Grotta di Pasqua”. Questa bizzarra formazione è posta sul lato orientale del Vulcano Eldfell. Ma qual è la ragione di questo curioso nome? L’eruzione iniziò il 23 gennaio e terminò il 3 luglio dello stesso anno, ma questa cavità apparve proprio il giorno di Pasqua. Lapalissiano dire che gli abitanti del luogo non rinunciano ad una particolare tradizione proprio il dì di festa: una passeggiata a Páskahellir.

Un’altra formazione altrettanto “originale” è Flakkarinn, che significa “il vagabondo”. Si tratta di un grande pezzo di magma formatosi durante l’eruzione, il quale galleggiò sul fiume di lava fino a fermarsi a est di Kornhóll, a causa del raffreddamento della materia incandescente, fossilizzandosi proprio in quel punto. 

La natura di Heimaey offre nuove prospettive, senza mai dimenticare le radici e la storia che custodisce. Il Museo vichingo di Herjólfstown ne è l’esempio perfetto, e omaggia Herjólfur Bárðarson, il primo abitante di Vestmannaeyjar, e la Valle di Herjólfsdalur, così chiamata in suo onore. Nonostante sia la ricostruzione di una fattoria realizzata nel 2005, offre un’interessante panoramica su quella che doveva essere la vita di un tempo, con le tipiche case con il tetto in torba ricoperte di erba, ricreando alla perfezione le stesse affascinanti atmosfere. 

Prima di lasciare l’isola, non dimenticate di visitare la Roccia dell’elefante, una parete rocciosa che ricorda la sagoma di un pachiderma che si abbevera nelle acque dell’oceano, uno dei punti fotografici più popolari di Vestmannaeyjar, ma che racchiude tutta la magia di questo bellissimo arcipelago, l’immaginazione di un piccolo mondo a parte.



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