Fino al punto più ad ovest d’Europa

Lisbona: la città dei tram, dei mitador e dei pasteis.
Scritto da: ShareTheWorld
fino al punto più ad ovest d’europa
Partenza il: 08/09/2019
Ritorno il: 14/09/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Era da 2 anni che ogni mese controllavo il prezzo dei voli per il Portogallo, ma erano sempre troppo elevati per le mie tasche. Si parlava di 200€ a tratta. Per una meta così vicina, una compagnia aerea low cost ed uno stipendio non troppo alto, dovevo sempre rinunciare. Mio malgrado. Fino a quando, per puro caso, senza che in realtà stessi programmando il mio viaggio, mi ritrovo a curiosare i prezzi aerei per Lisbona. All’improvviso i miei occhi si illuminano ed urlo “mamma corri, vieni a vedere l’offerta!”. Tempo di realizzare il tutto, che già mi ritrovo a digitare i dati della mia prepagata pronta per acquistare il tanto atteso biglietto aereo. Con largo anticipo era già tutto prenotato: aereo, hotel ed ingressi vari. Non vedevo l’ora di salire su quel volo e partire alla scoperta di un territorio che avevo sognato da un tempo diventato ormai infinito.

GIORNO 1

Sono le 6 del mattino quando passiamo il metal detector: finalmente ci siamo. Una veloce colazione con vista pista di decollo e siamo pronte per imbarcarci. Dopo circa 3 ore di volo può avere inizio la nostra avventura. Prendiamo la metropolitana, a pochi passi dall’aeroporto, e dopo una trentina di minuti circa siamo già in centro città. “Mamma voglio scendere alla fermata prima rispetto a quella che viene consigliata, secondo me arriviamo prima in hotel”. Attivo il navigatore e come sempre non so seguirlo “mi sa che dovevamo andare dalla parte opposta”. Il mio mood perenne. Prima o poi capirò come si legge! Quindi tra una fermata di metro sbagliata e un avvio inutile di navigatore, arriviamo presso il nostro B&B. Il solito check-in veloce, il tempo di sistemare le valigie in camera e siamo già pronte per incamminarci. Attraversiamo una piena, ma non troppo affollata, Rua Augusta e in un attimo siamo in Plaza do Comerçio. Proprio da lì parte il tram per il quartiere di Belem: 10 minuti di tragitto e siamo già giunte a destinazione. Sarà praticamente impossibile non capire quando sarete arrivati: un’infinita ed ordinata fila indiana lungo il marciapiede nei pressi della famosa pasticceria vi darà il benvenuto. Se cercherete consigli su cosa vedere e fare nel quartiere, sicuramente tra i primi posti troverete per l’appunto questa pasticceria. Io ho scelto di evitarla, sia perché non tollero molto le file, sia perché comunque ho trovato degli ottimi pasteis anche in altri locali: consigliatissimi i bar lungo la Rua Augusta (economici, nonostante la posizione, ed ottimi prodotti da forno). La nostra prima destinazione è stata la famosa torre di Belem. Una sorta di nave che ha deciso di approdare a riva del fiume Tago. Piccolo spoiler: è molto più piccola di quello che si possa pensare! La Gioconda dei monumenti insomma. È possibile accedervi ed arrivare fino alla parte più alta per osservare la città. Ci siamo dirette poi verso il Padrão dos Descobrimentos: una maestosa scultura di un bianco candido. Attraversando la strada vi troverete al Monastero dos Jeronimos. A mio parere se avete poco tempo a disposizione o più semplicemente non volete sostare troppo a lungo in questo quartiere, questo è il luogo da visitare assolutamente. Gli archi meticolosamente decorati, quasi a raffigurare le palme, e la bellezza della chiesa adiacente, regaleranno ai vostri occhi uno spettacolo unico. Una volta all’interno di quest’ultima non vi dimenticate di andare alla ricerca della tomba di Cristoforo Colombo. Riprendiamo il tram e diamo la buona notte a questa nuova città.

GIORNO 2

Quando ci svegliamo, il sole fatica ancora a sorgere. Sono le 8 del mattino ed il buio la fa ancora da padrone. Aspettiamo ancora un po’ prima di incamminarci. Non l’ho sentita come una città pericolosa (seppur bisogna ammettere che sia piena di spacciatori pronti a vendere la loro dose al primo soggetto che incontrano), ma siamo pur sempre due donne ed è meglio evitare di andare incontro a spiacevoli situazioni. Il sole si è finalmente alzato e dalla finestra della nostra stanza vediamo la città iniziare a riempirsi: una brioche al volo presa alla pasticceria accanto all’hotel e si parte. Destinazione Alfama. Avete due opzioni: o il famoso tram 28 o l’ascensore. Avete capito bene! Basta dirigersi in Rua Conceiçao (circa tre strade parallele Rua Augusta), lì troverete una struttura di vetro al cui interno vi è appunto l’ascensore. In men che non si dica vi ritroverete nella zona alta della città, nonché il quartiere più caratteristico di Lisbona. Ci dirigiamo subito verso il rinomato Mirador de Santa Cruz. Noi ed il paesaggio: ecco quello che abbiamo trovato al nostro arrivo. Un senso di pace e tranquillità percorreva la nostra mente. Ma, per quanto bello fosse quello spettacolo, sapevamo di non poterci restare tutto il giorno. E allora ci rimettiamo in cammino. Nel percorso attraverso il quartiere dell’Alfama incontrerete numerosi “mirador”. Lasciatevi sorprendere dai vicoletti, dai murales e dai sali-scendi. Come dico sempre, non abbiate paura di perdervi: è proprio quando prenderete la strada sbagliata che dinnanzi a voi si aprirà lo scenario più bello. L’unico consiglio è quello di non “correre”. Concedetevi il tempo necessario. Gli azulejos fanno da padroni delle facciate degli edifici: decori e colori quasi surreali. Il miglior spettacolo ve lo regalerà, però, il Miradouro da Senhora do Monte: l’intera città vi attende. Qui dove la distinzione tra passato, presente e futuro, tra mare, terra e cielo, si fa’ più netta. Questo è stato anche il nostro punto di ristoro. Perché quando davanti a te hai tutta questa bellezza, anche un semplice panino mangiato su una panchina all’ombra degli alberi, diventa la pietanza più buona del mondo. Passiamo molto tempo ad ammirare il paesaggio. Non c’era nulla di così sensazionale o unico, eppure c’era un’atmosfera magica. Lasciamo, a malincuore, quel pezzo di Lisbona e tra una salita e una discesa, tra una strada giusta ed una sbagliata, ci incamminiamo verso il nostro B&B. Senza dimenticarci di visitare prima la Cattedrale. Cena veloce e si va a dormire.

GIORNO 3

Decidiamo di prendere la giornata con molta calma. Nessuna fretta, almeno per oggi. Ci svegliamo di buon ora per poterci godere al meglio la famosa esperienza sul Tram 28. A pochi metri dal nostro B&B c’è la fermata, è mattina presto e la fila in attesa è poca. Riusciamo così ad accaparrarci i posti a sedere, utili soprattutto per le frenate, a volte brusche. Voglio essere onesta: questa era forse una delle cose che più mi premevano fare. Qualsiasi pagina internet la decantava come una, se non la, miglior esperienza di Lisbona. Ma è tutto quello che vi è attorno che lo rende unico, poiché alla fine vi ritroverete semplicemente a fare un giro tra strade che avrete sicuramente già percorso a piedi. Io ne sono rimasta delusa. Con questo non vi sto dicendo di non farla assolutamente, quanto più, di non rimanerci male se la fila infinita o il poco tempo a vostra disposizione non vi permetterà di prendere questo mezzo. Lo consiglio, invece, a chi vuole dedicare magari solo una giornata alla visita della città di Lisbona. In ogni caso evitatelo se siete claustrofobici! Scendiamo al capolinea nel Barrio Alto. E più esattamente nel quartiere Estrella. A pochi passi troverete l’omonima Basilica, davanti ai quali vi sono anche i giardini pubblici ideali per un piccolo break rilassante. Proseguendo lungo la strada principale vi imbatterete nel mercato. Sono follemente innamorata di questo aspetto della città poiché rivela la sua vera essenza. Evitate, peò, di andarci a prima mattina quando i commercianti devono ancora allestire i loro banchetti. Perdetevi tra i vicoletti, ammirate l’ennesimo paesaggio e quando dovrete tornare nella zona bassa della città fatevi riaccompagnare dall’Elevador da Gloria. In pochi minuti vi ritroverete nelle vie del lusso e poco distanti sia dalla stazione che da Plaça Rossio. Fate bene attenzione: questo elevatore non è altro che una funicolare. Il nome potrebbe trarvi in inganno, come è capitato anche a me. Anche questa giornata è volta al termine.

GIORNO 4

Sono circa le 8 del mattino quando prendiamo il treno per Sintra. Un’oretta di viaggio e siamo già arrivate. Appena fuori dalla stazione troverete il pullman che vi porterà alla vostra avventura nella città delle fiabe. Il biglietto si acquista direttamente sul mezzo di trasporto. La nostra scelta è ricaduta esclusivamente per la visita al Palacio de Pena. La cosa migliore da fare è arrivare a prima mattina così da evitare le lunghe file. Appena varcati i cancelli troverete un pulmino, con circa 2€ verrete accompagnati fino all’ingresso del palazzo. Un’ottima soluzione per chi non vuole affaticarsi troppo o per chi ha problemi motori: la strada per arrivarci è tutti in salita! Potete visitare solo l’esterno oppure anche l’interno. La spesa non è eccessiva, ma leggendo varie recensioni noi abbiamo preferito goderci solo l’esterno della struttura. E solo quella merita il viaggio a Sintra! Colori e forme che vi lasceranno ad occhi e bocca spalancata! Una volta che ci siamo goduti ogne centimetro del Palazzo ci siamo addentrate nel “labirinto” del suo giardino. Pensate che solo per arrivare all’uscita (senza averlo visitato nella sua totalità) ci abbiamo impiegato più di un’ora! Un consiglio? Cercate con lo sguardo gli altri turisti, potreste perdervi. Prendiamo il pullman che ci riporta verso la stazione, ma prima decidiamo di fermarci nella zona del centro storico. In prossimità di esso vi è Palacio Nacional (che però, come già ho detto, non abbiamo visitato). Ci siamo però addentrate nel centro storico: un insieme di viette strette e ricche di negozietti molto carini. Riprendiamo il treno che ci porta a Lisbona. Cena veloce e ci prepariamo per il giorno dopo.

GIORNO 5

La giornata inizia sul treno diretto a Cascais. Ma non sarà lei la nostra vera destinazione. Una volta scesi dal treno vi dovrete dirigere verso il capolinea dei bus. Si tratta di un’enorme struttura di vetro (ricorda molto un centro commerciale), poco distante dalla stazione dei treni, vi basterà mantenere la destra e percorrere il sottopassaggio. Una volta arrivati, prendete il pullman 403 che vi lascerà direttamente a Cabo de Roca: il punto più a ovest d’Europa. Il paesaggio vi lascerà senza parole. Il vento tra i capelli, il rumore del mare e il profumo di libertà sono le uniche cose che vi aspettano. Ricordatevi di portare con voi una giacca paravento e, se soffrite di mal di orecchie, qualche cosa per coprirle. Il vento è davvero forte. Se soffrite le curve, non vi dimenticate di portare dei medicinali. Ne dovrete attraversare molte. Io opto per le gomme da masticare (se non amate il dolce, evitatele) oppure per le pastiglie. Abbiamo trascorso circa un’oretta qui, dopodichè abbiamo ripreso il pullman in direzione opposta. Non ci eravamo fissate una vera e propria destinazione, alla fine abbiamo deciso di fermarci a Cascais. La spiaggia non è molto grande, quindi dovrete cercare un piccolo angolino in cui stendervi al sole. Ovviamente potrete trovare anche stabilimenti balneari attrezzati (il costo di un lettino ed un ombrellone si aggira attorno ai 15€). Trascorriamo il resto della giornata tra un tuffo in mare ed un abbrustolita al sole. Riprendiamo il treno di ritorno nel tardo pomeriggio. La comodità di questa zona di mare è che la stazione è veramente a un passo dalla spiaggia!

GIORNO 6

Cosa facciamo per trascorrere la nostra ultima giornata portoghese? Ci abbiamo pensato praticamente tutta la sera prima, abbiamo cambiato idea mille volte e alla fine abbiamo scelto di rendere gli ultimi attimi ricchi solo di relax. Di buon ora prendiamo nuovamente il treno, questa volta ci fermiamo a solo mezz’ora di strada da Lisbona. La scelta è ricaduta su Carcavelos. Scelta in realtà presa all’ultimo istante sul treno. Volevamo recarci a Estroril ma senza un vero motivo, forse più semplicemente per evitare altri minuti di treno (che poi così tanti non sarebbero stati), abbiamo cambiato idea. Devo ammettere che la scelta è risultata tutto tranne che errata. Una volta uscite dalla stazioni ci siamo incamminate lungo un viale alberato, al termine del quale vi è un piccolo sottopassaggio. Non temete, rimane comunque sempre frequentato perché è il luogo di accesso per la spiaggia. Un volta che avrete capito quale strada imboccare, dinnanzi a voi si spalancherà una distesa immensa di sabbia oltre alla quale vi sarà solo oceano! Il vento vi scompiglierà costantemente i capelli, la sabbia vi pungerà la pelle, qualche ombrellone volerà via, molti ragazzi praticheranno surf e tanti altri cercheranno dentro di loro il coraggio di fare un tuffo nelle acque ghiacciate dell’Atlantico. Me compresa (tanto da portarmi a casa un bel raffreddore come souvenir). Torniamo in hotel e trascorriamo la nostra ultima serata tra le vie del centro. Siamo capitate durante la notte bianca, non potevamo chieder di meglio per salutare la città.

GIORNO 7

Quando lasciamo il nostro B&B, la città fatica ancora a svegliarsi. Prendiamo una brioche al volo e qualche pasteis da portare a casa come regalo. Riprendiamo la metropolitana che ci lascerà direttamente in aeroporto. È ora di salutare una città verso la quale avevo alte aspettative, ma che mi ha lasciata con un po’ di amaro in bocca. Ma ogni luogo a modo suo è magico, e alla fine te ne innamori comunque. Ecco perché già sogno di visitare il sud di questa nazione!

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