Ha più di 700 anni, ma questo piccolo villaggio immerso nel verde è una bellezza che non conosce epoca (e aspetta solo te)
Il fascino del Regno Unito è, per molti, irresistibile quanto inspiegabile. Le millenarie tradizioni e i cerimoniali in pompa magna, il gossip costante che investe i membri della Royal Family, l’attaccamento spesso patologico ad abitudini che tutto il resto del mondo risultato ampiamente separate. Ma è proprio nella Vecchia Inghilterra che i turisti, oltre alle atmosfere cosmopolite e tradizionali di Londra, possono scoprire un gioiello dove il tempo sembra davvero essersi fermato. Appena 600 abitanti, un fiume, verde a ogni angolo: Bibury non è solo quello che definiremmo un borgo (qui viene chiamato civil parish, ma dettagli), ma è uno scrigno di bellezza a un paio d’ore di distanza dalla capitale. Ed è pronto a incantarti così.
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La quintessenziale campagna inglese
Chi ha visto almeno una volta Downton Abbey, o – ma questo solo per i più – si è lasciato conquistare dalla Mrs. Bucket (pronunciato bouquet) di Keeping Up Appearences, forse conoscerà un po’ quel paesaggio di campagna tipico dell’Inghilterra. Spazi verdi a perdita d’occhio, inframmezzati da paesini dalle case basse, tutte in mattoni, spesso ai due lati di una strada che è di fatto il punto di congiunzione proprio delle cittadine. Lo potremmo definire lento, un inno alla vita di un tempo, esattamente come il paesaggio di Bibury. Qui le case lasciano spazio ai cottages, unità abitative simili a delle villette di campagna, unite tra loro a gruppi di 3-4, ciascuna con un curatissimo giardino esterno su ambedue i lati. Risalenti soprattutto al XVII secolo, le abitazioni sono riconoscibili anche per i tetti fortemente spioventi, che lasciano defluire le spesso copiose piogge di quest’angolo britannico.
L’angolo più celebre del borgo è però Arlington Row, dove queste case vennero costruite a fine ‘300 per ospitare dei magazzini di lana. L’industria tessile è stata per secoli il motore economico del territorio, e ne ha definito anche l’impianto urbanistico. Su questa strada le case, tutte dai tetti triangolari e su due piani, condividono spazi verdi e disegnano un vero e proprio tracciato che attraversa la natura di Bibury.
Magnifica è anche la Bibury Court, edificio dell’epoca giacobina (da Giacomo VI, regnante dal 1603 al 1625) che rappresenta i canoni del Rinascimento britannico. Il complesso, che è attraversato nella sua parte inferiore dal fiume Coln, è forse il complesso più noto della città e che, dopo quasi mezzo secolo come hotel, è oggi la casa del designer australiani Marc Newson.
Uno scorcio “veneziano” a Bibury
Anche se, più che Venezia, sembra voler ricordare le architetture di Colmar o di Amsterdam, questo borgo di meraviglia dell’Inghilterra rurale ha ancora altro da mostrarci. È lo scorrere del torrente Coln, tributario del più noto Tamigi che arriva fino a Londra e poi si getta nell’Oceano Atlantico. Splendidi ponti in pietra attraversano il fiume, mentre nugoli di case emergono dallo scenario di Bibury, con la presenza – anch’essa immancabile – di anatre e papere che sembrano giunte qui per godersi la pace.
La bellezza inglese che ha conquistato i giapponesi
Nonostante siano davvero molti, lungo tutto l’arco dell’anno, i visitatori che raggiungono il villaggio inglese di Bibury, una parte preponderante del turismo locale è dovuta dai giapponesi. Ma a cosa si deve questa fama nella terra del Sol Levante? Tutto merito, si fa per dire, dell’allora imperatore Hirohito, che regnò sul paese a cavallo tra gli anni ’20 e ’80 del Novecento, l’ultimo a fregiarsi di quelle “prerogative divine” abolite dopo la disastrosa Seconda guerra mondiale. Fu Hirohito, che visitò per diverso tempo la piccola località britannica, a portarne la fama in patria, e renderla così – ancora oggi – una meta ricercatissima dai turisti nipponici.