Il gioiello dell’Alto Lazio tutto da scoprire: ha soli 400 abitanti, ma è una meraviglia da non lasciarti scappare

È vero, in autunno cominciano i primi freddi e le prime piogge ma non possiamo nasconderci che è anche una delle stagioni dell’anno più belle ed affascinanti. In autunno tutto si colora di infinite sfumature di colore, è il periodo delle castagne e delle zucche ma, soprattutto, delle gite fuoriporta, solitamente, domenicali. Quando arriva il fine settimana, infatti, sono in molti a decidere di organizzare una giornata fuori porta, da trascorrere in compagnia visitando posti nuovi e assaporando gustosi panini al sacco o qualche piatto tipico al ristorante, ovviamente, con dolce e caffè nell’immediato post pranzo. Ecco allora che, se siete alla ricerca di un posto magnifico da visitare per la gita fuoriporta che state organizzando, siete capitati nel posto giusto, perché oggi, proprio in questo articolo, vi parleremo di un borgo dal fascino particolare che non potete farvi mancare nell’elenco dei borghi da visitare.
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Un borgo dalla storia e dalla tradizione antica: andiamo alla scoperta delle sue origini
E allora, cominciamo, ci troviamo nelle affascinanti terre della Sabina e più precisamente nell’alto Lazio, nelle immediate vicinanze del confine con l’Umbria. Qui, nella bellissima provincia di Rieti, sorge un meraviglioso quanto affascinante borgo con poche centinaia di abitanti. Dalla sua posizione, a cavallo del confine tra le terre di Rieti e di Spoleto, domina il sottostante lago di Piediluco e l’adiacente valle dove scorre il Rio fuscello, anche conosciuto come Fosso di Leonessa e, proprio per questo, in epoca medievale, è sempre stato ambito dalle grandi potenze del tempo che volevano assicurarsi un vantaggio strategico sul nemico. Nel corso dei secoli c’è stato un protagonista in particolare che ha esercitato una particolare influenza su tutta la zona, stiamo parlando dello Stato Pontificio. Nel secondo dopoguerra il borgo di si trova invece ad affrontare un forte flusso di spopolamento che ha fortemente rischiato di comprometterne la sopravvivenza. Tuttavia, grazie all’operato dei discendenti della famiglia Nobili, il borgo è stato integralmente restaurato a partire dal 1968, sotto l’attento controllo dell’architetto fiammingo Ivan Van Mossevelde, altamente specializzato nel recupero di edifici storici. L’intervento, iniziato nel 1968 con l’obiettivo di conferire una maggiore uniformità architettonica, prosegue ancora oggi.
Cosa fare e cosa vedere
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Labro è un borgo dalla forte vocazione turistica e, recentemente, è stato insignito anche della Bandiera Arancione, un riconoscimento di qualità turistico ambientale conferito dal Touring Club Italiano. Ma, scendendo più nel dettaglio, vi chiederete voi, cosa c’è da visitare in questo borgo così speciale? Sicuramente il meraviglioso Castello Nobili Vitelleschi, costruito proprio dall’omonima famiglia intorno al 500 per espressa volontà di Giordano de’ Nobili. Il castello è caratterizzato da meravigliose scalinate, loggette, merlature e, soprattutto, balconi e giardini pensili. Ancora oggi, al suo interno, è conservato l’arredamento d’epoca, nonché, le armi utilizzate in battaglia e i ritratti originali appartenenti agli antenati della nobile famiglia. Il palazzo, tra l’altro, continua ad essere abitato dai discendenti della famiglia Nobili che, visti i tempi, hanno deciso di adeguare le attività che è possibile svolgere tra le sue stesse mura. Nelle sue cantine, per esempio, è stato adibito un pub, nei piani alti della struttura, invece, è stato aperto un bed & breakfast, mentre, il piano nobile, ospita occasionalmente e, secondo le disponibilità di prenotazione dell’Associazione culturale Castello Nobili Vitelleschi, cerimonie matrimoniali e conferenze. Il tessuto urbano del borgo invece, è composto quasi interamente di pietra locale, che ben evidenzia, nonostante gli anni, le affascinanti mura merlate e le rispettive porte di entrata del paese, tre per l’esattezza: Porta Cavour, Porta Reatina e Porta di Piazzale Genzi. Da visitare, anche la Chiesa di Santa Maria Maggiore e la Cappella del Rosario compresa al suo interno. Da non perdere poi, anche l’ex convento dei Francescani Osservanti. Da sottolineare, infine, la particolare fattura di alcuni prodotti elaborati nelle storiche botteghe di Labro, come l’arazzo, una forma d’arte tessile per cui il borgo è rinomatamente apprezzato. Se vi siete incuriositi abbastanza leggendo queste righe, non mancate di visitare questo storico borgo, non ve ne pentirete.
Come arrivare a Labro: ecco qualche consiglio
In treno: la ferrovia Terni-Rieti-L’Aquila ha una piccola fermata intitolata a Labro, la stazione Labro-Moggio, per l’appunto. Tuttavia, la distanza dal paese rimane elevata. Sono circa 9, infatti, i km che la separano dal centro del borgo e, i treni che giornalmente vi si fermano sono davvero pochi. Il miglior modo per raggiungere Labro rimane quindi la macchina. Il paese sorge a poca distanza da due importanti arterie di collegamento: la strada regionale 79 Ternana che lo collega a Rieti e a Terni e, la strada regionale 521 di Morro che lo collega a Morro Reatino e Leonessa.