È la città geometrica che ha fatto il giro del web: le sue architetture perfette sembrano fatte con l’intelligenza artificiale

Diciamoci la verità: siete davvero in grado di distinguere tra un’immagine reale e una prodotta dall’intelligenza artificiale? Un occhio attento le distingue senza troppe difficoltà, ma per chi è poco avvezzo alla tecnologia il confine tra reale e irreale inizia a farsi sempre più labile. Non è un problema da poco: si potrebbero confondere cose che non esistono per vere, e si rischia anche di cadere vittime di truffe e raggiri. Niente di tutto questo però riguarda questa città geometrica che negli ultimi mesi è stata citata da decine e decine di profili social, siti generalisti e testate di settore: soprattutto visto dall’alto, il suo reticolo di strade, piazze e palazzi sembra il risultato di una qualche tecnologia moderna. Ma la verità è che questa meta, situata nel cuore della Sicilia, ha oltre 300 anni di storia alle spalle e una straordinaria capacità di stupire. Andiamo a scoprirla insieme
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Un layout che farebbe la felicità delle archistar contemporanee
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C’era una volta Acchiolà, un piccolo centro poco noto della Val di Noto. Scusate il gioco di parole, ma ci stava tutto, anche perché fino ad allora la meta più nota era la vicina Caltagirone, dove ancora oggi si producono le celebri ceramiche policrome. Poi arrivò il terremoto del 1693, che distrusse tutto, lasciando una scia di devastazione che occupa migliaia di pagine di libri dell’epoca.
A occuparsi della ricostruzione fu il principe Carlo Maria Carafa Branciforti, uomo di cultura eclettica e dotato di grande spirito umanitario che decise di affidare il progetto di un piano urbanistico unico all’architetto Michele da Ferla. La prima pietra della nuova città, che sarebbe stata realizzata con una pianta interamente esagonale, venne posata dopo solo tre mesi dal terribile terremoto, così da dare ai pochi sopravvissuti un luogo nel quale vivere dignitosamente. Il principe, purtroppo, morì dopo due anni e non riuscì a tornare qui, ma dalla ricostruzione la sua statua svetta sulla piazza principale. Acchiolà, invece, oggi è un sito archeologico molto interessante e inserito in un contesto naturalistico meraviglioso che offre un insuperabile panorama sulla valle circostante; situato a 2 km dalla cittadina, il sito è visitabile su prenotazione e conserva importante testimonianze degli insediamenti antichi, dall’età del bronzo fino al 1693, anno del terremoto devastante. Tra i reperti ci sono statuine di terracotta conservate nel Museo Civico.
Cosa vedere in città
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Oltre a destare stupore per la sua pianta urbanistica rimasta intatta nei secoli a forma di esagono, che la rende una delle città geometriche d’Italia, Grammichele offre tanti luoghi d’interesse, racchiusi nel suo centro storico. Al centro della città si trova la Piazza Carlo Maria Carafa, fulcro e punto di riferimento per l’intero schema urbano, attorno sorgono importanti edifici come la Chiesa di San Michele Arcangelo, un edificio barocco con una facciata imponente e un interno riccamente decorato. Bellissimo il palazzo che ospita il Museo Civico Archeologico “Paolo Orsi” che racconta la storia della città antica Occhiolà e conserva la tavola originale in ardesia dove Michele da Ferla incise la pianta di Grammichele, ma anche una vasta collezione di reperti archeologici che spaziano dall’epoca preistorica alla dominazione greca e romana della Sicilia. Da non perdere la Chiesa Madre dedicata ai santi Caterina d’Alessandria e Michele Arcangelo, ma anche l’imponente orologio solare al centro della piazza che segna la data e l’ora del giorno che anticipa le altre sei meridiane installate nelle piazzette poco distanti, lungo gli assi stradali principali e che sottolineano l’esagono. In piazza sorgono negozi ed eleganti caffè presso i quali gustare le specialità gastronomiche siciliane.
Come arrivare in città e come muoversi
Grammichele dista 65 chilometri da Catania, capoluogo di provincia e principale città della Sicilia orientale. Per chi si muove in automobile, basta seguire la SS417 in direzione sud-ovest, fino pressoché all’arrivo, salvo un breve tratto sulla SP33. È anche possibile arrivarci con i mezzi pubblici: i treni regionali che operano sulla direttrice Catania-Caltagirone fermano anche a Grammichele, con un tempo di percorrenza media di circa 1 ora e 30 minuti.