Il borgo che puntava al cielo: nel cuore dell’Aspromonte c’è un paese lontanissimo da raggiungere ma dai panorami stupendi

Stefano Maria Meconi, 27 Feb 2024
il borgo che puntava al cielo: nel cuore dell'aspromonte c'è un paese lontanissimo da raggiungere ma dai panorami stupendi

Per arrivare in questo borgo, che dista in linea d’aria appena 24 chilometri da Reggio Calabria, ci vogliono oltre 2 ore. Sembra aver voluto sfidare il destino, Roghudi Vecchio, fallendo nel suo intento ma allo stesso tempo ritrovando l’interesse chi non ama le rotte già battute da altri. E così, questo piccolo scrigno di storia nel cuore dell’Aspromonte è divenuto leggenda, e come ogni leggenda che si rispetta ci sono dei narratori che la propugnano agli altri.

Perché Roghudi Vecchio è stato abbandonato?

Il borgo antico di Roghudi, che risale addirittura all’anno 1000, fu per quasi un millennio abitato dalla popolazione grecanica della Calabria, ovvero coloro che parlano ancora il dialetto calabrese misto a molte espressioni della lingua greca (un po’ come avviene nella vicina Gallicianò). Il momento più tragico della sua storia risale però al 1971-1973, quando due alluvioni mettono in pericolo la vita delle poche centinaia di persone rimaste qui. Per evitare pericoli, la popolazione abbandona per sempre Roghudi Vecchio e si trasferisce sulla costa, intorno a Melito di Porto Salvo. Ed è proprio qui che, nel 1988, rinasce Roghudi, incorporando anche il territorio da cui era originata un millennio prima.

La paura e la bellezza

Visitare Roghudi Vecchio oggi è un’esperienza che estranea e aliena il visitatore. Questo nugolo di case, costruite sugli scoscesi picchi dell’Aspromonte, mostra architetture antiche affiancate a contemporanee, ma tutte con i segni dell’abbandono. A 550 metri sul livello del mare, anche solo la strada per arrivare al borgo è un’autentica impresa che scoraggia i meno avvezzi, ma proprio per questo offre un mix di paura e di bellezza. Diverse stradine interne del paese sono ben tenute, in pietra viva, ma conducono a case abbandonate, dove il vento spazza via testimonianze e ricordi, mentre sparuti esempi di una possibile ricostruzione paiono affacciarsi. 

Un elemento che fa paura, e invita a riflettere, sono delle specie di gioghi di ferro attaccati alle pareti, alle quali pare che le madri legassero i figli per paura che cadessero nel vuoto. Tutto il fondovalle mostra i segni dell’alluvione, con il letto del fiume ormai allargato all’inverosimile dai detriti.>

Come ci ricorda il travel blogger Giuseppe Scuticchio (di cui riportiamo il video-reportage qui sotto), Roghudi Vecchio è il borgo che puntava al cielo sconfitto dal destino.

 
 
 
 
 
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Consigli utili per visitare Roghudi Vecchio

Esistono due percorsi per arrivare a Roghudi Vecchio in automobile partendo da Reggio Calabria:

  • Il più veloce, percorrendo la E90 fino a Melito di Porto Salvo; poi, SP23 per Lanzena e proseguire fino a destinazione (70 km, 1 ora e 40 minuti)
  • Il più suggestivo, deviando subito dalla E90 verso Oliveto e proseguendo per Bagaladi; poi, SP3 per San Lorenzo e SP23 fino a destinazione (68 km, circa 2 ore)

Per chi preferisce usare i mezzi pubblici, le Autolinee Federico S.P.A. offrono tre linee (288-A, 284-A e 291-A) che collegano Reggio Calabria con Roghudi. In zona, infine, i collegamenti telefonici sono molto difficili, se non addirittura impossibili, dunque è importante segnalare il viaggio e scaricare delle mappe GPS offline in caso di necessità.



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