Cordovado: il borgo medievale e le sue terre agresti, ispirazioni di artisti e poeti

«Le nostre fantasie rivedevano i tranquilli orizzonti delle praterie fra Cordovado e Fratta, le belle acque correnti in mezzo a campagne smaltate di fiori, i cespugli odorosi di madresilva e di ginepro…». Così scriveva Ippolito Nievo in “Le confessioni d’un italiano”, evocando tutta la suggestione delle terre del pordenonese, dove spunta Cordovado, dal 2004 uno dei Borghi più belli d’Italia. Questo piccolo centro è incantevole per davvero, racchiuso da una cerchia di mura e due torri medievali ai rispettivi ingressi, sorto a ridosso di un guado del fiume Tagliamento, nella campagna fertile e verdissima del pordenonese, dove i romani costruirono un castrum lungo la via Julia Augusta. A testimoniarlo, il suo toponimo, che significa “corte del guado”, dal latino “curtis”, che indica l’area agricola, e “vadum”, quel ramo del fiume oggi scomparso.
Questa perla del Friuli Venezia Giulia vanta un’origine antica ma il Genius loci del vecchio borgo rimanda ad un’atmosfera medievale, complici il Castello e l’area dell’antica pieve di Sant’Andrea. Ma a Cordovado, la storia si racconta come un almanacco e attraversa i secoli nelle sue pietre: il Borgo Nuovo, sorto in epoca rinascimentale, il seicentesco Santuario della Madonna, emblema del barocco veneziano, e i palazzi delle famiglie gentilizie risalenti al sei e settecento che spuntano come cammei, un tempo eleganti residenze di possidenti terrieri e di alti esponenti del clero locale, in particolare i Vescovi di Concordia.
Cordovado è bellissima, come la sua terra generosa, ricca di acque e risorgive, rogge e persino laghi artificiali, formati dal recupero di vecchie cave dismesse. Un territorio che merita di essere esplorato lungo percorsi che si immergono nella quiete della campagna, la stessa cantata da Ippolito Nievo, a cui è intitolato il parco letterario di Cordovado, ovvero quei luoghi che ispirarono il poeta, conservati in tutta la loro bellezza e memoria storica: Casa Provedoni, l’antica Pieve di Sant’Andrea, la Fontana di Venchieredo, il Mulino di Stalis e il piazzale della Madonna. Un omaggio al genio creativo e al borgo, reso possibile dall’idea dello scrittore Stanislao Nievo, in collaborazione con il Circolo Culturale Gino Bozza, il Comune di Cordovado e la Fondazione Ippolito Nievo. Anche i Prati della Madonna e il Parco dei Domenicani invitano a qualche pausa rilassante in compagnia di un buon libro, mentre i campi verdissimi ad un’evasione senza fretta: il territorio che circonda Cordovado sfuma negli orizzonti infiniti della pianura, incorniciati da file ordinate di pioppi, oppure disegnati dalla chioma di alberi secolari, giganti guardiani di sconfinate praterie, ombra e riparo di fienili e case di campagna solitarie, testimonianze di una dolce terra e del duro lavoro contadino.
Indice dei contenuti
Cordovado, un tuffo nella storia
Il borgo, il castello e i palazzi signorili
Scorcio di Cordovado. Foto di Massimo Crivellari
Le affascinanti atmosfere medievali si respirano passeggiando nel borgo più antico di Cordovado, situato nell’area fortificata. Ancora oggi le sue mura, che si sono conservate quasi completamente intatte, appaiono in tutta la loro maestosità e racchiudono all’interno edifici risalenti al XIII e XIV secolo. A dominare la scena il complesso del castello. La struttura originaria venne eretta intorno all’XI secolo per difendere il territorio dalle scorrerie degli Ungari. La favorevole posizione geografica dell’imponente fortificazione munita di mura e fossato con tanto di ponte levatoio, mastio e altri edifici, era posta in prossimità di un antico guado del fiume Tagliamento, punto strategico che gli conferì notevole importanza, tanto da diventare residenza estiva sussidiaria dei vescovi di Concordia. All’interno della fortificazione sorgevano il palazzo vescovile con un’alta torre quadrata impreziosita da merli guelfi, la “casa con torre” dei Ridolfi, poi degli Attimi, investiti della custodia dal vescovo, e infine la loggia comunale, come testimonia un documento del 1318, situata vicino alla chiesa di S. Girolamo.
Quello che vediamo oggi è il frutto di una stratificazione di ricostruzioni e modifiche, effettuate a partire dal violento terremoto del 1511 che distrusse gran parte del complesso. A seguire, venne edificata l’attuale Villa Piccolomini Freschi, proprio sulle fondamenta dell’antico maniero, di cui divennero proprietari per successione i conti Freschi di Cuccanea, e in seguito, i conti Piccolomini di Siena. Nonostante il palazzo sia costruito su vestigia medievali, è un inno all’architettura veneziana del Seicento – Settecento, mentre a circondarlo, è uno splendido parco ottocentesco (censito tra i Grandi Giardini Italiani), che conserva ancora piante originarie dell’epoca, eden voluto dal conte Sigismondo Freschi. Proprio questo splendido giardino, un tempo suddiviso in dodici stanze separate, è stato man mano modificato nel tempo, arricchendosi nel 2015 di un labirinto di rose damascene, che all’atto della fioritura restituiscono un intenso profumo e un paesaggio paradisiaco. Della struttura originaria del castello rimangono le due torri scudate e parte delle mura, all’interno delle quali spunta la chiesetta di S. Girolamo in Castello risalente al XII secolo, completamente addossata alla torre portaia nord dell’antico borgo fortificato, un piccolo gioiello restaurato di recente che conserva un affresco attribuito alla scuola giottesca. Dove invece un tempo sorgevano una fila di edifici adibiti ad abitazioni del capitano e del gastaldo, furono successivamente trasformate in due residenze signorili: il Palazzo Bozza-Marrubini, a ridosso della Porta dell’Orologio, e Palazzo Agricola del XV secolo, entrambi dall’aspetto rinascimentale con ampie trifore.
Cordovado sembra raccontare la sua storia in una vera e propria stratificazione del passato. Anche il complesso conventuale dei Domenicani, edificato a partire dai primi decenni del Settecento su alcune strutture preesistenti, venne acquistato nel XIX secolo da tre famiglie che ne perpetuarono il nome: Palazzo Mainardi, Palazzo Marzin e Palazzo Cecchini, quest’ultimo curiosamente rimaneggiato nella facciata in forme di gusto medievaleggiante, quasi a sottolineare il legame con il passato in un intreccio di stili che rende unico il complesso.
I più importanti luoghi di culto
Il Santuario e la Pieve
Pieve di Sant’Andrea a Cordovado. Foto di Massimo Crivellari
Il Santuario della Beata Vergine venne inaugurato nel 1603, costruito a seguito di un’apparizione della Madonna ad una giovane contadina sul finire del 1500, e dal 1714 al 1806, il tempio fu officiato dai padri domenicani dell’adiacente convento. Si tratta di un magnifico esempio di barocco veneto, che presenta un’architettura a pianta ottagonale. Si tratta del più antico santuario mariano della diocesi e gli interni sono un vero e proprio scrigno di tesori che omaggiano il culto: stucchi, bassorilievi, statue, tele, affreschi impreziositi da un mirabile gioco di luci.
Da non perdere anche l’antica pieve concordiese di Sant’Andrea, qualificata solo recentemente come duomo. La chiesa, dalle eleganti forme lineari, spicca in stile romanico, circondata da un prato verde, un inno alla semplicità e alla connessione con la natura. Il portale reca un’iscrizione: 20 giugno 1477, giorno della probabile inaugurazione, ma quel che possiamo ammirare oggi è frutto di un ampliamento strutturale effettuato nel Seicento, quando furono aggiunte due navate che la impreziosirono armonicamente. L’interno contiene ancora molte parti e suppellettili in legno come il pulpito e la cantoria, elementi che le conferiscono un’atmosfera parrocchiale ormai dimenticata, quella di una piccola chiesa di campagna, immancabile punto di ritrovo per i fedeli del borgo.
Eventi e manifestazioni: atmosfere medievali e ispirazioni d’arte
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Rievocazione Storica di Cordovado. Foto di Massimo Crivellari
Il borgo racchiude tutta la magia dell’epoca medievale che si rivive come uno spettacolo in occasione della Cordovado Medievale, che quest’anno giunge alla sua 40^ edizione. Una grande festa che si svolgerà il 30 e il 31 agosto 2025, un evento molto sentito dai cordinesi che attrae un gran numero di turisti. Dalla coinvolgente rievocazione storica, al combattuto Palio dei Rioni, che tutt’oggi testimonia la tradizione di un antico campanilismo paesano mai sopito, entrambi di scena nel centro storico. Immancabile anche il Gruppo Sbandieratori di Cordovado, una squadra di abilissimi protagonisti molto affiatata che anima la manifestazione con coreografie che tolgono il fiato.
Da appuntare anche Tèste | Testé, un progetto di arte contemporanea curato da Palazzo Monti e promosso dal Comune di Sesto al Reghena, in collaborazione con il Comune di Cordovado. Si tratta di un’interessante rassegna inaugurata lo scorso 6 giugno, una proposta alternativa e immersiva all’insegna di un turismo lento e sostenibile: le opere degli artisti Nicola Facchini, Enej Gala, Andrea Noviello, Barbara Prenka e Cosimo Vella sono state installate e finemente integrate nello spazio pubblico, in contesti urbani e naturali, al fine di valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico del territorio. Un dialogo raffinato e mai scontato tra luoghi e significati creativi, un invito per il visitatore a cogliere tutta la suggestione di un “museo diffuso”.
Treno storico alla scoperta dei borghi della Pianura Pordenonese
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Treno Storico – Stazione di San Giorgio di Nogaro. Foto di Fabrice Gallina
Per un’esperienza davvero unica… si sale in carrozza! Tutti a bordo di un treno davvero particolare, una locomotiva a vapore con carrozze Centoporte degli anni ’30. In occasione della 40° rievocazione storica “Cordovado Medievale” si potrà partire con questo affascinante treno storico che fermerà a San Vito al Tagliamento, Cordovado e Casarsa della Delizia. Un’occasione davvero unica per scoprire un’area del pordenonese e tre magnifiche tappe, in abbinamento alla manifestazione “Giro a Casarsa della Delizia”, che include eventi diffusi in tutto il territorio comunale. Questa proposta è inoltre inserita nel programma in occasione di GO!2025 che celebra la Capitale Europea della Cultura. Il treno è il mezzo di locomozione più immersivo dopo la bicicletta, rispolvera i ritmi lenti dell’andare mentre dal finestrino scorrono i paesaggi della letteratura, che tutt’oggi ispirano artisti e creativi che amano perdersi nei loro orizzonti infiniti.
Gli itinerari e le esperienze più belle
Anello dei borghi e delle acque, e l’anello delle bonifiche venete
Il territorio dove spunta Cordovado invita ad esplorare la sua bellissima natura, quella di una terra fertile e generosa, irrorata dalle acque. A poca distanza dal borgo scorre il Tagliamento, considerato l’ultimo grande fiume selvaggio d’Europa per l’integrità ecosistemica e l’incredibile biodiversità, ovvero per la sua capacità di fluire in modo naturale, privo di coercizioni legate all’azione antropica. La sponda destra che lo lambisce è attraversata da un itinerario imperdibile, perfetto per chi ama andare in bicicletta o per svolgere un po’ di trekking: l’Anello dei borghi e delle acque. Questo andare esplora un territorio puntellato da borghi e abbazie fortificati, mulini e casolari, un contesto ameno dove sbocciano bellezza e cultura. Da appuntare anche l’Anello delle bonifiche venete, un altro percorso incantevole su due ruote, che attraversa le zone della bassa pianura del Friuli Venezia Giulia e poi del Veneto, e che intercetta lo scorrere del Tagliamento. L’itinerario parte da Latisana e passa per Cordovado, prima di raggiungere Teglio Veneto. Un transito “di confine” che non conosce barriere, ma solo paesaggi dove l’orizzonte sembra non avere fine, ma anche un territorio da scoprire all’insegna dell’attività fisica, magari seguendo in bicicletta l’Anello dei borghi delle acque (R025), un itinerario lungo quasi 34 chilometri che tocca la sponda destra del Tagliamento.
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