Sicilia in Primavera, l’itinerario per uno spring break siculo

Un itinerario di 8 giorni per visitare la Sicilia occidentale in Primavera: da Palermo ad Agrigento, poi Trapani, Favignana e San Vito lo Capo.
Scritto da: Fabio Pinelli
sicilia in primavera, l'itinerario per uno spring break siculo
Partenza il: 23/04/2018
Ritorno il: 01/05/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: Fino a €250 €

Reduci dai bagordi dell’indimenticabile weekend a Malta per il matrimonio del caro amico Beppe, atterriamo verso le 23.30 a Punta Raisi con il volo Air Malta partito simpaticamente con due ore di ritardo. All’uscita schiviamo i taxi condivisi e puntiamo direttamente l’autobus della compagnia Prestia e Comandè che collega aeroporto e centro città. Le partenze sono ogni mezz’ora (11€ a/r, 6€ tratta singola) dalle 5 del mattino a mezzanotte. Il viaggio in autobus trascorre veloce con aria condizionata e wifi gratuito a bordo. Scendiamo dopo circa trenta minuti alla stazione centrale di Palermo in Piazza Giulio Cesare. L’orologio segna l’una di notte, abbiamo fame, quindi ci spariamo una granita siciliana nel bar aperto h24 proprio a fianco della stazione centrale. Raggiungiamo poi l’ostello On the Way Hostel situato giusto a 300 metri di distanza. L’impatto con l’ostello è dei peggiori.

Giorno 1 – Palermo

Nottata infernale: la camera è affacciata sulla chiassosa Via Roma, i letti a castello non hanno prese elettriche a portata di mano, i bagni scomodissimi, i compagni di camera sono poco ortodossi per usare un eufemismo. Insomma un disastro su tutti i fronti. Usciamo presto (per forza!) con l’idea di tornare più tardi a recuperare le valigie e spostarci in un altro B&B prenotato appena svegli. Ostello On the way: no way! Sconsigliatissimo.

Prima tappa di oggi: Ballarò. Raggiungiamo il mercato già alle 9 ma è presto, la situazione si anima soltanto verso le 10 quando cominciano a innalzarsi le urla dei commercianti e le vie del mercato si affollano rapidamente. Rientriamo in Via Maqueda e arriviamo a Piazza Bellini dove visitiamo in sequenza La Martorana (4€) anche nota come Chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio e la Chiesa di San Cataldo (1,5€). L’interno di entrambe le chiese è stupendo. Attraversiamo la piazza ed entriamo nella Chiesa di Santa Caterina (5€) dove ammiriamo l’interno, i chiostri ed i tetti da cui si ha una buona veduta della città dall’alto e di Piazza Pretoria con la sua imponente fontana al centro.

Prima di proseguire alla scoperta di Palermo, torniamo al B&B per levare le ancore. Pazienza per il paio di notti smenate, ne vale la pena. Ci sistemiamo nel B&B Hollywood Inn: tutta un’altra musica, molto consigliato.

Torniamo in pista e ci dirigiamo all’altro famoso mercato di Palermo: il Capo. Qui iniziamo con serietà la degustazione delle specialità locali: soprattutto panelle e arancini. Il tutto annaffiato da una bella birra. Dal mercato del Capo torniamo sui nostri passi verso la Cattedrale di Palermo, bellissima con la sua architettura arabesca che mi riporta con la mente all’Andalusia. A differenza delle chiese viste prima però, la Cattedrale mi sembra molto più bella fuori che dentro. Il biglietto d’ingresso (3€) comprende anche tomba, cripta e tesoro. La via che conduce dalla Cattedrale ai 4 Canti è probabilmente la più affollata della città: turisti ma anche studenti che frequentano la scuola superiore accanto alla Cattedrale.

Da qui, ci muoviamo verso Palazzo dei Normanni: l’interno del palazzo non è visitabile (aperto solo in determinati giorni della settimana) quindi entriamo a vedere solo la Cappella Palatina (10€). Saliamo poi su un autobus da Piazza Repubblica che ci lascia a pochi passi dalle Catacombe dei Cappuccini (3€). Attendiamo la riapertura pomeridiana delle 15 bevendo un’altra granita fresca al limone. Terminata dopo un’oretta scarsa la suggestiva visita delle catacombe, ci dirigiamo stavolta a piedi verso Piazza Repubblica. Prima di rientrare un attimo a riposare nel B&B, osserviamo da fuori la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti ed entriamo nella Parrocchia di San Giuseppe Cafasso per salire sul campanile ed ammirare un’altra veduta dall’alto della città.

Per cena, dopo aver passeggiato un po’ nel quartiere della Kalsa, ci lasciamo rapire da un’altra delle zone più caratteristiche di Palermo: la Vucciria. Piazza Caracciolo ne è il suo cuore, un’esplosione di palermità: piccoli bar all’aperto, i fumi delle griglie e ragazzi che imperversano in motorino. Il posto perfetto per fermarsi a mangiare. Ordiniamo frittura mista e birra e ci sediamo ad un tavolino davanti a maxischermo, giusto in tempo per assistere alla semifinale di Champions Liverpool – Roma. Lasciata la Vucciria, passeggiamo un po’ lungo Via Maqueda stracolma di gente. Il tratto di questa via dai 4 Canti a Piazza Giuseppe Verdi, che ospita il Teatro Massimo, è pedonale quindi la sera è davvero frequentatissimo. Proseguendo lungo la via si arriva anche all’altro famoso teatro di Palermo: il Politeama.

Giorno 2 – Mondello

Oggi lasciamo il centro città per andare a vedere la famosa spiaggia alle porte di Palermo: Mondello. Per raggiungerla prendiamo un paio di autobus che in circa un’ora ci portano dalla Stazione Centrale alla spiaggia. Non avevo grandi aspettative, forse per questo Mondello mi sorprende: c’è tanta gente, complice il fatto che oggi è il 25 aprile quindi gli studenti sono in vacanza, ma la spiaggia è molto lunga ed ampia quindi non si crea minimamente caos. Soprattutto mi colpisce l’acqua cristallina del mare che è sì freddissima ma talmente bella che non mi posso esimere dal fare un bel bagno tonificante. Acqua gelida.

Arsenio deve ripartire nel pomeriggio, quindi verso mezzogiorno lasciamo controvoglia Mondello, ripercorrendo il percorso in autobus all’inverso. Saluto il mio compare che rientra anticipatamente a Milano e rimango solo in esplorazione. Decido di dirigermi verso il Santuario di Santa Rosalia, patrona di Palermo. Il santuario si trova sul Monte Pellegrino, promontorio che separa Palermo città da Mondello. Per raggiungere la cima del Monte si risalgono i ripidi tornanti con un autobus di linea che riesce a passare anche laddove non avrei scommesso. In cima visito il santuario, poi proseguo a piedi verso un punto panoramico segnalato dal quale ci si affaccia su un mare blu intenso ed in lontananza si scorge la città. Lungo la strada, un sacco di gente accampata a grigliare come se fosse Pasquetta sui monti. Ridiscendo verso il Santuario, mangiandomi una briosche con gelato e salgo sull’autobus che mi riporta in centro.

Qui m’incontro con un collega locale che mi fa da Cicerone per il resto della giornata: mi porta prima in Via D’Amelio, tristemente nota per l’attentato a Paolo Borsellino; poi alla Gelateria Signor di Carbognano, una delle migliori di Palermo dove per il gelato occorre prendere il biglietto, come dal salumiere. Seconda briosche con gelato in due ore, questa davvero eccezionale. Infine, usciamo da Palermo e andiamo a Monreale. La famosa cattedrale purtroppo è già chiusa, ma esternamente è molto bella.

Per cena torniamo in città, ed entriamo all’Osteria Lo Bianco vicino al Teatro Politeama. Provo specialità locali, alcune anche abbastanza agghiaccianti (tipo la cartilagine del muso della mucca…) e dopo una passeggiata digestiva rientro nel B&B.

Giorno 3 – Valle dei Templi

Stamattina sfrutto il mio gentilissimo collega per uno strappo fino all’aeroporto. Ritiro l’Opel Corsa prenotata da casa (140€ con assicurazione per cinque giorni), segnalando alcune ammaccature già presenti e la mancanza del copri baule posteriore e parto alla volta di Agrigento per la missione odierna: visita alla Valle dei Templi. Arrivo in città in un paio d’ore circa, prendo possesso della mia stanza ampissima nel B&B Backpackers giusto per lasciare al volo i bagagli e tornare di corsa alla mia Corsa e dirigermi alla Valle. Il ticket d’ingresso costa 15€ inclusa visita al Giardino. Entro che è quasi mezzogiorno e fino al tramonto mi godo una visita davvero appagante che attendevo da tempo. Il sito non delude le aspettative.

Concludo la mia giornata dedicandomi all’esplorazione del centro di Agrigento. Onestamente, mentre ero alla Valle dei Templi ero rimasto colpito per il contrasto tra la bellezza del luogo in cui mi trovavo rispetto all’orrendo profilo dei palazzoni di Agrigento incastonati tra viadotti sospesi. Tuttavia, mi sono dovuto ricredere esplorando gli stretti vicoli saliscendi del centro che mi mostrano una città dal cuore molto più interessante rispetto alla sua fredda e tetra cornice esterna. In tutto questo, ho fame e mi abbuffo tra fornerie e pizzeria.

Giorno 4 – Scala dei Turchi, Sciacca, Mazara, Saline dello Stagnone

La mia avventura ad Agrigento termina qui. Riparto sotto una lieve pioggerellina, perdendomi tra le vie della città per un attimo. Il programma di oggi è itinerante, non troppo definito. So solo che risalirò lungo la costa fino all’aeroporto di Punta Raisi per accogliere la mia ragazza che arriva in serata.

In realtà, alcuni punti d’interesse li ho in mente e procedo verso di essi. Quasi subito arrivo alla Scala dei Turchi, che si trova a 17km da Agrigento. La vista della scogliera bianchissima dalla strada è stupenda, così come molto bella è la Scala stessa raggiungibile scendendo un sentiero misto a scale. Passeggio sulla sabbia avvicinandomi alla Scala, ma da turista responsabile per caso, non oltrepasso la linea che segnala il divieto di proseguire per pericolo di caduta massi. Nota a margine: molto inquietanti i cavi della tensione che passano per la strada lungo la quale si lascia l’automobile per scendere in spiaggia. I miei pensieri corrono alle sciagure del film Final Destination.

Seguo la costa e le indicazioni per la Riserva Naturale Torre Salsa e poi per la spiaggia di Eraclea Minoa. Nulla di indimenticabile, se non la splendida strada deserta che attraversa floridi campi primaverili che conducono al mare. Continuo in direzione di Sciacca, prima però mi fermo alle porte del paese a visitare il Castello Incantato, un luogo singolare popolato da migliaia di teste scolpite sulle rocce, realizzate dall’artista locale di fine Ottocento Filippo Bentivegna. Un artista un po’ eccentrico e controverso che tornato dall’America senza aver avuto troppa fortuna decise di dar vita ad un suo regno abitato da queste teste che lui stesso scolpiva e additava a suoi sudditi. La visita è breve: mezz’oretta, 5€.

Arrivo finalmente a Sciacca, pittoresco villaggio affacciato sul mare dove faccio un tour panoramico a piedi prima di ripartire alla volta di Mazara del Vallo. Qui due giovani studenti universitarie si offrono di portarmi in giro per il centro come parte del loro programma studi, quindi per caso, ho due brillanti guide che mi fanno conoscere alcuni segreti di questa caratteristica cittadina di pescatori abitata anche da una nutrita comunità tunisina concentrata nella casbah, dalla quale si odono provenire canti di preghiera.

Instancabile proseguo verso Marsala più precisamente punto alle Saline dello Stagnone. Dalla strada si scorgono le vele di kiter e windsurfer che scorazzano nella laguna. Le saline sono visitabili ma non faccio in tempo. Ad ogni modo, fanno anche da cornice ad un tramonto favoloso che decido di ammirare sorseggiando una birra in totale relax presso il MammaCaura. Questo è un momento estatico.

Al calar del sole mi rimetto in moto verso Punta Raisi. Recupero la mia ragazza con un timing perfetto ed insieme percorriamo gli ultimi chilometri di questa lunga ed intensa giornata fino a Trapani dove abbiamo in programma di imbarcarci l’indomani mattina per l’isola di Favignana. Raggiungiamo il b&b Eldorato abbastanza esausti verso le 23, ad aprirci dopo aver suonato qualche volta un personaggio strambo in mutande e canotta bianca. Temo che l’abbiamo svegliato. Ostello un po’ retrò, ma non esattamente quel tipo di retrò che potrebbe in alcuni suscitare un certo fascino.

Giorno 5 – Selinunte, Marsala, Erice

Meteo instabile al risveglio. Nuvoloni grigi carichi di pioggia minacciano le nostre teste. Improvvisiamo un cambio di programma per non rischiare di passare un giorno piovoso a Favignana. Prenderemo il traghetto stasera anziché stamattina.

Dopo una colazione con brioche al pistacchio, riorganizziamo le idee e optiamo per partire per il sito archeologico di Selinunte. In circa un’ora e mezza raggiungiamo il posto, ticket 12€. Visita anche qui molto suggestiva tra le rovine dei templi greci con vista sul mare.

Rimaniamo un paio d’ore, poi riprendiamo la macchina per risalire verso Marsala: visitiamo il centro abbastanza frequentato di gente a passeggio e pranziamo all’ Antica Salumeria, una vera e propria salumeria/rosticceria con tavolini da ristorante in un cortile interno. Posto speciale.

Con la pancia piena ed ebbri di Marsala (il liquore), andiamo ad Erice arroccato sopra le pendici di Trapani. Paesino medievale affascinante, con un bel castello ed una vista stupefacente sulle isole Egadi: si scorge la forma a farfalla di Favignana, Levanzo e la più lontana Marettimo.

Dopo averla vista da lontano, è finalmente tempo di raggiungerla Favignana. Il clima minaccioso del mattino non si è rivelato tale per fortuna. Così torniamo al porto di Trapani dove lasciamo l’auto in un parcheggio custodito in Via Ilio e facciamo il biglietto direttamente all’imbarco traghetti. La navigazione dura circa mezz’ora. Avvicinandosi a Favignana si nota subito l’ex stabilimento Florio delle Tonnare. Raggiungiamo a piedi il piccolo residence Plaia Case Vacanze dove abbiamo prenotato una stanza. Concludiamo in bellezza la giornata passeggiando per le vie del centro e cenando alla spaghetteria Pakkaro in Piazza Madrice dove gustiamo un tonno al pistacchio speciale.

Giorno 6 – Favignana

Giornata d’esplorazione dell’isola: pensavamo di gestirla in bicicletta ma dopo una breve analisi dal vivo della planimetria del territorio optiamo per il comfort di uno scooter per avere modo di vedere qualche caletta in più.

La prima tappa è Punta Burrone dove facciamo una colazione in spiaggia vista mare, semplice ma efficace per iniziare al meglio. Seconda tappa Punta Longa minuscolo centro di pescatori caratterizzato da tante barchette colorate di bianco e blu attraccate al piccolo molo. Ci fermiamo a prendere un po’ di sole alla Spiaggia di Marasolo. Proseguiamo verso ovest fino a Cala Rotonda dove troviamo qualcun altro che prende il sole. Passiamo per il centro per un pranzo gelato volante e poi rotta verso est fino alla Spiaggia del Bue Marino e alla Scogliera di Cala Rossa.

Le cose che ci colpiscono sono le stupende sfumature di blu del mare, le spiagge mal tenute probabilmente a causa del fatto che la stagione estiva è ancora lontana (cosa che secondo me non giustifica la sporcizia vista in alcune calette), le imponenti cave di tufo con blocchi enormi. Abbiamo tempo di passare velocemente per alcune altre calette ritornando verso il centro dove alle 18 circa riconsegniamo lo scooter per imbarcarci nuovamente sul traghetto per Trapani.

Pagato il parcheggio (12€ per circa 24h) ripartiamo alla volta della nostra prossima e penultima tappa: San Vito Lo Capo, che raggiungiamo in meno di un’ora. Ad accoglierci al Papavero Bed and Breakfast (molto consigliato) una gentile signora che abita la casa. Ceniamo presso il Ristorantino L’Amurì, un locale molto piccolo e grazioso dove assaporiamo ottimo cibo e buon vino bianco Donna Fugata.

Giorno 7 – San Vito lo Capo e Riserva dello Zingaro

Oggi andiamo alla Riserva Naturale Orientata dello Zingaro. Da San Vito si raggiunge in circa mezz’ora ma è consigliabile arrivare abbastanza presto perché l’automobile si lascia ai lati della strada non essendoci un parcheggio vero e proprio, quindi quanto più tardi si arriva, quanto più lunga sarà la fila di auto già parcheggiate e di conseguenza il tratto a piedi in salita da fare per arrivare all’ingresso della Riserva.

Dentro la riserva si possono seguire sentieri di trekking più o meno difficili che salgono e scendono, intervallati da diverse piccole e meravigliose calette. Sette chilometri di natura incontaminata e saliscendi lungo la costa da San Vito a Castellammare del Golfo, l’altro lato d’ingresso alla riserva. Per questioni logistiche, non facciamo tutto il sentiero della Riserva ma la percorriamo pressappoco per metà scendendo per un bagno veloce e gelato a Cala dell’Uzzo e Cala Marinella. L’unica alternativa per vedere queste belle calette è raggiungerle via mare.

Rientriamo a San Vito poco dopo pranzo perché vogliamo fare una sosta anche alla spiaggia del paese. E ne vale la pena: gradevole sabbia dorata con vista sul promontorio del Monte Monaco. Da cartolina. Dopo un bagno veloce anche qui ci incamminiamo verso l’automobile passeggiando per le belle vie del centro. Il modo più efficace con cui riesco a descriverle è semplicemente dicendo che trasmettono proprio la sicilianità, cioè ti senti proprio di essere in Sicilia. San Vito Lo Capo merita davvero, must see.

Sulla via di ritorno verso Punta Raisi dove devo riconsegnare la macchina con la quale ho davvero macinato chilometri in lungo e in largo, ci fermiamo rapidamente al Belvedere Bue Marino poco fuori San Vito, da cui si ha una veduta spettacolare delle basse scogliere frastagliate tra la Spiaggia di Isulidda e la Scogliera Macari.

Dall’aeroporto prendiamo il Prestia e Comandè fino alla stazione di Palermo. Sistemati i bagagli presso il b&b Oasi del Turista, moderno e in una super posizione, c’è il tempo per una tranquilla serata palermitana con cena street alla Vucciria e visita notturna alla Cattedrale di Palermo dove con tour guidato gratuito (c’era qualche promozione in quei giorni) abbiamo l’opportunità di visitare anche i tetti e vedere da vicino le cupole colorate di questa bellissima chiesa.

Giorno 8 – Palermo

Giornata conclusiva di un intensissimo tour, in cui ripercorro con la mia ragazza che non era mai stata qui prima d’ora, le attrazioni principali della città: girovaghiamo e mangiamo tra i mercati di Ballarò e del Capo, via Maqueda, e il la Kalsa finché nel tardo pomeriggio giunge l’ora di rientrare in ostello per recuperare i bagagli e con l’autobus raggiungere per la mia ennesima volta l’aeroporto Falcone e Borsellino, dove inganniamo l’attesa dell’aereo per Linate concedendoci gli ultimi cannoli di questa breve e bellissima vacanza primaverile.



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