Il borgo del Decamerone ha una bellezza… poetica: ecco lo scrigno di storia della Toscana dove è nato Boccaccio
Considerato uno dei capolavori della letteratura italiana e mondiale per la bellezza delle novelle e la capacità dell’autore di rappresentare la realtà in modo veritiero e vivace, Il Decamerone è stato composto qui, dove il poeta e scrittore Boccaccio nacque: stiamo parlando di Certaldo, un pittoresco borgo medievale situato nel cuore della Val d’Elsa, in provincia di Firenze.
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Il profondo legame di Boccaccio con Certaldo, borgo natale e fonte d’ispirazione
“Certaldo, come voi forse avete potuto udire, è un castello di Val d’Elsa posto nel nostro contado, il quale, quantunque picciol sia, già di nobil uomini e d’agiati fu abitato”: con queste parole Giovanni Boccaccio descrisse il suo amato borgo che, nonostante il trascorrere dei secoli, è rimasto molto simile a quando il poeta si aggirava per le sue stradine e veniva ispirato dai suoi paesaggi.
Boccaccio nacque qui nel 1313 e scelse il piccolo borgo come sua ultima dimora. Lui che in giovinezza fu mercante e banchiere, divenne celebre per le novelle del Decameron e uno dei padri fondatori della lingua italiana insieme a Dante e Petrarca. Anche se non riuscì a conoscere Dante (che morì quando Boccaccio aveva solo 7 anni) è a lui che si deve l’aggettivo “Divina” legato alla Commedia.
Grazie al suo lavoro da intellettuale, Certaldo divenne un vero e proprio centro culturale di livello europeo. La sua casa, dove si spense nel 1375, si trova nel cuore del centro medievale (la parte alta del borgo). Ricostruita dopo il bombardamento del 1944, è oggi sede dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio, il museo dedicato alla memoria del poeta e testimonianza preziosa della vita dell’epoca: è possibile ammirare le medaglie ideate dal maestro Bino Bini per il 6° centenario della morte del poeta, nelle quali sono rappresentate le 10 novelle più significative del Decameron con i re e le regine di ogni giornata, l’affresco di Pietro Benvenuti raffigurante Boccaccio al suo tavolo di lavoro, ma anche la copia più del suo ritratto più antico. Meravigliosa la biblioteca dedicata a Boccaccio, dove si trovano alcune delle edizioni più antiche a stampa e illustrate del Decameron.
Alla sua morte Boccaccio venne sepolto a Certaldo, nella chiesa intitolata ai Santi Jacopo e Filippo. La tomba venne però distrutta a fine ‘700, quando la legge leopoldina vietò le sepolture nelle chiese. Nel 1949, grazie a studi e ricerche, si giunse al riconoscimento della tomba del poeta che venne ricollocata nella chiesa con una lapide in marmo scolpita da Mario Moschi. Le sue spoglie, però, si trovano sotto la piccola mattonella bianca poco distante dalla lapide.
Certaldo: cos’altro vedere nel pittoresco borgo di Boccaccio?
Il borgo è diviso in due parti: la città alta e la città bassa.
Certaldo Alto, chiamato anche il Castello di Certaldo è la parte più antica e conserva ancora oggi l’aspetto di un borgo medievale arroccato sul colle. Qui si trova il Palazzo Pretorio, simbolo del centro storico e l’edificio più importante. Costruito durante il XIII secolo per ospitare i Vicari, ovvero i magistrati fiorentini che gestivano la giustizia penale nella zona, è molto bello sia all’interno che all’esterno, con la sua iconica facciata in mattoncini rossi alla quale sono attaccati gli stemmi dei vicari, ornata da due ordini di finestre ad arco ribassato, che culmina in un merlato guelfo e che comprende una bella torre con orologio.
Oggi il palazzo fa parte di un grande polo museale che comprende anche la Casa del Boccaccio e il museo di Arte Sacra che si trova all’interno della Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, diviso in 7 sale tra pinacoteche, esposizioni di oreficeria ed esposizioni dei paramenti dei sacerdoti. Da non perdere la Chiesa dei Santi Tommaso e Prospero, la più antica del borgo, costruita in stile romanico-gotico e le porte antiche di Certaldo Alto, gli accessi tutt’ora presenti in vari stati di conservazione. La principale è la Porta del Sole sul cui arco spicco lo stemma della famiglia Medici.