In Austria c’è una casa a 1800 metri d’altitudine, e il suo ex proprietario non è una persona qualsiasi

Tra Germania e Austria, sulle vette imponenti e irte delle Alpi Bavaresi, c’è un rifugio che è molto di più di quello che sembra, anzi, si può dire essere davvero unico nel suo genere. Il Kehlsteinhaus, conosciuto in tutto il mondo come il “Nido dell’Aquila” si trova a 1834 metri di altitudine e domina letteralmente il panorama circostante, con una vista incredibile sul lago Königssee, sul monte Watzmann e sulla valle di Berchtesgaden. Ma ben oltre il suo ambiente naturale straordinario, ciò che rende questo rifugio davvero singolare è in realtà il suo passato, strettamente legato a una delle figure più controverse del ventesimo secolo: Adolf Hitler. Questo rifugio, costruito in occasione del cinquantesimo compleanno del fuhrer, sebbene si trovi in un luogo di straordinaria e rara bellezza, si trova oggi a dover fare i conti con la pesante eredità storica del Terzo Reich.
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Un rifugio sopra le nuvole
Il Nido dell’Aquila più che un semplice rifugio è un capolavoro di ingegneria e architettura, incastonato e arroccato come si trova tra le rocce del monte Kehlstein. Raggiungerlo, data la sua posizione, non è semplice come si possa pensare: si deve percorrere la Kehlsteinstraße, una strada di 6,5 km costruita in soli 13 mesi, che si snoda erta e ripida ricoprendo un dislivello di oltre 700 metri tra gallerie e tornanti. Da qui, un tunnel pedonale di 124 metri conduce ad un ascensore, opera d’arte ingegneristica del 1938 rivestito in ottone e marmo rosso, regalo personale di Benito Mussolini.
L’interno del rifugio si sviluppa su 1040 metri quadrati, con ambienti arredati in stile rustico, soffitti lignei e arredi molto pregiati, su cui spicca alla vista un imponente camino in marmo rosso cupo. Le numerose terrazze del rifugio offrono viste impareggiabili sulle Alpi, sulle vallate sottostanti, sulle acque scintillanti del lago Königssee e sul Watzmann, seconda vetta più alta di tutta la Germania. Nonostante la sua opulenza e il luogo straordinario, tuttavia questo rifugio non era molto amato dal suo proprietario, che vi si reca soltanto una dozzina di volte, infastidito dall’aria rarefatta e condizionato dalla sua paura per le altezze. Oggi il Nido dell’Aquila è un ristorante-belvedere che attira ogni anno migliaia di visitatori incuriositi dalla sua storia controversa e dalla sua aspra bellezza naturalistica.
La storia dietro al Nido dell’Aquila: oscurità e bellezza
Martin Bormann, segretario personale di Hitler, nel 1936 ha l’idea di costruire uno chalet fortificato sulla cima del Kehlstein e, progettato dall’architetto Roderich Fick, il Kehlsteinhaus si realizza in soli 14 mesi grazie al lavoro di oltre duemila operai, arrivando a costare ben 30 milioni di Reichsmark, una cifra esorbitante per l’epoca. Tuttavia come dicevamo, Hitler non condivide mai un legame veramente profondo con questo luogo, preferendo di gran lunga la sua residenza privata nella vicina Berghof.
La sua posizione estremamente isolata per quanto spettacolare, non lo rendeva adatto a scopi militari e strategici e dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, non disponendo di rifugi antiaerei, viene praticamente abbandonato del tutto. Tuttavia il Kehlsteinhaus o Nido dell’Aquila scampa ai bombardamenti della guerra che distruggono invece la sottostante Berghof. Occupato dalle truppe alleate, viene poi restituito al governo bavarese ed è qui che si trasforma in un meraviglioso rifugio alpino e attrazione turistica. Quasi a voler riscattare le “colpe” del passato e fare i conti con la propria storia, oggi i proventi e i ricavi generati dalla sua gestione si devolvono in parte ad iniziative storiche e culturali.
Il Kehlsteinhaus oggi tra memoria e meraviglia
Visitare il Nido dell’Aquila oggi è tutta un’altra cosa e un’esperienza davvero unica, che combina la storia con il piacere di un paesaggio incantevole che poche volte ci è dato ammirare. Aperto da maggio a ottobre, il rifugio si può raggiungere solo grazie ad alcune navette che partono dal parcheggio di Obersalzberg, dove troviamo anche il Centro di Documentazione sul Nazismo, museo fondamentale per comprendere il contesto storico e il significato, in passato oscuro, del luogo. Passato oscuro che sembra lontanissimo una volta arrivati al Kehlsteinhaus, dove le terrazze panoramiche sembrano letteralmente sospese tra cielo e terra, offrendo una vista letteralmente da togliere il fiato.
L’interno del rifugio, sebbene ora sia un ristorante, conserva ancora arredi originali come il camino di marmo rosso e il soffitto ligneo. Anche il tunnel pedonale e l’ascensore sono visitabili e rappresentano un segno tangibile delle sfide ingegneristiche e dell’estrema ambizione del regime nazista. Dal rifugio si diramano anche diversi sentieri escursionistici che permettono di immergersi nella natura selvaggia, aspra e incontaminata delle Alpi Bavaresi, un vero paradiso per gli amanti della montagna.
Nonostante il suo passato oscuro e controverso, oggi il Nido dell’Aquila è un luogo di vera pace e riflessione, dove la bellezza del luogo stride, decisamente in contrasto con le storie del passato. Relativamente vicino a Salisburgo e Monaco di Baviera, questo rifugio è una di quelle destinazioni da non perdere: arroccato come a volersi rendere inaccessibile, la sua triste storia non riesce ad appannare la sua incredibile bellezza.