In Grecia c’è il santuario delle meraviglie sospeso tra mare e roccia, ma se sei donna qui non ti faranno entrare

C’è un angolo della Grecia che non somiglia a nessun altro. Una lingua di terra che si allunga nel Mar Egeo, tra fitte foreste, sentieri impervi e monasteri che sembrano aggrapparsi alla roccia. Qui, la vita segue ritmi molto antichi, scanditi da preghiere, silenzi e tradizioni millenarie. È un luogo che affascina e incuriosisce, non solo per la sua bellezza mozzafiato, ma anche per le sue regole fuori dal comune: da oltre mille anni, infatti, l’accesso è riservato solo a pochi.
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Un’eredità millenaria tra silenzio e preghiera, sospesi tra cielo e mare
Stiamo parlando del Monte Athos, che si trova su una penisola montuosa nel nord-est della Grecia, e che è sede di una Repubblica Monastica autonoma abitata da monaci ortodossi. La storia di questo luogo è antica, e affonda le proprie radici nel cuore dell’Impero Bizantino. Già nel X secolo, monaci ortodossi iniziarono a stabilirsi su questa penisola aspra e selvaggia, in cerca di un luogo che fosse adatto ad una vita di isolamento e contemplazione. Da allora, il Monte Athos è diventato un vero e proprio stato monastico autonomo, riconosciuto anche dalla Costituzione greca, con proprie regole, confini e una comunità che oggi conta circa 1.400 monaci distribuiti in 20 monasteri.
Nel corso dei secoli, questo luogo sospeso tra cielo e mare ha resistito a invasioni, guerre e mutamenti politici, mantenendo sempre intatta la sua vocazione spirituale. I suoi monasteri custodiscono tesori d’arte bizantina, manoscritti antichissimi, icone preziose e affreschi che raccontano una fede viva e ben radicata. Ma più di tutto, ciò che colpisce è l’atmosfera, caratterizzata da un silenzio quasi surreale, che viene interrotto solo dal suono delle campane e dal canto delle liturgie, che accompagna chiunque provi ad avvicinarsi, anche solo da lontano, a questo mondo fuori dal tempo.
Cosa si può fare e vedere sul Monte Athos (se non si è donne)
Visitare il Monte Athos è un’esperienza unica, ma non per tutti. L’accesso è infatti riservato esclusivamente agli uomini, e richiede un permesso speciale, il cosiddetto diamonitirion. Questa tradizione, decisamente arcaica, risale a un decreto voluto, nell’XI secolo, dall’imperatore bizantino Costantino IX Monomaco. Secondo l’imperatore, infatti, essendo il Monte Athos consacrato alla Vergine Maria, questa è l’unica presenza femminile ammessa all’interno del santuario-montagna. Non è dunque un motivo “sociale”, ma religioso, al quale si aggiunge il voto di castità e celibato dei monaci che, nelle eventuali visitatrici donne, potrebbero vedere delle tentazioni terrene.
Se siete fortunati e riuscite a rientrare tra i pochi ammessi, allora potrete immergervi in un mondo fatto di spiritualità e natura incontaminata che sembra essere rimasto sospeso nel tempo, mai nemmeno sfiorato dalle fatiche e dalle incertezze dei millenni. I 20 monasteri ortodossi, come il maestoso Grande Lavra, Simonopetra o Iviron, aprono le loro porte ai pellegrini, offrendo ospitalità semplice, pasti frugali e la possibilità di partecipare alle liturgie. I sentieri che collegano i monasteri attraversano foreste rigogliose, scogliere a picco sul mare e panorami che tolgono il fiato.
Per chi non può entrare, niente paura: da Ouranoupoli partono escursioni in barca che costeggiano la penisola, permettendo di ammirare da vicino i monasteri arroccati sulla roccia. Anche da lontano, infatti, il Monte Athos riesce a trasmettere la sua aura di mistero e sacralità. Inutile negarlo, le sue regole alquanto “fuori dal tempo” possono far discutere, ma la sua bellezza e la sua storia millenaria parlano un linguaggio universale, quello del silenzio, della contemplazione e del legame profondo tra uomo e natura.
Come si arriva al Monte Athos
Per raggiungere questo luogo straordinario, bisogna partire da Salonicco, facilmente raggiungibile con voli internazionali, e dirigersi verso la cittadina di Ouranoupoli, alle porte della zona monastica. Da qui, solo gli uomini in possesso del permesso speciale chiamato diamonitirion potranno poi imbarcarsi sul traghetto diretto al porto di Dafni, ingresso ufficiale al Monte Athos. L’accesso, infatti, è regolato da severi limiti giornalieri e va richiesto con largo anticipo all’Ufficio Pellegrinaggi, che rilascia appena 110 permessi al giorno, di cui 10 per gli stranieri non ortodossi e 100 per i greci ortodossi.
Una volta arrivati sul posto, ci si muove a piedi o con piccoli mezzi condivisi tra monasteri sparsi tra foreste, scogliere e valli silenziose. Per chi non può entrare, donne incluse, resta un’alternativa altrettanto affascinante: le crociere panoramiche in barca da Ouranoupoli, che si avvicinano fino a 500 metri dalla costa e regalano viste spettacolari sui monasteri arroccati tra roccia e mare. Un viaggio, in ogni caso, che permette di scoprire un luogo discusso e controverso, sì, ma al contempo curioso, affascinante e con dei panorami davvero mozzafiato. Il Monte Athos è un luogo che, qualunque sia il proprio punto di vista, riesce comunque a lasciare dentro qualcosa di difficile da dimenticare.