Il gioiello nascosto del Cilento è un piccolo borgo da scoprire tra musei, vicoli fioriti e caciocavallo

Clarissa Cataldi, 19 Ago 2025
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Situato nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Daino e Alburni, una delle aree verdi più interessanti del Mezzogiorno d’Italia, c’è un pittoresco borgo ricco di storia, natura, cultura e tradizioni che guarda il mare dall’alto, ma si trova quasi in montagna, a 683 metri s.l.m. Qui, ai piedi dei Monti Alburni e incorniciato dal Bosco del Corleto, c’è un paese dove riscoprire il piacere di una vacanza lenta, dove il tempo perduto della quotidianità lo si recupera passeggiando tra vicoli fioriti, assaporando le specialità della cucina locale, scoprendo le tradizioni e le collezioni museali di un territorio davvero molto ricco.

Un viaggio nel tempo tra le strade di Corleto Monforte

 

Corleto Monforte vanta una storia che risale ai tempi dei Lucani, quando il paese era conosciuto come Coryletum, un nome che richiamava l’abbondanza di noccioli nella zona, visto che il nome scientifico dell’albero da frutto è Corylus avellana. Proprio Avellana, peraltro, è il nome che avrebbe generato il toponimo Avellino, l’altra città della Campania. Nel corso dei secoli, il borgo di Corleto ha subito diverse trasformazioni e dominazioni, che hanno lasciato tracce indelebili nel suo patrimonio architettonico e culturale. Durante l’XI secolo, Corleto era circondata da robuste mura difensive, delle quali sono ancora visibili i ruderi, mentre le porte Lumana e Capo delle armi permettevano l’accesso alla zona fortificata, rifugio per i potenti e per i cittadini. Una delle caratteristiche più affascinanti di Corleto Monforte è proprio il suo ben conservato centro storico, che conserva il fascino di un tempo passato, un vero gioiello, recentemente restaurato e arricchito con percorsi turistici che permettono, passeggiando per le sue strette vie, di ammirare case bicentenarie, molte delle quali conservano ancora i forni antichi esterni, chiese antiche e imponenti mura medievali. Piazza Diana, il centro focale del borgo, prende il nome dal tempio dedicato alla dea della caccia, che si ritiene sorgesse lì in epoca romana. 

Natura e biodiversità: la ricchezza ‘verde’ di Corleto Monforte

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Il Bosco di Corleto, con i suoi 3500 ettari di faggi, aceri, tassi e castagni, è una delle riserve naturali più importanti della zona. Qui, gli amanti della natura possono esplorare sentieri immersi nel verde e osservare una fauna ricca e variegata, che include specie come il lupo e il gatto selvatico. Sul Monte Cervati, la vetta più alta della Campania, si trova un nido di aquila reale, testimone della ricchezza faunistica del territorio.

Il Museo Naturalistico degli Alburni

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Nel centro del paese, il Museo Naturalistico degli Alburni, aperto dal 1997, offre una straordinaria testimonianza del patrimonio faunistico continentale. Con oltre 1.200 esemplari di vertebrati e 20.000 di invertebrati, il museo è una risorsa inestimabile per gli appassionati di scienze naturali. Le collezioni comprendono mammiferi, uccelli territoriali e non, insetti e crostacei, con una particolare attenzione ai coleotteri europei e asiatici.

  • Museo Naturalistico degli Alburni
  • Indirizzo: Via Forese 16, Corleto Monforte
  • Orari: dal martedì alla domenica 9.30-12.30 e 16.30-19.30
  • Telefono: 342 6213310
  • Sito web: museonaturalistico.com

Il Caciocavallo Podolico, il tesoro gastronomico degli Alburni

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Corleto Monforte è famoso per il caciocavallo podolico, un formaggio che rappresenta una delle eccellenze del patrimonio agroalimentare italiano. La produzione di questo formaggio segue metodi tradizionali tramandati di generazione in generazione, mantenendo vive le pratiche agricole e pastorali locali. Ogni anno, il Belmont Saloon (Via Cristoforo Colombo, 3), un ristorante locale rinomato, celebra questo tesoro gastronomico con degustazioni e dimostrazioni di preparazione live, guidate dal maestro casaro Antonio Greco, noto come il “boss del caciocavallo”.



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