Il paese dei gatti si trova in Italia, ed è un vero paradiso per gli amanti dei felini
Adagiato sulle alture del lago d’Orta, a pochi chilometri da Omegna in Piemonte, Brolo è una piccola frazione del comune di Nonio, famoso come il paese dei gatti: infatti, passeggiando tra le sue stradine strette ci si accorge di essere circondati da una miriade di omaggi a questo meraviglioso felino: dipinti sulle facciate delle case, e sulle mattonelle, stradine e piazze con affreschi, ma anche addirittura un monumento al gatto fortemente voluto dagli abitanti del paese nel 2006.
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Ma qual è la storia che lega questo paesino ai gatti?
Le origini del legame di Brolo con i gatti
Tutto ebbe inizio il 10 ottobre 1756, quando, durante la seduta del Consiglio della Comunità, la città di Brolo chiese al paese di Nonio la separazione, a livello ecclesiastico, dalla Parrocchia di San Biagio di Nonio. Infatti, gli abitanti erano stanchi di recarsi fino a Nonio per tutte le funzioni, poiché dovevano attraversare un fiume soggetto a piene, ovvero il “Rio veloce”.
I cittadini di Brolo, allora, promisero che avrebbero provveduto autonomamente ad arredare e mantenere la chiesa di Sant’Antonio d’Abate, e che avrebbero saldato tutti i debiti con Nonio. Non tutti gli abitanti di Nonio, però, credevano nella riuscita dell’impresa e inventarono un motto: “Quand al vien parrocchia Brol, al ratta metrà su ul friol” che in italiano significa: “quando a Brolo ci sarà la parrocchia il topo si metterà il mantello”.
Quindi, proprio come dei gatti, gli abitanti avrebbero dovuto cacciare i topi (gli abitanti di Nonio) che infestavano il paese; la città, così, si impegnò, riuscì nel suo intento e il 27 aprile 1767 e il motto divenne “È stata fatta la parrocchia a Brolo ed il ratto ha messo il mantello”. Il giorno dopo, infatti, venne inchiodato sulla porta di una delle autorità di Nonio un piccolo topo con addosso un mantello e firmato il decreto che permise l’erezione della Parrocchia di Sant’Antonio Abate.
Questa storia che si confonde con la leggenda, anni dopo diede lo spunto per decidere di utilizzare il gatto come simbolo del paese, così com’è possibile notare subito dai cartelli d’ingresso ed uscita dalla città, raffiguranti dei gatti.
Cosa vedere a Brolo, il paese dei gatti
L’atmosfera che si respira a Brolo è molto familiare e, come accennato, sono molti i gatti ad essere raffigurati, sia sulle facciate delle case, nelle piazze, nelle stradine, sui tetti, sui numeri civici, ma sono tantissimi anche i gatti reali che spuntano dalle finestre, dai davanzali e che passeggiano nelle vie del paesino, la maggior parte dei quali sono liberi e curati dagli abitanti del luogo.
In particolare, sulla strada principale, per esprimere l’identità di Brolo, nel 2006 è stato realizzato un piccolo monumento posizionato su un’aiuola terrazzata che raffigura un gatto, ma c’è anche la Strescia dal Gat, una stradina pedonale dedicata interamente ai gatti. Bellissimi e particolari anche i “panettoni” in cemento che raffigurano i gatti. Tra i tanti ritratti appesi in città ricordiamo quello di Van Gogh che rappresenta un gattino e il gatto urlante che ricorda l’Urlo di Munch.
Brolo custodisce anche alcune belle chiese, Villa Tarsis e il palazzo signorile circondato da un ampio giardino all’italiana. Da qui, inoltre, è possibile partire per delle belle escursioni sul monte Cregno e sul Monte Pizzo, dove visitare i boschi di Cesara.