Da oltre 100 anni è il borgo dell’acqua più amata dagli italiani, ma la sua è una storia millenaria che vale la pena raccontare
È uno dei borghi più belli d’Italia. Quante volte avete sentito, soprattutto negli ultimi anni, questo refrain? Il turismo di prossimità ha visto una spinta decisiva durante l’emergenza Covid-19, ma è un trend che oggi conquista sempre più turisti. Le ragioni sono molte: ridurre l’impatto ambientale dei viaggi, riscoprire luoghi tradizionali e vicini a noi, dedicarsi alle passioni come l’enogastronomia e il benessere. E dove, se non a San Gemini, si può vivere un’esperienza decisamente… rinfrescante? Le sue fonti termali, l’acqua nota in tutto il mondo, ma anche il paesaggio dell’Umbria che è un vero piacere per gli occhi. Partiamo?
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Un tesoro liquido con una storia millenaria
Quella che oggi chiamiamo San Gemini, con uno spirito tipicamente cattolico, nell’antichità prendeva il nome di Casventum. Un territorio abitato forse già in epoca tardo romana, il cui nome attuale si deve all’italianizzazione del nome del monaco Yemin, da cui Gemine e Gemini. Distrutta dai Saraceni, Casventum rinasce sotto gli auspici di San Gemini e già nel basso Medioevo acquisisce una certa rilevanza, si affranca dal potere delle città intorno e inizia ad assumere la forma contemporanea. Evento fondamentale per la cittadina umbra è tuttavia la nascita della Fonte Sangemini, nel 1889, il cui marchio avrebbe portato ricchezza e distinzione a questo che ancora oggi è un borgo di meno di 5000 abitanti, ma celebre ben oltre i suoi confini.
I luoghi simbolo di San Gemini
Oltre alla sua famosa acqua, San Gemini è un luogo ideale per godersi una gita rilassante di un giorno o un weekend per scoprire le meraviglie del cuore verde d’Italia. Il Duomo di San Gemine, originariamente risalente al IX secolo, è oggi un edificio di stampo neoclassico e originario del XIX secolo, all’interno del quale si conservano opere coeve e di stampo decisamente più antico, tra cui un Crocifisso del ‘400. Interessante anche il Palazzo Canova, che prende il nome dal suo ultimo e storico abitante, lo scultore veneziano che qui si occupò di restaurare l’antico Duomo e che finì per abitarvi. Se, ovviamente, siete curiosi di scoprire (e assaggiare) la celebre acqua del posto, sia Sangemini che Fabia, allora il posto giusto è il Parco delle Acque Minerali (o Parco della Fonte), aperto proprio nel 1889 su progetto dei benemeriti Violati, Olivier e Matteocci Pressi.
Geolab: dove la scienza incontra la matura
Per gli appassionati di scienze naturali, San Gemini offre l’imperdibile tappa del Geolab. La mostra permanente fu voluta da uno dei massimi nomi della divulgazione scientifica italiana, l’indimenticato Piero Angela. Una collezione dedicata alle scienze geologiche, nella quale scoprire la composizione geologica del territorio umbro e conoscere l’origine delle fonti di San Gemini. Un luogo adatto sia ai “topi di museo” e sia a chi vuole un approfondimento multimediale ed interattivo, perfetto anche per bambini e ragazzi.
Il GeoLab – Museo laboratorio di Scienze della Terra si trova in Via della Misericordia, ed è stato riaperto nel 2023 dopo un lungo ammodernamento coinciso con il periodo della pandemia da Covid-19. L’accesso alle 5 sale è possibile in gruppo, previa prenotazione da effettuare chiamando il numero +39 3493966364.
Come arrivare a San Gemini
Sembra nascosto nel verde rigoglioso dell’Umbria, ma San Gemini è un posto più vicino di quanto sembra. Comoda soprattutto per chi si muove in automobile seguendo due possibili direttrici:
- Da nord (Milano/Bologna/Firenze) si segue l’Autostrada A1 in direzione Roma; da qui, uscite a Orte e proseguite lungo la SS205, poi SS3ter fino a destinazione. In alternativa, A1 fino ad Arezzo, poi SS221 per Città di Castello e infine SS3bis-SS3ter fino a destinazione (E45).
- Da sud (Roma/Napoli) si segue l’Autostrada A1 in direzione Roma; da qui, uscite a Orte e proseguite lungo la SS205, poi SS3ter fino a destinazione (E45).
Se preferite viaggiare in treno, la soluzione migliore è prendere un regionale da Roma verso Terni (circa 1 ora e mezza), poi autobus E618/E619 di BusItalia – Sita Nord (gestito da Ferrovie dello Stato).