Di ceramica e di peperoncino: questo borgo lungo la Riviera dei Cedri è la quintessenza della Calabria

Stefano Maria Meconi, 15 Apr 2024
di ceramica e di peperoncino: questo borgo lungo la riviera dei cedri è la quintessenza della calabria

Sembra che il suo nome richiami la presenza sul territorio di grotte, oppure è legata alla lavorazione delle spade e dei coltelli. Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un’altra parola avrebbe lo stesso odore soave, dice Romeo nell’opera più romantica di William Shakespeare. E così è per un piccolo borgo della Calabria settentrionale, affacciato sulla Riviera dei Cedri, qualunque sia l’interpretazione che vogliamo dare al suo toponimo difficilmente cambierebbe aspetto e diventerebbe più bello di quanto già non lo sia. Maierà, sulle colline ma con lo sguardo rivolto al Tirreno, è una delle porte d’accesso al Parco Nazionale del Pollino e condivide, dividendosi, la Vallata dei Mulini con la vicina Grisolia. Un luogo dalla bellezza inesplorata, eppure con una collocazione felice che, particolarmente nei mesi estivi, invoglia alla visita per un soffio d’aria fresca e un tocco di cultura.

Una terra bella e piccante

Borgo della Ceramica, Maierà ha visto in questa sua definizione svilupparsi un nuovo concetto di arredamento e arricchimento del territorio urbano. E così, dove nella vicina Diamante fanno bella mostra di sé i murales, qui i vicoli ben tenuti vedono la presenza di opere d’arte in ceramica dai mille colori e dalle forme variegate, un inno alla bella arte di ieri e di oggi. Per rendere anche al turista più semplice il compito di visitare i luoghi arricchiti dalle opere, Ceramica Viva Via delle Ceramiche d’Italia sono i due progetti di arte diffusa che Fulvio Longo ha realizzato per incuriosire e invogliare alla visita, passeggiando tra scorci dove, quasi all’improvviso, compaiono statue, piatti, disegni e rilievi. 

L’arte è colore, ma le stesse cromie sono anche quelle del peperoncino, prodotto di punta nella gastronomia della Calabria. Una terra che vede questo ingrediente declinato non solo in tavola, ma anche nella cultura popolare. Ecco che a Maierà c’è spazio, nel centralissimo Palazzo Patrizio, per il Museo del Peperoncino. Membro dell’Associazione Nazionale Piccoli Musei d’Italia, il museo racconta la storia del peperoncino negli ultimi 6000 anni, parlando della sua diffusione, dell’evoluzione industriale, ma anche di come è stato interpretato nelle diverse forme dell’arte (pittura, ceramica, persino nel mondo della TV).

Museo del Peperoncino di Maierà

  • Apertura: dal 15 giugno al 15 settembre, tutti i giorni dalle 17.00 alle 21.00
  • Visitabile anche previo appuntamento telefonico: 098581130 (Accademia Italiana del Peperoncino) o 0985889102 (Comune di Maierà)

Cosa vedere a Maierà

Antiche porte di accesso, splendide chiese e una corte di presunta origine lombarda. Maierà invoglia a visitare, percorrere, camminare e “scalare” una montagna di conoscenza e di curiosità. La Chiesa Matrice, di origine duecentesca, è consacrata a Santa Maria del Piano e ha un elegante impianto di stile romanico. Numerose le altre chiese, indipendenti o parti di altri edifici, come quella di San Pietro o Santa Maria, mentre la Grotta di San Domenico ricorda la presenza dei monaci basiliani. Camminando per il borgo, si nota anche la presenza di alcune targhe commemorative, che ricordano il confino politico tra il 1942 e il 1943 del poi senatore Francesco Alunni Pierucci, o quella che ricorda le precedenti destinazioni d’uso del Palazzo Biondi. Ogni angolo ha qualcosa da offrire: quello della lettura, quello che propone una riproduzione di Maierà in cartapesta, passando per le varie stazioni maiolicate della Via Crucis a Vrasi, dove si trova anche il Parco delle Sculture di Franco Perrone. Insomma, c’è davvero tanto da vedere: ma non solo!

Sapori e cucina tipica

Fusilli al sugo di carne di capra, un bel contorno di peperoni arrostiti e un bicchiere di vino rosso. È il menù majeraioto, così lo chiamano qui, che difficilmente deluderà i palati alla ricerca di qualcosa di buono. Ma il legame con il territorio lo si ritrova anche nell’uso dei ceci, dei funghi porcini, dei fagioli e dei peperoni secchi che ricordano molto da vicino quelli di Senise, nella vicina Lucania. Senza dimenticare, infine, il baccalà che si prepara sia a Natale con alici e peperoni, e sia solo con i peperoni durante la vendemmia.



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