È il posto perfetto dove trascorrere il Natale a lume di candela: questo piccolo borgo vista mare ospita il mercatino più originale d’Italia
Tra le dolci (e profumate) colline delle Marche c’è il posto perfetto dove trascorrere il Natale a lume di candela, un piccolo borgo a 180 metri sul mare abitato da circa 1200 animelle. La vista spazia dal Mar Adriatico fino alle vette degli Appennini (Monte Catria e Monte Nerone in primis), a due passi da Pesaro e a tre da San Marino in un’atmosfera profumosa del mercatino più originale d’Italia. Siamo a Candelara dove quest’anno si tiene la 21° edizione di un evento chiamato Candele a Candelara, dove ogni sera per un paio di orette si spengono le luci e il borgo si avvolge dalla luce delle candele.
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Candele a Candelara 2024: il fascino natalizio e la Leggenda delle Tre Candele
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La magia del Natale è antica e va goduta a lume di candela. La leggenda più famosa di Candelara narra di come il nome del borgo provenga da un esperimento in cui gli abitanti misero 3 candele accese su 3 colline vicine per capire quale fosse il luogo migliore per fondare il paese. La collina migliore è stata quella dove la candela è rimasta accesa più a lungo, protetta dal vento, e così venne scelta: da ciò derivano il nome del borgo e il suo stemma che, appunto, ha 3 candele su 3 colline.
Oltre alle bellezze storiche da visitare (ne parliamo fra poco), gran parte della fama di Candelara viene dall’evento Candele a Candelara, ciò che trasforma il borgo in una fiaba col mercatino più intimo di tutti. Un omaggio alla luce, simbolo universale di speranza e calore, quando ogni sera alle 17.30 e alle 19 il borgo spegne completamente le luci elettriche per accendere centinaia di candele.
A tal proposito, quando è la festa delle candele a Candelara? La 21° edizione di quest’anno (2024) si fa nei weekend dal 23 novembre al 15 dicembre, con orario dalle 10 alle 20. Se poi ti chiedi quanto costa l’ingresso a Candelara non è niente di che: l’ingresso costa 3€ fino alle 13; dopo le 13 costa 5€. Per i minori di 10 anni l’ingresso è gratuito; il programma e la mappa completa la trovi sul sito ufficiale qui.
Cosa vedere a Candelara
Candelara è antica, di epoca romana in pianta stabile, ma la forma definitiva la prende nel Medioevo attorno all’anno Mille quando si edifica una cinta muraria a protezione del castello. Di per sé passa sotto famiglie potenti: i Malatesta di Rimini, gli Sforza e i Montefeltro. La conquista di Federico da Montefeltro (che poi diventa Duca di Urbino) è sinonimo di sviluppo perché entra in un sistema di fortificazioni che collegavano la costa ai monti. Tutt’oggi le mura medievali sono ben conservate, con tanto di torri e porta d’ingresso.
Anzitutto c’è da vedere tale cinta muraria del castello, fatta attorno all’undicesimo secolo, con ovviamente il Castello di Candelara (sempre attorno al Mille) che tra torri e bastioni richiama le vecchie battaglie degli antichi signori. Praticamente all’ingresso del castello c’è Borgo Santa Lucia, il centro città tutto medievale, la cui piazzetta ha la porta del borgo con un orologio settecentesco molto caratteristico fatto in pietra bianca, con numeri arabi, ed una sola lancetta che segna ore e quarti.
Tra le parti più belle da vedere c’è la Pieve di Santo Stefano, fatta tra VI e VII secolo e al lato opposto rispetto al castello, che è tra le chiese più antiche della zona ed è medievale ma gotica con una strana pianta a croce greca. Lì dentro ci sono diverse opere, specie la Madonna del Rosario fatta da Claudio Ridolfi, e un organo settecentesco ancora funzionante.
Pieve di Santo Stefano, Candelara. iStock/Wirestock
Devi vedere pure Villa Berloni, ex Villa Almerici, un’elegante residenza nobiliare del Settecento nata e cresciuta su un vecchio forte, progetto di Luigi Vanvitelli. Tra la Villa e la Pieve ci sono grandi cose da vedere a Candelara, un borgo essenzialmente minuto.
Tra Trecento e Quattrocento la zona di Pesaro ha visto le battaglie tra Montefeltro e Malatesta, creando molte costruzioni difensive, inclusa una torre di avvistamento. Tale torre, finite le battaglia, viene venduta agli Abati Olivieri per convertirla in residenza per le vacanze, ma migliora nettamente nel ‘700 con gli Americi col restauro del Vanvitelli. Poi il degrado fino all’utilizzo come rifugio per gli sfollati nella Seconda Guerra Mondiale; venne rimessa a nuovo con altri mobili, poiché in guerra venne depredata, ergo ci sono mobili di epoche diverse (anche Seicento e Settecento) e con qualche bella pittura del Guercino.