Alle porte di Ascoli Piceno c’è il borgo dove in estate si vivono delle vere e proprie ”notti da medioevo”

Manuela Titta, 16 Ago 2024
alle porte di ascoli piceno c'è il borgo dove in estate si vivono delle vere e proprie ''notti da medioevo''
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L’Italia è un susseguirsi di borghi, piccole dimensioni senza tempo che rappresentano un concentrato di storia, tradizioni e grande fascino. Quando si decide di visitarne uno si ha già una vaga idea di cosa si andrà a conoscere: ci si addentra in un paese raccolto, dove le stradine disegnano percorsi pieni di elementi da ammirare, dove le case, le chiese e i palazzi hanno raccolto la vita e l’anima di chi ha plasmato quel posto. Ci si aspetta anche di trovare panorami da sogno: che siano affacci sul mare, sul lago o sulla natura poco importa, ciò che conta davvero è l’esclusività di quello scorcio, qualcosa che diventa il grande valore aggiunto che caratterizza fortemente il borgo. Castignano, a pochi km da Ascoli Piceno, è tutto ciò, ma è anche di più, perchè ad agosto perde la sua dimensione di tranquillo paese di provincia e si trasforma nel più grande teatro a cielo aperto che celebra il medioevo: tutto ciò risponde al nome di Templaria. 

Inconfondibile

Il profilo che si scorge da lontano, mentre si percorre la strada che da Ascoli ci porta verso Castignano, ci dice già molto, perché si coglie la magnifica posizione da cui svetta: a ridosso del Monte Ascensione, questo borgo si erge a 473 m.s.l.m. Salta subito all’occhio la torre romanica della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, proprio sulla piazza principale, punto più alto dal quale si possono ammirare tutte le meravigliose colline picene caratterizzate dai calanchi e, non troppo lontano, i monti Sibillini. La visuale è talmente vasta che si scorgono anche il Gran Sasso verso sud, il mare Adriatico a est e il Conero verso nord: questa posizione così privilegiata fa di Castignano una destinazione imperdibile. Il nome di questo borgo sembra derivare dai castagneti: infatti questa pianta risulta essere l’emblema dello stemma comunale. Altra ipotesi è che il nome sia legato a Castino, console romano che dopo la Guerra Sociale che vide coinvolta Ascoli, fondò questo abitato. Assolutamente caratteristica la forma a piramide di Castignano: l’enorme muraglione che funge da sostegno, protegge il borgo dalla fragile conformazione di strati di arenaria. 

Il Medioevo: il nostro altrove

Castignano
Giochi di luce sulla facciata della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Il centro storico di Castignano è un concentrato di vicoli più o meno stretti: percorrerli significa fare una visita tra le case e i palazzi che ci proiettano nel medioevo, in una dimensione che ci fa respirare le antiche pratiche di vita. Questo luogo rappresenta il perfetto esempio di come il nostro paese sia stato forgiato da quella lunga epoca nella quale si sono sedimentate tutte le nostre identità. In quei lunghi mille anni l’Italia e l’Europa, hanno visto nascere ciò che oggi ritroviamo in ogni piccola grande cosa, la matrice identitaria che a distanza di secoli continua a caratterizzare fortemente ogni aspetto della nostra cultura. È per questo che il medioevo affascina così tanto: è qualcosa di intrinsecamente legato dal nostro essere e, seppur temporalmente distante, rappresenta parte del nostro presente. Il Medioevo lo viviamo attraverso una lente, distorcendo molte cose, ma la realtà è che quest’epoca è dentro di noi e proprio per questo sentiamo un irrefrenabile bisogno di celebrarla.  

Templaria

Oltre ai vicoli, ai palazzi, all’architettura romanica, oltre al fascino indiscusso di questo borgo che si presenta con i suoi sali e scendi, abbiamo la storia che ha visto intrecciarsi religiosi, soldati, artigiani. Tutti questi protagonisti rivivono oggi nella manifestazione che mette al centro un grandioso ordine di cavalieri, che risale all’anno 1119, con il riconoscimento papale nel 1129. Il connubio tra l’impostazione monastica e la missione militare, fece di questi cavalieri un baluardo a difesa dei sacri luoghi cristiani, ma non solo: la loro missione fu quella di difendere anche i pellegrini che, in quel momento, viaggiavano verso molteplici destinazioni. Ricordiamo che il pellegrinaggio verso Gerusalemme e Terra Santa, in quell’epoca fu segno evidente di finalità culturali e religiose, nel profondo rispetto della devozione e sempre con l’obiettivo della penitenza. 

Fondamentale elemento degli eserciti Crociati

Castignano
Uno degli spettacoli dislocati nelle piazze di Castignano

Nati con il giuramento di difendere i cristiani che giungevano in Terra Santa, i Templari divennero ben presto un ordine molto potente, tanto che agli inizi del 1300 persero il sostegno sia del Re di Francia Filippo IV, che di papa Clemente V. Il legame con Castignano è dovuto proprio al pellegrinaggio, dato che questo borgo rappresentava un punto nodale che, da Roma, indirizzava agli imbarchi per i luoghi di culto. La Chiesa di Santa Maria del Borgo risale al XII secolo ed è testimonianza dei Templari a Castignano, grazie alla presenza di un ospitale a fianco della struttura: questo è un esempio dei complessi religiosi che facevano riferimento all’ordine. La formella con il Tau è l’altro segno distintivo: questo simbolo reppresentava la croce: assunto dai Templari, è ben in evidenza sul portale di ingresso sulla sinistra dell’edificio. 

“Le maledette parti”

I templari tra Papato e Impero nella guerra tra Guelfi e Ghibellini

Spettacoli a Templaria Festival
Templaria Festival Castignano

Templaria trasforma Castignano in un teatro all’aperto, con un numero impressionante di artisti e svariate ore di spettacoli al giorno, una proposta davvero variegata che comprende recitazione, musica, spettacoli con il fuoco: dal 17 al 21 agosto, puntualmente, andrà in scena questa straordinaria rievocazione storica che attrae una moltitudine di visitatori. Questo appuntamento, nato nel 1990, è cresciuto in maniera impressionante nel corso del tempo, diventando un vero e proprio punto di riferimento per chiunque voglia fare un tuffo nel Basso Medioevo. Ogni anno è dedicato ad un tema specifico e per l’edizione di quest’anno si è scelta una delle contrapposizioni per eccellenza del Medioevo: quella tra Guelfi e Ghibellini che ha interessato il territorio molto da vicino. Templaria non è semplicemente spettacolo, ma fa della ricerca storica qualcosa da declinare in termini teatrali, in modo che il coinvolgimento degli spettatori sia totale e che le rappresentazioni pensate non siano solo intrattenimento, ma lascino in dote quelle che sono state le pietre miliari di quell’epoca magnifica che risponde al periodo del Medioevo. 

Una festa anche a tavola

Una volta entrati nel borgo ci si dirige nei vari teatri a cielo aperto, da quello dell’oca Mafalda al teatro della Gola, a quello del Golgota: ce ne sono dieci che offrono spettacoli a rotazione. Il Teatro di San Pietro, nella piazza principale, ha il potere di stregare definitivamente chiunque assista alla performance della Compagnia dei Folli, complici i giochi di luce che con la notte disegnano uno spettacolo nello spettacolo sulla facciata della chiesa. Il pomeriggio – sera non è semplicemente allietato dalle perforrmance, ma anche dal buon cibo offerto con un’organizzazione impeccabile che mette a disposizione tutte le prelibatezze della gastronomia ascolana e non solo. Doverosa nota sul vino, perché questo luogo vanta una lunga tradizione: le Cantine di Castignano sono nate nel 1960 e oggi sono sinonimo di forte identità. Nel panorama dei vini marchigiani, questa realtà interpreta perfettamente quelle che sono le peculiarità delle colline picene, che esprimono tutto il potenziale delle denominazioni tra cui spicca Offida DOCG.

Anice verde di Castignano

È impossibile chiudere questo racconto senza uno degli attori principali di questo territorio: sono i terreni argillosi di queste zone a favorire la coltivazione dell’anice verde, una realtà presente in queste zone da secoli. La tradizione di distillare l’anice venne esaltata da Silvio Meletti che, nel 1870, creò l’Anisetta, un liquore fatto ancora oggi secondo l’antica ricetta: una autentica esplosione di gusto e freschezza. L’anice verde non è solo impiegato per i liquori, ma è anche ingrediente prezioso per molte ricette della tradizione, tutto questo grazie al lavoro di chi crede fortemente nell’eccellenza dei prodotti locali e si impegna alla loro massima valorizzazione. Tutto ciò di concerto con l’Università di Camerino che supporta la valorizzazione del territorio, mettendo a disposizione un contributo scientifico che oggi rappresenta la conferma di tutto ciò che la tradizione ha sempre cullato con passione e lungimiranza. 



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