Aggrappato alla collina e accarezzato dal mare, il borgo del 43° parallelo ti farà scoprire le Marche come non le hai mai viste
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Grottammare, la terrazza panoramica dell’Adriatico
Con l’espressione Riviera delle Palme si indica una parte delle Marche adriatiche che comprende, in particolare modo, Grottammare e la contigua città rivierasca di San Benedetto del Tronto. A osservarle dall’alto, percorrere la breve distanza in automobile o treno, pare accorgersi che non v’è soluzione di continuità tra le due realtà, e in fondo è proprio così.
La conurbazione, una sorta di “affaccio marittimo” della non lontana Ascoli Piceno (che dà il nome a Porto d’Ascoli, frazione sanbenedettese), si presenta al visitatore come una lunga e armonica schiera abitata a pochi metri dal mare. Spiagge perfettamente organizzate per la bella stagione, bagnate da un mare limpido che vale l’annuale riconoscimento della Bandiera Blu e che rivaleggia, come capacità attrattiva, con le grandi mete balneari dell’Abruzzo e dell’Emilia-Romagna, le due regioni prossime.
A Grottammare si respira un’aria di serena tranquillità, quasi un’epifora del turismo lento. I ritmi frenetici della città lasciano spazio all’elegia della rilassatezza, come potrete accorgervi passeggiando lungo l’elegante e ben tenuto lungomare, sul quale trionfano le decine di palme che appunto danno il nome a tutto il territorio circostante.
Non è però solo la costa a fare di questa meta dell’ascolano un luogo irrinunciabile del turismo, nella bella stagione e non solo. Poco più su, risalendo i crinali delle propaggini collinari, vi attende un ben conservato borghetto medievale, la cui origine pare risalire al periodo immediatamente successivo al tracollo dell’Impero. Qui la suggestione del panorama è ancora maggiore, spinto com’è all’estremo dello sguardo umano dalla molteplicità delle soluzioni possibili. Ve ne accorgerete affacciandovi dalla loggia in pietra che arricchisce Piazza Peretti, una sorta di museo a cielo aperto con i suoi edifici in pietra, come la Chiesa di San Giovanni Battista.
Una città del mare e del vino
Il vino, si sa, predilige terreni non troppo alti e protetti da un clima quanto più possibile mite. Il 43° parallelo, insomma, è il posto giusto per la coltivazione dei preziosi acini bianchi e rossi che danno vita al vino marchigiano. Certo, Grottammare affaccia direttamente sul mare, ma già nel suo entroterra ritroviamo qualche poggio che via via sale, dando eterogeneità al paesaggio e spazio alle sapienti mani dei vignaioli di sperimentare e portare nelle botti risultati ragguardevoli.
Non è un caso che da queste parti si ritrovino vini decisamente interessanti dal punto di vista organolettico, come ad esempio il Falerio dei Colli Ascolani o il Rosso Piceno. Un bianco e un rosso, perfetta sintesi di chi vuole abbinare un brodetto alla sanbenedettese oppure concedersi, conditi da un sugo generoso di carne, dei maccheroncini di Campofilone. Non è un segreto: quella marchigiana, e ascolana in particolare, è una cucina ricca e saporita, che non disdegna ma anzi richiede un abbinamento con dei vini di qualità.