È la città berbera che ha ispirato Guerre Stellari, ma la sua bellezza è decisamente di… questo mondo
Ci troviamo in Tunisia, a Tataouine, la città nota per la architettura berbera, da “berbero” che significa “le fonti”. Da questa perla del deserto, in uno dei paesi del Maghreb che maggiormente si è aperto al turismo internazionale, ha preso ispirazione George Lucas per ideare Tatooine, il pianeta natale di Anakin Skywalker nella saga di Guerre stellari, per chi conosce il genere. La sua architettura berbera, i tradizionali ksour (gli antichi granai), le oasi verdeggianti, i villaggi scavati nelle montagne. Questa regione vi farà immergere nella storia, ripercorrendo le antiche tradizioni berbere e immergendovi nella natura e nella spiritualità.
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I magnifici paesaggi di Tataouine, perla del deserto
Nota per i suoi notevoli esempi di architettura berbera, Tataouine è circondata dai villaggi trogloditi abbarbicati, come quelli di Chenini, Douiret, ksar Ouled Soltane e Ksar Hadada, assolutamente necessari da visitare per le loro particolarità artistiche e religiose. La particolarità sta tutta nelle montagne, che venivano scavate per ospitare case, moschee o oleifici. Tutta la regione è inoltre disseminata di ksour, i tradizionali e stupefacenti granai fortificati; infatti, “ksour” in arabo significa castello, le strutture più antiche risalgono al XII secolo e alcuni sono tuttora utilizzati.
La regione di Tatouine è famosa per i suoi paesaggi desertici, spettacolari e mozzafiato, con ampie distese di sabbia, colline rocciose e vallate che si estendono a perdita d’occhio, colori sul rosso, arancione che si sposano perfettamente con il celeste del cielo che sovrasta la Tunisia, una magia. Questo ambiente naturale offre un’esperienza di viaggio che richiama i grandi esploratori e gli amanti dell’avventura. Dovrete necessariamente provare le emozionanti escursioni nel deserto, le passeggiate tra i villaggi abbandonati e le notti sotto le stelle, per un’esperienza di viaggio indimenticabile e imperdibile.
Questa regione occupa circa il 25% del territorio della Tunisia, con una densità di popolazione bassissima. Sperduta e fuori dai classici circuiti turistici, la terra di Tatouine è ancora profondamente attaccata alle tradizioni, rispetto alle quali si contraddistingue per la calorosa ospitalità del suo popolo. Questa è anche zona dei jessour, piccole dighe costruite per trattenere l’acqua piovana, che compongono i pezzi di un sistema di coltivazione ancestrale, ma particolarmente funzionale dal punto di vista dell’equilibrio ambientale e dell’economia di zona.
La particolarità delle Ghorfas
Uno dei punti di interesse più famosi di Tataouine è il Ksar Ouled Soltane, situato a pochi chilometri dalla città. Le “ghorfas” di questo ksar sono delle strutture a più piani, tipiche della regione del sud della Tunisia, edifici unici che avevano come funzione quella di conservare cereali e altre derrate alimentari, proteggendole dagli attacchi dei predoni e dalle dure condizioni climatiche del deserto.
Le Ghorfas sono costruzioni lunghe e strette, generalmente realizzate in mattoni di fango, pietra e legno, a più piani sovrapposti. Ciascuna ghorfa è una sorta di stanza, chiusa e sicura, con una piccola porta d’ingresso, disposte in modo da formare grandi complessi a più livelli, con file di stanze sovrapposte che si affacciano su una corte centrale; queste strutture potevano raggiungere altezze di tre o quattro piani, dando vita a una sorta di villaggio verticale.
Un’architettura particolare, progettata per sfruttare al meglio le condizioni climatiche del deserto: lo spessore dei muri in fango e pietra garantiva un ambiente fresco all’interno durante le giornate calde e una protezione dal freddo durante la notte. Tra i più celebri e ben conservati di ksar è Ksar Ouled Soltane, situato a circa venti chilometri a sud-est di Tataouine, venne costruito su una collina, risale a diversi secoli fa e rimane un simbolo dell’architettura e della cultura berbera, disposta su quattro piani, con scalinate esterne che collegano i vari livelli. Oggi le ghorfas non sono più utilizzate per la loro funzione originale, ma rappresentano un’importante eredità culturale e architettonica della regione.